Ratzinger, la scossa dei gesti e quella del messaggio

Un visitatore che si firma Francesco73 ha osservato in un commento, a proposito dei toni bassi di papa Benedetto, che “il nostro tempo non può fare a meno della scossa dei grandi gesti”. Non mi attendo grandi gesti da papa Ratzinger. Immagino che riuscirà comunque a scuotere il mondo con la concentrazione sul cuore del messaggio: Deus caritas est. Credo non vi sia messaggio più terremotante. Ma intuisco un dramma del tempo nel suo destino di papa. Egli avrebbe bisogno di una lunga stagione per la sua pedagogia dell’essenziale, ma non ne dispone, essendo stato eletto all’età in cui Wojtyla compiva vent’anni di pontificato. Non gli resta che scommettere sul tempo di Dio, che può essere lungo in una breve durata.

27 Comments

  1. Non capisco perchè si faccia ancora di tutto per fare èaragoni tra Benedetto XVi e Giovanni Paolo II. Per formazione umana, morale e dottrinale, Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger non possono essere Pontefici identici. Ma mi sembra irriguardoso nei confronti di entrambi metterli sul piatto della bilancia e cercare di capire chi abbia più peso. Come fa notare giustamente Accattoli, Benedetto XVI è stato eletto quando Giovanni Paolo II aveva già tagliato il traguardo dei 20 anni di Pontificato. E poi le sfide di questo tempo sono diverse rispetto a quelle del papato wojtyliano. Ma ove sta scritto che il Pontificato di Ratzinger debba essere per forza un Pontificato minore? Non è con i grandi gesti o con la voce alta che si pascia il gregge di Dio, ma con la Parola. Ridurre il papato di Wojtyla solo a coreografie e frasi ad effetto mi sembra riduttivo, ingiusto e quasi blasfemo. Pretendere che Benedetto agisca per eguagliare o superare il suo predecessore in chissà quale gara, lo considero ancora peggio. Il 19 aprile del 2005 il Cadinale Joseph Ratzinger, accettando l’elezione in conclave, sapeva di raccogliere un’eredità ricca e, al tempo stesso, impegnativa.
    Una chiamata che, con il nome di Benedetto XVI, non ha accolto come una sfida, per quanto mass media e opinione pubblica abbiano da subito accentuato il confronto con Giovanni Paolo II.
    Dichiaratosi «semplice e umile lavoratore» nella vigna del Signore, il nuovo Papa tedesco fin da subito si è richiamato al suo venerato e amato predecessore, ma non ha fatto nulla per imitarlo.
    Si è presentato per quello che è: un uomo umile, timido, dolce, che non vuole attirare l’attenzione sulla sua persona, ma sul messaggio derivante dal suo ruolo.
    Per quanto riguarda l’età, caro Luigi, mai porre limiti alla provvidenza: Leone XIII, eletto a 68 anni, avrebbe dovuto governare la Chiesa per pochi anni (all’inizio del ‘900 l’età media di una persona non raggiungeva i 75 anni) e invece volò in Cielo dopo ben un quarto di secolo di Pontificato.
    Lunga vita a Benedetto XVI!

