Parabola del missionario burlone e dei sequestratori – 10

Decima scena. Viene il buio. Il capo dei sequestratori accende una lanterna e mentre svolge questa operazione si ode la sua voce fuori campo che dice:

“O Dio, tu sai che cosa ne sarà di questo prigioniero che cerchiamo di trattare con gentilezza, perché egli in questo momento è un oppresso e ben sappiamo che tra te e la supplica dell’oppresso non si interpone nessun ostacolo”.
Il missionario prepara il suo giaciglio e si sdraia sulle foglie. Quando è sdraiato il capo dei sequestratori gli lega mani e piedi. Durante questi atti si ode la sua voce fuori campo:

“Signore non ho più nulla da dirti. Il mio cuore è arido. Il breviario non mi aiuta. Non sono degno neanche di pronunciare il tuo nome. L’unico sentimento che mi riempie il cuore è quello della pietà per i quindici che sono morti e per me e anche per questi poveri disgraziati che mi hanno sequestrato. Forse sono più indegno di parlarti rispetto a loro, nonostante i quattro mitra che imbracciano. Ma di’ soltanto una parola e io sarò salvo”.

Lascia un commento