Pedofilia: un suggerimento alla Cei

Molti temono, negli ambienti cattolici, lo svelamento di casi italiani simili a quelli dell’Austria e della Germania, se non dell’Irlanda e degli Usa. Si dovrebbe invece argomentare e operare in favore dello svelamento, purchè ovviamente i fatti siano reali. Sarebbe anzi bene che la nostra Conferenza episcopale prendessero delle iniziative di indagine e studiasse qualche “operazione verità” prima che sia troppo tardi. La nomina di un referente nazionale, come avvenuto in altri paesi, non sarebbe fuori luogo. Un’informazione trasparente sui casi accertati, come anche l’offerta di una fattiva consulenza a chi ha subito torti o cerca interlocutori per la difesa della propria dignità potrebbero essere tra i suoi compiti“: è un passaggio di un mio articolo pubblicato oggi da LIBERAL con il titolo SE IN VATICANO PARTE L’OPERAZIONE VERITA’. ALLA CHIESA SERVE UN REFERENTE UNICO PER ALLONTANARE SOSPETTI E SPECULAZIONI. [Segue nel primo commento]

58 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] I visitatori sanno che amo offrire consigli come fosse fatto mio. Ma è un genere letterario: so bene che nessuno mi legge. L’idea che ho richiamato oggi l’avevo scritta meglio in un post del 25 marzo.

    30 Marzo, 2010 - 14:43
  2. Gerry

    Caro Luigi, per leggerti ti leggono, il punto è un altro: i consigli, quando non sono esplicitamente richiesti, più che un genere letterario servono a che li da e a noi che ti leggiamo, ma solo per fare maggiore chiarezza dentro di sè. Sbaglierò, ma io credo che i nostri vescovi, da bravi italiani, se non proprio degli scongiuri (che sarebbe troppo!) ai tuoi consigli in materia compiano… gesti apotropaici!

    30 Marzo, 2010 - 16:55
  3. don78

    Sì, qualcuno che ci mettesse la faccia, che dimostrasse che non si vuole coprire nulla, perchè no… qualcuno che si facesse intervistare….

    Ho visto il vescovo Ackermann in un dibattito sulla ZDF, il cardinal Simonis in un dibattito sulla rete nazionale olandese, l’arcivescovo Nichols intervistato in uno studio della BBC… naturalmente si parlava di pedofilia e gli intervistatori ci andavano giù pesante….

    Vabbè che in Italia i politici si scelgono giornalisti e domande (e quindi forse il problema è più culturale che ecclesiale), ma secondo me sarebbe un bel gesto se qualche nostro vescovo ci mettesse la faccia, in un posto pubblico e scomodo. (Onore a Fisichella che tempo fa andò da Santoro).

    30 Marzo, 2010 - 19:29
  4. Leopoldo

    L’operazione verità non servirebbe a molto, se non avesse come conseguenza una riflessione sulle cause del fenomeno, e io non credo che si arriverà mai a tanto. Lo dimostrano anche alcune delle argomentazioni portate in questo pianerottolo, della serie “sono solo pedofili divenuti preti” o “la pedofilia esiste in tutti gli ambienti”, eccetera. Almeno, che non si coprano più gli abusi e si lasci che la giustizia faccia il suo corso. Sarebbe già un bel passo avanti: dovuto.

    30 Marzo, 2010 - 20:01
  5. Gerry

    Dato che è importante conoscere la verità, non solo quella che il NYT spaccia per tale, consiglio a chi non lo avesse già letto un articolo di Padre Thomas T. Brundage, già vicario giudiziale per l’Arcidiocesi di Milwaukee dal 1995 al 2003 e che in tale veste ha presieduto alcuni casi criminali canonici, tra cui quello del “famigerato” p. Lawrence Murphy, su cui tante illazioni sono state fatte:

    http://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/03/la-verita-sul-caso-di-pedofilia-di.html

    Analogamente riporto questa agenzia:
    “(ASCA) – Citta’ del Vaticano, 30 mar

    ”L’accusa di essere un insabbiatore e’ falsa”: lo ha detto, parlando in difesa di papa Benedetto XVI, l’arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schoenborn, nel corso di una intervista rilasciata all’emittente televisiva austriaca Orf e al quotidiano Kleine Zeitung.
    Il porporato austriaco fa riferimento al caso del suo predecessore alla guida dell’arcidiocesi di Vienna, card. Hans Hermann Groer, ritiratosi nel 1995 perche’ accusato di pedofilia.
    L’allora card. Joseph Ratzinger, riferisce Schoenborn, le cui dichiarazioni vengono riprese anche dall’Osservatore Romano, aveva chiesto di aprire un’inchiesta ma la Curia si oppose. ”Ha vinto l’altra parte”, avrebbe detto Ratzinger a Schonborn a proposito di quella vicenda. Groer, annunciando il suo ritiro in pubblico nel 1998, chiese perdono ma non ammise alcuna colpa”

    30 Marzo, 2010 - 20:08
  6. Nino

    “(Onore a Fisichella che tempo fa andò da Santoro).”

