Se Athenagoras e Benelli rifiutano il ricovero

Io vedo che nella giusta battaglia contro l’eutanasia oggi si corre il rischio di affermare troppo dimenticando che la nostra cultura ha sempre riconosciuto il diritto di ognuno al rifiuto dell’ospedalizzazione o di una particolare cura. Quel diritto che è garantito dalla nostra Costituzione – articolo 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario” – è stato esercitato anche in tempi recenti da grandi figure del mondo cristiano: segnalo il patriarca Athenagoras che non vuole essere portato a Vienna per le giuste cure, il cardinale Benelli che rifiuta il ricovero in ospedale e Aurelia Origlia (terziaria domenicana torinese morta nel 1993 per la quale è in corso il processo di canonizzazione) che colpita da tumore sceglie di curarsi con la medicina omeopatica. Il cardinale Giovanni Benelli arcivescovo di Firenze muore il 26 ottobre 1982, a una settimana da un grave infarto dopo il quale impone ai collaboratori e ai medici il silenzio sulle proprie condizioni di salute, rifiuta il ricovero in ospedale e si fa promettere che lo lasceranno morire in casa. La stessa scelta era stata compiuta dieci anni prima da Athenagoras (1886-1972), patriarca di Costantinopoli: a 86 anni cade dalle scale e si rompe il femore, rifiuta di andare a curarsi lontano, chiede di essere lasciato solo nella stanzetta del piccolo ospedale dove l’hanno portato e solo muore nella notte tra il 6 e il 7 luglio del 1972. Invito i visitatori del blog che conoscono storie simili a segnalarle: conviene riflettere – in mezzo al dibattito sul fine vita (vedi post precedente) – su come in passato si affrontava la morte, con libertà di scelta sull’alimentazione, le cure e i ricoveri, quando le posizioni non erano irrigidite dalla disputa sull’eutanasia.  

94 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Per le vicende del patriarca Athenagoras e del cardinale Benelli, accennate nel post, vedi nella pagina “Cerco fatti di Vangelo”, elencata sotto la mia foto, il testo “Giovanni Benelli: che Dio mi prenda nella sua misericordia”.

    30 Settembre, 2008 - 9:43
  2. Francesco73

    Grazie a Luigi per questa messa a fuoco sul Benelli sacerdote e pastore.
    Di lui si legge sempre e solo come diplomatico, sostituto di Paolo VI, architrave del governo montiniano, segretario di stato e papa mancato negli anni’70.
    E’ bello scoprirne invece il lato spirituale e umano, e del resto la sua esperienza fiorentina è perlopiù ignota alle cronache e all’attenzione degli osservatori.

    Sul “lasciarsi morire” suo e di Athenagora non saprei esprimermi bene, sono situazioni in cui il confine tra i valori in gioco è molto molto scivoloso.
    Preferisco sospendere il giudizio e restare comunque ammirato di fronte al cammino interiore di questi uomini di Dio.

    30 Settembre, 2008 - 10:17
  3. “quando le posizioni non erano irrigidite dalla disputa sull’eutanasia.”
    ___________________________________________________________________

    questo è il problema,
    la problematica, infatti è tutta moderna,
    in cui i principi devono prendere il sopravvento sulla persona,
    senza tener conto del suo vissuto, contesto storico, sociale, psicologico, etc.

    E’ utile ritornare tutti alla concretezza della vita,
    perchè la Buona Novella puo’ essere vissuto solo nel concreto e non nell’astratto concettuale.

    Non capisco perchè bisogna esprimersi sulla partenza delle persone all’incontro con il Padre Celeste: “Nunc dimittis”……

    30 Settembre, 2008 - 11:05
  4. Sumpontcura

    Ho qualche difficoltà a intervenire su un argomento del quale nulla so di mia scienza: le esperienze personali che ho sono contrastanti, e inoltre non sono medico né giurista né teologo.
    Prendo coraggio dalle ultime parole del post di Luigi: “Quando le posizioni non erano irrigidite dalla disputa sull’eutanasia”, e su questo dico la mia, da laico pensoso e preoccupato.
    Le posizioni non sono state irrigidite per iniziativa dei cattolici. Anche perché non è vero che in Italia su questi temi c’è vuoto legislativo: le leggi ci sono e sono sufficientemente chiare: sono i laicisti che vogliono intervenire, per cambiarle e anzi ribaltarle. Sono stati i laicisti ad avvelenare il dibattito e a trasformare le persone in strumenti, consenzienti o meno.
    Al di là della giusta considerazione (e compassione) per chi soffre, non possiamo dimenticare che i coniugi Welby si erano fatti strumento della campagna radicale per ottenere una legge che permettesse il suicidio assistito (che la legge, oggi, non consente): non volevano un silenzio compassionevole, volevano una legge: io decido di suicidarmi e a norma di legge affido a te, medico, l’incombenza di provvedere. Vi piacerebbe, cari amici, una deriva legislativa di questo genere?
    Così, sempre sia detto nel rispetto e nella pena per chi soffre, il padre di Eluana non vuole un silenzio compassionevole, vuole il diritto, a norma di legge, di interrompere nutrimento e acqua per tutte le persone che hanno una volta, forse, manifestato una generica opinione, anche a livello di chiacchiere superficiali. Vi piacerebbe un’Italia in cui – dietro la semplice affermazione di un marito – venga staccato il sondino alla moglie? o viceversa?
    A me sembra – lo ripeto, da laico – che le equilibrate posizioni di un Bagnasco salvaguardino insieme i princìpi del Cristianesimo e gli interessi vitali molto concreti, drammaticamente concreti, di tutti i cittadini, credenti e no.

    30 Settembre, 2008 - 12:58
  5. Clodine

    Eppure Sump vuoi sapere la verità? Mia madre è stata un mese con quel sondino “per idratarla” dicevano…per idratarla, intanto non era né viva, né morta. Adagiata in quel letto, scheletrica, resa tutta una piaga…per giorni, giorni…e giorni…mi sono ribellata con tutta me stessa con quei medici : bastava togliere quel malefico tubicino per vederla liberata in un istante da quel corpo martoriato, lo sapevano e non facevano nulla: li ho odiati.

    Il pensiero che la sofferenza sia la gioia massima dell’Onnipotente, la sua “goduria” fa del Signore, Padre dell’amore datore di ogni bene per eccellenza, un mostro. Bisogna smetterla di spacciare la malattia e tutto il male del mondo come “Sua Volontà” è un’idea che non posso accettare e non è teologicamente corretta! No, la sofferenza non è nella volontà di Dio, né tanto meno ci chiama alla vita per la sofferenza, anzi, siamo stati creati per la felicità. Potevamo accedere solo all’albero della vita (ricordate genesi?) ma non a quello della “conoscenza del bene e del male”. Il dolore e tutto il male che ne consegue compresa la morte sono figlie delle circostanze e del male che regna sovrano nel mondo. Per questo motivo Il Cristo dovette subire la sofferenza ; si sottopose alla malvagità dell’uomo per amore,per liberarci da questo pungiglione. Non è nel progetto di Dio la realtà del dolore che è invero demoniaca. Mi piace pensare, quando la sofferenza bussa alla porta, che Egli è lì a sostenermi, per rendermi forte si da accettare la malattia e il dolore. In questo sta la Volontà di Dio, Volontà salvifica, non di morte. Quanto diversa da quella dell’uomo che inchioda, attraverso macchinazioni artificiose, i corpi di coloro che sarebbero già trapassati. Trasformare la sofferenza che mi colpisce a tradimento in rendimento di grazia, in una fonte di ricchezza per la salvezza di tante anime questa è la Volontà di Dio. In questa prospettiva, solo e soltanto da questo punto di vista posso accettare il dolore che può essere offerto ma è , e deve restare, una libera scelta, non una imposizione dall’esterno, perché sarebbe fine a stessa, priva di alcun valore!

    30 Settembre, 2008 - 14:05
  6. adriano

    Due anni e mezzo fa è morto mio padre. Mio padre era quasi cieco e quasi sordo, ma era ancora molto lucido. Con mia madre, già molto compromessa dall’Alzheimer, parlava come sempre e vigilava che non si mettesse nei guai.
    Gli è venuta una trombosi, già al pronto soccorso avevano escluso che potesse farcela. Ma ha fatto in tempo a fare una bella morte.
    Era stato ricoverato giovedì mattina. Domenica pomeriggio aveva salutato con voce chiara noi figli ed i nipoti, ed in nostra presenza aveva ricevuto l’olio santo, che ha un formulario bellissimo, ed il viatico.
    Nella stessa notte, tra domenica e lunedì, ha avuto un ictus. Ero in camera con lui, lo stavo vegliando. Era verso l’una, ho sentito un rantolo e l’ho visto rotolarsi di lato sul letto. L’ho afferrato, ho chiamato gli infermieri. Aveva la faccia deformata, a tratti il rantolo diventava lamento. Non capivo se fosse cosciente o meno: se lo era, era terrorizzato.
    Un’infermiera mi ha detto: “Suo padre sta cercando di dirle qualcosa”. Gli ho detto che non capivo, che cercasse lui il modo di farsi intendere. Il rantolo si è come sospeso, ha alzato il braccio sinistro, quello ancora buono, ha teso la mano e con l’indice puntato ha segnato l’alto. “Ho capito”, gli ho detto, ed ho cominciato a pregare. Ha smesso di lamentarsi, da me voleva proprio questo. Aveva avuto paura che non lo capissi.
    Aveva compreso che per lui era cominciata l’agonia, l’ultima battaglia, e voleva combatterla come da sempre si era preparato a fare. Mio padre diceva il rosario tutte le sere, con una corona che gli aveva regalato mia madre quando erano ancora fidanzati, cinquantacinque anni prima.
    Abbiamo pregato senza interruzione fino a mercoledì sera quando è morto. Anche nelle ultime ore, fino agli ultimi minuti, dicevamo il rosario.
    Tre ore prima che morisse, il monitor a cui era attaccato ha cominciato a segnalare una situazione sempre più compromessa. Un medico ci ha chiesto (“è mio dovere chiedervelo”) se volevamo trasferirlo in rianimazione. Ho chiesto se ne avrebbe avuto benefici. Il medico lo ha escluso, poi ha aggiunto: “Potrebbe durare un po’ di più”. In cambio lo avremmo dovuto lasciare solo. Noi figli (sei) eravamo tutti presenti, ma ho risposto senza consultare nessuno, sicurissimo di esprimere ciò che anche lui avrebbe voluto che dicessi: “Mio padre è pronto. Può morire in pace”.
    Siamo rimasti tutti intorno al suo letto, anche mia sorella incinta di sette mesi, nella singola in cui lo avevano nel frattempo trasferito. Sembrava incosciente, ma puntualmente ad ogni mistero mi tirava la mano, quella con cui tenevo la sua mano sinistra e la corona, e se la portava alla bocca per baciare il crocifisso.
    E’ morto baciando il crocifisso.
    In pochi giorni l’ho visto passare dallo sgomento per la morte imminente alla rassegnazione, ed infine alla confidenza totale con cui ha atteso il passaggio. Credo che anche lui abbia avvertito l’inedita potenza di parole come “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”. Perché al cospetto della morte reale, non solo attesa, parole pronunciate milioni di volte diventano improvvisamente più vere. Vere e definitive.
    Un’ultima cosa: mio padre aveva assistito all’agonia di mia nonna che si era consumata con modalità simili alla sua.
    A noi bambini aveva detto: “Mi piacerebbe morire così”.
    Ai miei figli ho detto lo stesso.

