Qualcuno in Vaticano boicotta papa Ratzinger?

Gaffe, giallo, cortocircuito, incidente, disguido: i media hanno qualificato fantasiosamente il discorso del papa ai vescovi svizzeri pubblicato ieri pomeriggio e subito ritirato. Ho letto che era un fatto senza precedenti e questo non è vero: ben ricordo lo sbalordimento di noi giornalisti nella sala stampa della visita papale a Lubiana, Slovenia, il pomeriggio del 17 maggio 1996, quando fu distribuito il testo inglese di un discorso del papa – il secondo della visita – che conteneva un paragrafo assente dal testo ufficiale in sloveno e dalle traduzioni in altre lingue; un paragrafo in cui Giovanni Paolo II addirittura annunciava la convocazione di un sinodo europeo. Errori del laboratorio papale, che non è affatto quella macchina straordinaria di cui parla la leggenda. Un’altra volta per una delle tante visite di papa Wojtyla ad Assisi ci fu dato un discorso “giusto”, ma con la data di una precedente visita dello stesso papa ad Assisi. Gli uffici della Segreteria di Stato prima di abbozzare un testo per il papa vanno a vedere i precedenti e possono succedere pasticci, come in ogni “segreteria”. E’ già tanto che ieri si siano accorti dell’errore nel giro di qualche ora! Del resto non ne è venuta nessuna conseguenza: il testo pubblicato, che era stato preparato per la visita che i vescovi svizzeri avrebbero dovuto fare a Giovanni Paolo all’inizio del 2005 (poi cassata per l’aggravamento del papa), era perfettamente collimante con le preoccupazioni di papa Ratzinger. Ma questa mia reazione fredda, quasi divertita, non è di tutti: stamane un osservatore di lungo corso delle cose vaticane, con il quale commentavo la faccenda, mi ha detto allarmato che ci vedeva “il segno chiaro che qualcuno in Vaticano boicotta il papa”.

116 Comments

  1. Leonardo

    Boicottaggio, non lo so, non sono io evidentemente nella condizione di poterlo affermare, ma la solitudine del papa è evidente. È un paradosso tristissimo: la voce di Benedetto XVI , che ridice puramente e semplicemente Cristo al mondo ha un timbro tale di verità che basta ascoltarla per restarne colpiti. Molti, anche tra i ‘lontani’, se ne accorgono. Ma il problema è sentirla, quella voce.
    Invece molti tra i ‘suoi’ paiono sordi e indifferenti. Ricevo notizie, da amici che vivono all’estero (Nord e Sud America), che mi fanno pensare ad una pressoché totale indifferenza del clero e, di conseguenza, ad una pressoché totale ignoranza dei fedeli.
    Non so che dire: facciamo del nostro meglio, nel nostro piccolo, per essere discepoli del magistero del papa e collaboratori alla sua diffusione; usiamo tutte le occasioni per farlo conoscere; e poi affidiamoci alla provvidenza.
    P.S.: vorrei chiedere al sig.Accattoli che cosa pensa dei rischi connessi al viaggio del papa in Turchia? Sono davvero così alti come qualcuno paventa? In ogni caso per quel viaggio bisogna pregare molto.

    8 Novembre, 2006 - 19:26
  2. Luigi Accattoli

    Io sono tra i 70 giornalisti, fotografi e operatori televisivi che voleranno con il papa. A chi chiede dei pericoli, dico che il papa lo proteggono gli angeli e dunque quando volo con lui sto tranquillo. Ma i miei figli stavolta dicono: “Papà non scherzare!” Credo che l’esercito e la polizia della Turchia, che sono – pare – tra i più efficienti al mondo abbiano tutto l’interesse, così come il governo, che aspira ad entrare nell’Unione europea, a fare in modo che tutto vada per il meglio.
    Ma è vero che i papi sono tornati a correre rischi da quando sono tornati a farsi missionari.
    Luigi

    8 Novembre, 2006 - 19:36
  3. Maria Grazia

    Che il Papa venga boicottato mi pare un dato più che evidente.
    Tutti questi “strani incidenti”,queste strane dimenticanze,queste strane interviste di ex collaboratori,mi lasciano molto perplessa.
    L’errore della segreteria può anche essere stato veniale,però le conseguenze sono state,come al solito,sproporzionate:l’arcigay critica insultando Ratzinger quando quel testo non era nemmeno suo e i media si sono buttati sull’anatema immediatamente.Francamente mi sto stancando dell’atteggiamento di alcuni giornalisti.Addirittura qualcuno stamattina ha scritto di testo dai contenuti prettamente ratzingeriani.Devo dedurne che Wojtyla sarebbe stato più tenero?Non penso proprio visto che c’era pieno accordo fra Papa Wojtyla e Ratzinger su certi temi.
    La verità è che questo Papa dà molto fastidio e in tanti hanno interesse a non far conoscere le sue parole.

    http://blog.espressonline.it/weblog/stories.php?topic=03/04/09/3080386

    Saluti MG

    8 Novembre, 2006 - 20:58
  4. Mah, parlare di boicottaggio mi sembra esagerato. Può darsi – e con i mezzi elettronici è facilissimo – che qualche minutante un po’ disattento abbia sbagliato e il testo sia finito inavvertitamente sul web e distribuito per la pubblicazione. Sono errori che capitano nelle migliori famiglie, figuriamoci in Vaticano!
    Quand’anche fosse una bozza, è sempre dalla mano del Papa e ne riflette il pensiero. Condanna i Pacs e teme la scristianizzazione dell’Europa, invita i cattolici ad essere forti nella fede che in tanti è smorta: e allora? Non è forse ascrivibile al pensiero di Benedetto XVI ed al suo magistero? Non ha altre volte ribadito il no ai Pacs? Niente di che: quando nel pomeriggio è uscita la rettifica ho semplicemente provveduto a fare una battuta di index e inserire in un box la rettfica. Titolando, manco a farlo apposta: “Giallo”. 😛

    Certo è che l’allora cardinale Ratzinger, oggi diverso da Benedetto XVI (condivido chi ha detto che il 19 aprile 2005 sia morto Ratzinger e sia nato Benedetto), ha spesso detto cose scomode. E qualcuno, su questo, ci marcia, eccome se ci marcia. A cominciare dalla Turchia, che sta facendo di tutto per non entrare in Europa, tra polemiche contro il Papa, bocciature di Bruxelles e quant’altro. Un caro saluto.

    8 Novembre, 2006 - 21:34
  5. Francesco73

    Con un piccolissimo sforzo congetturale, e stando ai recenti richiami della teoria del boicottaggio curiale alle parole e alle azioni del Pontefice, anche a un lettore sprovveduto come me viene da tirare a indovinare che l’osservatore di lungo corso delle cose vaticane di cui ci parla Luigi è un suo collega il cui nome inizia per S e il cognome per M, appassionato cicilista…Professionista peraltro bravissimo, documentatissimo e molto amato dal pubblico…

    🙂

    8 Novembre, 2006 - 22:00
  6. Luisa

    Non so chi ha scritto quella bozza, il cardinale Ratzinger per Papa Giovanni Paolo?
    O un membro della segreteria di Stato ? Chiunque egli sia posso dirvi, come svizzera, che ha centrato in maniera più che precisa la situazione della Chiesa nel mio Paese, e direi anche che questo discorso potrebbe essere rivolto a tutte le Chiese in Europa occidentale.
    Detto questo , Papa Benedetto si rivolge a noi come un Pastore, e anche se nel fondo approverebbe il contenuto di quel discorso, è chiaro che avrebbe scelto un`altra forma per trasmetterlo.
    In realtà il Santo Padre non ha affatto abordato i temi contenuti nella bozza. La forma che ha scelto nell`omelia e nel discorso rivolto ai vescovi, entrambi pronunciati a braccio, è quella a cui ci siamo felicemente abituati, il linguaggio spirituale di un Pastore mite e fermo.
    Quanto tempo dovremo aspettare per avere la traduzione del discorso ?
    Questi disguidi mi preoccupano, contavo sull`arrivo del cardinal Bertone , affinchè finalmente certi spiriti recalcitranti, decidessero di rientrare nel rango.
    Perchè siamo in diritto di domandarci: da dove è uscito quel discorso e chi ha deciso di comunicarlo ? Chi poteva solamente immaginare che Papa Benedetto avrebbe ripreso quel testo ?
    Mi sembra ci siano troppo indizi che parlano in favore di un clima non certo favorevole a una buona comunicazione in seno al Vaticano.
    Spero che questo couac che non contribuisce certo a migliorare l`immagine della Curia, serva a fare luce su dei funzionamenti più che dubbiosi. Luisa

    8 Novembre, 2006 - 22:35
  7. don vito

    Il dono attuale di papi missionari, di papi che amano l’umanità fino ai confini del mondo, e che cercano di “assumere – mettere dentro” l’umanità il disegno di amore del Padre, che cercano di fare di Cristo il cuore del mondo … certo la Turchia fa paura e ricorda la Gerusalemme di Gesù, ma gli angeli custodiranno il “viaggio” del Papa … e dei suoi accompagnatori, fra cui il nostro Luigi. “Dare corpo alla speranza”, in Turchia per il mondo, mostrando che la pace trova parole nuove quando le vecchie vengono fraintese.

    8 Novembre, 2006 - 23:11
  8. Luisa, Francesco, non ci perderei il sonno stanotte su questa bozza. Quanto ad SM, a me questa sigla ricorda un prestigioso coupé prodotto dalla Citroen tra il 1970 e il 1974, da cui fu derivata una versione speciale per il presidente della Repubblica francese :-).
    Sto ovviamente scherzando, e lo faccio apposta. Perché penso che non si debbano vedere le cose più grigie (o nere o bianche) di quello che sono. Qualcuno, di fretta, avrà stampato e distribuito un discorso che era ancora in fase di “cucina”, cioè di preparazione. Gli si faccia la dovuta ramanzina e chiudiamola qua.

    Certo, se a dire quella frase è stato un altro SM che non è il coupé, ma un grosso (e bravo) nome conosciuto da lettori e colleghi (per quanto usi quest’espressione mettendomi nel numero con una bella punta di presunzione), penso abbia tutto il diritto di dirlo e, siccome non mi sembra uno che spara a caso, forse ha i suoi motivi per dirlo. Ma mi sembra una punta drammatizzato. Dopotutto, il direttore della Sala Stampa è stato scelto dal Papa ed è persona competente (anche a livello tecnologico), Bertone idem… quindi quale boicottaggio o complotto dovrebbe esserci?

    Vi faccio un esempio banale. Capita alle volte di scrivere un pezzo di getto, e pubblicarlo di corsa. Poi lo stampi, lo rileggi, e vedi che quanto hai messo online è sbagliato o ci sono una serie di refusi. Siccome hai tra le mani il mezzo informatico, con la stessa velocità che hai messo nello scrivere il pezzo, puoi rimediare subito. Ma provate a immaginare che cosa significa invece stampare, pubblicare e diffondere un foglio con un discorso… ed ecco il piccolo patatrac che abbiamo visto. Tutto qui.

    Solo per andare con la mente ad un episodio: ricordate quel noto quotidiano che inizia per S e che il primo aprile 2005 sparò a tutta pagina una foto in controluce di Giovanni Paolo II con questa didascalia: “Giovanni Paolo II 1978-2005”? Ecco, è un errore come quello di oggi. Solo che, trattandosi di carta, non puoi correggerlo una volta stampato e diffuso…

    8 Novembre, 2006 - 23:39
  9. Luisa

    Quando l`errore concerne articoli che scrivo io, sono d`accordo con te Tonizzo, mi sbaglio e correggo appena posso, ma qui stiamo parlando del Papa e dei suoi discorsi, che tardano a essere tradotti quando non sono inventati come oggi, per non parlare del ritardo portato alla traduzione della sua enciclica!
    Quando si sa che le sue parole sono riprese immediatamente dai media , sopratutto quando queste parole disturbano , mi sembra che il tuo paragone semplifica un po troppo la situazione.
    Si potrebbe pensare che c`è in Curia qualcuno che ha proprio voglia di mettere Il Papa sotto una cattiva luce….ma forse mi avventuro troppo lontano.
    Mi sembra comunque che la comunicazione sfugga al controllo del Santo Padre e che egli non conti che dei fedeli esecutori in segreteria. Che ci sia qualcuno che gli mette i bastoni nelle ruote ,mi sembra un `ipotesi che prende sempre più consistenza e non sono certo episodi come quello di ieri che mi convinceranno del contrario ! Luisa

    9 Novembre, 2006 - 0:00
  10. Maria Grazia

    Cari Amici,io consiglierei al Papa di tagliare alcuni rami secchi per immestarne di nuovi che,possibilmente,siano in sintonia con la pianta madre 🙂
    Passatemi la metafora botanica.
    Stamattina ho letto un interessante articolo di Andrea Tornielli:

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=132415&PRINT=S

    Da questo articolo si deducono molti retroscena:prima di tutto il Papa non ama che altri gli scrivano i discorsi(mi pare ora di capirlo dopo un anno e mezzo di pontificato).Se la bozza della riflessione non sta bene al Pontefice,egli la sminuzza,la taglia,la integra e va a braccio.
    Se parla in tedesco,si sveglino i traduttori!
    La malattia diplomatica di cui soffrono certi collaboratori dovrebbe indurre Papa Benedetto a trasferirli,magari al mare o in montagna 🙂
    Ovviamente a tutti è sfuggito un particolare importante,il più “impegnativo” di tutto il discorso:

    PAPA/ PORTAVOCE VESCOVI SVIZZERI: NEL DISCORSO UN TOCCO PERSONALE
    “Il Papa usa il ‘noi’ e non il ‘voi’ della curia”

    Roma, 8 nov. (Apcom) – Ai vescovi svizzeri il Papa ha tenuto un discorso diverso da quello inizialmente approntato – e diffuso – perché “ha voluto fornire una prospettiva personale” alle questioni che l’episcopato elvetico aveva già affrontato nel corso della ‘visita ad limina’ del 2005, interrotta per la malattia di Giovanni Paolo II: il portavoce della Conferenza episcopale svizzera, Walter Mueller, propone questa spiegazione al piccolo ‘giallo’ che ha circondato il discorso di Papa Ratzinger.

