Se Bagnasco ricorda la Costituzione al Berlusca

Nella prolusione del cardinale Bagnasco – vedi post di ieri – due righe che tutti hanno letto come un monito a Berlusconi rimandavano alla Costituzione: “Occorre che chiunque accetta di assumere un mandato politico sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda”. Il riferimento è all’articolo 54: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. Il cardinale deve aver pensato che “disciplina e onore” non fossero parole sufficientemente chiare, ai suoi fini, e le ha parafrasate con “misura e sobrietà”. “Sobrietà” è la parola chiave. Avvenire con un fondo del 5 maggio aveva già richiamato il “presidente esuberante” a quella virtù e il cardinale, trovandosi lo stesso giorno davanti ai microfoni dei giornalisti, aveva commentato: “Il richiamo alla sobrietà e alla responsabilità per tutti è sempre molto positivo”. Il 6 luglio è stato il segretario Cei Mariano Crociata a denunciare il “disprezzo esibito” per tutto ciò che è “pudore sobrietà e autocontrollo”. Il 12 agosto è il turno del povero Boffo che in risposta a un impaziente don Matteo – sollecitante più alte grida all’indirizzo del premier – parla di “tracotante messa in mora di uno stile sobrio”. Conclusione: l’ufficialità cattolica quando dice “sobrietà” pensa a Berlusconi.

50 Comments

  1. Luigi Accattoli

    In un articolo pubblicato oggi da Liberal – intitolato L’EQUILIBRIO DELLA CHIESA. BAGNASCO NON TORNA INDIETRO, MA SENZA USCIRE DAI CONFINI DELLA DIPLOMAZIA – una mia lettura delle parole del presidente della Cei sul caso Boffo:

    C’è baruffa tra gli interpreti del cardinale Bagnasco per quanto ha detto lunedì sul caso Boffo: c’è chi l’applaude per lo “schiaffo” a Berlusconi e chi l’apprezza perché si è “smarcato dal gossip” e non è andato “contro il governo”. Io dico che hanno ragione ambedue i cori e che a questo ampio applauso propriamente mirava – forse con buone ragioni – il cardinale.
    Bagnasco ha guardato a molti aspetti della questione ma lo specifico della disputa è sull’atteggiamento nei confronti del premier. Le due punte dell’arco interpretativo sono date dal Giornale, che appartiene alla “famiglia” Berlusconi e ha sferrato l’attacco a Boffo, e dalla Repubblica che nella vicenda ha letto l’avvio di uno scontro senza precedenti tra la Chiesa e il governo.
    “Se qualcuno si aspettava che il presidente della Cei partisse lancia in resta contro il governo è rimasto deluso”: così la sintesi del Giornale, che legge il monito del cardinale come un invito a “giudicare il governo dai fatti”. La Repubblica invece argomenta che “non solo la Cei non arretra, nelle sue critiche alla condotta morale di Silvio Berlusconi e all’azione politica del suo governo, ma semmai rilancia”.
    La mia lettura è che il presidente dei vescovi abbia detto tutto ciò che poteva dire senza essere accusato di oltraggio, ma l’abbia detto con il massimo di diplomazia, arrivando a non nominare mai né Boffo, né Avvenire, né Feltri, nè il Giornale, né Berlusconi.
    Ha definito la vicenda “un passaggio amaro” che “ha finito per colpire un po’ tutti noi”. Già questo è dire molto: che cioè si è trattato di un “colpo” contro la Chiesa. Ma poi ha aggiunto – ed è di più – che nonostante lo sconcerto i vescovi non arretreranno: “La Chiesa non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere”.
    Dunque quando Boffo dava “voce pubblica” al disagio dei cattolici nei confronti del premier non faceva altro che compiere “il proprio dovere” a nome di tutti. Bagnasco non ha detto “Boffo” né “disagio” né “premier” ma la sua argomentazione conteneva tutto questo. In altra pagina ha poi aggiunto il richiamo di chi assume “un mandato politico” alla “misura”, alla “sobrietà” e alla “disciplina”. Davvero non poteva dire di più senza provocare un incidente istituzionale o diplomatico
    Da cristiano comune mi aspettavo che il cardinale dicesse di meno ma fosse più diretto. Da cronista dei fatti di Chiesa intendo invece la sua scelta, tesa ad accontentare un uditorio vastissimo che va da chi avrebbe voluto una chiara accusa, non essendo soddisfatto di quanto si era azzardato a dire Boffo, a chi non avrebbe voluto né allora la sortita di Avvenire né vorrebbe mai che gli ambienti di Chiesa abbiano ad aprire un qualsiasi contenzioso con Berlusconi e il suo governo.
    Occorre aver presente un punto chiave dell’intendimento degli ecclesiastici, richiamato sottotraccia da Bagnasco: ciò che fa in privato Berlusconi non è affatto per loro “indifferente” ma viene dopo rispetto alla sua politica. Dalla politica del premier gli uomini di Chiesa si attendono vantaggi in materia di promozione della famiglia, difesa della vita, riconoscimento di un’effettiva parità alla scuola privata. E’ per questa ragione che la disapprovazione del comportamento del premier formulata a proprio rischio da Boffo doveva essere rivendicata dal cardinale quanto al contenuto, ma non poteva esserlo nominalmente. Penso che Bagnasco nella prolusione abbia raggiunto un equilibrio estremo oltre il quale non potrà andare ma che al momento è risultato efficace: dire senza nominare e denunciare senza condannare.
    Luigi Accattoli

