Papa su abusi: mostruosità assoluta e severità estrema

20 Comments

  1. Victoria Boe

    “… perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa. ”

    Ecco, il punto è proprio questo.
    Quanti casi come questo si verificavano in passato nella Chiesa e venivano soffocati per non creare scandalo?
    Perché la Chiesa non cerca finalmente i motivi di tale perversione?
    Recriminare, chiedere perdono, pregare, è fin troppo semplice.
    Bisogna chiedersi il perché delle cose e cercare un rimedio.

    13 Febbraio, 2017 - 17:45
  2. Enrico Usvelli

    Victoria,
    è quello che il Papa ha detto di fare: esaminare attentamente i candidati al seminario e non accettare quelli non idonei.
    La pedofilia deve sparire dalla Chiesa, su questo non c’è dubbio, ma attenzione a pensare che il peggio si concentri lì. Nel deep web a sentire don Di Noto ci sono decine di migliaia di video e quasi mezzo milione di utenti che ha scaricato materiale.

    14 Febbraio, 2017 - 9:59
  3. Victoria Boe

    Gentile sig. Usvelli, so bene che la pedofilia di cui oggi tanto si parla, non si concentra nella Chiesa. È un male diffuso nelle società del mondo intero e chissà da quando. Nel nostro tempo sta affiorando da tutte le parti un marciume che ristagnava, nascosto, nel mare magnum delle brutture del mondo.
    Ma quando vediamo che questa micidiale perversione si annida anche nella Chiesa, allora lo scandalo è più grande; e se si viene a sapere che veniva insabbiato forse per non suscitare scandalo o forse anche per non perdere ministri di culto, il disgusto è massimo.
    Chi opera nella Chiesa ha–deve avere– come punto di riferimento il Vangelo, dove è scritto che quelli che scandalizzano i piccoli è meglio che si mettano al collo una macina da mulino e si gettino nel profondo.
    Doppia è, dunque, la colpa di chi mette in atto questo CRIMINE all’interno dell’Istituzione ecclesiastica. Per il fatto che smentisce le parole del Vangelo e quindi rinnega Gesù stesso. Parlo volutamente di CRIMINE perché vengono rovinati a vita degli esseri umani che porteranno per sempre le tracce profonde di quegli atti; la loro psiche ne risentirà fin che vivono.
    Quando io dico che è necessario che la Chiesa si interroghi BENE sui motivi che inducono tanti presbiteri a irretire i bambini, parto dal convincimento che sia troppo semplicistico parlare di “malattia”, per cui in seminario un esame attento dovrebbe portare a escludere quelli non idonei.
    Il punto è: quali sarebbero i “non idonei”? Solo quelli con reali tendenze pedofile? Se noi accettassimo questa tesi, credo che i non idonei sarebbero molti di meno di quelli che fin qui si sono rivelati pedofili. Perché, a quanto pare, sono proprio tanti e tanti.
    Io–per parlare con franchezza– penso invece che, come ha scritto una teologa, parecchi presbiteri assimilino il corpo di un bambino a quello di una donna. E siccome a loro è vietato( per il voto di verginità) unirsi ad una donna, lo facciano con i bambini, che sono facilmente manipolabili, anche perché i piccoli non hanno ben chiara, credo, la nozione del bene e del male; soprattutto quando hanno a che fare con chi per loro rappresenta la personalizzazione del sacro, e da cui vengono lusingati e nello stesso tempo intimiditi in vario modo e indotti al silenzio.
    Questa è la mia opinione, opinabile naturalmente.