    30 Settembre, 2008 - 14:11
  7. Clodine

    E’ bella la tua testimonianza Adriano, ti capisco. Anche noi sorelle ( 6 io sono la quinta) abbiamo assistito entrambe i genitori che hanno sofferto lungamente e fortemente…ed erano giovani…

    Molto facile per chiunque di noi affermare: “Si, io voglio che la perfetta volontà di Dio sia nella mia vita!” Ma la verità è che nessun credente si sottomette alla Sua volontà senza una grande sforzo. La perfetta volontà di Dio è stata abbracciata solo nel Getsemani, Gesù ce ne ha dato l’esempio.
    Semplicemente non puoi abbracciare la volontà di Dio, prima che tu abbia abbandonato la tua propria volontà…e il cammino è lungo, faticoso, estenuante. “Aiutami Signore ad accettare e fare sempre la Tua volontà, perché in essa è il mio bene”

    30 Settembre, 2008 - 14:26
  8. lazzaro

    Clodine, io non intervengo quasi mai alle discussioni di questo pianerottolo, anche se spesso le seguo. Non ho, pertanto, quella familiarità che mi permetterebbe di abbracciarti e baciarti per quello che hai scritto alle 14,05.
    Però mi prendo questà libertà e lo faccio per quanto condivido il tuo pensiero.
    E’ facile predicare, non è altrettanto semplice vivere.
    Desidero, inoltre, esprimere tutta la mia ammirazione per la fede e l’umanità di Adriano e della sua famiglia.

    30 Settembre, 2008 - 14:30
  9. Clodine

    sei caro Lazzaro, ma.. intervieni, ti prego, sei importante per tutti noi…

    Ti abbraccio e ricambio il bacio

    Clodine

    30 Settembre, 2008 - 14:34
  10. Luigi Accattoli

    Adriano grazie per quello che hai scritto:
    “Ha teso la mano e con l’indice puntato ha segnato l’alto”
    “Mio padre è pronto. Può morire in pace”
    “Mi piaerebbe m orire così”.
    Grazie tre volte.

    30 Settembre, 2008 - 15:06
  11. mattlar

    Grazie, Clodine e Adriano delle vostre testimonianze. Valgono molto più di mille commenti. E sono molto commoventi

    30 Settembre, 2008 - 15:41
  12. Francesco73

    Sì, grazie ad Adriano.
    Perchè è proprio vero, penso, che “al cospetto della morte reale, non solo attesa, parole pronunciate milioni di volte diventano improvvisamente più vere. Vere e definitive.”
    Ho visto qualcosa di simile a questa confidenza finale nella riconciliazione di chi – tra i miei parenti più prossimi – aveva sempre vissuto lontano dall’ammissione del proprio rapporto con Dio, della speranza nella Sua attesa.
    Lì c’è qualcosa che va ben oltre la paura, c’è tutto il senso e la potenza di un mistero che agisce nel cuore umano.

    30 Settembre, 2008 - 15:43
  13. Luigi Accattoli

    Da Marco Sostegni ricevo questo messaggio:
    Secondo me si sta spettacolarizzando la morte. Non nei vostri interventi che sono “Naturali” ma soprattutto pieni di Speranza. La Speranza che manca e molto forse per il troppo sintetizzare e semplificare. Grazie. Marco Sostegni

    30 Settembre, 2008 - 15:47
  14. principessa

    Qui negli USA c’e’ un detto indiano :”Non giudicarmi se prima non hai camminato almeno un miglio dentro i miei mocassini”.
    Come dice Lazzaro, e’ facile predicare, farsi maestri, sentenziare cosa e’ giusto e cosa non lo e’, parlare di vita e di morte come se si parlasse di una qualsiasi altra faccenda. Le difficolta’ iniziano quando una situazione la si vive sulla propria pelle e si cambiano – oh! se si cambiano!!!- le opinioni che si potevano esprimere prima che essa insorgesse.
    Ci dovrebbe essere un requisito speciale per tutti coloro chiamati a parlare,discutere,spiegare e poi legiferare su un soggetto del genere: un periodo di tempo al capezzale di un malato, 24 ore al giorno ,7 giorni su 7, con la partecipazione, l’amore e il coinvolgimento di chi assiste un infermo.
    Lo stesso vale per chi si sente in grado di esprimere giudizi,di dire che cosa il Signore vuole da noi, di spiegare che la sofferenza (sia del malato che di chi assiste) va offerta a Dio. Come Clodine, sono sicura che il mio Signore e’ molto meglio di un essere perverso che mi apprezza solamente se soffro. E, mi ripeto, non tutti abbiamo la vocazione alla santita’, non tutti ci chiamiamo GPII.
    Io preferisco piu’ esprimere dubbi che certezze da quando le mie opinioni granitiche sul soggetto sono radicalmente cambiate. Preferisco piu’ capire e avvicinarmi a quel padre che forse stara’ sbagliando ma lo sta facendo per onorare un desiderio di sua figlia. Preferisco piu’ esprimere solidarieta’ a qualcuno che poi dovra’ vivere il resto della sua vita con questa ” cosa” dentro di lui e poi cercare di spiegarsi davanti al Signore. Ma vi rendete conto di che cosa stiamo dicendo? Un padre!…un padre! che chiede di lasciar morire sua figlia… ma quanto amore ci deve essere per arrivare ad una richiesta cosi? ve lo siete chiesti?

    Commovente la testimonianza di Adriano e di Clodine ( e velatamente, di Lazzaro)…Consentitemi un altro esempio: dieci anni fa, mia suocera – infermiera professionale – a seguito di varie vicende si ritrova in rianimazione . Nel momento in cui si risveglia e’ sola, sa che non ci sara’ guarigione dal suo stato. Siamo stati ammessi uno per uno a parlarle e a salutarla e ad ognuno ha detto cio’ che voleva fare e soprattutto ci ha detto che se il Signore voleva farla vivere avrebbe saputo come fare. Dopo le sue preghiere ha avuto il coraggio di tirare via i tubicini che la tenevano in vita…sorpresa delle sorprese! ha cominciato a respirare da sola ed e’ vissuta per altri cinque anni attraverso tante operazioni chirurgiche e finendo perfino con la dialisi.Due anni fa decise che ne aveva abbastanza e si rifiuto’ di andare per la dialisi, un giorno.Due settimane dopo mori’. Aveva 59 anni.

    Forse, sarebbe anche il caso che si mettesse a fuoco veramente che cosa sta accadendo. Secondo me, anche queste discussioni sono figlie dei tempi. Non esistono piu’ i figli che accompagnano i genitori su percorsi di sofferenza anche per anni, il lavoro di tutti e’ la cosa piu’ importante perche’ ti permette di sopravvivere e allora qualcosa si deve mollare, case di riposo per anziani o per malati senza speranza che costano un occhio della fronte ( anzi due!), una vita frenetica che ci ha fatto dimenticare i valori piu’ belli e piu’ sani.
    Si ricorre al legislatore quando non si sanno affrontare i problemi e si vuole che un altro decida per te.In tutte le parole che leggo e che ascolto non esiste una menzione per la comprensione – quella vera -, per l’amore, per il rispetto.E quando queste cose sono menzionate sono solo di corollario alla espressione di un’idea lontana anni luce dalla realta’ e dalla verita’ di ciascun essere umano.

    Abbracci sinceri a tutti

    30 Settembre, 2008 - 15:52
  15. Clodine

    Grande Principessa!! Amica mia, ti abbraccio forte!

    Clodine

    30 Settembre, 2008 - 16:01
  16. lazzaro

    Poi dice la sensibilità delle donne!
    Principessa, debbo abbracciare e baciare anche te?

    30 Settembre, 2008 - 16:02
  17. Il mio grazie a tutti voi che state dando delle testimonianze molto forti e che richiedono una profonda capacità di ascolto, per capire lo spirito e lo Spirito, oltre le stesse parole.
    Ecco emergere il concreto della vita in tutta la sua complessità.
    Grazie

    30 Settembre, 2008 - 16:04
  18. principessa

    Mio caro Lazzaro, per principio non rifiuto mai baci e abbracci…specie quando essi arrivano da chi comprende …

    30 Settembre, 2008 - 16:12
  19. Nino

    DOMANI A RADIO 1
    ORE 9,06
    http://www.radio.rai.it/radio1/radioanchio/

    01/10/2008
    ELUANA
    Sarà nostro ospite Beppino Englaro, il padre di Eluana, la donna che da oltre 16 anni è in stato vegetativo permanente. E’ in uscita un libro in cui Beppino ripercorre questi anni, racconta la sua battaglia per poter interrompere il trattamento che la tiene in vita, parla delle grandi questioni in gioco: la fine della vita, il testamento biologico. Il segretario della Cei Betori ha ribadito il no all’autodeterminazione dell’individuo e inizia in Senato la discussione sui disegni di legge sul testamento biologico.

