Se fossi un famacista mi batterei per l’obiezione

Se fossi un farmacista mi batterei – suppongo – per il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza rispetto alla vendita dei farmaci utilizzabili per l’aborto e per l’eutanasia. Se fossi il gestore di una farmacia privata la gestirei – immagino – secondo i criteri di quell’obiezione. Ma se fossi il dipendente di una farmacia pubblica, dove non sia possibile l’obiezione di coscienza rispetto a nessuno dei farmaci approvati dal Servizio sanitario nazionale, non avrei – presumo – una seria difficoltà a lavorarvi. Il coinvolgimento nella vendita di farmaci usabili contro la vita sarebbe bilanciato dalla possibilità di svolgere una consulenza cristianamente ispirata. Nel caso della gestione di una farmacia o dell’orientamento di un’associazione di farmacisti ritengo vada seguita l’indicazione riproposta ieri da Benedetto XVI nel discorso alla Federazione internazionale dei farmacisti cattolici, che è la coerente applicazione a questo campo della linea di rigore adottata in Germania nei confronti dei consultori cattolici, quando papa Wojtyla e il cardinale Ratzinger chiesero ai vescovi tedeschi di rinunciare alla possibilità che venissero svolte – in tali strutture – le pratiche previe all’interruzione della gravidanza. Per quanto riguarda invece il lavoro del singolo farmacista, applico alla materia l’esperienza maturata in una vita di collaborazione ai quotidiani “laici” o “laicisti”: la corresponsabilità in scelte non sempre rispondenti alle proprie convinzioni è ripagata dall’opportunità di svolgere – in quella pasta – una funzione di lievito.

32 Comments

  1. Luisa

    Io mi sento di ringraziare Benedetto XVI per le sue parole.
    Da noi la pillola del giorno dopo è distribiuta a ragazze di 16 anni in farmacia. Il farmacista ha solo l`obbligo di parlare qualche minuto con la cliente.
    I genitori chiaramente non sono la corrente.
    Poi la ragazza ritorna a casa e vivrà sola,sovente,le emorragie e i dolori.
    C`è un`ipocrisia colpevole, dvanti alla deresponsabilizzazione crescente delle giovani che considerano sempre più questa pillola come un mezzo di contraccezione. Tutti lo sanno…nessuno ne parla.
    E non dimentichiamo i laboratori farmaceutici che finanziano tutte le campagne pubblicitarie e che si riempiono le tasche a spese della salute fisica e psicologica delle donne.
    In questo caso più che in ogni altro vale la pena di porsi la domanda: ” a chi profitta il crimine?
    È d

    30 Ottobre, 2007 - 14:08
  2. michele

    Il problema è che il farmacista esegue in sostanza un ordine prescrittivo del medico, quindi non sindacabile sul piano scientifico, per cui potrebbe obiettarsi che quel “medicamento” sia necessario per curare una determinata patologia, specie considerando l’utilizzo promiscuo di tali farmaci.

    30 Ottobre, 2007 - 14:08
  3. Luisa

    Scusate..il messaggio è partito troppo i fretta…

    È da tempo che le donne sono le cavie dell`industria farmaceutica…che cosa conta l`etica, la salute delle donne di fronte agli immensi benefici sperati e ottenuti dai laboratori?
    E dire che pretendono che le loro scoperte sono al servizio dell libertà delle donne!
    Il peggio è che le donne ci credono!

    30 Ottobre, 2007 - 14:13
  4. michele, si parla di farmaci con un impiego ben preciso…

    30 Ottobre, 2007 - 15:18
  5. Di buono per tutti in questa affermazione del Pontefice c’è un implicito richiamo a farci ognuno un esamino di coscienza per tutte quelle volte che ci diciamo “non potevo fare altrimenti”, “ma in fondo non è colpa mia”….

    30 Ottobre, 2007 - 17:57
  6. Francesco73

    Secondo me la Chiesa dovrebbe offrire prima una trattazione e un inquadramento del problema, della fondazione teorica e dei limiti dell’obiezione di coscienza.
    Non ad uso cristiano, però, non partendo dalla propria Verità. Ma da un punto di vista filosofico generale.
    Qual è lo spazio di tale obiezione in una società democratica organizzata?
    Come si articola con i diritti e i doveri della cittadinanza?