    9 Luglio, 2006 - 23:12
  2. maria grazia

    Ora sarò al massimo della sincerità, senza reticenze.
    Caro Accattoli, spesso, nei decenni e nei secoli passati, lo Spirito Santo si è divertito a fare “simpatici scherzi” e papi, eletti per essere di tranzione, si sono rivelati grandissimi pontefici, più di altri più giovani e quindi più fortunati. Cito Giovanni XXIII che in soli 5 anni divenne il Papa più amato della tre quarti del novecento, ma ricordo anche Leone XIII, eletto già anziano per l’epoca (68 anni) ma morto all’età di 93 anni. Quindi non diamo per scontato che il Pontificato di Benedetto sarà poi così breve. Fino a quando lo Spirito Santo avrà bisogno della sua testa (e noi fedeli ne abbiamo tanto bisogno), ce lo conserverà in salute.
    In tutta onestà ho capito più della fede cattolica nell’ultimo anno che dal 1978 al 2005. Non è una critica a Wojtyla, ma per la mia formazione sta facendo sicuramente di più il suo successore.
    I cosiddetti toni bassi di Ratzinger, a più di un anno dalla sua elezione, hanno portato molti frutti.
    Esempio personale:
    2 aprile 2005: muore Wojtyla.
    10 aprile: giornali: chissà che cosa farà il prossimo Papa riguardo al referendum, chissà se Ruini troverà un alleato nel Pontefice neoeletto.
    10 aprile: Maria Grazia è convinta: andare a votare è un mio diritto, non mi astengo solo perchè me lo dice la Chiesa. Io farò di testa mia…
    19 aprile: elezione di Ratzinger. “Sono un semplice ed umile lavoratore…”.
    Maria Grazia: il più grande teologo vivente che si descive così?
    24 aprile: Ratzinger: “chi crede non è mai solo, che si dona a Dio riceve il centuplo…”.
    7 maggio: il Papa riafferma il valore della vita dal concepimento alla morte naturale (condanna implicita anche della pena di morte).
    Maria Grazia, per la prima volta nella sua vita, accetta l’aiuto del Papa, la sua parola e non va a votare al referendum. Solo un mese prima la cosa sarebbe stata pura fantasia…
    Grazie Papa Benedetto!!

    10 Luglio, 2006 - 6:59
  3. Francesco73

    Caro Accattoli,

    come avrà letto nel mio commento che con molta cortesia ha voluto riprendere, io sono tutt’altro che un critico di Benedetto. Ma – lo confesso – non mi piace troppo la sua tifoseria, soprattutto quando assume nei suoi confronti il tono premuroso/difensivo/protettivo o quando pare considerarlo il modello del “vero Papa” dopo qualche decennio di divagazione…
    Il riferimento ai grandi gesti lei lo ha colto assai bene, evdenziando il problema del fattore tempo. Che riguarda anzitutto l’anagrafe, ma anche il tempo come epoca, come stagione storica. La contemporaneità ha bisogno di essere colpita a pugni in pancia, ma non con le presrizioni di una morale, ma con l’implausibilità umana di una testimonianza e anche di una biografia. In questo senso non è indifferente chi ricopra gli uffici nella Chiesa, altro che papato come istituzione… “Signore, donaci pastori che sappiano inquietare la falsa pace delle coscienze”, dice quel bellissimo e inimitabile passo del canone ambrosiano. Papa Joseph lo fa e lo farà benissimo, ma – ripeto – occhio alla nostra voluttà dell’essenziale e dell’autoridursi. Noi non siamo Ratzinger, e c’è il rischio che ciò che egli declina santamente noi lo restituiamo perbenisticamente, ciò che egli afferma come Amore noi lo predichiamo come manuale di morale.

    10 Luglio, 2006 - 8:16
  4. Francesco73

    Inoltre, a tutti i ratzingeriani del blog, voglio dire di prendere l’autobiografia dell’allora Prefetto del Sant’Uffizio (“La mia vita – Ricordi 1927-1977, ed. San Paolo). Andate alle ultime due pagine, dove Joseph spiega il suo stemma episcopale e – in particolare – la leggenda e la metafora dell’Orso di Corbiniano. Quella è un bellissimo pezzo di letteratura, di spiritualità, le parole intense, profonde, suggestive di quest’uomo la dicono lunga sul suo spessore umano, sull’intelligenza e la cultura messe al servizio di una missione che coincide con la vita.
    Viva Benedetto, a al Padre chiediamo: “Tu illum adiuva!”

