Terzo esorcismo del papa a Marchionne

Per la terza volta in undici mesi oggi papa Benedetto ha nominato uno stabilimento Fiat che rischia di chiudere: quello di Termini Imerese, mentre il 24 maggio aveva parlato della “precarietà preoccupante” di quello di Cassino e il 1° marzo aveva implorato un “futuro” per gli operai di quello di Pomigliano d’Arco.

37 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Questo l’appello del papa per l’occupazione, nel dopo-angelus di oggi a mezzogiorno:

    La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti. Penso ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie.

    31 Gennaio, 2010 - 23:33
  2. roberto 55

    Parole belle, forti ed importanti quelle del nostro Papa: solo, mi suona “sospetto” il consenso (apparentemente) bi-partisan proveniente dalle forze politiche che le ha accolte.
    Ma, forse, pure questo è merito di Papa Benedetto XVI.

    Mi permetto, Luigi, di cambiare, “un attimino”, discorso e di chiedere agli amici del “pianerottolo” il loro parere sulla “fiction”, di cui RaiUno ha trasmesso stasera la prima puntata, su Sant’Agostino: pur messi nel conto i limiti e le caratteristiche connaturate allo strumento della “fiction”, a me, in verità, l’opera non ha, in questa sua prima puntata, entusiasmato.
    Vedremo domani sera il seguito.

    Buona domenica notte a tutti: domattina si riprende !

    Roberto 55

    31 Gennaio, 2010 - 23:52
  3. fiorenza

    Ci sono casi difficili, dicono gli esorcisti. Richiedono esorcismi ripetuti.

    1 Febbraio, 2010 - 0:07
  4. lycopodium

    W il Papa!

    1 Febbraio, 2010 - 7:30
  5. Cherubino

    il tg regionale lombardo di questa mattina si apriva con la notizia della morte di quell’operaio che avendo perso il lavoro si era dato fuoco per strada.

    Ho avvertito una grande tristezza per quest’uomo, per la solitudine che deve aver vissuto e per il fatto che possano accadere queste cose, sotto lo sguardo quasi indifferente di certi imprenditori e di certi politici. Ne sarà certamente chiesto conto a chi ha responsabilità.
    Certo, ci saranno anche porte a cui bussare, e la scelta autolesionista non è mai quella giusta, ma occorre che la comunità cristiana -e il papa con i suoi interventi lo sottolinea- metta il lavoro e il sostegno a chi è in difficoltà al centro delle sue priorità.

    Occorre quindi pregare, con insistenza, perchè sorgano organizzazioni di supporto e di condivisione, persone coraggiose che gestiscano cooperative o imprese, predicatori che alimentino una giusta spiritualità del lavoro come mezzo ordinario di santificazione laicale, strumenti di finanza etica… e anche una sensibilità diffusa di attenzione al prossimo depresso, perchè il nostro sacerdozio -comune o ordinato- ci consacra in modo da poter dire:
    “Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.” (Isaia, 50, 4)

    1 Febbraio, 2010 - 8:30
  6. Ieri sera Benedetto si e’ recato a vistitare la mostra sul Caravaggio,
    dispiegamenti di mezzi di polizia, blocchi alla circolazioni di macchine e pedoni,
    problemi persino ad accedere alla parrocchia per la messa.

    E’ così difficile per il papa spostarsi per le sue visite culturali senza creare problemi a tutta la città o parte di essa?
    Non può moversi in forma anonima con un normale e sobrio seguito di bodyguard senza fare la “regina Elisabetta”?

    In Italia abbiamo due Capi di Stato che quando si muovono,
    per la capitale,
    bloccano tutto tra frastuoni di sirene.

    Per un solo Stato mi sembra seriamente eccessivo…..

    Solo Gesù e s. Pietro possono intervenire per ricordare all’ “Apostolo” di muoversi con la sobrietà che caratterizzava il Rabbi!!!!! che non aveva dove poggiare il capo…
    figuriamoci poi
    se Cesare gli metteva a disposizione la sua scorta….