    14 Febbraio, 2017 - 14:44
  4. Enrico Usvelli

    Victoria,
    concordo con quanto ha scritto nella prima parte.
    I non idonei sono quelli che presentano un profilo psicologico non adatto al ministero sacerdotale, intendendo con questo non solo i potenziali pedofili. In percentuale i sacerdoti se la giocano con altre categorie, quindi non sono poi così tanti, tuttavia bisogna assolutamente abbassare questa percentuale. Non si deve nemmeno trascurare il fatto che c’è chi ha interesse a dare risalto a questi episodi. Tutta Italia ha saputo nel 2014 che una prof di religione di Moncalieri, secondo un suo studente, avrebbe avuto un atteggiamento omofobo durante una lezione (poi le accuse sono risultate false). Chi ha saputo che, nella stessa scuola e più o meno nello stesso periodo, c’era un prof che offriva denaro a studenti (maschi) minorenni per fare sesso? Non si tratta di pedofilia, ma l’atteggiamento dei media è il medesimo.
    Non sono d’accordo sull’ultima parte. Ossia può darsi che un sacerdote molesti uno o più bambini perché è più facile farli star zitti sull’accaduto, ma non credo lo faccia a causa del voto: sa benissimo che molestare un bambino (o trovarsi un ‘amico’ adulto) significa comunque infrangere il voto. E poi c’è il fatto che, pare (da quel che ho trovato velocemente in rete) siano molestati molti più maschi che femmine.

    14 Febbraio, 2017 - 16:59
  5. Andrea Salvi

    Non voglio addurre attenuanti, me ne guardo bene, ma attenzione alle semplicistiche spiegazioni…ricordiamoci che la maggior parte dei casi di pedofilia avviene (altrettanto orrendo dirlo) nelle famiglie, dove passa spesso sotto silenzio ma lascia segni altrettanto devastanti nella psiche dei bambini abusati. E qui non vale certo la facile spiegazione della rinuncia all’esercizio della sessualità…di cui parlava la teologia di ci sopra a proposito dei preti!

    14 Febbraio, 2017 - 21:06
  6. Victoria Boe

    “Non si deve nemmeno trascurare il fatto che c’è chi ha interesse a dare risalto a questi episodi.”

    Gentile Enrico Usvelli, l’interesse per questi argomenti è di tutta la stampa che vuole andare dietro all’interesse ( spesso morboso) di chi legge o di chi ascolta. È sempre stato così. Parafrasando: si vende ciò che si compra.
    Al contrario, quei giornali che vogliono nascondere o che ritengono poco rilevanti certe notizie (pochi in realtà), non pubblicano o pubblicano in poche righe della penultima pagina le stesse notizie.
    Ma veniamo alla parte centrale del discorso.
    Premetto che a me lei sembra un tantino ingenuo; lo dico senza offesa, beninteso.
    Certo che sono consapevoli, i preti, del fatto che infrangono il voto. Lo sanno benissimo. Eccome se lo sanno.
    Ma devo dirlo io che, essendo i preti uomini come tutti, hanno le stesse compulsioni sessuali di tutti gli altri uomini non- preti? La natura non fa distinzioni fra religiosi e non religiosi.
    Questi sono argomenti scabrosi, lo so, ma le persone mature devono affrontarli guardando in faccia la realtà. Oggi più che mai.
    Non va edulcorata la realtà, non va mitizzata.
    Ci sono religiosi che riescono ad ottemperare al voto, ma ce ne sono parecchi che non riescono a farlo.
    Preti e religiosi non sono fatti di puro spirito come gli angeli. Vogliamo capirlo o no?
    Tanto è vero che non pochi, giovani o anziani, lasciano la tonaca per questo motivo. E, mi creda, la scelta non è indolore.
    Ho già scritto qualcosa su questo argomento.
    Mi sembra opportuno ripetere qui, anche con qualche difficoltà, che per la maggior parte dei cosiddetti “preti pedofili” la scorciatoia più facile per dare sfogo agli istinti sessuali è quella di fare sesso ( espressione volgare che niente ha a che fare con l’amore) con i bambini, senza distinzione di genere. L’immaturità di un bambino, maschio o femmina che sia, senza ancora una propria consapevolezza sessuale, lo fa assimilare, in qualche misura, al corpo femminile. Una distorsione colpevole della sessualità.
    La quale sessualità– non dobbiamo dimenticarlo– è sempre presente negli adulti, preti compresi, anche se questi sarebbero tenuti a reprimerla. I famosi “eunuchi per il regno dei cieli”. E non dimentichiamo, peraltro, che nei primi secoli della cristianità i preti potevano sposarsi.
    Il discorso, tuttavia, non è molto diverso per quasi tutti gli altri pedofili al di fuori del presbiterio. Con l’aggravante, in questo versante, che anche chi potrebbe soddisfare i propri desideri con altri partner ( moglie o amante o prostituta), si può sentire eccitato da un corpo femminile acerbo, pronto a sbocciare, o magari vuole sperimentare colpevolmente un rapporto con un bambino maschio (inconsapevole del male), a cui dare per compenso gelati o soldi o schifezze varie. Sempre per soddisfare se stesso.
    Queste sono deviazioni.
    Insomma, è certo che la sessualità è una dimensione naturale della vita umana( e non solo umana) e perciò stesso non va demonizzata come per tanto tempo–va detto– ha fatto la Chiesa stessa. Quando però la si esercita strumentalizzando una persona, e specificamente un minore, diventa demoniaca, a mio avviso.
    In quest’ultimo caso, infatti, è riconosciuta come reato. Non nello Stato Vaticano, però.
    Ho detto fin troppo.

