Parabola del tabernacolo e del tipo spiccio

Accade nel soggiorno estivo della Compagnia di Maria sul Monte Baldo in provincia di Verona. Celebra un salesiano novantenne che è qui in vacanza. Alla comunione non riesce ad aprire il tabernacolo per cavarne la pisside con le ostie: la chiave gira a destra ma non apre. Una delle suore muove al soccorso e prova a girare a sinistra ma la serratura non scatta. Davanti alle due file in attesa dell’ostia, prete e suora si danno il cambio nell’impresa. Dalla fila di sinistra esce un giovanotto con l’aria spiccia, uno di quelli che ti aiutano a montare le catene quando nevica senza che tu gli chieda nulla: si avvicina al tabernacolo, allunga il braccio tra la suora e il celebrante e apre con un colpo solo. Tutti fanno la comunione. Gli uomini tornando al banco passano dal giovanotto con l’aria spiccia e gli battono la mano sulla spalla.

49 Comments

  1. raffaele.savigni

    Penso che anche a me sarebbe potuta capitare una situazione “fantozziana” del genere: sono piuttosto maldestro… Una volta in albergo, durante un incontro ecclesiale, non riuscivo ad aprire la porta della camera con la chiave: una persona presente ha risolto subito il problema, lasciandomi di stucco (e con un certo imbarazzo: mi sono sentito un po’ tonto). lPer fortuna nella comunità ci sono doni diversi: non vanno sottovalutate neppure le abilità pratiche (dalla “perpetua” – quelle poche che rimangono – che prepara la cena al prete alle persone che puliscono la chiesa, controllano il microfono e l’illuminazione e così via). Quante volte mi è capitato di partecipare a liturgie col microfono che faceva le bizze: nei casi fortunati c’era un elettricista pronto a intervenire ed a salvare la situazione.

    23 Agosto, 2009 - 22:19
  2. marta09

    Oh bé, ne succedono di tutti i colori in chiesa, specialmente nelle “grandi occasioni”, solo che a me è il più delle volte non ho avuto “lo specialista” alla mano …
    E’ una cosa un po’ brutta entrare in panico e nel frattempo vedere gli altri nel panico che ti guardano come quello/a che può risolvere la situazione.
    L’unica cosa che ci ha sempre salvato è stato avere qualcuno che diceva (più o meno) “calma, mica siamo perfetti. Vediamo di pensare anziché entrare in panico … E che cavolo, neppure Dio in persona pretenderebbe la perfezione delle cose… figurarsi un Cardinale/Vescovo ecc.”

    E, da non credere, si riusciva anche a ridere … il caos più grosso è successo quando per un “nonsisabenecosa” tutti gli allarmi della parrocchia si sono messi a suonare … ma proprio tutti e . manco a dirlo – stava celebrando il Cardinale.

    23 Agosto, 2009 - 23:56
  3. Una fotografia non poteva rendere l’immediatezza della tua narrazione.

    23 Agosto, 2009 - 23:59
  4. Leonardo

    Buon per lui che non sono più i tempi di Oza (cfr. 2 Sam 6,6-7), “per che si teme officio non commesso”, come dice il divin poeta.

    24 Agosto, 2009 - 10:09
  5. Marcello

    La cosa più banale è fare di questo raccontino una metafora della Chiesa contemporanea (sacerdoti anziani, religiosi in difficoltà e laici in soccorso), ma le banalità non mi piacciono.

    24 Agosto, 2009 - 10:15
  6. Ah!
    Marcello,
    e le metafore senza futuro!!!!

    E’ vero,
    bando alle banalità….

    24 Agosto, 2009 - 10:47
  7. Marcello

    Senza contare che si potrebbe stare le ore a discutere sul fatto che il “giovanotto” veniva “dalla fila di sinistra”… mi tremano i polsi!

    24 Agosto, 2009 - 10:54
  8. che orrrrrrrore…..

    24 Agosto, 2009 - 11:23
  9. Carlo@Cangio

    Mi sono perso la scena…ero già in autostrada a quell’ora.

