“Sono una figlia numerosa”

Sono una figlia numerosa – Giù le mani dalle mamme numerose – Più figli più futuro – – Famiglie numerose patrimonio dell’umanità: sono alcuni degli slogan scritti su cartelli e magliette di una cinquantina di persone venute ieri a Roma da tutta Italia – con passeggini e biberon a mo’ di bandiera – in rappresentanza delle associazioni regionali delle “famiglie numerose”. Hanno “manifestato” tra piazza Montecitorio e piazza Colonna per chiedere che il fisco tenga conto del numero dei figli. Prima di fare un salto alla libreria Feltrinelli (vedi post precedente) ho scambiato due battute sotto il sole con il bresciano Mario Sberna, l’animatore dell’Associazione famiglie numerose: trovi le sue parole nel primo commento. Dicendogli io che vengo da una famiglia di sette figli e che ne ho cinque, mi voleva fare presidente onorario dell’associazione. Oggi che tutti ci lamentiamo dei tagli, uno non sa quale causa abbracciare. Dal mio angolo dico che i tagli più dolorosi sono quelli che penalizzano i disabili e le coppie con figli.

71 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Mario Sberna: «Le famiglie numerose italiane non ce la fanno più. Abbiamo investito nell’unico futuro possibile per questo Paese, i figli. E questo futuro oggi viene misconosciuto e tagliato più che mai. Altro che passerella dei politici al Family Day e promesse elettorali del Pdl! Siamo venuti per la seconda volta, dopo il 22 settembre, per consegnare le nostre proposte al Governo ma non siamo riusciti a parlare non dico con Berlusconi ma neanche con il sottosegretario Giovanardi che ha proprio la delega per le politiche familiari e che ha mandato in portineria una segretaria».

    13 Ottobre, 2011 - 18:47
  2. Clodine

    E io sono la quinta di sei figlie…ed uno mancò altrimenti saremmo stati in sette. Aggiungiamo babbo e mamma, il nonno e la nonna, ed arriviamo a dieci. Dieci persone in 80 metri quadri…
    Ti dico francamente, Luigi, che essere cresciuta in una famiglia numerosa non fu facile: condividere gli spazi, esigui, almeno per me fu soffocante! I ricordo legati alla mia numerosa famiglia sono tanti, ma quello che più rammento è di una grande confusione che diventava frenetica a pranzo: momento esaltante! Ricordo il rumore delle stoviglie che si sentiva lontano un miglio, ichili di pastasciutta o gli enormi polentoni che la nonna stendeva sulla spianatoia e condiva con quel sugotto nel quale, di tanto in tanto, emergeva un tocchetto di salsiccia o un pezzettino di maiale che tutti guardavamo ma solo al babbo toccava l’onore di farne tante piccole porzioni. Ricordo i freddi inverni e il cappottino di lana rosa riciclato di anno in anno da sorella in sorella e così per le gonne, le calze, le scarpe, ed ogni altro indumento…Si cresce in fretta quando si è in tanti, ci si responsabilizza contando solo sulle proprie capacità. Ci si sente abbandonati per certi aspetti, ci si industria per non pesare sul resto della piccola comunità. Si studia nelle biblioteche e ci si priva di tutto compresa la spensieratezza dell’infanzia e la “vanità” dell’adolescenza gurdando lo scintillìo delle vetrine e non accedervi. Si sperimenta un senso d’inferiorità rispetto agli amici che non vivono la stessa condizione, almeno fintanto che si è ragazzi. Poi, con gli anni si matura e la visione cambia ovviamente; arriva il momento in cui si apprezza la compagnia delle sorelle, le belle rimpatriate che sono un vero spasso. Ma la famiglia numerosa presenta sempre un conto non indifferente, ora come allora!

    13 Ottobre, 2011 - 20:25
  3. mattlar

    Che bello, Clodine!!! Che bei ricordi e racconti.
    Mi piacerebbe avere una famiglia numerosa. Per ora siamo in 5, 2 noi + 3 figli e la gestione è bellissima, anche se stancante. Intorno a noi, le coppie con tre figli sono tantissime. Nella mia equipe notre dame siamo 5 coppie, con la media di tre figli l’una, ma tra poco aumentiamo perché una coppia sta per avere il quarto! Anche al di fuori del movimento comunque conosciamo tante coppie con almeno tre figli. Ed è veramente bello. Si dice che nei tempi di crisi aumentano le vocazioni e le famiglie numerose: i figli sono l’unica cosa in cui possiamo continuare a sperare. L’unico motivo per cui – Federico B. se mi leggi è per te – B. è da ringraziare!!! Una crisi morale del genere si combatte con l’unica speranza che sono i figli: certi oggi, che peggio di così non può essere il domani.
    Ma da che numero si diventa famiglia numerosa?

    13 Ottobre, 2011 - 20:57
  4. fabi

    Qui da me,
    sono nati 4 gemelli in una famiglia normalissima, che aveva già una bimba di 3 anni, i gemelli sono nati in modo naturale, loro non avevano problemi, infatti c’era già la più ‘grande’.
    E’ stata per loro una grande sorpresa! Solo 2 sono omozigoti, i 2 maschi!
    Poi ci sono le due femmine: due vere principessine.
    Gravidanza difficile, aborto selettivo consigliato, ma loro, no! I genitori
    li hanno voluti tutti e 2 quattro e si vede!
    Sono splendidi, nati di 8-9 etti e adesso hanno un anno. Di certo un po’ più piccoli degli altri bimbi, ma forti e teneri. Sereni.
    Immensi tesori!

    14 Ottobre, 2011 - 7:50
  5. fabi

    tutti e 2, tutti e 4 … scusate 🙂

    14 Ottobre, 2011 - 7:51
  6. @Luigi
    Da figlio unico posso dare la mia testimonianza inversa ovvero che crescere da soli è non poter condividere pienamente le esperienze, non comprendere appieno l’estremo amore disinteressato delle famiglie numerose.
    Si vive e si cresce lo stesso, ma in modo completamente diverso…

    Pensando alla società invece, mi viene da pensare due cose:
    1. Una società che non tutela la famiglia (ma fa al contrario di tutto per distruggerla) ed ancor più i figli.. bhè è destinata al declino incessante;
    2. E’ la prova schiacciante che siamo arrivati al precariato familiare derivato dal fatto che ormai ci insegnano che “Io” vengo prima di tutto e quindi l’illusione che (come recita una famosa pubblicità) “tutto ruota intorno a me” invece che ruotare intorno al Signore…

    14 Ottobre, 2011 - 8:38
  7. mattlar

    socio, scusa, ma da che numero si diventa famiglie numerose?

    14 Ottobre, 2011 - 9:48
  8. ps. @mattlar: per le norme europee sono famiglie numerose le famiglie con tre figli (o altri componenti) a carico.
    Per la sola normativa italiana (e quindi per godere di – eventuali – agevolazioni, “bisogna” avere 4 figli…

    L’Anfn ha da qualche anno modificato lo statuto per bypassare almeno al suo interno il vincolo italiano. E quindi a buon titolo, anche io e mia moglie possiamo essere soci.