    23 Settembre, 2009 - 12:10
  2. Leonardo

    Faccio, come di solito, una piccola questioncella di parole, ché da più di questo non mi reputo: “sobrietà” non sarebbe, per sé, una brutta parola, anzi sarebbe una bella parola cristiana, ma temo fortemente che il suo corso sia molto svalutato, e che oggigiorno risuoni grigia e triste.
    Non mi piace molto, allora, che sia questa parola a dare il la ai discorsi degli uomini di chiesa. Come se i cristiani fossero “quelli sobri” … (il che è vero, beninteso, ma in un senso ben diverso da quel che capisce la gente, che nulla sa della sobria ebbrezza dello Spirito e forse confonde il sobrio con l’astemio) …

    Tristi e perbene. Chi volete che ci segua?

    23 Settembre, 2009 - 12:48
  3. Massimo

    Già Leonardo. Ragionando in termini di marketing hai perfettamente ragione. Per farci seguire dalle masse niente di meglio di un codazzo di ballerine sculettanti, o un jackpot succulento…
    Se non abbiamo il coraggio di proclamare un messaggio che sia non dico tanto, ma almeno un po’ contro corrente, forse è meglio lasciare perdere, non credi?

    23 Settembre, 2009 - 12:52
  4. principessa

    A proposito di sobrietà avrei una domanda: ma non è che il Paese si merita il leader che ha (che cioè è specchio di quel che siamo)?
    Con tutto il rispetto per la Chiesa, le opposizioni e tutti coloro che la pensano diversamente dalla maggioranza, a me pare proprio che gli italiani ci stanno bene in questa atmosfera pregna di nullità totale, perchè altrimenti hanno sempre dato dimostrazione di scrollarsi di dosso ciò che non gli piaceva e gli stava stretto in passato. Dominazioni e regimi li hanno sempre mandati a casa quando hanno voluto…..
    Abbracci

    23 Settembre, 2009 - 13:23
  5. discepolo

    Forse le parole “verità” “sincerità” “trasparenza” “onestà” (mai mi pare pronunciate da Bagnasco) sarebbero più pertinenti sia nell’invocare uno stile di vita diverso da parte dei politici sia dei prelati e dei cristiani stessi.
    Una persona infatti può avere uno stile di vita sobrio e fare tutto di nascosto……Così sembra che la Chiesa dica a Berlusconi fa’ pure ma con discrezione, senza farti beccaree senza che nessuno lo sappia….e per carità non scoprire neanche i nostri piccoli segreti……