    Sul punto siamo un pò ai rudimenti, secondo me. Quindi si fa tanto clamore, ma in modo equivocato e distorto.
    Si fanno passare i cattolici come sabotatori e cittadini sleali, e magari loro stessi hanno difficoltà a presentare le proprie ragioni (a parte lo stretto merito) come metodologicamente compatibili con la vita della comunità civile e con le esigenze dell’ordinamento.

    Sul concetto di obiezione di coscienza, a livello diffuso, si è lavorato poco.

    30 Ottobre, 2007 - 22:45
  7. “trattazione e un inquadramento del problema, della fondazione teorica e dei limiti dell’obiezione di coscienza.”
    Quello non è compito della Chiesa….
    Qui al limite siamo alla proposta di uno strumento già in uso di lotta morale e civile.
    Altro esempio: in Inghilterra, per motivi di coscienza, si è dimesso un magistrato che avrebbe dovuto decidere su un caso di presunta discriminazione in cui a una coppia omosessuale era stata rifiutata una adozione – la coscienza (religiosamente motivata) di quel magistrato gli ha imposto di evitare di decidere secondo la legge.
    http://www.christiantoday.com/article/christian.magistrate.awaits.appeal.judgment.over.gay.adoption.case/14225.htm

    McClintock had told them he could not make an order for a child to be raised by two same-sex parents as there was scientific evidence to suggest this was not in their best interests, and, as a Christian, he felt making such a decision would go against his conscience. He asked court staff to screen his cases so that other magistrates could preside over such cases. When court managers refused, he was forced to resign.

    30 Ottobre, 2007 - 23:54
  8. Caro Luigi, come mai di tutta la diatriba sulla nuova legislazione inglese anti- discriminazione/pro-gay in Italia non si sente nulla? Terrano minato dopo i Dico?
    Eppure non è così per gli embrioni chimera….

    31 Ottobre, 2007 - 0:02
  9. matteo

    che si sta scivolando di nuovo sul sesso?
    E’ necessario?
    non si stava parlando di farmacisti e dei loro diritti ad obiettare?
    (certo che se manca il condimento del sesso non c’è gusto!)

    31 Ottobre, 2007 - 3:31
  10. “peccatori e peccatrici, la carne in fiamme, sensazioni paradisiache, … e vendo!” Guccini sul marketing efficace della Divina Commedia
    🙂

    31 Ottobre, 2007 - 8:34
  11. Luisa

    In tanti sembrano cadere dal cielo e ne approffittano per attaccare Benedetto XVI, in realtà, il Papa non afferma nulla di nuovo.
    Chi vuole può leggere l`Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II sul sito della Santa Sede .Ampi passaggi possono essere letti sul sito di Raffaella :

    http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/

    Al paragrafo 89 si può leggere:

    “Peculiare è la responsabilità affidata agli operatori sanitari: medici, farmacisti, infermieri, cappellani, religiosi e religiose, amministratori e volontari. La loro professione li vuole custodi e servitori della vita umana. Nel contesto culturale e sociale odierno, nel quale la scienza e l’arte medica rischiano di smarrire la loro nativa dimensione etica, essi possono essere talvolta fortemente tentati di trasformarsi in artefici di manipolazione della vita o addirittura in operatori di morte.”
    E….
    “Il rispetto assoluto di ogni vita umana innocente esige anche l’esercizio dell’obiezione di coscienza di fronte all’aborto procurato e all’eutanasia. Il «far morire» non può mai essere considerato come una cura medica, neppure quando l’intenzione fosse solo quella di assecondare una richiesta del paziente: è, piuttosto, la negazione della professione sanitaria che si qualifica come un appassionato e tenace «sì» alla vita. “

    31 Ottobre, 2007 - 8:54
  12. Francesco73

    No, Alessandro, è compito anche della Chiesa.
    Essa non si limita a ricorrere agli strumenti giuridici e filosofici che la società civile offre, ma contribuisce alla loro fondazione logica e culturale, al limite come voce tra le altre.
    Sull’obiezione di coscienza c’è molta confusione, e credo che sarebbe meglio chiarirsi e chiarire le idee.
    Altrimenti, lo ripeto, i cattolici passano come cittadini sleali.