    Magari il tabernacolo ha invitato a prendere con tranquillità e relax il tempo utile (guardando quei panorami poi viene spontaneo…) e a non farsi prendere dal panico 😀 e dagli eventi!

    Buona continuazione di vacanze a tutti

    24 Agosto, 2009 - 11:29
  10. Stephanus

    Leggendo, mi è tornato alla mente un episodio di cui ricordavo qualche dettaglio nella mia lontana fanciullezza; o riporto qui sperando non esser OT. Dopo tanti anni mi sembra non abbia perso di freschezza.
    lo stile della narrazione è un po’ enfatico, tipo anni ’50, ma il messaggio resta…

    Durante la prima guerra mondiale, il comune di Torcegno (TN), in Valsugana, venne a trovarsi sotto il fuoco delle artiglierie italiane e austriache. Il parroco don Guido Franzelli era stato deportato dagli Austriaci. Ma prima di partire, mentre già i soldati lo trascinavano via, riuscì a chiamare un ragazzino di soli sette anni, Almiro Faccenda, uno dei suoi chierichetti. Gli disse: -Pensa a Gesù, nel Tabernacolo. Apri la porticina e dà la Comunione alla gente. Dio ti benedica, Almiro. Era il 19 novembre 1915. La gente accorse in chiesa. Il ragazzo, indossata la vestina da chierichetto, si avvicinò all’altare, salì sopra uno sgabello, aprì il Tabernacolo, trasse fuori la pisside con le Ostie, e tutto tremante, diede la Comunione a tutti, cominciando da sua madre. Fuori tuonava il cannone. Rientrato in casa, il ragazzo domandò a sua madre: – E ora, che ne farò di questa mano? Era quella con cui aveva distribuito il pane eucaristico. La mamma gli rispose: – Fa’ in modo che essa non commetta mai il male e compia solo il bene. Diciassette anni dopo, nel 1932 allo stesso altare di Torcegno, Almiro Faccenda –diventato sacerdote- celebrava la sua prima Messa.

    24 Agosto, 2009 - 12:54
  11. x marcello etc…

    ma poi siamo sicuri che il suddetto energumeno laico potesse toccare il tabernacolo?

    24 Agosto, 2009 - 13:13
  12. Con la prossima riforma liturgica,
    l’energumeno non se lo deve nemmeno sognare,
    un atto simile.

    Al tabernacolo non possono avvicinarsi i laici.

    Forse le eccezioni saranno ammissibili per bambini chierichetti innocenti e che non conoscono ancora i turbamenti adolescenziali.

    24 Agosto, 2009 - 14:57
  13. Ieri san Paolo mi ha fatto sognare,
    la donna ritornerà alla piena sottomissione all’uomo,
    entrerà in chiesa a capo coperto da velo bianco o nero a seconda degli stati di vita, vergine o sposata,
    e finalmente riprenderà a considerare l’uomo come esclusivo suo capo.

    24 Agosto, 2009 - 15:01
  14. Marcello

    Cari matteo e moralista (le mie migliori sponde), quando si permette una cosa a una donna (anche se suora) allora la si deve permettere a chiunque.

    24 Agosto, 2009 - 15:08
  15. Bellissimi 🙂
    Sia quello di Luigi che quello di Stephanus.

    A me è capitato di essere presente quando alla Messa, durante l’elevazione, una bimba di circa quattro anni, sfuggita alla mamma, è corsa sull’altare dal chierichetto perchè voleva suonare lei il campanellino 🙂 Lo ha preso dalla sua mano e si è messa a suonare e suonare e non voleva restituirlo.
    Il sacerdote si è girato e sorridendo ha detto: sentite com’è felice Nostro Signore!

