Ratzinger: “Non ti comprendo, Signore”

Per l’audacia del papa che prega, da me guardata come uno dei doni che ci vengono da Benedetto XVI (vedi post del 12 e 19 settembre), segnalo un passaggio dell’udienza di mercoledì 27. Parlava dell’apostolo Tommaso che dice a Gesù (Giovanni 14): “Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?” e così la commentava: “La sua domanda conferisce anche a noi il diritto, per così dire, di chiedere spiegazioni a Gesù. Noi spesso non lo comprendiamo. Abbiamo il coraggio di dire: non ti comprendo, Signore, ascoltami, aiutami a capire. In tal modo, con questa franchezza che è il vero modo di pregare, di parlare con Gesù, esprimiamo la pochezza della nostra capacità di comprendere e al tempo stesso ci poniamo nell’atteggiamento fiducioso di chi si attende luce e forza da chi è in grado di donarle“. Papa Benedetto considera un suo compito insegnare la franchezza della preghiera.

39 Comments

  1. Maria Grazia

    Sono d’accordo:il compito di Benedetto è proprio questo.
    Insegnandoci a parlare a Dio come ad un Padre e non ad un Giudice,ci aiuta a capire che il Cristianesimo non è un insieme di privazioni,ma un incontro personale con Gesù.Credo però che il compito del Papa sia assai arduo anche perchè per sentire certe parole occorrerebbe diffondere Telepace in tutte le case.Non ho trovato cenni sull’udienza generale nè ai telegiornali mè,tanto meno,sui giornali di giovedì.

    29 Settembre, 2006 - 13:00
  2. E’ veramente un’espressione molto bella. La spiritualità di Benedetto XVI, con questa trepidante tenerezza, sembra molto, molto adatta a parlare agli uomini di oggi. E se non parleranno gli uomini, cara MariaGrazia, parleranno le pietre (Luca 19,40).

    29 Settembre, 2006 - 16:28
  3. Luisa Buhler

    Ogni qualvolta ascolto Papa Benedetto pregare ,sono impressionata ,commossa .
    Quest`uomo così colto,intelligente,sommo teologo, quando prega mi sembra un bambino che si rivolge fiducioso al Padre . Il suo sguardo così riempito d`amore ,così tenero e luminoso mi commuove.
    E la franchezza,sapere essere davanti a Dio,nudi, avendo lasciato cadere le nostre maschere, i nostri abiti talvolta troppo stretti,le nostre corazze difensive, osare aprire il nostro cuore ,accettare i nostri limiti , le nostre debolezze , ammettere la nostra incapacità di comprendere davanti a certe prove , ritornare a essere dei bambini che chiedono aiuto perchè da soli non ce la fanno.Consegnarsi fiduciosi nelle mani di Dio.
    Quando prega con noi, l` intima comunione di Papa Benedetto in Dio è così evidente che mi sembra palpabile ,se oso esprimermi così . Ascoltandolo ,pure io mi sento trasportata, come un pò più vicina a Cristo !
    Saluti, Luisa

    29 Settembre, 2006 - 19:55
  4. jenny68

    cara Mariagrazia, condivido a pieno il tuo commento e purtroppo la cosa piu’ imbarazzante e che i giornali cercano solo di carpire e di evidenziare non tanto gli insegnamenti di papa Benedetto, ma soltanto le frasi che possono provocare malintesi e rivendicazioni vedi Regensburg; mentre i veri giornalisti, dovrebbero dar risalto di tutte quelle parole e frasi di papa Benedetto che racchiudono profondi significati ed insegnamenti.

    29 Settembre, 2006 - 20:04
  5. Francesca Benucci

    ” All’inizio dell’essere cristiano non c’e’ una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che da’ alla vita un nuovo orizzonte e con cio’ la direzione decisiva “.
    Qui c’e’ tutto Benedetto XVI non solo perche’ sono Sue sante parole, ma perche’, secondo me, queste parole racchiudono tutta la Sua profonda spiritualita’, la centralita’ del Suo pensiero, il Suo modo di porsi in rapporto col divino.
    Con infinita dolcezza, con semplicita’, con franchezza sempre si rivolge ai fedeli perche’ tutti possano capire i Suoi messaggi e dopo una riflessione li possano fare propri, perche’ possano capire quindi condividere quindi mettere in mettere in pratica i Suoi insegnamenti.
    E’ una persona dolcissima mite ma al contempo anche ferma e decisa che sa trasmettere sempre i propri sentimenti e sensazioni forse perche’ non si cura di nasconderli, ecco perche’ vederlo assorto in preghiera ti fa quasi tastare con mano la Sua totale dedizione, il Suo completo trasporto, il Suo infinito abbandonarsi con fiducia a quel Dio che e’ amore e che nel Suo infinito amore ci ha regalato questo santissimo Pontefice!!!!!!
    Condivido anche la delusuione e l’amarezza in riferimento al poco spazio che le parole di Sua Santita’ trovano o meglio lo trovano solo in alcuni casi…….!!!!
    Saluti. Francesca

    29 Settembre, 2006 - 21:45
  6. Luigi Accattoli

    Carissime Jenny e Francesca e tutti voi che visitate queste stanze, il mio blog è nato anche per dare rilievo alle parole di papa Benedetto che non interessano al sistema dei media. Grazie dell’aiuto che mi date a mantenere affilata questa intenzione. Luigi

    30 Settembre, 2006 - 9:51
  7. Luisa Buhler

    Ma chi altri che i vaticanisti dovrebbero sentirsi investiti del compito di dare rilievo alle parole del Papa ? Non aspetto ciò dalla stampa in generale ,ma ogni giornale sembra avere il suo vaticanista …allora perchè non cominciare da voi ,invece di perdersi in vane polemiche, rumori di sotto fondo, commenti partigiani non sempre simpatici ? ( Quando scrivo non penso a lei ,signor Accattoli)
    Non nego ai vaticanisti il diritto di dare la propria opinione ma perchè non consacrare un pò più di spazio alle catechesi del Papa, alle sue parole, al suo insegnamento ? Almeno che questo non faccia parte del vostro “cahier des charges “,che non sia questo ciò che vi è domandato.
    Mi è sembrato capire che non è necessario essere credente per essere vaticanista, già questo potrebbe essere un`inizio di spiegazione…
    Allora in che cosa consiste il contributo del vaticanista in un giornale ?
    Di quale e quanta libertà egli dispone ? Dipende dal colore e orientamento del giornale ?
    Scusi ,queste domande,signor Accattoli,ma conosco molto male questo mondo mediatico,e queste domande me le sono poste sovente. La ringrazio per i suoi schiarimenti,se desidera farlo . Cari saluti, Luisa

    30 Settembre, 2006 - 10:25
  8. Maria Grazia

    Cari Amici,oggi più che mai dobbiamo stare vicini con il pensiero e la preghiera al Santo Padre.Il messaggio video del vice di Bin Laden è una gravissima offesa alla Chiesa intera e soprattutto al Papa.Mi dispiace moltissimo perchè non vedo alcuna solidarietà intorno a lui.E’ stato definito ciarlatano,impostore,anticristo e nessuno,dico nessuno,ha detto una parola.Ma in che razza di mondo viviamo?In quale società che si definisce civile può accadere una cosa del genere?Il Papa viene insultato e minacciato e a noi sembra normale?Stiamo al gioco per paura?Per interesse?Per opportunità?Mi sembra che ormai non ci sia più niente da fare:ormai siamo talmente addormentati che nessuna offesa ci tocca più.Pensiamo solo a noi stessi e della parola del Papa non ci importa un fico secco.
    La china che abbiamo preso,noi occidentali,è pericolosa e quando ce ne renderemo conto sarà sicuramente troppo tardi.