    30 Settembre, 2008 - 16:13
  20. star

    Ritorno e leggo tutto quello che è stato scritto.
    Ribadisco la mia posizione che è la posizione di uno che lavora tutto il giorno con la sofferenza e che, come se non bastasse, la sofferenza se l’è trovata in casa e ben forte. Mamma con malattia degenerativa, papà morto dopo lunghe sofferenze e ciliegina nonna, ormai vecchissima, colta da una forma a metà tra Alzaimer e demenza senile. Dico queste cose non per far pesare, ne mettere sulla bilancia con stupidi paragoni la sofferenza mia e degli altri, come se aver provato sofferenza sarebbe la condizione per poter esprimersi su questi argomenti.
    credo che nel parlare di legislazione e di testamento biologico sia rischioso soprattutto se non separiamo la nostra emotività da quello che uno stato o che un legislatore dovrebbe, attraverso una legge, consentire o no.
    io per primo abbraccio il papà di eluana e da tempo nelle mie preghiere riservo, da tempo, un posto per persone come lui che si trovano nella sofferenza e che a questa sofferenza non riescono a dare un orizzonte di senso. Prego e mi sento vicino. Se dipendesse da me….
    Ma fortunatamente non dipene da me. se parliamo di leggi bisogna trovare un limite ogettivo oltre il quale non andare, prima del quale la sofferenza è legata alla vita e oltre alla quale la vita non è più vita.
    La sofferenza non è un limite oggettivo. La morte celebrale potrebbe essere un elemento chiaro ed oggettivo ma come vediamo nel caso di Eluana anche quella non è risolutiva. Allora chiedo: quale è questo limite?
    La scienza che costringe persone a rimanere in vita ci sottolinea con forza quanto sia sciocca la posizione di chi distacca la scienza dall’etica. Ogni progresso medico porta con se l’inevitabile risvolto negativo. Pensiamo a bambini nati prematuri. Un tempo molti non ce la facevano. Oggi molti ce la fanno e tra questi molti portano con loro conseguenze e disabilità, altri invece crescono sanissimi.
    la riflessione non è sul testamento biologico, che non ha senso e non prendo in considerazione, ma sul ruolo che la scienza ha nella vita umana.
    Sono, non d’accordo, ma stradacccordo con Clodine. Non esistono progetti e disegni divini che contemplano la sofferenza. Dio è amore e ci ha insegnato a chiamarlo Padre…altro che sofferenza.
    Scusate se queste righe non seguono un filo logico ma l’emotività fa novanta.

    30 Settembre, 2008 - 17:28
  21. principessa

    Mi permetto di dissentire solamente su una cosa con Star (il resto lo condivido tutto), ed e’ la mancanza di senso di un testamento biologico.Se fosse stato gia’ operativo, come qui negli USA lo e’ da anni, Beppino Englaro non sarebbe in questa condizione avendo scritto nero su bianco quali fossero stati i desideri di Eluana.
    Lo so che mi ricorderete Terry Schiavo, ma vi posso rispondere che da allora lo stilare i testamenti biologici e’ diventata prassi normale che si fa dal tuo medico curante la prima volta che ti visita (l’ufficio del medico ha nel suo staff anche un notaio).
    Il mio living will dice chiaramente di fermare terapie inutili e somministrazione di cibo e acqua, se non esiste alcuna possibilita’ di guarigione.

    30 Settembre, 2008 - 18:06
  22. Giovanni Mandis

    proverbi indiani, il mio living will, ma Gesù Cristo dove lo metti princess?
    dissento totalmente dai tuoi interventi e da quelli di clodine. non ci trovo cristianesimo (ovvero non ci trovo Gesù) ma solo un impotente e disperato sentimentalismo naturalistico.

    30 Settembre, 2008 - 18:40
  23. star

    Cara principessa,
    quando dico che il tetstamento biologico non ha senso non lo dico con senso assoluto lo dico per me e se trovassi buone motivazioni probabilmente cambierei idea. mi sembra però, ed è una pura sensazione, che l’accettare il testamento biologico non fa altro che spostare il problema. Quando e per chi le condizioni di vita sono da considerare inaccettabili? in altre parole quando il testamento entra in vigore? Secondo logica entrerebbe in vigore quando la tua facoltà di scelta è negata. in altre parole quando non posso più scegliere. E qui si apre il capitolone della malattia mentale e dei malati tipo alzaimer.
    Si potrebbe dire quando alcuni parametri obiettivi vengono riscontrati, tipo non capacità di nutrirsi o di respirare, obbligo di essere accuditi da terzi. Ma anche qui i parametri dovrebbero essere ben chiari. Potrei obiettare al mio stesso ragionamento che da una condizione di “non guarigione” qualcuno poi è tornato. Daltra parte farei fatica a pensare di decidere di morire se mi capitasse un incidente grave o una malattia che mi costringesse a letto togliendomi le facoltà mentali. E’ uno stato talmente non-sondato che non potrei sapere ora cosa desiderare. Semplifico e banalizzo. Potrei dire che se perdessi le gambe, o la vista, o l’uso della ragione sarebbe meglio per me morire ma poi se davvero mi capitasse penso che anche in uno stato di forte disabilità potrei, ed uso il condizionale, trovare forze nuove per reagire. Ora non ho la conoscenza tale del mio stato futuro da pernmettermi di scegliere con libertà, che comporta conoscenza.
    Cara principessa come vedi i miei pensieri sono lontani dall’avere un filo logico e molto lontani dal portare ad un’ opinione.
    Scusate la confusione e vi prego aiutatemi a fare un pò di ordine….

    30 Settembre, 2008 - 18:40
  24. Sumpontcura

    No Clodine: pur con tutta con la solidarietà sofferente che puoi immaginare, pregando e tremando (perché di fronte alle tragedie a volte non si può fare altro), devo dirti che su un punto non sono d’accordo con te. Togliere il sondino con l’acqua non significa affatto risolvere la questione in un attimo: significa far morire lentamente di sete un essere umano che vive. Perdonami se metto insieme la tua testimonianza di oggi pomeriggio con una frase che ci avevi scritto qualche mese fa, sempre a proposito della morte di tua madre: mi è rimasta stampata nel cuore perché era anch’essa straziante e, insieme, meravigliosa: le ultime parole di tua madre, ci dicevi, sono state: “C’è er pupo”, con riferimento al tuo fratellino morto da piccolo, che aveva segnato in modo indelebile l’esistenza di tutta la tua famiglia. Morendo, tua madre vedeva o credeva di vedere il bimbo che era venuto a prenderla. C’è qualcosa, dunque, in quel momento di paura e insieme di speranza, che la scienza può aiutarci a comprendere solo molto molto parzialmente: qualcosa che non la scienza, non la magistratura invocata dal papà di Eluana, non le leggi permissive invocate dai Welby, riusciranno mai a chiarire e definire.

    30 Settembre, 2008 - 18:51
  25. Sumpontcura

    La legge voluta da Beppino Englaro, no. No, Clodine. Piangere insieme per lo strazio, sì; pregare insieme e comprendere persino un atto di follia dettato dall’amore e dalla presunzione, sì.
    Ma la legge no. Mi è bastato l’esempio dell’aborto: si è cominciato con sagge considerazioni sul male minore (il male maggiore era l’aborto clandestino); si è arrivati a depenalizzare e consentire l’intervento nelle strutture pubbliche, spiegando che nessuna donna può essere obbligata a partorire, che nessuna donna può essere messa in prigione per aver abortito. Puro buonsenso, no? Ma si è arrivati, dopo l’approvazione della legge, a considerare l’aborto un diritto per la donna: sopprimere un essere umano, un diritto! Si è arrivati a conculcare il diritto dei medici all’obiezione di coscienza. Si è arrivati a considerare una sadica violenza il diritto/dovere di parlare alla donna che chiede l’aborto, di proporle soluzioni alternative, di farsi carico del problema insieme a lei.

    Quando si apre un varco sull’eutanasia incombe il pericolo di una deriva eugenetica: ne ho paura, e – lo ripeto – parlo da laico: è la ragione, prima ancora della fede, a mostrarmi le possibili conseguenze terribili di una legge sulla “bella morte”.

    30 Settembre, 2008 - 18:52
  26. principessa

    Mio caro Star, capisco i tuoi interrogativi e ti posso assicurare che non troverai nessuno che potra’ darti una risposta. Le risposte esistono soltanto in noi stessi e nella maniera in cui percepiamo qualsiasi problema.
    Parlando di testamento biologico volevo riferirmi a cio’ di cui una persona puo’ (ancora) disporre mentre e’ perfettamente cosciente, percio’ ti ho portato il mio esempio personale. Per quanto riguarda l’Alzheimer ( sei nuovo e non lo sai) io ci ho a che fare tutti i giorni ( la mamma) da 9 lunghi anni e siccome la mamma era giovane quando la malattia e’ insorta, ne avremo ancora per anni.
    Non e’ una questione di logica, caro Star, e’ una questione di realta’ e di occhi profondamente chiusi di tanti che si nascondono dietro le parole scegliendo di non vedere la sofferenza reale. Ti sono vicina nella tua quotidianita’…….

    30 Settembre, 2008 - 18:53
  27. star

    grazie cara principessa,
    vedi quando parlo con persone come te le cose, le leggi e le discussioni mi sembrano molto più semplici. Ho la sensazione che su qualsiasi argomento ci si confronti se il confronto parte dalla voglia di “abbracciare” l’altro con la sua storia il dialogo sarà sempre basato sul rispetto.
    Fatico a comprenderla questa storia del testamento biologico, te lo confesso ma riamango aperto. Un abbraccio.
    Agli altri miei “conpianerottoli” vorrei dire che più penso a questo argomento più penso che il ragionamento andrebbe diviso su due piani: quello teologico e quello legislativo….sempre partendo dalla voglia di dialogare con estrema tolleranza naturalmente.
    attendo vostri pareri….

    30 Settembre, 2008 - 19:02
  28. principessa

    Caro Mandis,
    vuoi sapere dov’e’ Gesu” Cristo nella mia vita?
    Egli e’ presente quando lavo mia madre, quando la massaggio, quando la imbocco, quando cerco di capirla,quando mi picchia e non posso reagire,quando non dorme e io non dormo con lei,quando si lamenta e non sai il perche’, quando la guardi e ti devi ricordare che e’ lei che ti ha messo al mondo. Quando mi guarda e non sa chi sono…lei che avrebbe dato la vita per me!
    Vuoi davvero sapere dov’e’ Gesu’ Cristo nella mia vita?
    Nella ricerca quotidiana che la mia mente compie in mezzo alla sua e alla mia sofferenza, in quel Rosario che recito e che riesce a darmi sollievo per altre 24 ore, nella gioia di aprire un blog e leggere che anche altri stanno attraversando momenti dolorosi e non sei sola e hai un po’ di comprensione. Soprattutto e’ nella testardaggine che Lui mi ha insegnato amore e comprensione……

    Rileggili i miei interventi!! che Lo trovi anche nelle mie parole precedenti Gesu’

    30 Settembre, 2008 - 19:07
  29. star

    Penso anche che la maniera più sbagliata di affrontare questo argomento sia quella dell’accusare altri di non essere abbastanza credenti, abbastanza bravi, abbastanza intelligenti e così via….
    Occorre rispettare il dolore altrui senza giudicarlo.
    scusa principessa se prima sono stato indelicato ma non sapevo….e poi credimi anche io ci sono dentro.
    Ti ringrazio infine. Dalle tue parole di FEDE mi arriva quello che ogni cristiano dovrebbe trasmettere: speranza.
    grazie mille

    30 Settembre, 2008 - 19:13
  30. Clodine

    No! Non è del tutto fuorviante il tuo pensiero Star.