    Si! negando tutto, dichiarando false e inconsistenti le denunce fatte da alcune vittime nel corso di un’intervista.
    Si trattava del caso USA, in cui le famiglie degli abusati furono risarciti con milioni di dollari, collassando la chiesa statunitense che dovette vendersi anche pezzi del patrimonio immobiliare.

    30 Marzo, 2010 - 20:15
  7. tonizzo

    Fisichella è andato insieme a Don Di Noto a vedersela con Colm ‘O Gorman, attivista gay e senatore allora nel parlamento irlandese. Più Odifreddi, noto ateologo che però non ebbe molto da dire (e non mi sembra abbia molto da dire in tema) e personaggi vari ed eventuali.
    Fisichella non ha negato niente, e con lui don Fortunato, perché quel reportage Sex Crimes and the Vatican è un filmato pieno di errori e incongruenze su cui il professor Massimo Introvigne ha avuto non poco da obiettare e ridire. Qui non si tratta di dire “no” alla pedofilia. Fisichella, peraltro, in quell’occasione disse chiaro e tondo che questi scellerati autori di violenze e abusi non avrebbero mai e poi mai dovuto diventare preti. Ha chiesto scusa sull’argomento. Vorrei sapere dove sia l’operazione di occultamento.
    Poi parliamo del filmato, prodotto con pezzi di film vari ed eventuali e che trattava l’argomento in maniera dozzinale. No, Nino, non ci sto. Ci sta che la Chiesa itaiana deve prendere provvedimenti come hanno fatto le altre. Ma non ci sto a questo tiro al bersaglio che non serve a niente. Non è così che si combattono gli orchi in talare, che discreditano la Chiesa, la nostra Chiesa, fatta soprattutto di preti che lavorano per tutti e spesso martiri come Padre Pino Puglisi.

    30 Marzo, 2010 - 20:35
  8. tonizzo

    Per chi si volesse documentare su quel filmato, di cui ho parlato nel mio libro scritto insieme a don Fortunato (e che a breve LDC pubblicherà nella nuova edizione) http://www.cesnur.org/2007/Papa_docs.htm

    Condivido il pensiero di Luigi, e penso che i tempi siano maturi. Anche perché occorre una chiara opera di formazione dei nostri vescovi su quest’argomento. Molto spesso l’impreparazione ha portato a fare errori.

    30 Marzo, 2010 - 20:38
  9. Buonasera.
    Cioè, come?
    Tonizzo, non capisco quale è il tuo libro? Quello nel link?
    Fammi capire per cortesia.
    Saluti a tutti.

    30 Marzo, 2010 - 20:52
  10. tonizzo

    Ciao Ubi, non vorrei fare un messaggio promozional-librario, per dirla con Striscia. Ma è un libro che ho scritto con don Di Noto nel 2007 e di cui anche Luigi ha amichevolmente scritto. Cerca “Corpi… da gioco” nel blog per delucidazioni.

    30 Marzo, 2010 - 21:35
  11. fiorenza

    Nell’articolo di Luigi mi piace molto l’immagine dell’operazione chirurgica. Fa comprendere chiaramente che un male gravissimo c’è, c’è davvero, e che va subito tagliato via: proprio quello che il papa intende fare.

    30 Marzo, 2010 - 23:59
  12. lycopodium

    @ Leopoldo,
    mi sembra davvero eccessivo il tuo fraintendimento.

    31 Marzo, 2010 - 0:25
  13. Syriacus

    “L’operazione verità non servirebbe a molto, se non avesse come conseguenza una riflessione sulle cause del fenomeno, e io non credo che si arriverà mai a tanto.”

    Celibato obbligatorio, sessuofobia/misoginia connaturata ql cattolicesimo (almeno tradizionalmente inteso) ?

    Prego sviluppare il concetto. La prego, Leopoldo, “arrivi a tanto”.

    31 Marzo, 2010 - 1:39
  14. Syriacus

    “Si trattava del caso USA, in cui le famiglie degli abusati furono risarciti con milioni di dollari, collassando la chiesa statunitense che dovette vendersi anche pezzi del patrimonio immobiliare.”

    Non sono giurista , ma… Quanti milioni sono stati sborsati alla fine di un processo, e quanti, invece , in base a ‘settlements’, accordi extra-giudiziali? (Questi ultimi una fantastica specialità degli avvocati USA, anche per piccoli infortuni in cui possa essere adombrata la minima responsabilità di una company,.. figuriamoci per il caso di preti predatori facenti capo alla Vaticano S.p.A.)