    10 Luglio, 2006 - 13:41
  5. Mah, sento un odore di papolatria che non trovo affatto degno di una fede adulta e matura. Se qui stiamo a fare paragoni tra Wojtyla e Ratzinger poveri noi.
    La Chiesa, disse Paolo VI, non è quella di ieri, o del futuro. E’ quella di oggi, cioè di ora. E noi amiamo non UN, ma IL Papa, cioè quella persona che viene chiamata da Dio a rappresentarLo in terra. Punto e basta, siamo servi inutili e dovremmo capire che la Chiesa non è stata Giovanni Paolo II né è Benedetto XVI: è stata ANCHE Giovanni Paolo II, è stata ANCHE Ratzinger, ma quell’anche è forse secondario. Penso che non è con divisioni tra ratzingeriani e wojtyliani (e allora quelli montiniani come me dove li mettiamo?) che sanno tanto di Coppi e Bartali che si fa la Chiesa, ma con un dialogo continuo su lei ed i suoi problemi.
    Giovanni XXIII era solito dire nei momenti di tensione: “Ma Angelo, scusa, chi è che governa la Chiesa? Tu o lo Spirito Santo? Allora se è così, vattene a dormire tranquillo”. Un saluto a tutti e viva il Papa, chiunque egli sia.

    11 Luglio, 2006 - 10:26
  6. Francesca Benucci

    Francamente sono davvero stufa di questi continui paragoni fra queste due persone, paragoni inutili, fini a se stessi, fuori luogo e anche di poco rispetto nei confronti di entrambi, che la loro formazione fosse diversa questo e’ sotto gli occhi di tutti basta approfondire un minimo la conoscenza di entrambi ed e’ lampante, ma confrontare sistematicamente quello che fa l’uno adesso con come avrebbe fatto, o lo ha fatto, in passato l’altro non mi sembra ne’ costruttivo, ne’ giusto a meno che sotto non ci sia l’intento di mettere in risalto l’uno a scapito inevitabilmente dell’altro e questo e’ ancora piu’grave e ingiusto, soprattutto alla luce del forte legame che univa questi due papi e che e’ sempre stato alla base della loro collaborazione a vantaggio di tutta la chiesa.
    Riguardo poi alla durata del pontificato di Benedetto XVI e alla sua fruttuosita’ non penso che questa possa essere legata alla durata piu’ o meno lunga del suo Pontificato,si possono fare grandissime cose e lasciare il segno anche in poco tempo e quest’uomo mi sembra che abbia ampiamente dimostrato quali e quante grandi risorse abbia e soprattutto come sappia farle fruttare. D’accordo e’ stato eletto all’eta’ in cui il suo predecessore celebrava ben vant’anni di Pontificato e con questo???? Vorrei ricordare che il Papa viene si eletto materialmente dai cardinali ma essi lo fanno su espresso desiderio e illuminazione divina, quindi se lo Spirito Santo ha illuminato i cardinali con questo nome evidentemente era quello piu’ adatto al bene della chiesa, quindi quello stesso Spirito Santo che lo ha voluto lo terra’ al timone della barca della chiesa, squassata dal vento delle ideologie, tanto quanto e’ necessario che ci stia, non credo abbia problemi di eta’ tempo o altro, a meno che non si voglia mettere in dubbio anche il potere del Divino Spirito.
    Se G.P.II aveva la forza nella sua innata gestualita’ Benedetto XVI ha l’innato dono della parola, le folle mi sembra si possano conquistare con entrambi questi doni e i numeri dei fedeli alle udienze, alle celbrazioni liturgiche o alle apparizioni pubbliche dell’attuale Papa mi sembra parlino da sole.
    Abbaimo un Papa infinitamente dolce, sensibile, che sa come parlare alle folle, che sa come porsi di fronte ai fedeli, che alla luce della sua infinita umilta’ (dote fra l’altro molto rara al giorno d’oggi!) fa di tutto perche’ tutti coloro che accorrono per ascoltare le sue parole mai perdano di vista che la centralita’ spetta a Cristo, all’amore che ognuno deve provare per lui e non a colui che lo rappresenta sulla terra, questa sua volonta’ di non essere al centro dell’attenzione molti la confondono con timidezza finendo per mettere in risalto che lui non sia a suo agio in mezzo alla gente o davanti alle telecamere, perdendo di vista quello che invece e’ la sua profonda convinzione e cioe’ che i fedeli devono sempre avere davanti a se’ il Signore, Gesu’ Cristo, non il Papa, essi devono essere “distratti” il meno possibile dalla centralita’ che nelle celebrazioni liturgiche spetta a Cristo, quest’uomo gli vuole ridare quella centralita’ che ultimamente aveva un po’ perso forse anche a vantaggio della figura del Papa, Benedetto XVI sta cercando di rendere tutti il piu’ saldi possibile nella fede, difendendo e mettendo in risalto i valori alla base della fede cattolica, reinsegnando, nelle castechesi, quelle che sono le basi del nostro catechismo, che molti hanno dimenticato e che altri forse non hanno mai imparato.E’ stato definito come intransigente, come inquisitore, come colui che castiga, che rimprovera, che punisce, invece appena eletto ha scritto un’enciclica sull’amore e tutte le volte che parla lo fa con una affabilita’ e dolcezza infinita, anche quando puntualizza e difende “i principi non negoziabili” lo fa con pacatezza con misura, ma attenzione questo non e’ sininimo di mancanza di forza o di debolezza, Benedetto XVI sa bene che due gocce di miele danno piu’ frutti di mille bacchettate. E’ il Pastore mite e fermo della chiesa e queste due parole sono alla base della sua ideologia papale.
    Sono convintissima che questo pontificato non sara’ per niente un pontificato di transizione verso un altro piu’ lungo e magari migliore questo sara’ un Pontificato fruttuoso, che rinsaldera’ la fede della gente, che rimettera’ Cristo al centro perche e’ questo il suo posto, che sapra’ rendere la chiesa piu’ forte, questo Papa guidera’ la barca della chiesa in un porto sicuro, sara’ un pontificato che lascera’ il segno nel nome di Benedetto XVI.
    Francesca