    23 Settembre, 2009 - 13:25
  6. sì, anche io ho qualche angoscia rispetto al termine “sobrietà” (che peraltro amo e ho abusato assai negli anni)…

    Non vorrei che alla fine questa sobrietà “qui”, detta in quel contesto “lì”, diventasse una specie di consiglio a fare le cose “almeno almeno” senza farsi notare… che mi ricorda altri linguaggi italici, e non il Vangelo…

    poi, ma forse, è solo che oggi ho un gran mal di testa… anche “onore” e “disciplina”, in questi giorni mi creano sintomi di rigetto…

    23 Settembre, 2009 - 13:26
  7. ecco, discepolo, scriveva insieme a me quasi le stesse cose…

    23 Settembre, 2009 - 13:27
  8. Nino

    ANALISI DEL LINGUAGGIO – COMPARAZIONE TRA IL LINGUAGGIO CURIALE E QUELLO DI GESU’.

    “tracotante messa in mora di uno stile sobrio”. Conclusione: l’ufficialità cattolica quando dice “sobrietà” pensa a Berlusconi.”

    Il relativo della sobrietà:
    Gesù scaccia i mercanti dal Tempio
    (vedi Matteo 21,12-17.23; Marco 11,15-19.27-28; 14,55-58; Luca 14,45-48; 20,1-2)

    Ecco l’interpretazione del caimano della parola sobrietà, La CEI è accontentata :

    Integrazione allo “scudetto fiscale” che premia i ladri, gli evasori e i sistemi malavitosi:

    L’emendamento Fleres, infatti rispetto alla versione attuale della norma, impedisce l’utilizzo delle prove ricavate dalle pratiche dello scudo nei procedimenti penali in corso; inoltre allarga l’esclusione della punibilità per chi partecipa allo scudo, oltre che ai due reati fisiologici di omessa e infedele dichiarazione, anche una serie di reati tributari, a tutti i reati di falso e al falso in bilancio. Infine, una seconda versione dell’emendamento, presentata ieri, esclude anche l’obbligo per gli intermediari di segnalare le operazioni sulle quali grava il sospetto di riciclaggio di denaro sporco.

    Ringraziano commossi Cragnotti, Tanzi, Geronzi, Ricucci, Coppola, mafia, camorra, stidda e sacra corona unita, ed altri meno mediatici.

    Vespa ne farà un’apposita puntata a porta a porta coordinata da Tremonti.
    Un saluto particolare a don Guglielmo e al caro lyco.

    23 Settembre, 2009 - 14:22
  9. non mi par vero di essere d’accordo con Leonardo…
    Vieppiù poiché talvolta si vedono dei cardinali andare in giro conciati come damerini del Settecento… e di sobrietà, come loro la intendono, ne hanno poca…
    Fatta questa differenza però penso anch’io che un politico (come in genere un uomo pubblico) debba essere una persona che non dà neppure adito di pensare certe cose… Nel letto e in banca…

    23 Settembre, 2009 - 14:22
  10. Il Vaticano non è in Groenlandia,
    ma
    in Italia,
    nella capitale politica dell’Italia.

    E’ una pietosa ipocrisia,
    l’affermazione che:
    “ll papa, nelle sue udienze parla per tutto il mondo cattolico in tutta la terra”.

    Il dato certo e incontrovertibile,
    è che il papa negli angelus, nelle udienze, parla in Roma,
    parla in Italia,
    non in un altro spazio geografico-temporale.

    Nell’odierna udienza, il monito sulla difesa libertà della chiesa, usando la biografia di s.Anselmo d’Aosta, è parso troppo strumentale.