    Lo stesso Benedetto XVI, fa notare il portavoce svizzero raggiunto telefonicamente, ha spiegato che il suo non è “un vero discorso”, ma voleva limitarsi “a singoli grandi ambiti di problemi”. “Rispetto al discorso preparato dalla Curia, in quello effettivamente pronunciato il Papa usa il ‘noi’ e non il ‘voi'”, nota Mueller, sottolineando la vicinanza di Benedetto XVI ai vescovi. Il Papa, in questo modo, “non ha ripetuto le cose che sono già state dette l’anno scorso in occasione della visita ad limina”, spiega il portavoce. Il discorso tenuto ieri dal Papa a braccio, in tedesco, è stato registrato, trascritto e diffuso oggi.

    Saluti MG

    9 Novembre, 2006 - 8:39
  11. Maria Grazia

    ps innestarne 🙂

    9 Novembre, 2006 - 8:39
  12. angela

    complotto forse no, ma di certo non tutta la curia ama Bnedetto! E del resto è stato così all’inizioa anche per Giovanni Paolo !
    Certo , come ricorda Luigi, spesso la disattenzione fa brutti scherzi, ma questo mi sembra esagerato!
    Il discorso regolarmente distribuito di 4 pagine in francese, lavorato e battuto dalel agenzie, impangativo, riportato nel mondo ,è stato “ritirato” con una scusa un pò ridicola dopo più di 5 ore !!!!
    ( dalle 12.30 alle 18.00 era valido)
    L’ effetto sulla gente è stato : i vescovi hanno protestato e il papa ha ritirato le sue parole? . Davvero un brutto scherzo per Benedetto che è sempre così chiaro e diretto.
    Ora il mondo aspetta la traduzione dla tedesco delle 5 pagine che ha effettivamente pronunciate!
    Aspettiamo da martedi. Credo che dovrò presto fare lezione di tedesco perchè in Sgreteria di stato sono così lenti…
    Certo Ratzinger è un perfezionista ( e ha ragione) per i testi scritti, ma almeno una traccia di lavoro in sala stampa si potrebbe fare….
    Insomma ancora la macchina comunicativa non funziona, come se non avesserro capito che è cambiato papa.Quanto tempo ci vorrà prima che il vaticano smetta di far fare inutili brutte figure al papa?
    Credo che se il tg di Telepace fosse andato in onda ci saremmo accorti subito dell’ errore ….vedendo e ascoltando il papa.
    un saluto a tutti
    Angela

    9 Novembre, 2006 - 8:41
  13. Luisa

    Decisamente qualcuno o qualcosa non funziona nella segreteria di stato vaticana.
    Qualcuno che non si è ancora reso conto che abbiamo un nuovo Papa…. un Papa che scive da solo tutti i suoi testi e che, colmo dell`affronto, non li sottomette per correzione o supervisione a chi aveva l`abitudine di compiere questo compito.
    Quanto sembra difficile abbandonare parcelle di potere cumulate durante tanti anni, e quanto l`indipendenza di spirito, l`autonomia di Papa Benedetto deve disturbare !
    Conto sul Cardinal Bertone per mettere un po d`ordine , identificare il disturbo e il disturbatore e correggere. Ma ho come l`impressione che siamo di fronte a una missione se non impossibile ,lunga e difficile.Luisa

    9 Novembre, 2006 - 9:23
  14. Luigi Accattoli

    A Francesco73 e a Tonizzo e a chi altro l’avesse pensato: l’osservatore di lungo corso delle cose vaticane che ha usato la parola “boicottaggio” parlando con me non è Sandro Magister. Magari Sandro condivide quell’idea, non so ancora, ma non era lui a dirmela. Luigi

    9 Novembre, 2006 - 9:33
  15. Maria Grazia

    Cara Angela,Le dò perfettamente ragione sia sulla questione “cambio Papa non assimilato” sia sul riferimento al tg di telepace.Sicuramente,a telegiornale attivo,l’attesa interminabile della rettifica e della traduzione non sarebbe stata tanto insopportabile…
    Saluti MG

    9 Novembre, 2006 - 9:54
  16. A Luigi:: faccio atto di contrizione come un amico demonologo mi obbligava a fare in collegio quando dicevo qualche fesseria da matricola. Credo che Francesco si unirà a tale atto. E mi riservo tre flessioni, come da tradizione :-), che saranno contate dall’Assistente Spirituale del blog, ossia Don Vito.

    9 Novembre, 2006 - 12:28
  17. marianna

    Ciao a tutti.
    Anch’io penso che Papa Ratzinger stia subendo un boicottaggio dentro e fuori le mura del vaticano.
    Mi pare che in passato il Papa fosse solo osannato e mai preso in giro dalla sua stessa curia.
    Forse sarebbe ora per Ratzinger e per tutti di prendere una ramazza e di fare una bella pulizia.
    Se a qualcuno interessa l’intervista a Navarro vada pure a questo indirizzo:

    http://www.panorama.it/italia/vaticano/articolo/ix1-A020001038668

    E’ stata pubblicata poco fa quando hanno inserito il nuovo numero del settimanale.
    Mi sembra che Navarro si autocelebri un pò troppo.
    Ciao da Marianna.

    9 Novembre, 2006 - 12:50
  18. Mi limito a dire che nessuna macchina burocratica, compresa la segreteria di Stato della Santa Sede, è infallibile, impeccabile, al riparo da errori. Se però proprio si vuol pensar male, beh, direi che forse Bertone, ma anche Padre Lombardi, farebbe bene a circondarsi di uomini fidati.
    Ciao

    9 Novembre, 2006 - 16:00
  19. don vito

    da padre spirituale accompagno tonizzo nelle flessioni e così diventano ri-flessioni: 1. si respira la difficile e complessa coniugazione fra “pensiero del Papa” e “messaggio della Santa Sede”, ci si aspetterebbe un lavoro, non sempre facile, di segreteria e si percepisce magari una piccola divergenza di opinioni o di tempi 2. questa è una percezione benedetta, perchè emerge, anche se dalle piccole difficoltà o ditrazioni, che il papa ha un suo pensiero chiaro, forte, rintracciabile, un suo linguaggio (basti pensare alla gioia), una sua logica, un suo governo 3. questa è una distanza benedetta perchè mostra che “cattolico” e “vaticano” non sono semplicemente sinonimi di governo, ma il primo è una nota della Chiesa, l’altro è uno strumento per il Regno di Dio. Tonizzo alziamoci!

    9 Novembre, 2006 - 18:45
  20. Grazie Don Vito. E condivido.
    Come dicevamo noi in Augustinianum: fletti e rifletti. Appunto.

    9 Novembre, 2006 - 18:49
  21. bruno bartoloni

    Sono convinto che un boicottaggio “passivo” minaccia il pontificato di Benedetto XVI. Un boicottaggio fatto di disattenzione e di demotivazione, soprattutto in una segreteria di stato quasi mortificata.
    Abituato a lavorare circondato da pochissimi collaboratori e quasi in solitudine, papa Ratzinger non è riuscito a suscitare entusiasmo nella curia romana dove il lavoro va avanti come fosse semplice routine. L’ombra poderosa del predecessore è costantemente dietro le spalle del nuovo papa che, per tutti, è un papa di transizione.
    L’ombra è così presente che Benedetto XVI si è visto attribuire addirittura un discorso preparato in bozza per papa Wojtyla nel febbraio del 2005. Un simbolismo imbarazzante.
    Ci sono prelati polemici, ci sono prelati rassegnati, ci sono prelati che sperano solo di tornarsene a casa magari a gestire una pur piccola diocesi.
    Chi frequenta il Vaticano lo sa bene. Credo che anche il pontefice, non fosse per il suo rigoroso senso dell’obbedienza alla “chiamata”, sarebbe pronto ad andarsene. E non è detto che non lo faccia. Staremo a vedere ad aprile, quando compirà ottant’anni, se non si parlerà di dimissioni. E credo che intellettualmente tale eventualità non sia affatto lontana dalla sua logica.

    9 Novembre, 2006 - 22:05
  22. Socci cerca di far passare il messaggio subliminale che Navarro Valls adesso scrive contro il Papa e sputa nel piatto ecc. ecc. Non lo dice mai, ma fa in modo che lo si pensi a furia di equazioni più o meno improbabili e di voli più o meno pindarici. Diciamo che il Pulitzer è lontano.

    La cosa interessante non è Socci che va fuori di melone quando gli tocca di scrivere su colleghi più fortunati di lui, sono tutti quelli che (a destra come a sinistra, nella Chiesa e fuori) mettendo Navarro Valls in quota Opus Dei lo avevano già battezzato come cavallo di razza della scuderia teo-con (o come si chiama), eminenza grigia dell'”ala destra” del Vaticano, longa manus delle lobby bushiste sotto il Cupolone.
    Evidentemente le persone sono un po’ più ampie delle etichette che gli si vuole appiccicare sopra.

    Riguardo agli “incidenti” vaticani non credo ai complotti. Ma concordo con Gianluca: secondo me qualcuno – non so se in Segreteria di stato o in Sala stampa, non so se porporato, monsignore o laico salariato – sta prendendo sottogamba il suo lavoro, e di molto.

    9 Novembre, 2006 - 22:23
  23. Luigi Accattoli

    Saluto Bruno Bartoloni, per tanti anni vaticanista della France Presse! Benvenuto nel blog. Credo che i visitatori saranno provocati sette volte dal tuo bengala. Immagino che non sarei mai riuscito a dire tanto in così poche righe. Te lo permette la libertà da ogni schema, che ti ha sempre caratterizzato. Luigi

    10 Novembre, 2006 - 9:53
  24. Saluto Bruno, che finalmente è il secondo (in ordine di apparizione come nei vecchi film) a dire che questo è un Papa di transizione. Prima o poi il grido “arrivano i nostri” si alza dalla platea… 🙂
    Detto questo, trovo che la sua riflessione sia quasi del tutto condivisibile. Non concordo sull’entusiasmo nel lavoro curiale: del resto, il metodo che il cardinale Ratzinger ha lasciato in eredità a Benedetto XVI (udienze non oltre i 20 minuti, massima riservatezza, si parla solo con i collaboratori fidati), è arrivato nell’Appartamento papale. E – se vogliamo – in un certo senso se l’è cercata. Se tu ti isoli, non pensare che gli altri ti verranno a cercare.
    (E questo complica anche il lavoro di chi si interessa di Vaticano: se un tempo l’Appartamento wojtyliano era una piazza sul mondo, dove davvero chiunque avrebbe potuto sapere qualunque cosa, ora non più, ma lo dico en passant)
    E’ anche vero che dei cardinali “italiani”, cioè residenti da lungo tempo in Vaticano, Ratzinger è stato tra quelli meno infilati nei giochi di Curia, per certi versi era un outsider: lui aveva la sua Congregazione, faceva il suo dovere, collaborava col Papa e amen. Questo può aver acuito quella “discordanza” come la chiama Don Vito, e quella “resistenza passiva” di cui parla Bruno.
    Non sono d’accordo sulle dimissioni di papa Ratzinger, visto che ha fatto del senso del dovere un tratto della sua vita. Non so che scenario si potrebbe creare con un Ratzinger “papa emerito” ed un nuovo Pontefice. Sicuramente seccature, perché potrebbe anche finire preda di qualche gruppo pronto a tutto… va bene, è fantareligione, siamo d’accordo, ma non credo che Benedetto XVI potrebbe permettersi un lusso simile. No, uscirà di scena quando sarà Dio a decidere: “non sum dignus” a 80 anni? Tanto valeva dire no in Conclave.