    14 Ottobre, 2011 - 9:50
  9. Federico B.

    Mia moglie ed io avremmo voluto tanti bambini, ma le condizioni di salute non ce l’hanno permesso. Ci siamo dovuti fermare a due.
    I figli sono un investimento per il futuro dell’Italia: i nostri figli quando lavoreranno pagheranno pensioni e tasse per mantenere anche coloro che oggi scelgono di non averne o di fermarsi ad uno. E allora perchè non aiutare le coppie con figli e specialmente le famiglie numerose?
    Eppure nessun governo ha mai aiutato le famiglie.
    E’ una politica miope, che non sa guardare oltre il proprio naso. Speriamo che cambi presto e che ci sia una nuova attenzione verso quei corraggiosi che affrontano costi e sacrifici per avere la soddisfazione e la gioia di una famiglia numerosa.
    A quanti compiono questa scelta, nonostante le evidenti difficoltà, vanno tutta la mia ammirazione e la mia stima.

    14 Ottobre, 2011 - 9:52
  10. Luigi Accattoli

    Lo statuto dell’Associazione nazionale famiglie numerose all’articolo 1 recita:

    Si considerano famiglie numerose:
    a) le famiglie i cui componenti sono come minimo sei;
    b) si considerano componenti la famiglia:
    1) i genitori, considerati come coppia eterosessuale unita da vincolo di matrimonio civile e/o religioso;
    2) i figli legittimi, naturali, adottivi e affidati facenti parte della famiglia e regolarmente registrati sullo stato di famiglia;
    3) anziani conviventi, facenti parte della famiglia e regolarmente registrati sullo stato di famiglia;
    4) altre persone che per diverso titolo appartengono alla famiglia e regolarmente registrati sullo stato di famiglia.

    14 Ottobre, 2011 - 10:05
  11. Luigi Accattoli

    Alla voce CHI SIAMO il sito delle famiglie numerose ha un bellissimo andante con moto:

    Abbiamo almeno quattro figli, tra naturali, adottivi o affidati. Siamo quelli che non hanno la Cinquecento, perché non ci staremmo tutti; quelli che moltiplicano seggiolini per auto, letti a castello, tricicli e biciclette, tasse scolastiche, libri, quaderni, regali di Natale e compleanno; quelli che non vengono invitati spesso a cena dagli amici, perché in casa degli amici tutti non ci staremmo; quelli che la congiuntivite e l’influenza ce la passiamo l’un l’altro e dura due mesi; quelli che non possono andare coi figli al cinema perché costa parecchio occupare due file intere della sala. Eppure, nonostante le difficoltà, siamo quelli che vivono impagabili momenti di allegria, di dolcezza, di letizia, di festa, di preghiera, di consolazione, di conforto, di dialogo, momenti che quotidianamente colorano la nostra famiglia.

    14 Ottobre, 2011 - 10:08
  12. “Le famiglie numerose italiane non ce la fanno più”.

    Io direi che “le famiglie non ce la fanno più”, a prescindere dal “numerose”.
    Il problema non è solo quello economico, a cui noi (siamo in 2+3=5) ovviamo col mercatino e mantenendo una certa sobrietà.
    Il problema è che io considero la famiglia il luogo formativo ed educativo dei giovani, sia spirituale che sociale. Il problema grosso è resistere alla spinta distruttiva esercitata da certi modelli proposti nei confronti della famiglia e dei giovani.
    E’ quì che la battaglia si fa ancora più ardua…
    nel non fare entrare il “fumo di Satana” nella “piccola Chiesa domestica”.

    Ben vengano gli aiuti economici alla famiglia, per carità. Quello però che mi sento di chiedere ancor di più è un cambio di sistema, qualcosa che ha a che fare con l’etica di questa nostra società.

    14 Ottobre, 2011 - 10:11
  13. Luigi Accattoli

    Trovo fantastico il logo delle famiglie numerose. Mi ricorda le icone del Seno di Abramo:

    14 Ottobre, 2011 - 10:13
  14. Luigi Accattoli

    Moralista caro e caro Ubi, come si vede anche dal logo: o quattro o niente…

    14 Ottobre, 2011 - 10:16
  15. Luigi Accattoli

    Moralista, scherzi a parte sono contento che tu ed io abbiamo trattato lo stesso giorno lo stesso argomento senza sapere l’uno dell’altro…

    14 Ottobre, 2011 - 10:19
  16. 😀

    @Luigi, guarda però che credo sia come dico io. Quello che citi è lo statuto originario. Altrimenti sono un socio clandestino e non lo sapevo! :DDD

    Se scartabelli sul sito (…) scopri che lo statuto è stato modificato per consentire anche alle famiglie con tre figli di essere socie, anche x “godere” di qualche servizio e convenzione. Ma in linea di principio, proprio per allinearsi con la convenzione europea.

    C’è anche un recente dibattito interno nell’associazione proprio sul logo…

    14 Ottobre, 2011 - 10:25
  17. Mabuhay

    “Il loro capo (dei conservatori) era il Card. Ottaviani. Uno spirito netto, bello, pulito. Parlava benissimo il latino. Ricordo che dovevamo stabilire quando una famiglia cattolica e’ numerosa. Qualcuno disse: e’ numerosa se ha quattro figli. “No, se ne ha dodici!”, urlo’ lui. “Altrimenti io non sarei nato”. Lo disse in latino ovviamente. 😉

    14 Ottobre, 2011 - 10:28
  18. “o 4 o niente”…

    allora mi devo organizzare 😉

    14 Ottobre, 2011 - 10:31
  19. Luigi Accattoli

    Quando dico che il logo mi richiama il Seno di Abramo penso ai Patriarchi che sono sulla controfacciata di Santa Maria del Casale, a Brindisi; e che una volta salutai a nome di tutti voi. Vedi qui: http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=6302.

    14 Ottobre, 2011 - 10:40
  20. Leopoldo

    Ma fatemi capire, o zero figli o quindici? Un paio no eh?

    14 Ottobre, 2011 - 12:10
  21. Marilisa

    Le famiglie numerose sono belle anche quando c’è indigenza?
    Io ho come modello due famiglie, dalle quali io sono stata generata, con molti figli.
    In una, povera, c’erano disagio e tribolazioni; nell’altra, benestante, non era così.
    Il fatto è che allora si mettevano al mondo molti figli senza pensare a nulla. La donna sottomessa non poneva restrizioni alla volontà ( o voglie?) del marito, altrimenti avrebbe commesso peccato.Per di più c’era Mussolini ad esaltare le famiglie numerose i cui figli erano visti come dei potenziali soldati per la Patria oltreché braccia per il lavoro.
    Tralascio i commenti, che non sarebbero benevoli, su entrambe le posizioni.
    Oggi, invece, le coppie pianificano, prese da molte paure, e la denatalità è divenuto un problema serio nel nostro Paese. Anche la Chiesa recentemente si è espressa auspicando un maggior numero di figli per famiglia, ad evitare che la società sia costituita solo da anziani e vecchi. Verrà ascoltata? Ne dubito. Fino a che dureranno condizioni economiche precarie quali quelle di oggi, credo proprio che le nascite saranno limitate.