    11 Luglio, 2006 - 19:25
  7. lella

    Ciao Tonizzo, qui non c’e’ il gusto di fare continui paragoni.
    so benissimo che e’ lo Spirito Santo che governa la chiesa e non un papa in un certo momento storico, ma tu devi capire che quando si vuole bene ad una persona, ad un papa, si ha la tendenza a proteggerlo contro chi lo maltratta o lo denigra. nell’ultimo anno ben poche voci si sono levate a difesa di Benedetto XVI. tutti, o quasi, i vatinisti erano e sono a favore di Wojtyla. chi deve difendere Ratzinger se non i fedeli che gli vogliono bene? ti assicuro che io farei volentieri a meno di prendere le difese di papa Ratzinger, pero’ poi leggo interviste come quella di stamattina di Accattoli a Navarro e mi vengono i sorci verdi. noi che conosciamo il pesniero del nostro ospite possiamo anche comprendere le seguenti domande:

    Accattoli: Non sarà che lei ha provato a continuare il suo lavoro con il nuovo papa, ma ha dovuto mollare perché non aveva abbastanza da raccontare?

    Navarro: «È esattamente il contrario. La sfida di raccontare il pontificato di Benedetto XVI in questa prima parte del secolo XXI è tale da far rabbrividire. Un papa che ama le donne e gli uomini di questa tarda modernità ma che tiene particolare conto delle loro intelligenze, delle loro capacità di capire. Per questo si azzarda a pensare insieme con loro e per loro. La ricchezza che si trova nelle sue parole è affascinante».

    Accattoli: Lascia il posto a un religioso: non è un regresso per l’immagine vaticana nel mondo?

