Quando Lucia s’impone ad Agnese

Manzoni 3. Dal terzo capitolo dei Promessi Sposi prendo questo capoverso dove Lucia si impone alla madre Agnese: “- Va’ a prender le noci per i padri, – disse Agnese. Lucia s’alzò, e s’avviò all’altra stanza, ma, prima d’entrarvi, si trattenne dietro le spalle di fra Galdino, che rimaneva diritto nella medesima positura; e, mettendo il dito alla bocca, diede alla madre un’occhiata che chiedeva il segreto, con tenerezza, con supplicazione, e anche con una certa autorità”. Ho visto più volte, nella mia famiglia d’origine, nella mia attuale e intorno, ragazze quasi silenziose che quando sono innamorate – e solo allora – si impongono ai genitori. Ultimamente ne ho sentita una che diceva, severissima negli occhi: “Nonna non ti permettere di parlare così di Francesco!” – Nei primi commenti altri spunti dal terzo capitolo che è quello di Azzeccagarbugli, delle noci e dei capponi.

9 Comments

  1. Luigi Franti

    Nipote bergogliana vs nonna vedova inconsolabile?

    21 Luglio, 2013 - 22:15
  2. Luigi Accattoli

    Tenerezza mesta e rabbiosa. “Il giovine si fermò d’improvviso davanti a Lucia che piangeva; la guardò con un atto di tenerezza mesta e rabbiosa, e disse: – questa è l’ultima che fa quell’assassino. – Ah! no, Renzo, per amor del cielo! – gridò Lucia. – No, no, per amor del cielo! Il Signore c’è anche per i poveri; e come volete che ci aiuti, se facciam del male?” – Qui segnalo “tenerezza mesta e rabbiosa”. Mi ricorda l’Ariosto dove racconta un’orsa che “sta sopra i figli con incerto core / e freme in suono di pietà e di rabbia”. I veri scrittori si inseguono nei secoli.

    21 Luglio, 2013 - 22:19
  3. Luigi Accattoli

    I capponi sur una tavola. “In questa, arrivò Renzo, ed entrando con un volto dispettoso insieme e mortificato, gettò i capponi sur una tavola; e fu questa l’ultima trista vicenda delle povere bestie, per quel giorno“. “Dispettoso insieme e mortificato” vale un racconto, ma i quattro capponi sulla tavola valgono di più.

    21 Luglio, 2013 - 22:20
  4. lycopodium

    E i commentatori come i polli di Renzo.

    21 Luglio, 2013 - 22:23
  5. Clodine

    “Tenerezza mesta e rabbiosa”; può la tenerezza essere, al contempo, rabbiosa? Sembrerebbe un ossimoro. Tenerezza e Rabbia, all’apparenza contrastano, a ben guardare sono agli antipodi. Ma se dovessimo immaginare un ipotetico colore in grado di codificare i due aggettivi tingeremmo la tenerezza di rosa e la rabbia di rosso. Ora, rosa e rosso hanno la stessa radice anzi, il primo non esisterebbe senza il secondo. Allora, seguendo la logica cromatica, si può considerare la tenerezza quella capacità dell’anima di trasformare, stemperare, diluire, attraverso una elaborazione profonda, psichica, la percezione delle cose, della vita, del mondo, fino a compenetrare il pensiero dell’altro, a capirne i sentimenti che lo muovono, a compatirne l’oggettiva illogicità. Un po’ ome un adulto farebbe con i capricci di un bambino. Credo che anche Dio, dall’alto, guardi i nostri peccati con tenerezza mesta e rabbiosa.

    22 Luglio, 2013 - 8:03
  6. Clodine

    I piccoli peccati, ovviamente, i peccatucci, quelli veniali. Ma dinnanzi a quelli gravi, pesanti,mortali, la “tenerezza mesta e rabbiosa” di Dio si trasforma in “irae” e la “Dies irae”. Tanto per

    http://youtu.be/8MQf-86ikvM

    22 Luglio, 2013 - 8:33
  7. discepolo

    Carissima Clodine, bellissimo il Dies Irae di Mozart , ma ancora umano e sopportabile, il Dies Irae più terrificante ed inquietante secondo me è quello di Verdi. Lì veramente senti l’irrompere del più che umano

    http://www.youtube.com/watch?v=8Mxt308Tbm0

    22 Luglio, 2013 - 14:18
  8. Clodine

    E’ vero, discepolo,volevo inviare quello di Verdi ..perché è veramente terrificante. Chissà perché all’ultimo momento ho optato per Mozart….Me lo sono anche chiesta
    Ma ora, senza indugio alcuno , vado ad ascoltare il Dies Irae Verdi….

    22 Luglio, 2013 - 20:19
  9. lorenzo

    Sì. Bellissimo e terrificante davvero, il Dies Irae di Verdi.
    E’ paradossale, in fondo, che subiamo in qualche modo il fascino del volto collerico e vendicativo di Dio. Ricordo quello che disse il cardinale Saldarini quando venne in parrocchia da noi parecchi anni fa: il Dio dell’Antico Testamento, in fondo, ce lo troviamo piu’ ” a misura” della nostra idea di Dio ( disse proprio così), mentre quello che viene svelato nei vangeli spiazza molto di piu'( qui però non ricordo le parole esatte). Nel primo caso, se non combino grandi disastri, posso sperare di scamparla…. ma col Vangelo, ” chi puo’ mai sapere? ” ” Eh, quel Matteo escatologico!!” concluse con quel fare ironico, quieto e sornione che era davvero formidabile. Caro Giovanni, che grande vescovo familiare.

    22 Luglio, 2013 - 20:50

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