Ratzinger: “Silenzio con Dio e pregare con Dio”

Rileggo la trascrizione della conversazione del papa con i preti di Albano (vedi post del 2 settembre) e colgo un’altra parola forte che segnalo all’intuizione dei visitatori: “Il problema è che questo (della liturgia, ndr) sia un momento che invita anche gli altri al silenzio con Dio e a pregare con Dio”.

14 Comments

  1. Con queste parole il Papa fa riferimento alla comprensione del testo contenuto nella Preghiera Eucaristica che il sacerdote recita durante il momento principale della Messa. Ci invita anche ad entrare nel mistero e nel significato delle parole stesse, alle quali è possibile accostarsi in silenzio, quel silenzio però che è ascolto della parola di Dio. Il silenzio a mio parere è l’azione fondamentale che permette, e al sacerdote e al fedele, di entrare in questo particolare dialogo con il Creatore. La preghiera diventa efficace quando è preceduta dall’ascolto. Non siamo noi che pregando dobbiamo dire qualcosa a Dio, ma è Lui che – nella preghiera – desidera dire qualcosa a noi. C’è un silenzio che può condurre a Dio, un silenzio interiore capace di suggerirci saggiamente a chi dobbiamo rivolgere il nostro sguardo, il nostro cuore, la nostra vita.

    4 Settembre, 2006 - 9:47
  2. Giuseppe

    Ho visto nella conversazione di Benedetto XVI un maggiore invito ai sacerdoti alla Preghiera.
    Preghiera appunto, che tante anime consacrate prese dai tempi moderni si affannano sempre più per il mondo e sempre meno attenzione per i fedeli.
    In sostanza non vedo più un sacerdote inginocchiato in chiesa che prega rivolto all’altare, ma purtroppo “mischiato??? al mondo, di corsa affannato per le poche cose utili alla salvezza delle anime.

    4 Settembre, 2006 - 13:52
  3. Luigi Accattoli

    Giuseppe da Napoli ha inviato questo messaggio: “Salve mi chia Giuseppe ho 18 anni,sono d Napoli e questanno ho finito il liceo scientifico.Pochi minuti fa navigando su internet cercando di sapere come si può diventare vaticanista ed ho trovato il suo blog spero che lei me lo sappia spiegare…Il fatto è che io non so a quale università iscrivermi e lei con la sua esperienza mi può dare sicuramente una mano.La ringrazio anticipatamente e complimenti pe il blog!!!arrivederci. Giuseppe”.
    Come si diventa vaticanisti non so dirlo in breve, ma la facoltà da scegliere mi è chiara: lingue (la consiglio per ogni vocato al giornalismo), oppure lettere con indirizzo storico. Per l’apprendistato culturale, puoi leggere la Storia dei papi del Pastor e il più possibile sugli ultimi due Concili, in particolare ecumenismo, relazioni con ebrei e altre religioni. Da lì parti per il vasto mondo. Ma il difficile è l’apprendistato operativo: vedi se puoi iniziare a collaborare con qualche rivista (così ho fatto io), passando poi ai piccoli quotidiani locali e cercando di salire a quelli più grandi. Ma è una strada affollata. Pesa bene l’opportunità di tentare il giornalismo in generale, tenendo l’informazione religiosa come opzione preferenziale se riesci a mettere piede in una redazione. In bocca al lupo. Luigi

    4 Settembre, 2006 - 16:19
  4. Andrea Zambrano

    Mi permetto anche io un suggerimento, anche se non sono vaticanista, ma occupandomi di informazione religiosa per il giornale presso cui sono praticante, una cosa l’ho imparata: raccontare le parole di un sacerdote, un vescovo o anche un papa è un lavoro difficile perché, dall’altra parte, a cominciare dal tuo capo redattore, c’è sempre qualcuno che vuole strumentalizzare le tue e le sue parole.

    In ogni caso, il resto, come ha detto giustamente Accattoli, è mestiere e si impara con l’esperienza. Appartengo ancora, fortunatamente, a quella categoria di giornalisti che ha messo piede in redazione non tramite le scuole, ma direttamente dalla cosiddetta gavetta. Il mio consiglio è quello di iniziare a scrivere in un giornale, senza pretendere di essere un fenomeno, e di metterti a fare il ragazzo di bottega. Di solito, uno o due treni passano. Indispensabile poi è leggere tanto i quotidiani, anche più di uno al giorno e comprenderne il linguaggio. Un saluto

    5 Settembre, 2006 - 10:59
  5. arguello88

    Sinceramente avevo in mente di fare scienze della comunicazione infatti l’8 settebre avrò il test,come seconda opzione avevo pensato a scienze politiche…secondo lei sono fuori strada?grazie e arrivederci