    Ad esempio,raccontava il mio ex parroco (una persona di grande cultura e spiritualità con la quale ci si incontrava per approfondire “Atti degli Apostoli” due volte la settimana molto tempo fa) che egli durante l’ultima guerra ebbe un incidente molto grave. Fu durante il bombardamento nell’abazia di Montecassino, dove si era rifugiato con alcuni confratelli, ebbene, una trave lo seppellì, persi completamente i sensi e l’uso totale delle facoltà motorie.

    Raccontava il terrore che provò quando i confratelli accorsi lo ritennero morto, e in realtà tale sembrava, compresa la cessazione dei battiti cardiaci. Per alcuni giorni fu ricoperto dal lenzuolo come si usa fare con i cadaveri in attesa di poterlo seppellire. Ma lui non era morto, sentiva tutto, aveva piena coscienza eppure, assolutamente impossibilitato a muovere sia gli occhi come il più piccolo muscolo o tendine: tutto era iassolutamente mmobile.
    Si salvò grazie al perdurare dei bombardamenti che impedì ai sacerdoti confratelli di uscire onde procedere alla sepoltura, e solo con il passare dei giorni potè, con enorme sforzo della volontà, riuscire ad abbassare la palpebra dell’occhio destro nel momento in cui tolsero il lenzuolo per metterlo nella bara. Premetto che era assolutamente rigido, si riprese solo molto lentamente da quell’orribile esperienza, e allorché Grazie a Dio, rendendosi conto del tragico errore lo riattivarono con massaggi, medicinali e quant’altro.
    Quando lo raccontò ci sembrò di vivere la trama di un libro di Edgard Allan Poe, e invece è una testimoninza vera. Cose che succedono, e neppure troppo raramente; stava per essere sepolto vivo, vi rendete conto!

    30 Settembre, 2008 - 19:14
  31. star

    ciumbia,
    questo si che è un aneddoto!

    30 Settembre, 2008 - 19:18
  32. Nino

    Cara Clodine,
    concordo al 100×100 su tutto ciò che hai detto sull’argomento a cui non partecipo per rispetto di chi come te, Adriano e chi sa quanti altri ancora hanno vissuto esperienze così drammatiche e dolorose.
    Leggo però il ping pong che hai ingaggiato con strenui e immarcescibili sostenitori della teodicea o giustizia retributiva.
    Trattasi di nuovi Elihu con i quali ogni ragionevole dialogo è del tutto inutile, tempo perso.
    Per costoro Cristo è rimasto in croce e non è mai sceso.
    Un caro saluto.

    30 Settembre, 2008 - 19:19
  33. Clodine

    Ho letto ora il tuo intervento accorato Sump, ed hai ragione, sai perché? Perché l’uomo non ha il senso della misura, riuscirebbe, magari per chissà quali sporchi beceri interessi, a distorcerne, stravolgerne completamente il senso. Arriveremmo ad avere vere e proprie cliniche degli orrori, alla mercé di infermiere e medici senza scrupoli.

    30 Settembre, 2008 - 19:19
  34. star

    Bè se un ragionevole dialogo lo trovi fuori luogo mi spiace Nino.

    30 Settembre, 2008 - 19:23
  35. principessa

    Sump carissimo , in linea di massima potrei essere concorde con il tuo pensiero. Infatti continuo ad avere dubbi su come tutta la questione si sta evolvendo, eppure mi sento che “dobbiamo” un qualche aiuto concreto alle persone come Beppino Englaro. E lo dico per esperienza diretta. Da qui ad esser favorevole ad una legge sull’eutanasia , pero’, ce ne corre.Il testamento biologico e’ ormai inutile per le persone come Eluana , e allora? come risolviamo una questione spinosa,profonda e delicatissima?
    Perche’ lo Stato e la Chiesa insieme non si assumono l’onere di curare quotidianamaente questi infelici? perche’ invece di giudizi, critiche e parole vuote, per una volta, TUTTI insieme non si fa qualcosa di concreto? Ci sono conventi pieni di suore che sarebbero felicissime di servire il Signore in questo modo, c’e’ una marea di volontari, si creerebbero posti di lavoro …..
    Troppo difficile? NO! troppo impegnativo….meglio parlare, parlare, parlare…tanto domani e’ un altro giorno

    Un abbraccio sincero

    30 Settembre, 2008 - 19:25
  36. Giovanni Mandis

    “ma vi posso rispondere che da allora lo stilare i testamenti biologici e’ diventata prassi normale che si fa dal tuo medico curante la prima volta che ti visita (l’ufficio del medico ha nel suo staff anche un notaio).”

    anche abortire è ormai una prassi burocratica, anche divorziare… anche i figli in provetta..

    30 Settembre, 2008 - 19:29
  37. Giovanni Mandis

    princess guarda che Eluana è presa in cura da Suore, questo a proposito della Chiesa che dovrebbe prendere l’onere di curare… la Chiesa lo fa già e da sempre.

    30 Settembre, 2008 - 19:33
  38. Clodine

    Se è questo che temi Sump…non posso che darti ragione! Ma il caso di Eluana è di tante anime sospese è troppo straziante e disumano!
    Tu parlavi di mio fratello, anche lui, povera creatura cos’è stato se non un martire immolato sull’altare della medicina possibilista? Hanno voluto iniettargli un vaccino sperimentale semplicemente, e come lui sono morti, o rimasti storpi tante altre piccole vittime innocenti. Chi ha pagato per questo crimine? Forse la scienza? O la medicina? Allora come possiamo difenderci o trovare giustizia. Non siamo forse, noi, poveri diavoli figli di un dio minore in mano a coloro che detengono lo scettro del potere e impongono le regole senza entrare nel vissuto, nella storia di chi sta subendo quel sopruso, quell’oltraggio? E qui il discrimine, non so se mi sono spiegata, forse no..ma…se parliamo di ingiustizie allora, queste sono tante, troppe…

    30 Settembre, 2008 - 19:33
  39. principessa

    noto che non hai argomenti di risposta ,caro Mandis, al mio commento delle 19,07…

    Non ci sara’ mai nessuno, ne’ tu ne’ nessun altro, che mi potra’ dire se voglio una medicina o un goccio d’acqua o una briciola di pane. Quelli che sono i discorsi tra me e il mio Signore per la mia vita non riguardano altre persone, tantomeno coloro che per definirsi cristiani passano con scarponi chiodati sulla mia volonta’ e sui miei desideri. Grazie a Dio, esiste ancora la liberta’ di scegliere, anche se le persone come te stanno cercando di tutto per togliermi anche quella …
    Amore e rispetto sono la chiave per comprendere. Il giudizio appartiene ad Uno soltanto…

    30 Settembre, 2008 - 19:39
  40. Clodine

    E vero, Sump, mia madre è morta indicando un punto preciso, aveva una luce fantastica sul volto, anche gli occhi ormai vitrei assunsero un’espressione di struggente intensità: lo vide, e lo chiamò. Di quella morte istantanea, causata da un medico balordo, non si trovò mai il colpevole…tutti avevan le mani pulite! Ma noi, però abbiamo vissuto un’infanzia da incubo con una madre e un padre segnati per sempre, fino alla morte, da quella tragedia.Chi ci renderà giustizia per quello che ci è stato tolto? Nessuno ha pagato. Così è per Eluana: tutti ne sanno più di quei poveri genitori che soffrono da morire, tutti devono dire la loro con discorsi raffinati e sapienti: girano e rigirano attorno al problema, che resta . Tanto, mica è figlia loro? Ecco, proviamo a fare nostra questa tragedia, proviamo a sentire Eluana come fosse la nostra ragazza, la nostra bambina, nostra figlia..provate…ehhh è facile parlare!

    30 Settembre, 2008 - 19:49
  41. Giovanni Mandis

    e cosa devo risponderti? cristiani nel privato, atei-agnostici-razionalisti-liberali nel pubblico. se a te va bene così accomodati. io voglio essere cristiano nel pubblico e nel privato.

    30 Settembre, 2008 - 19:53
  42. Giovanni Mandis

    Clo, il Signore vi renderà Giustizia e vi ripagherà di tutte le sofferenze.

    30 Settembre, 2008 - 19:55
  43. Cosa farai, Dio, se muoio?
    Sono la tua brocca (e se m’infrango?).
    Sono la tua acqua (e se marcisco?).

    Sono la tua veste e il tuo lavoro:
    perderesti insieme a me il tuo stesso senso.

    Dopo di me, tu non hai casa
    in cui t’accolgano parole d’intimo calore.
    Dai tuoi piedi stanchi, i sandali
    scivolerebbero via – loro: sono io.

    Il tuo mantello grande si slaccia via da te.
    Il tuo sguardo, che io accolgo sulle guance calde
    come su un cuscino, verrà,
    mi cercherà, per lungo tempo –
    e giacerà tra pietre estranee
    nel sole che discende oltre la terra.

    Cosa farai, Dio? Sono in angoscia.
    (Rainer Maria Rilke, Il libro d’ore, 36, p. 97)

    30 Settembre, 2008 - 19:58
  44. principessa

    Mi avevi chiesto cov’era Gesu” Cristo nella mia vita. Le mie risposte sono state troppo “pesanti”? troppo vere? troppo reali?

    Io sono cristiana. Punto.Non esiste pubblico o privato.
    Ma non lascero’ che nessuno, per scaricarsi la sua coscienza e per apparire come il cristiano da manuale, mi lasci a marcire in un letto d’ospedale mentre continua la sua vita.

    Con affetto costante

    30 Settembre, 2008 - 20:02
  45. Clodine

    Eh Giovanni, era un bambino bellissimo di 5 anni, nato dopo cinque figlie femmine ti rendi conto? Ti dico solo un particolare:” non voleva fare la puntura del vaccino, aveva paura. Mio padre allora gli disse che se avesse fatto il bravo gli avrebbe comprato uno di quei palloni enormi con l’elio dentro (andava pazzo per qui palloni). Andò, il tempo di acquistare il pallone…e mio fratello non c’era già più! Rimase lì, con il pallone tra le mani…pietrificato.. mentre mia madre correva come una pazza in cerca d’aiuto tra i passanti, che con capivano! Abbiamo passato l’infanzia e l’adolescenza in un ambiente freddo e triste…non c’è stato Natale per anni a casa mia, né Pasqua..tutto congelato, tutto senza sorriso. Al mattino, durante le vacenze estive le amiche andavano al mare, noi (5 sorelle..l’ultima è arrivata dopo anni) a giocare a pentoline sulla lapide al cimetero del Verano…E’ così !