    Navarro: «Penso che il nome di questo lavoro sia solo uno: professionalità. Se questa viene onorata, in poco tempo si capisce che è indifferente lo stato civile: uomo o donna, laico o prete. Il mondo dell’informazione ha idee precise su quanto chiede alla Santa Sede: vuol sapere che cosa si fa qui, e perché si fa. Soprattutto il perché di quello che si fa. Il resto viene da sé».

    …ma chi legge queste due domande che cosa deduce?
    1) Ratzinger è un papa noioso, che non fa nulla dalla mattina alla sera;
    2) Ratzinger sta facendo passi indietro nella gestione della chiesa.

    questa e’ stata la sensazione di mia madre quando poco fa ha letto l’intervista.
    e’ contro questo atteggiamento dei giornalisti che io mi batto e mi battero’ sempre anche a costo di sembrare faziosa.
    viva il papa!

    12 Luglio, 2006 - 5:20
  8. lella

    grazie francesca, grazie davvero di cuore per le tue meravigliose ed attente riflessioni!!
    per chi volesse leggere la nomina di padre lombardi sotto un altro punto di vista:
    http://www.korazym.org/news1.asp?Id=18378
    saluti.

    12 Luglio, 2006 - 8:03
  9. jenny68

    Condivido con te carissima Francesca quello che hai scritto e ti ringrazio anch’io per la tua analisi molto attenta ed accurata!!!!!! Voglio comunque esprimere il mio disappunto per questa deprecabile abitudine di mettere a confronto due persone che proprio perchè così diverse nel carattere e quindi nel modo di essere erano complementari l’uno dell’altra. Adesso basta rischiate di far diventare Giovanni Paolo II una figura ingombrante la chiesa non ha avuto solo lui come Papa! Papa Benedetto merita rispetto soprattutto !!
    Io con Benedetto xvi ho ritrovato la mia fede e per quanto mi riguarda sarò sempre al suo fianco!!!!
    grazie

    12 Luglio, 2006 - 12:21
  10. Lella, detto un po’ fuori dai denti credo che il Papa sia adulto, vaccinato e capace di difendersi da solo.
    Quanto a Navarro e l’impressione che ritrae dall’intervista di Accattoli, noto solo che anche lui amava quello star system vaticano che ruotava attorno all’appartamento di Giovanni Paolo II, e che ora è definitivamente tramontato.
    Facile constatarlo, questo Papa è antitelevisivo, meno urlato e presenzialista. Posso dirlo? Mi sta meglio, pur non condividendo alcune sue idee. E anche se questo rende il lavoro di chi prova a scrivere di Vaticano più difficile, perché di notizie ne circolano davvero poche rispetto al passato, non importa. Era ora che si parlasse più di Dio che del Papa.
    Credo che la linea di tendenza di Ratzinger sia chiara: una Curia servente del Pontefice, non presenzialista, attenta alle cose divine che del mondo. Era ora.
    Piuttosto, lancio una provocazione: Don Dziwisz, oggi cardinale, nominato da Benedetto XVI, parla solo e soltanto di Giovanni Paolo II. Non gli ho mai sentito dire qualcosa su Ratzinger. Significativo, no?

    12 Luglio, 2006 - 14:01
  11. Lella, un’ultima cosa a proposito di Accattoli:
    1. Navarro non dice che il Papa è noioso. Anzi. Ne parla come di una persona aperta al dialogo col prossimo, che cerca di penetrare nell’intimità degli animi e non sloganeggia in megariunioni di piazza.
    2. Navarro dice che uomo, donna, laico o prete non fa né caldo, né freddo al mondo nell’apprendere le notizie del Papa. Credo che sia stato abbastanza chiaro.
    Scusami, ma credo tu abbia travisato le idee di Navarro. Sempre dell’idea che i giornalisti siano tutti faziosi?
    Un’ultima cosa: se vuoi bene a qualcuno gli dici quello che pensi. Per quello che mi riguarda, ho scritto quando mi sono trovato d’accordo e quando no con il Pontefice. Non ambisco alla direzione di Avvenire o dell’Osservatore, e Accattoli è saldamente in sella 🙂 Quindi mi posso permettere questa libertà. Che per qualche fedele un po’ troppo baciapile è faziosità. E che per me è sostanziale rispetto di qualcuno. Anche di te che mi leggi.

