Se Giuda amava Gesù perchè lo tradì?

“Coscienza. Giuda” è il titolo che il pittore russo Nikolai Nikolaevich Ge ha dato a questa tela del 1891 che ci presenta il traditore impegnato a tenere d’occhio Gesù e gli undici (li vediamo sulla destra) che usciti dal Cenacolo si dirigono verso l’Orto degli Ulivi illuminando il sentiero con una lanterna. Nikolai coglie magistralmente il dramma di coscienza vissuto da Giuda, combattuto tra il progetto della consegna di Gesù ai capi dei sacerdoti, che con loro aveva concordato; e l’impulso improvviso ad abbandonare quel progetto e a tornare dal Maestro e dagli altri discepoli che vanno verso il Getsemani. Con questa immagine introduco la registrazione audio dell’ultima serata di Pizza e Vangelo nella quale abbiamo letto da Marco 14 l’accordo di Giuda con i sacerdoti e l’abbiamo commentato con l’interpretazione che ne hanno dato Giotto, Nikolai e Tissot. Qui sotto il link all’audio e nel primo commento un brano sul traditore di Giuseppe Ricciotti

2 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ma quale ragione spinse Giuda al tradimento? La parola a Giuseppe Ricciotti. La primitiva catechesi non ci ha trasmesso altra ragione che l’amore al lucro. Quando gli evangelisti presentavano Giuda come ladro e amministratore fraudolento della cassetta comune preparavano in realtà la scena di Giuda che si reca dai sommi sacerdoti per chiedere: che cosa mi volete dare…? Ma, anche fuori dei vangeli, quando Pietro parla del traditore ormai suicida non accenna ad altro profitto del tradimento se non all’acquisto d’un campo con la mercede dell’iniquità (Atti 1, 16-19). La ragione del lucro è dunque sicura; tuttavia insieme con essa non è escluso che ve ne siano state altre di cui la primitiva catechesi non si occupò, e qui il campo è aperto a ragionevoli congetture e resta sempre l’inaspettato contegno tenuto da Giuda soltanto due giorni dopo: visto che Gesú è stato condannato, il traditore improvvisamente si pente e va ad impiccarsi. Ebbene, questo non è il contegno di un semplice avaro: un avaro tipico, un uomo che non avesse avuto altro amore che per il denaro, sarebbe rimasto soddisfatto del lucro ottenuto, qualunque fosse stata la sorte successiva di Gesú. Avaro e cupido Giuda fu certamente, ma oltre a ciò era qualche cosa d’altro. Esistono in lui almeno due amori: uno è quello dell’oro, che lo spinge a tradire Gesú; ma a fianco a questo esiste un altro amore che talvolta può anche essere piú forte, perché a tradimento compiuto prevale sullo stesso amore dell’oro e spinge il traditore a uccidersi per disperazione. Qual era l’oggetto di questo amore contrastante con quello dell’oro? Per quanto ci si ripensi, non si trova altro oggetto possibile se non Gesú. Se Giuda non avesse sentito per Gesú un amore tanto grande che talvolta prevaleva su quello per l’oro, non avrebbe né restituito il denaro né rinnegato il suo tradimento. Ma se egli amava Gesú, perché lo tradí? Certamente perché il suo amore era grande ma non incontrastato, non era l’amore generoso, fiducioso, luminoso di un Pietro e di un Giovanni, e conteneva pur nella sua fiamma alcunché di fumoso e di tenebroso: in che consistesse però questo elemento oscuro non sappiamo, e per noi rimarrà il mistero dell’iniquità somma.

    Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, Mondadori 1962, p. 600s

    9 Maggio, 2024 - 12:56
  2. Luigi Accattoli

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    9 Maggio, 2024 - 17:12

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