    Per finire: c’era un Papa che si scriveva a macchina i discorsi, da solo li correggeva e pronunciava. Ma si chiamava Pio XII e ha regnato 19 anni. Altri tempi, altra storia: e forse anche questo è antistorico, visto che la Chiesa è quella di oggi, non quella di ieri o domani.
    Buona giornata a tutti.

    10 Novembre, 2006 - 10:08
  25. Luisa

    Primo: Benedetto XVI NON è un Papa di transizione egli è il nostro Papa, hic et nunc e per il tempo che Dio vorrà .
    Con dei temini come quelli usati da Bruno Bartolini, la sorte di Benedetto XVI è già decisa una volta per tutte, che il suo papato duri 2 anni o 10 anni , certi vedranno sempre nel suo papato un papato di transizione.
    Secondo: la famosa ombra di Giovanni Paolo la creano appunto persone che per diverse ragioni non riescono a distaccarsene ,non usufruendo più dei benefici molteplici che avevano con lui.
    Quello che conta è l`opinione dei fedeli, e bisogna essere ciechi e sordi per non vedere l`affetto con cui è circondato il Santo Padre.
    Terzo: Non è Papa Benedetto che deve adattarsi a una curia che aveva preso troppo potere nagli anni passati, è il personale della segreteria di stato che deve accettare il cambiamento , perchè in fin dei conti queste persone sono al servizio
    del Papa e della trasmissione del suo magistero.
    Che tutti questi prelati comincino per accettare di non avere più il potere di prima o almeno il potere che si faceva credere loro di avere , cioè cominciamo per svuotare il bicchiere ancora troppo pieno delle abitudini del passato e poi sarà più facile riempirlo con nuove motivazioni.
    Ma in fin dei conti , non generalizziamo, sono convinta che la maggioranza dei prelati sono fedeli e onesti servitori, perchè è quello che non devono dimenticare, e cioè che sono, come il Papa lui stesso, umili servitori nella vigna del Signore e che il loro compito é di essere al servizio del Papa chiunque egli sia, e non al servizio delle proprie ambizioni o opinioni !
    Quarto : non abbia paura Papa Benedetto non demissionerà , non solo perchè Dio gli darà le forze necessarie al compimento della sua missione, ma perchè, obbediente alla chiamata, resterà fedele alla missione che gli è stata confidata, perchè non è la sua volonta che conta ma quella del Padre !
    E in aprile sarà sopratutto occupato alla preparazione finale del suo viaggio in America Latina!
    Quinto: se è vero quello che dice Bartoloni, che tutti questi prelati demotivati, rassegnati ( a che cosa ? a non avere più potere? ),diano le loro demissioni, c `è un gran bisogno di preti nel mondo intiero !
    È nell`interesse di Papa Benedetto e della qualità del lavoro in Curia che il Papa sia circondato da persone fidate.
    Avevo letto parecchie testimonianze, nei mesi che hanno seguito l`elezione di Benedetto XVI, e i suoi collaboratore unanimi, vantavano la sua capacità di ascolto, di motivare un gruppo. Certo il gruppo si è allargato ,per questo ognuno al livello che è il suo, con le sue responsabilità deve collaborare, e la comunicazione trasversale e verticale non puo farsi se certi trascinano i piedi, mettono sabbia nel motore….. Vedi per esempio le innumerevoli fughe di notizie , come quella relativa al ritorno della messa in latino, pubblicata sul Times ripresa nel mondo intiero, suscitando critiche , rivolte o..soddisfazioni e tutto ciò allora che niente è ufficiale !
    È così che questi prelati rassegnati contano manifestare la loro insoddisfazione ? Il boomerang rischia forte di ritornarsi contro di loro !
    Per quel che mi concerne, prego ogni giorno perchè Benedetto XVI resti il più a lungo possibile a capo della nostra Chiesa perchè è di lui che noi abbiamo bisogno in questo momento della nostra storia ! Saluti , Luisa

    10 Novembre, 2006 - 10:51
  26. fabrizio

    Ragionando da un punto di vista terreno, se i Cardinali in Conclave hanno pensato ad un Papa di transizione mi sembra abbiano fatto una scelta scriteriata, perché con l’aspettativa di vita di oggi, e con l’esempio degli ultimi anni di Giovanni Paolo II, si potrebbe profilare una transizione di una decina di anni: non credo che con la velocità con cui si muove il mondo la Chiesa se lo possa permettere.
    Preferisco continuare a pensare all’intervento dello Spirito Santo, e invece di parlare di transizione mi sembra più efficace l’analisi di Luigi (ormai ci diamo tutti del tu) “Non prevedevo l’elezione di Ratzinger??? che si trova in questo sito nella sezione “Collaborazione a Riviste”.
    Un saluto a tutti,
    Fabrizio

    10 Novembre, 2006 - 11:07
  27. angela

    Penso che disattenzione e poco affetto ( diciamo così) non siano solo in Segreteria di Stato purtroppo…. ma in molte parti della Curia.
    E Navarro non ha tutti i torti.
    La verità è che al momento regna il caos in Vaticano.
    E non diamo la colpa al diverso modo di lavorare di Ratzinger.
    Certo è cambiato papa, è cambiato segretario, è cambiato lo stile “esterno ” del pontificato. E allora? La Chiesa è sempre la stessa e Ratzinger è sicuramente il più fedele al carisma di GPII. Ma alla curia interessa solo mantenere uno status quo di lavoro.
    Ora bisogna rimboccarsi le maniche e sapzzare via la sporcizia, in onestà!
    Difficilissimo. Perchè il potere delle centinaia di monsignori va ridimensionato.
    E poi meno preti a fare lavori da laici per favore, e meno laici che si atteggiano a preti.

    Papa Benedetto ha bisogno di veri “consulenti” per il governo pratico , politico , ed è invece solo e non per scelta.

    Preghiamo per Lui , preghiamo perchè veda le cose che gli nascondono.
    Preghiamo perchè la giungla curiale non prenda il sopravvento!
    Angela

    10 Novembre, 2006 - 11:37
  28. Leonardo

    Sottoscrivo in toto il messaggio di Luisa. Il concetto di “papa di transizione” non è un concetto cattolico, a meno che non lo si estenda a tutti i papi, che sono tali “pro tempore”, sia che regnino un mese che venticinque anni.
    Un pensiero cattolico sul papa sarebbe invece che se l’elezione di un determinato cardinale a vescovo di Roma è almeno “permessa” dallo Spirito Santo (se proprio non vogliamo dire “voluta”) non è irrilevante la persona, il suo stile, le sue sottolineature eccetera. Certo, non si pretende che queste cose abbiano valore normativo, ma un atteggiamento cattolico nei riguardi del papa esigerebbe che da parte di ciascun fedele ci fosse un serio impegno peri immedesimarsi con la ‘linea’ che egli assume, il che significa meditarne seriamente le ragioni con il sincero desiderio di correggere la propria posizione in quanto essa fosse divergente da quella del papa. Se, alla fine, le divergenze dovessero rimanere, resta vero quello che diceva il cardinal Newman (brindo alla coscienza e al papa; ma prima alla coscienza e poi al papa), ma dovremmo comunque sentire questo con sofferenza.
    In concreto: se il papa è Joseph Ratzinger, si segue lui e si cerca di collaborare lealmente con lui. Il di più viene dal maligno, se mi è lecita l’allusione.

    10 Novembre, 2006 - 15:17
  29. Sempre il cardinale Newmann ebbe a dire che un Pontificato oltre i 20 anni produce frutti amari. Forse essere Papa di transizione non è un’offesa, dopotutto…

    10 Novembre, 2006 - 15:24
  30. “Papa di transizione” più che altro è un concetto storico, quindi sarebbe meglio come principio usarlo DOPO un pontificato. L’ultimo per cui è stato usato è stato Giovanni XXIII e si è visto quanto di transizione fosse…

    A Leonardo direi che la collaborazione leale è giusta e sacrosanta (non solo col papa: dovrebbe essere comune a ogni livello ecclesiale: del resto è facile obbedire al papa, molto meno obbedire al parroco!). Ma un conto è collaborare lealmente, un conto è rinunciare al proprio pensiero. E’ impossibile pensare (metti caso) che un papa abbia, per esempio, una linea pastorale sbagliata? Credo proprio di no. L’unica cosa per cui siamo garantiti è che il papa non sbaglia nel momento in cui esprime solennemente una verità di fede. Per il resto, sappiamo che lo Spirito Santo non risparmia le castronerie e gli sbagli, anche tragici, né a lui né a noi.
    Tutto questo non deve mettere in discussione né la lealtà, né l’obbedienza, né l’amore; né tantomeno l’unità della Chiesa. Voglio dire, sono lontano chilometri dalle tante critiche più o meno superficiali e/o astiose, che spesso dividono più che unire e nocciono più che giovare. Se una critica dev’essere espressa dev’esserlo con prudenza e, come anche tu dicevi, con dolore; e naturalmente bisognerebbe farsi un dovere di restare informati, in modo non superficiale, cercando di comprendere veramente il pensiero del magistero in modo costruttivo, non in modo polemico. Troppe critiche che sento in giro sono fatte per partito preso. Altre sono sicuramente più indovinate: e sono le meno astiose, le meno urlate, le meno categoriche.

    E anche quando si critica bisognerebbe farlo con una certa serenità e con fiducia nel Signore: la Chiesa ne ha viste di cotte e di crude (papi o non papi), eppure Dio continua a operare amorevolmente nel suo popolo e a ricolmarci dei doni della sua grazia.

    10 Novembre, 2006 - 17:14
  31. Maria Grazia

    Ancora con questa storia del Papa di transizione?
    Mi piacerebbe capire che cosa si intende per Pontefice di transizione.
    Vi dò la mia definizione:è di transizione il Papa che lascia la Chiesa esattamente dove l’ha lasciata il suo predecessore.In questo ha ragione Luca perchè si tratta di un concetto storico e quindi,ora,non se ne può parlare.
    E’ di transizione il Papa che semplicemente si pone in attesa dell’elezione del successore.
    Queste definizioni si adattano a Papa Ratzinger?Certo che no per un semplice e pratico motivo:Benedetto ci sta insegnando che Dio è amore.Solo per questo insegnamento,ormai dimenticato nella Chiesa,Egli non sarà mai un Papa di transizione.
    Ci sta facendo capire che il Papa non è la Chiesa ma un servo dei servi di Dio(non è di transizione),sta riportando la liturgia alla sua primaria bellezza.
    Il suo successore,chiunque sarà,si troverà a fare i conti con la straordinaria figura di questo Papa che nessuno chiamerà di transizione solo perchè,purtroppo,e sottolineo purtroppo,è stato eletto a 78 anni.
    Non penso proprio che si dimetterà non fosse altro che per senso di dovere e di obbedienza a Dio.A volte però me lo immagino in Baviera,completamente libero,al sicuro da chi lo detesta,dentro e fuori la Chiesa.
    Per il bene che gli voglio,vorrei che tornasse a fare il teologo,ma come cattolica so di non potermi permettere di perdere un Papa come lui.
    Saluti MG

    10 Novembre, 2006 - 17:30
  32. Temo, Maria Grazia, che il successore dovrà fare i conti con Giovanni Paolo II. Non con Benedetto XVI. Ma sarà il tempo a dirlo.

    10 Novembre, 2006 - 17:34
  33. Maria Grazia

    E come mai,Tonizzo?Benedetto XVI non esiste?Ma basta con questa papologia di una sola persona:la Chiesa ha avuto 264 successori di San Pietro.

    Se poi va in porto questo progetto Ratzinger,per forza,non potrà essere considerato di transizione:

    http://www.panorama.it/mondo/giappone_russia/articolo/ix1-A020001038774

    10 Novembre, 2006 - 17:43
  34. fabrizio

    Divago un po’, ma neanche troppo.
    C’era proprio bisogno di un calendario papale ?
    Già i media non perdono occasione per attacchi strumentali sulle cose serie, bisognava dargli un altro pretesto per fare ironia ?
    Il corriere della Sera ieri in prima pagina diceva “come un attore o una modella”, e non ho letto gli altri giornali.
    Se anche il motivo voleva essere la beneficenza non mi sembra che giustifichi l’iniziativa, se è vero che dei 5 euro del prezzo del calendario in beneficenza ne va 1 solo.

    10 Novembre, 2006 - 17:44
  35. Maria Grazia, come ho detto si tratta di tempo, e tutto è detto ora salvo smentite e futuri passi che noi con conosciamo (li conosce la Provvidenza). Al momento credo che per il peso del personaggio Giovanni Paolo II, e la sua eco mondiale… diciamo che credo che in questo scenario il successore di Benedetto XVI dovrebbe fare i conti con Wojtyla. Più che con il predecessore immediato.

