Quattro Papi nel risultato di Cuba

Sono stato a Cuba, conosco la sofferenza di quel popolo e sono felice dell’annuncio di un inizio di pace tra l’isola di Fidel Castro e gli Usa. Felice anche del ruolo che in tale risultato hanno avuto i Papi: Giovanni con l’appello che aiutò Kennedy e Kruscev nel 1962 a fermarsi; Giovanni Paolo e Benedetto che hanno visitato Cuba nel 1998 e nel 2012, chiedendo la fine dell’embargo statunitense; Francesco che ha preso l’iniziativa di chiamare al tavolo i contendenti, offrendo la sua “casa” per l’incontro. Come ha fatto anche con Israele e Palestina e come spero possa fare cento volte.

10 Comments

  1. Marilisa

    Anche io sono molto contenta. Chi l’avrebbe mai detto?
    La Storia ha i suoi passi anche se lenti ( almeno ai nostri occhi).
    Viste in una prospettiva ampia le vicende si possono cogliere nel senso giusto di un ricomporsi graduale del progetto divino della Pace nel mondo.
    Almeno, a me piace vederla così la Storia dell’ Umanità. La mia è una Speranza.
    Ma è certo che gli uomini devono assumersi la loro parte in questo progetto, perché è verissimo che Dio e gli uomini camminano insieme più di quanto si possa pensare. Più di quanto possa apparire.

    18 Dicembre, 2014 - 14:06
  2. FABRICIANUS

    Caro Luigi gioiamo di questo avvenimento e permettimi: spezziamo una lancia anche in favore del bel lavoro svolto dalla Segreteria di Stato della Santa Sede.

    Un abbraccio.

    18 Dicembre, 2014 - 14:45
  3. Luigi Franti

    Sì, la ripresa delle relazioni diplomatiche tra due paesi è sempre una notizia positiva, ma l’enfasi dei giornali di oggi è abbastanza ridicola.

    Io sono invece molto impressionato da come la strage di Peshawar sia stata inghiottita, digerita ed espulsa in 24 ore. Non mi pareva una notizia come le altre, eppure …
    Beslan, che è l’unico fatto paragonabile a questo (almeno negli ultimi decenni), se ben ricordo suscitò una reazione più viva e un po’ meno effimera. È anche questo un segno di come in dieci anni la coscienza del mondo sia peggiorata?

    (E anche qui, chez Accattoli, mi pare che si sia parlato d’altro … )

    18 Dicembre, 2014 - 17:16
  4. discepolo

    Caro Franti, avevo scritto qualche giorno fa della strage dei bambini pakistani, ma come dici tu la notizia pare non aver suscitato alcun interesse qui nel blog di Accattoli. Sara ha postato un link a Vatican Insider dicendo che Franti e Discepolo dovrebbero accontentarsi. Strage archiviata!
    E noi invece che NON ci accontentiamo del “minimo sindacale” delle solite parole retoriche di circostanza e della completa indifferenza che ci sta sotto,
    possiamo meditare con Thomas S. Eliot
    Go , go go said the bird: human kind
    cannot bear very much reality
    (.. il genere umano non riesce a sopportare troppa realtà)

    18 Dicembre, 2014 - 20:40
  5. giorgio

    La diplomazia vaticana e’ il top della diplomazia. Da Angelo Roncalli abilissimo nunzio in vari paesi tra cui la Francia del primo dopoguerra a mons. Parolin che si sta dimostrando un ottimo segretario di stato, e’ una eccellenza di persone molto preparate che, lavorano, a piccoli passi come dice Francesco, per la pace. Anche nella questione di Saddam, la Santa Sede aveva avvertito il rischio di una guerra insensata come si e’ abbondantemente dimostrato in seguito.

    18 Dicembre, 2014 - 21:23
  6. giosal

    Cara Marilisa: “La Storia ha i suoi passi anche se lenti (almeno ai nostri occhi)”

    La presente notizia su Cuba allieta molti.
    Poi, da un’altra parte leggiamo che in Nigeria sono state rapite 185 persone, tra donne e bambini, con 32 morti. E da un’altra ancora sappiamo che in Irak sono state massacrate 150 ragazze yazide perché si erano rifiutate di sposare miliziani dell’Isis.
    Ma questo solo nell’oggi, ché ieri ci hanno detto dei bambini massacrati in Pakistan, poco tempo fa dei giovani fatti sparire in Messico…
    Da tali orrori noi restiamo scossi perché essi accadono oggi, mentre si vive. E, data la loro frequenza, cerchiamo perfino di scacciarli dalla memoria, per difesa o forse anche per egoismo.