    Immagino che un tale pensiero offenderà i puri di cuore……
    ma tant’è….!!

    1 Febbraio, 2010 - 9:26
  7. Gerry

    Non so se sono puro di cuore per come indica Matteo, certamente non lo sono in senso evangelico. Non ho la testa per commentare, vorrei solo comparteciparvi la mia sofferenza: nella notte tra sabato e domenica ho dovuto far ricoverare la mia anziana madre, che ha avuto un episodio molto grave e adesso è in osservazione. La sua costante preghiera – del resto la sua oggi è una vita di preghiera – è sempre stata quella di morire a casa sua, ma il cardiologo nella notte mi ha messo davanti alla mia responsabilità di agire anche contro i suoi desideri. Non descrivo la notte di sabato sera al Pronto soccorso, tra l’umanità più varia e dolente, tra lo strazio dei parenti di chi non ce la faceva e i tanti giovani dei vari incidenti del sabato, mentre una povera barbona dormiva in sala d’attesa.
    Mi affido al Signore ed alla Vergine affinché in questo momento accompagnino mia madre, e che sia fatta la Sua volontà. Sta un po’ meglio, ma i problemi sono tanti e il filo sottile. Un saluto a chi si sarà chinato su questa “piccola” vicenda della vita di ogni uomo.

    1 Febbraio, 2010 - 11:52
  8. Clodine

    Sono con te e con la tua cara mamma, carissimo Gerry. Puoi contare sulla mia vicinanza nella preghiera. Sta accanto a tua madre, è importante che lei senta tutto il tuo amore.
    Ti abbraccio

    Clo

    1 Febbraio, 2010 - 13:11
  9. Nino

    Caro Gerry,
    la mia solidarietà e vicinanza con una preghiera particolare al cuore di Gesù per te e la tua cara mamma.

    1 Febbraio, 2010 - 14:34
  10. Il papa fa benissimo a esprimere le sue preoccupazioni per l’occupazione e la precarieta. Anche se chi dovrebbe recepire non recepisce.
    Cmq credo che il problema ruoti intorno all’etica e al sistema di sviluppo del mondo moderno.
    Benedetto XVI è stato lungimirante anche in altre occasioni, lanciando il tema della sostenibilità ecologica. Questo è il terzo elemento che forma un tutt’uno con l’occupazione. Andrebbe cambiato il sistema. La parola d’ordine oggi, credo, dovrebbe essere “riconvertire” il sistema industriale ed economico nella prospettiva dell’etica e della sostenibilità ambientale. Questa dovrebbe interessare gli industriali e le multinazionali ed i governi. Ci sono i tanti “però”. I però legati all’aspetto geo-politico. Mezzi di trasporto e produzione concepiti con energie cosiddette “pulite”. Energia dalle fonti cosiddette pulite. Qui entrano in ballo i famosi problemi economici e geo-politici, che oggi sono “globali”. La fine dell’era legata al petrolio, significherebbe il collasso economico degli Stati Uniti (il petrolio si acquista in dollari, e ogni stato ha il bisogno di cambiare la propria valuta col “biglietto verde”) ed anche quello della supremazia militare. Significherebbe anche la “fine” delle economie medio-orientali. Significherebbe che salterebbe l’Africa ed anche la Russia.
    E poi si valuti che le cd “energie pulite” non sarebbero “brevettabili” (Sole, vento, maree). Altro problema se non c’è accordo fra gli stati a livello “globale”.
    Ma intanto l’unica via è questa. Etica e riconversione in ambito eco-industriale.
    Avverrebbbe con l’accordo degli stati ciò che solitamente avviene dopo ogni “guerra”, ovvero ricostruzione e ristrutturazione delle economie.
    Ma il discorso è troppo complesso, non si affronta in due righe e io non ne ho nemmeno la necessaria preparazione.
    Certo è però che così come ora siamo avviati al collasso ecologico e economico. E quando avvengono tali collassi a livello “grosso” purtroppo la via d’uscita che viene cercata in tali casi, il rimedio, è maggiore del male e ha un nome sinistro: GUERRA! E a livello globale, con le armi che ci sono in giro, manco questa è “sostenibile”. Siamo messi in un brutto pasticcio, e su questo pianeta, di governanti che abbiano a cuore di metter mano alla risoluzione della questione, non ce ne è nessuno.