    12 Luglio, 2006 - 14:08
  12. lella

    Ciao tonizzo, in realta’ non ce l’avevo con navarro ma con accattoli. le risposte di navarro sono inappuntabili. mi permetto di dire solo che è il nostro ospite a porre domande che hanno in se’ un risvolto negativo per ratzinger. se io chiedo ad una persona se lascia un determinato incarico perche’ non ha nulla da dire, lascio intendere al lettore di sapere qualcosa e quindi indirizzo la risposta…o no? saluti.

    12 Luglio, 2006 - 15:45
  13. Il nostro ospite fa il suo mestiere, quello di porre domande scomode. E’ suo dovere. Sennò sono interviste sdraiate, cioè inutili per chi le legge, buone solo per l’intervistato che così sfoga il suo ego e si prende la vetrina. E non mi pare che Accattoli ne abbia bisogno per fare carriera.
    Il mestiere del giornalista è questo. Quello del fan sfegatato un altro.

    13 Luglio, 2006 - 9:02
  14. Dimenticavo. Ovviamente buona giornata a Lella e tutti voi.

    13 Luglio, 2006 - 9:05
  15. maria grazia

    Buona serata a tutti.A me pare che il problema di tanti giornalisti,non parlo di Accattoli naturalmente,sia quello di non sapere accettare che Ratzinger con la sua flemma e apparente antitelevisività,sia capace di attirare folle esagerate anche laddove non te le aspetteresti.Il Papa gestuale,per me mediatico,ha lasciato il posto al Papa teologo e sembra che a nessuno importi della diversità di carattere,a nessuno tranne che agli addetti ai lavori.

    13 Luglio, 2006 - 15:53
  16. Luigi Accattoli

    Non c’è conoscenza se non nel paragone e il confronto di un papa con un altro è un punto di partenza inevitabile per un primo accostamento, oltre che una regola ineludibile della comunicazione di massa. La questione non è se sia legittimo il paragone, ma come lo si conduce e a che cosa sbocca. Questo almeno è il mio atteggiamento nell’usare tale procedimento, al quale nesun giornalista può sottrarsi, perchè noi scriviamo per un pubblico indifferenziato e vastissimo, che conosce più l’altro che questo papa. Se è lecito raccordare le cose piccole alle grandi, quando paragono un papa a un altro mi ispiro alla storia del Pastor, scuola esemplare ci comprensione delle vicende del papato: essa è tutta un paragone, nel pieno rispetto dell’individualità di ogni papa. Egli usa il confronto non per stabilire graduatorie, ma per cogliere le specificità.
    Sono lieto di ogni parere che mi arriva. Grazie alla schiettezza di Lella e alla simpatia di Tonizzo.
    Luigi Accattoli

    14 Luglio, 2006 - 8:16
  17. lella

    Grazie a Lei, Accattoli, per l’ospitalita’.
    Lella

    14 Luglio, 2006 - 9:35
  18. jenny68

    Cara Mariagrazia condivido quello che dici. Infatti, questa è una opinione del tutto personale, non è necessario essere mediatici per ” attirare” è un modo di esprimersi un po’ brutto ma rende l’idea, le folle. La cosa che ha colpito me a parte è ovvio la preparazione teologica di Ratzinger è proèprio questa la capacita’ di parlare direttamente al cuore delle persone senza tanti gesti e senza troppa televisione. Per me è l’essenziale che conta e quindi il suo modo di presentarsi e di parlare cosi’ pacato ma incisivo. Riguardo al confronto fra i due Papi, capisco le esigenze giornalistiche e di informazione, ma, spesso se ne fa un uso eccessivo e forse distorto per danneggiare ora l’uno ora l’altro e questo sinceramente non è informazione.
    grazie