    31 Ottobre, 2007 - 9:19
  13. don78

    mi chiedo: qual è il limite dell’obiezione di coscienza? dopo il medico.. il farmacista (?), poi il fattorino che consegna la medicina in farmacia (??), e magari anche l’operaio della ditta farmaceutica (???), e ancora il ricercatore dell’azienda farmaceutica e l’addetto che gli pulisce il laboratorio (????)… e se ci preoccupassimo e ci curassimo di più della coscienza della mamma?

    31 Ottobre, 2007 - 9:55
  14. x matteo: sesso e sangue sono la manna di ogni “news” …

    Sull’obiezione di coscienza: sarò tragicamente banale ma o si riconosce il valore dell’obiezione di coscienza in senso lato (tanto più in Italia, in cui p.e. è stato definitivamente cancellato in campo militare dalla legge sul servizio civile e dalla abolizione della leva obbligatoria) o si rischia di strumentalizzarne il valore.

    Perchè è bello (davvero lo credo) e importante essere lievito (l’argomento lo sento molto vicino). Ma mi dovete spiegare cosa dovrei fare se lavorassi, supponiamo, in una grande multinazionale farmaceutica (e si può scegliere “cristianamente” di non farlo, p.e.) e fossi corresponsabile (o complice più o meno intruppato) di una decisione che avvia un progetto produttivo e finanziario che implica sfruttamento umano, disprezzo del valore della vita, nonchè qualche decina di schifezze fiscali e speculative?????

    La mia Chiesa sarebbe lì pronta ad aiutarmi,a sostenere questa eventuale obiezione di coscienza e le sue conseguenze (dimissioni, licenziamento, famiglia senza reddito, o anche “solo” mobbing etc etc)? O non vale?

    31 Ottobre, 2007 - 10:05
  15. Luisa

    In che senso c`è confusione? Nella definizione stessa o nella sua applicazione?

    “Non ad uso cristiano, però, non partendo dalla propria Verità. Ma da un punto di vista filosofico generale.”

    Scusa Francesco,non devo aver capito. Come vuoi che il Magistero non parta dalla propria verità, dalla Verità ?
    Il magistero si rovolge ai cattolici,alla coscienza dei cattolici.
    Come infermiera cattolica (che non sono) nessuno mi obbligherà mai a passare al ginecologo lo strumento che gli permetterà di sopprimere una vita.
    Come medico nessuno mi imporrà di praticare un aborto.
    Coloro che hanno obiettato perchè non volevano uccidere o portare armi, sono stati ascoltati ,si è creato un servizio civile. La vita di un bambino vale forse meno? Rende l`obiezione di coscienza meno accettabile?
    Vi suggerisco di leggere la dichiarazione seguente :

    PONTIFICIA ACADEMIA PRO VITA

    XIII ASSEMBLEA GENERALE
    DICHIARAZIONE FINALE
    CONGRESSO INTERNAZIONALE
    “LA COSCIENZA CRISTIANA A SOSTEGNO DEL DIRITTO ALLA VITA”
    15 marzo 2007

    http://www.academiavita.org/template.jsp?sez=AssembleaGenerale&pag=2007/dichfin/dichfin2007&lang=italiano