    Ma non è solo la cronaca, è la storia che ci propone continuamente simili comportamenti terribili.
    Sappiamo che nell’antichità, e fino all’era moderna, intere comunità di schiavi furono impiegate in immani fatiche, come se avessero lo status di bestie, per costruire anche quelle che oggi appaiono “meraviglie” del genere umano: il Colosseo fu edificato da Vespasiano e Tito massacrando la popolazione ebraica, deportata come schiava dalla Palestina dopo la presa di Gerusalemme. Come conciliare il fatto che gran parte del turismo romano oggi vive del sangue versato da quegli schiavi? E la stessa storia ebraica, quella antica, è zeppa di massacri intestini.
    All’inizio dell’evo moderno Carlo V, il grande imperatore del Sacro Romano Impero, con i suoi lanzichenecchi fece marmellata della popolazione romana, (quella che non era riuscita a fuggire, ossia la più povera e debole) colpevole del fatto che il Papa, in quel momento, stava più per i francesi che per gli spagnoli.

    Così, a volte la storia – come giusto l’avvenimento di Cuba – ci fa tirare sospiri di sollievo. Altre volte, forse più frequenti, ci opprime di angoscia. Quasi che nel nostro percorso gioia e disperazione siano due facce inscindibili di una stessa medaglia.

    In più, quando non per fame, anche a seguito di tali orrori si mettono in moto trasmigrazioni bibliche che, come ha osservato Sara in altra parte, “fermarle è impossibile”.

    E tuttavia, anch’io penso che ciascuno di noi debba agire per la propria parte, per quanto possibile nel suo ambiente e, su su, fino a condizionare i piani più generali, consapevole dei passi lenti della Storia; consapevole – ed è la convinzione che mi appare di gran lunga più delirante – che siamo tutti fratelli. Perché veramente “Dio e gli uomini camminano insieme”.

    19 Dicembre, 2014 - 1:19
  7. Eugenio Spiletti

    Siamo lieti per tutte le implicazioni positive che deriveranno da queste decisioni. Resta però il problema dei diritti umani a Cuba.

    19 Dicembre, 2014 - 9:22
  8. Marilisa

    Caro giosal, è vero quel che hai detto. La Storia è lastricata fin dai suoi inizi di vicende di orrore e di sangue. Non per nulla, credo, nella Bibbia si vede subito Caino che uccide Abele. Simbolo, come ben sai, dell’uomo che uccide l’uomo, anzi il fratello; molto simile ad un qualsiasi animale che uccide altri animali in genere più deboli o che soccombono per un motivo o per l’altro ai predatori. In questo non c’è molta differenza fra l’uomo e gli animali senza ragione.
    Ne vediamo esempi sciagurati ogni giorno che passa, e ciò basta per farci gettare la spugna e dichiararci sconfitti. Ci basta per farci concludere, col pessimismo più nero, che sarà sempre così.
    Ma non è, a mio parere, una buona ragione per abdicare alla Speranza che ,invece, ci chiede di insistere nel credere che verrà giorno–chissà quando!– in cui la pace avvolgerà l’intero mondo degli uomini.
    In fondo l’uomo ha una razionalità che lo eleva al di sopra delle altre creature e che, vincendo l’inclinazione al male–io credo con l’aiuto di Dio–, può, a poco a poco, imporre la legge universale della pace e della fratellanza.
    Oggi sembra impossibile, lo so bene, ma bisogna considerare che se alcuni millenni di storia sono tanti ai nostri occhi, in realtà sono pochi se messi a confronto con il lunghissimo periodo della preistoria e con quello che dovrà svolgersi dopo di noi, che tuttavia non sappiamo quale durata avrà. L’impazienza è legittima nell’arco del breve svolgersi dell’esistenza di una persona.

    19 Dicembre, 2014 - 18:26
  9. Marilisa

    A me però sembra che, nonostante tutti i disastri che stanno succedendo in questo nostro periodo e che ci fanno inorridire, siano stati fatti non pochi passi avanti da quando l’uomo è comparso sulla Terra.
    Per questo ho parlato di lentezza, aggiungo quasi esasperante, della Storia nel fare dei progressi sulla strada della pace.
    Del resto,il cambiamento del “cuore di pietra” dell’uomo in “cuore di carne” non è cosa da poco, e vuole purtroppo il suo crudele tributo di vite umane perse (immolate?) nella conquista del bene immenso della pace fra gli uomini tutti.
    Intanto, ognuno deve (deve!) dare il suo contributo, come può, per edificarla, la Pace. Innanzitutto vicino a noi, com’è logico.
    Mettendoci la faccia e senza ideologie di nessun genere. Noi adulti, in qualunque ambiente ci troviamo, abbiamo il dovere di educare i bimbi e le nuove generazioni a coltivare la pianticella della fratellanza, senza frapporre limiti di alcun genere. Perché è fin dalla tenera età che si deve imparare la convivenza con i nostri simili anche nelle loro diversità.
    Mi pare che questo stia avvenendo oggi molto più di ieri. A dimostrazione che qualcosa sta davvero cambiando, anche se, come già detto, lentamente.

    19 Dicembre, 2014 - 18:29

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