    24 Agosto, 2009 - 17:27
  16. Clodine

    A me è successo svariate volte di correre ai ripari: i sacerdoti che frequentano la cappella generalmente sono sempre gli stessi, sanno già di trovare apparecchiato l’altare e tutto l’occorrente per la celebrazione. Essendo la cappella slegata dal contesto parrocchiale arrivano sempre all’ultimo momento, il tempo di mettere su camice e stola e sono già sull’altare, pronti a celebrare. Capita che nella fretta ci si dimentichi la chiave del tabernacolo appunto, o l’elemento più importante senza il quale non si può celebrare : la grande particola sulla patena, tra il calice e il corporale,
    “ sei veramente sbadata!” mi rimprovera don…(hai capito!?) allora, per quando si presenta “l’imponderabile”, ci siam messi d’accordo: il sopracciglio sinistro in sù per indicare la chiave, un leggero occhiolino, ma proprio un cenno, quando manca la particola. Si fa quel che si può!!
    Vorrei dire a Matteo, poi, riguardo al velo, che il buon Dio a noi donne ci ha dotate di folto crine, il mio è anche lungo, a guisa di velo. Circa il capo, poi, lo sappiamo tutti che ce n’è uno solo… superfluo ricordarlo.

    Buon fine Agosto

    24 Agosto, 2009 - 17:29
  17. Clodine,
    il tuo “velo”, me lo ricordo benissimo, indimenticabbbile mi fu 🙂

    Per il resto,
    mi preparo già al futuro,
    anche sognandolo,
    perchè no?

    Ci sono donne che agognano,
    e io mi preparo già lì,
    sulla porta della chiesa….
    come quel cinesino…. al fiume…

    poarete!!

    24 Agosto, 2009 - 19:20
  18. Clodine

    Matteo, certo che ci possiamo rivedere, ci mancherebbe! Non siamo poi così distanti. L’8 settembre, ad esempio, per la festa del santissimo Nome di Maria dovrebbe esserci una celebrazione in basilica, a S.Maria Maggiore, possiamo rivederci se vuoi…

    Colgo l’occasione per salutare tutti gli amici del blog, in modo particolare Fabricianus, Principessa, Roberto55, Moralista e tutti tutti.

    Un saluto speciale a te Luigi: scrittore dallo stile inconfondibile e magistrale. Quando G.Minoli ti ha citato nel programma “la storia siamo noi” -proprio ieri l’altro, in uno speciale su Giovanni Paolo II- mi son sentita fiera di conoscerti.
    Ciao

    24 Agosto, 2009 - 20:05
  19. La storia è una immagine, una icona dell’intraprendenza, dell’umile efficienza di chi si mette al servizio degli altri.
    Non importa “chi” lo faccia. Importa “che” si faccia. E il bravo giovane ha dimostrato di saper fare, oltre tutto ciò che tutti aspettavano che “l’altro” facesse.
    Chissà quanti tra loro pensavano (e si lagnavano) in se stessi che nessuno sapesse fare o si prendesse la briga di agire.
    Il giovane ha agito. Facessimo tutti così!

    24 Agosto, 2009 - 21:28
  20. Dimenticavo.
    Chi fa, e bene anche, raccoglie (meritati) consensi (la pacca sulla spalla).
    Buona serata a tutti.

    24 Agosto, 2009 - 21:31
  21. mattlar

    allora vi racconto quella di qualche domenica fa in una chiesa della campagna viterbese, la domenica in cui il vangelo era la moltiplicazione dei pani e dei pesci….
    Dopo la consacrazione (con la sola ostia grande, quella del celebrante) il prete si avvicina al microfono e dice: mi dispiace ma io non sono in grado di fare la moltiplicazione dei pani quest’oggi… non mi è mai successo, ma non ci sono le ostie (evidentemente la perpetua o il sacrestano di turno non avevano riempito il tabernacolo): comunque – siccome mi è concesso di darvi la dispensa – potete stare tranquilli…. e ci ha fatto recitare una preghiera in supplenza delle ostie mancanti!!!
    Devo dire che non era mai successo neppure a me!!! Lì per lì non avevamo capito, pensavamo che scherzasse, ma poi era tutto vero: non c’era per niente l’ostia !!!

    24 Agosto, 2009 - 22:01
  22. Luigi Accattoli

    Clodine ricambio il tuo simpatico saluto. Che vivo il racconto di Gabriella.

