Le campane di Santa Maria ai Monti salutano Monicelli

«Queste campane – ha spiegato il parroco Don Francesco – erano anche le sue, era una brava persona. Quando muore una persona le campane servono ad avvisare il cielo che sta arrivando qualcuno». Conoscevo Mario Monicelli (vedi post del 30 novembre), conosco don Francesco e le campane di Santa Maria ai Monti. So a che servono le campane e sono contento che don Francesco le abbia suonate per salutare Mario. Non potevo essere ieri mattina nella piazza della Madonna dei Monti, perchè mi trovavo fuori Roma per conferenze (vedi post di ieri), ma c’erano mia moglie e alcuni miei amici. Le parole di don Francesco le ho lette ora nel Corriere on line.

36 Comments

  1. Nel paesino siciliano dove vivevo, Luigi, il nostro parroco suonava le campane quando moriva un bambino, o qualcuno portatore di handicap, o chi non era mai stato in chiesa,……Don Francesco (ma tu guarda la coincidenza!) diceva che le schiere degli angeli si allargavano con l’arrivo di queste anime e allora bisognava fare festa.
    A volte, bisogna saper riconoscere le brave persone anche dietro il cinismo o il dolore che non sanno dire, e soprattutto la loro ricerca disperata di un senso per tutto.
    E poi chi siamo noi per uccidere di nuovo chi ha già scelto di suicidarsi?

    2 Dicembre, 2010 - 15:19
  2. Leonardo

    «Quando muore una persona le campane servono ad avvisare il cielo che sta arrivando qualcuno»

    Mi dispiace, ma questo è un esempio di come la (pseudo)”poesia” abbia ormai preso il posto del pensiero nella testa di molti preti. Una “bella frase”, buona forse per coccolare l’emotività di qualcuno all’omelia di un funerale, ma che non significa nulla.

    Si liscia il pelo alla gente, ma non si insegna più nulla. E invece insegnare agli ignoranti sarebbe la prima carità.

    Se il paragone può servire a far capire meglio che cosa intendo, è come se ormai per molti cattolici il poeta cristiano per eccellenza non fosse più Dante, ma Pascoli (grande poeta, sì, ma il più ateo di tutta la letteratura italiana, come dice Barberi Squarotti).

    2 Dicembre, 2010 - 15:36
  3. Leonardo

    Aggiungo: la pietà, il “non giudicare”, il “non uccidere di nuovo chi ha già scelto di suicidarsi” (altra frase altisonante ma di nessun senso) non c’entrano nulla. Anch’io, come tutti, spero che Monicelli abbia chiesto perdono a Dio e che perciò si sia salvato, né mi sento affatto migliore di lui, ma trovo spaventosa la confusione in cui gli uomini sono colpevolmente lasciati da chi, essendo investito di questo compito, non insegna più che cosa è bene e che cosa è male.

    2 Dicembre, 2010 - 15:44
  4. ” Dio è come uno specchio. Lo specchio non cambia, ma chiunque lo guarda vede una cosa diversa” (Harold Kushner)

    …e, mi piacerebbe aggiungere, lo specchio non si preoccupa se sei bello o brutto, alto o basso, credente o ateo,……accoglie l’immagine di chiunque senza pregiudizi.

    (Leonardo, la mia impressione è che sia Dante che Pascoli guardino con un sorriso alla “incasellatura” che gli abbiamo riservato quaggiù.)

    2 Dicembre, 2010 - 15:46
  5. Marco

    Leonardo, il suo discorso è in parte condivisibile. Chiaramente il suicidio è un atto contrario agli insegnamenti della Chiesa, sprezzante del legame solidale e comunitario tra gli uomini e persino un affronto a Dio.
    Il punto è che nessuno conosce cosa sia passato per la testa al sig. Monicelli!
    Inoltre lei ha già espresso più volte il suo parere, lo abbiamo inteso. Grazie.