    P.S. Eppure parlando di “popoli e nazioni”… sono arretrato e nell’errore…..
    la realtà qualcuno la racconto “scherzosamente” in un film…

    http://www.youtube.com/watch?v=pWoD7cDefak

    1 Febbraio, 2010 - 14:55
  11. In unità con Gerry e la sua mama.
    Matteo

    1 Febbraio, 2010 - 15:08
  12. Gerry, per quello che posso, ti sono vicino con la preghiera.

    1 Febbraio, 2010 - 15:10
  13. Cherubino

    un pensiero al Signore per te e per la tua mamma (e gli altri familiari). Se posso sommessamente darti un piccolo consiglio, essendoci passato prima di te, la mia esperienza mi dice che non è importante quando avviene questo distacco, ma il fatto di sapere che si è fatto tutto ciò che andava fatto, e l’essersi detti tutto ciò che andava detto.

    Che la Vergine Maria vi assista.

    1 Febbraio, 2010 - 17:23
  14. principessa

    Credo che ciascuno di noi ti è accanto con il pensiero e la preghiera, carissimo Gerry. Ma, per esperienza personale, mi sento di consigliarti una cosa che sembra poco ma che vale tanto: parla alla tua mamma, continuamente, anche se lei non dovesse ascoltare.E’scientificamente provato che il nostro cervello continua a registrare anche fino a due ore dopo il decesso. Come tu dici, sia fatta la volontà del Signore, ma, nel frattempo che Dio e i medici decidono cosa fare, tu fai la tua parte con calma e serenità, perchè la tua mamma possa “sentire” – oltre che vedere e ascoltare – il grande lavoro che ha compiuto per farti diventare adulto.

    (nel caso tu provassi un senso di rigetto,la voglia di non essere lì,il limite di essere umano, stai tranquillo! mi hanno spiegato che è una reazione normale e che il tuo cuore e la tua mente accetteranno piano piano ).
    Un abbraccio affettuoso

    1 Febbraio, 2010 - 18:05
  15. Clodine

    ..ma lo sai principessa che per anni ho sentito il rimorso per quel “rigetto”, quella voglia di non essere lì quando mia madre si aggravò? Di papà fu diverso: ero più piccola e poi..fu così rapida la malattia…solo tre mesi dalla comparsa del tumore ai polmoni (entrambi) -mi sembra di avere già raccontato che morì la mattina di natale- di mamma invece: fuggii…ricordo che mi trovavo, disperata, fuori dal San Giacomo, e raggiunta una di quelle edicole sacre che a Roma si trovano ad ogni angolo dei palazzi mi parve di sertire la sua voce che mi chiamava: era proprio la sua voce. Fu in quel momento sentiii che se n’era andata, e piansi amaramente Le mie sorelle erano accanto a lei ed io, che pure per tutta la notte fino a qualche ora prima le avevo tenuto la mano…ero fuggita. Questa cosa me la porto ancora dentro come un peccato, ve lo dico fratelli: dinnanzi alla morte di mia madre sono fuggita via ! Come una Vigliacca!

    1 Febbraio, 2010 - 18:31
  16. lycopodium

    Un abbraccio per Gerry.