    24 Agosto, 2009 - 22:42
  23. si’
    mattlar,
    ma non facciamolo sapere al Pontefice,
    sennò
    poverino il prete.

    E’ capace che ci aboliscono l’anno sacerdotale con tutto il Vianney, tirato tutte le domeniche e i mercoledì in ballo… 🙂

    24 Agosto, 2009 - 22:44
  24. marta09

    Ehi, @Matteo, guarda che nel discorso di san Paolo che citavi la figura degli sposi non c’entra per nulla. E’ solo un’immagine che Gesù ha usato per dire che la Chiesa deve stare sotto il Capo della Chiesa stessa che è appunto Gesù Cristo.
    Su questa lettura c’è in giro tanta di quella confusione che metà sarebbe sufficiente e certi poveri preti preparati devono spendere una buona mezz’ora per spiegare tutto.
    Quella pericope va letta con l’ultima frase detta da Gesù … ma a molti piace fermarsi all’immediato.
    La Chiesa (tutta la Chiesa intendo) deve stare sempre sotto la Parola, sotto il Figlio di Dio, sotto lo Spirito Santo … cosa che non pare a guardare i fatti.
    Quindi, davvero stacchiamoci da questa idea che è una lettura da matrimonio (anche se è dentro il lezionario per i matrimoni) … non lo è per nulla – o meglio – non lo è nel senso che tutti pensano. Lì dentro, c’è – per gli sposi – al massimo l’idea della totale gratuità (il non aspettarsi o pretendere qualcosa dall’altro) e della totale “attenzione” all’altro.

    @moralista 😀 eh eh … e già!!!!
    Sì, lo si può toccare, tranquillo che lo si può toccare. Un laico non può prendere la pisside (a meno che non sia un ministro straordinario), ma toccare il tabernacolo sì.

    24 Agosto, 2009 - 23:10
  25. a proposito di Efesini 5 (oggetto di approfondimento e lavoro per me e Luisa quest’estate), mi annoto solo – ricordando il parallelo che giustamente riporta marta09 – che Paolo chiama il matrimonio (quello di ciccia e quello mistico) “sacramentum magnum” (in greco, non lo so, onestamente… sarà “megan mysterion” o qualcosa del genere… “mi corigerete”): un grande mistero, un grande segno… ci abbiamo basato un laboratorio vocazionale per giovani…

    25 Agosto, 2009 - 9:03
  26. Leonardo

    “laboratorio vocazionale” …. brrrr

    25 Agosto, 2009 - 9:41
  27. Per Paolo,
    certamente il matrimonio è un “mistero grande”,
    ma è l’uomo ad immagine di Dio e non la donna,
    e su questo
    San Tommaso nella Summa Teologica ha potuto affermare l’inferiorità della donna rispetto all’uomo, confermata lungamente dalla Gerarchia cattolica fino al secolo scorso.

    Sulle donne e sulla schiavitù, lo Spirito non deve essersi fatto capire molto bene da Paolo…..
    e i danni ne hanno percorso la scia di tutti i secoli, come ancor oggi nel fondamentalismo di matrice cattolica o evangelica.

    Ma lo Spirito è stato più forte degli uomini della Gerarchia nella Chiesa,
    ha suscitato donne che si sono incuneate nella grande Storia cristiana.

    25 Agosto, 2009 - 10:05
  28. Leopoldo

    Qualcuno mi spiegherebbe che cosa si intende per matrimonio di ciccia?

    25 Agosto, 2009 - 10:57
  29. Leopoldo, sono sicuro che il freddoloso Leonardo te lo saprebbe spiegare alla grande (mi riferivo al parallalelismo che fa Paolo nella Lettera, tra il matrimonio “concreto” tra uomo e donna – “di ciccia” – e quello tra Cristo e la Sposa/la Chiesa)

    ps. dicono che anche il matrimonio sia una vocazione cristiana da verificare, animare, dissuadere (semmai)… perché il sacramento del matrimonio è, insieme all’ordine, è posto a servizio della comunità… dicono (CCC). Comunque “laboratorio vocazionale” non era il titolo ufficiale… solo “laboratorio sul matrimonio”… mo’ Leonardo si congela!!!