    31 Marzo, 2010 - 1:42
  15. Nino

    ” Non sono giurista , ma…”

    Mi pare che il saggio suggerimento di Luigi venga ignorato dai bloggers, figuriamoci dalla CEI.
    Brutto affare quando le ragioni del tifo non sono le ragioni della ragione.
    Di seguito un piccolo florilegio di fatti.
    Se se poi ci si vuole consolare con la discutibilità dei settlements o transazioni o patteggiamenti richiesti dalla parte che avendo provocato il danno preferisce non andare il giudizio per evitare, oltre alla pena pecuniaria certa e che non può patteggiare, anche e soprattutto la definitiva perdita d’immagine, o sputtanamento, allora!
    http://app.bishop-accountability.org/member/index.jsp
    http://archiviostorico.corriere.it/2007/luglio/16/Preti_pedofili_risarcimento_record_660_co_9_070716062.shtml
    http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/30884
    http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=3489&corr=1

    31 Marzo, 2010 - 7:09
  16. discepolo

    Il livello raggiunto dall’attacco “personale” contro Ratzinger è questo:
    “l’anatema di Hitchens”

    http://www.paolorodari.com/

    Mi colpisce la definizione di Ratzinger “mediocre burocrate bavarese”.
    ora se un giornalista osasse scrivere per es. di Obama ” mediocre presidente
    nero” sarebbe giustamente accusato di razzismo perchè quella paroletta “nero” non c’entra nulla . invece che il Papa sia bavarese viene detto con sprezzo e con intento malevolo… non è razzismo questo, e della peggior specie, caro Hitchens?

    31 Marzo, 2010 - 8:32
  17. Clodine

    Mi trovo completamente d’accordo con Tonizzo circa la condanna esplicita, netta e decisa che mons. Fisichella ebbe a denunciare in “anno zero”. Registrai quella puntata e la rividi ancora, altre volte, tanto mi colpì il volto incavolato nero, indignatissimo, di Fisichella il cui sguardo accigliato e severo non lasciò spazio ad alcun tipo di fraintendimento; anzi, il suo linguaggio fu scevro da ogni tipo di compromesso che potesse giustificare -anche solo di sguincio con argomentazioni artificose e pelose- o minimizzare la gravità del danno che quegli individui [così defini i preti pedofili “individui”] avevano procurato all’intera comunità ecclesiale. Un danno che tutti i cattolici, dal più umile diacono dello sperduto villaggio dello Zaire, al pontefice stavamo [e stiamo a tutt’oggi] pagando, e a caro prezzo. Perciò non ci fu alcun tipo di negazionismo o copertura di sorta, affatto!
    Per il resto concordo anche con quanto è stato postato da Syr e da discepolo ma non mi dissocio molto dallo spunto che arriva da Leopoldo.
    Io credo la chiesa nel corso dei secoli fino ai nostri giorni abbia dato molta più rivelanza all’aspetto celibatario del sacerdote, forse eccessiva, divenuta vera fobia, paura ancestrale, primordiale, della presenza della donna nella vita del consacrato. Per cui si è sempre molto premuarata di allontanarlo, confinarlo, punirlo duramente qualora appariva all’orizzonte il sentore di una possibile relazione. La donna: creatura da combattere in quanto “separatrice” e istigatrice, potenziale rivale della Chiesa colei che disperde la messe e distorce la mente del consacrato: lo allontana dal servizio e lo rende impuro! Per il resto, che importa: i bambini i gay?? …non erano contemplati o quanto meno, non creavano problema da un certo punto di vista. Questa visione ha finito col procurare molti guasti, che stiamo pagando ovviamente. E’ vero che la pedofilia esula da ogni altro tipo di problematica, ma dobbiamo prendere coscienza dell’immaturità affettiva, del livello assurdo in cui versano i chierici e i seminaristi in tema di affettività e del rapporto con l’altro sesso: lo vogliamo considerare o no!? A questo si riferisce anche il Cardinale Martini. Io credo che urga un’effettiva revisione, che si allarghi l’ orizzonte sul tema, che si abbia il coraggio e la capacità di penetrare il mistero del femminile che forma un unicum sul piano fisico e spirituale col maschile. Solo rifiutando ogni possibile dualismo, basato sul confronto della polarità maschile con la sua polarità femminile il problema sulle tante infedeltà che affliggono la Chiesa in tema di morale si potrebbero risolvere.

    31 Marzo, 2010 - 10:27
  18. Leopoldo

    Syriacus, penso che la riflessione sulle cause della pedofilia nella Chiesa debba essere interna all’Istituzione. Le considerazioni di un non credente in proposito non servirebbero, perché fuori dall’orizzonte di senso disegnato dalla fede, e rischierebbero, per di più, di suonare come inutile offesa alla sensibilità di tutti coloro che realmente soffrono in questi giorni (e ce ne sono anche sul pianerottolo). Molte volte mi sono trovato in disaccordo con le posizioni della Chiesa su altre questioni, per esempio politiche, e sul fatto stesso che la gerarchia ecclesiastica tali posizioni avesse ed esplicitasse. Ciò non toglie che gli attacchi a Benedetto XVI mi paiano, in questo momento, come un atto di sciacallaggio, un’occasione per colpirlo per secondi fini.
    Lycopodium, dove sta il mio fraintendimento?

    31 Marzo, 2010 - 11:06
  19. Va bene, indaghiamo sul clero italiano, però…
    Perchè non si indaga sulla pedofilia fra i massoni? E fra i funzionari dell’ONU e dell’UE? E fra i giornalisti?
    Perchè non andiamo a prendere gli elenchi di passeggeri verso la Thailandia degli ultimi dieci anni, e vediamo di discernere chi c’è andato per un motivo decente da quelli che ci sono andati a fare i suini pedofili, e li schiaffiamo in galera?