    2 Dicembre, 2010 - 15:51
  6. Io lo capisco il ragionamento profondo che stai conducendo, Leonardo. Ma non puoi prendere spunto da un caso Monicelli ( su cui abbiamo opinioni nettamente diverse… ma dov’è la novità? ) per introdurre critiche che sono, sì, importanti e costruttive, ma che dovrebbero, invece, -SECONDO ME – lasciare il posto ad una “comprensione” ( nel senso di compenetrarsi in un dolore altrui)e ad un amore in senso allargato per un essere umano che non ce l’ha fatta a continuare. Magari la mia frase altisonante non significa nulla, ma la sostanza è quella: che vogliamo fare? dargli anche addosso perchè si è ammazzato? e così facendo, insegneremmo che il suicidio è male?
    Credo che siamo tutti concordi circa la spaventosa confusione in cui siamo tutti, nella totale assenza di discernimento, ormai, tra bene e male, ma è necessario dare colpe ad altri? scaricare sempre le responsabilità? non capire mai che tutto, TUTTO, comincia dentro noi stessi? E’ vero che abbiamo bisogno di “insegnamenti” sin da bambini, ma sparare a zero su qualunque cosa, non va certo in una direzione costruttiva per la ricerca di quanto necessitiamo. Sono sempre convinta che tutto cominci da noi,poi passa alla famiglia, al quartiere, alla città………

    2 Dicembre, 2010 - 15:57
  7. Leonardo

    Mi spiace, ma l’allure pascoliana di questo intervento di Luigi mi pare indubitabile (e, buon intenditore di poesia qual è, se ne renderà conto anche lui): “uno stanco don don di campane” è la colonna sonora più adeguata per la dissolvenza della chiesa sullo schermo del cinema Italia.

    2 Dicembre, 2010 - 16:09
  8. Marco

    Ma Leonardo, cosa avrebbe dovuto dire il prete?

    2 Dicembre, 2010 - 16:29
  9. Immagino che, secondo Leonardo ( con tutto il rispetto per lui e per chi la pensa come lui), il prete proprio non doveva neppure essere là!!

    Tanto per continuare ad alimentare il divario tra buoni e cattivi, continuando a presentarci al mondo ( i cattolici) come quelli con i paraocchi e il cuore foderato della dottrina che non lascia spazio ad altri sentimenti umani. Sai che insegnamento!!

    2 Dicembre, 2010 - 17:04
  10. Marco

    Cara Principessa,
    quanto dice Leonardo è certamente vero e corretto, anche se parziale. I preti e i cristiani in generale non hanno necessariamente l’obbligo di piacere al mondo o riceverne l’approvazione. Debbono cercare di testimoniare il Vangelo.
    Il punto è come testimoniare il Vangelo in questo caso. A me l’atteggiamento del prete è piaciuto considerando la storia nel suo complesso. Allo stesso modo il rito funebre per il diacono suicidatosi esprime il dolore della Chiesa e la vicinanza umana e spirituale a quel giovane e a quell’anima. Questa è la mia opinione.

    Per questo chiedo a Leonardo di spiegare cosa avrebbe dovuto dire il prete.

    2 Dicembre, 2010 - 17:19
  11. Leopoldo

    E va bene, che dia pure conto a Dio, se veramente esiste. Ma certo il povero Monicelli non avrebbe potuto immaginare la cagnara che s’è scatenata dopo la sua morte e che gli vorrebbe negare perfino un tocco di campana per salutarlo.

    2 Dicembre, 2010 - 17:40
  12. Gerry

    Una nota per Marco: prima dice a Leonardo: “lei ha già espresso più volte il suo parere, lo abbiamo inteso. Grazie” che è frase assai gentile, dialogante direi.
    Successivamente chiede, reiteratamente, allo stesso Leonardo “di spiegare cosa avrebbe dovuto dire il prete”. Se magari facesse pace con… la logica sarebbe qualcosa. Detto questo noto che, paradossalmente, i suoi commenti sono più “cattolici” di altri, faccia attenzione a non passare tra chi è ancora legato a vecchi dogmi, da attualizzare ai tempi ed alla mutata intelligenza del fenomeno religioso.
    Ringrazio il Cielo che ai miei funerali non ci saranno né questi problemi, né tanta poesia, né tanta retorica, né tanto buonismo. Non ci saranno applausi: io ho fede che in quel momento saprò quale sarà il mio destino eterno, non chi si stringerà alle spoglie mortali di un povero uomo.