    10 Novembre, 2006 - 17:46
  36. Maria Grazia

    Caro Fabrizio,di calendari papali sono piene le edicole e il ricavato non va certo a scopo benefico.Il Papa ha fatto un grande gesto(il primo nella storia)così come significativa è stata la decisione di comprare il primo bond inglese.”Omnia munda mundis” diceva il Manzoni.
    Sono stati i giornali a tirare in ballo le veline o gli attori dimostrando ancora una volta di quanta superficialità sono capaci.

    10 Novembre, 2006 - 17:49
  37. Maria Grazia

    Tonizzo,tu mi parli di peso del personaggio Wojtyla,io invece penso al peso del Papa Ratzinger.Nel successore di Benedetto io cercherò la stessa cultura teologica e la stessa capacità di spiegare.Non vorrei,insomma,che la Chiesa si spaccasse in wojtyliani e ratzingeriani,in mediatici e sobri.

    10 Novembre, 2006 - 17:54
  38. Cmq ragazzi vi chiedo un po’ d’indulgenza. Quando si ha una notizia bisogna in qualche modo “pomparla”, cioè offrirla al lettore. L’argomento veline o attori è fatto solo per richiamare l’attenzione.
    Certo, la notizia: il Papa fa un calendario è dirompente, ma se ci metti quel piccolo “contorno” attiri l’attenzione. Piccoli escamotages che si fanno sulla carta come sul Web come in Tv… come ovunque.
    Ricordo nel 1995 quest’apertura del TG2: “Il Papa parla all’Angelus, e nel pomeriggio karaoke con i giovani”. Che io lì per lì ho pensato: “Stai a vedere che Giovanni Paolo II si è messo col Canta tu (lo ricordate? :-)) e un gruppo di ragazzi?”. Invece il Papa aveva semplicemente accennato “La nostra Messa non deve finire…”, e poi cantato in polacco qualche verso, tutto qui.
    Esempio classico di “pompaggio”.

    10 Novembre, 2006 - 17:56
  39. Ma no, Maria Grazia, non è questione di spaccarsi. E’ solo questione di fatti oggettivi:
    – Da un lato c’è un Pontificato di 27 anni con tutto quello che c’è stato;
    – Dall’altro c’è un Pontificato di un anno e mezzo che per il momento non sembra aver inciso grandi segni. Almeno, non mi sembra di vederne. Nonostante alcune coraggiose puntualizzazioni, sia chiaro.
    Tutto qua.

    10 Novembre, 2006 - 18:00
  40. Maria Grazia

    Beh,un anno e mezzo è un pò poco per fare un paragone con il trentennio precedente.A onor del vero,il Pontificato di Ratzinger è iniziato solo sei mesi fa,quando è terminato il periodo di lutto e in questo semestre ne sono accadute di cose importanti…
    Io sono estremamente fiduciosa 🙂

    10 Novembre, 2006 - 18:07
  41. E allora aspettiamo. Sperando che prima o poi tu accetti l’invito a cena 🙂
    Anche io sono estremamente fiducioso 😛

    10 Novembre, 2006 - 18:09
  42. fabrizio

    Chiariamoci.
    Stravedo per il Magistero di Benedetto e il suo pontificato sta trasformando la mia fede, ma l’idea del calendario non mi sembra granchè.
    Niente di scandaloso, per carità, ma è uno strumento talmente abusato e inflazionato che la scelta di utilizzarlo non mi ha convinto.

    10 Novembre, 2006 - 18:09
  43. Francesco73

    Un saluto a tutti, la mia contrizione per la congettura rispettosamente maliziosa l’ho fatta ieri e oggi a Catania e Messina, dove sono andato per lavoro. Ho sottratto qualche frenetico minuto agli impegni con i colleghi, ho fatto i salti mortali sull’incastro aereo-treno-bus, ma sono riuscito a visitare il complesso di Sant’Agata a Catania e il bel Duomo a Messina. Come capirete, è stata una contrizione sui generis, perchè sono cose che volevo vedere… Debbo dirvi che la devozione per Sant’Agata e – a Messina – quella per la Madonna della Lettera, mi hanno confermato l’idea che avevo sulla ricchezza di queste tradizioni religiose popolari nel nostro Mezzogiorno. Bello, ci tornerò con calma.

    10 Novembre, 2006 - 18:10
  44. Frank, spero tu abbia preso il traghetto a piedi. O comunque tu sia salito sopra, al ponte di riunione. Di solito c’è una riproduzione dell’agiografia di San Francesco di Paola e del passo in cui attraversa lo Stretto sul mantello.
    Se avrò spazio e spago vi racconterò l’Affruntàta.
    Che cosa sarà? Mistero…

    10 Novembre, 2006 - 18:19
  45. Francesco73

    No, non ho preso il traghetto, io sono giunto a Messina da Catania. Ma ho dormito all’Hotel Jolly, e dalle vetrate della prima colazione, stamattina, guardavo il mare ed ero a un passo dalla Madonna: “vos et ipsam civitatem benedicimus”. Se ho ben capito, questo è il finale della Lettera…

    10 Novembre, 2006 - 18:33
  46. Credo di sì. Da cui il nome Letterio/a un tempo molto diffuso.
    La Madonnina fu riaccesa a guerra finita con una cerimonia in Vaticano: Pio XII ha premuto l’interruttore.
    Sapessi quante volte l’ho vista! Giorno, notte, pioggia o sole, sempre lì. E quando il traghetto le sfila davanti, pensi a tante cose. Ti dà il benvenuto mentre arrivi, e ti saluta quando te ne vai (e per me la Sicilia era, è, tempo di vacanze). E’ quel qualcosa di cristiano che accompagna i miei viaggi. Ricordo una mattina il vecchio Cariddi, mentre virava verso Messina e sorse il sole. E la vecchia nave che visse due volte gli andò incontro, più forte di tutto.

    Cmq tornando a S. Francesco di Paola (dal 1964 al 1990 ha prestato servizio un traghetto FS con questo nome), ha attraversato lo Stretto sul mantello dopo aver pregato Dio. Questo perché nessuno, avendo trovato il mare in tempesta, aveva la benché minima intenzione di farlo traghettare.

    10 Novembre, 2006 - 18:41
  47. Luigi Accattoli

    Sto con Maria Grazia: penso che Benedetto stamperà una grande orma nel segno della riduzione della struttura e dell’affidamento allo Spirito.
    Il calendario non lo temo, lo metterei sullo stesso piano delle monete e dei francobolli. Sarebbe meglio se non ci fossero, ma non li avverto come uno scandalo.
    Luigi

    10 Novembre, 2006 - 18:43
  48. Maria Grazia

    Grazie,dottor Accattoli.
    Quasi quasi esco a cena con Lei 🙂
    L’idea del calendario è carina.Io ho sempre avuto al muro Frate Indovino e quest’anno metterò Papa Ratzinger 🙂
    Buona serata a tutti,non so a Tonizzo 😉

    10 Novembre, 2006 - 19:03
  49. don vito

    Ritorno su una idea già espressa per “interpretare in tempo reale un pontificato”: la scelta del nome. Nel nome il Papa “sceglie” la sua successione, dentro i 264 papi, evidenzia un “legame pastorale di continuità”. Allora, chi è dentro la “storia dei papi” ci aiuti a cogliere quali “atteggiamenti pastorali di Benedetto XV” il nostro XVI vuole traghettare nel nostro tempo, e dal confronto con l’eredità (non semplicemente il passato) emergerà la novità e l’attualità. Il tempo appartiene a Cristo, e la Chiesa lo sa, visto che il suo sangue (spesso martire) e la Tradizione (con la T maiuscola).
    Agli amanti della Sicilia: a Mazara, in Seminario, c’è posto per accogliervi.

    10 Novembre, 2006 - 19:05
  50. Don Vito, io sto a Bagheria. Ma se ho tempo qualche volta la vengo a trovare, così mi dico pure due orazioni. Sempre meglio di certe faniciulle che fanno orecchie da mercante e poi ci provano col padrone di casa… 🙁

    10 Novembre, 2006 - 19:11
  51. Luisa

    Tonizzo , di quali segni tu parli? Di quelli che aspetti tu, immagino in funzione dei tuoi desideri ? delle tue aspettative ?
    Perchè sempre vedere il bicchiere mezzo vuoto, o nel caso di Papa Benedetto praticamente vuoto? Perchè rifiutare di vedere l`importanza del messaggio che il Papa sta passando a noi tutti? Perchè passare sotto silenzio la forza, il coraggio delle sue parole che vogliono scuotere le nostre coscienze assopite ?
    È questa apparentemente la sua missione in questo momento della nostra storia ed egli la sta compiendo con chiarezza, costanza e, ripeto, molto coraggio!
    I segni sono tanti…basta vederli !
    E, come permettersi di fare delle proiezioni nel futuro, con un successore che dovrebbe ancora vedersela con Giovanni Paolo? Qui stiamo rasentando il ridicolo, per non dire una cecità ottusa. Come se Benedetto XVI non esistesse, e tutto quello che sta facendo e farà non conterà un bel nulla nella storia della Chiesa !
    Certo che se questo è il pensiero profondo di coloro che sono chiamati a trasmettere il magistero del Papa, non vale certo la pena di leggere i loro articoli, tutto è già deciso in anticipo !
    La sua maniera di essere domanda a coloro che erano abituati a segni visibili, mediatici, populisti(?)di accettare il cambiamento e fare l`immenso sforzo di semplicemente osservare, leggere, ascoltare e prendere un po`di distanza col passato, ciò che permetterà loro una maggiore oggettività !
    Benedetto XVI lascerà una grande traccia nella Chiesa, ne sono sicura. Luisa

    10 Novembre, 2006 - 19:14
  52. don vito

    d’accordo. … porta pazienza con le fanciulle … al massimo si finisce preti.(scherzo)

    10 Novembre, 2006 - 19:14
  53. Don Vito:: volevo farmi prete. E non sto scherzando.

    Luisa, non te la prendere a male, non penso di avere offeso il Papa. Ho semplicemente espresso un’opinione, e per fortuna siamo liberi di dire la nostra. Stiamo facendo delle proiezioni in avanti sul momento del qui ed ora. Tenuto presente che i conti si tirano a Papato finito.
    Ma non mi pare sia motivo di tanto scandalo o di tanta ira. Non ne vedo il motivo.

    10 Novembre, 2006 - 19:17
  54. Dimenticavo, Luisa, mentre parli delle mie aspettative: in Sicilia un proverbio dice che “ognuno dice un Padre Nostro secondo le sue intenzioni”. Ce l’avrò il diritto di avere un’opinione? Un caro saluto.

    10 Novembre, 2006 - 19:19
  55. Luisa

    Certo Tonizzo che hai il diritto di avere la tua opinione , un`opinione con la quale sono in completo disaccordo . Il mio post si indirizzava non solo a te ma a tutti coloro che si ostinano a restare bloccati nel passato e sembrano rifiutare di avanzare con Papa Benedetto, dunque con la storia. Luisa

    10 Novembre, 2006 - 20:01
  56. Luisa, non sono d’accordo. Non sono rimasto bloccato nel passato, e se così ti sembra ti chiedo scusa per aver dato un’impressione simile. Ho ripetuto più volte, anche in questo topic, una frase cara a Paolo VI: “La Chiesa non è quella di ieri o di domani, ma quella di oggi”. E con questa dobbiamo fare i conti.
    Il problema non è il rifiuto di avanzare con il Papa, avanziamo ben volentieri. Il punto è che alle volte, come sempre accade nelle cose umane, c’è chi vorrebbe andare un po’ più velocemente. Poi ci sono quelli che la pensano come te, e che ritengono la velocità giusta. In realtà siamo in errore entrambi, visto che – come credo di aver detto – la Chiesa, indipendentemente dalle strade che ha percorso, ha sempre mantenuto il suo passo. Che non è né mio, né tuo, è il suo. Quello cioè di chi sa di avere una meta fuori dallo spazio e dal tempo in cui dibattiamo, e sa che ci arriverà.
    Sai, sto scrivendo un diario personale. Giusto ieri notte ho voluto immaginare: e se fossi morto? Se, cioè, fossi al di fuori dello spazio e del tempo, che cosa mi succederebbe, che cosa direi, come vedrei il mondo? Forse mi sono dato una risposta: siamo come i pesci dentro la palla di vetro, quando ne saremo fuori – come la meta finale della Chiesa – magari capiremo qualcosaltro. Che cosa ancora non lo so: ma abbiamo tutta l’eternità davanti…

    Mazzo di fiori per te e Maria Grazia.

    10 Novembre, 2006 - 22:23
  57. Ecco, Luisa, voglio regalartene un pezzetto. Anzi, lo regalo a tutti voi e chiedo scusa se mi dilungo.