    31 Marzo, 2010 - 12:39
  20. Francesco73

    Mah, a me pare che Fisichella ad Annozero si sia comportato egregiamente, a Nino suggerisco di rivedersi la puntata, non ha negato nulla, nè sottovalutato.
    Non ha nemmeno assunto la faccia recitante di chi si indigna a comando.
    E’ stato credibile, come deve esserlo chi ha ruolo e responsabilità e ha da riconoscere le cose vere senza soffiare sul fuoco per lo spazio di una sera.
    Mi è parso un buon esempio di comparsata televisiva per un prete, molti suoi confratelli invece sono inguardabili e inascoltabili, compresi i finti rivoluzionari.

    31 Marzo, 2010 - 12:55
  21. Leonardo

    Sotto la pressione di un “panico morale” organizzato, come ha ben detto Introvigne, è difficile che si prendano decisioni prudenti. Tutto questo fiorire di iniziative (numeri verdi, siti appositi per denunciare i preti pedofili, referenti “esterni” preferibilmente donne “à la Schönborn” ecc. ecc.) mi lascia perplesso.
    Il giudizio a cui dovrebbero pensare gli uomini di chiesa non è il giudizio dei media, che sui tempi lunghi della storia conta niente, e della fantomatica “opinione pubblica” (un idolo, praticamente). Il giudizio a cui dovrebbero pensare è il Giudizio. Basterebbe.

    (A proposito, a nessuno è venuto in mente che forse l’avere praticamente smesso di predicare i Novissimi e l’aver lasciato credere che l’inferno, se c’è, è vuoto, qualcosina abbia voluto dire nel disfrenamento totale degli istinti, più e meno perversi, a cui oggi assistiamo dovunque, e perciò anche nel clero?)

    31 Marzo, 2010 - 15:08
  22. targum55

    “Il giudizio a cui dovrebbero pensare gli uomini di chiesa non è il giudizio dei media, che sui tempi lunghi della storia conta niente, e della fantomatica “opinione pubblica” (un idolo, praticamente). Il giudizio a cui dovrebbero pensare è il Giudizio. Basterebbe”.

    Condivido e aggiungo che per coerenza e verità un simile criterio andrebbe applicato sempre.

    Sul contenuto della parentesi ho una perplessità: il “disfrenamento totale degli istinti” non mi sembra una malattia così nuova “anche nel clero”, viste le antiche lotte contro simonia e concubinato. Il problema, al di là di predicare o meno i Novissimi, è crederci (oggi come nel Medioevo il diavolo si aggira come leone ruggente cercando chi divorare).

    31 Marzo, 2010 - 15:42
  23. solo una cosa, Leonardo…
    La sfrenatezza di questi tempi (almeno nella chiesa) a me che ogni tanto leggo qualche riga di storia sembra minore di tempi in cui anche il papa e tutti i cardinali erano apertamente e disinvoltamente sfrenati, oltre che tanti chierici….
    A te non pare?

    Io penso molto al Giudizio. Quasi in ogni istante.
    Buona Settimana Santa a tutti.
    Vado a confessare

    31 Marzo, 2010 - 15:48
  24. Leonardo

    Io nel medioevo non c’ero ancora, per quanto vi suoni strano: il confronto lo facevo con l’Italia degli anni cinquanta/sessanta, che un po’ ho visto. Il peccato originale c’era anche allora, se ben ricordo, ma la natura lapsa (anche quella dei preti) aveva a disposizione un bel po’ di puntelli, argini e accorgimenti in più di oggi, per non essere lasciata totalmente in balia di se stessa.
    Aver paura di andare all’inferno, per esempio, è un dignitosissimo motivo per non peccare, e qualche volta può risultare efficace. Ogni volta che riesce, è comunque un successo.

    31 Marzo, 2010 - 18:51
  25. don78

    La maggior parte dei casi di pedofilia di cui si parla in questi giorni (vedi Murphy, per esempio) sono casi che si riferiscono agli anni ’50, ’60 e ’70, con buona pace dei “puntelli”, che sono serviti solo a ritardare lo svelamento dei fatti.

    31 Marzo, 2010 - 19:05
  26. lycopodium

    Ma in effetti erano gli anni in cui erano rimasti i puntelli, ma la Casa era già stata abbandonata.

    31 Marzo, 2010 - 19:10
  27. Leonardo

    Gli anni ’70 (e anche gli ultimi anni ’60) non vanno messi nel conto, perché lo sbracamento era già totale. Poi è vero anche quello che dice lycopodium, già da prima molte travi erano tarlate.
    A parte questo, don78 mi sembra Bersani, quanto a lucidità di giudizio sul presente.

    31 Marzo, 2010 - 22:02
  28. quindi, insomma, diciamolo… la causa è il Concilio, oppure, meglio, l’interpretazione del Concilio… giusto?

