Pratesi Citterich Zizola ricordati da La Valle

Sono stato a messa a San Gregorio al Celio, celebrante don Innocenzo Gargano, in memoria di Piero Pratesi, Vittorio Citterich, Giancarlo Zizola (l’altro ieri cadeva il suo trigesimo). Raniero La Valle, 80 anni, sempre in forma, li ha ricordati alla “preghiera dei fedeli” come cronisti del Concilio. E’ stato letto un saluto di Ettore Masina che ricordava Fabrizio De Santis, Lamberto Furno, Ugo d’Ascia, Domenico Del Rio, Sergio Trasatti. Con Angelo Bertani dopo la messa nominavamo anche Gregorio Donato, Alceste Santini, Giovanni Fallani, Dante Alimenti, Orazio Petrosillo, Giuseppe De Carli, Maurizio Di Giacomo. Insomma, in nome o di persona c’eravamo in tanti. Ero pieno di immagini e di parole. Requiescant et nos adiuvent: vivano nella pace del Signore e ci diano una mano.

5 Comments

  1. FABRICIANUS

    Che ci diano una mano, carissimo Luigi, tutte queste persone perbene ora in cielo, da te citate.

    16 Ottobre, 2011 - 20:11
  2. Questo elenco di nomi per me comuni di una epoca vivida anche della mia vita,
    mi reca inquietudine,
    fermati un attimo Luigi,
    pensiamo a vivere
    e a non aggiungerne alla lista altri nomi,,
    abbiamo bisogno dei vivi,
    abbiamo bisogno di persone come te,
    come
    mi ricordi anche il fantastico lavoro che sta facendo Gherardo Colombo,

    girare, girare,
    per scuole, parrocchie,
    per creare una coscienza civile,
    e per ricostruire la cultura della coscienza civile,
    che anche nel nostro mondo di cattolici, quelli in sonno, quelli ex, etc,
    si sono persi quasi completamente…

    C’è tanto da ricostruire,

    Certo,
    mentre il nano e tutti i suoi elettori-polli remano contro la formazione della coscienza civile dei cittadini !!

    16 Ottobre, 2011 - 22:32
  3. Gioab

    @ Luigi,
    Caro Luigi, ma che dici ? Usi forse una Bibbia diversa ?
    “Questo è il male in tutto ciò che accade sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti e per di più il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza dimora in loro mentre sono in vita. Poi se ne vanno fra i morti. Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi, c’è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto. I vivi sanno che devono morire, ma i morti non sanno nulla; non c’è più salario per loro, è svanito il loro ricordo. 6Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole. (Qoelet 9.4-6 CEI 2008)

    16 Ottobre, 2011 - 22:53
  4. Mi unisco nella memoria dei giornalisti da te citati. Alcuni non li conoscevo mentre altri De Carli, Alimenti, Citterich e Zizola li ho sempre visti con affetto e ammirazione per come sapevano spiegare con semplicità, precisione e senza giri di parole.

    17 Ottobre, 2011 - 10:22

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