    Forse è il giorno dopo la fine del mondo, una domenica mattina di primo inverno. Ma una di quelle mattine in cui è tutto terso e hai freddo mentre sulla terrazza affacciata sull’infino prendi il latte.
    Dietro le spalle di M c’è una rete, un po’ lontana, tipo campo da tennis. Ci sono dei cipressi e pini marittimi, poi ancora più indietro si intravede la costa, uno sperone di roccia che emerge dall’acqua. Lei e là, e io la vedo.
    Non posso dirle niente perché sono morto. Da almeno dieci anni. Però lei è bellissima come la prima volta in cui l’ho vista. Che volete, le memorie di noi morti sono così, ci piace – una volta fuori da tempo e spazio – guardarvi dentro la boccia in cui siete chiusi e passate il vostro tempo. Con le vostre bassezze e con le vostre grandezze, non importa, importa che cassa e rullante come nella canzone dei Matia Bazar pestino forte fino a farti sentire un pugno dentro, nello stomaco (corpo? Provate voi a sentire dolore senza un corpo che attutisca tutto questo… però i bei momenti ve li raccomando e me li invidiate).
    Che anno è, il 1977, il 2046 o non è mai apparso? Non lo so: io ormai non ho bisogno del tempo. È un posto, non so dove sia, sono dove la geografia non esiste e c’è altro. Ma la guardo e la trovo bellissima, è un fiore che non mi è mai bastato in tutta la mia vita. E la guardo ora mentre con gli occhi profondi guarda il mare e vorrei che il mio respiro non corresse come il suo. Non mi vede, non lo sa, forse sono un pensiero lontano nel tempo, nascosto nella polvere ma non importa, importa che io ora la veda da qui.
    Vorrei avere il corpo almeno per un attimo. Dio, ti prego, per tutto quello che le ho voluto, lascia che le sfiori i capelli. Solo una volta, mi porterò questa sensazione dentro per tutta l’eternità, Dio scusami sono un cretino e non mi rendo conto che nell’eternità non c’è il tempo, però ti prego lo stesso Dio, come ti ho pregato tra le lamiere e mi hai ascoltato, ti prego, ti prego, lascia che le sfiori i capelli, almeno questo, almeno stavolta…
    È un attimo. Qualcosa sembra scuoterla, e M alza la testa. Non c’è nessuno: alza una spalla come a dire: “Boh, sarà stato il vento???, poi dalla porta fa capolino una testolina che le somiglia tanto: “Mamma!???, dice. E lei gli sorride.
    Dio, può piangere uno spettro? Solo Tu lo sai…

    10 Novembre, 2006 - 22:55
  58. Luisa

    Caro Tonizzo , ti ringrazio per il regalo che ci hai fatto!
    Ti auguro buona notte, una notte popolata di dolci sogni che sono un`altra maniera di viaggiare fuori del tempo e dello spazio ! A presto, Luisa

    10 Novembre, 2006 - 23:29
  59. Prego, Luisa, buonanotte a te. Con gli stessi sogni.
    Dimenticavo: il paragrafo si intitola E dirsi ciao, come la canzone dei Matia Bazar che vinse a Sanremo 1978. Sennò il riferimento nel testo suona troppo oscuro.

    10 Novembre, 2006 - 23:47
  60. Luigi Accattoli

    Da Lucio Brunelli ricevo questa segnalazione:
    “Caro Luigi posso bussare alla porta del tuo blog per segnalare agli amici una storia che mi sembra proprio bella, nonostante l’abbia realizzata io…? E’ la storia del diario tenuto durante gli anni della seconda guerra mondiale dalle monache di clausura dei Santi Quattro Coronati a Roma. Si racconta di come alzarono le grate per salvare la vita a decine di ebrei e perseguitati di ogni colore. Sono le stesse religiose a parlare, leggendo brani del diario ritrovato. Nel diario – che ci è stato permesso filmare – si parla di un esplicito ‘ordine’ ricevuto da Pio XII per aprire le porte del loro monastero agli ebrei. Il servizio, per chi è interessato, andrà in onda sabato 11 novembre ad ora
    piuttosto tarda in verità: mezzanotte circa nella rubrica Tg2Dossier storie, ovviamente su Raidue. un caro saluto a tutti,
    Lucio

    10 Novembre, 2006 - 23:52
  61. Maria Grazia

    Grazie dell’omaggio,Tonizzo 🙂
    Desidero ringraziare di cuore anche Lucio Brunelli per la segnalazione.Registrerò sicuramente il programma di Raidue perchè il mio interesse per Papa Benedetto mi ha portato negli ultimi mesi ad approfondire la conoscenza di altri Pontefici,soprattutto di quelli “dimenticati” e cioè predecessori di Giovanni XXIII.Sono convinta che si possa e si debba dire ancora molto su Pio XII.Personalmente però la mia predilezione è per Pio XI,uno senza tanti peli sulla lingua 🙂
    Saluti MG

    11 Novembre, 2006 - 10:34
  62. Prego, Maria Grazia. Stanotte sono di servizio causa Milan-Roma, ma se gli occhi mi reggono e non mi becca il nebbione mentre torno in macchina, quasi quasi me lo vedo ‘sto dossier.
    Ma sbaglio, o c’è anche una replica domenica pomeriggio?

    11 Novembre, 2006 - 12:52
  63. Leonardo

    Non è esattamente in tema, ma mi fa piacere ricordarlo: ieri Avvenire ha usato la parola giusta, “vigliaccheria”, per definire le tante prese in giro nei confronti del papa che si vedono alla televisione italiana (pessima fra tutte quella del pessimo Crozza, comico senza ritmo e senza intelligenza). Facciano pure: non siamo musulmani e quindi non li minacciamo né gli tagliamo la gola. Ma si dica chiaro e forte quello che sono: miserabili guitti, capaci di insultare solo quelli da cui non temono nulla. Sull’islam non fiatano, perché se la fanno sotto; del governo non parlano, perché gli dà da mangiare; le altre minoranze non si possono offendere perché non è politicamente corretto, dunque resta il papa e la chiesa.
    Ma la cosa non riguarda solo quei quattro clowns da strapazzo (che poi quattro non sono …): in tanti ambienti (penso a quello accademico) attaccare la chiesa è ancora il modo più facile, economico e totalmente privo di rischi, per darsi arie da combattenti per il libero pensiero. Ancora peggio: ci sono dei cattolici che pensano che il dispotismo contro cui combattere sia quello del potere nella chiesa. Ora, che la tentazione del potere (il clericalismo ne è un esempio) ci sia dappertutto è un fatto, ma che questo sia il primo problema nel mondo di oggi mi pare un’enormità insostenibile.

    12 Novembre, 2006 - 10:12
  64. Cara Maria Grazia, non amo il calcio. E quindi sudo freddo quando devo scrivere un pezzo.
    Sono uscito verso mezzanotte, e via nel traffico…
    Buona domenica

    12 Novembre, 2006 - 12:36
  65. Luisa

    Grazie Maria Grazia e Leonardo per gli articoli tutti molto interessanti.
    Effettivamente mi chiedo perchè i telespettatori cattolici e non solo non reagiscono, sono così assueffatti a questo genere di prestazione ? Certo c`è il potere del telecommando, ma per principio mi sembrerebbe doveroso reagire per far capire a questi “comici” che ci sono limiti da non oltrepassare.
    Avete visto oggi la folla numerosa, malgrado il freddo e la pioggia, accorsa per l`Angelus ? E ciò si ripete domenica dopo domenica.
    È questo credo che da tanto fastidio a questi signori : che un uomo umile, discreto, che non cerca l` appauso anzi lo modera, attiri così tante persone venute per ascoltarlo.
    Sì ,penso che il fatto BenedettoXVI attiri le folle semplicemente grazie alla forza delle sue parole, alla chiarezza del suo pensiero, al suo carisma indiscutibile, deve disturbare parecchie persone…allora non c`é altra soluzione che abbassare, avvilire… secondo anche il grande principio che quando ci si sente inferiore bisogna abbassare l`” avversario” !
    Per fortuna non ho mai visto l`emissione citata, ne ho letto solo i resoconti, ma una cosa è certa non la guarderò, so che la mia sensibilità sarebbe ferita e non voglio dare a queste persone il potere di farmi del male…..ma forse è questo che essi cercano… abbruttire ciò che è bello, incomprensibile per loro!
    Saluti, Luisa

    12 Novembre, 2006 - 12:42
  66. Qualche giorno fa leggevo Il Vernacoliere, che trovo un mensile intelligente e feroce di satira. Nell’ultimo numero c’è una lettera di un lettore – presumo cattolico – che chiede al direttore, Mario Cardinali, perché il suo giornale se la prende con la Chiesa e non con altre religioni. Cardinali risponde dicendo che già in passato il Vernacoliere ha fatto satira sull’Islam (citando una copertina del 1989 su Rushdie) e che comunque si fa satira sul cattolicesimo “perché sono questi quelli che abbiamo più vicini”.
    Non sono d’accordo con lui. Perché non ci si rende conto del fatto che l’Italia è ormai di fatto un Paese multirazziale e soprattutto multireligioso, e qualche soggetto – vedasi Adel Smith o l’imam di Segrate – comincia a dire cose che dovrebbero porre il drammatico problema dell’integrazione. Se non vogliamo finire come la Francia delle banlieues.
    Ora, è vero che le minoranze per farsi notare devono strepitare. Nel caso di Smith, ad esempio, abbiamo visto il Crocifisso gettato dalla finestra e le incommentabili espressioni con cui l’ha qualificato. Però esistono dei soggetti e dei problemi che vengono posti a tutti. Se te la prendi coi preti, leggi al limite commenti infuocati di Luisa su questo blog o un pezzo su Avvenire. Se te la prendi con qualcunaltro, rischi di ricevere qualche minaccia seria.
    Perché? Perché l’estremismo cattolico non esiste. La nostra religione non è fondamentalista. Ma nell’Islam il fondamentalismo esiste, e ci dobbiamo fare i conti.
    E solo quello fa notizia. Perché per contro ci sono altri milioni di islamici moderati che non urlano e non strepitano. Né milioni di cattolici che credono alla storia del sogno di un’Italia cattolica. Sogno che, francamente, mi ricorda quello mussoliniano dell’Italia romana.
    Allora, siccome in questo Paese la pace religiosa è l’unica cosa stabile che ci è rimasta, se dobbiamo ironizzare ironizziamo su tutti. E se ironizzate solo sui preti, mostrate solo una cosa. Che al mio paese si chiama vigliaccheria. Ma noi alle parole rispondiamo con le parole, non con i fantocci bruciati.

    12 Novembre, 2006 - 15:50
  67. Leonardo

    Hai proprio ragione, Tonizzo. Non sono un lettore abituale del Vernacoliere, ma in linea di principio non ho nulla contro la scurrilità (anche se capisco che non a tutti piaccia) mentre ho moltissimo contro la blasfemia. Però le scurrilità le vorrei a tutto campo, non a corrente alternata o a comando: se il direttore del Vernacoliere si rifugia dietro una scusa tanto barbina per non fare mai battute sull’islam, meriterebbe di essere spernacchiato a dovere sul suo giornale!
    Uno dei miei poeti preferiti è Belli, cattolico quant’altri mai, che non le manda certo a dire a papi e cardinali. Catholics do it better!

    12 Novembre, 2006 - 17:11
  68. Eh, questi cattolici… come ogni tanto dico ad una collega non credente (facendole un po’ il filo…) 🙂

    12 Novembre, 2006 - 17:15
  69. Richiesta a Luigi o i suoi figlioli esperti di telematica: siccome mi sono dimenticato il corsivo aperto nel primo post sul Vernacoliere, potete mettere questa stringa nel testo in modo da rimettere il carattere di tutti i post successivi in modo normale? Non voglio imporre il mio carattere agli altri… 😀

    12 Novembre, 2006 - 17:18
  70. ah no ora è a posto. Scusate.

    12 Novembre, 2006 - 17:18
  71. Maria Grazia

    Grazie Tonizzo per la tua riflessione che condivido in tutto 🙂
    La storiella per cui “prendiamo in giro il cattolicesimo perchè ci è più vicino e lo conosciamo” è stata raccontata anche dallo stesso Crozza e da Lella Costa in una recente puntata di “Otto e mezzo” di Giuliano Ferrara.
    Trovo la favoletta molto comoda ma anche poco credibile e decisamente ridicola.La verità è quella denunciata da Tonizzo:si può prendere in giro il Papa e presentarlo come una zia brontolona o scherzare sul fatto che si sta preparando al viaggio in Turchia fumando tre pacchetti di sigarette al giorno(se davvero Fiorello è un grande comico,come dicono,dovrebbe evitare di fare battutacce alla vigilia di una visita pericolosa per il Santo Padre) per la semplice ragione che non esiste un mondo cattolico che minaccia la vita di chi ridicolizza il Pontefice.
    Nel libro “Senza radici” l’allora cardinale Ratzinger evidenziò a chiare lettere che giustamente oggi nessuno si permette di offendere la religione ebraica e quella musulmana,mentre viene considerato un diritto di libertà attaccare ferocemente il cattolicesimo.Io non sopporto la politica dei “due pesi e due misure”.Si vuole imitare il Papa?Benissimo a patto che si inizi a fare lo stesso con rabbini e imam.O tutti o nessuno,questa è la libertà di espressione.