    14 Ottobre, 2011 - 12:20
  22. Buon Simo,
    non mi sono mai considerato da figlio in una famiglia numerosa,
    ma di un numero normale,
    ma capisco che oggi già 3 appaiono eccezionali,

    ma se si va in Francia e Germania,
    dove c’è assistenza molto forte dello Stato,
    le famiglie numerose sono molte e superano i 4 figli, e io nel guardare resto felicemente meravigliato.

    Io a differenza di qualcuno,
    avrei preferito essere figlio unico,
    a distanza di tempo,
    misuro che tutta questa melensa poesia sui tanti fratelli o sorelle
    per me personalmente è stato solo un peso enorme e su tempi troppo assurdamente lunghi,

    pur rispettando le esperienze altrui,
    ovviamente.

    Mi ritrovo ottimamente nel film del grande Monicelli:
    “parenti serpenti”…..

    troppo realista!!! in tanti casi…….

    14 Ottobre, 2011 - 13:12
  23. nico

    Io per parte mia cerco almeno di non essere serpente ai miei fratelli.

    Dopo di che, da genitore spero con tutto il cuore che i miei figli siano Grifondoro e non Serpeverde, ma anche se in futuro così non fosse, io sono comunque felice di averli generati, tre, belli, “nostri”.

    14 Ottobre, 2011 - 13:24
  24. ma sì, matteo e marilisa, la retorica sulla numerosità la lasciamo ad altri…

    anche “dalle mie parti”, vi assicuro, si campa con qualche difficoltà.
    E mio figlio grande ogni tanto sbuffa per le sorelline in mezzo ai piedi, la seconda soffre l’essere seconda, la terza ogni tanto “ce la scordiamo” perché è fin troppo autonoma… da grandi ce ne diranno assai.

    Io sono insieme stanco e stracontento che ci sono.
    Però anche i figli ci chiedono altri fratellini. è un gran mistero, no!

    Ma non è un modello. è ed è stata fino ad oggi la mia vita.

    D’altra parte, se togliamo qualche “esaltato” che c’è, siccome ho scambiato qualche chiacchiera con Mario Sberna e credo di aver inteso come immagina lui l’associazione che ha fondato, so anche che di fatto loro si stanno facendo voce di problemi che riguardano tanti, non solo le famiglie numerose, avendo nel background la sensibilità di chi deve campare tanta gente. Zero retorica. Molta sostanza.

    14 Ottobre, 2011 - 13:50
  25. Ciao a tutti.
    sono giuseppe guarini il segretario nazionale ANFN.
    grazie a tutti per gli splendidi interventi, e anche a Luigi, per le sue parole.
    una nota da segretario: in ANFN si possono associare TUTTI, da 0 figli in sù, basta condividere la carta dei valori e gli indirizzi generali.
    chi ha fino a 3 figli è SOCIO SOSTENITORE, chi ha da 4 figli in su è socio ORDINARIO, ma se leggete lo statuto (http://www.famiglienumerose.org/news.php?idnews=6451) non ci sono differenze di nessun tipo fra i due tipi di socio.
    l’ANFN è nata dalle famiglie numerose ma sta lottando per tutte le famiglie!
    e come dico sempre io…dai che lo cambiamo sto paese.
    un abbraccio.
    gg

    14 Ottobre, 2011 - 14:06
  26. Clodine

    Concordo con Matteo: tutta questa polverina aurea sulla famiglia numerosa a me fa venire la pelle d’oca!

    14 Ottobre, 2011 - 15:27
  27. Clodine sarà pur vero quello che dici…
    però a me tutta questa polverina “sulfurea” contro, mi fa ancor più paura…

    14 Ottobre, 2011 - 15:35
  28. Clodine

    E Mary, che leggo solo ora…forse se si spostasse il punto di vista dalla parte di “Quintino” o di ” Settimo” che per comprare un paio di ginz devono aspettare la tredicesima del padre, e per andare a mangiare una pizza la Domenica devono contare sulla colletta degli amici, ecco, forse dovremmo chiedere ai figli che subiscono questa condizione cosa avrebbero scelto se avessero potuto….

    14 Ottobre, 2011 - 15:37
  29. E apro una parentesi. Non credo che le condizioni economiche precarie siano la causa assoluta della denatalità, ma la mentalità, questa si sulfurea che si è instaurata e che vorrebbero propinarci ancor più.
    Perchè è vero che quando non ci sono le condizioni economiche, allora si “pianifica” (che brutta parola…), ma non è la regola e vi sono tante eccezioni…
    ma è purtroppo sin troppo vero che anche in condizioni ben agiate di figli se ne fanno i canonici due se non uno solo…
    Tutte le famiglie a doppio reddito che conosco io hanno “solo” due figli (se non uno…).
    E’ un fattodi mentalità, di stili di vita…

    14 Ottobre, 2011 - 15:43
  30. Questa è l’ultima e poi non intervengo più nel thread, però la devo dire…

    Il SUV, il “gioiello”, non vi chiameranno mai “papà”-“mamma”

    14 Ottobre, 2011 - 15:48
  31. Federico B.

    Concordo con Ubi humilitas, è una questione di mentalità, non di condizioni economiche.

    14 Ottobre, 2011 - 15:59
  32. Mabuhay

    Mah! Io non do consigli su quale “numero”, non ne ho il diritto! Non faccio paragoni e non dico che si debbano ripetere i parametri di una volta. Ma la mia bella esperienza di famiglia numerosa me la difendo e proclamo! Eh, si’, se non altro per quei due monumenti dei miei genitori.

    Provengo da una famiglia numerosa, 10 inclusi i genitori. Certo che e’ stata anche dura, ma per tutti; e quando c’e’ stato da ‘godere” ce ne’ stata per tutti. Fino ad ora. Nessuno, dico nessuno di noi ha mai “maledetto” o negato la nostra situazione…anzi! Ce la stiamo proprio godendo adesso, come famiglia, ancora tutti vivi, a parte i genitori. Anche allora, dovevamo aspettare il Natale o il ferragosto x comprarci “quel” paio di jeans cosi’ bello, alla moda… Magari allora il broncio si faceva, ma adesso si capisce benissimo il valore di quella rinuncia, di quell’aspettare, di quel guadagnarselo… Ma non e’ proprio questo uno dei drammi dei nostri tempi moderni? Oggi, quando – se – si sposeranno, avranno il cagnolino come mascotte e signore della casa, al quale scrivono poesie e necrologi da pubblicare sui giornali.

    14 Ottobre, 2011 - 16:00
  33. Mabuhay

    E anche io conosco varie famiglie convinte, con tre, quattro figli! Convinte. Che lotte! Ma c’e’ vita, cavolo! E si sente!