    NON E’ IL PAPA IL TERRORISTA.
    Lo vogliamo capire oppure no?Non è lui che non vuole dialogare con l’islam,lo capiamo o no?Quanto sento Lucio Brunelli dire al tg2 candidamente che il terrorista di turno mai e poi mai ha usato toni del genere con il predecessore di Ratzinger,perchè il Papa polacco godeva di stima nel mondo islamico,mi sale il sangue alla testa.
    E’ quindi colpa di Ratzinger,caro Brunelli?E’ colpa sua se viene attaccato?Non si nasconda dietro ad un dito,parli chiaramente.Brunelli è lo stesso che in Baviera rimarcò il fatto che Papa Benedetto è nato a pochi km dalla casa natale di Hitler,e allora?
    Non ci accorgiamo che i terroristi vogliono dividere i cristiani in wojtyliani e ratzingeriani?
    Diciamocela tutta:forse se un Papa viene attaccato da un terrorista del genere,significa che ha colto nel segno,non vi pare?Non viene in mente a nessuno che gente del genere apprezza solo chi sta zitto e non difende le proprie ragioni?Queste persone apprezzavano veramente Papa Wojtyla oppure si compiacevano soltanto del suo silenzio?
    Per fortuna oggi non escono i giornali,altrimenti avrei letto altri atti di accusa contro Ratzinger colpevole di avere osato dire qualcosa che non è politicamente corretta.
    Chissà se qualcuno che dico io(e non solo Brunelli)riesce a dormire la notte,mi piacerebbe essere una mosca e spiare nelle stanze di certi giornalisti.
    Grazie per avere letto questo sfogo.
    Saluti MG

    30 Settembre, 2006 - 12:27
  9. Mi illudo che qualcuno non risponda per il motivo che ai terroristi non si risponde, non si concede la dignità di interlocutori a chi sostituisce il confronto con la più brutale violenza. E per il fatto che i terroristi non cercano che di alzare il livello della tensione e dello scontro cogliendo ogni occasione e pretesto. Per questo forse la reazione che fa loro più male e scombina i loro piani è il silenzio e la compostezza.
    I terroristi stanno cercando di mettere in un unico, grande calderone Bush e il Papa, l’America e l’Europa, Israele e la Chiesa perché una Chiesa coraggiosa e pacifica, che difende la verità e non persegue nessun altro interesse che il bene integrale dell’uomo, è l’ostacolo più grave al tentativo di suscitare uno scontro di civiltà all’ultimo sangue.
    Bin Laden e Al-Zawahiri sanno perfettamente che reagire in modo scomposto alla provocazione fa esattamente il loro gioco. E’ proprio quello che cercano di farci fare. Da un certo punto di vista, le reazioni di Bush o di altri sono funzionali ai loro schemi: le hanno previste, anzi le hanno suscitate – a cominciare almeno dall’11 settembre – e cercano di sfruttarle al meglio. E’ il papa che li spiazza. E’ Cristo che li spiazza. E’ la legge del porgere l’altra guancia che disinnesca le armi dei seminatori di odio. Se noi cristiani cadremo nella trappola e rivestiremo i panni dei crociati faremo esattamente il loro gioco (non è appunto proprio così – crociati – che ci definiscono?). Altrimenti potremo essere il pezzetto di legno – forse stritolato – che inceppa i loro meccanismi di morte. Non praevalebunt.

    30 Settembre, 2006 - 13:56
  10. Luisa Buhler

    Cara Maria-Grazia quanto capisco il tuo sfogo !
    Esisteva il politicamente corretto adesso esiste l`islamicamente corretto ! È gravissimo. Le autorità,i responsabili politici e certi religiosi, i giornalisti si auto-censurano per non toccare la suscettibilità musulmana ,per non mettere in pericolo un certo equilibrio ottenuto….ma quale equilibrio ? È solo paura, vigliaccheria, incoscienza ,mancanza di una visione a lungo termine .
    Tutti questi laici,o piuttosto laicisti che si sono tanto battuti contro l`ingerenza della Chiesa cattolica ,oggi tacciono o peggio approvano le reazioni islamiche !!
    Ho letto sul forum di Magdi Allam qualcuno parlare di quinta colonna, l`Europa ,quinta colonna del fondamentalismo musulmano .
    Quanto a attaccare il Papa, nessun problema, lì, come per miracolo, si ritrova la libertà d `espressione !
    Due pesi, due misure .
    In Francia ,dopo 9 giorni,finalmente le autorità, i colleghi, si sono decisi a parlare in favore del Professor Redeker che è obbligato con la sua famiglia a cambiare casa ogni giorno,sotto sorveglianza della polizia,per sfuggire alle minaccie di morte degli estremisti musulmani. Ha avuto il torto di scrivere sul Figaro che la violenza in nome di Dio è iscritta in parecchie Sure del Corano .
    Questo terrorismo mostra,se ce n`è ancora bisogno, che il Papa ha perfettamente ragione quando dice che Dio e la violenza non vanno insieme .
    Il suo pensiero cristallino ha centrato uno dei più gravi pericoli ai quali è esposto l`Occidente.
    Non si potrà mai dire che non siamo stati avvertiti ed è abbastanza straordinario che sia il massimo responsabile della Chiesa cattolica ad avere il coraggio di scuoterci noi occidentali assopiti che mettiamo Dio al bando delle nostre società !Perchè è a noi occidentali che il suo discorso era indirizzato .Chissà ,speriamo, col tempo ,o purtroppo in seguito a episodi violenti, si finirà per capire il senso del suo discorso. E chissà il dialogo auspicato potrà mettersi in atto con esponenti musulmani che rifiutano questa violenza. Si può sempre sperare. Luisa

    30 Settembre, 2006 - 14:20
  11. Luigi Accattoli

    A me sembra che vi sia troppa animosità verso i giornalisti in questi ultimi commenti e io non vorrei contribuire ad aumentarla con parole imprudenti. Resto quindi al largo per timore degli scogli. Spero che i colleghi Zavattaro (criticato in un commento al post precedente) e Brunelli, chiamati in causa così vivacemente, vogliano rispondere di persona, essendo già stati ospiti di questo blog in altre occasioni.
    Dare spazio a questo o quell’aspetto dell’attività del papa non è decisione che spetta ai redattori vaticanisti: lo decidono le direzioni.
    Se un conduttore di una diretta, che è anche portatore di una lunga esperienza di dirette liturgiche, opta per dire alcunchè sovrapponendosi necessariamente al rito, la sua scelta potrà anche essere rispettata, o il criterio sarà che ogni opzione che diverge dalla mia preferenza è sbagliata? E qui siamo a Zavattaro.
    Se un altro – qui è Brunelli – richiama in una cronaca dei dati di fatto, dovremo considerarlo un nemico del papa? Fabio Zavattaro è da una vita un militante di Azione cattolica e un valente informatore. Altrettanto impegnato sul piano ecclesiale e professionale è Lucio Brunelli. Il rispetto per le vite e il lavoro non vale più quando si fa questo mestiere?
    Luigi

    30 Settembre, 2006 - 15:35
  12. Luisa Buhler

    Caro signor Accattoli,mi dispiace,sembra che certi messaggi hanno avuto il dono di innervosirla e lei si è sentito in dovere di difendere i suoi colleghi. Lo capisco.
    Non bisogna generalizzare, ma mi permetta di affermare che i giornalisti e i mass-media in generale credono avere un grande potere ,quello di fare e disfare l`opinione pubblica e ciò li porrebbe al disopra delle critiche.
    Penso invece che un pò di critica non fa male e che l`autocritica sia auspicabile.
    Non si può negare che la copertura giornalistica del discorso di Ratisbona sia stata disastrosa e sono convinta ,o almeno spero, che nelle redazioni essa sia analizzata.
    Ed è vero che è un dato di fatto che J. Ratzinger è nato a qualche km. dalla casa natale d `Hitler…. ma perchè fra tanti dati di fatto scegliere proprio quello ?
    Che cosa voleva sottilmente suggerire il suo collega accostando questi 2 fatti ?
    Probabilmente nulla ma ci lasci almeno liberi di porci la domanda quando si sa che certi hanno osato parlare del passato nazista del Papa !
    Ma chissà siamo senza dubbio noi lettori a interpretare tutto di traverso.
    Vorrei rassicurarla : non è perche si osa criticare il lavoro del giornalista che gli manchiamo di rispetto , emettiamo un avviso sul suo lavoro non sulla sua persona.
    Ed è vero,sarebbe simpatico se le persone chiamate in causa cogliessero l`occasione per rispondere.
    Mi permetta di dirle che la passione con la quale ha difeso i suoi colleghi è simpatica e toccante!
    Il vostro è un lavoro difficile appunto per l`influenza che esercitate sull`opinione pubblica, auspico che sia sempre la coscienza professionale e il senso delle vostre responsabilità a guidare le vostre dita sulla tastiera del computer !
    Saluti, Luisa

    30 Settembre, 2006 - 17:36
  13. zavatta

    Caro Luigi,
    grazie per la difesa che hai voluto fare del lovoro svolto da Lucio e da me in televisione. Non è facile, e forse le persone che ti scrivono non lo possono sapere, commentare tenendo conto di coloro che seguono i commenti che si fanno in tv: sono credenti, non credenti e atei, sono persone che conoscono ciò che stanno seguendo in diretta e altre che invece vogliono essere accompagnate lungo i diversi momenti di una liturgia, di un rito o quant’altro. Parlare, quando parlare, o tacere, non è mai una scelta facile. Credo che la cifra di tutto sia la sobrietà: mai troppe parole, ma nemmeno mai troppi silenzi; mai troppi aggettivi. A qualcuno forse non sembrerà giusto che la mia voce, o quella di altri colleghi, si sovrapponga alle immagini per dare notizie, nomi e altri particolari: ma provate a pensare quante lettere e messaggi arrivano in cui si chiede di dire più cose, di raccontare storie, di descrivere i momenti luturgici perchè siano comprensibili a chi non ha molta dimestichezza con il sacro. Come recitano gli antichi testi, esistono tre verità: la mia verità, la tua verità e la giusta verità. anche questo deve aiutarci a riflettere. Grazie Luigi, e grazie anche alle persone che scrivono perchè, con le loro parole, mostrano di avere non solo seguito ciò che facciamo in televisione ma di averlo fatto con attenzione e interesse. Grazie davvero
    Fabio