    14 Febbraio, 2017 - 21:27
  7. Victoria Boe

    “…ricordiamoci che la maggior parte dei casi di pedofilia avviene (altrettanto orrendo dirlo) nelle famiglie, dove passa spesso sotto silenzio ma lascia segni altrettanto devastanti nella psiche dei bambini abusati. ”

    Che avvenga nelle famiglie o fuori di esse, la pedofilia è un crimine. SEMPRE. Proprio il fatto che la maggior parte dei casi si verifichi in famiglia fa capire che non si tratta di “malattia”, come a volte si sente ripetere, ma di abusi perversi, su cui tanto ci sarebbe da dire.

    14 Febbraio, 2017 - 21:50
  8. Andrea Salvi

    Mi spiace ma non vedo dove sta il nesso logico nella frase “Proprio il fatto che la maggior parte dei casi si verifichi in famiglia fa capire che non si tratta di “malattia”, come a volte si sente ripotere. ” E ‘ una affermazione del tutto gratuita. Comunque ne discuta con chi la ha inserita nel manuale internazionale delle malattie psichiatriche (DSM5) usato in tutto il mondo psichiatrico per la classificazione delle malattie psichiatriche.

    14 Febbraio, 2017 - 22:10
  9. Victoria Boe

    Gentile Andrea Salvi, lei dunque non vede il nesso?
    Le spiego perché, a mio avviso, il nesso c’è.
    Possibile che la pedofilia sia presente, come lei ha detto, nella maggior parte dei casi in famiglia, laddove la sessualità può essere esercitata legittimamente fra coniugi? TUTTI MALATI PSICHICI I MARITI PEDOFILI? Se vogliamo scherzare sì, altrimenti proprio no. Non riesce a vedere l’incongruenza della cosa?
    D’ altronde, non mi risulta che i numerosi casi di pedofilia avvenuti in famiglia e denunciati e seguiti poi da condanna siano stati ascritti a disturbi psichici. La condanna c’è stata senza mettere nel conto alcuna malattia mentale.
    Neanche mi risulta che tutti i siti (tantissimi) di pedofili in RETE siano stati postati da persone sofferenti di malattie psichiatriche. Lo stesso discorso vale per coloro che per turismo sessuale veleggiano verso Paesi dove, indisturbati, si accompagnano a bambini che, in cambio di molti soldi, mettono il loro corpo a disposizione di quegli sporcaccioni.
    Malati anche costoro? Sì, la malattia c’è, ma non psichiatrica; chiamasi invece “idolatria del sesso”.
    Oggi, poi, quasi ogni atto delinquenziale si tende a considerarlo frutto di malattia mentale. Scappatoia troppo facile cui si appigliano gli avvocati difensori per alleggerire la pena per i clienti.
    Inoltre, se è vero che tanti psichiatri sono propensi a diagnosticare una malattia mentale, altrettanti psichiatri remano in senso opposto. Lo sa o no, questo? Si informi bene, allora. Proprio in campo psichiatrico le risultanze non sono uniformi, e del resto è vero che diverse persone ritenute sempre normali, in realtà non lo erano affatto; e viceversa ovviamente. La mente umana è un bel ginepraio in cui ci sono ancora molte zone d’ombra da esplorare.
    Tutti quei padri che abusano dei loro figli piccoli o adolescenti sarebbero malati? Qualcuno sì, forse, ma certo non tutti. Molti sono semplicemente individui lerci, che approfittano del loro potere in famiglia per piegare ai loro smodati e schifosi desideri i figli impotenti. Spesso quegli atti sono accompagnati da violenza negli ambienti degradati. Ci sono vari documentari e scritti a testimoniarlo.
    Ed un prete come don DI NOTO, che da tempo sta lottando contro questa piaga, non ha parlato di “malattia”.
    È evidente che la malattia pschiatrica inserita in quel manuale che lei propone, si riferisce ad un certo tipo di pedofilia, non a tutti i numerosi casi in cui si manifesta.
    Apra gli occhi, sig.Salvi, e sappia fare discernimento.
    E, soprattutto, non difenda l’indifendibile per partito preso.

