Stasera parlo di Francesco a Piazza Ungheria

Stasera parlo di Papa Francesco alla parrocchia di San Roberto Bellarmino che dà su Piazza Ungheria ed è per me un appuntamento di grande impegno, che comunico ai visitatori che vivono a Roma: qui sono venuto a parlare più volte su invito dei padri gesuiti che tenevano la parrocchia fino a pochi anni addietro (Roberto Bellarmino era gesuita); qui venni da cronista di “Repubblica” il 14 febbraio 1980 per la messa di addio a Vittorio Bachelet; Papa Bergoglio da cardinale aveva il titolo di questa chiesa e dunque qui un poco lo conoscono. Mi preparo ruminando le parole dette ieri da Francesco all’udienza generale e che ho ascoltato dal vivo, nel freddo cane di piazza San Pietro, lacrimando pietosamente e non per l’emozione ma per il freddo: “Chi pratica la misericordia non teme la morte. Pensate bene a questo! E perché non teme la morte? Perché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo“.

40 Comments

  1. Clodine

    Grazie per la segnalazione sara…per nulla da sottovalutare.

    28 Novembre, 2013 - 12:48
  2. “Io adoro il Signore?

    Io adoro Gesù Cristo, il Signore?

    O un po’ metà e metà,
    faccio il gioco del principe di questo mondo?”.

    Adorare fino alla fine,
    con fiducia e fedeltà:
    questa è la grazia che dobbiamo chiedere questa settimana».

    28 Novembre, 2013 - 13:46
  3. Luigi Franti

    Anch’io, ubbidiente, sono andato a vedere l’articoletto segnalato da Sara1 e vi ho letto:
    «Il discorso, passato alla storia come uno dei momenti più alti nella storia del Novecento …»

    Gulp! Se anche a voi sembra così come dice l’anonimo (per sua fortuna) estensore di questa nota, capisco che le omelie di santa Marta vi sembrino dei capolavori immortali …

    28 Novembre, 2013 - 13:48
  4. Luigi Accattoli

    Sara non si dice “mollacciona” ma “di pasticceria”…

    28 Novembre, 2013 - 14:37
  5. nicoletta z.

    🙂
    (le parole sono importanti…)

    28 Novembre, 2013 - 14:46
  6. Sara1

    Allevare Rose sarà un peccato?
    (Cristiani da giardinaggio ancora non l’ha nominato ho una speranza)

    28 Novembre, 2013 - 14:56
  7. picchio

    freddo cane a Roma?? Dovreste farvi un giro qui in mezzo alle montagne.
    Ma le rose non si dovrebbero coltivare? perchè allevare? Gergo Romano?

    28 Novembre, 2013 - 16:10
  8. Sara1

    Ha ragione Picchio, coltivare.
    Chiedo venia.

    28 Novembre, 2013 - 16:29
  9. nicoletta z.

    (Sara, i due link sono uguali…)

    28 Novembre, 2013 - 16:36
  10. Io però vorrei far notare che le omelie di santa Marta sono frutto della meditazione mattutina di Francesco sul Vangelo del giorno: non è che i Vangeli di questi ultimi giorni dell’anno ci vadano leggeri, lo avete notato?
    Non credete possibile pensare che l’insistenza sul tono apocalittico sia dettata dal contesto liturgico in cui ci troviamo?

    A me sembra evidente, ma sarò prevenuta (in senso positivo, of course…)

    28 Novembre, 2013 - 16:36
  11. Sara1

    Sono apocalittiche da 6 mesi le omelie di Santa Marta.
    E’ proprio il suo stile che è così.

    28 Novembre, 2013 - 16:42

  12. beh, è naturale: viene dalla fine del mondo!
    😉

    28 Novembre, 2013 - 16:44
  13. Marcello

    Sara1, voglio farti una domanda. Scusami se lo hai già spiegato altrove.

    Perché le omelie di Santa Marta ti sembrano “terrificanti” e “apocalittiche”?