    15 Luglio, 2006 - 14:24
  19. Maria Grazia

    Bentrovata Jenny e buona domenica a tutti :-))
    Devo confessare a te ed agli altri amici che a volte il trattamento che certi giornalisti riservano a Papa Benedetto mi lascia davvero intedetta.
    Prendiamo per esempio la telecronaca di Fabio Zavattato di questa mattina,da Les Combes.Sono rimasta a dir poco allibita:il vaticanista rai soprapponeva la propria voce a quella del Vescovo di Aosta e poi a quella del Papa.
    Non credo che i telespettatori siano interessati al pensiero di Zavattaro ma semmai a quello del Pontefice,sia quanto è espresso in italiano sia quando il Papa saluta in altre lingue che vanno tradotte.Questo è l’unico servizio che io,da fedele,chiedo alla Rai.
    Fabio Zavattaro non ha evidenziato il massiccio numero di fedeli accorsi all’Angelus.Come mai?Paura di fare paragoni,questa volta favorevoli a Ratzinger?Non sono per niente soddisfatta e francamente mi sono stufata delle telecronache di Raiuno e dalla prossima settimana mi trasferisco da subito,armi e bagagli,su telepace e sat2000.Per un pò la corda si può tirare ma a un certo punto si spezza.Saluti.

    16 Luglio, 2006 - 12:42
  20. Luigi Accattoli

    Sinceramente la telecronaca del collega Fabio Zavattaro, in dialogo con Navarro-Valls, non mi era sembrata così male. Anzi l’avevo trovata buona. Non c’è anche uno sport a sparlare dei giornalisti? Zavattaro avrebbe paura a dire che c’è tanta gente perchè così ci scapiterebbe papa Wojtyla? La trovo un’idea divertente, tanto più che ha fatto notare ripetutamente la presenza di gente venuta da fuori regione e fuori Italia, commentando il cartello con su scritto “Colonia” e così via.
    Saluti a tutti. Luigi Accattoli

    17 Luglio, 2006 - 9:11
  21. Maria Grazia

    Gentile Luigi,
    qui ci troviamo in disaccordo.Non c’è alcun intento polemico da parte mia nei confronti dei giornalisti in generale.Infatti,ho trovato ottimi i servizi su Papa Benedetto del tg2,deltg3,del tg4 e di Sky.
    Non ho invece apprezzato affatto Zavattaro perchè quando il Papa parla in tedesco,mi aspetto che vengano tradotte le sue parole e non che gli si parli addosso ricordando che l’anno scorso è stato a Colonia(lo sappiamo tutti)e che a settembre sarà a Monaco.Saluti.

    17 Luglio, 2006 - 11:56
  22. Se Zavattaro non piace si può sempre cambiare canale. Mi sembra che si faccia un tiro al giornalista un po’ gratuito, visto che servono addetti all’informazione e non tifosi sfegatati di questo o quel Papa. Saluti…

    17 Luglio, 2006 - 16:15
  23. Maria Grazia

    Ciao Tonizzo,non servono nemmeno detrattori di questo o quel Papa.Quando vedrò equilibrio fra i wojtyliani e i ratzingeriani non proferirò più nemmeno una parola.Saluti.Maria Grazia.

    18 Luglio, 2006 - 5:38
  24. jenny68

    Cara Mariagrazia purtroppo devo darti ragione!!!!!! Sara’ difficile almeno per ora, trovare giornalisti imparziali ed obbiettivi nel commentare e nel presentare la figura di Benedetto XVI ed il suo modo di esprimersi e di porsi alla gente. Purtroppo, i suoi detrattori sono molti e di questo dobbiamo farcene una ragione; infatti già dalla sua elezione le critiche furono feroci se ben ti ricordi certo non tutti i giornalisti lo furono, ma, la maggior parte sì. La cosa che ora a certa gente ed a certa stampa ripeto non tutta, da fastidio è proprio che nonostante tutto la folla agli Angelus , alle celebrazioni ed alle udienze è in costante aumento questo sta a significare, che per fortuna la gente ragiona con la propria testa e soprattutto con il proprio cuore. Per quanto mi riguarda è da quando è stato eletto Benedetto XVI, che la sottoscritta, segue gli Angelus domenicali, le udienze e le varie celebrazioni e viaggi, su Telepace o su SAT 2000.
    saluti e grazie