    30 Settembre, 2006 - 18:10
  14. Maria Grazia

    Grazie a Lei,Zavattaro,per avere risposto.
    Resto del mio parere e cioè che la liturgia non vada mai interrotta,però apprezzo il fatto che abbia spiegato le Sue ragioni e La ringrazio per essere venuto qui per un incontro con noi.
    Cara Luisa,siamo in sintonia su tantissimi argomenti.
    La penso esattamente come te sui media:hanno un potere enorme,quello di dare dei messaggi più o meno chiari che possono influenzare l’opinione pubblica.Come nel caso del presunto e falso passato nazista del Papa.Ci sono persone che,dopo avere sentito la frase di Brunelli,mi hanno detto:”Hai visto?Il Papa che tanto ammiri è compaesano di Hitler!”.Occorre prestare molta ma molta attenzione a ciò che in pochi secondi si fa passare in televisione.
    Non ci sono mai speciali su Papa Benedetto,quindi tutta l’attenzione,mia e dei fedeli,è concentrata su telegiornali e quotidiani.
    Stamattina sono montata su tutte le furie con Brunelli perchè ha sottilmente paragonato i due Pontefici e,dal paragone,lo sappiamo,esce sempre perdente Ratzinger.Non certo ai miei occhi,ma a quelli di tanti certamente sì.
    Ho registrato il TG2 e sono pronta in ogni momento a trascrivere il servizio.
    E’ stato detto che Wojtyla era popolare fra le masse islamiche anche per la condanna della politica di Bush.Quindi che cosa può capire il telespettatore?”Ecco!Wojtyla era per il dialogo e Ratzinger è duro e chiuso!Ecco!Ratzinger è filoamericano!”.
    E’ questo il messaggio che si voleva far passare?Permettetemi di dire che è ingiusto e fuorviante.Non mi risulta che Ratzinger sia un Papa politico,anzi.
    Così come,al contrario,è ingiusto che una parte dell’opinione pubblica inizi a pensare che Wojtyla è stato un Papa silenzioso e accondiscendente.
    Io ho una mia personale idea sui due pontificati,ma se fossi giornalista eviterei di lasciare trasparire il mio pensiero ad ogni parola.
    Occorre avere rispetto anche di chi ha un’idea diversa rispetto al luogo comune:un Papa buono e l’altro cattivo.
    Stasera,al tg2,lo stesso servizio di Brunelli è stato riproposto da un suo collega.Nessun cenno a Wojtyla e alla simpatia delle masse islamiche ma si è sottolineato che la voce del vice di Bin Laden si è unita al coro delle critiche al Papa.
    Bene!Forse non era nelle intenzioni del giornalista,ma io sono soddisfatta:se un terrorista sanguinario si unisce alle critiche,significa che esse non solo erano infondate ma anche malevole.
    Quello che chiedo ai giornalisti è un pò di obiettività.E’ chiaro che Ratzinger non è Wojtyla,è chiaro che il suo pensiero non è semplificabile in slogan già preparati,è evidente che il Papa non cede mai ai meccanismi mediatici.So che vi dà del filo da torcere(ha ragione Messori),però vi chiedo di cessare i continui paragoni che fanno del male alla Chiesa ma soprattutto ai due Pontefici.So che la mia può apparire come una critica spietata verso i media,però ciò che è successo a Benedetto dopo Ratisbona non sarebbe mai accaduto a Wojtyla:non solo perchè questi non avrebbe mai fatto quel discorso,ma anche perchè i giornalisti,con Lui,sarebbero stati molto più attenti e comprensivi.Se sbaglio,prego tutti di smentire questa mia ultima affermazione.
    Grazie dell’attenzione.
    MG

    ps Luisa,c’è un articolo interessante su Redeker a questo link:

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=122494&PRINT=S

    30 Settembre, 2006 - 21:12
  15. Maria Grazia

    Vorrei condividere con voi un interessante articolo a firma di Ernesto Miragoli,pubblicato ieri sul quotidiano “La Gazzetta di Sondrio”.Parla del Papa,di mass media e del discorso di Ratisbona.

    UN PAPA ANTIPATICO
    Non ha detto nulla di male. Perchè deve chiedere scusa? Perchè deve far dichiarare di essere stato frainteso? Perchè, piuttosto, chi l’ha frainteso non gli chiede scusa di non aver capito quel che ha detto?
    Ernesto Miragoli

    Sembra vi sia un destino scritto nei cromosomi di ogni persona: o sei simpatico, o sei antipatico. Se sei simpatico puoi fare tutto quello che vuoi che per la gente va sempre bene: se sei antipatico, anche se regali 100 euro a tutti quelli che vedi ogni giorno, va sempre male.

    Succede anche ai papi. Il predecessore di Benedetto XVI condannava la contraccezione, non voleva sentir parlare di divorziati risposati, meno che meno di preti sposati, guai a dirgli che la chiesa cattolica era una chiesa come tante altre e che forse era un po’ superata l’affermazione “extra ecclesia nulla salus”, ma…quando morì, fu “santo subito”.
    Il successore di Giovanni Paolo II, da fedele servo della chiesa in cui ha creduto e crede fin dall’infanzia, si occupava di giustificare teologicamente le affermazioni del suo capo e si prendeva tutti i vituperi. E’ divenuto papa e non può dire una cosa seria che viene tacciato di oscurantismo.

    Perchè?
    Prima di tutto perchè le cose serie sono faticose da leggere e da capire e i mass media non hanno tempo di leggere e capire: devono fare un titolo a nove colonne, devono annunciare il più possibile suggestivamente una copertina di tele o radiogiornale; in secondo luogo perchè le cose serie obbligano a riflessioni. E chi in questo mondo riflette più?

    Il discorso a Ratisbona
    Adesso che le bocce sono ferme vorrei tornare al discorso del papa all’università di Ratisbona.
    Siccome un po’ conosco il teologo Ratzinger (di persona l’ho incontrato solo due volte, da professore e da cardinale prefetto della Dottrina della Fede) per aver letto molto della sua produzione teologica, mi permetto di prendere le sue difese e muovergli qualche accusa.

    Parto dalle accuse.
    Come tutti i professori universitari, ha ceduto all’autocompiacimento della erudita citazione che ha posto a premessa della sua lezione per attirare l’attenzione dell’uditorio. Ingenuamente (c’è anche qualche papa ingenuo) non ha calcolato che pochissimi avrebbero capito che quella lunga ed erudita premessa, non rispondeva al suo pensiero.

    Seconda accusa:ha accettato che il suo testo fosse tradotto in inglese per essere distribuito alla stampa presente. E’ noto che l’inglese non sia lingua adatta a tradurre concetti filosofici e teologici. Ho visto il testo in inglese e mi confermo nell’opinione.

    Terza accusa: ha voluto togliersi idealmente la veste bianca e rimettersi la tonaca che indossava quando saliva su quella cattedra. Quando, cioè, da ricercatore serio e puntiglioso, elaborava un originale pensiero che indusse il cardinale di Colonia a portarselo appresso (con Hans Kung) come esperto al Concilio Vaticano II. Forse perchè lì si è sentito ancora una volta libero. Libero di dire e di pensare, libero di insegnare e di discutere con gli allievi, libero di polemizzare con chi non condivideva le sue tesi.

    Ma cosa ha detto di male, tanto da scatenare un putiferio nel mondo islamico che è costato la vita ad una suora, a tre volontari e speriamo che la vendetta si fermi qui?

    Nulla.
    Nulla perchè la premessa erudita non rispecchia il pensiero del papa teologo (si legga la sua “Introduzione al cristianesimo” o il “Rapporto sulla fede”) che fu tra i primi a riconoscere che “Deus vult omnes homines salvos fieri et ad agnitionem veritatis venirent” che animarono la redazione dei documenti conciliari Lumen Gentium, Gaudium et spes e Unitatis Redintegratio. Ma questa non è una notizia! Volete mettere un titolo come “Il papa condanna l’Islam” contro “Il papa cita il dialogo di un imperatore”! Il primo manda il giornale a ruba, il secondo lo lascia in edicola.
    Non ha detto nulla di male quando ha continuato (questo era il nocciolo della lezione) insegnando che la fede è un dono e che la ragione aiuta a capire la fede, ma non la può spiegare compiutamente e completamente. Si è laureato con una tesi su S.Agostino e non dimentica mai l’episodio narrato dal vescovo di Ippona:da fanciullo scavò una buca nella sabbia e con un recipiente portava l’acqua del mare nella buca. Un uomo gli chiese che facesse ed egli rispose che voleva portare tutto il mare in quella buca, ma non ce la faceva. L’uomo gli fece capire che se non riusciva in quell’impresa, come avrebbe potuto capire con la ragione tutta la grandezza di Dio?