    29 Novembre, 2013 - 22:46
  14. Sara1

    Ci sono Dio e Satana che si scontrano e l’uomo percorre una strada stretta con il baratro di qua e di là ed è continuamente invitato a non sbagliare passi.

    A me fa paura, lo so che sono matta perchè vedo tutti entusiasti ma è troppo netta la lotta e troppo stretto il cammino…

    Anche oggi c’è il nemico in agguato e dobbiamo stare attenti.

    http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#2

    Penso di capire che si tratti di uno stile adatto soprattutto per il Sud America e vicino e comprensibile ai movimenti che stanno rubando fedeli alla Chiesa (lui stesso ha detto nella EG che le omelie devono essere immaginifiche) ma io proprio non riesco ad abituarmici.

    29 Novembre, 2013 - 23:15
  15. Marilisa

    “…preferisco il discorso della Luna alle omelie (terrificanti) di Santa Marta.”

    Lasciando da parte “il discorso della Luna” ( che tu, se non sbaglio, nemmeno hai sentito direttamente), io vedo, cara Sara1, che tu (insieme ad altri) preferisci tutto alle “omelie di Santa Marta”.
    Semplicemente perché non ti piace questo Papa e non condividi una sola parola di lui.
    Quindi forse faresti meglio a non inventare giustificazioni. Per onestà di pensiero.
    Le omelie del Papa non piacciono né a te né ai tradizionalisti di questo blog. E tutti capiscono il perché; non ci vuole un particolare acume per capirlo.
    Fare tanti giri di parole per disapprovare quel che tantissimi, al contrario, apprezzano perché lo sentono vero e giusto, non serve a nulla. Serve solo a gratificare i dietrologi e i retrogradi.
    I dettagli sulla contrapposizione Cristo-Satana sono poca cosa.
    Quel che vale molto di più è che questo Papa in generale esprime concetti che sono nella mente della maggior parte della gente che vive oggi, nel mondo di oggi e non di ieri l’altro.
    Leggere “i segni dei tempi” secondo le indicazioni di Gesù è DOVEROSO e il Papa lo fa.
    Leggere la contemporaneità significa anche che la Chiesa deve camminare, procedere in avanti e non restarsene ferma al medioevo. Questo sì è “terrificante”.
    Bisogna riuscire a interpretare le parole del Cristo.
    Molti cristiani, in realtà, non leggono bene il Vangelo, preferiscono dare spazio innanzitutto ai documenti più o meno altisonanti dell’ Istituzione e dei teologi.
    Invece si deve sempre partire dai testi e non dai commentatori dei testi.
    Nel Vangelo è scritto che dobbiamo essere capaci di leggere i segni dei tempi. Una frase molto importante.
    Anche oggi il Papa lo ha ricordato nella sua “terrificante” omelia di Santa Marta.

    30 Novembre, 2013 - 0:53
  16. Nino

    Marilisa scrive,
    30 novembre 2013 @ 0:53

    “I dettagli sulla contrapposizione Cristo-Satana sono poca cosa.”
    ————-
    Sono l’essenziale.
    Francesco da un nome preciso alle diverse rappresentazioni del MALE.
    Il denaro, il potere, l’indifferenza, la cupidigia, l’accumulo, il razzismo, etc.

    Si dirà: ma queste manifestazioni del peggio dell’umanità ci sono sempre state .

    Ma non a livello planetario e non nella smisurata abnormità scientifica con cui queste idolatrie si perseguono e si realizzano.

    La contrapposizione non è Cristo-Satana.
    Cristo ha stravinto su Satana.

    Cristo è il Risorto e con la sua parola e il suo stile di vita ha indicato il cammino della salvezza, la via della redenzione.

    Ci ha lasciato la chiave per aprire la porta del mistero della vita e della morte.
    E la scelta da che parte stare.
    Con chi stare.
    Francesco parla di GIOIA, raggiungibile non per mezzo di un’ideologia ma attraverso la relazione e il dialogo con la Persona di Dio.
    Senza la gioia non c’è fraternità, carità, misericordia, amore.
    Quel che rimane è solo la desolazione, la vittoria del male.