    14 Ottobre, 2011 - 16:02
  34. Clodine

    Caro Ubi chi ti parla, è una che se lo stato -il quale all’epoca funzionava- non l’avesse sovvenzionata con una borsa di studio della durata quinquennale sarebbe rimasta alla licenza elementare. ” I libri costano figlia mia! Che facciamo? Vuoi togliere il cibo dalla bocca alle tue sorelle? Mi piange il cuore ma non ce la facciami io e tuo padre a mantenerti agli studi! Piuttosto, perché non vai con tua sorella: cercano una shampista al negozio…” Mia sorella era parrucchiera. Fu un colpo per me, piansi per una intera notte in silenzio: ero brava, la più brava ma tempo per studiare e lavorare quando si fa il liceo non c’è. Grazie al cielo mi presentai ad un concorso e vinsi la borsa di studio; poi facendo di “necessità virtù” per sfruttare al massimo i soldi dello stato mi presentai come privatista all’esame di maturità al terzo anno di liceo Artistico. Presi la maturità con due anni di anticipo rispetto agli altri e con i restandi due anni gratuiti potei iscrivermi all’Accademia e prendere il diploma. Dio solo sa i salti mortali, le nottate, i sacrifici, le privazioni e le umiliazioni che ho patito….Certo, se anziché essere la quinta di 6 figlie ero la seconda di tre le cose sarebbero andate diversamente….non credi UBi!?
    Per conto mio la famiglia numerosa lasciamola a chi li può mantenere i figli.

    14 Ottobre, 2011 - 16:02
  35. Clodine

    Certo, Mabu, neppure io ho mai maledetto l’essere nata in una famiglia numerosa ovvio, guai chi le tocca le mie sorelle, ci mancherebbe! Certo che abbiamo condiviso anche i momenti piacevoli…ma…credo di averlo già detto in altre occasioni su questo blog che dopo la disgrazia di mio fratello di allegria ce ne fu ben poca…
    Oggi, che simo tutte donne, ancora giovani e pimpanti ce la spassiamo ma…è stata dura la nostra infanzia..terribile!

    14 Ottobre, 2011 - 16:08
  36. discepolo

    Siamo una coppia a doppio reddito con tre figli. Tre è bello, di più ancora più bello…certo , il lavoro.. se una mamma non lavorasse ( tutto il giorno) potrebbe crescere tranquillamente cinque- sei figli…
    ma il problema oggi non è solo economico e sociale , è soprattutto culturale. ha ragione Ubi humilitas è un fattore di mentalità
    la gente non vuole fare figli perchè la mentalità corrente vuole che:
    a) ogni figlio abbia il massimo, nel senso non solo di accudimento, vestiti, giocattoli, vacanze, motorini ecc. ma nel senso che ogni figlio deve essere seguito e protetto e aiutato e monitorato in tutto e per tutto , dalla mattina alla sera , e questo non lo si può certo fare con cinque o sei figli ( figuriamoci coi 9 o 10 di un tempo)
    b) la mentalità corrente vuole che se il figlio non ha TUTTO quel che deve avere dai genitori potrà avere dei traumi psicologici, dei disturbi mentali ecc.
    Ossia si è reso il mestiere di genitore così problematico, lo si è caricato di così tante responsabilità, si è reso così pesante e come dire, poco piacevole,
    il clima familiare che oggi la gente non fa figli perchè NON VUOLE ROGNE.
    un tempo, nel buon tempo antico spensierato e superficiale, i figli venivano al mondo con spensieratezza e anche la loro educazione e il loro accudimento , erano non dei pesi e delle terribili responsabilità, ma una cosa normale, come la vita,
    una cosa che la gente prendeva a cuor leggero, così, magari anche con
    una certa faciloneria.
    Oggi non è più così. se avete tre figli come me sapete cosa vuol dire
    PARTECIPARE A TUTTE LE RIUNIONI DELLA scuola DEI GENITORI, portare i figli a tennis, a nuoto, a catechismo, essere dalla mattina alla sera responsabili e ritenuti responsabili di ogni minima cosa che fanno i figli.
    Una situazione genitoriale così opprimente, così pesante, non si può pretendere che venga accettata da tutti, la maggioranza, i più egoisti o i più pigri o i più insicuri, faranno uno ,max due figli, come ripeto più che altro per non COMPLICARSI LA VITA.
    sarebbe interessante approfondire il fatto che una cosa così bella e gioiosa e naturale e tutto sommato positiva come avere tanti figli sia nella società occidentale anche fra i giovani ormai vissuta come una terribile responsabilità.

    14 Ottobre, 2011 - 16:21
  37. Clodine

    Federico B. scrive,
    “Concordo con Ubi humilitas, è una questione di mentalità, non di condizioni economiche”.

    A FedericoB , non si mettono al mondo i figli quando non si ha l’attitudine caratteriale per gestire quel surplus di stress che comporta la nascita di un figlio ogni due anni ok? Soprattutto in condizioni economiche ristrette: la coperta sarà sempre corta e i figli non devono “sopravvivere” ma vivere, e per mandare avanti una famiglia numerosa ci voglio i soldi, tanti…

    14 Ottobre, 2011 - 16:32
  38. Clodine

    Però, di fronte ad una gravidanza, anche se non desiderata, sarò sempre dalla parte della vita . Per questo mi associo a Luigi nel dire a gran voce ” che i tagli più dolorosi sono quelli che penalizzano i disabili e le coppie con figli”.

    14 Ottobre, 2011 - 17:10
  39. Federico B.

    @Clodine,
    condivido quanto ha scritto discepolo.
    Sono assolutamente consapevole che le difficoltà economiche non consentono lussi e avere dei figli purtroppo oggi è un lusso. Anch’io con due bambini devo rinunciare a molte cose che mio fratello, single e senza figli, può godersi senza problemi.
    Non nego che mettere su famiglia sia più semplice per chi è benestante piuttosto che per chi è in condizioni modeste. Ma le condizioni economiche non sono l’unico freno. I nostri vecchi ci hanno dato l’esempio: ci hanno insegnato che anche famiglie poverissime, facendo ricorso a sacrifici (come hai fatto tu e tanti altri) e risparmiando il centesimo, hanno alleavato e fatto studiare tutti i numerosi figli. Non so quanto le giovani coppie di oggi siano disposte ad affrontare gli stessi sacrifici e le stesse rinunce.
    Pensa ai giovani che convivono: se non riescono nemmeno a scegliere di impegnarsi in un unione sponsale duratura, come possono decidere di avere dei figli e di affrontare INSIEME i sacrifici necessari per allevarli?
    Come scrive Discepolo, c’è tutta una mentalità corrente che porta a compiere altre scelte.