    In Italia nessuno minaccia la libertà della gerarchia cattolica.
    In Italia, non si manifesta davanti alle chiese, o alla fine di manifestazioni religiose cattoliche (processioni, vie crucis, quaresime, corpus domini…),

    non si obbligano più i vescovi a prestare giuramento nelle mani del presidente della Repubblica,

    non vengono incarcerati vescovi per le espressioni delle loro idee anche quando sono brutali e irrispettose della vita altrui.

    Il papa e i vescovi sono perfettamente liberi di dire tutto quello che vogliono,
    sono liberi di fare pressing sul parlamento
    per avere leggi o economicamente a loro favore o a favore di quello che ritengono a loro insindacabile giudizio il bene della fede e dei costumi dei cittadini italiani.

    I liberi cittadini italiani dovrebbero essere liberi di dissentire da espressioni di politica dell’amministrazione o di politica del costume fatte dalla gerarchia.

    Ma la gerarchia non ammette il diritto di pensare e avere idee diverse da loro.
    Esprimere diversità di riflessione
    viene continuamente tacciato come minaccia alla libertà,
    minaccia alla libertà della chiesa.
    alla stessa maniera che riflettere sui nostri soldati morti,
    e avere conclusioni diverse dalla ideologia governativa è reato di antipatriottismo.

    A chi parlava stamani Benedetto XVI, se non all’Italia?
    Nella piazza principale di Roma?

    Al Burundi ?
    Alla Cina?
    Al Malawi?
    Al sindaco della Sgurcola?

    Allo stesso tempo,
    il Gen. C.A. Bagnasco,
    nella sua prolusione ai vescovi italiani, sulla nazione Italia, inseriva a piene mani citazioni dagli angelus e udienze del papa….
    facendo una lettura politica di tutto quello che rientra negli interessi del loro bene comune italiano…

    Non è concepibile alle soglie del 2010,
    che un vescovo possa dare legittimamente delle letture politiche pro domo sua,
    e non si possa dissentire.

    Le letture politiche, non sono dogma per nessuno.

    Ma quale libertà è veramente in pericolo?

    23 Settembre, 2009 - 14:31
  11. “sobrietà”

    già….
    mi ricorda quel direttore di seminario maggiore che disse ai suoi seminaristi….
    parlando in concreto della vita da preti…
    se proprio vi succedesse…..
    andatelo a fare il più lontano possibile….

    (occhio non vede, cuore non duole…)

    23 Settembre, 2009 - 14:36
  12. Francesco73

    A Matteo aggiungo una postilla, riferita al Rettore di Seminario di un mio amico sacerdote, che – con riferimento alle stesse circostanze – diceva:

    ” …e ricordatevi, ragazzi…NEGARE SEMPRE!!”

    🙂 🙂 🙂

    23 Settembre, 2009 - 15:20
  13. lazzaro

    Seconda postilla a Matteo:
    “Nisi caste, saltem caute”.

    23 Settembre, 2009 - 15:48
  14. nisi caste, saltem “sobrie”

    23 Settembre, 2009 - 15:52
  15. Clodine

    quarta postilla, sulla castità…
    “che si tramandi sempre da padre in figlio”

    23 Settembre, 2009 - 15:58
  16. Clodine

    Mah! Che dire, come commentare le parole di Bagnasco. Padre Lebret, che fu il massimo ispiratore dell’Enciclica “Populorum progressio”, si lamentava che tra le file dei cristiani ci fossero troppi saggi, troppa gente sempre intenta a calcolare e misurare ogni parola: tutti malati di quella PRUDENZA -diceva- che da l’urticaria. Prudenza che diventa ipocrisia quando, anziché mettere una “mola d’asino a chi scandalizza anche uno solo di questi miei piccoli” si usano parole “morbide”, che dicono e non dicono, strategia per aggirare l’ostacolo. Si inamida la coscienza con discorsi ambigui per raggiungere un fine,si fa attenzione a non aprire una “questio disputata” tra magistero infallibile e stato laico su quei contenuti morali fondanti, ingoiando di fatto il cammello. In questo caso il fine qualifica l’azione…Il senso del parlare è dire la verità, perciò non basta avere buoni motivo per mascherare il marcio, perche sarebbe moralmente malum.