    30 Settembre, 2008 - 20:06
  46. Sumpontcura

    Avevo pensato di non parlarne: è un fatto di tre anni fa e l’elaborazione non è ancora compiuta. Ma qualcuno di voi è stato più coraggioso e mi ha fatto un po’ vergognare della mia reticenza.
    Una mia sorella maggiore, cui sono particolarmente legato, è una settantenne piena di vita: si dà da fare nell’orto, orgogliosissima per i risultati, mette per iscritto le favole che nostro padre – morto tanti anni fa – ci raccontava in famiglia, la sera; ci sentiamo al telefono e ci scriviamo, alla ricerca del particolare che sfugge, o di cui non siamo sicuri. Viviamo lontani, ma legati da un vissuto che il tempo e la distanza non scalfiscono nemmeno un po’. Una notte, improvviso, un attacco di meningite (a quell’età! i medici appaiono stupefatti). Sembra riprendersi un poco, ma un secondo attacco la getta in un coma da cui nessuno sa quando e se riuscirà a riaversi. I due figli rispondono alla situazione con prontezza e grande generosità: del resto, le strutture della sanità pubblica fanno poco e (forse) possono poco. Passano molti mesi, mia sorella non dà segni di ripresa: i miei nipoti (e i parenti, e anch’io) viviamo drammaticamente i dubbi che in tanti hanno descritto e immaginato: certe parole, certi auspici, certe soluzioni non vengono mai adombrati esplicitamente, ma il cuore a volte ti sembra che scoppi: le parole ti si fanno incontro, impavide si fanno sotto anche se tu continui a respingerle: dignità della persona, vita vegetativa, soluzione pietosa…
    Poi, un giorno, siamo tutti intorno a un letto, in una clinica che è nel verde ma un verde senza speranza: io sono arrivato da lontano, la guardo (avete presente Terry Schiavo? Ecco, così), le parlo, racconto fatti della vita vissuta insieme, lei respira, ha lo sguardo fisso, sembra che nulla esista più intorno a lei. A un certo punto mi viene da raccontarle un fatto capitato tanti anni prima proprio a noi due, un fatto, delle parole che ci avevano fatto molto ridere, tanti anni prima. Ripeto quelle parole, rievoco con aria scherzosa, e lei (non è una mia impressione, tutti lo notano, qualcuno si mette a piangere) atteggia i lineamenti a un sorriso, appena accennato ma evidente.
    Dopo un paio di mesi Dio prende la sua decisione e chiama a sé mia sorella. Che non era morta ancora, quel giorno, che non era un vegetale, che era capace di rispondere con un sorriso alle parole di chi la amava e si struggeva per lei.

    Forse adesso è un po’ più chiaro perché, al sentir parlare di soluzioni razionali, continuo ad aver tanta paura.

    30 Settembre, 2008 - 21:02
  47. raffaele.savigni

    Trovo commovente la testimonianza di Adriano. E concordo con Sump anche quando afferma: “Togliere il sondino con l’acqua non significa affatto risolvere la questione in un attimo: significa far morire lentamente di sete un essere umano che vive”.
    Vorrei poi sottolineare l’importanza del legame tra il malato ed i suoi familiari: certo, è meglio morire un po’ prima a casa, circondati dall’affetto e dalle preghiere dei familiari, che un po’ più tardi ma soli in ospedale. Ma questo non c’entra nulla con l’eutanasia e con lo stacco del sondino… Mi chiedo se molte volte (non dico affatto sempre) chi invoca l’eutanasia non voglia rimuovere, eliminando dalla sua vista il sofferente, il pensiero fastidioso della morte, del limite.
    Non dobbiamo sparare sentenze dall’alòto, ma proprio per evitare questo mi permetto di fare riferimento ad un’esperienza personale di cui per pudore non amo parlare. Ho una sorella che dal 1980 8cioè da 28 anni), dopo un grave incidente stradale che ha ciolpito il suio cervello, vive una vita quasi vegetativa: non è in grado di parlare e di comprendere, stra a letto o in carrozzina, è incontinente, ma è in grado di mangiare senza sondino (ora: nei primi mesi ne aveva bisogno). Per alcuni anni dopo l’incidente urlava spesso. Mia madre l’ha sempre assistita con amore, ha accettato con sofferenza il suo ricovero in un istituto (ove si reca ogni giorno a trovarla, pur avendo 84 anni) solo quando non ce la facevamo più assolutamente ad assisterla in casa. Non l’ho mai sentita invocare l’eutanasia: ha sempre sperato che inventassero qualche nuova cura, ha sempre desiderato che qualcuno l’aiutasse ad assisterla, si è spesso illusa che quella figlia avesse conservato un briciolo di capacità di comprendere e comunicare. Perché non sostenere con opportuni strumenti chi vuole assistere queste persone invece di aiutarle con una legge a “liberarsi” del problema?

    30 Settembre, 2008 - 21:58
  48. FABRICIANUS

    Anch’io come Matteo, voglio esprimere il mio commosso grazie a tutti voi che state dando delle testimonianze molto forti….In questi post mi state insegnando molto…Grazie….

    “Fa che nulla, ormai, O Signore,
    possa farci soffrire e piangere
    tanto da dimenticare la gioia della Risurrezione”
    (Teresa di Calcutta)

    E’ umano però, davanti al dolore,alla malattia, piangere, piangere tanto fino ad urlare…

    Raccogli Signore tutte le lacrime di dolore e fa che, nonostante tutto, possano sciogliersi in canto di Resurrezione.

    “Ascolta, Signore, la mia voce.
    Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
    Di te ha detto il mio cuore:
    -Cercate il suo volto-;
    il tuo volto, Signore, io cerco.
    (dal Salmo 27)

    30 Settembre, 2008 - 22:06
  49. principessa

    Appunto! cari Savigni e Sump!!
    Una cosa e’ il testamento biologico che “libera” anche le persone che assistono da responsabilita’ che mai avrebbero chiesto, e un’altra e’ una legge che – e qui sposo i timori di Sump – potrebbe venire male interpretata e diventare strumento per “liberarsi” dei problemi.
    Pero’, nel frattempo che facciamo chiarezza tra le due cose, sosteniamo chi da’ assistenza agli infermi, e facciamolo concretamente.

    30 Settembre, 2008 - 22:06
  50. Luigi Accattoli

    Grandi storie sono state narrate oggi in queste pagine virtuali. Ringrazio tutti del coraggio, della generosità, della pietà.
    A Clodine chiedo di documentarmi la storia del morto apparente di Montecassino salvato dal prolungarsi dei bombardamenti. C’è un luogo dov’è narrata? C’è un documento? La metterei tra i “fatti di Vangelo”. Tra essi (intesi come antologia, nella pagina del sito a loro dedicata) metterò anche la storia di Adriano. Buonanotte a tutti.

    30 Settembre, 2008 - 22:36
  51. Nino

    @Star
    Caro Star,
    per la chiarezza.
    Tu dici: “Bè se un ragionevole dialogo lo trovi fuori luogo mi spiace Nino.”

    io ho scritto e sostengo : Trattasi di nuovi Elihu con i quali ogni ragionevole dialogo è del tutto inutile, tempo perso.
    ————————————————————-
    In generale non trovo fuori luogo dialogare di qualsiasi cosa con chiunque.

    Solo trovo inutile dialogare con chi assume la teodicea-giustizia retributiva, ovvero la posizione di Elihu da cui la teodicea trae origine, come assioma di fede.

    In soldoni siamo ai cosiddetti principi non negoziabili.
    Io non sostengo la teodicea, anzi mi è del tutto indifferente.
    E per me qualsiasi principio stabilito dagli uomini anche per conto terzi è negoziabile.

    30 Settembre, 2008 - 23:09
  52. Giovanni Mandis

    princess, io non ti ho chiesto dov’è Cristo nella tua vita. questo è il mio intervento:
    “proverbi indiani, il mio living will, ma Gesù Cristo dove lo metti princess?
    dissento totalmente dai tuoi interventi e da quelli di clodine. non ci trovo cristianesimo (ovvero non ci trovo Gesù) ma solo un impotente e disperato sentimentalismo naturalistico.”

    e vedo che anche in questo tuo intervento non c’è soprannaturale, non c’è “grazia”, c’è solo una vista orizzontale tutta concentrata sulla terra, sulla materia; non c’è prospettiva di vita oltre la morte, non c’è speranza, purtroppo c’è odio invece.
    “Ma non lascero’ che nessuno, per scaricarsi la sua coscienza e per apparire come il cristiano da manuale, mi lasci a marcire in un letto d’ospedale mentre continua la sua vita.”
    e che dire di questo? “Una cosa e’ il testamento biologico che “libera” anche le persone che assistono da responsabilita’ che mai avrebbero chiesto, e un’altra e’ una legge che – e qui sposo i timori di Sump – potrebbe venire male interpretata e diventare strumento per “liberarsi” dei problemi.”

    ma Gesù non è venuto per “liberarci” da responsabilità che non abbiamo voluto, Gesù è venuto e ha detto “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Lc 9, 23) e ha dato Egli per primo l’esempio.
    la Morte personale di ciascuno di noi è il nostro Golgota, tutte le grandi e piccole sofferenze che incontriamo nel cammino sono la nostra passione, la morte dei nostri cari, le loro malattie, e dobbiamo accettarle, sopportarle e offrirle per amore Suo (e per la salvezza delle anime!), non rimuoverle o liberarcene.

    Clodine io penso che avete vissuto un dolore grandissimo e umanamente inconsolabile, ma avete anche avuto un anima che in Cielo ha pregato costantemente per voi e spero e credo possa avervi aiutato nel cammino della vostra vita per ritrovarvi di nuovo in Paradiso quando Dio vorrà.