    31 Ottobre, 2007 - 10:16
  16. Luigi Accattoli

    Alessandro abbi un attimo di pazienza quanto alla discriminazione antigay: un tema per volte altrimenti mi si intreccia il cervello!
    L’obiezione di coscienza mi pare un bel tema e va coltivato – come via testimoniale prima che come strumento di lotta – ad ampio raggio: gli scienziati nucleari oltre ai medici e gli studiosi dell’embrione, perchè no; e i militari, da dove l’idea è nata e i giudici; i detentori di cariche pubbliche e i giornalisti e magari i pubblicitari… Ci metto anche la mia inattendibile categoria. Penso a chi si rifiutò di censurare il vero e finì nei campi nazisti, il beato Titus Brandsma. Penso a che cosa potrebbe essere domani la responsabilità per la messa in onda di una notizia manipolata a scopo di dominio o per scatenare un conflitto. Fa bene dunque il papa a insistere. Ma bisogna distinguere alcuni livelli: obiezione delle strutture ecclesiali (il caso dei consultori cattolici in Germania, che citavo nel blog), obiezione dei gruppi e delle associazioni a ispirazione cristiana, obiezione dei singoli. Nel primo caso ritengo sia sempre vincolante la valutazione comunitaria che si esprimerà infine con un pronunciamento dei vescovi. Nel secondo caso entra in gioco la competenza professionale e la responsabilità laicale. E’ per questo che nel post mettevo le parentetiche “presumo, immagino, suppongo”. Non posso dire io giornalista che cosa debbano o possano fare i farmacisti. Dunque “se fossi un farmacista suppongo che farei” ecc. Nel terzo caso interviene la libertà di adesione della persona, a norma della sua coscienza oltre alle opportunità alternative alle quali accennavo con il “vantaggio” del farmacista non obiettore che può parlare con il cliente che chiede quella medicina implicante un’intenzione antivita. L’obiezione poi può costare e in certe circostanze può essere eroica e nessuno potrà dettare eroismi al prossimo. – Ma non ho dubbi che la via dell’obiezione sia grande e fruttuosa, destinata a crescere. Se ne dovrebbe parlare a ogni proposito e contro ogni quieto vivere. Luigi

    31 Ottobre, 2007 - 10:29
  17. Francesco73

    Luisa, intendevo dire che la Chiesa – con la ricchezza della sua cultura e della sua sapienza – può aiutare la società a riflettere sull’obiezione di coscienza in base ad argomenti non solo religiosi, ma filosoficamente pertinenti anche per chi non crede.
    Io ritengo – infatti – che il cattolicesimo svolga una funzione che va ben oltre i suoi confini di fede e che quindi possa e debba preoccuparsi di dire una parola ragionevolmente persuasiva per tutti. Liberi poi di ascoltarla o meno.

    31 Ottobre, 2007 - 10:31
  18. Luigi Accattoli

    I commenti si sono accavallati l’uno sull’altro e qualcuno scriveva senza poter leggere quello che altri stavano scrivendo in quelo stesso momento. E’ capitato anche a me e questo fatto la dice lunga sulla vitalità del mio pianerottolo!
    Intanto do il benvenuto a “don78”: sarà un prete nato nel 1978? Non legga polemicamente il mio ultimo commento: quando lo stavo scrivendo non avevo ancora visto il suo. Nel blog si procede a volte come sotto una pioggia a vento. Luigi

    31 Ottobre, 2007 - 10:41
  19. don78

    grazie per il benvenuto Luigi 🙂 e sì, sono un prete nato nel ’78.
    L’obiezione di coscienza è una conquista sacrosanta della nostra civiltà.. certo che la dobbiamo difendere… non ci dimentichiamo che all’inizio era guardata con molto sospetto dalle gerarchie ecclesiastiche… giusto un appunto per i cripto-manichei che sostengono che la Chiesa (in senso gerarchico, leggi “Magistero”) non “impara” nè “importa” nulla dal “mondo” e dallo Zeitgeist in cui è immersa.

    31 Ottobre, 2007 - 10:50
  20. Chiedo scusa a Luigi per la troppa carne al fuoco – quello a cui facevo riferimento era solo il tema specifico di questa legislazione inglese che sta portando a richieste di garantire l’obiezione di coscienza in campi nuovi… e che però non vedo apprire sulla stampa nostrana che mi incuriosiva.