    2 Dicembre, 2010 - 19:26
  13. Marco

    Non c’è nessun contrasto o illogicità in quello che ho detto. Il pensiero di Leonardo riguardo il suicidio è chiaro, quello che dovrebbero pensare e dire i cattolici anche. Leonardo si lamenta della perdita di radicalità e coraggio nell’ammaestrare e ammonire, pertanto ho chiesto cosa e come si sarebbe comportato lui. In tutto quello che ha detto finora non c’è traccia delle modalità con cui il prete avrebbe dovuto esprimersi.

    Certo sono cattolico. Perché? Non ho mai avuto intenzione di non essere tale. Non so cosa intenda per vecchi dogmi. Il suicidio è il suicidio. Il mio è un modo per andare incontro a Leonardo.
    Poi sa, da quando si contestualizzano gli orcod… può anche darsi che dell’intelligenza del fenomeno religioso qualcosa me la sia persa.

    Io non ho tutte le sue certezze e la sua fede.

    2 Dicembre, 2010 - 19:42
  14. Syriacus

    Io la vedo così: patti chiari e amicizia lunga: se mi si dice che oramai, al giorno d’oggi, a TUTTI i suicidi, a priori, vada applicata una sorta di “presunzione di involontarietà” , allora è un conto. Se tutti gli atti suicidi devono essere “di default” equalizzati a “non farcela più a vivere” (caso tipico: la moglie di Helmut Kohl, che, drammaticamente fotofobica, si ammazzò una decina d’anni fa), mi va anche bene, purché si sia chiari nelle proprie premesse (fosse anche solo quella -comprensibilissima- di “Chi sono io per giudicare tale gesto disperato?”).

    Ma allora però la faccenda si complica, forse si deve estendere il discorso anche ad altri gesti estremi, fosse anche un omicidio in famiglia, uno stupro&omicidio, etc..

    Io personalmente, pur umanamente tentato di applicare codesta “sanatoria” (invero tragicamente materialistico-riduzionista e nemica acerrima del concetto di libero arbitrio), preferirei allora, anche contro il mio interesse di “cattolico”, vedere “laici” rivendicare orgogliosamente il diritto di ammazzarsi *scientemente* quando e come si vuole, senza tanti infingimenti. Che bella, l’affermazione coerente del diritto ad ammazzarsi (vedi capitolo “battaglie radicali”) . La preferisco al derubricare sempre e comunque il togliersi la vita a un qualcosa compiuto in modo impulsivo e come frutto di incontrollata o incontrollabile patologia.

    (Inutile dire che considero la gran gran parte dei suicidi come frutto di una qualche psicopatologia o ‘disagio’ o come gesto spiegabile come la difficoltà di sopportare una situazione di dolore -di qualunque tipo- “intollerabile”. Ma, infine: se la vita fosse un salto in alto, a chi spetta sistemare l’asticella? Al Papa, a Pannella, a U.Veronesi, alla “sensibilità del singolo” ?)

    2 Dicembre, 2010 - 20:30
  15. Syriacus

    Dedicato a Leonardo :

    ” 1)Disperazione della salute; 2) presunzione di sal­varsi senza merito; 3) impugnare la verità conosciuta; 4) invidia della grazia altrui; 5) ostinazione nei peccati; 6) impenitenza finale.”

    2 Dicembre, 2010 - 20:34
  16. Syriacus

    [E, Leo, te lo dedica uno che -se non fosse anch’essa una sorta di presunzione, ma ‘di non salvarsi’- sarebbe ragionevolmente certo che all’Inferno ci andrà diritto “senza passare dal via”. (Spero comunque in un Purgatorio in articulo Cesarini, misericorde Deo arbitrante.)]