    30 Novembre, 2013 - 4:57
  17. Sara1

    Ok Nino parla di Gioia dopo aver quotidianamente elencato tutta una lunga serie di mali che devo faticosamente schivare per arrivare alla meta.
    Rappresentandoli in modo immaginifico appunto, con un linguaggio che ricorda molto omelie che non si sentivano più da decenni.
    Non è tanto per quello che dice, il Male è il potere la finanza la corruzione o che, ma proprio il linguaggio, temo il ritorno a questa visione così strettamente dualistica e consideravo un vantaggio averlo abbandonato.

    30 Novembre, 2013 - 7:15
  18. Luigi Accattoli

    Sara forse tu – che leggi tanto – hai in casa il volumetto di Antonio Spadaro intitolato La mia porta è sempre aperta. Se l’hai, possono esserti utili le pagine 71s: “Il pontificato di Papa Francesco è profondamente drammatico […] ma evocare il demonio fa sì che non si possano demonizzare le persone”. E anche le pagine 108s, dove si parla dell’incertezza come “parte integrante di una vita di fede”. Insomma c’è dell’avventura, il destino è aperto.

    30 Novembre, 2013 - 9:07
  19. Luigi Accattoli

    Sulla “percezione” del male nella sua “esperienza personale” vedi anche le pagine 19ss de Il cielo e la terra (il dialogo con il rabbino Skorka).

    30 Novembre, 2013 - 9:26
  20. Sara1

    Le letture che più mi aiutano a capire sono queste:

    http://www.ibs.it/code/9788839907608/gutierrez-gustavo/densita-del-presente.html

    http://books.google.it/books?id=Wby6QBZ0_TUC&pg=PA86&lpg=PA86&dq=i+nuovi+volti+del+cristianesimo&source=bl&ots=YXDzfV8E2s&sig=vNHoGfEm8AavuWhRQZRfxv3gFf0&hl=it&sa=X&ei=IZ-ZUuzYEcGJyQPk2YCIDA&ved=0CEQQ6AEwAw#v=onepage&q=i%20nuovi%20volti%20del%20cristianesimo&f=false

    Gutierrez espone molte delle tematiche bergogliane nel suo testo, ma lo fa con linguaggio più razionale ed europeo. In effetti Gutierrez pur insistendo fortemente sul senso del peccato sociale non nomina mai il diavolo.

    30 Novembre, 2013 - 9:36
  21. Marcello

    Dai, Marilisa, mi sembra che il pensiero di Sara1 sia assai più complesso di quello che scrivi!!

    Grazie, Sara1.

    Io per parte mia, vedo invece molto accento posto sui temi della misericordia di Dio e sui temi della gioia di essere cristiani, di essere amati da Dio e di avere una vita piena di senso.

    30 Novembre, 2013 - 9:46
  22. Luigi Franti

    Sul “discorso della luna”, che grazie alle vostre sollecitazioni mi sono andato a rileggere, che dire? Grazioso, spontaneo, non c’è che dire … fece tanto effetto perché non si era abituati a sentire un papa parlare così. Per le reazioni superficiali della folla, e per i media che le fomentano, sono solo le differenze che contano: se prima il papa aveva le scarpe rosse e adesso ce le ha nere, questa è una gran notizia … ma la sostanza non interessa.
    E di sostanza, nel fervorino di papa Roncalli, non è che ce ne sia molta: definirlo “uno dei momenti più alti ecc. ecc.” è grottesco.

    Piuttosto, mi ha colpito quel che il papa ingenuamente si lascia sfuggire: la speranza (e il desiderio!) che il concilio appena aperto potesse finire prima di Natale !!!!
    Come dire che non aveva la minima idea di quel che stava facendo.

    30 Novembre, 2013 - 16:11
  23. La biografia di Roncalli è illuminante per comprendere il suo pontificato e la sua decisione di indire il Concilio (senza avere un’idea ben chiara e definita di dove lo Spirito avrebbe condotto la Chiesa, posso convenirne).
    Magari si potrebbe considerare anche il suo ‘Giornale dell’anima’.

