Serianni e il passato della lingua politicamente scorretto

Pomeriggio per me festoso quello di ieri, quando sono andato ad ascoltare al Teatro Eliseo lo storico della lingua Luca Serianni che ha tenuto una lectio sulla canzone 50 del Petrarca: “Ne la stagion che ‘l ciel rapido inchina”, detta “canzone della sera”. Mi sono perso Dante, ma andrò a quella su Boccaccio, il 4 aprile: “Le tre corone della lingua italiana”. Interpretando gli ultimi due versi, “Come m’ha concio ‘l foco / di questa viva petra ov’io m’appoggio”, Serianni dice che “concio” sta per “conciato”, come “tocco” stava per “toccato” e voleva dire “guasto, difettoso, danneggiato” e “si diceva anche delle persone”. A questo punto avverte i giovani studenti che l’ascoltano catturati, specie le ragazze: “Il passato della lingua è tutto tranne che politicamente corretto”.

5 Comments

  1. giuseppe di melchiorre

    Non solo la lingua passata non era politicamente corretta, ma era anche… “volgare”!… 🙂
    E però nel portale trecentesco del mio paese d’origine è scolpito il seguente motto in lingua “volgare”, abruzzese per la precisione: “CORTEXIA DE VOCCA MULTU VALE POCU CUSTA”. Comprensibile, no?
    Buona notte, Luigi. Buona notte a tutti.

    15 Marzo, 2016 - 22:04
  2. giuseppe di melchiorre

    A proposito del passato della lingua, confesso che mi ha sempre affascinato il passato delle parole. Leggendo “Le origini della cultura europea-Rivelazioni della linguistica storica” del grande filologo Giovanni Semerano, mi sorprendevo nello scoprire come molte parole europee e italiane, e pure qualche toponimo abruzzese, avessero un’ascendenza nella lingua accadico-sumerica parlata nell’antica Mesopotamia, in particolare dagli Assiri e dai Babilonesi. Mi chiedevo il motivo senza riuscire a trovarlo. Poi nel maggio dell’anno scorso ho letto in un articolo che degli scienziati, studiando il DNA conservato nelle ossa fossili, sono riusciti a ricostruire parentele e spostamenti delle popolazioni preistoriche. Uno di questi spostamenti si è verificato tra gli 8000 e 9500 anni fa, e ha visti protagonisti agricoltori provenienti in massa dal Medio Oriente, che penetrarono in Grecia e Bulgaria e poi nel resto del continente, imponendosi sugli autoctoni “Sapiens” con i quali si accoppiarono e diedero così origine alla Rivoluzione neolitica.
    Visto quello sta succedendo sotto i nostri occhi, mi vien da pensare: “Nihil sub sole novum”. Anche noi siamo figli di quegli antichi migranti. Semerano, poi, ha fatto anche un’altra grande scoperta liguistico-filosofica, sempre legata all’antica lingua accadica, ma sarebbe troppo lungo parlarne.
    Buona giornata a tutti.

    16 Marzo, 2016 - 10:25
  3. Federico Benedetti

    Il linguaggio politicamente corretto è ipocrita e menzognero.
    Meglio una lingua semplice, “volgare”, piuttosto che tanti eufemismi usati solo per mascherare e abbellire una realtà che, chiamata con il suo nome, talvolta fa orrore.
    Esempi?
    Interruzione di gravidanza (quasi che si potesse interompere e riprendere a piacimento) invece di soppressione del figlio concepito; fecondazione medicalmente/scientificamentee assistita (l’assistenza medica è pur sempre una conquista della civiltà e la scienza è sinonimo di progresso) invece di fecondazione artificiale compiuta in laboratorio manipolando i gameti (cioè la natura dell’uomo); maternità surrogata invece di compravendita del corpo di una donna che in cambio di soldi diventa schiava della volontà di chi tira fuori i soldi; eutanasia invece di uccisione (magari per fame e sete, come Eluana Englaro) di deboli ammalati e anziani che avrebbero diritto ad essere curati e consolati e che invece sono spinti verso la disperazione e il desiderio di farla finita.
    Molto meglio i Sumeri e i Babilonesi!
    Meglio la verità nuda e cruda della legge del taglione di hammurabi che queste gentilezze ipocrite! “Qualcuno” che dovremmo conoscere avrebbe usato la metafora dei sepolcri imbiancati!

    16 Marzo, 2016 - 11:01
  4. Lorenzo Cuffini

    Magnifico.
    Allora usiamo direttamente il linguaggio dell’ Isis, che sfolgora di verità nude e crude, facciamo prima.

    16 Marzo, 2016 - 12:01
  5. Federico Benedetti

    Ma cosa c’entra l’Isis?
    La verità è la verità: quella che ci rende liberi se seguiamo il Signore che è Via, Verità e Vita.
    La manipolazione della verità, quale che sia il fine dichiarato, è opera del maligno.
    Se vogliamo essere misericordiosi, non dobbiamo temere di dire la verità. Caritas in veritate.

    16 Marzo, 2016 - 13:10

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