    23 Settembre, 2009 - 16:44
  17. anche io ?????????????

    Ricordandomi che lo Spirito
    ha fatto …….
    solo con una donna,
    non mi risultavano anche uomini …. (bleah !)
    🙂
    🙂

    23 Settembre, 2009 - 16:45
  18. Quante citazioni contengono le circa 14 pagine del discorso del G. Bagnasco?

    Praticamente un copia incolla dai discorsi e scritti del suo superiore?

    Da ragazzo m hanno insegnato a non copiare i compiti.

    Ma forse non vale quando si è presidente di qualcosa,

    ma alla fine dei conti lo fanno tutti,

    puro er papa….
    quanno vole dimostrà che ‘na sua teoria è ggiusta…
    c’iappiccica tutti i detti dell’antri pontefici,
    co’ tutti i santi possibili…

    23 Settembre, 2009 - 16:54
  19. Clodine

    @Moralista
    Qual’è la condizione sine qua non per cui un prete non può tramandare ad un figlio? Ma perchè non gli è consentito averne e se li ha, ergo….che la castità si è andata a far benedire.O no?

    23 Settembre, 2009 - 16:58
  20. Vi leggo sempre con allegria 🙂

    Io in questo caso non ho un commento specifico – mi riconosco bene in quello che dice Principessa.

    Per il resto … avrei preferito che Bagnasco dicesse qualcosa sugli insegnamenti di Gesù a tutti (quand’è l’ultima volta che l’ha fatto?) e non quelle parole di ‘accusa’ a pochi, o di ‘rivendicazione’ di ragione … boh! … ma io che ne capisco!

    23 Settembre, 2009 - 17:01
  21. Massimo

    ma sobrietà è sinonimo di temperanza e moderazione, che mi pare diverso sia da prudenza che da discrezione
    ci leggo anche un richiamo all’essere rispetto all’apparire, alla sostanza rispetto al colpo di teatro ad effetto

    23 Settembre, 2009 - 17:03
  22. Clodine

    Brava Gabrielle! Sottoscrivo la tua osservazione e , come te, condivido come sempre quanto detto dalla mia cara Principessa che abbraccio forte.

    23 Settembre, 2009 - 17:06
  23. ” 🙂 ”
    smack !

    23 Settembre, 2009 - 17:09
  24. ecco, Clodine, “lo temevo”… per quello ho messo i punti interrogativi… che dobbiamo di nuovo fare il teatrino per dirci – tra cristiani avveduti – che tra castità e celibato/astinenza c’è una sottile ma fondamentale differenza?

    mia moglie dice che devo fare gli esempi, anche se mi pare di aver già scritto qui questa cosa: es. si può fare – tra sposi – l’amore castamente… e si può essere preti/religiosi/e o laici e astenersi da rapporti sessuali ma non essere affatto casti.

    Cioè, castità non significa “no sesso”. Mi hanno insegnato così.

    23 Settembre, 2009 - 17:34
  25. lo so… sono terribile … la butto sempre sui miei argomenti… scusate, sono un megalomane!

    23 Settembre, 2009 - 17:42
  26. Ogni tanto passo per una saluto. Ma stavolta ci sono rimasto male per il commento di Matteo delle ore 16,45.
    Mi è sembrato un tantino fuori luogo parlare il quel modo dello Sprito Santo. Ma forse ho interpetrato male io e se così mi scuso.