    14 Ottobre, 2011 - 17:23
  40. discepolo

    facendo il pediatra potrete immaginare che ho molto a che fare giornalmente con genitori.
    ebbene la lamentela che sento fare dai genitori ( con due figli) è questa:
    mi prendono tutto il tempo, DEVO occuparmi di loro,non ho più tempo per altro.
    questa genitorialità non felice e serena ma oppressa, io la vedo tutto i giorni.
    e mi dispiace. vorrei, e tento di trasmettere ai genitori LA FE£LICITA’ di stare insieme ai figli , di occuparsi di loro, anche quando sono malati e magari un genitore deve stare a casa dal lavoro per occuparsi di loro, ma quello che trovo sempre è una muta, disperata richiesta ” Qundo potrò rimandarlo all’ASILO? ALLA SC UOLA?
    InSOMMA I GENITORI NON VEDONO L’ORA DI DISFARSI dei loro compiti e di demandarli ad altri, asili, babysitter ecc. ecc.
    allora è ovvio pensare che la genitorialità ormai è sentita come un PESO non come una gioia. i genitori non li vedo felici e sereni e tranquilli e fieri dei loro figli. li vedo ogni giorno preuccupati, ansiosi, forse a volte addirittura aggressivi verso i figli ( ci sono mamme che mi confessano che avrebbero voglia di piantare baracca e burattini e scappare)
    allora, forse c’è qualcosa di patologixo, di nevrotico nell’odierno rapporto genitori-figli, forse il motivo petr cui non si fanno figli o se ne fanno pochi è anche da ricercare in questo rapporto non certo ottimale che si è instaurato fra l’animale uomo e la sua prole. gli animali sono molto più limpidi e netti di noi verso i propri cuccioli. se ne occupano fino a un certo punto, poi li lasciano andare al loro destino .. L’animale uomo ha talmente complicato tuto, in maniera assolutamente anti-istintiva, che persino l’allattamento, cosa compiuta senza minimo problema dalle gatte, dalle cagne, dalle lupe, dalle leonesse, nell’animale uomo è diventato UN PROBLEMA.
    secondo me più ci allontaniamo dalla natura, dall’istinto, e più ci avvoltoliamo nei meandri della artificiosità, dell’intellettualismo, della moderna psicologia, dei fittizi problemi, più ci allontiano dalla pura, semplice, istintiva felicità di avere un cucciolo e di allattarlo e peggio è.
    questa è la mia personale opinione.

    14 Ottobre, 2011 - 18:23
  41. Marilisa

    Giusto, Clodine, ci vorrebbero tanti soldi.
    Io sono una dei tre figli dei miei genitori, i quali hanno fatto sacrifici enormi per mantenerci agli studi. Allora non c’erano le agevolazioni di oggi per chi voleva–ripeto voleva– studiare; si poteva contare sugli esoneri e sui mezzi esoneri quando si era bravi. L’ Università era un lusso; occorrevano proprio tanti soldi per soggiornare nella città dove c’era l’Ateneo e per comprare i tanti, troppi libri che occorrevano.
    Volevi acculturarti, tu povero individuo di umile condizione sociale ? Dovevi sborsare e zitto.
    Ci fossero stati più figli, i miei non avrebbero potuto farci studiare fino all’ Università, a parte il fatto che mia madre sarebbe stata esausta, fragile com’era, e infatti ci ha lasciati ancora giovane.
    Molti oggi ragionano col senno di poi. La vita è facilitata rispetto ad una volta, quando anche chi avrebbe voluto studiare, se apparteneva ad una famiglia disagiata doveva rinunciare. I molti figli spesso– inconsapevolmente– erano causa di tale disagio economico. Si diceva melensamente : ad ogni bambino il suo cestino. Sì, appunto, ma niente altro. Bello, vero? E ci si accontentava di vedere i figli dei più ricchi andare a farsi una cultura. Le classi sociali restavano chiuse. Padri avvocati e figli avvocati, padri medici e figli medici e via dicendo. Quale invidiabile giustizia sociale!
    Oggi non si vogliono rogne, dice qualcuno. Dipende da quale parte le si guarda, le rogne. Il fatto è che le “rogne”, quando si devono fare i conti con un solo salario di mille euro o con un solo stipendio di mille e duecento euro, fanno male, molto male.
    E bisogna anche fare i conti con ciò che la società oggi propone agli occhi della gente.
    La società ha “creato” esigenze diverse rispetto ad una volta. Vuoi privare i tuoi figli di tutte quelle belle cose che la cultura dei nostri tempi (creata da tutti noi, non dimentichiamolo) ritiene indispensabili e fruibili a tutti i costi? Vai e diglielo ai figli. Ti considererebbero quanto meno sadico.
    La cosiddetta “mentalità” è il più delle volte una conseguenza proprio del senso di responsabilità, che oggi è maggiore rispetto al passato, altro che storie!
    A margine pongo una domanda: perché oggi si “devono” accompagnare i figli anche grandicelli dappertutto (tennis, nuoto, catechismo, danza etc…)? Quando io ero piccola, andavo dappertutto da sola, a piedi o con i mezzi di trasporto pubblico. I miei genitori non avrebbero potuto accompagnarmi. Mi insegnavano come muovermi ed io mi muovevo. Ed erano responsabilissimi, non meno di quelli di oggi.
    Oggi, se ti fidi, li si accompagna a meno di cento metri di distanza. Che diamine!

    14 Ottobre, 2011 - 18:24
  42. discepolo

    E ribadisco che secondo me NON è un problema economico.
    Anzi. Anzi , famiglie povere E STRANIERE sono più generose o più incoscienti, o più
    stupide o meno calcolatrici, o più istintive, o più superficiali, o più profonde , chissà????
    insomma il borghese medio , calcolatore e che non vuole rogne, dice uno due figli non di più.
    e questi figli, naturalmente devono essere PERFETTI.
    e se uno di questi figli si ammala , naturalmente , sono guai per il povero medico.
    Mio figlio deve essere perfetto, non deve AMMALARSI mai !!!!
    😉

    14 Ottobre, 2011 - 18:39
  43. Mabuhay vuoi farmi sentire in colpa per il mio desiderio di voler essere figlio unico mentre mi tocca ad essere il maggiore a vita…. una sorta di sempiterno padre ? 🙂

    Sappi che gioisco profondamente quando capito in famiglie numerose,

    ma la mia esperienza di famiglia non-numerosa (come quella del Moral)
    non mi ha lasciato il segno della gioia….
    con un babbo che ci faceva sentire in colpa perchè non ce la faceva…. (impiegato statale)
    accidenti che poesia….!!!!!!!

    come vedi le esperienze sono estremamente soggettive.

    Gioisco per la tua esperienza.

    14 Ottobre, 2011 - 19:15
  44. Marilisa,
    mi ritrovo tantissimo in quella esperienza….

    sei sempre così concreta,
    ma soprattutto
    a differenza
    di “tout le monde”

    hai un ottima memoria!

    14 Ottobre, 2011 - 19:18
  45. Clodine

    Matteo: come ti capisco!! E… ovviamente… anch’io mi ritrovo con Mary ! Decisamente!!!

    14 Ottobre, 2011 - 19:52
  46. Marilisa

    Meno male che qualcuno ogni tanto mi dà ragione.
    Mi sembra di essere la pecora nera di questa “famiglia” del caro Luigi.