    Cara Luisa,ero convinta che stamane avrei visto pochi fedeli all’Angelus perchè poco prima avevo seguito su sky la cerimonia di omaggio ai nostri caduti a Nassiriya notando la pioggia incessante.Invece carramba che sorpresa:una folla inaspettata accorsa ad ascoltare un uomo che detesta il buonismo,non ha paura di dire cose scomode,non ama l’applauso facile,non teme di essere se stesso.Mi sorprendo sempre di come la gente comune sappia scorgere il fascino e il carisma di una persona non mediatica.
    Saluti MG

    12 Novembre, 2006 - 17:32
  72. Grazie Maria Grazia, continuo sempre ad attendere fiducioso… :mrgreen: tuttavia tornando al tema delle imitazioni e delle minoranze: guardate che l’estremismo, ripeto, è sempre un fenomeno minoritario. Nel momento in cui Hamza Piccardo, portavoce Ucoii, mi viene a dire che ai musulmani italiani le garanzie offerte dalla nostra Costituzione bastano e avanzano, “altro che Carta fondamentale dell’Islam”, io una manina sulla coscienza me la passo.

    12 Novembre, 2006 - 17:36
  73. Luisa

    Consiglio a tutti , vivamente, di leggere il discorso di congedo che Papa Benedetto ha rivolto ai vescovi svizzeri. Discorso pluirilingue pronunciato a braccio e che è, secondo me , un gioiello da meditare . Possiamo leggere tutta la ricchezza, la profondezza del pensiero del nostro amato Papa .
    Benedetto XVI ci regala direi il fondo del suo pensiero su quello che deve essere la Chiesa oggi, il cristianesimo oggi . . E non vi manca nemmeno una punta di humour sui traduttori…
    Si puo leggere il discorso su Korazym.org.
    Buona settimana a tutti, Luisa

    13 Novembre, 2006 - 9:15
  74. angela

    Carissimi tutti,
    Torno per un momento al tema principale del post!
    Credo che papa Benedetto potrà fare un ottimo lavoro ( io lo adoro!)nel senso di ristrutturare la curia, ridurla ( anche nei poteri) e riportarla allo Spirito se riuscirà ad avere collaboratori fidati e competenti. In molti casi ha già scelto ottimi elementi . In altri campi siamo in attesa di vedere qualcosa di concreto. Certo diamogli tempo , ma mi piacerebbe avvisarlo, fargli sapere le cose che purtroppo alcuni gli celano . Un problema comune credo in ogni cambio di pontificato.E non solo .
    Non che ai tempi di GPII sia stato tutte rose e fiori.
    Il cardinale Bertone ha detto di voler incontrare i i giornalsiti una o due volte l’ anno. Speriamo lo faccia . Ma speriamo anche che non sia la solita “recita scolastica” organizzata ad usum delfini!!!!!
    Certo se lo stile della comunicazione vaticana rimarrà ancora quello attuale il magistero di Benedetto non lo comprenderà mai nessuno.
    Quanto ai calendari… ben vengano, ma non bastano a coprire le “magagne” comunicative. E non è per rimpiangere nessuno ma anche Navarro ha delle ragioni , che non significa sputare nel piatto , ma vedere i limiti attuali!
    Per il resto , nel mio sielnzio forzato ho trovato solo una persona che mi ha dato voce come vaticanista per ora: Padre Jarek del Vatican News Service. E lo ringrazio! Un volontariato di pregio.

    Angela

    13 Novembre, 2006 - 9:18
  75. Luisa

    Il discorso del Papa è disponibile pure su Zenit.org. Luisa

    13 Novembre, 2006 - 9:40
  76. Per l’ennesima volta, in più di un post, ho letto “Papa di transizione” rispetto alla figura di Joseph Ratzinger. Mi chiedo chi di noi non sia di transizione: Accattoli è il vaticanista di transizione del Corsera (prima o poi andrà in pensione); Tonizzo è il vaticanista di transizione di Affari Italiani (prima o poi, gli auguro, diventerà magari direttore); mio padre è stato un ferroviere di transizione; il mio vicino di casa è un ragioniere di transizione. Pochi esempi per dire e ribadire, anche se so che non ce ne sarebbe bisogno, che sulla terra nulla è eterno: la nostra stessa vita è di transizione, cioè in transito, di passaggio. Chi di noi (ricordo che gli scongiuri sono atti scaramantici condannati dalla Chiesa…) può essere sicuro che non gli accada nulla di brutto tra oggi e domani? Chi conosce il futuro? Nessuno. A meno che non ci si metta a giocare a fare Dio, credendo di poter contare gli anni di possibile pontificato di Ratzinger con la convinzione che sia solo un Papa, appunto, di passaggio, di transizione. Lo ripeto: tutti gli uomini, compreso il Santo Padre, sono in pellegrinaggio su questa terra, diretti alla meta celeste (almeno chi crede). Lo diceva anche Giovanni XXIII: siamo fatti di cielo, e prima o poi al cielo dobbiamo tornare.
    Salutoni

    13 Novembre, 2006 - 17:43
  77. Luisa

    Grazie Gianluca per il tuo post. Hai proprio ragione , su questa Terra siamo tutti in transito e nessuno può dire quando la sua vita prenderà fine.
    Spero proprio che almeno su questo blog non leggeremo più la frase in questione. È un mio desiderio, anche se so che la libertà di pensiero esiste e che non si puo impedire a nessuno di restare aggrippato alle sue interpretazioni, mi domando semplicemente, in questo caso, dove si trova il beneficio , l`interesse di una tale lettura, per me completamente sterile. Saluti cari, Luisa

    13 Novembre, 2006 - 18:10
  78. Carissima Luisa, grazie a te per il sostegno, che mi lusinga e mi incoraggia. Come te, spero anch’io di non leggere nè quì nè altrove frasi, come quella sul Papa di transizione, che mi danno l’impressione di tendere più a sminuire il Pontificato di Ratzinger che a costruire un discorso serio e costruttivo. Che dire? La certezza è che anche certe frasi azzardate sono di transizione, sicuramente più del Pontificato di Benedetto XVI.

    13 Novembre, 2006 - 20:11
  79. Caro Gianluca, spero di non diventare mai direttore perché a me piace andare in giro e raccontare storie nuove. O forse sono troppo giovane per rendermi conto di queste cose. Tuttavia, continuo a pensare che questo sia un papato di transizione, cioè di passaggio da un Pontificato lungo ad un altro. Almeno, questo è quello che sulla carta sembra essere.
    E’ vero che la vita si è allungata, è vero quello che volete, ma perché scegliere un Papa di 78 anni dopo l’elezione di uno di 58?
    Luisa, questo è un Paese libero. Transizione si può dire. Speriamo di poterla sentire su questo blog (Luigi permettendo, perché è sempre il padrone di casa) perché è dallo scambio di idee che inventiamo qualcosa di nuovo.
    Tenuto sempre presente che sono sempre pronto a ricredermi.
    Un caro saluto

    13 Novembre, 2006 - 20:29
  80. “E’ vero che la vita si è allungata, è vero quello che volete, ma perché scegliere un Papa di 78 anni dopo l’elezione di uno di 58?”.
    Caro Antonino, non credi che questa domanda andrebbe fatta direttamente allo Spirito Santo?
    Bacioni

    13 Novembre, 2006 - 21:35
  81. Leonardo

    Mi pare che dietro certe considerazioni sul papato, di transizione o meno, possa esserci una concezione, come dire, un po’ demiurgica del papa, come una figura che deve operare grandi riforme, passaggi epocali, svolte storiche, eccetera.
    Vi faccio una confessione: quando sentii dire dal neoeletto Benedetto XVI che is considerava un umile operaio della vigna del Signore, non diedi particolare peso a quella espressione, anzi la archiviai mentalmente come un luogo comune del linguaggio ecclesiastico. Oggi riconosco con stupore che essa esprimeva invece esattamente e letteralmente ciò che il papa pensa di sé e del suo ministero, e sono pieno di ammirazione e di affetto per quell’umiltà vera.

    13 Novembre, 2006 - 21:56
  82. bianca

    Credo non ci sia nulla di male a rimpiangere Giovanni Paolo II o a sognare il prossimo Papa, basta non girarci intorno e non avere remore a dirlo apertamente, così come personalmente non ho remore a dire che sento una profonda vicinanza nei confronti di Papa Benedetto, non fosse altro per questa sua naturale attitudine a non piacere a tutti a tutti i costi. Grazie a Dio non siamo tutti uguali, Papi e non.
    Mi sembra comunque molto presuntuoso ergersi oggi a giudici della storia non fosse altro perché molti grandi del passato non hanno di fatto recepito i plausi degli uomini del loro tempo. Così come giudico un pochino sprezzante cestinare da ora un uomo che non avrà la fortuna di esprimersi per vent’anni liquidandolo come non incisivo dopo neanche due anni di pontificato ed etichettandolo, data l’età, di transizione. Pratica archiviata…pensiamo già al prossimo che, naturalmente, dovrà fare i conti col predecessore, quello vero, non con “la svista del conclave del 2005???. Addirittura si parla di pensionamento al compimento dell’ottantesimo anno di età, quando per anni Giovanni Paolo II ha continuato il suo ministero nella sofferenza e, forse, mentre altri governavano la curia al posto suo. Difficile per questi rinunciare al potere acquisito ora, ma parlo per ipotesi, perché non conosco la verità. Ma cosa ci si aspetta da un Papa per non considerarlo di transizione ? Vorrei tanto che lo si dicesse una volta per tutte anche perché, nonostante ventisette anni di pontificato, grosse riforme nella Chiesa non ce ne sono state. Perché tutta questa fretta ora?
    Si sarebbe voluto forse un Papa riformista, disposto a concessioni sui grandi temi etici e a innovazioni strutturali della Chiesa (matrimonio dei sacerdoti, sacerdozio alle donne)? Ma se si tratta di questo, non sarebbe stato in linea col pontificato del predecessore e più di uno avrebbe potuto metterne in discussione il processo di beatificazione (le accuse di crudeltà nei confronti della Chiesa riguardo alle posizioni su omosessualità e preservativo sono all’ordine del giorno). Se un presunto Papa progressista, al posto di Benedetto XVI, avesse immediatamente espresso posizioni differenti su questi temi, cosa ne sarebbe stato di Giovanni Paolo II ? Non credo onestamente sia interesse e volontà della Chiesa sminuirne la figura ora, così come credo che Papa Benedetto sappia benissimo qual è il suo ruolo in tutto questo e stia accettando con serenità. di governare in continuità col predecessore (con cui era in perfetta sintonia dottrinale) comunicando come sa a tutti coloro che sono propensi ad ascoltarlo , come me e altri , più propensi ad una Chiesa spirituale e meno sociale, più essenziale e meno legata ai movimenti. ( i fedeli non sono solo quelli dei movimenti).
    Riguardo al calendario, può solo farmi piacere, dal momento che trovare calendari di Benedetto XVI al di fuori di Roma è praticamente impossibile e nessuno ha mai avuto da ridire sugli eventi mediatici fotografici e spettacolari del passato. Non si può accusarlo di non essere mediatico facendogliene quasi una colpa e poi storcere il naso quella volta che si fa fotografare mentre suona il pianoforte o si mette in posa nella vita di tutti i giorni per un calendario benefico. Conoscendolo non avrà un seguito credo, ma anche il calendario sarà di transizione. Perciò ne approfitto finchè c’è (Papa Benedetto e il calendario). Con “cioia???