    25 Agosto, 2009 - 12:48
  30. Jacu

    Gli aneddoti qui letti sono certamente simpatici, ma sintomo anche di una certa trascuratezza, di una sciatteria verso ciò che è divino, che non dovrebbe esserci. Secondo i documento Sacrosantum Concilium infatti:
    “Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore. A sua volta, la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei « sacramenti pasquali », a vivere « in perfetta unione » [26]; prega affinché « esprimano nella vita quanto hanno ricevuto mediante la fede » [27]; la rinnovazione poi dell’alleanza di Dio con gli uomini nell’eucaristia introduce i fedeli nella pressante carità di Cristo e li infiamma con essa. Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall’eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa”.
    Inoltre i vostri commenti ironici nei confronti del Papa mi hanno fatto ricordare il passo del Vangelo di Luca che ho letto stamani: “I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui (Gesù). ” S. Luca 16, 14.

    25 Agosto, 2009 - 14:15
  31. Marcello

    Jacu, concordo sull’appello contro la trascuratezza nella liturgia.
    La reprimenda nei confronti degli ironici (con tanto di citazione scritturistica) mi sembra invece eccessiva.

    25 Agosto, 2009 - 15:15
  32. Nino

    Il passo richiamato da Jacu tocca il vile denaro e l’uso che se ne fa:

    Il buon uso del denaro 16,9 – 13
    Contro i farisei, amici del denaro 16,14-15

    Capisco la difesa del Sommo Pontefice da parte del buon Jacu,
    ne capisco molto meno l’attinenza con le critiche che gli vengono mosse e soprattuto il mettere sullo stesso piano il Papa e Gesù!

    “Inoltre i vostri commenti ironici nei confronti del Papa mi hanno fatto ricordare il passo del Vangelo di Luca che ho letto stamani:…..

    Mi parrebbe un tantino azzardato se non fuori luogo.
    Pienamente daccordo su quanto detto sull’Eucaristia anche se il linguaggio rimane fortemente autoreferenziale e a me piace zero.

    Così come condivido quasi nulla di questo Papa, senza ironia.
    Ma sono solo opinioni e valgono anch’esse zero.
    Poi sono le mie e allora valgono assai meno di zero.

    25 Agosto, 2009 - 15:29
  33. Jacu

    Cercherò di spiegarmi meglio: io non ho messo il Papa sullo stesso piano di Gesù, la mia era una provocazione: a volte ci facciamo prendere dalle nostre simpatie personali per una persona, per un prete, per un Papa da non distinguere più tra, ad esempio, Ratzinger persona e Ratzinger Papa in quanto tale. Il Papa è per noi cattolici in Vicario di Cristo in terra. Per me non significa che io debba essere d’accordo con tutto ciò che dice, ma che io lo rispetti per l’incarico che egli ricopre. Gesù ha detto agli apostoli (anche loro essere umani che commisero errori):
    “[40] Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. [41] Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.
    [42] E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”. S. Matteo 10, 40-42

    25 Agosto, 2009 - 15:51
  34. marta09

    @Jacu
    ma non sempre gli imprevisti liturgici sono dovuti a trascuratezza. Anzi … il più delle volte capitano proprio in liturgie curatissime.
    Il più delle volte quelli che si sentono in difficoltà in queste situazioni sono proprio coloro che curano con tanto amore le liturgie.

    Per i commenti “ironici” al Papa … o bé …se qualcuno vuol vederci del male e dello sbagliato in chiunque, ce lo vede e basta. E’ scritto e riscritto nel Vangelo. Anzi, a volte il disprezzo è proprio sintomo di verità che lo provoca, come è sintomo di falsità quando qualcuno dice della Chiesa solo bene e bello.

    @Nino
    la ricchezza di cui dobbiamo liberarci non penso proprio sia solo il denaro … magari!!! Siamo attaccati tremendamente a certe ricchezze quali – appunto – potrebbero essere le nostre idee. Attaccamento che per difenderle non si esita a colpire malamente e duramente chi dice il contrario.