    30 Settembre, 2008 - 23:22
  53. principessa

    Mandis caro, il giorno in cui deciderai di toglierti i paraocchi e di alzare gli occhi dal cristianesimo imparato a memoria avrai una brutta sorpresa nel guardare in faccia la realta’. Brutta per te solo pero’, perche’ la realta’ non sara’ come dicono i tuoi libri e i tuoi indottrinamenti, ma e’ fatta di gente vera che Gesu’ lo incontra ogni giorno in una piaga da disinfettare, in un lamento continuo senza ragione, in uno sguardo smarrito che cerca la vita, e nonostante tutto , questa gente, va avanti. Forse non conoscendo tutti i passi del Vangelo o tutte le lettere di San Paolo, ma di sicuro avendo accolto l’invito di Cristo a prendere la propria croce e seguirLo, dando una testimonianza di obbedienza alla volonta’ del Signore che non troverai scritta su nessun libro.
    Sarebbe il caso che cominciassi a praticarlo tutto cio’ di cui ti sei imbottito il cervello. Per esempio potresti astenerti dal giudicare gli altri e provare ad esercitare un po’ di quei sentimenti che predicava il Signore, come l’amore e la comprensione.
    Dire che nelle mie parole c’e’ odio significa non aver capito niente della vita e dei fratelli che incontri sul tuo cammino…..

    1 Ottobre, 2008 - 3:52
  54. Clodine

    @Luigi

    Si stratta di un fantastico sacerdote, era già abbastanza anziano quando gli venne data la nomina di parroco nella nostra ex parrocchia, e lo fu solo per qualche tempo. Sono passati 13 anni da che ci narrò questo tragico episodio che lo vide protagonista. Episodio che ho descritto nei dettagli così come ce lo raccontò senza togliere né omettere una virgola (mi colpì così profondamente, che sarebbe impossibile dimenticare).
    Non so se ci sia una documentazione scritta, o se abbia lasciato un diario dove racconta di questa esperienza allucinante…questo non posso saperlo con certezza. Tra l’altro ne ho perse le tracce: non so dove risieda né se sia ancora vivente questo sant’uomo. Posso provare a chiedere…senz’altro.

    Un abbraccio

    Clo

    1 Ottobre, 2008 - 8:48
  55. Clodine

    ..Lui era devotissimo alla Madonna, con il rosario sempre tra le mani ci raccomandava di pregare incessantemente, Era stata la Madre Santa, supplicata incessantemente in quel frangente a salvarlo, grazie alla sua intercessione. Infatti, aveva uno speciale modo di recitare l’AveMaria…ancora lo ricordo :” Ave Maria piena di grazia, lo Spirito è con te e vive in me. Tu sei benedetta tra le donne, e benedetto è il frutto del Tuo seno Gesù che con il padre adoro in me. Santa Maria, madre di Dio e madre nostra, per la venuta dello Spirito prega per noi peccatori ora, e fino all’ora della nostra morte, Amen”. Chissà con quanta fede si sarà raccomandato..mamma mia! Ma ci pensate, sepolto vivo…

    P.S

    Un grazie speciale, di vero cuore, ai prof. Sump e Savigni per la loro testimonianza veramente toccante. Mi sono commosa e..vi abbraccio entrambi.

    1 Ottobre, 2008 - 9:02
  56. Clodine

    Errata corrige: “senza aggiungere né omettere” …ovviamente
    eh..la fretta…

    1 Ottobre, 2008 - 9:41
  57. Luigi Accattoli

    Da don Giovanni Trolio ricevo questo messaggio:
    Signor Accattoli mi sono imbattuto casualmente nel suo blog…stavo cercando alcune notizie sull’imminente sinodo dei vescovi e tramite google sono andato a finire su un blog riguardo al magistero di Benedetto XVI e lì vi era un elenco di siti migliori, fra cui il suo, a fianco a quello di Tornielli che seguo assiduamente.
    Mi ha fortemente toccato tutto quello che ha scritto sul vescovo Boccaccio e ha riportato nella pagina “Cerco fatti di Vangelo” che ho trovato sotto la sua foto: io ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. Ho fatto esperienza pastorale nella Parrocchia Santa Brigida alcuni mesi dopo la nomima a vescovo di Boccaccio. Ero un giovane seminarista e rimasi meravigliato di quello che la gente diceva di bello su Boccaccio. S. Brigida si trova in una zona periferica di Roma e lì tutti ricordavano il suo sano umorismo ma soprattutto la capacità di coinvolgere, di fare comunione, di costruire la Chiesa di persone prima che quella di mattoni.
    Espressi un desiderio allora : “mi piacerebbe essere un prete come don Salvatore amato da tutti perchè la gente si è sentita amare e quindi ha toccato la vicinanza di Dio”.
    Ora son prete da 16 anni e parroco da 13. Fra qualche giorno sarò traferito come parroco nella cattedrale di Tricarico… le parole di Don Salvatore :”non esiste la parrocchia bella o brutta..ma un popolo da amare, da servire” mi hanno edificato e spinto a continuare ad amare la Chiesa di Cristo e a iniziare questa nuova avventura pastorale con maggioree entusiasmo spirituale.
    Non sapevo del calvario che ha dovuto salire don Salvatore, che rimane per me ancora di più un esempio edificante!
    Chissà se stasera il soffio dello Spirito Santo ha voluto appositamente farmi approdare sul suo sito per contemplare un uomo di Dio, un pastore esemplare! Grazie! Don Giovanni Trolio

    1 Ottobre, 2008 - 9:45
  58. Clodine

    Mi associo a don Giovanni Trolio nel ringraziarti Luigi per quegli articoli su don Salvatore Boccaccio, sulla sua figura possente, meravigliosa, di grande, travolgente trascinatore di anime! Come domenticarlo, come non essergli accanto spiritualmente in questo suo doloroso calvario. Ringraziamo di cuore il Signore che ci ha concesso il dono di questo apostolo, con la speranza che possa tornare tra la sua gente che ama, ricambiato nell’amore,con rinnovato vigore.

    Grazie Luigi.

    1 Ottobre, 2008 - 10:12
  59. Giovanni Mandis

    princess io non giudico proprio nessuno. (io mi limito a dirti se sono in accordo o in disaccordo con quanto scrivi o se oggettivamente scrivi cose in contrasto palese col Cristianesimo e col Magistero della Chiesa).

    “Ma non lascero’ che nessuno, per scaricarsi la sua coscienza e per apparire come il cristiano da manuale, mi lasci a marcire in un letto d’ospedale mentre continua la sua vita.”
    questa è la (tua) frase alla quale mi riferivo parlando di parole di odio. il mio intervento non può essere frainteso in nessun modo.

    1 Ottobre, 2008 - 15:23
  60. principessa

    Come volevasi dimostrare…

    1 Ottobre, 2008 - 16:03
  61. principessa

    Riporto il parere di Sergio Zavoli cosi’ come pubblicato dal settimanale OGGI

    Domanda: E’ piu’ umano il testamento biologico o la “vita tecnologica” ?

    Risposta: Con tutta la cautela richiesta da un tema che tocca il mistero della vita e della morte, penso di poter dire, nella piena coscienza dei principi e delle idee altrui, che il massimo di umanita’ si raggiunge rispettando la sacralita’, anche laicamente intesa, della condizione umana; e credo altresi’ che la facolta’ di scelta offertaci dal testamento biologico sia una garanzia in se’, al di la’ dei suoi contenuti: una decisione, cioe’, presa consapevolmente, non lasciata ad altri, sgravati cosi’ dal peso di una risoluzione che implica difficolta’ estreme.
    Con l’esprimere la propria volonta’ si evita di dover sottostare a quella altrui, si restringe, fino ad annullarlo, lo spazio della discrezionalita’, e dell’arbitrio, sia in sede medica ,sia in via giudiziaria, quest’ultima contestabile, come si e’ visto, attraverso l’apertura di un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale.
    Dovendo prendere atto dell’urgenza di colmare un vuoto legislativo su un problema grave, fortemente sentito e del tutto nuovo , proprio in vista di questa esigenza si e’ registrato di recente, un atteggiamento di apertura verso un’iniziativa parlamentare da parte di cattolici finora fermissimi nel rifiuto di ogni norma legislativa in materia.Del rest, se in essa neppure la scienza, con i suoi progressi, e’ in grado di dire l’ultima parola, e non puo’ che lasciarla alla morale, non si porra’ prima o poi l’obbligo inderogabile di tutelare il diritto della persona a pronunciarsi su quella che sara’ la propria sorte quando non potra’ piu’ farsi ascoltare?
    Tornando alla domanda: o ci si affida, qualunque ne sia il costo, a una legge naturale, oppure si accettano, fino al limite estremo le risorse che scienza e tecnologia offrono per conservare la piu’ fioca parvenza di vita; ma cio’ che resta, e dev’essere preservato, e’ se il diritto personale di valersi della facolta’ piu’ alta lasciata in dote alla condizione umana, cioe’ la facolta’ di libera scelta, sia o no compatibile con la dignita’ conferita alla nostra vita.

    1 Ottobre, 2008 - 16:45
  62. principessa

    E riporto anche la risposta data ad una lettrice di OGGI dal Professor Umberto Veronesi. Lo faccio perche’ c’e’ una menzione a Terry Schiavo e anche per Clodine che aveva qualche dubbio un po’ di tempo fa…..

    Domanda: La nostra vita finisce soltanto quando il cervello si spegne?

    Risposta:La scienza, cara lettrice, lo sa, anche se il criterio di valutazione puo’ cambiare: cosi’ fino a 40 anni fa la vita finiva quando il cuore smetteva di battere. Grazie ai progressi della Medicina e al perfezionarsi delle tecniche di rianimazione ( con macchine capaci di mantenere l’ossigenazione del sangue e il battito cardiaco), per la cienza odierna la vita di una persona finisce quando il suo cervello ha perso ogni attivita’ in modo irreversibile, e quella persona non e’ piu’ in grado di respirare autonomamente. Il cervello rivela un encefalogramma piatto, e il cuore batte solo perche’ azionato da un respiratore artificiale.
    Questo criterio scientifico e’ stato assunto da tutti i Paesi e l’Italia ne ha fatto una legge rigorosa d’accertamento. Essa prevede che l’encefalogramma venga ripetuto due volte a distanza di 6 ore, e che l’accertamento sia disposto da tre diversi specialisti: il rianimatore-anestesista, il neurologo e il medico legale.Per sei ore di osservazione i tre medici cercano di captare anche il piu’ debole segnale di vita. Per maggior sicurezza, talora si attuano una scintigrafia e un’angiografia per verificare che i vasi sanguigni non portino piu’ snague al cervello. Ecco la morte cerebrale: cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. Cosa ben diversa dal coma, in cui il cervello, pur non funzionando, e’ invece ancora vivo.
    Quando si e’ accertata la morte cerebrale, si puo’ procedere all’espianto degli organi ( con il consenso dei parenti), perche’ morte cerebrale non necessariamente significa morte del corpo. E’ questo concetto che puo’ far paura. Nel vissuto della gente, e si puo’ capire, la morte cerebrale e’ una situazione difficile da comprendere. Perche’ e’ qualcosa di invisibile, che non si tocca con mano.Si pensa a un corpo freddo, immobile:, invece, nella morte cerebrale e’ caldo e respira ancora grazie alla macchina. La gente pensa, e spesso spera, che da un momento all’altro la persona si svegli e torni vivere.
    Oriana Fallaci scrisse un articolo appassionato su Terry Schiavo, la ragazza americana in stato vegetativo. La grand eOriana supplicava di lasciarla vivere (Non vedete come sorride, com’e’ viva!”) e le foto della povera Terry sembravano darle ragione, tanto erano espressive. Quando mori’, l’autopsia rivelo’ che il cervello di Terry era totalmente devastato:la povera ragazza non vedeva, non sentiva. Era morta. Anche se il suo cuore batteva.