    13 Novembre, 2006 - 23:24
  83. Gianluca, accetto il tuo commento ed in effetti è domanda da rivolgere allo Spirito Santo. Però su una cosa ti dico la verità non sono d’accordo: i bacioni. Avrei preferito me li desse Luisa. O Maria Grazia… :mrgreen:
    Scusa eh, ma tu non sei mai stato tutta ‘sta bellezza… 😀

    13 Novembre, 2006 - 23:25
  84. marianna

    Ma perchè non siamo tutti un pochetto più sinceri?
    A me sembra che non solo la curia ma anche parecchia stampa non veda l’ora che Papa Benedetto tolga il disturbo in un modo o nell’altro.
    Ditelo chiaramente: volete che il prossimo Papa sia diverso da Ratzinger.
    Magari si pensava che questo qua sarebbe stato un Papa di transizione di pochi anni e silente sullo stile dell’ultimo Giovanni Paolo.
    Credo che qualcuno si sia sbagliato di grosso e ora sia lì a leccarsi le ferite.
    Benedetto XVI non piace a tantissimi vescovi e cardinali, non piace a molti intellettuali, non piace a molti fedeli che lo paragonano di continuo a chi è venuto prima e sperano in chi arriverà dopo, non piace in special modo a certa stampa che prima sapeva molto in anticipo che cosa si agitava nell’appartamento del Papa.Non piace a molti,non è mediatico,eppure la piazza è sempre piena,i suoi discorsi interessano,i suoi modi non lasciano indifferenti.E’ un Papa di transizione?E chissenefrega.E’ il Papa che mi ha riportato in chiesa e sui libri e a me basta.
    Ma voi pensate veramente che se fosse stato eletto un altro, la gente avrebbe seguito tanto il Papa? Io non ne sono per nulla persuasa e temo ciò che avverrà in un lontano futuro quando i nuovi fedeli maturi, la generazione “Ratzinger”, dovrà fare i conti con un successore che forse non avrà la stessa preparazione teologica.
    Il confronto non sarà solo con Giovanni Paolo,statene certi,anzi non illudetevi.
    Il confronto sarà con il predecessore o al massimo i due predecessori.
    Leggo che qualcuno già comincia a affermare che a aprile si parlerà di dimissioni.
    Visto che dai sacri palazzi non trapela più nulla, mi chiedo se chi ha fatto questa affermazione ha una palla di cristallo da consultare.
    Anche qui poche illusioni: Papa Benedetto non lascerà mai la barca della chiesa in avaria. Se poi i giornali parleranno di dimissioni non escludo qualche battutina di Ratzinger di fronte ai fedeli. Mai sottovalutarlo.
    Se qualcuno ha letto il discorso finale ai vescovi svizzeri, si sarà reso conto della sottile frecciatina lanciata alla segreteria di stato e alla sala stampa.
    Se Ratzinger si dimettà sarà solo per gravi motivi, per esempio una malattia invalidante e non certo perchè si è stancato del ruolo.
    Se si ammalasse non escludo che il suo essere così intelligente e responsabile lo induca a permettere l’elezione di un pontefice in grado di governare la chiesa.
    Ciao da Marianna.

    14 Novembre, 2006 - 11:53
  85. Marianna ognuno ha la propria idea di Papa e papato. Esporla non vuol dire odiare il regnante Pontefice. Di cui tutti siamo figli, visto che il Papa è padre di tutti gli uomini.
    Questo non toglie che sul tappeto continuano ad esserci dei problemi, e vanno affrontati. Cominciamo da Milingo, giovedì 16, e poi vediamo.
    Torno a ripetere che non condivido la provocazione di Bruno sulle dimissioni, Ratzinger morirà da Papa e non da “Papa emerito”. Per il resto, preoccupiamoci della Barca di Pietro. E che ognuno dica la sua.

    14 Novembre, 2006 - 12:06
  86. Leonardo

    Sul Foglio di oggi un bellissimo articolino a proposito delle irrisioni al papa e della sua presunta difficoltà di comunicazione.

    14 Novembre, 2006 - 12:46
  87. fabrizio

    A proposito di Foglio e Ferrara, ieri sera a Otto e Mezzo c’era ospite Giovanni Lindo Ferretti. Il suo ritorno al cattolicesimo , quello dei genitori, è un bell’esempio di controtendenza rispetto al caso Torsello (post di qualche giorno fa). Leggerò il suo libro con attenzione.

    14 Novembre, 2006 - 13:10
  88. Leonardo

    Sì, Ferretti è una personalità affascinante.

    14 Novembre, 2006 - 14:55
  89. A tonizzo: non sarò Richard Gere, ma hai sempre detto di amarmi…
    A tutti gli altri: le foto non mi rendono giustizia, in realtà sono alto, b iondo, snello e con gli occhi azzurri.
    A chi pensa che questo sia un papato di transizione ribadisco che nulla è eterno in questo mondo e che se davvero si crede nel Signore, si dev’essere anche convinti che Egli può operare tutto attraverso tutti, specialmente il Papa, anche in un solo secondo.
    A Maria Grazia: se sei davvero credente come dici, fa quest’opera buona e accetta l’invito a cena di tonizzo, altrimenti rischiamo di ritrovarcelo frate di clausura o, peggio, giornalista-sacderdiote come Baget Bozzo.

    14 Novembre, 2006 - 14:55
  90. Maria Grazia

    Grazie Fabrizio 🙂
    L’articolo è interessantissimo e ti sono grata per la segnalazione.Lo riporto qui:

    PAPALE, ANZI POP
    La satira prende di mira la sua incapacità di comunicare. Forse perché parla troppo semplice
    Nelle nostre famiglie cristiane si insegna ai piccoli a ringraziare sempre il Signore, prima di prendere cibo, con una breve preghiera e il segno della croce…perché educa a non dare per scontato il pane quotidiano???. Ecco, non è che sia sistemato per sempre il problema della fame nel mondo – la fame nel mondo, si sa, la sistemano alla Fao – ma senz’altro anche i bambini, e addirittura i loro genitori, avranno capito cosa ognuno può fare perché tutti possano avere “non il ‘mio’, ma il ‘nostro’ pane quotidiano???. Oppure, la famiglia: “E’ necessario pregare senza mai stancarsi e perseverare nel quotidiano sforzo di mantenere gli impegni assunti il giorno del matrimonio???. Oppure, il senso del giorno dei morti: la morte “non mostra più il ghigno beffardo di una nemica, ma come scrive san Francesco nel ‘Cantico delle creature’ il volto amico di una sorella???.
    Il Papa che parla difficile, il Papa inchiodato alla dottrina, il Papa da prendere in giro perché non sa comunicare, ammesso che abbia da dire. Questo è il Papa spesso adocchiato nelle chiacchiere giornalistiche, o in quella che in un tempo felice e perduto si chiamava “la satira???, dentro e fuori la tivù. Benedetto
    XVI invece, o il professor Ratzinger come talvolta lo si chiama, nelle brevi riflessioni proposte all’Angelus, o nelle udienze del mercoledì in cui da tempo
    conduce una catechesi semplice ed essenziale, parla della fede e delle cose
    con parole così semplici e cristalline – cioè che ci si può guardare in fondo – che persino a essere Maurizio Crozza lo si capirebbe.
    Come l’hanno capito i giovani radunati lo scorso anno a Colonia, a cui non sciorinò una riflessione astratta, ma disse: “La felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth… Vi ripeto oggi quanto ho detto all’inizio del mio pontificato: ‘Chi fa entrare Cristo nella propria vita non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande’???.
    Forse che vediamo la ragione?
    Forse Benedetto XVI sa spiegarsi in modo così semplice perché la vede, la semplicità. A un bambino che in piazza San Pietro, in uno strabiliante (per il tono dei contenuti) incontro con i ragazzi della prima comunione, gli domandò: “La mia catechista mi ha detto che Gesù è presente nell’Eucaristia. Ma come? Io non lo vedo!???, domanda che stenderebbe più di un genitore e di un teologo, rispose: “Sì, non lo vediamo, ma ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. Per esempio, non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la ragione???. E giudicate voi se l’affermazione stia molto più in basso di quelle di Ratisbona.
    E adesso prendetelo in giro, fa parte delle civili libertà. Ma state attenti a prendere di mira, almeno, la persona giusta. Perché poi finisce che per scherzare sul Papa tocca raschiare il barile del “panzer di Dio???, del dandy del dogma, del cattedratico imbalsamato che condanna tutto ciò che vede muoversi sotto il cielo di Dio. Invece, spesso, dice cose così aderenti al vero che le capirebbero anche i grandi, se non fossero sempre così impegnati a rafforzare gli stereotipi con cui non riesce più a nominare niente: vita, morte, addirittura la fame.
    Così, persino quando il Papa ha invitato a “trovare l’equilibrio tra l’interiorità e il lavoro necessario???, la frase è finita rubricata in Internet alla voce “notizie curiose???.
    Recenti sketch di qualità “dopolavoristica??? hanno fatto saltare la mosca
    al naso all’Avvenire. Paolo Martini sulla Stampa ha spiegato che quello che (dovrebbe) far ridere di Benedetto XVI è la sua incapacità di comunicare. Forse perchéparla troppo semplice.

    GRANDISSIMO ARTICOLO!Complimenti davvero a “Il Foglio” di Giuliano Ferrara.
    E’ molto facile prendere in giro il Papa(molto meno esponenti di altre religioni).
    Per quanto riguarda poi la presunta incapacità o difficoltà di comunicare di Papa Benedetto,io invito tutto a non scherzare.E’ un dato di fatto che Egli sia un grande comunicatore perchè innamorato di Dio.Prendetelo pure in giro,ma almeno evitate frasi fatte e banalità che sanno un pò di muffa.
    Un saluto particolare alle amiche Bianca e Marianna le cui parole condivido in maniera assoluta 🙂
    Saluti MG

    14 Novembre, 2006 - 14:56
  91. Maria Grazia

    Errata corrige:ringrazio Leonardo per la segnalazione dell’articolo de “Il Foglio” e Fabrizio per l’intervista di “otto e mezzo”.
    Grazie ragazzi 🙂
    Tonizzo,smetti di fare il geloso 😉

    14 Novembre, 2006 - 14:58
  92. Che rigida… Sto al telefono con Gianluca. Una bella parlata.

    14 Novembre, 2006 - 15:00
  93. Peccato che la telefonata sia stata breve perchè ad Antonino serviva la mano per scrivere…io c’ho provato a non fargli pubblicare nulla oggi…ma mi ha liquidato subito…Maria Grazia, siamo nelle tue mani

    14 Novembre, 2006 - 15:08
  94. Maria Grazia

    Nelle mie mani?Caro Gianluca,mi sa che non siete capitati esattamente bene 🙂

    14 Novembre, 2006 - 15:21
  95. Ringrazio Gianluca della telefonata, purtroppo mi ha beccato in un momento troppo pieno. Lo ringrazio perché le chiamate inattese sono sempre quelle più belle.

    14 Novembre, 2006 - 15:44
  96. Leonardo

    Tonizzo, mi capita ora di leggere un commento, che credo sia tuo, su Affari italiani, in cui difendi l’imitazione di Benedetto XVI fatta da Crozza, definendola “ferocemente intelligente”. Allibisco. A me è sembrata scadentissima sul piano tecnico e totalmente priva di intelligenza nel cogliere l’essenza del personaggio. Una cosa da spettacolino di dilettanti (tipo festa al campo parrocchiale). A parte questo, Crozza non ha i tempi, che per un comico sono quasi tutto.

    14 Novembre, 2006 - 17:13
  97. Sì, il commento è mio. Lo trovavo intelligente per la voglia di “umanizzare” un personaggio apparentemente distante. E feroce perché propone un Papa giocherellone, che vuole varare il concorso per le battute migliori, che non parla “dei colleghi più bravi”, e quant’altro.
    Continuo a ritenerlo erede di Noschese, della capacità di travestirsi e creare una caricatura. Tuttavia, il cuore del commento è altro: cioè il principio che non si usa la satira come attacco gratuito, e che se dobbiamo fare satira, facciamola a tutti quanti. Quello che ho scritto su questo blog, in questo post, un paio di giorni fa.

    14 Novembre, 2006 - 17:17
  98. 101. E con questo festeggiamo il botto! Siamo il post da record di tutto il blog.

    14 Novembre, 2006 - 17:17
  99. Allora, caro Maurizio, mettiamola così: un conto è fare satira sul Papa. Ma se la fai falla anche non tanto su Magdi Allam, quanto su Mahmoud Ahmadinejad Chissà come la prenderebbe un fine umorista che nel suo repertorio annovera questo cavallo di battaglia: “Israele va cancellato dalla faccia della terra???. E se vuoi continuare a fare satira sul Papa falla, siamo un Paese libero. Falla, sii feroce come sai essere, e bravo nei travestimenti. Ma non fargliela per una questione di “vicinanza???, semmai di bonaria ironia. O tutti o nessuno in collo a mamma…

    Leonardo, almeno su questo siamo d’accordo? E tutti gli amici del blog?

    14 Novembre, 2006 - 17:21
  100. Leonardo

    Ma certo, facciano pure. Sono contrario a qualunque censura (ma disapprovo che li paghino per quelle boiate). Non credo che accetteranno mai di fare satira contro soggetti ‘pericolosi’ o anche soltanto ‘di riguardo’. In linea generale, penso che essendo l’imitazione una forma di parodia richieda gli stessi presupposti, cioè essenzialmente un’adeguata comprensione dell’oggetto parodiato. Mancando la quale manca tutto. Per questo dico che la satira sul papa non è pane per i loro denti.

    14 Novembre, 2006 - 18:02
  101. fabrizio

    Concordo con Leonardo e lancio un appello a Lorenzo Tommasselli perchè riprenda la discussione su scrittura, digiuno e tradizione che nel post scorso mi stava appassionando.
    Lorenzo, dove sei?

    14 Novembre, 2006 - 18:15
  102. marta paola

    Gentili forumisti e garbatissimo autore,
    è già un po’che mi affaccio su questo sito ma pur leggendovi con piacere non ho mai trovato una giusta occasione per intervenire, ma poichè questa discussione ha battuto il record di interventi e nella stessa viene citato un personaggio a me particolarmente caro (Ferretti Lindo Giovanni) mi sono lasciata ehm..prendere la mano.
    Volevo poi chiedere a Fabrizio o Maria Grazia di chi è l’articolo del Foglio a cui si riferiscono.
    Saluti.