    Non ha detto nulla di male (altro argomento della lezione) quando ha insegnato che il “logos” è fonte d’amore. L’evangelista Giovanni lo dice con chiarezza nel prologo del suo vangelo:”ò logos sarks eghèneto, kai eskenosen en emin: il verbo si è fatto carne e ha posto fra noi la sua tenda”. E’ un concetto cristiano. Non so se è condiviso dai musulmani, ma a me personalmente non importa. Io lo credo.

    Perché?
    Perchè deve chiedere scusa? Perchè deve far dichiarare di essere stato frainteso? Perchè, piuttosto, chi l’ha frainteso non gli chiede scusa di non aver capito quel che ha detto? Perchè, piuttosto, chi ha voluto strumentalizzare a proprio uso e consumo la lezione, creando i problemi che si sono creati, non è ripreso energicamente?

    Il Papa ha ricevuto a Castel Gandolfo i rappresentanti della religioni islamica. Ha fatto bene e mi auguro che non l’abbia fatto per metterci una pezza.
    Dirò che da cattolico rispetto ogni religione. Ed esigo rispetto per la mia. Da cittadino rispetto ogni cultura. Ed esigo rispetto per la mia.
    Rimango perplesso quando una religione prevede l’infibulazione, lo sgozzamento della figlia che non vuole sposare un uomo indicato dal padre, la sharia. Fatico a capire le ragioni di chi dice che si deve togliere il crocifisso dalla scuola perchè un cadavere appeso non è un bel vedere per chi non crede nel Cristo. Anzi…non capisco affatto queste ragioni. Come non capisco perchè la comunità civile italiana debba contribuire alla costruzione di qualche luogo di culto islamico. Nei primi secoli i miei avi si raccoglievano a pregare in case private messe a disposizione. Le cattedrali e le chiese paleocristiane, romaniche e gotiche, rinascimentali e barocche, settecentesche e moderne sono state costruite con le offerte dei fedeli. Il cadavere appeso così ignominiosamente ha vinto la morte, risorgendo. Per adesso nessuno di altri rispettabilissimi profeti di ogni longitudine e latitudine, di ogni tempo ed ogni luogo ce l’ha fatta. .Cristo, sì. Quel Cristo che è morto perchè insegnava che bisogna amare i nemici, fare del bene a coloro che ci odiano, che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, che bisogna porgere l’altra guancia, che bisogna perdonare i propri assassini (“perdono” fu l’ultima parola di Sr.Lionella). Quel Cristo in nome del quale si saranno perpetrate stragi (non cancello pagine vergognose quali l’inquisizione, i roghi, le conquiste e le imposizioni della fede a mano armata), si saranno attuate porcherie politiche e simonie, ma nel nome del quale si sono spesi i giovanni bosco, i luigi guanella, le madri teresa, i padri kolbe e via elencando.

    E a me sta bene che il capo della religione in cui credo, non si stanchi di ricordarlo perchè Lui gli ha detto:”…conferma nella fede i fratelli”.
    Ernesto Miragoli

    E’ un articolo che io definisco eccezionalmente straordinario(mi si passi l’espressione).
    Non c’è nulla che io non possa sottoscrivere e ringrazio Ernesto Miragoli per avere espresso in parole il mio pensiero.
    Mi piacerebbe avere un’opinione su questo articolo,compresa quella del nostro Accattoli.
    Torniamo al discorso di qualche giorno fa:il Papa non può più fare il teologo.Gli è stato impedito e d’ora in poi la sua voce,finora libera e senza intermediari che correggano i suoi discorsi,non potrà che essere imbrigliata.
    Il grave peccato di cui si è macchiato il Papa secondo Miragoli(non secondo me)è l’orgoglio.
    Il Papa è un uomo orgoglioso,è vero!
    Egli ha scritto una tesi di dottorato controcorrente su San Bonaventura,bocciata dal relatore.Il Papa dovette rinunciare a tutta la prima parte della sua tesi mantenendo solo gli ultimi capitoli meno “rivoluzionari”.
    Zizola però scrive che un giorno,da cardinale,Ratzinger rivendicò la bontà dell’intera tesi,anche della prima parte.
    Orgoglio.
    Di fronte all’arvivescovo di Monaco che lo voleva obbligare ad andare ad insegnare in seminario,il giovanissimo Ratzinger si fece assumere all’università di Bonn in modo che il suo cardinale non potesse opporre il veto.
    Orgoglio.
    A Ratisbona ha parlato da pari a pari con i professori.
    Orgoglio.
    L’ingenuità,la purezza,e la coerenza gli hanno impedito di prevedere la malafede di chi poi avrebbe commentato la sua lezione.
    E’ un Papa che scrive i suoi discorsi da solo e non mi sembra una colpa,anzi.
    Orgoglio?No,io non parlerei di orgoglio pure e semplice inteso come arroganza e sicurezza delle proprie idee.L’intelligenza è un dono di Dio e va sfruttata sempre e comunque.Non è sbagliato essere orgogliosi della propria intelligenza.Il Papa deve essere orgoglioso della sua.
    Per quanto riguarda le scuse,sono d’accordo con Ernesto Miragoli:chi si scusa col Papa?Nessuno ovviamente.Orgoglio?Sì,della peggiore specie.
    Saluti MG

    PSForse non tutti conoscono certi aspetti “selvaggi” della vita di J.Ratzinger(sappiamo tutto di Milingo,ma non del Papa)e allora segnalo:

    http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=10082

    1 Ottobre, 2006 - 13:10
  16. Luigi Accattoli

    Da Lucio Brunelli arriva questo messaggio: “Caro Luigi, ho smarrito la vecchia password per accedere ai commenti nel tuo blog e la nuova non mi funziona ancora. Affido a questa e mail quindi la mia rispostina. Grazie per le tue parole lucio
    ————–
    Cara Maria Grazia, mi sembra che nei miei confronti tu sia mossa non solo da ‘animosità’ ma anche da un tantino di pregiudizio. Comunque, provo a risponderti:
    – per quanto riguarda Ratzinger ‘compaesano’ di Hitler. Più volte nei miei numerosi servizi dallla Baviera ho ricordato i sentimenti anti-nazisti del giovane Ratzinger. E ho citato almeno due volte la bella autobiografia in cui il cardinale Ratzinger raccontava come suo padre parlasse di Hitler come dell’ “AntiCristo”. Mi ha colpito scoprire che due personaggi così diversi ed opposti siano nati ad appena 15 chilometri di distanza, in paesini molto simili sul fiume Inn. Come se il buon Dio ci avesse voluto mostrare come, dallo stesso terreno possano nascere semi di bene e piante malvage. Il servizio incriminato, in cui riferivo della visita del papa al suo paese natale, finiva così: “E certo fa impressione che a una manciata di chilometri l’uno dall’altro siano nati il simbolo stesso del Male, Hitler, e il rappresentate di Cristo in terra, Joseph Ratzinger, papa di Roma”. Solo chi ha un pregiudizio poteva vedervi un’allusione malevola
    – per quanto riguarda il servizio su Al Zawairi. E’ un dato di fatto che nei proclami “farneticanti” (aggettivo da me usato all’inizio del pezzo)del numero due di Al Kaida per la prima volta tanto spazio e tanta ostilità fossero riservati ad un papa. E’ un altro dato di fatto che Wojtyla “godeva di alta considerazione presso l’opinione pubblica islamica, per i suoi gesti dialogo e per la presa di distanza dalla guerra in Iraq”. Credo fosse giusto riferire questi dati di fatto, perchè questa era la obiettiva novità del ‘farneticante’ messaggio. Che poi la considerazione goduta da Giovanni Paolo II fosse un motivo di merito o fosse dovuta come dici tu solo a un atteggiamento più indulgente verso l’islam, questo rientra nella sfera dei commenti personali. Nei quali non sono tenuto ad addentrarmi in un pezzo di cronaca.
    Personalmente, come cattolico, rispetto il Papa in quanto Papa. La Pira diceva: “obbedisco alla Sedia”. Conosco personalmente Ratzinger da oltre vent’anni, mi ha concesso almeno 5-6 interviste. Ne ho sempre apprezzato l’intelligenza e la schiettezza. Ora che è papa ho imparato ad ammirarne di più anche la mitezza e la centratura sull’essenziale, che è Cristo. Per il resto credo che lui sia il primo a non considerare dogma di fede ogni sua riflessione teologica o culturale. L’opportunità o meno della ormai famosa citazione dell’Imperatore Manuele II su Maometto credo sia una di quelle materie di cui si possa discutere senza mancare di rispetto al successore di Pietro. Mi sembra sempre valida, anche per noi, la regola dei padri della Chiesa: “Uniti nell’essenziale, liberi nelle cose dubbie, sempre la carità”.
    un saluto cordiale. Lucio”