    2 Dicembre, 2010 - 20:42
  17. Syriacus

    [E infatti in quattro righe ho confessato coram blog i miei ostinati peccati 1), 2), 5) . Bene: resta da giocarsela tutta sul 6). A tempo debito (se si ha tempo: difatti un volta si pregava contro la “morte improvvisa”..).]

    2 Dicembre, 2010 - 20:54
  18. discepolo

    secondo me si fa una gran confusione tra il piano razionale e il piano emotivo.. su un piano razionale il suicidio è contro la religione , è esecrabile , è contro Dio ecc. ecc…. ma pensate per favore che chi si suicida non è su un piano razionale ma su un piano emotivo.. chi si suicida è la mamma col bambino di pochi mesi ( depressione post-partum) , l’adolescente che che ha preso un brutto voto, il prete che è stato smascherato come pedofilo, l’uomo di affari che ha fatto fallimento, la diva (Marylin Monroe ) al culmine della sua carriera.., l’innamorato respinto… insomma chi si suicida non lo fa mai ,MAI per motivi razionali.. il suicida è un malato ( di disperazione) che cede alla lusinga della morte.. perchè non si può pensare al suicida con un po’ di carità? con un po’ di pietà ? ‘ pensate che il suicida, nel momento in cui lo fa, è un malato mentale!!! non rimproverate!!! a un malato mentale non si addebita un raptus di violenza.. e allora il suicida è lo stesso, un raptus di violenza contro se stesso,
    Chi si suicida è solo da compiangere, da piangere, non da giudicare severamente…!!!!
    MC

    2 Dicembre, 2010 - 21:21
  19. discepolo

    Io sono d’accordo con Leonardo che il suicidio è contro la religione cattolica.
    Ma nego che il suicida sia nel pieno delle sue facoltà mentali.. nego che il suicida sia lucido e lucidamente contro Dio e contro se’ stesso,, il suicida è contro se’ stesso perchè è ottenebrato , è piagato da una disperazione
    insostenibile.. in questo caso la misericordia sia umana, che divina , è
    del tutto spiegabile e auspicabile e direi… sensata.
    MC

    2 Dicembre, 2010 - 21:26
  20. Syriacus

    I kamikaze giapponesi erano tutti malati mentali? O erano tutti antropologicamente una variante “lemming” degli umani?

    2 Dicembre, 2010 - 21:27
  21. Syriacus

    (Ma in Giappone il suicidio è -era?- culturalmente -decisamente- più accettato. Come i crisantemi hanno altro significato che qua..)

    2 Dicembre, 2010 - 21:29
  22. Syriacus

    [Ho avuto almeno due suicidi tra i parenti più o meno prossimi: un cugino “storpio” che si fucilò, e la sua futura cognata che -da anni ‘disturbata’ e cornificata dal marito alcolizzato- si defenestrò una notte terribile di otto anni fa.. (Non è questione di “cuore indurito”, è questione di interrogarsi secondo ragione, che è anch’essa un dono divino e non una suppellettile dei sentimenti.)]

    2 Dicembre, 2010 - 21:34
  23. discepolo

    Il povero prete che si è suicidato dopo lo scoop delle Iene mi fa una pena immensa.. provate a pensare , a immedesimervi in un uomo simile…
    c’è solo una disperazione infinita…ma forse èper il dolore, per la disperazione, per l’agonia.. forse per tutto questo il povero prete colpevole è stato perdonato! io penso questopm che chi è passato per le Forche caudine, chi ha subito la tremenda Gogna, forse sarà perdonato e accolto in cielo….
    MC

    2 Dicembre, 2010 - 21:37
  24. raffaele.savigni

    Non mi risulta che il Pascoli fosse ateo: massone probabilmente sì, ma non ateo. E nelle sue poesie si avverte il senso del mistero, che in qualche modo è anche senso “religioso”. E don Divo Barsotti scrisse un libro suilla “religiosità di Giacomo Leopardi”: non credente, ma sensibile alle grandi domande sul senso dell’esistenza.