    14 Ottobre, 2011 - 20:38
  47. Clodine

    Sarà che le romanticherie le abbiamo abbandonate da tempo cara Mary! Chi parla con tanta enfasi probabilmente non si è mai veramente scontrato con la dura realtà,né ci si è resi mai conto della difficoltà che si incontra mettere insieme il pranzo con la cena quando il portafogli a metà del mese è miseramente vuoto e ci sono le bollette da pagare e 5/6 bocche da sfamare e libri da comprare e scarpe consumate da cambiare e un mare di esigenze da soddisfare [ perché ogni figlio alla fine è un figlio unico come le dita di una mano uno distinto da un altro così i figli ] facile dire :” che meraviglia la famiglia numerosa” ..certo…c’è allegria, movimento, ma quella è solo la cornice …

    14 Ottobre, 2011 - 21:14
  48. Mò vi faccio incazzare come iene, però lo devo dire

    la rovina è stata il femminismo e la mentalità femminista che domina in modo “latente”…

    Buona notte………

    14 Ottobre, 2011 - 21:42
  49. @Ubi: sei un kamikaze!

    @Clodine: ha scritto: “non si mettono al mondo i figli quando non si ha l’attitudine caratteriale per gestire quel surplus di stress che comporta la nascita di un figlio ogni due anni ok? Soprattutto in condizioni economiche ristrette: la coperta sarà sempre corta e i figli non devono “sopravvivere” ma vivere, e per mandare avanti una famiglia numerosa ci voglio i soldi, tanti…”.

    a) non ti sembra un ragionamento un po’ troppo “spannometrico” (peraltro comprensibile visto che non scrivevi un trattato ma un commento volante)?
    io mi sento una persona “normalmente” fragile e limitata, ma sono vivo. I miei figli poi me lo diranno. Ma potranno farlo solo perché ci sono.

    E… soprattutto… essere responsabili, maturi, uomini e donne di mondo, drittissimi sulla schiena, esperti psicologi di se stessi, decisori infallibili in ogni situazione etc etc per carità… sarebbe bellissimo. Saremmo quasi… Dio. O no?

    14 Ottobre, 2011 - 21:56
  50. ps. telegramma fiscale: la famiglia “moralista” è monoreddito e in affitto a Roma. Complicatino. In parte “ce la siamo cercata”. In parte la vita te la trovi com’è. Siamo vivi.

    Al prossimo ps. lascio il codice IBAN per gentili donazioni 😀

    14 Ottobre, 2011 - 22:01
  51. mattlar

    in un bellissimo libro che consiglio a tutti (Yves semen, La spiritualità coniugale secondo GPII, Paoline, 2011) l’autore declina i consigli evangelici, normalmente riservati ai religiosi, alle coppie sposate. Nel voto di povertà rientra l’apertura alla vita e a tutti i figli che vengono, in quanto si accetta di diminuire il proprio benessere in vantaggio della comunità famiglia che si fonda…..
    molto bello

    14 Ottobre, 2011 - 22:15
  52. Marilisa

    Penso che sia proprio così, cara Clodine.
    Sai che bello essere in dieci e dormire tutti in due camere e cucina? Certo, il loro vociare si sente nelle case vicine. Che invidiabile allegria, e che bello sentire le urla quando bisticciano! Ma c’è vita, c’è movimento…anche troppo!
    Sto esagerando? No! ho visto da vicino situazioni del genere. Forse chi fa della retorica non ha conosciuto queste realtà. E chi parla di generosità e di altro, non mette in conto l’ignoranza che spesso è alla base del procreare senza porsi problemi, come forse–dico “forse”– è fra gli stranieri, e come una volta era da noi.
    Oggi sono superficiali e istintivi i ragazzi, che poi si sposano per il fatto compiuto, e dura finché dura. Gli adulti, quasi tutti, il primo figlio lo vogliono ad ogni costo, poi spesso ne fanno un altro anche per dare una compagnia al primo, poi cominciano a pensarci e tengono in considerazione la situazione nella quale si trovano economicamente e molti, è vero, “programmano” valutando anche altri fattori, alcuni dei quali, peraltro, validissimi. Facile giudicare da fuori. Poi ci sono le eccezioni, anche criticabili. Si è arrivati al paradosso delle mamme-nonne. Cosa pensarne? Meglio tacere.

    14 Ottobre, 2011 - 22:15
  53. Luigi Accattoli

    Da un buon articolo di Aggiornamenti socialihttp://www.aggiornamentisociali.it/ – sui Censimenti (settembre-ottobre 2011, p.639): “La riduzione della dimensione media delle famiglie si accompagna alla quasi scomparsa delle famiglie più numerose; quelle con sei e più componenti passano dal 30% del totale del 1901 al 20% nel 1951, per precipitare all’1,7% nel 2001. Oltre che alla riduzione della fecondità, questo andamento è legato al prevalere del modello della famiglia nucleare in ambiente urbano industrializzato, rispetto alle famiglie patriarcali o allargate più diffuse in contesti agricoli tradizionali“.

    15 Ottobre, 2011 - 7:55
  54. Luigi Accattoli

    Impressiona l’andamento irresistibile della riduzione, che però la propaganda e la politica del fascismo inverte per un momento:
    1901: 4,5 (numero medio membri famiglie)
    1911: 4,5
    1921: 4,4
    1931: 4,2
    1936: 4,3
    1951: 4,0
    1961: 3,6
    1971: 3,3
    1981: 3,0
    1991: 2,8
    2001: 2,6

    15 Ottobre, 2011 - 8:07
  55. Luigi Accattoli

    Il censimento del 1936 è anomalo: si tenne proprio per verificare e celebrare il risultato delle campagne demografiche del regime fascista. I censimenti infatti hanno ricorrenza decennale, dal 1861 a oggi, con due soli vuoti: 1891 (per ragioni economiche e organizzative) e 1941 (per la guerra).

    15 Ottobre, 2011 - 8:12
  56. Luigi Accattoli

    Ma quanto imparate leggendo il mio blog.

    15 Ottobre, 2011 - 8:13
  57. nico

    @Ubi
    ha ragione il Moralista, sei proprio un kamikaze:-)

    …allora secondo te andava meglio prima, quando il nonno tornava dalla licenza in tempo di guerra, metteva incinta nonna e se ne andava, lasciandola da sola a tirare su i bambini nelle ristrettezze e nell’ignoranza (uno solo su dieci, non a caso l’ultimo nato negli anni ’50, ha potuto frequentare le medie).

    Certo, il femminismo in parte ci ha derubato della consapevolezza che poter essere madri è un privilegio straordinario, ma ha fatto un regalo a voi maschi, costringendovi a ripensare la preziosità e la responsabilità (non solo economico-materiale) di essere padri.

    15 Ottobre, 2011 - 9:12
  58. Mabuhay

    Circa alcuni commenti che mettono in connessione numero ed economia:
    ho a che fare spesso – normalmente – con famiglie di 4 o 5 o anche 6 figli. Stesso ambiente, stesso status… Alcune di loro “belle” famiglie; altre un casino (non tanto in decibels…) che non vi dico. E la differenza, credetemi, non e’ nelle possibilita’ economiche che hanno o non hanno.