    31 Marzo, 2010 - 22:04
  29. don78

    Sì sì maioba… ma come ho fatto a non vederlo? Credo che la questione pedofilia sia riconducibile al problema ermeneutico del Concilio… alla scomparsa dell’inferno dalla pedicazione… del manipolo dai paramenti… dei peccati che gridano vendetta dalla catechesi… e poi ci sono i massoni… gli avvocati ebrei… la congiura dei savi di sion…

    ma che ingenuo che sono! Meno male che c’è Leonardo Apicella a far vincere l’amore sempre e ad aprirmi gli occhi!

    31 Marzo, 2010 - 22:51
  30. discepolo

    luogo comune per luogo comune.
    No certo la colpa non è del Concilio Vaticano II anzi.. la colpa è di Ratzinger, solo sua , personalmente sua, ha insabbiato !! La colpa è del celibato dei preti! come dice Hans Kung e come ribadisce Martini la colpa èdi chi non vuole “ripensare ” la vita dei preti , la sessualità nel mondo moderno ecc.
    Certo dobbiamo Ripensare ! Ripensare tutto! la colpa è di chi vuole ancora la Messa in latino , quei fascisti!

    ma che ingenuo che sono! meno male che c’è Don 78 ad aprirmi gli occhi!

    1 Aprile, 2010 - 0:03
  31. tonizzo

    La questione pedofilia non è legata al celibato né, tantomeno, al Concilio. Mi sembrano chiacchiere da bar e non mi pare il caso di scannarsi tra pre e postconciliari sull’argomento.
    Luigi ha proposto un referente nazionale e una struttura di sostegno. Questo è il punto. Serve un garante con esperienza vera, provata sul campo, di cui ci si possa fidare e che non può che essere un prete. Un prete cattolico, vero. E una struttura possibilmente su base volontaria (fate attenzione ai professionisti dell’antipedofilia) che permetta un impegno concreto e serio.
    La Chiesa ha uomini, mezzi e consiglio per farlo. Potrebbe essere un buon passo avanti. Soprattutto è essenziale che il Papa prenda una decisione, con una costituzione apostolica o un complesso di norme, proprio per la lotta contro gli abusi e la protezione dell’infanzia. Perché a me l’equazione cattolico=pedofilo non garba. Perché non lo siamo. Perché chi sbaglia contro i più piccoli deve pagare.

    1 Aprile, 2010 - 0:03
  32. discepolo

    Ruunt saecula
    stat Veritas
    Immo, stante veritate,
    stat homo, stat mundus.

    (Scorrono i secoli,
    la verità permane.
    anzi, poichè la Verità è,
    è l’uomo, è il mondo)

    Romano Amerio

    1 Aprile, 2010 - 0:13
  33. Tonizzo, ti ringrazio per la risposta. Ho letto solo ora.
    Buona notte a tutti.

    1 Aprile, 2010 - 0:18
  34. Francesco73

    Ai miei venerati amici don78 e maioba vorrei però ricordare che “il Concilio” è la parolina magica che quel pur bravissimo e valente storico di Melloni infila pure in ogni suo pezzo sulle disgrazie di questi giorni.
    Ovviamente lui ne parla bene, e il refrain è: “ah, se avessimo applicato il Concilio!”, oppure “il problema lo si potrebbe risolvere dando davvero seguito alle decisioni del Concilio”, o ancora – alle brutte – “ci vorrebbe un nuovo Concilio”.
    Insomma, si direbbe che quella sacrosanta assise popoli i sogni e gli incubi di un sacco di gente…
    Io invece direi: fare una robusta pulizia (ma robusta davvero, chè le deficienze del personale ecclesiastico sono ben più numerose anche se meno gravi dei casi di pedofilia), comprendere a fondo i “segni” di questa grandinata, meditarli spiritualmente, non lasciarsi sopraffare dal panico, fidarsi di Benedetto.
    Che ne dite?

    1 Aprile, 2010 - 2:21
  35. roberto 55

    D’accordo, Francesco73: per me, il Concilio (comunque lo si giudichi) c’entra con i casi di pedofilia esattamente quanto il celibato sacerdotale, cioè – come si dice di certi concetti matematici – “tendente a zero”.

    Buona notte !

    Roberto 55

    1 Aprile, 2010 - 2:41
  36. lycopodium

    Carissimo Maioba,
    negli anni ’50 il concilio Vaticano II non c’era ancora stato, ma era già in atto una sorta di perdita di consistenza dell’identità cristiana, una “Chernobyl spirituale” (ritrovo l’espressione qui: http://mondodomani.org/reportata/iannuzzi01.htm) di fronte alla quale un po’ tutti sono stati inadeguati, anche se con diverse responsabilità.
    Del resto, la Chiesa e gli atti della Chiesa (Concili compresi) camminano con le gambe degli uomini di Chiesa …

    1 Aprile, 2010 - 8:27
  37. Clodine

    Io invece penso che un vero, serio processo formativo alla base dei futuri preti non può escludere tout court il tema della sessualità affrontata realisticamente…non in modo dogmatico! Badate bene, non mi riferisco al “sesso” ma alla sessualità, cioè a quella presa di coscienza insita nella dinamica di ogni gesti o atto quale parte imprescindibile della persona. Prendere coscienza della propria sessualità è vitale per il consacrato affinché, in virtù di tale consapevolezza possa vivere la propria vocazione scientemente e coscientemente senza paure o fobie di sorta e alfine comprenda quale sia la propria vocazione, il proprio ruolo in questo mondo.

