Papa a Rabat dopo Abu Dhabi: va avanti chi fa ponti

“Coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri, invece quelli che costruiscono ponti andranno tanto avanti”: metto questa frase del Papa a titolo di quanto ha detto e fatto a Rabat, sulla scia di quanto già compiuto ad Abu Dhabi. Frase detta ai giornalisti in aereo, ieri sera, di rientro dal Marocco. Nei commenti riporto altre sue parole su Gerusalemme, gli integralismi, i migranti, gli abusi. Dopo le parole ai giornalisti riporto qualche passaggio dei discorsi fatti da Francesco a Rabat nelle giornate di sabato e di ieri.

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Prigioniero del mio muro. Aereo 1. Con i fratelli musulmani e musulmane abbiamo sigillato questa fraternità nel documento di Abu Dhabi e qui in Marocco tutti abbiamo visto una libertà, una fraternità, un’accoglienza di tutti i fratelli con un rispetto tanto grande. Questo è un bel fiore di coesistenza che promette di dare frutti. Non dobbiamo mollare! È vero che ci saranno ancora difficoltà, tante difficoltà perché purtroppo, ci sono gruppi intransigenti. Ma questo vorrei dirlo chiaramente: in ogni religione c’è sempre un gruppo integralista che non vuole andare avanti e vive dei ricordi amari, delle lotte del passato, cerca di più la guerra e anche semina la paura […]. Sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri, perché coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. Invece quelli che costruiscono ponti, andranno tanto avanti. Costruire ponti per me è una cosa che va quasi oltre l’umano, ci vuole uno sforzo molto grande.

    1 Aprile, 2019 - 17:36
  2. Luigi Accattoli

    Tutti siamo di Gerusalemme. Aereo 2. Il comune appello su Gerusalemme è stato un passo avanti fatto non da un’autorità del Marocco e da un’autorità del Vaticano, ma da fratelli credenti che soffrono vedendo questa ‘Città della speranza’ che ancora non è così universale come tutti vogliamo: ebrei, musulmani e cristiani. Tutti vogliamo questo. E per questo abbiamo firmato questo auspicio: più che un accordo è un auspicio, un appello alla fraternità religiosa che è simboleggiata da quella città che è tutta “nostra”. Tutti siamo cittadini di Gerusalemme, tutti i credenti.

    1 Aprile, 2019 - 17:38
  3. Luigi Accattoli

    Come per la pena di morte. Aereo 3. Io posso dire che in Marocco c’è libertà di culto, c’è libertà religiosa, c’è libertà di appartenenza religiosa; poi la libertà sempre si sviluppa, cresce […]. La fede cresce nella consapevolezza, nella capacità di capire se stessa. Così si capisce per esempio che oggi noi abbiamo tolto dal Catechismo della Chiesa cattolica la pena di morte. 300 anni fa bruciavano vivi gli eretici. Perché la Chiesa si è accresciuta nella coscienza morale. Cresce anche il rispetto della persona e della libertà di culto. Anche noi dobbiamo continuare a crescere. Ci sono cattolici che non accettano quello che il Vaticano II ha detto sulla libertà di culto, la libertà di coscienza. Anche noi abbiamo questo problema ma anche i fratelli musulmani crescono nella coscienza e alcuni Paesi non capiscono bene o non crescono così come altri. In Marocco c’è questa crescita.

    1 Aprile, 2019 - 17:44
  4. Luigi Accattoli

    Paesi cristiani vanno indietro. Aereo 4. A me preoccupa un’altra cosa: la retrocessione di noi cristiani quando togliamo la libertà di coscienza, pensiamo ai medici e alle istituzioni ospedaliere cristiane che non hanno il diritto della obiezione di coscienza, per esempio per l’eutanasia. Come? La Chiesa è andata avanti e voi Paesi cristiani andate indietro? Oggi noi cristiani abbiamo il pericolo che alcuni governi ci tolgano la libertà di coscienza che è il primo passo per la libertà di culto. Non è facile la risposta, ma non accusiamo i musulmani, accusiamo anche noi stessi per questi Paesi dove succede questo e ci deve far vergognare.

    1 Aprile, 2019 - 17:47
  5. Luigi Accattoli

    Cardinale Barbarin. Aereo 5. Lui, uomo di Chiesa, ha dato le dimissioni, ma io non posso moralmente accettarle perché giuridicamente, ma anche nella giurisprudenza mondiale classica, c’è la presunzione di innocenza, durante il tempo che la causa è aperta. Lui ha fatto ricorso e la causa è aperta. Poi quando il secondo tribunale dà la sentenza vediamo cosa succede. Ma sempre avere la presunzione di innocenza. Questo è importante perché va contro la superficiale condanna mediatica. Cosa dice la giurisprudenza mondiale? Che se una causa è aperta c’è la presunzione di innocenza.

    1 Aprile, 2019 - 17:49
  6. Luigi Accattoli

    Affogare nel Mediterraneo. Aereo 6. Jordi Évole quando mi ha fatto l’intervista, mi ha fatto vedere un pezzo di quel filo con i coltelli. Io ti dico sinceramente che mi sono commosso e poi quando se ne è andato ho pianto. Ho pianto perchè non entra nella mia testa e nel mio cuore tanta crudeltà. Non entra nella mia testa e nel mio cuore vedere affogare nel Mediterraneo; mettiamo ponti nei porti. Questo non è il modo di risolvere il grave problema dell’immigrazione. Io capisco: un governo, con questo problema ha la patata bollente nelle mani, ma deve risolverlo altrimenti, umanamente […]. Ecco io non lascio entrare: è vero perchè non ho posto, ma ci sono altri Paesi, c’è l’umanità dell’Unione Europea, deve parlare l’Unione Europea intera. Non lascio entrare, o li lascio affogare lì, o li mando via sapendo che tanti di loro cadranno nelle mani di questi trafficanti che venderanno le donne e i bambini, uccideranno o tortureranno per fare schiavi gli uomini? Una volta ho parlato con un governante, un uomo che io rispetto e dirò il nome, con Alexis Tsipras. e parlando di questo e degli accordi di non lascare entrare, lui mi ha spiegato le difficoltà, ma alla fine mi ha parlato col cuore e ha detto questa frase: “i diritti umani sono prima degli accordi”: questa frase merita il premio Nobel.