    5 Settembre, 2006 - 13:13
  6. Francesca Benucci

    La rappresentazione vivente di queste parole del Santo Padre penso si sia avuta quando egli si e’ soffermato in preghiera a Manoppello di fronte al Volto Santo, in quei momenti Benedetto XVI ha dimostrato chiaramente cio’ che intendeva dire. Nel suo silenzio c’era tutta quella comunione intima e totale col Signore, che si puo’ raggiungere solo grazie ad un silenzioso e totale raccoglimento, allargando il discorso analizzando il modo di Papa Ratzinger di celebrare messa il tutto torna ancora a queste parole, durante le celebrazioni del SantoPadre infatti ci sono tanti di questi momenti grazie ai quali i fedeli possono dialogare intimamente col Signore, meditare e riflettere nel loro intimo sulle parole appena scoltate e alla fine trovare anche quelle risposte di cui hanno bisogno, da cio’ poi scaturisce la preghiera che accompagna l’intima comunione col Signore stesso.
    Io ho avuto modo di assistere a varie celebrazioni liturgiche presiedute dal Santo Padre e questo e’ l’effetto che posso riportarvi vi assicuro che scambiando qualche parola con altri fedeli un po’ tutti erano grati proprio di questo al Papa, questi silenzi sono spesso davvero infinitamente eloquenti e di un aiuto enorme.
    Saluti, Francesca

    5 Settembre, 2006 - 13:38
  7. Luigi Accattoli

    Arguello88, vanno bene anche le tue scelte, ovviamente! Ai miei tempi Scienze della comunicazione non c’era, dunque non sono portato a prenderla in esame. E’ la facoltà più specifica per l’avvio al giornalismo, ma io rispondevo sul “vaticanismo” che chiede piuttosto una preparazione umanistica a sfondo storico. In ogni caso, sia Lettere sia Scienze politiche, o Scienze della comunicazione vanno integrate con le lingue: o le metti nel piano di studi, o le apprendi a parte. Ma più della laurea – che per l’esame di ingresso nella professione non è richiesta – conta la pratica e quella non si può fare che nelle riviste e nei giornali. Saluti, Luigi

    5 Settembre, 2006 - 15:42
  8. arguello88

    La volevo ringraziare già da adesso per i suoi consigli e la sua immensa pazienza e m scuso se la disturbo ancora…ma la storia dei papi secondo lei la posso già incominciare a studiare? Ha qualche libro da consigliarmi per la sotria dei papi e anche per quanto riguarda i concili?grazie e arrivederci,Giuseppe.

    6 Settembre, 2006 - 15:58
  9. Luigi Accattoli

    A chi vuol fare il vaticanista io consiglio la “Storia dei papi dalla fine del Medio Evo” di Ludwig Pastor, ma è in tanti volumi e si trova solo in biblioteca.
    Una Storia della Chiesa più maneggevole, o una Storia dei papi , o un’Enciclopedia del papato te le puoi far consigliare in una buona libreria cattolica. Ai fini giornalistici va bene per esempio il “Nuovo dizionario enciclopedico dei Papi” di G:B: Mondin (pp. 687, euro 52) pubblicato dalla Città nuova. Sempre per la chiave giornalistica, io sono autore di una biografia di Wojtyla, intitolata GIOVANNI PAOLO. LA PRIMA BIOGRAFIA COMPLETA che trovi presentata nella pagina “Antologia delle pubblicazioni??? che è elencata sotto la mia foto. Sui concili, potresti partire dalla lettura del “Diario del Concilio” di Yves Congar, appena pubblicato dalla San Paolo.
    Auguri, Luigi

    6 Settembre, 2006 - 16:40
  10. Andrea Zambrano

    A proposito di quest’ultimo libro che hai citato. Come si colloca rispetto alla querelle tra i testi della scuola di Bologna di Alberigo, curati dal mio conterraneo Alberto Melloni e il Contrappunto alla Storia del Concilio del Marchetto, “sponsorizzato” dal Papa e dal cardinal Ruini?
    Un saluto

    6 Settembre, 2006 - 17:12
  11. arguello88

    Mi scusi ancora ma secondo lei posso già incominciare a leggere adesso questi libri?O le sembra troppo presto?grazie Giuseppe

    6 Settembre, 2006 - 17:24
  12. Luigi Accattoli

    Yves Congar è un teologo domenicano, uno delle teste migliori tra i periti del Concilio, che molto si battè per l’ecumenismo, la collegialità, la pari dignità tra tutti nella Chiesa. Giovanni Paolo infine lo fece cardinale. La sua autobiografia conciliare è più vicina ad Alberigo che a Marchetto. Luigi

    6 Settembre, 2006 - 17:38
  13. Luigi Accattoli

    Se miri a fare il vaticanista, inizia subito. Luigi

    6 Settembre, 2006 - 17:45
  14. Il silenzio di Dio è forse il mistero “più difficile” per noi cristiani. Di fronte al silenzio di Dio gli amici di Giobbe sono inciampati nella “falsa testimonianza”; di fronte al silenzio di Gesù al processo, il Sommo sacerdote è inciampato “nella bestemmia”, Pilato “nell’errore giudiziario” … non si può riempire il silenzio di Dio con “vane parole” perchè sono cembali che risuonano inutilemente. Di fronte al silenzio del Padre Gesù nel getsmani si è affidato, sulla croce ha pregato, nella morte ha atteso la nuova parola del Padre, detta ancora con la “scesa” dello Spirito. Lo Spirito di verità ha ridato la vita alla Parola diventata carne fino alla morte e alla morte di croce. Il silenzio di Gesù è il modo con cui, nella parola, la verità attraversa la menzagna, e rinasce come parola nuova, eterna, buona. Il silenzio genera parole buone. Il silenzio di Gesù ci è donato nella preghiera perchè la nostra testimonianza sia una parola buona, una buona notizia.

    6 Settembre, 2006 - 23:57

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