    @moralista
    Sì, il Matrimonio è una vocazione. Solo che il più delle volte è ridotto al “così fan tutti”. E’ normale sposarsi ed è eccezionale l’Ordinazione Sacerdotale, eppure per rischi e per Credo dovrebbe essere il contrario. Prima di rispondere malamente pensate solamente al fatto che nel matrimonio si affida la propria vita ad una persona di cui conosciamo davvero poco in definitiva e di cui il futuro proprio ci è ignoto.
    E c’è un bisogno estremo di questo “laboratori”, ma non di quelle cose ridicole che sono i “corsi fidanzari” che nulla costruiscono. Dovrebbero essere laboratori condotti in mezzo ai giovani per poi continuare in quelle coppie già sposate.
    E sì, è al servizio della comunità. La vera e prima Famiglia è la Chiesa ed è da questa coscienza che possono nascere tutte le altre famiglie.

    25 Agosto, 2009 - 16:24
  35. Leonardo

    «condivido quasi nulla di questo Papa, senza ironia».
    Il bello è che lo dice così, con trascuratezza, come se fosse un particolare irrilevante.
    Invece, se fosse vero, vorebbe dire che non è cattolico. Un disastro.

    25 Agosto, 2009 - 16:29
  36. Clodine

    Sia l’uomo che la donna sono a immagine di Dio, ci mancherebbe altro!?
    La donna stata tratta dal cuore dell’uomo, non dai suoi piedi, o dal suo ventre, né l’uomo non ha una costola più della donna.
    Così come dalla costola dell’uomo (in senso figurato ovviamente) è stata tratta la donna, similmente dal costato di Cristo è nata la vita della Chiesa e così come l’uomo e la donna abbandonano -quando hanno raggiunto consapevolezza, a prescindere dal matrimonio- i genitori, similmente la Chiesa abbandona i “genitori ” -il popolo Ebreo- nel momento in cui Gentili prendono consapevolezza della potenza del Cristo e lo seguono,formando la Chiesa. A Lei infatti si dice con il Salmo 44,11 : «Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre» .

    25 Agosto, 2009 - 16:33
  37. Clodine

    Credo profondamente nel matrimonio, ma siamo esseri umani : fragili come vasi d’argilla…

    25 Agosto, 2009 - 16:39
  38. Marcello

    Caro Leonardo, da sempre i papi sono stati “presi a cannonate” da cattolici. E’ la tradizione. Ci vuol ben altro per non essere cattolici.

    25 Agosto, 2009 - 16:41
  39. Clodine , abbiamo già “guerreggiato” sul tema. Inutile ripetersi. Aggiungo solo una battuta: perché “la promessa” di preti e religiosi/e è fatta di acciaio inox?

    Per tornare se posso ai laboratori, è tragico – dovrebbe esserlo anche per tutti quelli che ululano spaventati dalla secolarizzazione del nostro tempo – scoprire che anche tra giovani (intelligenti, attivi etc etc) formati e stra-impegnati in parrocchie e case religiose, ci siano ancora i seguenti dubbi:

    a) “se non mi faccio suora, religioso o prete ho paura di essere un cristiano di serie B” (detto e udito dal sottoscritto, tra le lacrime di chi parlava)… tra i risultati antipatici, giovani che non maturano mai e non scelgono mai appieno la loro vita (fede inclusa) e quando lo fanno talvolta sono “illusi” e/o si ingannano idealizzando la scelta (ivi incluse certe idee gloriose e eroiche del matrimonio cristiano, tipo che se non hai almeno almeno una casa-famiglia non sei nessuno)

    b) non sapere la differenza tra celibato/astinenza e castità (confusione letta di recente anche in articolessa su “il timone” a firma di un religioso…).

    25 Agosto, 2009 - 16:55
  40. Moralista….
    volevi sull’acciaio inox,
    forse volevi dire a Marta?

    25 Agosto, 2009 - 17:03
  41. Nino

    Dedicata ai sanfedisti – papisti alla Leonardo
    ovvero ai cattolici veraci senza se e senza ma.
    (detti cattocurvischiena)

    CANTO DEI SANFEDISTI
    Conosciuta anche con il titolo:
    A lu suono della gran cascia

    A lu suono della gran cascia
    viva sempre lu populo bascio,
    a lu suono de li tammurielli
    so risuorte li puverielle.

