Su Alicudi e Filicudi

“Se fossi un giudice ti condannerei ad amarmi per sempre”: letto sul parapetto del belvedere, al faro del Capo di Milazzo. Mi ricorda una frase dell’immenso carteggio che Kafka scambia con Felice e che dice qualcosa come questa: “Dal momento che tu hai tanta autorità su di me, potresti approfittarne per indurmi ad amarti”. – Dal faro e poi dalla terrazza del Castello (arabo e normanno, aragonese, svevo e spagnolo) mi sono goduto la grande scena dei Peloritani e dell’Etna, mentre il sole scendeva su Alicudi e Filicudi. La guida faceva notare gli angoli del monastero benedettino “in pietra bianca simbolo cristiano di purità” e quelli del mastio in pietra lavica, “simbolo musulmano di Allah”. Forse un riferimento arbitrario alla “pietra nera” della Mecca. Lasciavo dire, distratto dalla moltitudine dei fichi d’India, giù dalle balze della rupe su cui sorge il castello, lontani eppure vividi all’occhio, da poterli distinguere ditonzolo per ditonzolo.

3 Comments

  1. Pure io condannerei chi so io ad amarmi per sempre. Ma purtroppo non è così. E ci tocca aspettare…

    17 Agosto, 2006 - 14:22
  2. Luigi Accattoli

    “Se fossi un giudice ti condannerei” mi pare una mossa allegra, di lingua e di umore. Altrettanto spero, Tonizzo, della tua attesa. Luigi

    17 Agosto, 2006 - 22:18
  3. Grazie Luigi. Speriamo in bene…

    19 Agosto, 2006 - 15:59

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