    (Non dico che non ci sia una relazione tra numero dei figli e possibilita’ economiche, ma non puo’ essere l’unico elemento; e neanche il piu’ influente)

    15 Ottobre, 2011 - 12:37
  59. Clodine

    Luigi, impariamo tantissimo dal tuo blog: da uno a dieci….15…

    Gli spunti che ci dai sono ottimi, nella fattispecie basterà scorrere le fasi storiche, il responso dei censimenti, perché tutto racconti come il concetto di famiglia lungi dall’essere un monolite, si sia evoluto. Non è più un’entità fissa nel tempo, ma piuttosto un sistema di relazioni che deve continuamente rigenerarsi e rilegittimarsi, anche se certamente la famiglia in quanto tale non è destinata a scomparire. Diciamo che è’ una cellula fondamentale della società che può aumentare o diminuire, dove alcune funzioni possono decadere e altre essere acquisite o create, ma complessivamente costituisce una risorsa e un vincolo che non può essere circoscritto a un numero predefinito e ristretto di funzioni [tipo genenerare figli da un solo coniuge ad esempio, o, come nelle società agricole i figli rappresentavano “forza lavoro” ecc] Oggi la famiglia sta assumendo connotazioni aliene dalla “tipologia tradizionale” tanto che possono essere dichiarate tali anche configurazioni non basate sulla differenziazione sessuale o sul riconoscimento religioso- civile dell’unione [matrimonio]..ci sono famiglie allargate, figli generati da più donne -viventi- che convivono allegramente…insomma, per certi aspetti l’affresco che ne esce, di famiglia, almeno secondo il mio punto di vista, non è sempre così edificante ed idilliaco…

    15 Ottobre, 2011 - 12:50
  60. Marilisa

    Vero, Nico, oggi molti maschi sono più responsabili e giustamente aiutano le mogli nei lavori domestici. Del resto, molte donne lavorano anche fuori casa e sono oberate di impegni. Prima il ruolo dei maschi era primariamente quello di mettere incinte, senza pensarci troppo, le loro donne quando gli pareva e piaceva, andare al lavoro e portare a casa i soldi con cui sostenere la famiglia. La donna, in cambio, “doveva”(era quasi obbligata) curarsi dei figli, preparare da mangiare,lavare, stirare e tenere ordinata la casa e in molti casi anche aiutarlo a farsi il bagno. E doveva tranquillamente sorbirsi le “corna”, tanto gli uomini le fanno sempre( è loro costume,si sa) ma non è una cosa seria, ritornano sempre dalle mogli, quindi… Era questa la cultura di una società arretrata.
    Ci sono ancora uomini di quella generazione che non sanno cuocersi un uovo al tegamino.
    Il cambiamento, che è sopraggiunto relativamente da poco, è stato sacrosanto. Superficiale, ma non obiettivo, dire che da quel momento molte famiglie si sono sfasciate. Oggi effettivamente da quando le donne hanno capito che potevano non dipendere più economicamente dal coniuge, fanno valere i loro diritti un po’ su tutto. “Osano” obiettare, opporsi, far sentire la propria voce in capitolo, e se non si giunge a degli accordi solidi anche dopo riflessioni e ripensamenti, c’è la separazone. Questo è il motivo di tanti fallimenti matrimoniali.
    Prima la donna doveva sopportare tutto, un po’ per non affrontare le critiche di una società arretrata, un po’ per non commettere colpa in senso religioso, ma molto perché lasciando la casa magari portandosi i figli, non avrebbe potuto cavarsela economicamente.
    Queste alcune ragioni del cambiamento della società.
    Ma i tanti(proprio tanti) matrimoni che sussistevano su quei presupposti, sugli equivoci, sulla bugie, sulle finzioni, sui molti
    estenuanti litigi, potevano dirsi davvero validi?
    Ancora oggi sono molti quelli che addebitano alla donna le negatività di questa emancipazione.
    Si tratta di uomini( e anche qualche donna) “maschilisti” che però “sbrodolano” davanti alle loro donne, e si sentirebbero persi se non ci fossero.
    Non vogliatemene, ma se qualcuno osa dire che sono “relativista” e non più semplicemente “realista”, giuro che lo mando a quel paese, perché altro qui non posso fare.

    15 Ottobre, 2011 - 13:01
  61. Marilisa

    Clodine, non nego che ci sia una bella confusione in fatto di famiglie, ma non dipende, secondo me, dalla rottura della famiglia antica per i motivi che ho esposto, ma piuttosto dai modelli che ci propongono televisione e mass media in generale, dove si fa a gara per trasmettere soap opere e reality di dubbio gusto, dove si intrecciano le situazioni più confuse (anche questo fa parte della società odierna) che a molti fruitori dei servizi finiscono per apparire “normali” ed imitabili. Sono più di vent’anni che questi sconcertanti programmi passano nelle nostre TV e vengono seguiti con interesse proprio dalle fasce più deboli culturalmente.

    15 Ottobre, 2011 - 13:18
  62. Clodine

    Mabu, la formazione dei figli, la loro educazione e capacità di empatia, nonché forgiare un tantino il carattere, creare armonia e serenità nel nucleo q è prerogativa dei genitori, a prescindere dalla scala sociale che occupano: un contadino potrà avere molta più attitudine e buon senso di un principe. Il grande pedagogo Kipling diceva ““datemi i primi sei anni della vita di un bambino, e potete tenervi il resto” ,e non esagereva, se si tiene conto dell’importanza e della duttilità del “materiale” [fragile] che gli adulti hanno tra le mani. Ma questo aspetto certamente esula dal problema economico. Le due cose viaggiano su binari paralleli, ciascuno segue una precisa direzione, certamente partire svantaggiati sotto il profilo economico blocca definitivamente le potenzialità dei figli. A livello intellettivo il figlio del ferroviere più capace e meritevole, faticherà moltissimo e, forse, non avrà le stesse possibilità di raggiungere determinati obiettivi rispetto al figlio di una famiglia abbiente. Ma questa è una realtà incontrovertibile, salvo rarissime eccezioni…che dipendono il più delle volte dal lato ” B “

    15 Ottobre, 2011 - 13:18
  63. Clodine

    Si si…sono d’accordo Mary con quanto dici..concordo totalmente!

    15 Ottobre, 2011 - 13:22
  64. Marilisa

    Mi sembra che qualcuno non abbia capito che nelle famiglie “povere” con quattro o cinque o più figli forse , più che di apertura alla vita, si deve parlare di “non conoscenza” delle misure che è possibile mettere in atto per limitare le nascite. Insomma non c’è una educazione in questo senso.
    È chiaro che quando i figli arrivano casualmente, si prendono tutti e li si alleva con amore (almeno lo spero). Poi fra tali famiglie, a parità di modeste o misere condizioni economiche, le differenze possono esserci,certo; è questione di mentalità e di educazione.
    Del resto, anche in qualche famiglia facoltosa ( pensate alla famiglia Agnelli e ad altre rimaste nella storia) possono esserci molti figli( tutti voluti?); tanto problemi economici non ce ne sono e vengono garantite loro le piacevolezze della vita. Ma non di rado in tali famiglie c’è una educazione rigorosa, volta al risparmio e al non spreco. Frutto di intelligenza e di sano rapporto con la realtà.
    E, al contrario, a volte si vede che le famiglie che non dispongono di molte risorse, sprecano senza misura ed entrano nel pericoloso giro dei debiti. Come non dare retta, senza ragionare, ad un importante uomo politico che ti induce, tramite insistenti spot televisivi, a comprare più che si può?
    Molte variabili intervengono nell’andamento delle famiglie. Sviscerarle tutte non è possibile in questa sede.