    23 Settembre, 2009 - 18:06
  27. mattlar

    non male, moralista, quella sulla distinzione da castità della coppia e la castità non operosa dei preti. non male. Molto sottile…

    23 Settembre, 2009 - 18:16
  28. Marcello

    La sobrietà invocata è forse solo estetica e superficiale, ma io per il momento mi accontenterei!

    23 Settembre, 2009 - 18:33
  29. Massimo

    Anche a me hanno insegnato che castità è molto diverso da astinenza. E dunque esiste una castità della coppia che non esclude i rapporti sessuali. Se dovessi spiegare in che consiste, direi che coincide con una vita sessuale basata su rispetto reciproco e amore.

    23 Settembre, 2009 - 18:53
  30. Leonardo

    Ah, i complessi invincibili (e rancorosi) degli ex preti!

    23 Settembre, 2009 - 19:46
  31. Luigi Accattoli

    Matteo stamane il papa all’udienza generale non ha svolto moniti sulla libertà della Chiesa. Parlando di Anselmo di Aosta ha detto che dopo la chiamata ad arcivescovo di Canterbury “si impegnò immediatamente in un’energica lotta per la libertà della Chiesa, sostenendo con coraggio l’indipendenza del potere spirituale da quello temporale. Difese la Chiesa dalle indebite ingerenze delle autorità politiche, soprattutto dei re Guglielmo il Rosso ed Enrico I, trovando incoraggiamento e appoggio nel Romano Pontefice, al quale Anselmo dimostrò sempre una coraggiosa e cordiale adesione. Questa fedeltà gli costò, nel 1103, anche l’amarezza dell’esilio dalla sua sede di Canterbury”. Stando a quello che il papa ha detto non si pone alcun problema interpretativo se si riferisse all’Italia o al Malawi: non si riferiva a nessuno, ma esponeva l’opera di un vescovo vissuto all’inizio dello scorso millennio.

    23 Settembre, 2009 - 21:07
  32. ti ringrazio Luigi,
    stamani ho visto in diretta l’udienza in tv su sat2000,
    oggi ero a casa per un problema di salute.

    Ho ascoltato ogni parola del Pontefice,
    e ho dato la lettura… che domani dovrebbe… dare qualche quotidiano…
    Il papa sa bene quali letture che si possono dare delle sue parole,
    in questo momento storico in Italia.
    Il fatto che lo abbia fatto sapendolo,
    significa che è questa la lettura che vuole accreditare,
    diversamente
    avrebbe
    letyto la biografia o in modo diverso…
    o avrebbe cercato un altro santo… da leggere.

    Nulla avviene per caso.

    Il papa non è un giovincello che si è appena affacciato sulla scena di questo mondo.

    La lettura che io posso ricevere dalle parole del papa,
    può benissimo essere quella che ho percepito io come lo hai percepito te,
    ma il momento contingente politico,
    delinea altro……

    viviamo in questo mondo….

    23 Settembre, 2009 - 21:50
  33. Massimo

    L’articolo suggerito da Lycopodium fa riflettere. Purtroppo si tratta di riflessioni amare, visto che la posizione espressa sembra confermare tutti i peggiori luoghi comuni sul carattere italico: scarsa attenzione alla moralità e in particolare ai riflessi pubblici della moralità. Ho sempre cercato di obiettare all’idea (anch’essa diffusa) che tale carattere fosse strettamente legato all’essere l’Italia un paese cattolico, quindi sempre pronto ad assolvere o trovare qualche gesuitico aggiustamento. Sto cominciando a ricredermi.
    Faccio anche notare che la separazione agostiniana è stata pensata in un tempo in cui i media erano -diciamo- meno rilevanti, anche nel plasmare coscienze e moralità pubblica. A me non importa un fico della salvezza dell’anima di Berlusconi, ma mi importa un po’ di più il fatto che ormai sono stati legittimati (per usare un termine alla moda direi “sdoganati”) comportamenti di cui giustamente fino a un po’ di tempo fa ci si vergognava. Siamo ormai abituati e assuefatti a tutto. Questo non giova alla moralità e al costume.