    1 Febbraio, 2010 - 19:35
  17. Clodine

    con un volo pìndarico siamo passati dal dramma del precariato all’altro dramma: quello della fragilità umana e il senso d’impotenza che si sperimenta quando colpisce le persone che ci sono care!
    Due drammi che scorrono su binari distinti, anche se paralleli, apparentemente senza alcuna correlazione tra loro, invece, non sono che le facce della stessa medaglia:la vita che ti viene portata via, dalla malattia, dalla vecchiaia, a volte dai sopprusi e dalle ingiustizie del nostro tempo. Quando ti viene a mancare il necessario per vivere, quando viene calpestata la dignità cosa ti aspetta se non una morte lenta, dell’anima prima ancora che del corpo? I fatti di cronaca che registrano i numerosi suicidi di padri di famiglia impazziti, “logoranti” dal punto di vista psicologico non sono che la punta di un aiceberg dove sotto cova un male senza fine. Di recente si discuteva delle malattie scaturite dalla mancanza del lavoro, la relazioni stretta che intercorre tra la precarietà e la salute: Il rischio di morte prematura è quattro volte superiore tra i senza-lavoro già a partire dal terzo anno di disoccupazione, le visite dal dottore si moltiplicano; tre bambini di disoccupati su quattro sono in una situazione di fallimento scolastico; i senza-lavoro hanno un tasso più alto di malattie mentali, sono particolarmente esposti alla depressione, per non parlare dell’alcolismo che è diventata una piaga tra i disoccupati. La medicina non è in grado di risolvere questi mali ma il sindacalismo, al contrario, potrebbe essere la migliore medicina. La sfida consiste nel ricostruire l’amor proprio di questi lavoratori vittime delle strutture economiche neoliberiste dandogli la possibilità di lottare contro le normative adottate dai vari Governi, compreso quello di sinistra che avrebbe dovuto, a suo tempo, provvedere…che se si sono rivelate delle toppe vergognose …

    W IL PAPA…. che alza la voce in difesa dei precari e si fa interprete della loro dosperazione!

    1 Febbraio, 2010 - 19:48
  18. Nino

    Purtroppo alle morti bianche, quelle sul lavoro, da almeno un decennio è in aumento la percetuale dei lavoratori che si suicidano a causa della perdita del lavoro.
    Su questo punto mentre in Francia la stampa ne parla e la Tv altrettanto, sollecitando interventi della politica, mi riferisco ai circa 30 suicidi di impiegati licenziati dalla Telecom francese di recente.
    Qui silenzio di tomba su almeno una decina di suicidi di dipendenti Alitalia e di chissà quanti altri di questi tempi.
    Una vergogna.

    1 Febbraio, 2010 - 20:01
  19. principessa

    Cara sorellina Clo, essere umani non significa essere vigliacchi!
    Se imparassimo che la paura è un sentimento come gli altri, forse, vivremmo meglio. Ma chi l’ha detto che bisogna vincerlo per essere forte? Perfino nostro Signore Gesù Cristo ha sperimentato la paura…
    Prova a far pace con te stessa.Tua madre è con te ogni giorno, non è mai andata via. Come diceva GPII, è passata solo ad altra vita.

    …e poi, una come te vigliacca?? ma fammi il piacere!!