    Quindi è inutile parlare a vuoto: se il sacerdote non è maturo e non prende coscienza della propria sessualità continueremo a parlare di scandali nella chiesa; il periodo vittoriano, dove solo accennare a un paio di mutande si dava scandalo e si entrava nel reato è passato da un pezzo!
    In questo nostro tempo non c’è scrivania di prete con sopra un computer collegato al mondo e all’intera pornografia mai esistita dalla creazione di Adamo: ce ne rendiamo conto o no?!

    Il sesso -non la sessualità con le sue dinamiche- deve essere per il prete “UN TABU PER SCELTA” , quale espressione di un rito inserito all’interno del proprio comportamento abituale:una sorta di cornice dentro una cornice perennemente celebrativa. Ritualizzare i comportamenti dovrebbe essere l’obiettivo prncipale proprio per non svuotarli di significato umano: questo è cià che penso…e questo dovrebbe [il condizionale è d’obbligo] vivere costantemente un consacrato: la ritualità come quotidianità -come dicono gli ebrei nel Talmud- acquisire la consapevolezza di essere costantemente al cospetto di Dio! Solo a queste condizioni il celibato potrà continuare ad esistere come valore assoluto:una sorta di cerimonia del vivere il sacerdozio in maniera consapevole e autentica.

    1 Aprile, 2010 - 8:48
  38. lycopodium

    Grande Clodine: non tanto la vita nella liturgia (come si diceva negli anni ’70 etc.), ma la liturgia come vita.

    1 Aprile, 2010 - 9:04
  39. Leopoldo

    Clodine, peccato che sei femmina… Se ne avessi avuto la vocazione, penso saresti stata un buon prete.

    1 Aprile, 2010 - 9:31
  40. Clodine

    Ricordi la definizione di liturgia Lyco? Cosa dice? Non dice forse che Essa [la liturgia] è l’esercizio del sacerdozio di Cristo mediante la quale, con segni sensibili viene significata e a modo proprio a ciascuno è realizzata la santificazione dell’uomo, e viene esercitato dal Capo e dalle Sue membra il culto pubblico integrale?
    La liturgia, quindi, è qualcosa d’insito alla vita della Chiesa e nella nostra vita che non può essere vanificata ai soli termini della S. Celebrazione ma che deve essere assorbita nel proprio cuore, perché è Cristo che parla per mezzo della sua Chiesa, non il contrario; Tutta la nostra esistenza è “azione di Gesù a nostro vantaggio e danza, canto, della chiesa attorno al Cristo. La liturgia è il culmine e la fonte, come Christus Heri et Hodie, Alpha et Omega della nostra vita, perché sia autenticamente vissuta celebrata e alfine santificata…

    Buon Giovedì Santo Lyco…a te.. e a noi tutti..

    1 Aprile, 2010 - 9:34
  41. Clodine

    Ciao Leopoldo, mi sarebbe tanto piaciuto diventare prete, ma ho studiato da prete, con i preti…
    E sono stata catechista per anni,una catechista sui generis, in continuo conflitto con gli altri per il mio dissociarmi dal comune insegnamento proposto dai libretti della CEI : mi apparivano così ..come dire..puerili…inconsistenti. Ho seguito la mia strada cercando di formare le coscienze, ancor prima che insegnare le preghiere: le coscienze prima i precetti e le preghiere poi….
    E pensare che mio nonno era ateo, e mio padre comunista combattente! Quando il Vangelo dice che ” nè la carne né il sangue te lo hanno suggerito..” conferma una grande Verità!

    Ti abbraccio Leopoldo.

    1 Aprile, 2010 - 9:45
  42. Clodine

    chiedo venia “…”Nè la carne nè il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.” ….non suggerito..rivelato….la differenza è sostanziale!

    1 Aprile, 2010 - 9:48
  43. Nino

    Dopo centinaia di thread sull’argomento ormai trito,ritrito e consunto proverei a sintetizzare.

    Dalla notte dei tempi è noto che i fenomeni della pedofilia, degli abusi sessuali, della tortura, ed altre porcherie consimili ci accompagneranno insieme ai poveri per il resto della vita.

    Molti e datati luoghi comuni descrivono la faccenda.

    Qui nel confronto tra cattolici la cosa si complica e, per l’accademia, si va oltre l’inimmaginabile e a mio avviso si esagera oltre ogni buon senso.

    Si cercano ragioni, si motivano attacchi e difese, tra le parti.

    Guelfi vs ghibellini, arrivando perfino alle bischerate sull’influenza o sulle derive del CVII, nihil sub sole novi.