    24 Settembre, 2009 - 8:46
  34. non ci facciamo mancare niente

    24 Settembre, 2009 - 10:46
  35. discepolo

    caro Massimo,
    “sono stati leggittimati comportamenti di cui giustamente fino a un po’ di tempo fa ci si vergognava”.
    E’ vero ,ma questo non vale solo per i politici e per Berlusconi, vale per tutti.
    La morale è cambiata, rispetto a trent’anni fa. Ultimamente ho partecipato a un congresso medico in cui si parlava delle abitudini sessuali degli adolescenti italiani. ormai non solo i ragazzini fanno sesso a 12-13 anni,( a Milano c’è un impennata di sifilide e malattie sessualmente trasmesse tra gli under 16 anni) ma molte ragazzine trovano del tutto normale fare sesso anche con più persone per aver in cambio la ricarica del telefonino, o per pagare la consumazione in discoteca.
    E non sono dei marziani e delle marziane, dei casi sociali, dei poveracci, sono normali adolescenti amiche e amici dei nostri figli, normali liceali, con famiglie normali alle spalle..che naturalmente non sanno nulla e se sapessero
    gli verrebbe un infarto al padre….
    Che è successo? E’ successo che la loro morale non è più la nostra morale..
    E del resto la “morale” cambia, muta ,si evolve ,non rimane fissa da un epoca all’altra e da un paese all’altro..
    ma non vi ricordate quando ci fu lo scandalo Clinton -Lewinskj? la maggior parte degli Italiani, anche i cattolici, prendeva in giro quei “puritani” degli americani e tutto lo scalpore che facevano per una semplice questione di sesso…

    24 Settembre, 2009 - 14:39
  36. Massimo

    Caro discepolo, stiamo parlando dell’evoluzione della morale di un… adolescente di 73 anni.

    24 Settembre, 2009 - 15:19
  37. Luigi Accattoli

    Massimo: “A me non importa un fico della salvezza dell’anima di Berlusconi”. A me invece sì: non voto Berlusconi ma gli voglio bene.

    24 Settembre, 2009 - 15:26
  38. Luigi Accattoli

    Gli voglio bene ma «Silvio per il Nobel» davvero no. Ciò che gli auguro, per il suo bene, è un sereno ritiro a vita privata, il più presto e il più onorevolmente possibile.

    24 Settembre, 2009 - 15:29
  39. Massimo

    Luigi, mi sono espresso male. Avrei dovuto dire “non mi preoccupo della salvezza dell’anima di Berlusconi”. Non me ne preoccupo in molti sensi, ad esempio sono fiducioso che saprà come accattivarsi le simpatie della chiesa celeste, come ci riesce per quella terrena… 🙂

    24 Settembre, 2009 - 16:08
  40. discepolo

    Alcuni, purtroppo per loro, forse rimangono adolescenti fino a 73 anni!
    Dico purtroppo, perchè con l’età dovrebbe subentrare una certa saggezza…
    ma non sempre è così
    Anzi oggigiorno quasi mai è così..
    ma non riuscite a vedere anche voi in certi comportamenti ,voler essere “giovani” a tutti i costi a colpi di chirurgia estetica e di pasticche, costi quel che costi, a farsi sbeffeggiare da ragazze giovani ( siamo sinceri della performance di un settantenne una ventenne non può che ridere) , non vedete in tutto questo una patetica umana troppo umana paura della vecchiaia e della morte?
    la morte.. che è dietro l’angolo.. ma che l’Eterno Giovane non vuol vedere…
    che tristezza ma anche che pietà.. che compassione della debolezza umana
    .. o forse non siamo più capaci di compassione ?

    24 Settembre, 2009 - 20:27
  41. roberto 55

    Condivido l’auspicio di Luigi affinchè il nostro Capo del Governo si ritiri presto, anzi subito (meglio: ancora prima), a vita privata: la compagnia – penso – non gli mancherà, di certo starà bene e noi ancora meglio.