    1 Ottobre, 2008 - 17:04
  63. principessa

    E vorrei anche far giungere al carissimo Sump e al Professor Savigni i miei abbracci piu’ affettuosi per il coraggio e la disponibilita’, difficilissima, a renderci partecipi del proprio dolore .
    Sump vorrei tu portassi un fiore alla tua sorella da parte mia quando potrai.
    E al prof.Savigni vorrei chiedere di portare un bacio tenero e sincero alla sua sfortunatissima sorella. Con tutto il cuore…

    1 Ottobre, 2008 - 17:08
  64. Clodine

    Sono perfettamente allineata con il pensiero di Principessa, non potrei aggiungere un rigo di più. Compresa la grandissima solidarietà e compartecipazione nei confronti del carissimo Sump – al quale mi senso particolarmente legata- e dell’altrettanto caro e ottimo professor Savigni.

    Clo

    1 Ottobre, 2008 - 17:15
  65. Vi segnalo, se non l’avete già letto, l’editoriale di Francesco D’Agostino su Avvenire di oggi. Analisi lucida e pacata, come si conviene.

    1 Ottobre, 2008 - 18:03
  66. principessa

    Basta cliccare sull’articolo a mezza pagina dal titolo “una legge riuscira’ buona se…………”

    1 Ottobre, 2008 - 18:11
  67. Sumpontcura

    Oggi posso affacciarmi solo un istante. Ma ho un grazie grande così, da sussurrare a molti fra voi (e in particolare alle “monelle”). Una buona serata e una notte serena a tutti.

    1 Ottobre, 2008 - 18:16
  68. Luigi Accattoli

    Clodine per quanto riguarda la storia di quel prete morto apparente: vedi innanzitutto di stabilire il nome e le date, il titolo della parrocchia – se non trovi altro, almeno avere questa collocazione quadro. Il tuo racconto diventa così inquadrabile. Questo è il modo di procedere iniziale quando “cerco” fatti di Vangelo.

    1 Ottobre, 2008 - 19:03
  69. raffaele.savigni

    Grazie a Clodine e Principessa per la loro profonda solidarietà e vicinanza, che ricambio. Credo che un confronto di esperienze vissute sia più fecondo di un puro confronto di idee astratte (che peraltro non può mancare): porta le persone ad avvicinarsi, non ad allontanarsi. Credo che il torto di Eliu, che nel libro di Giobbe critica il protagonista, avesse torto non tanto per ciò che diceva (In fondo anche l’Onnipotente, al termine del libro, ribadisce a Giobbe la propria trascendenza, richiamandolo all’umiltà), ma per COME lo diceva, ossia per non aver mostrato una solidarietà umana ed una vicinanza spirituale nei confronti di Giobbe, il sofferente.

    1 Ottobre, 2008 - 19:15
  70. Luigi Accattoli

    Provo a fare da interprete tra Mandis e Principessa. Giovanni, quando Principessa dice “non lascerò che nessuno, per scaricarsi la coscienza e per apparire come il cristiano da manuale, mi lasci a marcire in un letto d’ospedale mentre continua la sua vita” – quando scrive quelle parole non se la sta prendendo con te – sceneggia una parabola, piuttosto, in cui lei si pone nella posizione di Eluana e immagina un padre e una madre ipotetici che “per scaricare ecc.” decidano di lasciarla “marcire”. “Non lascerò” non è un grido di odio, ma è la rivendicazione della ragionevolezza del “testamento biologico”: facendo quella dichiarazione non lascerò che succeda questo, se mai ci fossero le condizioni perchè succeda. – Vado pazzo per la funzione dell’interprete!
    Rovescio della medaglia: quando Mandis dici “in questo tuo intervento non c’è soprannaturale, non c’è grazia” certamente non stai giudicando – prendo per buona la tua autocertificazione – ma le parole suonano come un giudizio – vedi magari di usane altre, se vuoi evitare l’impressione del giudizio che a volte è peggiore dello stesso giudizio. La mia impressione poi è che nei commenti di Principessa manchino le parole “soprannaturale” e “grazia”, me ve ne sia la sostanza.

    1 Ottobre, 2008 - 19:27
  71. principessa

    Ci vai pazzo perche’ ti riesce benissimo!!!!!!
    Grazie dell’aiuto, non avrei potuto esprimermi meglio….
    Ti abbraccio

    1 Ottobre, 2008 - 19:36
  72. principessa

    … e non mi era mai passato per la mente di prendermela con Mandis!! a lui sto cercando di spiegare il mio pensiero e accogliendo le sue impressioni, non lo sto certamente attaccando con odio o qualsiasi altro sentimento malevolo che non mi e’ mai appartenuto.

    1 Ottobre, 2008 - 19:39
  73. Giovanni Mandis

    infatti io ho riscontrato odio nell’espressione, a chiunque fosse rivolta, non direttamente nei miei confronti.

    Dico solo tutte queste pressioni per imporre alla Chiesa pensieri/idee estranei alla Fede, pensieri/idee fondalmentalmente atei e materialistici (in nome di Dio poi… e della sua bontà!) sono a dir poco scandalose. e poi sarebbe la Chiesa a comportarsi come una lobby americana.

    pensare a quanti poveretti si saranno bevuti la favola di Terry Schiavo che era già morta solo perchè lo ha detto Veronesi mi fa letteralmente vomitare…. e già perchè uno che non vede e non sente è “già morto”… ipse dixit!

    1 Ottobre, 2008 - 19:55
  74. principessa

    Se e’ l’ultima parola di una conversazione che vuoi , caro Mandis, accomodati pure !
    Non comprendi me e non comprendi neppure cio’ che Luigi ha cercato di fare per entrambi, non hai letto Nino e non hai letto neppure il prof.Savigni. Sei tutto preso nel tuo argomentare delirante dove non esiste alcuno spazio per nient’altro. Va bene cosi’, continua pure a imparare a memoria e a non mettere in pratica assolutamente nulla di cio’ che Cristo e’ venuto ad insegnarci. Da quando abbiamo iniziato ieri questa conversazione, nessuno di noi ha letto da parte tua alcuna parola di amore o rispetto o comprensione o solidarieta’ o vicinanza. Solo grandi paroloni che faranno pure tanto fine ma che mancano di sostanza e di senso reale. Resta pure abbarbicato alla tua dottrina mentre il resto del mondo va a cercare – e talvolta a trovare – Gesu’ Cristo dovunque gli occhi si possano posare.
    Con affetto,
    Principessa

    1 Ottobre, 2008 - 21:03
  75. Luigi Accattoli

    Però Principessa ora sei tu che giudichi, o dai l’impressione di giudicare: “nel tuo argomentare delirante”. Ognuno – io credo – può fare qualcosa per interpretare in positivo le parole degli altri e per dissentire con rispetto. Io cerco di farlo e lo trovo un esercizio appassionante.

    1 Ottobre, 2008 - 21:24
  76. principessa

    Chiedo scusa sia a Mandis che a Luigi se ho potuto dare anche la benche’ minima impressione di giudizio con la mia frase presa in esame da Luigi. Non e’ e non era mia intenzione giudicare con quali modalita’ Giovanni interpreta i fatti e le parole della vita, ma solo cercare di mostrare che puo’ apparire da “delirio” intestardirsi su una posizione – per quanto rispettabilissima – e non dare alcun segno di quella interpretazione positiva degli altri che Luigi auspica e che , se non ricordo male, dovrebbe anche essere segno di maturita’. Io voglio sinceramente bene a Mandis, come a tutti gli altri del resto, e mi dispiace quando non riusciamo a comprenderci.Mi piacerebbe anche vedere un po’ di apertura mentale da parte sua, visto che e’ palesemente una persona profonda e onestamente legata alla Chiesa . Aprirsi al pensiero degli altri non significa cambiare le proprie idee o le proprie convinzioni. Ma di sicuro ti fa apprezzare per l’ascolto e per il rispetto che dimostri.
    Grazie ,comunque, Luigi, per il richiamo affettuoso.Non sempre si riesce a spiegarsi con chiarezza.

    1 Ottobre, 2008 - 22:40
  77. roberto 55

    Quanti toccanti interventi !
    Sono tornato stasera dalla mia “solita” trasferta lavorativa – di ieri ed oggi – a Milano, e pur già sapendo che mi sareste mancati, quando ho letto tutti i vostri contributi m’è ancor più spiaciuto di non essere stato presente fino ad ora per unirmi a voi nello scambio di esperienze ed opinioni.
    Il mio modesto pensiero, in qualche modo, è già stato anticipato nel “post” precedente: ho pregato e prego tuttora per il padre di Eluana ma anche mi inginocchio davanti al mistero – che non so sondare – della vita di Eluana e di fronte al cristiano, commovente sacrificio di chi – ogni giorno, e come l’infermiere Benigno nel film di Pedro Almodovar “Parla con lei” – sostenta, alimenta, idrata Eluana stessa perchè continui a vivere, e sono d’accordo con Sump quando afferma che “togliere il sondino con l’acqua …. significa far morire lentamente di sete un essere umano che vive”.
    Anch’io, vi confesso, ho vissuto, con mia nonna e, non più di tre anni or sono, con mio padre, vicende in qualche modo analoghe a quelle raccontate e non mi dilungo, anche per non tediarvi; trovo, comunque, bellissime le testimonianze apportate da Adriano, Clodine, Principessa, Sump e Raffaele Savigni: grazie a tutti voi ed un abbraccio di tutto cuore per averci offerto questi importanti momenti di riflessione.
    Vorrei, infine, pregare Lazzaro di intervenire più frequentemente tra noi (il “pianerottolo” abbisogna di persone come te) e, da ultimo, suggerirei – con tutto il rispetto che ti è dovuto e l’umiltà di cui sono capace – a Giovanni di provare a confrontarsi con gli altri e con la realtà che dal prossimo ti viene rappresentata anche con tutta la comprensione e la forza della ragione che Nostro Signore ci ha donato, non – perdonami – con anatemi e giudizi: così facendo – e ti prego di scusarmi, Giovanni, se ti sembro troppo duro – non rendi un buon servigio alla bontà delle tue convinzioni.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    1 Ottobre, 2008 - 23:18
  78. lazzaro

    Diciamo, con un sorriso di simpatia, che Mandis parla “ex pulpito”, mentre non gli farebbe male scendere e porgere l’orecchio, comprendere con il cuore, senza compulsare continuamentei suoi libroni.