    Come ci si difende da queste piaghe non risolvibili dalla scienza né dalle leggi?
    Nel senso che la scienza non sa prevenire né intervenire post, e le leggi intervengono solo dopo che il crimine è stato commesso.

    La storia e la cronaca ci mostrano alcuni atteggiamenti possibili rispetto al verificarsi di certi fenomeni:
    A-Si nascondono i fatti (quando chi ha visto o vi ha partecipato non li denuncia)
    B-Si negano i fatti da chi li ha commessi ( quando chi ha visto o vi ha partecipati li denuncia)
    C-Si ammettono e si denunciano i crimini appena se ne viene a conoscenza.

    Tutto qui.
    Se così è, le congetture stanno a zero, i fatti e solo quelli formeranno un giudizio obiettivo e scevro da posizioni di parte che a nulla servono.

    1 Aprile, 2010 - 10:31
  44. fiorenza

    “Appartiene al simbolismo dell’olio anche il fatto che esso rende forti per la lotta. Ciò non contrasta col tema della pace, ma ne è una parte”: parole che ricordo, di Benedetto, alla Messa Crismale. E quelle sul “duplice mistero” del Monte degli Ulivi (luogo della accettazione interiore della Passione e della ascensione al Padre, quindi “luogo della redenzione”), duplice mistero che “è sempre “attivo” nell’olio sacramentale della Chiesa”. Ma, soprattutto, ricordo quelle sull'”olio di letizia” (Salmo 45,8): “che cos’è quest’olio di letizia? I Padri non avevano alcun dubbio al riguardo: l’olio di letizia è lo stesso Spirito Santo”.

    1 Aprile, 2010 - 12:51
  45. Leonardo

    Don Bibì e don Bibò fanno il gioco di far scemo chi non la pensa come loro per poi dire che è scemo. Io non ho parlato del concilio (al quale, in verità, penso abbastanza poco). Tra l’altro, se non ricordo male (ma è proprio un ricordo vago, quindi potrei sbagliarmi), anche allora ci fu qualche caso un po’ così, che venne risolto come si faceva allora, senza dar troppo nell’occhio.
    Dico solo che la chiesa, in secoli e secoli di sforzi, aveva messo su tutto un apparato comportamentale, educativo e preventivo, che a qualcosa serviva. Invece di vivificarlo dall’interno (e qui ha ragione lycopodium: la forma da sola non regge), si è presuntuosamente buttato via tutto.

    Poi, se la volete mettere sui dettagli di sartoria (non ricordo se don Bibì o don Bibò ha citato i manipoli), ebbene sì, ad abolire l’obbligo della talare avete fatto una stupidaggine, come capiva benissimo il cardinal Siri. Con la talare indosso, per quanto lisa e inzaccherata, ispiravate al solo vedervi devozione, compunzione o almeno rispetto (oppure odio, che è una forma di rispetto). Guardatevi adesso …

    1 Aprile, 2010 - 13:13
  46. Clodine

    Sono d’accordo: a molti apparirà un po’ bislacca e retrò l’idea, ma io, fossi il papa, imporrei il ritorno al frusciante abito talare che, più di quanto lo si immagini, spesso fa anche il monaco, se non altro perchè rende il prete riconoscibile e funge pure da deterrente… il che non è poco!

    1 Aprile, 2010 - 13:38
  47. FABRICIANUS

    D’accordo anch’io. I segni parlano. L’obbligo della talare andrebbe ripristinato.

    Conosco persone che, nonostante siano “lontane” dalla Chiesa Cattolica, preferirebbero i sacerdoti con l’abito talare. Mi ripeto, scusate, ma: i segni parlano. Non si scappa da ciò, secondo me.

    Un abbraccio a Clodine!

    Ciao Luigi!

    Ciao a tutti!

    1 Aprile, 2010 - 20:16
  48. Syriacus

    Grazie Nino, Grazie Leopoldo.

    2 Aprile, 2010 - 0:42
  49. E’ vero anche i segni parlano,
    soprattutto nel linguaggio erotico.

    E’ cosa risaputa che le divise/uniformi eccitino le fantasie sessuali e reali…

    La talare è una divisa.

    Ergo…..

    Sono in molti che attendono,
    quel mondo seducente di talari fruscianti….
    su bei volti giovanili….
    che lasciano immaginare,
    che lasciano alla tentazione di concupire…

    Capisco il desiderio delle donne….

    come per molti di noi…. uomini….
    certe fantasie sulle suore…..
    tranne quelle che si vestono da streghe laiche……

    Chi ricorda suor sorriso ?????

    Insomma…
    anche suore e preti con le tonache nasconderanno qualche cosa
    per attizzare la fantasia,
    e allora ben vengano…..

    Clodine,
    scusami….
    ma mi hai invitato a nozze…. 🙂

    3 Aprile, 2010 - 17:40
  50. Clodine

    Che disgraziato Matteo che sei! Te’ possino. ; ))))

    3 Aprile, 2010 - 21:17
  51. Leonardo

    Matteo non sta bene, è da un pezzo che lo dico. Dovrebbe farsi vedere, da uno bravo però.