    15 Febbraio, 2017 - 0:32
  10. Andrea Salvi

    E come mai il prof Giuseppe Crea, psicologo e psicoterapeuta esperto del problema certo più di lei e me parla, a proposito del prete con tendenze pedofile di “individuo profondamente malato.”?. Il che non diminisce la gravità dei crimini commessi. Questi soggetti oltre che di un semplicistico richiamo alla conversione hanno bisogno anche di una terapia della psiche!!!

    15 Febbraio, 2017 - 9:15
  11. Enrico Usvelli

    Victoria,
    ‘Mi sembra opportuno ripetere qui, anche con qualche difficoltà, che per la maggior parte dei cosiddetti “preti pedofili” la scorciatoia più facile per dare sfogo agli istinti sessuali è quella di fare sesso ( espressione volgare che niente ha a che fare con l’amore) con i bambini, senza distinzione di genere.’

    La scorciatoia più facile per dare sfogo agli istinti sessuali sarebbe masturbarsi (magari davanti ad un video porno), come ad esempio fanno i ragazzini.
    Don Di Noto non parla di malattia perché non è uno psichiatra e il suo scopo è impedire questi crimini. Ma mi pare che lei non voglia cogliere la distinzione fatta da Andrea: se mi piacciono i bambini sono malato (ma sono affari miei), se li metto le mani addosso commetto un crimine (e vado in galera).
    Poi se nega le malattie riconosciute dalla medicina e se ne inventa delle sue…

    15 Febbraio, 2017 - 11:29
  12. Andrea Salvi

    Vittorino Andreoli: “..per questo credo che nel caso dei preti pedofili sia fondamentale poter intervenire presto, se ciò è dato; e che in ogni caso la pena sia applicata con
    severità. E, assieme gli sia accordata la cura…»

    15 Febbraio, 2017 - 11:34
  13. Victoria Boe

    “Poi se nega le malattie riconosciute dalla medicina e se ne inventa delle sue…”

    Andiamoci piano, per favore. Io non ho intenzione di inventare nulla. Soprattutto su un argomento così delicato
    Non so a quale titolo parli lei, sig. Usvelli, o parli il sig. Salvi.
    Io posso dire con tranquilla certezza che ci sono psichiatri che considerano la pedofilia una malattia, e ce ne sono altri che prima hanno parlato di malattia e poi hanno fatto marcia indietro. Il che avviene abbastanza spesso nel campo della medicina in generale.
    Cari signori, io leggo:”DA MALATTIA A ORIENTAMENTO. Dieci anni fa il Dsm-4 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ha declassato la pedofilia da “malattia” a “disordine”. Ma nel nuovo testo, il Dsm-5 pubblicato quest’anno [2013], l’Apa fa un passo ulteriore come denuncia l’Afa: «Come l’Apa dichiarò negli anni Settanta che l’omosessualità era un orientamento sotto la forte pressione degli attivisti omosessuali, così ora sotto la pressione degli attivisti pedofili ha dichiarato che il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento». L’Apa distingue tra pedofilia e atto pedofilo: se il desiderio sessuale nei confronti dei bambini è un orientamento come gli altri, l’atto sessuale viene considerato “disordinato” per le conseguenze che ha sui bambini.”