    Buona serata.

    Roberto 55

    24 Settembre, 2009 - 20:35
  42. Leonardo

    Tutti vorremmo che Berlusconi se ne andasse. Qualcuno (io, ad esempio) pensa anche che dopo staremo peggio. Direi quasi che, per quanto non si possa parlare di certezze nelle cose umane, a meno di un miracolo, è praticamente certo.

    24 Settembre, 2009 - 23:23
  43. lycopodium

    Il mio link voleva ben altro.
    Non una ennesima intemerata sulla scarsa moralità italiana, ma una saggia demistificazione delle nostre aspettative perfettiste sul potere. E l’invito ad un livello (la città di Dio) che il potere di questo mondo non istituisce né stabilisce.
    Dato per scontato, seguendo Agostino, che il potere è fatto di tipi “poco-di-buono”, è ultimamente quel “poco di buono” che possono fare che deve interessarci, non il fatto che siano dei “poco-di-buono”.
    Il che potrà non piacere agli “agit prop” o agli “yes man” dei potenti e/o degli oppositori di turno (entrambi, oggi, con un tasso altissimo di indifendibilità), ma è la questione radicale.
    Per questo trovo un po’ deludente la risposta di Massimo.

    25 Settembre, 2009 - 7:23
  44. lyco, noi possiamo anche tentare di essere sobri, avveduti, realisti e consapevoli della natura umana e quindi pure “demistificare le aspettative perfettiste sul potere” … però il cristianesimo ci chiama singolarmente e come Chiesa a tentare di “cristificare” (mi si capisce?) le cose che viviamo, e aiutarci pure come persone a “cristificarci” (per riprendere pure la questione della salvezza dell’anima di Berlusconi).
    Non tanto a demistificarle… e sennò, vivere sarebbe come andare al cinema… paghi il tuo biglietto, ci vai vestito come ti pare, commenti all’uscita come ti pare (magari saputamente e polemicamente), ma finito il film… nun te cambia un cavolo…

    ps. riferito al commento di Leonardo che assumo ormai come mio “ghostwriter maledetto”, possiamo dire che Mr B è come il coperchio del vaso di Pandora… lo chiameremo Pandoro…

    25 Settembre, 2009 - 10:37
  45. Massimo

    Caro Lycopodium, non mi era sfuggito l’intento dell’articolista (nonché il tuo nel segnalarci l’articolo). Infatti la mia voleva essere una critica di fondo a questo tipo di ragionamenti: è proprio in questo tipo di giustificazioni e “assoluzioni”, che distinguono tra la qualità delle persone e la qualità delle azioni politiche, a risultarmi indigeribile. E il fatto che la giustificazione richiami una certa tradizione di pensiero cattolico mi risulta ancora più insopportabile. Si tratta di una mentalità purtroppo diffusa, parente dell’idea che il fine (la buona politica, o magari solo la politica compiacente verso la propria fazione) giustifica il mezzo (il sostegno ai mascalzoni).
    Il motivo della mia avversione, come ho cercato di spiegare, è che sono convinto che la moralità di chi governa abbia un’influenza non trascurabile sul livello di moralità generale, di senso di obbligazione per le istituzioni ecc (cose che in Italia infatti contano zero). Per citare un caso estremo ma purtroppo reale, il fatto che l’accesso alle posizioni politiche sia determinato da meriti e capacità non esattamente di tipo politico ha influenze pesanti sulla politica stessa e sulla vita del paese.

    25 Settembre, 2009 - 11:48
  46. Leonardo

    Gentile Lycopodium, ma cosa ti aspettavi?

    25 Settembre, 2009 - 12:44
  47. lycopodium

    Caro Leonardo, “spes ultima dea” …

    27 Settembre, 2009 - 7:54

Lascia un commento