    31 Ottobre, 2007 - 11:12
  21. Luigi Accattoli

    A Don78. Infatti l’obiezione di coscienza mi affascina e penso abbia un grande futuro proprio per questo: essa torna a farsi dominante nell’universo cristiano – dal quale comunque non era mai scomparsa – quando cessa il legame delle Chiese con il potere e quando la terribile controtestimonianza delle due guerre mondiali costringe a interrogarsi su dove fosse avvenuta la deviazione dal Vangelo e su come la si potesse evitare in futuro. Furono i singoli, nella solitudine, a far risuonare questo richiamo evangelico. Oggi che si è fatto forte e si è ampliato, dobbiamo farcene custodi gelosi. Luigi

    31 Ottobre, 2007 - 11:13
  22. Francesco73

    Luigi, tieni d’occhio Don78, io l’ho conosciuto in casa Tornielli ed è davvero in gamba.

    31 Ottobre, 2007 - 11:22
  23. don78

    Commosso. ringrazio 🙂

    31 Ottobre, 2007 - 11:28
  24. matteo

    Perché quando sento parlare dell’obiezione di coscienza in campo medico-farmaceutico, divento sospettoso?
    Perché per “taluni” è ovvio parlarne quando c’è attinenza con la vita-sessualità (vita nascente – aborto…)
    Perché “taluni”… non ne parlano con la stessa assiduità se c’è in gioco la vita già nata, adulta, e perché i parametri sono così abissalmente diversi?
    O l’obiezione di coscienza è un valore a prescindere da a cosa la si vuole legare o non è affatto un valore.
    In sanguinose dittature pluridecennali, l’obiezione di coscienza, come difesa della vita dell’altro, non è stata ritenuta una virtù, ma una vigliaccheria, sotto il nazismo qualcuno è morto per testimoniare questa obiezione legata anche alla propria fede cristiana, mentre altri, pur essendo cristiani, pur rivestendo incarichi di responsabilità nelle Chiese cristiane, se ne sono ben guardati,
    anzi, in due dittature, c’è stata la rincorsa a benedire chi andava ad uccidere, e così nelle altre dittature sanguinose del Latino-america, dove persino nunzi apostolici si sono ben guardati dal dissentire obiettando sulle carneficine, mentre altri, o vescovi, o sacerdoti, o laici hanno dato la propria vita.
    Nel nostro nostro dopoguerra un sacerdote fu processato e condannato per la sua obiezione di coscienza…..
    Mi puzza quando l’obiezione di coscienza è a senso unico.
    L’obiezione di coscienza o è in difesa di TUTTA LA VITA, o è un solo dato strumentale e politico per dominare le coscienze, gli uomini con un tipo di potere non meno spaventoso anche se solo morale…
    L’obiezione di coscienza non è un attributo da mettere solo quando si vuole dare solo un tipo di indicazione.
    L’obiezione di coscienza E’.
    E’ uno stato della coscienza attenta, ogni volta che viene messa in gioco la vita mia e del mio prossimo, dalla nascita alla morte, dalla guerra alle dittature, nelle Imprese e in ogni altro ambito, ovunque c’è vita.
    Mi puzza l’obiezione di coscienza a senso unico, soprattutto quando non coinvolge mai chi riveste responsabilità di alto potere di Stato e morale.

    31 Ottobre, 2007 - 11:51
  25. Francesco73

    Appunto, Matteo ci spiega come l’idea dell’obiezione di coscienza sia elastica e utilizzata per circostanze e cose diverse.
    Sia una cosa molto “politica”, il che non sarebbe nulla di male, ma la politica esorbita quando non c’è un forte sostrato culturale e filosofico.
    La Chiesa sa benissimo che la materia è scivolosa, perchè – ad esempio – c’è anche un’obiezione di coscienza verso le armi e le azioni militari che non viene proposta con la stessa convizione e perentorietà.
    Anche qui ci sono ragioni serie, e io ho fiducia nel discernimento del Magistero.
    Ma è proprio per questo che occorre spiegarsi bene sul principio, altrimenti si rischia di apparire troppo sbilanciati in una direzione e troppo poco in un’altra.