    2 Ottobre, 2008 - 8:08
  79. lazzaro

    Grazie per l’attenzione di Roberto 55. Ma, la mia non è falsa modestia, affettivamente la preparazione e la cultura di moltissimi di questo pianerottolo mi bloccano. Certo, ho le mie idee, ma più basate su ragionamenti personali che suffragate dall’autorità di terzi (o Terzi). Le mie letture, pur non essendo poche, sono frammentarie e non mi consentono di discutere con rimandi a Sacre Scritture, encicliche, concili, ecc.
    La mia ricerca di Dio è stata ed è affannosa, ho trovato, ma non ho finito (ed evidentemente non finirò mai) di conoscere.
    Tra l’altro sono interessato ad argomenti di cui in questo pianerottolo non si è ancora parlato (almeno da quando lo frequento), probabilmente perché non c’è stata occasione o perché chi ha fede li dà per acquisiti e non ne discute più.
    Grazie, comunque, Roberto, e grazie a Clodine e Principessa.

    2 Ottobre, 2008 - 8:26
  80. lazzaro

    “effettivamente” e non “affettivamente”, è chiaro.

    2 Ottobre, 2008 - 8:28
  81. Caro lazzaro,
    la tua ricerca è anche la mia,
    quando si comincia a prendere coscienza della presenza di Dio nella propria vita, comincia il “Quaerere Deum”, di cui alcune persone fanno il tema di tutta la vita fino alla morte nella scelta di vita monastica Benedettina, ma non vale affatto di meno per tutti i cristiani.

    Paolo VI nel 1966 agli Abati e Priori
    “Voi siete gli instancabili ricercatori di Dio”

    2 Ottobre, 2008 - 14:51
  82. lazzaro

    Caro Matteo,
    a me piacerebbe molto, ma molto, che anche agli sposati e ai single si dicesse: “Voi siete gli instancabili ricercatori di Dio”. Perché anche il “convento del mondo” trasuda Dio.
    Può darsi che con te, con me e con chi come noi cammini insieme Gesù come con i discepoli di Emmaus. A te non arde il cuore?

    2 Ottobre, 2008 - 18:27
  83. principessa

    Matteo, ho una domanda per te.

    Credo di aver capito che frequenti S.Maria Maggiore qualche volta.
    Martedi’ sera, durante la Messa, il parroco ha parlato di un santo che e’ sepolto nella basilica e che ha dedicato 30 anni della sua vita a tradurre in latino la Bibbia risiedendo a Betlemme. In spagnolo e’ san Jeronimo.
    E’ san Geronimo?
    Ti sarei grata se mi dessi notizie, quando potrai e se vorrai…..non trovo nulla su Internet
    Un abbraccio affettuoso

    2 Ottobre, 2008 - 18:34
  84. principessa

    Qualcosa, invece, ho trovato! ( donna di poca fede!!)
    E’ san Sofronio Eusebio Girolamo, primo traduttore della Bibbia dal greco e dall’ebraico in latino.

    2 Ottobre, 2008 - 18:45
  85. raffaele.savigni

    Vorrei aggiungere un ricordo ed un paragone. Quando ero adolescente e poi giovane, sentivo parlare con ammirazione di Rosanna Benzi, la giovane vissuta 29 anni in un polmone d’acciaio (morì nel 1991), in un ospedale di Genova, e del suo grande coraggio, della sua grande voglia di vivere. Non aveva mai desiderato morire, ma vivere, e si batteva per il riconoscimento dei diritti degli handicappati. Come mai in un paio di decenni il clima culturale è così radicalmente cambiato, tanto che oggi molti le “offrirebbero” l’eutanasia?
    Riporto da un sito web questa sintesi:
    Il vizio di Vivere è la storia vera di Rosanna Benzi. Rosanna Benzi nasce nel 1948. E’ una bambina normale e sana che, un giorno, a 14 anni, all’improvviso, perdere sensibilità agli arti fino a non riuscire più a compiere nessun movimento. Nemmeno quello più “naturale” e involontario, l’atto di respirare. Deve quindi vivere in un polmone d’acciaio che permette ai suoi polmoni di funzionare, altrimenti soffocherebbe. Vive in una stanzetta del pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Genova con accanto la sua famiglia. Rosanna un giorno ha deciso di farci un gran regalo: di scrivere della sua vita nel polmone e l’ha chiamata “Il vizio di vivere”. Per riassumere questa straordinaria testimonianza di forza e capire il tono del libro è sufficiente citare una frase di Rosanna: “Sono contenta di aver vissuto vent’anni che valeva la pena di vivere e che non sostituirei con altri”. Rosanna ha una vita attiva e soddisfacente: non rinuncia allo studio, all’amore, al sesso, all’impegno sociale, a vivere insomma. Fonda la rivista “Gli Altri” un periodico dedicato agli emarginati della società, i deboli e gli handicappati e, proprio nella sua condizione di apparente disabilità, porta avanti un impegno notevole in molte attività. La stanzetta del polmone d’acciaio diventa così luogo d’incontro di amici, personaggi e ammiratori. In cui si discute, ci si confronta, ci si diverte e si sogna ma soprattutto si impara da lei. Rosanna muore nel 1991 ma la sua testimonianza rimane viva nella memoria di chi l’ha conosciuta, di chi ha collaborato ai suoi progetti, chi l’ha incontrata anche solo una volta e chi ha letto le sue parole.

    2 Ottobre, 2008 - 20:56
  86. raffaele.savigni

    È il 1962 quando una polmonite virale la paralizza, provocando una grave insufficienza respiratoria. Rosanna ha tredici anni. Poco dopo entra nel polmone d’acciaio («il mio scaldabagno», diceva lei con ottimismo), per non uscirne più, se non in qualche rara occasione per partecipare a manifestazioni pubbliche. La sua storia è rimbalzata sui giornali quando Papa Roncalli, Giovanni XXIII, le ha scritto una lettera, cinque giorni prima di morire, per «ringraziarla per la sua voglia di vivere».
    In ventinove anni, Rosanna Benzi ha saputo svolgere una attività intensissima a sostegno dei diritti degli handicappati. Si è innamorata ed è stata contraccambiata. Ha coltivato anche il desiderio di avere un figlio, per arrivare a concludere: «Ma averlo sarebbe stato un atto di egoismo, non d’amore. Un bambino ha bisogno di essere tenuto in braccio da sua madre».
    Poche settimane prima di morire ha rilasciato una intervista alla Rai: «Spero che il lavoro che ho iniziato vada avanti. Spero di lasciare di me l’immagine di una donna con pregi e difetti. Un po’ matta, un po’ ironica. Spero di non aver fatto brutte figure…». La vogliamo ricordare così, al di là degli schemi che pretendono di catalogare la «diversità» e la «norma», invece di lasciar spazio alla originalità di ogni persona umana ed al valore d’ogni vita.

    2 Ottobre, 2008 - 21:04
  87. @ lazzaro scrive, 2 Ottobre 2008 @ 18:27
    ti “quoto” pienamente.
    Il nostro monastero è il mondo intero, il nostro paese, i nostri ambienti di vita.
    S. Benedetto, fornì risposte di vita all’interno del suo contesto storico e che sono rimasti sempre validi, ma oggi credo proprio che siamo cresciuti nell’autocoscienza di cristiani cattolici e quello che vale per il monaco vale anche per noi che viviamo immersi nel mondo.
    A questo proposito è interessantissimo quanto è stato scritto nella XXXV Congregazione Generale/decreto 2 della Compagnia SJ, (che per la fretta ma anche la lunga articolazione non posso proporre come testo) riflette profondamente su questa tematica e le nuove sfide. Chi può lo legga, io l’avevo sul Il Regno di qualche numero fa.

    3 Ottobre, 2008 - 10:31
  88. A Principessa+++++++++
    purtroppo sono di fretta, ma sono riuscito a leggere la domanda di principessa
    Nel sarcofago dell’altare maggiore della basilica sono i resti di s.Girolamo (se non è poco 🙂 ) che puoi tranquillamente approfondire per il suo lavoro biblico che ha lasciato ai posteri. Un grandissimo, o come si dice nel linguaggio dei giovani, un mitico.
    ciao

    3 Ottobre, 2008 - 10:35
  89. Hagakure

    Mi è piaciuto l’ultimo post del prof. Savigni su Rosanna Benzi.
    Ho una zia con la sindrome di Down che ultimamente, per ragioni di età, sta affrontando un declino irreversibile. Se ne occupa mio padre (suo fratello) con grande abnegazione. Alcuni parenti danno una mano, altri hanno quell’atteggiamento “non mi riguarda, sarebbe meglio se non fosse mai nata”. Ma mia zia, nonostante la sua condizione, è stata anche felice durante la sua vita. Avevo una compagna di liceo, intelligentissima e coltissima, che soavemente augurava una morte rapida agli handicappati “perchè così soffrono meno”. Ho saputo che adesso insegna filosofia alle superiori.
    Cosa voglio dire con questo raccontare frammentato? Non lo so neanch’io. Forse che istintivamente comprendo i pareri dei più dogmatici in materia, perchè sento che se l’argine crolla del tutto, saremo capaci di qualsiasi cosa nei confronti dei deboli, e senza rimorsi. Non era Chesterton a dire che difendere l’ortodossia è la più bella avventura?
    Ma percepisco anche la sincerità di persone come Clodine e Principessa, che sono tanto più avanti di me sulla Via.
    Che fare? L’Amore non può essere stabilito per legge. La Legge può obbligare gli uomini all’Amore? O anche solo ricordare ad essi cosa sia?

    3 Ottobre, 2008 - 22:48
  90. Luigi Accattoli

    Hagakure: “Ma mia zia, nonostante la sua condizione, è stata anche felice durante la sua vita”. Di nessuno si può dire di più. Hagakure ti ringrazio d’aver raccontato della zia. Il meglio del blog sono le storie che vengono partecipate. Penso di averlo aperto per questo. Grazie a quanti raccontano.

    4 Ottobre, 2008 - 22:49
  91. Hagakure

    Grazie a te, Luigi.

    8 Ottobre, 2008 - 8:02

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