    1 Ottobre, 2006 - 14:56
  17. Maria Grazia

    Caro Brunelli,La ringrazio di avere fatto pervenire la Sua risposta tramite il dottor Accattoli.Apprezzo il Suo gesto e,se mi permette,vorrei aggiungere qualche precisazione.Non ho alcun pregiudizio verso di Lei,perchè dovrei averne?Seguo sempre il TG2 perchè mi piace lo stile del giornale e la chiarezza espositiva dei giornalisti.Ho sempre seguito con interesse i Suoi servizi visto che mi appassiona molto la materia.
    Ora qualche considerazione.
    Mi complimento con Lei per il confronto Ratzinger-Hitler e per la citazione di un passo dell’autobiografia “La mia vita”.
    Per esporre il Suo pensiero correttamente ha avuto bisogno di ben 13 righe.La sera in cui ho sentito il Suo pezzo,purtroppo,Lei non ha avuto a disposizione tanto spazio per cui,mi permetta,in molti hanno interpretato male il senso delle sue parole anche perchè proprio in quei giorni circolava Gunter Grass con il suo libro e con tutte le allusioni possibili su quel Joseph,identificato con il diciottenne Ratzinger.
    Questa non è un’accusa:mi piacerebbe però che i vaticanisti potessero precisare meglio i concetti nonostante il poco tempo a disposizione.
    Per quanto riguarda il servizio di ieri,francamente,la mia sensazione era di un paragone fra Ratzinger e Wojtyla in senso favorevole a quest’ultimo.
    Io sono convinta che questo continuo riferimento al predecessore faccia male a Ratzinger,ma anche allo stesso Giovanni Paolo II visto da alcuni come “più buono” ma da altri “più debole”.
    Tutto ciò è assurdo perchè davvero si rischia di dividere i cattolici in wojtyliani e ratzingeriani.
    Secondo me il messaggio del vice di Bin Laden andava stigmatizzato con più forza e non mi riferisco solo a Lei,Brunelli,ma a tutti i commentatori televisivi salvo “studio aperto” che effettivamente ci è andato giù molto pesante con Al Zawairi.E’ vero:era un fatto di cronaca,ma un episodio gravissimo che ci siamo lasciati scivolare addosso senza adeguate reazioni che non devono essere violente ma decise.
    Oggi ho ammirato molto il Papa che alla minaccia e all’offesa ha risposto con un appello alla fraternità.Penso sia molto coraggioso e meriterebbe più spazio.Questa però è tutta un’altra storia.
    Condivido gli aggettivi che Lei usa per descrivere Ratzinger:schietto,intelligente,mite e essenziale.
    Grazie ancora per la risposta.
    Saluti MG

    1 Ottobre, 2006 - 17:49
  18. Luigi Accattoli

    A Maria Grazia sull’articolo di Ernesto Miragoli. Condivido tutto ciò che dice sul papa, non condivido il tono di ciò che dice sull’Islam. Per vedere la sostanziale coincidenza tra quello che penso e scrivo sul dopo Regensburg e quanto affermato da Miragoli, veda alla pagina “Collaborazione a riviste” (che trova elencata sotto la mia foto, ad apertura del blog) il primo degli articoli lì cliccabili, che è la cosa più dettagliata che ho scritto finora. Miragoli muove tre “accuse” al papa, parlando di “ingenuità” e mancata previsione ed eccesso di libertà espositiva, io dico “imprudenza comunicativa”, con esplicito riferimento agli stessi elementi della vicenda.
    Non condivido il tono sull’Islam perchè sono del parere che non si debba parlare mai di una religione (ma il ragionamento varrebbe anche per una nazione, o un partito, o un’associazione, o una famiglia) con parole che possono risultare offensive per le persone di buona volontà che appartengono a essa. Dice Miragoli: “Rimando perplesso quando una religione prevede l’infibulazione, lo sgozzamento della figlia che non vuole sposare un uomo indicato dal padre, la sharia”. Ecco, lo stesso concetto si può dire con lo scrupolo di non offendere l’Islam che prega. L’infibulazione è pratica tribale non prevista dai precetti coranici, lo sgozzamento della figlia non è dettato dalla fede islamica ma da una sua interpretazione condizionata dall’ignoranza e della povertà (comportamenti simili non mancano purtroppo neanche in ambienti cristiani a intonazione tribale), per la sharia intesa univocamente come guerra al non islamico vale la stessa necessità di distinguere. Distinguere per non offendere. Se vuole vedere meglio la mia intenzione nel parlare d’Islam, veda nella pagina “Antologia delle pubblicazioni” (sempre sotto la foto) e lì trova qualcosa di un volumetto intitlato “Islam. Storie italiane di buona convivenza”. Lì ho intervistato 120 credenti musulmani e nessuno di loro è sgozzatore di figlie ecc. Non è possibile una buona convivenza che non preveda un linguaggio controllato. Come reagiamo noi quando qualcuno dice (poniamo in zona Rosa nel pugno) che la Chiesa cattolica segue una dottrina che offende gli omosessuali, discrimina le donne, è corresponsabile della fame nel mondo (a motivo della contrarietà alla contraccezione) e dell’epidemia dell’Aids (per non ammettere l’uso del preservativo)? Luigi

    1 Ottobre, 2006 - 18:51
  19. Luisa Buhler

    Signor Accattoli, ho letto il suo articolo. Sono d`accordo sul rispetto che si deve al credente di qualsiasi fede egli sia. È essenziale, come la reciprocità.
    Ho invece molta difficoltà a seguirla nella sua conclusione . Potrebbe spiegarmi quale maggiore libertà avrebbe il Papa sottomettendo i suoi testi ai suoi collaboratori? I testi di Papa Benedetto,sommo teologo, testati dai suoi collaboratori ? Per non offendere le diverse sensibilità ,per essere politicamente o, nel caso presente,islamicamente corretto ?
    Sarebbe questa la sua nuova e maggiore libertà ?
    Mi permetta di dubitarne .
    Benedetto XVI non è solo un grandissimo teologo ma anche un grande conoscitore della storia e non solo del cristianesimo.
    Papa Benedetto ha una coscienza acutissima della fase storica nella quale viviamo. Ogni suo intervento ci invita a aprire gli occhi, a cessare di essere sordi al messaggio dell`unico Dio d`amore, affinché noi tutti smettiamo
    di essere dei sonnambuli!
    Per natura , per convinzione mai Papa Benedetto si permetterebbe di mancare di rispetto a un altro essere umano.
    Non è mai stato nelle sue intenzioni di offendere i musulmani , tutto il suo discorso lo dimostra.
    Non è sua responsabilita se le sue intenzioni sono state fraintese.
    Io continuo a affermare che è della più grande importanza che la Chiesa e noi tutti difendiamo il nostro diritto di esprimerci sull`islam anche se ciò che diciamo non è gradito ai musulmani.
    Una cosa è non aggredire, un`altra esprimere un` avviso che può non essere gradito . È una nostra libertà fondamentale e non saranno persone che vengono da Paesi dove questa libertà non esiste che riusciranno a imporci le loro leggi.
    E perchè il linguaggio controllato sarebbe solo e sempre tenuto dalle stesse persone ? Pure qui ci vuole la reciprocità !
    Io comunque preferisco parlare di linguaggio rispettuoso piuttosto che controllato
    E per quel che concerne la nostra reazione verso le persone che attaccano la Chiesa su diversi argomenti non ho ancora visto qualcuno lanciare una “fatwa” ,proferire minaccie di morte contro di loro. Mi sbaglio ?
    Concludo riaffermando la mia speranza che nessuna censura verrà limitare il pensiero cristallino, ispirato, di Papa Benedetto , pensiero che egli sa tradurre per noi in parole semplici ,chiare grazie al suo carisma della parola e delle immagini !
    Luisa