    5 Aprile, 2010 - 11:13
  52. ma possibile che alla fine della fiera sia una talare la soluzione?
    queste cose succedevano quando i prelati (di qualsiasi ordine e grado) erano altro che in talare! avevano persino la chierica (più grande o più piccola a seconda del grado). Queste cose si facevano nei confessionali, all’interno del sacramento, quando si aveva la stola viola sulle spalle.
    Queste cose si facevano la notte nei seminari, sottana o non sottana…
    Queste cose si facevano in sacrestia, nella preparatio ad missam.
    Ho sentito con le mie orecchie l’arcivescovo Pittau, visitatore apostolico dei seminari americani all’epoca dei primi scandali del 2000, raccontare con le lacrime agli occhi le testimonianze delle vittime e dei loro genitori, che vigilavano a turno in sacrestia che il prete non toccasse i bambini…
    No, davvero non penso sia un problema di talare…
    Né di Concilio, evidentemente.
    Dico che queste cose succedono non da oggi, in un numero evidentemente e fortunatamente limitatissimo (non per questo il fenomeno è meno grave), ma da sempre, o comunque anche in tempi in cui le regole esteriori tenevano in piedi la baracca.
    Chi non vuol vedere non vede. Pazienza Leonardo!

    5 Aprile, 2010 - 12:14
  53. Leonardo

    Anche lei reverendo oggi non è lucidissimo (sarà il tempo o le fatiche liturgiche dei giorni scorsi …). Si contraddice due volte: prima fa la caricatura di una chiesa infoiata (bello l’effetto retorico dell’anafora: “queste cose”), poi dice (e qui ha ragione) che “queste cose” succedono in numero limitatissimo. Prima se la prende con la talare, poi evoca le lacrime di mons. Pittau che si riferiscono a una chiesa americana che la talare l’aveva dismessa da un pezzo …

    Ovvio che la talare da sola non rimedia a niente … per quanto, con tutti quei bottoni ….:-).
    Però magari, che so, riprendere a recitare tutti i giorni, in ginocchio, la preghiera a san Michele Arcangelo introdotta da Leone XIII e inopinatamente soppressa nel 1964, chissà un pochino servirebbe. Digiunare nei tempi e nei modi prescritti pure darebbe il suo piccolo contributo. Confessarsi spesso gioverebbe un sacco. Avere prudenza nei rapporti con donne, specie se giovani, sarebbe un altro buon consiglio da seguire per un giovane sacerdote (se ha tendenze omosessuali, la stessa prudenza, magari raddoppiata, la dovrebbe avere nei rapporti con i giovani). Evitare letture e spettacoli poco onesti sarebbe un’altra cautela non disprezzabile. E così via …
    Nell’insieme, tutte queste “regole esteriori”, se vi si aderisse con la mente e con il cuore, aiuterebbero a tenere in piedi non la baracca, ma noi stessi.

    5 Aprile, 2010 - 12:40
  54. hai ragione, Leonardo. Sono stanco da questi giorni dove ho confessato tonnellate di peccati… come faccio spesso (anche se non con questa misura “pasqualina”, ma comunque ogni giorno).
    Non ho capito dove mi sarei contraddetto… Forse è perché son stanco.
    Io non me la prendo con la talare. Ma non penso che la talare serva perché dico semplicemente che a letto ci si va senza talare… e che i Legionari di Cristo – tanto per fare un esempio – erano e sono quelli più attenti agli “aiuti esteriori”: sempre in abito, esame di coscienza due volte al dì o più, a seconda della bisogna; visita regolare al Santissimo Sacramento, abito sempre impeccabile e dignitoso; vanno in giro a due a due; è proibito leggere libri o guardare film che non siano espressamente approvati dai superiori; etc etc etc… eppure, eppure, eppure…
    Sì, il problema è la disciplina, quella interiore.
    Ma la disciplina interiore è un fatto di “cuore” (non nel senso sentimentalistico): tale disciplina era rispettata prima come lo è adesso, o era disattesa come lo è adesso.
    Io penso (ma non ho dati per affermarlo con sicurezza) che invece queste cose ORRENDE oggi accadano in numero molto inferiore rispetto al passato, dove il controllo sulle coscienze, in seminario come in convento, e anche il controllo fisico sulle persone, sui giovani, era allora un tempo più forte che oggi.
    Io credo che oggi – in maniera proporzionalmente inversa al casino che fanno i media – i preti siano molto disciplinati. Lo siano molto più di prima.

    5 Aprile, 2010 - 13:38
  55. Leonardo

    Insomma: “tout va très bien, madame la marquise”. O, se preferisce: “gaudet mater ecclesia”.

    5 Aprile, 2010 - 14:59
  56. forse non riesco a spiegarmi e me ne dispiace.

    5 Aprile, 2010 - 15:28
  57. @ maioba
    perchè ti dovresti dispiacere?

    Quando le parole non aiutano,
    tocca allo Spirito…….

    e tu lo sai…..
    Lo Spirito ha i suoi tempi,
    mai comprensibili agli umani…… 🙂

    6 Aprile, 2010 - 1:59

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