    1 Aprile, 2019 - 17:54
  7. Luigi Accattoli

    Satana l’abusatore. Aereo 7. Un giornale, dopo il mio discorso alla fine dell’Incontro sulla protezione dei minori dei Presidenti delle Conferenze episcopali, ha detto: “Il Papa è stato furbo, prima ha detto che la pedofilia è un problema mondiale, una piaga mondiale; poi ha detto qualcosa sulla Chiesa, alla fine se ne è lavato le mani e ha dato la colpa al diavolo”. Un po’ semplicistico, no? Quel discorso è chiaro. Un filosofo francese, negli anni Settanta, aveva fatto una distinzione che a me ha dato molta luce, si chiamava Roqueplo [Philippe], e mi ha dato una luce ermeneutica. Lui diceva: per capire una situazione bisogna dare tutte le spiegazioni e poi cercare i significati, cosa significa socialmente?, cosa significa personalmente, o religiosamente? Io cerco di dare tutte le spiegazioni, anche le misure delle spiegazioni, ma c’è un punto che non si capisce senza il mistero del male.

    1 Aprile, 2019 - 17:56
  8. Luigi Accattoli

    Da minoranza a cittadini. Francesco al popolo marocchino – 30 marzo. Un dialogo autentico ci invita a non sottovalutare l’importanza del fattore religioso per costruire ponti tra gli uomini […]. La libertà di coscienza e la libertà religiosa – che non si limita alla sola libertà di culto ma deve consentire a ciascuno di vivere secondo la propria convinzione religiosa – sono inseparabilmente legate alla dignità umana. In questo spirito, abbiamo sempre bisogno di passare dalla semplice tolleranza al rispetto e alla stima per gli altri. Perché si tratta di scoprire e accogliere l’altro nella peculiarità della sua fede e di arricchirsi a vicenda con la differenza, in una relazione segnata dalla benevolenza e dalla ricerca di ciò che possiamo fare insieme. Così intesa, la costruzione di ponti tra gli uomini, dal punto di vista del dialogo interreligioso, chiede di essere vissuta sotto il segno della convivialità, dell’amicizia e, ancor più, della fraternità. La Conferenza internazionale sui diritti delle minoranze religiose nel mondo islamico, tenutasi a Marrakech nel gennaio 2016, ha affrontato tale questione. E mi rallegro che essa abbia permesso di condannare qualsiasi uso strumentale di una religione per discriminare o aggredire le altre, sottolineando la necessità di andare oltre il concetto di minoranza religiosa in favore di quello di cittadinanza.

    1 Aprile, 2019 - 18:15
  9. Luigi Accattoli

    Cristo nel migrante. Ai migranti presso la Caritas di Rabat – 30 marzo. Mi piace pensare che il primo volontario, assistente, soccorritore, amico di un migrante è un altro migrante che conosce in prima persona la sofferenza del cammino […]. Le forme di espulsione collettiva, che non permettono una corretta gestione dei casi particolari, non devono essere accettate […]. ogni uomo ha diritto alla vita, ogni uomo ha il diritto di avere dei sogni e di poter trovare il suo giusto posto nella nostra “casa comune”! Ogni persona ha diritto al futuro. Vorrei esprimere ancora la mia gratitudine a tutte le persone che si sono poste al servizio dei migranti e dei rifugiati nel mondo intero, e oggi particolarmente a voi, operatori della Caritas, che avete l’onore di manifestare l’amore misericordioso di Dio a tanti nostri fratelli e sorelle a nome di tutta la Chiesa, come pure a tutte le associazioni partner. Voi sapete bene e sperimentate che per il cristiano “non si tratta solo di migranti”, ma è Cristo stesso che bussa alle nostre porte. Il Signore, che durante la sua esistenza terrena visse nella propria carne la sofferenza dell’esilio, benedica ciascuno di voi, vi dia la forza necessaria per non scoraggiarvi e per essere gli uni per gli altri “porto sicuro” di accoglienza.

    1 Aprile, 2019 - 18:22
  10. Luigi Accattoli

    Siete un pugno di lievito. Incontro nella cattedrale di Rabat – 31 marzo. I cristiani sono un piccolo numero in questo Paese. Ma questa realtà non è, ai miei occhi, un problema, anche se riconosco che a volte può diventare difficile da vivere per alcuni […]. Parafrasando le parole del Signore potremmo chiederci: a che cosa è simile un cristiano in queste terre? A che cosa lo posso paragonare? È simile a un po’ di lievito che la madre Chiesa vuole mescolare con una grande quantità di farina, fino a che tutta la massa fermenti. Infatti, Gesù non ci ha scelti e mandati perché diventassimo i più numerosi! Ci ha chiamati per una missione. Ci ha messo nella società come quella piccola quantità di lievito: il lievito delle beatitudini e dell’amore fraterno nel quale come cristiani ci possiamo tutti ritrovare per rendere presente il suo Regno […]. il problema non è essere poco numerosi, ma essere insignificanti, diventare un sale che non ha più il sapore del Vangelo – questo è il problema! – o una luce che non illumina più niente.

    1 Aprile, 2019 - 18:28

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