    31 Ottobre, 2007 - 12:00
  26. Luigi Accattoli

    A me pare provvidenziale che il radicalismo evangelico del non uccidere già condiviso in materia di aborto ed eutanasia e omicidio volontario oggi si stia estendendo alla guerra e alla pena di morte. Così come trovo un dono dello spirito nell’ampliamento dell’obiezione di coscienza dal campo militare a quello medico e scientifico, con un persorso – si direbbe – speculare rispetto al primo. C’è sempre parzialità e sbilanciamento, ma c’è anche un cammino che tende a superarli. Luigi

    31 Ottobre, 2007 - 12:39
  27. Luisa

    Ah.. don78… mi ricordo l`animata discussione da Tornielli sul vescovo che è andato a votare.
    Discussione interessante e rileggendo ho ritrovato quella classificazione dei cattolici secondo la loro situazione sullo scacchiere polico..ed io che credevo innovare parlando di centro-destra o centro-sinistra…ecco cosa scriveva don78:

    “per Luca: il fatto che il basso clero fosse di tendenze progressiste ricordavo di averlo letto su qualche rivista, in effetti ho trovato su internet i risultati di un’indagine promossa dalla CEI nel 2006: ‘Indagine su sacerdoti e i seminaristi del clero diocesano in Italia’. I preti intervistati si dicono 32% di centro, 27% di centro-sinistra, 10% si dice di centro-destra… le interpretazioni possono essere varie.. anche se la maggioranza si dichiara di centro .”

    don 78 pensa anche che i vescovi sono di destra mentre il “basso clero” come lui sono di sinistra!
    Non posso che ripetere le mie perplessità su queste classificazioni.
    Comunque don78 è ,non solo molto giovane, ma preparato, logico e coerente con le sue idee anche nella sua lettura e difesa del CV II, o meglio di un certo “spirito del Concilio”, perchè il Concilio in sè non ha bisogno di essere difeso.

    Gli argomenti di don78 li ho sovente sentiti da chi è nato dopo il Concilio laici o sacerdoti formati in seminari dove hanno ricevuto un insegnamento prodigato da post-sessantottini,che consideravano che il CV II segnava l` inizio di una nuova Chiesa.
    Non condivido la rilettura del CV II di don 78 ,non per questo mi sento anzi rifiuto che mi si dica che sono una tradizionalista (come se il rispetto della Tradizione fosse una tara….e a dir vero io mi sento piuttosto anti-conformista),
    intollerante, di destra, reazionaria ecc. ecc…..

    Scusate ho deviato dalla discussione. 😉

    31 Ottobre, 2007 - 12:43
  28. don78

    1) sul fatto che più sacerdoti si dicano di centro-sinistra che di centro-destra, non sono io a pensarlo, ma i preti italiani stessi lo dicono in quella inchiesta…
    2) se la signora Luisa non vuole essere sbrigativamente tacciata e classificata come una “tarata” di “destra”… abbia l’accortezza di non farlo con gli altri, come quando mi definisce di sinistra, difensore di un certo spirito del Concilio, e formato da post-sessantottini…
    3) poi tutto questa allergia ai termini sinistra e destra, progressisti e tradizionalisti… come se i cristiani (e soprattutto i preti!) non appartengano a queste classificazioni mondane e meschine (?)… e vivessero in mezzo agli angeli, tutti belli in fila adoratoratori del pensiero unico e avulsi da ogni forma di pluralismo interno… mah !.. non vi piacciono destra e sinistra ecclesiale? (perchè che ci siano cristiani, preti e vescovi di destra e di sinistra non è neanche oggetto di discussione tanto è ovvio) Non vi piacciono i termini progressisti e tradizionalisti? Chiamiamoli allora “Tizio” e “Caio” ma non pariamoci gli occhi! E cmq le discussioni in qs blog mi sembravano andare in una direzione interessante, quella del dialogo e della caduta degli steccati, non della negazione delle differenze nè nella loro polarizzazione radicale. Continuiamo così che è aria pulita e fresca per il nostro cervello e per la nostra Chiesa!
    PS. Scusate se ho continuato sulla deviazione, ma ero stato chiamato in causa…