    1 Ottobre, 2006 - 22:37
  20. Luisa Buhler

    Vorrei,signor Accatoli, precisare il mio pensiero sulle nostre reazioni se i musulmani ci interrogano sulla nostra religione. È apparentemente un tema che le tiene molto a cuore e lo stesso vale per me !
    Se i musulmani mi interrogano su argomenti come gli omossessuali o gli altri che lei cita , che fra l` altro non ho mai sentito nella bocca dei miai amici… ma ammettiamo, sono sempre argomenti sui quali si può discutere con calma ,non mi sento aggredita nel cuore della mia fede e cercherò di spiegare loro o esprimere il mio avviso senza per questo sentirmi offesa. I problemi venendo dalla ignoranza ,tenderei alla chiarificazione.
    Essendo io stessa abbastanza ignorante sulla religione musulmana, avrei tante domande da porre.
    Premetto che io parlo di e a musulmani che vivono qui in Occidente e bisogna sapere che il Corano è una legge religiosa che dirige tutta la vita del musulmano,vita sociale,familiale e che non c`è distinzione fra politica e religione.
    Le domande dunque che porrei, sarebbero sullo statuto della donna, sulla loro legge successorale, sulla loro giustizia e…..domanda più delicata e sensibile , mi permetterei di parlare loro della giustificazione,dell`incitazione alla violenza , verso noi tutti infedeli che è purtoppo presente in tanti versetti del Corano.
    Ed è qui che mi urterò al rischio di reazioni se non violente almeno di incomprensione e offese.
    E sono queste reazioni che io persisto a considerare eccessive perchè è negare una realtà storica e semplicemente prenderci tutti per delle persone cieche e incapaci di leggere.
    Sino a quando i musulmani non accetteranno, all`interno della loro religione, la possibilità di interpretare il Corano temo che queste reazioni persisteranno.
    Vorrei tanto che noi tutti noi potessimo incontrarci su tutto ciò che abbiamo in comune ,che l`appello di Papa Benedetto fosse ascoltato, perchè è la sola via per la pace della nostra Terra in futuro .
    È stato detto che questo secolo sarà religioso o non sarà ( traduco), voglio continuare a credere che la religione o piuttosto la fede nell`unico Dio d`amore sia fonte di concordia , pace e armonia e non sorgente di guerra e divisione ! Saluti, Luisa

    2 Ottobre, 2006 - 8:20
  21. Luigi Accattoli

    E’ ragionevole ritenere che il papa – pur coltissimo ecc. – non abbia in altra materia la stessa preparazione personale che ha in teologia: poniamo sul mondo dei mass media, in relazioni internazionali, o interreligiose. I collaboratori potrebbero aiutarlo a prevedere la reazione di questi mondi alle sue parole e così renderebbero un servizio alla sua libertà di parola, perchè la vera libertà si garantisce anche evitando conflitti non necessari.
    Quanto al dialogo con i musulmani, devo essermi espresso male: non intendevo che quelle critiche alla Chiesa cattolica le muovevano loro, ma – dicevo – personaggi della formazione politica italiana Rosa nel pugno, che nulla a che fare con l’Islam, ma è composta da socialisti e radicali a forte animosità anticlericale.
    Buona giornata. Luigi

    2 Ottobre, 2006 - 8:47
  22. Luisa Buhler

    Certo che nessuno ,nemmeno Benedetto XVI possiede la scienza infusa !
    Detto questo e per concludere in quel che mi concerne su questo argomento,vorrei dire che il nostro Papa ha 79 anni, non penso che ci siano molti luoghi del nostro globo terrestre che non abbia visitato, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha ricevuto tutti i vescovi in visita ad limina ed era e è dunque perfettamente al corrente di tutte le realtà locali, il suo era vero ascolto e sono sicura che ha registrato nella sua memoria tutte queste informazioni.
    Inoltre durante più di 20 anni è stato il più stretto collaboratore di Giovanni Paolo II….tutto ciò per dire che il nostro Papa ,coltissimo ecc. (come scrive lei ), ha durante tutti questi anni osservato , imparato e ha, secondo me, piena coscienza non solo del mondo dei mass media ma anche della realtà politica e sociale internazionale.
    Detto ciò ,come lo afferma lui stesso, Papa Benedetto sta imparando il suo mestiere, dunque spero e ne sono convinta ,ascolterà i suoi collaboratori, ma spero anche di tutto cuore, che in fine, come ha sempre fatto , sarà fedele al suo pensiero e non si lascerà influenzare sul fondo del suo pensiero. Che la forma non soffochi il fondo !
    Bella e buona giornata ! Luisa

    2 Ottobre, 2006 - 9:34
  23. Maria Grazia

    Caro Accattoli,ho letto il pezzo che gentilmente ci ha messo a disposizione.Devo dire che io propendo per l’ipotesi mediatica,nel senso che le reazioni scatenatesi a due giorni di distanza dal discorso di Ratisbona non possono non farmi riflettere.Nei due giorni successivi a quel famoso martedì i mass media hanno avuto tutto il tempo di riflettere e di chiedere spiegazioni al Vaticano sulla natura del testo.Invece hanno messo benzina sul fuoco.Ricordo l’editoriale di Politi e di tanti altri intellettuali:impossibile pensare che critiche così pesanti al Papa non abbiano creato tensioni nella stampa araba e di conseguenza in quella occidentale sempre improntata all’islamicamente corretto.E’ molto più facile attaccare e tentare di distruggere un Papa scomodo che aiutarlo nella sua difficile battaglia contro il secolarismo e l’annientamente delle coscienze.Risultato:un bel fuoco quasi incontenibile con violenze sui Cristiani e la morte di una suora.
    Certo!Il Papa può essere stato ingenuo a non calcolare la reazione dei media.In questo sono assolutamente d’accordo.Il Papa è un uomo mite e fiducioso:parla al prossimo guardandolo negli occhi e crede che lo stesso non lo pugnalerà alle spalle ma cercherà di comprendere le sue parole.
    Ingenuamente,forse,avrà dato per scontato che i media lo capissero e fossero in buonafede.Sì,è stato un grave errore.
    Quanto deve avere sofferto quel piccolo(chi l’ha visto da vicino sa quanto sia fragile e minuto)grande uomo nel leggere certe amenità sui giornali,quanto deve essere rimasto deluso leggendo l’editoriale di un tale che si chiede se nei cardinali sia sorto il dubbio sull’opportunità(ritorna la famosa parola)dell’elezione a Papa di un teologo che ha la presunzione di essere ancora un professore.
    Chissà quanto ha penato nel sapere della morte di Suor Leonella mentre scommetto che non ha provato rabbia nel vedere un fantoccio bruciano con la bandiera tedesca perchè ha un cuore grande pieno di perdono.
    Il Papa va aiutato nel redigere i testi?Chissà!Certo è che il discorso di Ratisbona passerà alla storia quando fra decenni il senno avrà il sopravvento sul politicamente corretto.Non so se si potrà dire la stessa cosa di certi discorsi redatti non dal Papa ma dai suoi consiglieri.
    Dico questo perchè sono d’accordo con Luisa:aiutare il Papa a redigere i suoi testi equivale a censurarlo.Staremo tutti più tranquilli ma a che prezzo?
    Saluti MG

    2 Ottobre, 2006 - 9:53
  24. Leonardo

    Su questa cosa del papa-teologo, o del papa-professore, che è ritornata molte volte, a proposito e a sproposito, nei commenti al discorso di Ratisbona e che mi pare stia alla base anche di molti interventi fatti in questo blog, invoco una maggiore chiarezza. Siamo d’accordo sui seguenti punti?
    1. Il papa è il papa, chiunque ricopra l’incarico, e i cattolici lo seguono a prescindere dalle caratteristiche personali.
    2. Se queste caratteristiche personali corrispondono al nostro sentire le seguiremo con un’entusiasmo più ‘facile’ e con una passione più calorosa (é il caso, mi pare della maggior parte degli scriventi nei riguardi di Benedetto XVI), ma se non corrisponde al nostro sentire siamo tenuti, in primo luogo, a paragonarci con ciò che è, dice e fa, a cercare di capire le ragioni e nei limiti del possibile ad immedesimarci con esse. Se il papa la pensa diversamente da me, come cattolico la prima cosa che devo fare è mettermi in discussione.
    3. In ogni caso, che sia papa tizio piuttosto che caio non è un accidente della storia, irrilevante per la vita della chiesa. Se crediamo che la chiesa è assistita dallo Spirito, dobbiamo pensare che l’elezione di un papa sia qualcosa che lo Spirito ha quantomeno permesso. Dunque, che oggi sia papa Joseph Ratzinger e non un altra persona, non è una ‘variabile indipendente’, un dettaglio su cui posso tranquillamente sorvolare. Qui sta il pericolo dell’insistenza sul papa-professore. Certo, il ‘genere letterario’ del discorso di Ratisbona era quello di una Gastvorlesung tipica della tradizione accademica tedesca, ma chi parlava era il papa.
    4) Non c’entra evidentemente l’infallibilità, ma l’autorevolezza. Quello che il papa dice, con la sensibilità, il linguaggio, le inclinazioni teologiche di Jospeh Ratzinger, è autorevole perché Jospeh Ratzinger è il papa. Se il papa fosse Carlo Maria Martini, lo ‘stile’ sarebbe diverso (e toccherebbe a me, per esempio, fare più fatica). Di tutti i commenti che ho letto, quello che più mi ha colpito è quello di p.Thomas Michel ad Al Jazeera. Non ne voglio dire nulla, perché dovrei usare parole durissime: Dio chiederà conto a ciascuno di noi di ogni parola detta, e p.Michel renderà conto delle sue. Però voglio notare una cosa: quando lui dice “il papa ha espresso il suo punto di vista personale”, il sottinteso (inconscio) è che invece quello che pensa lui è la Verità). Il tallone d’Achille di tutti questi contestatori dell’autorità papale è che quel che pensano loro è dogma. E come diventano cattivi quando li si contesta!