    Tutto ciò mi pare che evidenzi che la pedofilia molti anni fa veniva considerata una malattia, mentre oggi si parla, con una certa disinvoltura, di “disordine”.
    E assurdamente si fa differenza, come se niente fosse, fra sofferenze moderate e situazione grave per chi è oggetto di atti sessuali da parte di soggetti pedofili. Le sofferenze moderate non stigmatizzano, forse, la pedofilia ( atti!) nella stessa misura della “situazione grave”?
    Alla resa dei conti, si vede che quegli stessi psichiatri che avevano sancito, negli anni 50, che la pedofilia era da considerarsi “malattia”, molti anni dopo parlavano di “orientamento”.
    Al netto di ogni altra considerazione, questo “declassamento” la dice lunga su come possano evolversi le cognizioni in fatto di patologie, di disturbi mentali o comportamentali, di anomalie di vario genere.
    Chiedo: chi può fidarsi davvero di una diagnostica di tal genere, quando quella perversione viene definita prima in un modo, poi in un altro? Ma poi: se la lucidità nel COMPIERE quegli atti c’è tutta–tendenza o non tendenza– quand’ è che si può escludere il reato?
    Ed ancora: perché non considerare che il pedofilo sia un soggetto che voglia sperimentare nuove sensazioni nel fare sesso con un bambino/bambina? Perché sottovalutare a priori la possibilità che in certe circostanze un uomo (non tutti, certo ) voglia far sesso con chiunque gli capiti a tiro, compreso un bambino? C’ è una tale varietà di casi di pedofilia–e le cronache quasi ogni giorno ce li riportano– che a me pare lecito non escludere nulla.
    E soprattutto ritengo doveroso non minimizzare MAI le abiezioni insite in atti ( non tendenze) che coinvolgono un minore o un incapace.
    Quegli illustri psichiatri, compreso il prof. Andreoli, se la sentirebbero di escludere tassativamente ogni ipotesi fra quelli sopra elencati?
    In ogni caso, io, a dire il vero, ho già detto ( in uno dei primi post) che se può essere ammissibile che QUALCHE CASO sia configurabile come frutto di un disturbo vero e proprio, non ritengo però che tutti i casi di cui si viene a conoscenza, soprattutto fra i preti ( per alcuni dei quali si parla anche di immaturità, ma dovuta a che cosa?) o in famiglia, sia attribuibile a malattia o disturbi sessuali o mentali.
    Lo dico non fantasiosamente ma perché ho visto diversi programmi e letto parecchio su questo spinoso argomento.

    15 Febbraio, 2017 - 18:11
  14. Andrea Salvi

    La pedofilia è una patologia della relazione affettivo-sessuale. Se vogliamo ridurre tutto solo al solo piano etico/morale, certamente importantissimo non ce ne verremo mai fuori. Basta vedere i risultati. Certi comportamenti compulsivi non si spiegano se non con la presenza di una patologia, che come tale va curata e prevenuta. Questo non attenua l’entità del crimine commesso. E qui mi fermo.

    15 Febbraio, 2017 - 19:04
  15. Victoria Boe

    È sbagliata la premessa.
    Sarebbe meglio dire: la pedofilia NON È SEMPRE una patologia sul piano affettivo-sessuale.
    Ovvero, l’istinto sessuale trova soddisfacimento anche al di fuori di un comportamento considerato normale. Può trovarlo, senza esagerare, perfino nell’accoppiamento con un animale(zoofilia).
    E, tanto per chiarire ulteriormente, non sto parlando di comportamenti compulsivi necessariamente continuati nel tempo, ma di episodici incontri atti a soddisfare le esigenze sessuali in determinati momenti. Per cui l’affetto, l’amore, non c’entrano niente di niente. C’entra solo la volgare libidine.
    Poi, ognuno è libero di pensarla come vuole.
    Niente di strano che un giorno–date le premesse– quegli stessi psichiatri che oggi hanno declassato la pedofilia da “malattia” a “disordine psichico-sessuale”, un domani arrivino a considerarla una normale relazione affettivo-sessuale. Che però ha effetti disastrosi. Sulla qual cosa nessun dubbio è possibile, viste le numerose testimonianze in proposito.
    E sul piano etico-morale non si può–non si deve!– sorvolare con tanta superficialità.
    Nel momento in cui si fa del male ad una persona–in questo caso un bambino (o un incapace) senza piena consapevolezza– segnandola a vita, l’etica e la morale reclamano il loro legittimo spazio. Anzi, si impongono da sé.