    15 Ottobre, 2011 - 14:06
  65. Mario Sberna

    Grazie a Luigi Accattoli per la vicinanza e l’incoraggiamento e grazie a voi tutti per i commenti, piacevoli, interessanti, intelligenti. Con mia moglie Egle abbiamo fondato e al momento presiediamo l’Associazione delle famiglie numerose. Non sappiamo bene il perché ma è così; credo sia dovuto al fatto che ben poco viene da noi e, soprattutto, c’è di mezzo il dono, la grazia. Comunque non è di teologia che voglio scrivere. O forse sì. Lascio parlare un figlio, ricco, nello stesso modo in cui l’ho ascoltato. Non voglio dire che sia sempre e necessariamente così, ci sono splendidi figli unici e splendidi genitori di figli unici, tuttavia questo figlio ci dice che, a volte, il dono è proprio da accogliere. Rifiutarlo in cambio di regali, significa poi vivere da infelici.

    Brescia, 9 maggio 2010 Festa della Mamma
    Alle mamme numerose siciliane in festa

    Carissime amiche,
    Michele e Paola ci hanno chiesto di mandare un breve messaggio di saluto a tutte voi. Lo facciamo con grande piacere e insieme con un pizzico di malinconia: perché tanto avremmo desiderato venire lì di persona. La Sicilia è l’unica regione italiana che non abbiamo mai conosciuto e non avete idea di quanto avremmo voluto farlo in questa occasione. Tuttavia sentiamoci vicini comunque, in attesa che un giorno, se Dio vorrà, ci si possa abbracciare e stringere tutti insieme nella vostra magnifica e solare terra.
    Pensavamo di scrivervi qualcosa che avesse a che fare con l’Associazione. Ma questa mattina siamo stati visitati da un papà e una mamma; volevano informarsi sull’affido familiare, avendoci ascoltato parlare in una conferenza qualche sera fa. E’ stato un colloquio commovente, fin da subito rotto dal pianto di quella madre che, arrivata a 50 anni, con una carriera luminosa alle spalle, un marito a capo di una importante industria bresciana, qualche settimana fa erano stati gelati dalla lettera del loro unico figlio, che ci hanno portato e letto. Ve la trascriviamo così com’è, ancora bagnata dalle lacrime di quella donna e dalla commozione di quell’uomo che, a 50 anni, cercano di rimediare tramite l’affido familiare a quel che non hanno voluto fare quanto potevano farlo. Sentite:

    “Mamma, papà, non so bene perché ho iniziato a scrivervi questi fogli; forse perché ad un certo punto della vita viene voglia di fare un bilancio, pensare alle cause e alle conseguenze. E’ chiaro che siete le persone cui devo di più, che amo di più. Come potrebbe essere altrimenti? (…) Quel che voglio dire non è una critica, anche perché non so se nei vostri panni avrei potuto fare di meglio. Tuttavia lo voglio dire.
    Fin da piccolo mi avete semplificato la vita; il vostro amore ha allontanato da me ogni fatica, sforzo, ostacolo. Forse per questo appaio sicuro e spesso arrogante e presuntuoso; in verità sono debole e impaurito. Con voi non ho imparato a perdere; ma la vita, fuori dal nido, mi ha insegnato che si viene anche sconfitti. Ho appreso che non sempre c’è una soluzione facile e che talvolta non c’è proprio soluzione; che la vita non è una culla protetta e riscaldata; che spesso mi resta solo la rabbia e l’impotenza. Mi avete dato tante cose, tutte bellissime! Ricordo ancora quei bei vestitini, i corsi per iniziarmi a tutti gli sport del mondo, quei giocattoli che mi hanno deliziato, quelle ghiottonerie che mi hanno ingolosito. Che festival del nulla erano tutte quelle cose! Televisione in camera, giochi elettronici: quanto tempo sprecato! Tempo che ho perso, tempo che mi è stato rubato, tempo nel quale sono stato solo, dannatamente solo, come ora in questo bellissimo appartamento vista “full city” che mi avete regalato. Voi lavoravate tutto il giorno per riempirmi di cose e oggetti, sempre più cose e sempre più oggetti. Ed io ero solo e sempre più solo. (…)
    Oggi però c’è Monica e da lei, e dai suoi cinque fratelli e sorelle, ho scoperto quel che più avrei voluto e che mai mi avete dato: dei fratelli. Da crescere e per crescere; per donare e per ricevere, per giocare, danzare, cantare, litigare, suonare, scherzare, carezzare, abbracciare. Piangere, ridere, scontrarsi e incontrarsi, confidarsi e affidarsi. Fratelli che si trasformano nei più grandi amici per tutta la vita, sorelle che si trasformano nelle più commoventi e dolci esperienze della vita. Mamma, papà: perché mi avete lasciato solo? Perchè? (…)
    Ho imparato a relazionarmi con i compagni, gli amici, i colleghi, i superiori come fossero tutti antagonisti. Avessi avuto dei fratelli, avrei imparato a relazionarmi con gli altri come fossero, appunto, fratelli. Conosco l’elemosina ma non conosco la solidarietà e la condivisione, perché non le ho mai vissute. Ci sono cose nella vita così difficili, che nessun libro insegna: le avrei imparate tutte se avessi avuto dei fratelli e delle sorelle. (…)
    Ora lo so, ho visto Monica e la sua famiglia, ho visto i suoi fratelli e le sue sorelle. Sì, Monica e la sua famiglia: proprio lei, così “poveretta” come dici tu mamma, che mi avresti visto tanto bene restare ancora con l’arrembante e “carinissima” Christine. E invece io sto con Monica e, ve lo scrivo così è ancora più chiaro: voglio sposare Monica e avere tanti figli da crescere con Monica. Oh, certo, Monica e i suoi sono molto poveri rispetto a noi: niente hockey su ghiaccio, niente “prima” al cinema, niente Play e Nintendo, niente cene al ristorante “fico”, niente crociera e miniclub, niente villa in città e casa a Cortina. Ma vedeste la loro gioia! Io, quella, nei miei occhi, non l’ho mai avuta. Monica la prima volta a cena a casa dei suoi mi chiese perché piangevo. Perché, in verità, anche quando mi vedevate ridere, io ho sempre e solo pianto (…)”.

    Ecco, mamme numerose della Sicilia. Questa è la lettera che voi non riceverete mai. Non significa banalizzare o sminuire le fatiche di ogni giorno che, soprattutto voi mamme, vi caricate sulle tenere spalle e dolci mani. Ma, certamente, aprirsi alla vita e accoglierla, crescerla, accarezzarla, baciarla, coccolarla riempie di gioia infinita. La vita riempie la vita. Grazie per quanto fate, per quanto amate.
    Un fraterno abbraccio e, se Dio vorrà, a presto
    Mario e Egle, presidenti.

    16 Ottobre, 2011 - 14:12
  66. Luigi Accattoli

    Questo sono io – con il cappellino bianco – che parlo con Mario Sberna, di cui nel post e che ha postato il commento qui sopra [siamo seduti alla base dell’obelisco in piazza Montecitorio]:

    16 Ottobre, 2011 - 15:06

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