    2 Ottobre, 2006 - 10:46
  25. Vorrei dire la mia sul ruolo di chi scrive di Vaticano e dintorni, non potendomi definire un vaticanista vero e proprio perché non ho 30 anni di carriera alle spalle.
    C’è chi chiede maggiore spazio alla catechesi del Papa: per quello ci sono Avvenire e l’Osservatore Romano. Che sono due giornali cattolici e dunque devono offrire un tipo di informazione diverso rispetto a quello degli altri, dunque molto più particolareggiato.
    Nei giornali generalisti non cattolici (e non dico laici per evitare fraintendimenti), non esiste una pagina vaticana, cioè – per fare un esempio largo – una cosa simile a Catholica di Avvenire e i suoi “In primo piano” sulle parole del Pontefice. E chi si occupa del Vaticano è quasi sempre solo (nel mio giornale sono io) ed “ospite” in altre sezioni (nel mio caso la politica e – per un periodo – le cronache).
    Perché questo? Perché è un argomento “di nicchia”. E perché, su un giornale generalista, il Vaticano può essere visto in tanti modi: come assetto di poteri (ecco perché si scrive di promossi, bocciati, nuove nomine e rumors attorno ad essi); come forza che si muove nel mondo (qualcuno può ritenerla politica oppure no); come bersaglio da attaccare (come certi giornali di certe parti politiche), e così via. Gli esempi potrebbero continuare.
    Luisa, Maria Grazia (attendo sempre un contatto per la cena :-)): purtroppo siete lettrici di nicchia. E non si può, su un giornale generalista, presentare la catechesi del Papa. Esiste anche un mostro che si chiama tiratura (o accessi, nel caso dell’online) e questo purtroppo va contemperato.

    Luigi, come la vedi?

    2 Ottobre, 2006 - 12:08
  26. Luigi Accattoli

    La situazione è quella che dici tu. Una volta – quando iniziavo questa professione – c’era una qualche autonomia personale per il singolo redattore, che è caduta con l’esplosione del mercato pubblictario e la lotta per accapararselo che in Italia ha “americanizzato” i media nella seconda metà degli anni ’80. Collaborazione a riviste, pubblicazione di libri e blog sono stati i mei rimedi a una possibilità di espressione in progressiva riduzione. Oso suggerire ai lettori lo stesso rimedio: giornali e telegiornali come intelaiatura di un ‘informazione fai da te, che deve completarsi in libreria e on line. Luigi

    2 Ottobre, 2006 - 12:29
  27. Luisa Buhler

    Caro Tonizzo ,purtoppo tocco qui i limiti del mio italiano… mi puoi spiegare che cosa significa essere lettrice di nicchia ? Non vorrei lasciarmi rinchiudere in una definizione nella quale non mi riconoscerei ! Grazie per le tue spiegazioni, saluti , Luisa

    2 Ottobre, 2006 - 12:49
  28. Cara Luisa, prima di tutto non è un insulto :-), lettore o lettrice di nicchia è colui o colei il/la quale si occupa di interessi che non interessano al grande pubblico o che lo richiamano solo in caso di eventi eccezionali. Il Vaticano è un argomento di nicchia, anche se su questo comincio a criticare fortemente quest’impostazione visto che la Chiesa ha un forte potere mediatico e parla con maggiore frequenza rispetto al passato. Quindi penso anche che bisognerebbe creare una pagina vaticana.
    Ma questo è nelle mie idee, non nel sentiment attuale dei giornali di questo Paese. Per cui il Vaticano è argomento di nicchia. E andare a cercare le catechesi del Papa su un giornale è essere lettori di nicchia, se è valido quello che ho scritto all’inizio del post. Apprezzo la tua attenzione al mondo della Chiesa, ma t’assicuro che sono molto pochi quello che ci stanno appresso tutti i giorni.

    Più banalmente, vi faccio un esempio stupidissimo. Stamattina ho detto ad una mia amica di cultura medio-alta e letture di buon livello: “Visto quello che è successo alla piccola Maria?”. Risposta: “E chi è?”. Le ho detto: “Quella bambina bielorussa…” “AAAh, sì ma non me lo ricordavo”. Ecco, la gente dimentica casi di cronaca come questi (chiedete in giro chi è Tommaso Onofri e poi mi dite), figuratevi se ricorda la catechesi del Papa!

    2 Ottobre, 2006 - 13:52
  29. Dimenticavo. Leggo ora sull’Agi che è stato ripreso – senza citazione del blog di Luigi – l’intervento di Padre Mercanzin.

    2 Ottobre, 2006 - 13:53
  30. Luisa Buhler

    Grazie Tonizzo per le tue spiegazioni. Eccomi dunque rassicurata , sono una lettrice di nicchia! Non so perchè ma queste parole non risultano simpatiche alle mie orecchie….mi fanno pensare alla parola francese “niche” ,la cuccia del cane dove spesso lo si manda ..in castigo : retourne à ta niche ! Lo si dice poco gentilmente anche alle persone con le quali si è in disaccordo. La nicchia non è anche il luogo dove si collocano le statue ? Cerco di trovare l`origine dell`espressione e forse la sua simbolica , sono cose che mi interessano.
    È come l`espressione “parlare a braccio” che mi stupisce ogni qualvolta la sento!
    Tanti cari saluti a te Tonizzo e buon lavoro ! Luisa

    2 Ottobre, 2006 - 15:43
  31. Stai scherzando, Luisa? Non oserei mai dire ad una donna (notate che Maria grazia latita alla profferta della cena… mmmmmmmmmhhhhhh :-)) una cosa del genere!
    In effetti, ora che ci penso, sai che “parlare a braccio” è inquietante?

    Comunque credo proprio che la nicchia di cui si parla sia proprio quella delle statue: un luogo riservato, piccolo, appartato, forse dalle pareti complici come quelle di un confessionale (possibilmente non catodico).

    Un caro saluto a tutti. Stiamo diventando un po’ gli Acca-boys: è una bella sensazione, l’idea di questa famiglia telematica che si sta creando giorno dopo giorno. E buon lavoro anche a te nella tua bella Svizzera, Luisa.

    2 Ottobre, 2006 - 19:52
  32. Maria Grazia

    Cari Accattoli e Tonizzo,comprendo ciò che avete detto e la difficoltà di avere a disposizione grandi spazi sui giornali,tuttavia penso che le poche righe che si hanno da sfruttare vadano usate per descrivere al meglio l’attività del Papa.In questo “Affari italiani” si differenzia dalla granparte dei giornali,nel senso che in poco spazio riesce a dire l’essenziale.Ecco la ragione per cui spesso cito Tonizzo qui nel blog.
    Sui quotidiani invece,è la mia opinione,si spreca spazio mettendo in evidenza le differenze fra Pontefici e non ci sofferma abbastanza sull’attività del Papa regnante.Un esempio?Stamattina si poteva dire molto su Papa Ratzinger ma si è scelto di dare molto spazio al libro in uscita su Giovanni Paolo II a firma del suo segretario personale.Non voglio esprimere giudizi sul cardinale di Cracovia,la mia riflessione riguarda i quotidiani che insistono troppo secondo me nella contrapposizione Papa buono-Papa meno buono.Non è ora di guardare avanti?Tengo a precisare che la mia non vuole essere una critica dettata dalla maggiore simpatia per l’uno o per l’altro.Si tratta di un semplice pensiero sfociante nella scrittura.
    Per me questi continui raffronti fanno male alla Chiesa e,se è vero che di solito si vuole evidenziale che Ratzinger è un Papa minore,è anche evidente che esiste un rovescio della medaglia da prendere in considerazione.
    Cito ancora il blog di Magister in una discussione dal titolo “Fuoco senza quartiere sul papa, da un altro gesuita islamologo”.
    Potete trovare il commento a questo indirizzo:

    http://blog.espressonline.it/weblog/stories.php?topic=03/04/09/3080386

    Che cosa ricaviamo da questo commento?Qualcuno può ribadire che Wojtyla era più aperto,prudente,furbo e saggio di Ratzinger,ma un altro potrebbe sostenere che il Papa polacco era troppo debole,succube dei suoi collaboratori,troppo impegnato per scrivere da solo un discorso etc.
    Per inciso:una bella pulizia nella curia non farebbe male visto le lingue lunghe che vi si annidano.Qualcuno ha il dente avvelenato per essere stato rimosso e allora prendiamo in mano scopa e spazzolone,se mi passate la metafora.
    Capite dal mio ragionamento che ogni medaglia ha il suo rovescio e francamente comincio a stancarmi di leggere che Wojtyla era santo e Ratzinger è una sorta di diavolo.Non corrisponde alla realtà delle cose.
    Per concludere cito “La repubblica” e la dichiarazione di Pannella:

    “Se Piero decidesse di procedere verso ciò che la sua etica gli chiede – ha affermato Pannella oggi alla Camera in una conferenza stampa per la presentazione di due proposte di legge della Rosa del Pugno sui temi dell’eutanasia e del testamento biologico – sarò immediatamente pronto a compiere tale atto, che è un atto di rispetto della vita e dei principi di civiltà che sono oggi negati da un potere talebano e da chi occupa il Vaticano”.

