Se il cardinale Martini sia un antipapa – 2

La seconda domanda in coda a quella conferenza (vedi post del 22 marzo) fu: “Ma non le sembra che il cardinale Martini tenda a contrapporsi al papa con le sue uscite?” Non mi pare proprio, è stata la mia risposta. Sono i media che a volte sceneggiano questo contrasto, ma una simile intenzionalità non trapela mai dalle sue parole. Egli tende con esplicita intenzione ad aggiungere una voce a quelle che si esprimono all’interno della comunità cattolica italiana. Le sue uscite dal silenzio sono rivolte all’Italia: quella in dialogo con il chirurgo Marino fu pubblicata dal settimanale l’Espresso (20 aprile 2006), la riflessione sul caso Welby apparve sul Sole-24 ore (21 gennaio 2007), le battute sulla famiglia che va “promossa più che difesa” furono rivolte a giornalisti italiani presenti alla celebrazione di Galloro per gli 80 anni (17 febbraio), quelle di Betlemme sugli insegnamenti che non dovrebbero “cadere dall’alto” sono state rivolte a un pellegrinaggio ambrosiano in Terra Santa (15 marzo). Anche nella scelta delle parole si pone volutamente come interlocutore della Cei o di altre voci che partecipano al nostro dibattito pubblico. Nel caso di Betlemme ha detto, in forma di invocazione: “Ci sia dato, anche come Chiesa italiana, di dire quello che la gente capisce: non un comando dall’alto che bisogna accettare perché è lì, viene ordinato, ma come qualcosa che ha una ragione, un senso, che dice qualcosa a qualcuno”.

2 Comments

  1. salvo

    Mi scusi Accattoli, ma la sua difesa del Cardinale Martini mi pare poco credibile: infatti se il Cardinale viene in qualche modo equivocato dai mass media e sarebbe quell’anima candida che (evidentemente non) è , non dovrebbe smentire lui stesso le interpretazioni di parte che verrebbero date al suo pensiero? Non mi risulta che lo abbia fatto… E almeno non dovrebbe evitare di concedere interviste imprudenti che possono essere strumentalizzate dai nemici della Chiesa? o la ‘Prudenza’ non è più una virtù riconosciuta dal Cardinale Martini? Non si chiede ‘ i miei nemici ( i nemici della Chiesa) mi applaudono, in cosa sto sbagliando’?

    25 Marzo, 2007 - 22:39
  2. Luigi Accattoli

    Salvo, benvenuto nel blog! La sua domanda è giusta ed è stata già posta da altri visitatori. Io non ho una risposta, nè so come il cardinale risponda a chi gliela ponga. Anch’egli è una personalità complessa, non certo ingenua ma neanche facilmente interptretabile, nè interpellabile. Andrò avanti con la mia “difesa” a puntate e immagino che quando avrò finito anche quest’aspetto sarà un poco chiarito. Al momento le racconto un aneddoto che può darle un’idea del distacco di Martini dai media. Era il 21 agosto 1997 e a Parigi si teneva la giornata mondiale della gioventù, c’erano 120 vescovi italiani e un centinaio di giornalisti – perchè a quella giornata erano accorsi circa duecentomila ragazzi italiani – e tutti fummo invitati a colazione dall’ambasciatore Vento. Mi trovai al tavolo dell’ambasciatore, tra i cardinali Martini alla mia sinistra e Ruini alla mia destra. Ruini appena seduti mi disse “complimenti per il suo articolo”. Gli chiesi se intendeva “quello di ieri o dell’altro ieri” e rispose: “No no, quello di oggi”. Con Martini scambiai varie considerazioni sui ragazzi del raduno e sui miei figli, dei quali mi interrogò e infine mi chiese: lei ha forse scritto qualcosa di questo appuntamento? Era quasi una settimana che ne scrivevo, perchè la “giornata” concludeva un raduno che durava già da cinque giorni – e io scrivevo per il Corriere della Sera e il Corriere è il quotidiano di Milano ed egli era arcivescovo di Milano! “Non ci badi, ma non leggo i giornali in questi giorni, ho appena il tempo di preparare le catechesi che mi hanno assegnato” fu la sua giustificazione. L’aneddoto non risponde alla domanda, ma dice qualcosa del tipo umano che è Martini. Luigi

    26 Marzo, 2007 - 8:53

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