    2 Dicembre, 2010 - 21:37
  25. discepolo

    Per Syriacus
    sì secondo me i kamikaze giapponesi erano malati mentali ,, nella misura in cui vivere e morire per un Super-io si può configurare come una malattia mentale…
    consiglio di vedere a proposito l’agghiacciante suicidio in diretta di Mishima
    (si trova su youtube)

    ma la vera obiezione è un altra .. gli stoici greci erano malati mentali ?’
    la risposta è forse no.. ma il suicidio stoico era straordinariemante sereno e direi asettico… gli stoici greci forse sono gli unici suicidi per razionalità…
    MC

    2 Dicembre, 2010 - 21:44
  26. Syriacus

    I giornalisti che fanno passare un individuo per le forche caudine, meritano forche d’altro genere? (Non guardo mai le Iene -Bizzarri e Kessisoglu genovesi!- e ho poca stima dei giornalisti in generale. Con diverse felici eccezioni.)

    (Alla domanda sopra preferisco non rispondere. Sarebbe un abbandono ad una irrazionale e impulsiva emotività.. Però.)

    2 Dicembre, 2010 - 21:49
  27. Syriacus

    Troppa psicoanalisi.

    2 Dicembre, 2010 - 21:56
  28. Syriacus

    Sono molto più cognitivista.

    2 Dicembre, 2010 - 21:57
  29. Syriacus

    Con buona pace del libero arbitrio. Forse.

    Ma insomma, ho la febbre e quindi basta boutades per oggi.
    Invoco la semi-infermità influenzale.

    Buona notte.

    2 Dicembre, 2010 - 22:00
  30. Marco

    Scusate…
    ma la supercazzola prematurata dell’artico cinquecen del catechisontologia dell’euta medico con scappellamento a Bertone? D’Agostino? Rondoni? O a sinistra?

    2 Dicembre, 2010 - 22:05
  31. SILENTIUM

    2 Dicembre, 2010 - 22:18
  32. Syriacus

    Semmai: http://www.youtube.com/watch?v=MS91uQzzvGU .

    (nota composizione dell’estone Arvo Pärt)

    (“SILENTIUM” lo leggo spesso sui cartigli appesi nelle cori di conventi e cattedrali, fra gli altri. Correzione e ammonimento fraterni..)

    Un bel silentium non fu mai commentato.

    2 Dicembre, 2010 - 22:52
  33. Mabuhay

    Jerry, 2 dicembre. 19hrs -Due post fa….
    Mai pensato che tu fossi criptolefevriano..ni mucho menos!

    Citando il tuo (nostro) caro Kirkegaard: “Only when a man has become so unhappy, or has grasped the misery of this existence so profoundly that he can truly say ‘For me life is worthless’ – only then can he make a bid for Christianity. And then life can have worth in the highest degree”.
    (Scusami l’inglese, ma e’ la sola versione che ho.)
    Il passo/il salto della fede -che rimane un dono- non e’ purtroppo “garantito” a tutti… E anche la fede -come scriveva Lycop o Francesco73, se non mi sbaglio- non protegge affatto dalle angoscie e vuoti esistenziali, che non sono solo tranelli psicologici. Voglio dire, non ci vuole poi molto a diventare “il Giuda di turno”… Ok, insegnamo il catechismo e la Verita’, come dice Leonardo. Ma dopo -prima?- viene tutto il resto, che e’ il Vangelo: giustizia e misericordia. Sempre. Anche nelle esequie. Per cui se un suono di campane, o un versetto del Pascoli…servono a rendere piu’ teneri, aperti, disponibili il cuore, why not!

    E scusatemi se non ho rispettato il silentium suggerito…ma questo e’ spesso il solo momento della giornata che posso scrivere. Bye.
    And ssssssttssssst…

    3 Dicembre, 2010 - 2:05
  34. roberto 55

    ……… e se, di fronte alla morte di una persona, stessimo, per una volta, tutti in silenzio ?

    Roberto 55

    5 Dicembre, 2010 - 0:04

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