    Un tempo si chiamavano ‘buone letture’.

    30 Novembre, 2013 - 19:36
  24. Marilisa

    “Sono l’essenziale.” (Nino@0:53)

    Nino, la mia replica a Sara1 non intendeva minimizzare la presenza del Male.
    Nessuno, credo, potrebbe ignorare –almeno che non viva in un altro pianeta–il Male che imperversa nel mondo, e che sempre ci sarà e contro il quale tutti siamo chiamati a combattere. Sarà così fino alla fine del mondo.
    Voleva solo contestare il termine “terrificante” che Sara usa, per quel che credo di capire, nei confronti della macabra personificazione (Satana, il demonio) del Male. Ed è tutt’ altra cosa.
    Non è la prima volta che lo fa. Tu forse non lo hai notato.
    Anche io, a dire il vero, ne vengo disturbata, ma faccio prevalere la considerazione sui molteplici aspetti positivi dell’operato di questo Papa. E in questo mi trovo distante, e parecchio, da Sara e da altri.
    Con questo credo di avere risposto anche a Marcello.

    1 Dicembre, 2013 - 0:51
  25. Marilisa

    “se prima il papa aveva le scarpe rosse e adesso ce le ha nere, questa è una gran notizia … ma la sostanza non interessa.”

    E se lo dice lei…

    1 Dicembre, 2013 - 1:01
  26. Sara1

    “Non è la prima volta che lo fa”. Forse perchè ne ha paura davvero e forse perchè è veramente scocciata di ritrovarsi rientrare dalla finestra modi di fare che decenni fa avevamo buttato dalla porta.

    Però lei che è così intelligente, aperta e caritatevole mi butta nel mucchio dei tradizionalisti e si sente pure superiore.

    Magari cercare di capire ogni tanto il pensiero altrui.

    1 Dicembre, 2013 - 10:35
  27. Nino

    Marilisa scrive,
    1 dicembre 2013 @ 0:51
    —-
    Cara Marilisa,
    avevo capito bene la tua intenzione, che condivido.
    L’ho ripresa chiosandola proprio per ribadire a chi amerebbe altro linguaggio, magari metaforico, apotropaico.

    Come in genere si dice: di male incurabile, brutta malattia, per non dire “un tumore” così da evitare anche semplicemente l’implicita allusione alla MORTE che quella patologia inevitabilmente provoca.

    Così esorcizzando il termine Satana, si pensa di allontanare l’idea del possibile rischio della morte spirituale, la paura di perdere la FEDE.

    Francesco sin dall’inizio del suo pontificando sta battendo proprio sul tasto del “discernimento degli spiriti”, cardine degli esercizi spirituali ignaziani, per allenarci al rafforzamento della fede attraverso il riconoscimento del bene e delle diverse e moltiplici forme del male messe in campo dal Maligno, per combatterle e superarle.

    1 Dicembre, 2013 - 13:17
  28. Sara1

    Bene in questa lotta tra Dio e Satana e in questo combattimento per non perdere la fede chi la fede non ce l’ha cosa fa?
    Perchè sono milioni al mondo, sono carne da inferno?

    Una riflessione etica sarà pure un appiattimento secolarizzato ma magari è anche un mezzo per avere un linguaggio comune con chi non crede o crede in altre cose.

    Alla fine il rischio è quello di un integralismo di ritorno.

    1 Dicembre, 2013 - 13:30
  29. Nino

    Provo a fare l’ultimo tentativo, se non riuscirà mi auto infliggerò un KO tecnico e smetterò di interloquire con te.

    1- Bene in questa lotta tra Dio e Satana
    La lotta non è tra Dio e Satana. Riguarda gli esseri umani.
    Il libro di Giobbe si sviluppa proprio su di un patto tra Dio e il sottomesso Satana contro Giobbe.