    A lu suono de le campane
    viva viva li populane,
    a lu suono di li viulini
    sempre morte a’ giacobini.

    25 Agosto, 2009 - 17:08
  42. Clodine

    …che l’uomo, simbolizzato appunto da Adamo ed Eva, sia incline al male sin dai tempi della creazione è una realtà. Se così non fosse, Adamo ed Eva (quindi il genere umano) non avrebbero peccato. Avendolo fatto, essi hanno reso sempre più inevitabile tale tendenza al male, poiché le circostanze che influenzano gli esseri umani, diventano, col passare del tempo, sempre più opprimenti, può risultare ancor più evidente all’interno di un rapporto matrimoniale, dove la quotidianità richiede un surplus di pazienza e virtù, di cui non sempre se ne possiede la pienezza. Orbene, il male va sopportato come un limite strutturale all’esser-ci, per dirla con Heidegger: l’uomo “nasce male”, cioè contraddittorio, incoerente, e rischia continuamente -secondo Paolo- di “finire peggio”. Una realtà così totalizzante e vincolante come il matrimonio, per non scadere e divenire una semplice sovrastruttura, deve avere come prerogativa una forte adesione al messaggio evangelico, non banale, non superficiale, ma assolutamente aderente alla persona di Cristo. Si tratta di andare -come direbbe l’antico stornello tanto caro ai capitolini- come “er barcarolo” contro corrente, contro la propria natura egoica. Solo con La Carità e in prospettiva di fede si resta fedeli a Cristo, a se stessi e a questo grande compromesso .. ma è un lavoro duro, che comporta sacrificio. Si tratta di combattere, a volte, la buona battaglia, fino al termine della corsa…

    25 Agosto, 2009 - 17:17
  43. Clodine

    idem per il sacerdozio o vocazione religiosa ovviamente….

    25 Agosto, 2009 - 17:19
  44. Leonardo

    Le conoscenze storiche di Nino devono essere più o meno come quelle di Scalfari: è rimasto a una mediocre istruzione liceale di una volta. Niente di male, se non pensassero di sapere. Quando dice “sanfedista”, ad esempio, ha nella testa pressappoco quel che può avere Scalfari.

    E comunque se non volete bene al papa, peggio per voi …

    25 Agosto, 2009 - 17:44
  45. Leonardo

    Fuori tema ma non del tutto: vedo che è stata smentita l’intenzione del papa di provvedere ad una riforma della riforma liturgica. Bene, una smentita è già qualcosa; il segno – io spero – che qualcosa di vero c’è.

    25 Agosto, 2009 - 17:47
  46. Matteo, mi rivolgevo a Clodine a proposito della “fragilità”

    25 Agosto, 2009 - 18:01
  47. marta09

    @moralista
    condivido in pieno quella piccola analisi.
    C’è un po’ troppa confusione su tutto.
    Ti farei parlare con un canonista di quelli “tosti” e senza fette di salame sugli occhi.

    La fragilità, poi, è sì un limite, ma è anche una “rampa di lancio” … Chi mai di noi si arresta ai limti? Se così fosse saremmo tutti ignoranti, non cammineremmo ecc.ecc.
    Il superamenteo del limite fa parte della crescita, ma prima di superarlo è necessario ammettere di averlo quel limite
    … almeno credo

    25 Agosto, 2009 - 19:32
  48. Clodine

    Sottoscrivo quanto detto da Marta in toto…..

    Siamo, soprattutto, chiamati alla santità, alla perfezione, e vi si arriva solo guardando in volto i propri limiti. Come direbbe San Paolo :” quando sono debole, è allora che sono forte!”. Perché la forza del cristiano è la sua debolezza,e chi si gloria, lo faccia solo e soltanto in Cristo!

    26 Agosto, 2009 - 7:01

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