    14 Novembre, 2006 - 20:15
  103. Maria Grazia

    Effettivamente Crozza e Fiorello fanno imitazioni scadenti.Non so se avete visto “studio aperto” ma la falsa intervista di Fiorello a Don Georg non fa ridere nemmeno un pollo ubriaco e il Ratzinger di Crozza parte dal presupposto sbagliato:un Papa invidioso di un altro.Penso che l’invidia non faccia parte del vocabolario di Benedetto XVI anche perchè non ha nulla da invidiare ad alcuno.
    Crozza non umanizza il Papa (che peraltro non ne ha bisogno),ma lo ridicolizza,che è molto più grave.
    Lasciamo perdere le censure:usiamo il telecomando.

    ps i commenti sono molto numerosi perchè,piaccia o non piaccia,Papa Benedetto non lascia mai indifferenti 🙂

    14 Novembre, 2006 - 20:54
  104. fabrizio

    Benvenuta Marta Paola,
    l’articolo sul Foglio non l’ho segnalato io. Chiedi a Leonardo.
    Io ho visto solo l’intervista a Ferretti in Tv.
    Ciao
    Fabrizio

    15 Novembre, 2006 - 14:44
  105. Maria Grazia

    Ciao Marta Paola e bentrovata 🙂
    L’articolo del Foglio non era firmato nè da un giornalista del giornale nè dal simbolo dell’elefantino(in questo caso si tratterebbe di Ferrara).Io ho trovato l’articolo su internet e non posso escludere che sul giornale ci fosse in realtà la firma.
    Ciao MG

    15 Novembre, 2006 - 14:54
  106. marta paola

    Felice di essere la benvenuta, vi ringrazio e giro la domanda a Leonardo.
    a presto
    Mp

    15 Novembre, 2006 - 17:01
  107. Benvenuta Marta Paola. A proposito, avete visto come ieri sera si è detto che don Georg forse sarebbe stato vittima dell’estrapolazione di frasi da una sua converazione non ben specificata (io a quell’ora ero a fare spesa, non ho sentito bene)?

    15 Novembre, 2006 - 17:38
  108. Luigi Accattoli

    Aggiungo agli altri il mio benvenuto per Marta Paola, brindando ai 110 commenti per un post, che mi pare un buon segno di salute collettiva! In precedenza il post più commentato era stato quello intitolato Se Benedetto avesse interrotto la vacanza, del 25 luglio: 53 commenti. Al terzo posto: Quando Milingo faceva gossip con Satana, del 27 settembre: 47 commenti. Domani – come si può vedere nella pagina “Conferenze e dibattiti” – ci sarà il primo appuntamento esterno nato dal blog: avrò un incontro serale all’Augustinianum della Cattolica, a Milano, organizzato da Tonizzo. Durante la cena beremo alla salute di tutti voi. Luigi

    15 Novembre, 2006 - 18:46
  109. Ringrazio Luigi per l’annuncio e la mia modesta inclusione. E’ stato lui ad accettare amichevolmente l’invito.
    Se qualcuno di voi volesse essere presente, per me sarebbe una grande gioia. Non vi nascondo che sono un po’ emozionato…
    E con questo sono 112. Abarth… vediamo chi capisce la citazione

    15 Novembre, 2006 - 18:52
  110. marta paola

    X Tonizzo
    A 112 credo dell’Autobianchi .

    15 Novembre, 2006 - 20:32
  111. Mazzo di fiori a Marta.
    Perché La A 112, si sa, si trova solo nelle concessionarie Lancia-Autobianchi, diceva la pubblicità.
    Quanti ricordi evoca quel numero…

    15 Novembre, 2006 - 23:01
  112. marta paola

    grazie dei fiori!

    Ho trovato questo testo, l’autore è il teologo, filosofo e professore emerito presso l’Università cattolica di Lovanio Michel Schooyans.
    Il libro è arricchito da una prefazione dell’allora Cardinale Ratzinger.

    Una recensione del testo può esser trovata sul sito del SISDE a questo indirizzo: http://www.sisde.it/sito/Rivista18.nsf/efbc5228d556d6a9c1256b650038241e/56e6bc840eab4525c1256b950059adb2!OpenDocument&Click= qualcuno ne sà qualcosa?? Buona serata a tutti.

    Nuovo disordine mondiale

    Michel Schooyans – Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 2000

    Nell’ambito delle problematiche poste in essere dalla globalizzazione e in ordine ai temi di bioetica o di pianificazione familiare su scala mondiale, la divisione che vede contrapposti Chiesa e mondo laico è estremamente profonda e tocca le convinzioni più intime dei diversi schieramenti.
    In questo senso, il presente libro è un libro di “parte” e, se non dovesse bastare l’autorevolezza dell’Autore – dottore in filosofia, teologia e professore emerito presso l’Università cattolica di Lovanio, professore ospite presso numerose Università americane e membro presso prestigiosi Istituti internazionali a Roma, Bruxelles, Parigi e Washington, e le cui competenze spaziano dalla filosofia della politica alle ideologie contemporanee fino alle politiche relative alla popolazione – un valore aggiunto di peso non irrilevante può rinvenirsi nella prefazione del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Card. Ratzinger.
    Le tesi portate avanti da Schooyans, oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono dunque una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della “vita” e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di “dittatura mondiale” perseguita dai paesi più ricchi e che si avvale, nella visione proposta, di importantissimi strumenti politici quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’O.N.U., le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni ad esse collegate.
    Secondo l’Autore, il Nuovo Ordine Mondiale altro non è che il tentativo di imporre la “filosofia dell’egoismo” dei paesi ricchi ai paesi poveri o in via di sviluppo, ed il dominio di pochi su tutti gli altri.
    Sua peculiarità è la nascita di una nuova antropologia che spazzi via l’idea stessa di famiglia e di maternità, e la cultura che vi soggiace, al fine, solo presunto, di dare alla donna la possibilità di autorealizzarsi.
    In questo quadro, per Schooyans, la politica sanitaria delle organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’O.M.S., si traduce in un attacco a tutte le diverse forme di vita, fin dal suo primo insorgere, promuovendo, a livello globale ma poi specialmente nei paesi poveri o in via di sviluppo, le pratiche abortive, la contraccezione, l’eutanasia, la sterilizzazione.
    Tutte forme diverse attraverso le quali verrebbe portata avanti una politica di “riduzione del numero dei commensali alla tavola dell’umanità”, in nome di un “interesse superiore” che è un nuovo modo di dire totalitarismo, e che la storia ha già visto quando l’interesse superiore era quello della Razza, dello Stato o del Partito.
    Secondo il professore di Lovanio, tra i documenti più interessanti al riguardo, c’è il dossier NSSM 200, redatto nel 1974 su richiesta dell’allora Segretario di Stato americano Henry Kissinger, che analizza le implicazioni della crescita demografica mondiale per la sicurezza degli Stati Uniti d’America.
    Dal documento si evincerebbe, tra l’altro, l’azione di lobbing e la connivenza con i principali gruppi internazionali privati che si interessano di demografia e che agiscono tutti nel senso indicato dal NSSM 200. Scopo ufficiale di queste organizzazioni benefiche è quello di aiutare la donna e promuovere i suoi diritti e quelli della famiglia. Di fatto, Schooyans ritiene che queste cercano soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei “problemi” legati alla penuria di risorse e alla popolazione.
    L’ideologia sottostante che avrebbe avviato questa campagna di “pianificazione familiare, a livello mondiale”, del “genere” umano, è ad avviso dell’Autore una sorta di incrocio tra l’ideologia di tipo social-comunista alla Feuerbach (individui solo ingranaggi della collettività), di Marx (le identità nazionali devono scomparire a favore di un Nuovo Ordine Mondiale governato da una minoranza illuminata) e di Lenin (tecnocrati illuminati che creano una rete di organizzazioni internazionali al servizio della pianificazione umana), con l’ideologia liberale alla Malthus (teorico della sicurezza alimentare, per cui poveri e meno dotati vanno eliminati o non fatti nascere), Bentham (utilitarismo etico, per cui il povero, che non produce o non produce abbastanza e tuttavia pretende di consumare, sia vinto dalla concorrenza) e Galton (uno dei massimi teorici eugenetici, per cui è necessario favorire la trasmissione della vita solo tra i più dotati. Già applicata nella Cina popolare).
    Di fatto, agli individui viene attribuita una semplice “funzione” di ordine sociale che è data in relazione al “nuovo paradigma della sanità”.
    La sintesi è lo sviluppo di una nuova etica medica di cui l’OMS si sente la sola in grado di farsi carico e di rispondere, a nome di tutto il mondo.
    In questo risultato, contrario al mondo religioso, l’Autore vede la morte del giuramento d’Ippocrate, con delle regole a priori, generali, valide per tutti gli uomini ed il nascere di una nuova etica sanitaria che all’eguaglianza sostituisce l’equità, concetto variabile, stabilito di volta in volta dall’OMS e dalle pressioni dei suoi finanziatori. Questi ultimi stabiliranno le priorità a seconda delle risorse disponibili e dell’utilità dell’individuo all’interno della società.
    Questa nuova etica, prosegue l’Autore, secondo l’ex Gran Maestro di Francia Pierre Simon è stata messa a punto all’interno delle logge massoniche francesi.
    D’altra parte, gli stessi concetti di olismo e nuovo paradigma vengono propagandati nelle molteplici reti gettate dalla New Age. Le assonanze concettuali sarebbero talmente forti ed evidenti da non lasciare alcun dubbio.
    La New Age, poi, continua Schooyans citando la massima teorica e divulgatrice, Marilyn Ferguson, affonda le sue radici nella tradizione di fraternità mistica (rosacruciana, massonica ed ermetica) e deve liberare dalle vecchie costrizioni fondate sulla cultura e sulla famiglia.
    Questi sono, pertanto, nella visione di Schooyans, forse i veri burattinai a cui le stesse organizzazioni internazionali devono dare conto.
    Il professore di Lovanio ne fa discendere che, oggi, sarebbero in pericolo i diritti dell’uomo sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948. L’attentato alla loro integrità sarebbe già cominciato quando Boutros Boutros-Ghali ha cominciato a parlare di una loro possibile revisione in quanto, “i diritti dell’uomo sono, per definizione, dei diritti in continuo mutamento”.
    Ma se il diritto perde la sua generalità ed universalità e prende piede la specificità dei diritti, continua l’Autore nel suo ragionamento, siamo ai prodromi di una nuova e più pericolosa tirannia, il diritto cessa di essere un baluardo contro di essa e prende vigore una forma di positivismo giuridico analogo a quello che ha aperto le porte al nazismo.Viceversa l’uguaglianza di tutti, compreso il nascituro, è la cellula madre di ogni democrazia.
    Pertanto, suggerisce Schooyans, è necessaria ed urgente una politica che ponga alla base il recupero del valore fondante della famiglia – bastione inespugnabile contro ogni totalitarismo in quanto luogo per eccellenza dell’agire libero, dialogico, tendente all’accordo e al rispetto delle libertà altrui – e della condivisione del sapere (quindi mediante la cultura).
    Se questo non fosse possibile, avvisa il docente in modo molto forte, è doveroso resistere e, laddove necessario, disobbedire a queste nuove leggi che, in quanto ingiuste, sono illecite e pertanto non obbligano la coscienza dell’uomo.
    Il richiamo all’opposizione ad ogni tirannia, infine, ricorda l’unico caso di opposizione attiva permessa dalla dottrina tomista e accettata dalla Chiesa: il tirannicidio.
    Il libro di padre Schooyans risulta, pertanto, culturalmente “sovversivo”. È prodromico all’istigazione alla disobbedienza civile, facendo presagire anche la possibilità di opporsi attivamente a questo nuovo corso. Il saggio, d’altra parte, potrebbe essere archiviato come uno dei tanti testi contro la globalizzazione e la mondializzazione se non avesse, come illustre autore della Prefazione, il Card. Ratzinger.
    Se la forza esplosiva di questo libro è condivisa dalle massime gerarchie ecclesiastiche, questo significa che nei prossimi anni potremo assistere ad un confronto aperto, serrato e, dialetticamente, intenso, tra le due massime organizzazioni Mondiali oggi esistenti sul pianeta, l’O.N.U. e la Chiesa Cattolica.
    Forse è questo il terreno di un grande confronto destinato ad avere come centro la concezione dell’uomo, di ogni latitudine, ed i suoi inalienabili diritti, secondo la morale religiosa, dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.

    16 Novembre, 2006 - 23:01
  113. Luigi Accattoli

    Ringrazio Marta Paola per la segnalazione: appena tornato a Roma cercherò quel testo del cardinale Ratzinger, che ignoravo. Luigi

    17 Novembre, 2006 - 2:31

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