    19 Luglio, 2006 - 11:02
  25. Criticare non è detrarre, visto che in questo campo chi eleva una critica quasi sempre ha il buonsenso di documentarsi prima di decidere, Vaticano II alla mano, ognuno ha il diritto di dire la sua ed elevare ragionevoli puntualizzazioni, non ci sono posizioni aprioristiche. La Chiesa è grande proprio perché ognuno può esprimere la sua. Se a me certe cose non vanno posso dirlo. L’obbedienza cieca, pronta, e assoluta appartiene ad altre ‘parrocchie’, non al cattolicesimo.

    19 Luglio, 2006 - 11:20
  26. zavatta

    Cara Maria Grazia,
    visto che mi chiami in causa, sono Fabio Zavattaro, ti rispondo direttamente. Mi accusi di parlare sopra alle parole del Papa e soprattutto di non tradurle. Ma cosa dovrei tradurre? Il Papa che dice: saluto cordialmente i pellegrini e fedeli di lingua inglese, francese, tedesca ecc., venuti qui a Les Combes…
    O non è più interessante ascoltare la voce di un protagonista come Joaquin Navarro Valls che si sofferma a parlare di Benedetto XVI.
    Quanto poi al numero di fedeli, forse ti è sfuggito il fatto che ho parlato di bus e macchine arrivate fin dalle prime ore del mattino, di gruppi venuti da diverse città e dalla francia e dalla Germania (e non solo da Colonia come recitava lo striscione); ti è sfuggito il fatto che ho raccontato del viaggio di una cinquantina di suore partite da Nizza alle 5 del mattino e di 1.500 giovani di CL venuti da una località poco distante, i primi perchè altri 800 saranno domenica prossima a Les Combes. E mi fermo qui.
    Non sono polemico con te, Maria Grazia. Anzi ti ringrazio perchè le critiche sono sempre costruttive ed aiutano a migliorarsi, se si ha l’umiltà di accettarle. Ma forse questa volta sei stata un po’ distratta e ti sei persa anche la rapida sintesi che ho fatto dei saluti in varie lingue dicendo appunto che il Papa si soffermava a salutare i vari gruppi augurando buone vacanze. Ho persino annunciato, fecendolo ascoltare per intero, cioè senza parlarci sopra, il saluto in dialetto valdostano: questo però non sono stato capace di tradurlo, lo confesso.
    Grazie comunque di avermi seguito e, soprattutto, di non aver cambiato canale. Continua, se puoi e se vuoi, a seguirmi nelle prossime dirette, anche dalla Germania: vedrai che parlerò sopra il Papa solo per tradurre le sue parole. Un saluto e un augurio

    19 Luglio, 2006 - 19:07
  27. Maria Grazia

    Gentile Zavattaro, La ringrazio per la risposta. Mi scuso per non avere risposto prima ma solo ora mi viene fatta notare la presenza del Suo post.
    Effettivamente lo ammetto:sì,per me è molto più interessante sentire la traduzione dei saluti di Papa Benedetto piuttosto che le dichiarazioni di navarro che sarà stato un protagonista del passato,ma ora ce ne sono altri,a cominciare dal “nuovo” Papa.Speriamo di potere seguire per intero il viaggio in Germania di Papa Ratzinger anche su Raiuno.
    Grazie dell’attenzione.
    Maria Grazia

    25 Luglio, 2006 - 16:57

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