    15 Febbraio, 2017 - 21:06
  16. Andrea Salvi

    “sul piano etico-morale non si può–non si deve!– sorvolare con tanta superficialità.” Non posso non replicare a questa infamante accusa. Si rilegga quello che ho letto. Non ho mai fatto affermazioni che giustifichino questa sua frase offensiva! Con lei è difficile discutere.

    15 Febbraio, 2017 - 22:34
  17. Victoria Boe

    Sig. Salvi, perché parla di “infamante accusa”?
    Io non l’accusavo di niente.
    C’è stato un malinteso, mi creda. Il mio pensiero era rivolto GENERICAMENTE a chi con superficialità mette da parte l’aspetto etico/morale della questione, di ogni questione.
    Non mi riferivo a lei, il cui discorso era chiarissimo.
    Se lei si ritiene offeso, le chiedo scusa.

    PS
    È proprio vero che è difficile capirsi in un blog.

    15 Febbraio, 2017 - 22:59
  18. Andrea Salvi

    Ok

    15 Febbraio, 2017 - 23:05
  19. Enrico Usvelli

    Sono di fretta

    ‘Tutto ciò mi pare che evidenzi che la pedofilia molti anni fa veniva considerata una malattia, mentre oggi si parla, con una certa disinvoltura, di “disordine”.’

    Victoria, vada a leggersi cosa scrive la De Mari sull’argomento. L’APA sta aggiungendo malattie che non sono tali e ne toglie che lo sono. Stanno togliendo la pedofilia pian piano, come hanno fatto con l’omosessualità. Stanno sdoganando la pedofilia e non per mettere in galera i pedofili in quanto criminali.

    17 Febbraio, 2017 - 13:05
  20. tonizzo - Antonino D'Anna

    Rivolgo un saluto agli amici Boe e Usvelli. Visto che don Fortunato Di Noto è stato chiamato in causa, rispondo io per lui essendosuo portavoce per l’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org).

    1. Don Di Noto non considera la pedofilia e pedopornografia online una malattia, ma un CRIMINE. E come tale dovrebbe essere perseguito e punito, sia pure tra tante difficoltà giuridiche. Per un’Italia che ha magistrati capaci, leggi perfettibili ma utili, inquirenti all’avanguardia (Meter è partner della Polizia postale dal 2008), ci sono nazioni che hanno norme giuridiche ridicole o approcci burocratici. Siti delle polizie locali che promettono di raccogliere segnalazioni e che invece non funzionano, oppure: “Ma voi siete italiani: dovete rivolgervi alla vostra polizia che lo segnalerà a noi. Oppure alla nostra ambasciata in Italia”. Nel frattempo, grazie al deep web, i pedofili avranno comodamente e celermente fatto i cavoli loro;

    2. Come dicevo, riteniamo la pedofilia un crimine. Con risultati economici sconvolgenti: il settore tira sempre malgrado la crisi, con pacchetti da 200 dollari anche per una sola foto. Vi invito caldamente, se sarete a Roma, a partecipare alla presentazione del nostro Report 2016 (vi comunicherò la data se interessati);

    3. Meter segnala sia i pedofili laici che quelli chierici. Li segnala a prescindere. Non li processa, non fa inchieste. Si attiva presso i canali competenti perché chi di dovere faccia la sua parte. Certamente, però, nel campo della Chiesa è gravissimo che un prete abusi un bambino, pur essendo la pedofilia un fenomeno che tocca altre religioni e che attraversa la nostra società in modo trasversale.

    4. I preti pedofili esistono anche perché nel passato si sono ammessi al sacerdozio candidati non sempre ben formati. Esistono perché davanti al problema i vescovi non hanno saputo reagire a dovere e hanno scelto il silenzio. Ma oggi ci sono norme precise, volute dagli ultimi due Papi. Meter sostiene la loro lotta per la pulizia nella Chiesa e continua ad essere vicina al Papa come farà il 7 maggio prossimo in San Pietro per la XXII GBV – Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza.

    Un cordiale saluto a tutti.

    22 Febbraio, 2017 - 19:51

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