    Gutierrez che hai impropriamente chiamato in causa, è stato definito per anni “satana in gonnella” da tutti quelli che lo hanno definito “cattocomunista” della TdL.
    Magari in qualche caso non nomina satana per non pubblicizzarne il nome come hanno fatto abbondantemente quei gentleman dei cattoliconi duri e puri.
    Il fumo di Satana – il cattocomunismo
    http://anticattocomunismo.tumblr.com/post/61957475165/teologia-della-liberazione-incidente-diplomatico-tra
    «Attraverso qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio santo di Dio» (Paolo VI, 29 giugno 1972). Cos’è questo “fumo di Satana” a cui si riferiva Paolo VI? È il cattocomunismo, il patetico tentativo di quei (sedicenti) cattolici che hanno cercato di servire due padroni: Cristo e Marx. Ma noi dobbiamo scegliere: o con Cristo o contro Cristo. Ecco una lista di coloro che, credendo di servire meglio Cristo seguendo Marx, hanno finito per rinnegare Cristo e idolatrare Marx.

    2. per non perdere la fede chi la fede non ce l’ha cosa fa?
    Domanda lapalissiana.
    Chi non ha la fede non si pone il problema di Dio o di Satana, semplicemente le due entità non esistono e quindi non le cerca.
    Le ignora. Valuta e vive secondo coscienza.

    3. “Una riflessione etica sarà pure un appiattimento secolarizzato ma magari è anche un mezzo per avere un linguaggio comune con chi non crede o crede in altre cose.
    Alla fine il rischio è quello di un integralismo di ritorno”.

    Per me una riflessione è tale, senza aggettivi, quindi non capisco nemmeno il senso di quello che definisci “linguaggio comune” per capirsi tra credenti e non credenti, come se gli uni o gli altri abbiano una qualche presunta superiore verità da imporre.

    Io capisco cosà è bene e il suo contrario, il buono e il suo contrario, ovvero quello che i credenti chiamano diavolo, colui che divide.
    La stessa conoscenza, del bene e del male, la posseggono anche i non credenti interpellando la loro coscienza, anziché il Libro o Gesù quando parla apertamente di demoni, del satana, delle tentazioni nel deserto.

    Non capisco nemmeno il senso del rischio di un integralismo di ritorno.
    Per cui su questo punto, non ho nulla da dire, semplicemente prendo atto della mia ignoranza.

    1 Dicembre, 2013 - 16:06
  30. Sara1

    Ho chiamato in campo Gutierrez perchè nel libro indicato non nomina un generico Satana per dire ciò che è male ma usa termini comprensibili (e non fraintendibili) da tutti: povertà, ingiustizia, sopruso.

    Insistere solo su Satana e sulla mondanità senza scendere nel dettaglio è un po’ fumoso: Satana può essere il capitalismo (che è avversato anche a destra in ogni caso vedi Le Pen) ma tante altre cose per questo abbiamo uno straccio di guida che ci è offerto dai comandamenti.

    Altrimenti ognuno si fa il Satana che vuole e Satana può diventare anche la musica che porta al peccato o il ballo e tutto ciò che allontana da Dio.
    Tutte cose abbondantemente viste e riviste in passato anche dai Gesuiti..

    In quanto a “Chi non ha la fede non si pone il problema di Dio o di Satana, semplicemente le due entità non esistono e quindi non le cerca.” ok in pratica il Papa a Santa Marta parla solo a chi è strettamente cattolico e in questo non riesco a veder alcun segno di apertura al mondo.

    Un linguaggio facilmente decodificabile anche da chi è silenziosamente in attesa di aprirsi alla fede mi pare cosa buona e giusta altrimenti tanto vale parlare in latino solo per iniziati.

    Mi pare paradossale non riuscire ad intendersi su queste cose ma tant’è.

    1 Dicembre, 2013 - 17:47
  31. Nino

    Tentativo non riuscito.
    Mi autoinfliggo il KO tecnico per abbandono.
    Addio.