    Poi Pannella ha attaccato duramente Benedetto XVI: “Non ho nessuna stima, nessun rispetto del Papa, se non come la si può avere di qualsiasi individuo umano. Esercita un potere di morte ogni giorno”.

    In un Paese civile,e l’Italia non lo è,il caro Pannella andrebbe stigmatizzato e denunciato alla Procura della Repubblica competente.
    In altri Paesi,Pannella non potrebbe nemmeno aprire bocca pena la condanna a morte.Ringrazi il Cielo,il caro radicale,di vivere in un paese in cui la Chiesa cattolica non emette sentenze capitali.
    Chi chiede scusa al Papa per questo linciaggio mediatico?Nessuno ovviamente.Io però gli ho scritto una lettera di scuse a nome mio.Mi vergogno profondamente di essere italiana e gliel’ho ribadito a chiare lettere.
    Saluti MG

    3 Ottobre, 2006 - 11:58
  33. Solo due cose, Maria Grazia.
    La prima: probabilmente l’Italia è provinciale e la stampa ne è specchio fedele. E in provincia ci vuole sempre una contrapposizione: Guelfi e Ghibellini, fascisti e comunisti, coppiani e bartaliani, alfisti e lancisti, juventini e interisti. E potremmo continuare. Cito anche gli sportivi e gli automobilisti non per ironia, ma per mostrarti come siamo pronti a dividerci su tutto.
    Figuriamoci sulle cose di Chiesa…
    Ora, il problema non è essere fieri o disperati di essere italiani. Il problema è che a questo Paese – che cattolico non è – ha bisogno di vedere qualcosa di misterioso nel sacro. Anche in quello che c’è di più limpido. Per questo tira l’idea del Vaticano-potere (ed è anche quello, tutto sommato) piuttosto che del Vaticano-spiritualità.

    Quanto a Pannella: è la dimostrazione che questo è un Paese libero. In cui si può dire davvero qualsiasi cosa. Per cui, bene se dice la sua. Ma guai se questo non fosse permesso alla Chiesa

    Ti ringrazio per la stima. Sono un novizio autodidatta e cerco di fare del mio meglio.

    3 Ottobre, 2006 - 15:25
  34. Luisa Buhler

    Tonizzo, perchè dici che che l`Italia non è cattolica ?
    E perchè ci sarebbe più mistero nel Vaticano-potere piuttosto che nel Vaticano -spiritualità ? Mistero nel senso cose nascoste,o da nascondere, segreti, enigmi da
    risolvere ? In questo senso è vero che il Vaticano può essere una buona preda di tutte le curiosità sane e malsane.
    Ma non c`è bisogno di essere italiani per volere vedere qualcosa di misterioso nel sacro , il sacro è mistero : misterium fidei. Nella nostra religione è davanti questo mistero che il nostro intelletto non può che arrendersi e accettare di credere perchè spiegazioni logiche non si possono trovare.
    Quanto a Pannella ,è il caso tipico che mi fa dire che la libertà d` espressione
    non è dire quello che si vuole ,quando lo si vuole e come lo si vuole , una libertà totale, senza limiti ,senza frontiere.
    Mi sembra al contrario, che si tocca quì un limite che io pongo e mi pongo alla libera espressione delle proprie opinioni . Penso che la libertà di insultare non è una libertà , lo considero al contrario un affronto alla vera libertà che è rispetto.
    Comunque continuo a credere che questi continui attacchi a Papa Benedetto non fanno altro che aumentare l`affetto che gli si porta.
    In effetti, , a parte la grande mancanza di educazione di cui fanno prova certe persone, mi sembra anche che esse mancano di una elementare conoscenza della psicologia umana !
    Saluti,Luisa

    3 Ottobre, 2006 - 18:22
  35. Cara Luisa, non mi spingo al pessimismo di Leonardo Sciascia, che nel 1980 disse: “L’Italia è un Paese ateo fondamentalmente perché da secoli incorpora la sede del Papato” (pensiero che non condivido), però che l’Italia sia molto secolarizzata è un dato di fatto. Si pratica molto poco, spesso c’è una forte ignoranza religiosa (altrimenti la gente non andrebbe dai maghi più di quanto va dai preti), i precetti cattolici vengono spesso usati come strumenti politici di questo o quello piuttosto che condivisi e vissuti.
    Per non parlare di tutti quelli che sono andati a vedere “Il codice da Vinci” e ci hanno creduto, iniziando a vedere complotti di qua e di là. Gente sulla carta battezzata, ma per la quale “uuuh, che noia questi preti!”. Gente che mi dà ai nervi solo per questa stupidità. Questo per darti un esempio: senza citare la generale indifferenza della gente comune alla polemica sul discorso di Ratisbona, che non è stato affatto compreso.
    Due giorni fa stavo parlando con un capotreno. Quando gli ho detto che mi occupavo di Vaticano: “Eh, ma questo Papa che va a litigare con gli arabi”, mi ha detto. Ti rendi conto a che livelli siamo?

    E veniamo al Vaticano-potere contro il Vaticano-spiritualità. “Mysterium fidei”, hai detto. Sono pienamente d’accordo con te. Ma siamo sempre in una nicchia: è questo desiderio di enigmi, uniti alla fame ormai distorta di sacro, che produce interessi morbosi che vanno oltre quell’assetto di poteri che la Chiesa può (e sottolineo: può) apparire. Per cui c’è sempre un mistero: Papa Luciani è stato ucciso o è morto d’infarto? Chi ha voluto il delitto eccellente, se c’è stato? Perché non c’è stata l’autopsia? Il capitano delle guardie svizzere è morto suicida, è stato ucciso, è stato suicidato? C’è sempre, come vedi (questi sono piccoli ma eclatanti esempi), il desiderio di scoprire misteri. Non per convertirsi, ma perché “i preti nascondono sempre qualcosa”, nell’immaginario becero dei nostri tempi.
    Un caro saluto e buona giornata a tutti.

    PS: Pannella parli pure. Ma io mi sentirò garantito finché potrà parlare anche Ruini. Se poi Pannella insulta, problemi del suo stile, chi in polemica si attacca agli insulti è evidentemente a corto di idee.

    4 Ottobre, 2006 - 8:18
  36. Maria Grazia

    Ciao Tonizzo,condivido ciò che hai scritto:l’Italia è poco cattolica e soprattutto è indifferente.Di chi è la colpa?Non certo di Benedetto che anzi sta attirando molta gente “prendendola per la testa”.In passato si è lasciato molto andare alla deriva la barca di Pietro e il risultato è che pochi ormai sanno chi era veramente Gesù,che cosa ha rappresentato e che cosa rappresenta oggi per i cattolici.
    Per questo sono felice della notizia che il Papa ha quasi ultimato il libro su Gesù.Sono sicura che ne vedremo i frutti.
    Per quanto riguarda la lezione di Ratisbona,non darei tutta la colpa ai fedeli,ma anche ai mass media che hanno trattato la vicenda con la delicatezza di due elefanti in un negozio di cristallerie.
    Saluti MG

    4 Ottobre, 2006 - 17:03
  37. Maria Grazia, sei una donna di cuore e comprendo che per te è davvero un momento di dolore e disagio. Ma ti chiederei di avere la forza per non abbatterti: non devi dimenticare che possiamo anche darcere di santa ragione, ma su tutto c’è la Chiesa che ci accoglie. E siccome sappiamo in quale Cantiere è stata costruita la Nave di Pietro, non dobbiamo temere né per lei, che ha sconfitto iceberg incredibili lungo la sua rotta, né noi che ci siamo a bordo.
    Un abbraccio.

    4 Ottobre, 2006 - 19:32
  38. Maria Grazia

    Tonizzo,che dire?Grazie!
    Un apprezzamento e una domanda per te.
    Complimenti per l’articolo sull’abolizione del Limbo.Una domanda:sei stato tu a ideare il titolo “Il Vaticano sfratta i bambini dal Limbo?”.Sto ancora ridendo!!!
    Titolo molto azzeccato per spingere i lettori all’approfondimento.
    Ciao

    5 Ottobre, 2006 - 19:31
  39. Sì, l’idea del titolo è proprio mia.
    D’altronde, poniti questa domanda: come attirare l’uomo della strada su un dibattito teologico che certo non lo eccita alla discussione con la moglie mentre lei gli passa l’oliera?
    Banale, vero? Eppure questa è l’essenza del giornalismo. Credo.
    Tanti baci e grazie per l’apprezzamento.

    6 Ottobre, 2006 - 11:04

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