    31 Ottobre, 2007 - 13:02
  29. Luisa

    Per don78 :
    1) se mi avesse letta con un pò più di calma e serenità avrebbe visto che io ho copiato-incollato un suo intervento.
    2)se lei non vuole le negazioni delle differenze, allora assumi la sua differenza che è chiaramente visibile in ogni suo intervento. Non credo inventare nulla, a parte che chiaramente non so in che seminario lei è stato formato.
    3) mi limito a riaffermare che non amo vedere i cattolici definiti secondo la loro appartenenza politica.
    Capisco che lei si senta più a suo agio su questo blog, dove soffia aria per lei più respirabile , già da Tornielli lei si era dichiaarato soddisfatto di poter discutere con persone anche se non avevano ” le mie stesse idee in materia di fede, chiesa e politica”.

    31 Ottobre, 2007 - 13:51
  30. don78

    Cara Luisa:
    1) Mi riferivo alla sua frase: “don 78 pensa anche che i vescovi sono di destra mentre il “basso clero” come lui sono di sinistra!”. Mi sembra un’affrettata interpretazione del mio pensiero che non è così perentorio (tutti i preti a sinistra e tutti i vescovi a destra!), che mi sembra di aver esposto in maniera più nuancée e cmq supportato con dati empirici.
    2) assumo felicemente la mia differenza, come accetto altrettanto felicemente la sua, ma non accetto etichette frettolose e superficiali che, a mio parere, servono solo a troncare il dialogo.
    3) Per questo concordo con l’avversione alle facili etichettature politiche dei cattolici, tuttavia, Il fatto che i cattolici militino legittimamente in diversi partiti può non piacere ma, a mio parere, è un salutare ed inevitabile fatto. (E cmq il mio discorso era un pò più ampio e faceva riferimento anche a schieramenti all’interno della chiesa, altrettanto salutari ed inevitabili).
    4) Continuo a cercare il dialogo con chi la pensa diversamente da me, da Tornielli o sul “pianerottolo” di Luigi o dovunque, quindi apprezzo molto questa “chiacchierata” con lei.
    Cordiali saluti

    31 Ottobre, 2007 - 14:09
  31. matteo

    pensare che dei cristiani-cattolici siano avulsi dalla realta storico-sociale….
    io come cattolico, vivo su questo pianeta,
    in una parte di pianeta più ricco,
    il pianeta stesso è diviso tra nord ricco e sud povero,
    le persone generalmente a seconda del proprio senso di sicurezza personale si dividono tra chi preferisce conservare e chi preferisce non conservare, tra chi preferisce progredire e chi preferisce non progredire, chi preferisce vedere verso il nuovo rischiando, e chi preferisce il vecchio perchè non ha voglia di rischiare.
    Io non sono un angelo, sono stato fatto di carne,
    sono stato fatto di emozioni, di passioni,
    di capacità di prendere posizioni, o non prenderle,
    perchè sono su questa terra,
    e se il modo di esprimersi dei cittadini anche cattolici è tra la destra e la sinistra, che male c’è?
    Perchè ciascun uomo-donna cristiano, non può prendere la sua posizione in linea con il proprio sentire?
    E’ umano, è terribilmente umano, è stupendamente umano.
    Ci sono persone che si sporcano le mani per il bene dei cittadini, ricordo per tutti De Gasperi (morto in quasi povertà), ci sono persone che sanno che impegnarsi per il bene dell’uomo significa anche schierarsi politicamente,
    e nel Vangelo non mi sembra che Gèsu’ abbia avuto qualcosa da ridire sugli schieramenti nella sua epoca politica, ma come figlio di Dio ha voluto lasciare una impronta per tutti gli uomini, nel servizio eucaristico del lavare i piedi, come Lui ha fatto ai suoi discepoli, cosi’ i suoi discepoli devono fare verso tutti gli altri uomini, di tutti i tempi, senza se e senza ma.

    31 Ottobre, 2007 - 14:19

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