    1 Dicembre, 2013 - 20:13
  32. giuseppe2

    Sara1, hai perfetttamente ragione. Nelle omelie il Papa si rivolge sempre ai cattolici, è così. Suppone che ad ascoltarlo siano orecchie cattoliche. Il che non vuol dire che non istruisca nella fede, prendi le catechesi che sta facendo, per esempio l’ultima sul mistero della morte di Gesù. Spesso rimanda al Catechismo e ripropone alcuni elementi basilari.
    Vuole ricostruire, secondo me, una coscienza cattolica a partire dall’essenziale: la preghiera, i Sacramenti e le Opere di Misericordia – e non c’é nulla di più concreto! – che sono il criterio di giudizio, e qui c’é poco da teorizzare.

    Questa predicazione, come la percepisco io, è per la missione, per l’evangelizzazione, che non è un lavoro intellettuale appresso al Papa, è l’opera concreta di tutta la Chiesa ognuno per la sua parte: ma ognuno, appunto, e non da soli. Bergoglio insiste perché si esca, perché si sia solidali con tutti, senza paura. E allora bisogna guadrare al posto in cui ci si trova a vivere e convertirsi; se non si parte da sé stessi non si può “uscire” e non si può portare nulla.
    Personalmente il passsaggio di pontificato, le parole e gesti di Francesco mi hanno fatto capire che da crsitiano io non appartendo alla Chiesa di Tizio o di Caio: appartengo a Cristo che mi raggiunge nella sua Chiesa, mi converte e mi spinge ad esercitare la mia libertà.

    1 Dicembre, 2013 - 20:18
  33. Sara1

    Ben Giuseppe, infatti ho scritto pure sopra che c’è un ad intra e ad extra. Queste omelie del mattino ad intra che insistono su preghiera, sacramenti, opere di misericordia sono molto tradizionali sia nei toni che nei contenuti, per questo dico ricordano un linguaggio che non sentivo più in Chiesa da quando ero molto bambina.

    Forse proprio per questo riaffiorare di ricordi ammetto che non mi piacciono, sono troppo cupe.

    1 Dicembre, 2013 - 20:31
  34. Marilisa

    “Queste omelie del mattino ad intra che insistono su preghiera, sacramenti, opere di misericordia sono molto tradizionali sia nei toni che nei contenuti, per questo dico ricordano un linguaggio che non sentivo più in Chiesa da quando ero molto bambina.” [Sara1@20:31]

    Cosa vorresti, Sara1, che il Papa parlasse, nelle sue omelie del mattino, di pub, di giardinetti, di festival, di tarallucci e via dicendo? In effetti, se questi fossero i suoi argomenti, le omelie non sarebbero “molto tradizionali”.
    Dunque vorresti dire che non avverti il modo del tutto nuovo di parlare degli argomenti religiosi? Che non ti sei resa conto che quel che dice non è prefabbricato, non è studiato, e che perciò entra nel cuore e nella mente di lo ascolta? Che è lontano mille miglia dallo stile steretipato delle “prediche” di antica data?
    Tu questa differenza non riesci proprio a percepirla? Eppure, la maggior parte della gente la coglie in pieno.
    Tu invece no. Chissà perché.
    E poi, Sara1, apro una parentesi: fammi il piacere di non chiamare in campo il mio “sentirmi superiore”, che è pura fantasia della mente tua e di altri. Fammi questa cortesia grande.
    Ogni tanto qui mi sento sbattere in faccia da qualcuno questa dabbenaggine insultante.
    Da quando in qua esprimere le proprie opinioni non in linea col pensiero altrui è diventato “sentirsi intelligente e superiore”?
    Sappi che è proprio perché credo di capire le ragioni altrui che replico con le mie ragioni, se permetti. E ritengo che parecchi si sentano piccati perché in tutto o in parte ci azzecco, e questo disturba non pochi, compresa te. Ma è un problema tuo (vostro).
    Morale della favola: tu vorresti dimostrare che il Papa ( che a te–lo ribadisco– non piace per niente) non è poi tanto diverso da quelli precedenti.
    Sbagli di grosso, perché, al contrario, è molto diverso, proprio tantissimo.
    Negli atteggiamenti e nei contenuti, anche se in parte resta in linea con la Tradizione.
    Ma è soprattutto il tono che fa la musica, cara Sara1. E il suo tono ha rotto con il passato.

    2 Dicembre, 2013 - 1:52

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