    Un abbraccio forte

    1 Febbraio, 2010 - 20:03
  20. principessa

    Pur comprendendo da quali sentimenti la discussione sia alimentata circa i suicidi dei disoccupati, mi permetto di dissentire sul fatto che bisognerebbe parlarne. Il parlarne non credo che sia di giovamento nè alle famiglie di coloro che sono mancati, e neppure a chi rimane nella stessa situazione, anzi! si potrebbe innescare una sfilza di emulazioni vedendo nel gesto estremo una via d’uscita.
    Ritengo, invece, che vadano esplorate tutte le vie possibili affinchè “anche” il disoccupato riceva quella assistenza psicologica che troppo spesso si riserva a criminali e delinquenti e si nega a gente onesta e perbene.
    Il volontariato, che tanto bene opera, potrebbe essere il traino che faccia comprendere ai governanti a quale punto delicatissimo tali situazioni di non-lavoro stanno giungendo.
    In più, non sarebbe forse il caso di creare una banca del cibo nei supermercati ( come esiste qui in USA) per le famiglie in difficoltà? Cioè, ciascuno di noi quando fa la spesa acquista anche una busta che ha all’interno generi di prima necessità e che vengono date alle famiglie del quartiere che hanno un tesserino rilasciato dal Comune che attesta il loro stato di senza-lavoro e su cui viene stampata data e ricezione del pacco). Il supermercato è felice perchè è stato pagato,la famiglia riceve un po’ di quanto ha bisogno e chi ha pagato sente anche di aver fatto qualcosa per chi è meno fortunato.Limite = un pacco alla settimana.
    Oppure, per esempio, creare dei food stamps (una specie di coupons) pagati dal governo che assicurano a ciascuna famiglia almeno l’acquisto del latte,pane,formaggio,cereali,uova così come accade qui?
    Comprendetemi, è chiaro che non parlo di elemosina ma di un aiuto concreto che potrebbe quanto meno alleviare qualche sofferenza.
    Da qualche tempo, qui in America esiste anche un ufficio di volontari (avvocati per lo più) che parla con banche, compagnie di carte di credito, e creditori in genere, per dare una mano a chi è disoccupato e non vede vie d’uscita.

    Scusate, sono solo suggerimenti, ma se qualcuno che può fare qualcosa frequenta questo blog e legge magari può trarne spunto per qualche soluzione più concreta di semplici parole.

    1 Febbraio, 2010 - 22:12
  21. mattlar

    Venerdì e sabato presso il supermercato della Coop è stata fatta una raccolta di generi alimentari a sostegno delle famiglie dei disoccupati di una società locale. Bella iniziativa. Prima volta che la vedo. In molti abbiamo partecipato.

    1 Febbraio, 2010 - 23:09
  22. adriano

    Ci sono anch’io, Gerry, con una povera preghiera.

    1 Febbraio, 2010 - 23:32
  23. FABRICIANUS

    Un pensiero e un ricordo nella Preghiera, per Gerry.

    Un caro saluto a tutti!

    Ciao Clo!! Ciao Principessa! Un abbraccio.

    1 Febbraio, 2010 - 23:59
  24. Nino

    Il problema non è organizzare catene di solidarietà di tipo alimentare, di assistenza medica, mense, buoni pasto ed altro.
    Su questo almeno a Roma, ma credo anche in tante altre città italiane siamo più che attrezzati grazie ad una efficiente e collaudata struttura isttituzionale pubblica e grandemente della Caritas.
    Il banco alimentare, ad esempio, qui è operativo almeno da 10 anni, il problema non è sfamare.
    Ma capire per tempo la tragedia delle nuove povertà come la perdita del lavoro che portano alla disperazione e alla depressione, senza ritorno.

    Ne abbiamo parlato proprio stasera nella nostra Prefettura con il nuovo vescovo ausiliare, ex direttore della Caritas, Don Guerino di Tora nell’ambito del programma di verifica in atto nella diocesi di Roma sul tema della Carità.

    Altri gravi disagi poco noti ci sono stati rappresentati da don Guerino come quello della trasmigrazione di intere famiglie che hanno perso tutto e che per per dignità non volendosi far riconoscere la dove vivono, trasmigrano di continuo da una città all’altra.
    Parlare di queste cose non a posteriori ma preventivamente, informando i cittadini e pressando le istituzioni può aiutare a salvare chi, vivendo questa triste realtà vede nel suicidio l’unica soluzione possibile.
    Voglio dire che sto cavolo di Welfare scopiazzato dagli inglesi che dice tutto e nulla, fino a poco tempo fa si chiamava Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, così si capisce meglio la missione.
    Se questa od altra istituzione si cominciasse ad occupare del problema indicando soluzioni e modalità d’intervento, forse qualcuno anzichè vedere il buio, alla fine del tunnel vedrebbe un lumicino, una possibilità, una speranza.
    Ecco perchè se ne deve parlare ed anche un tantino incazzati.

    2 Febbraio, 2010 - 0:41
  25. principessa

    Un pensiero speciale e un abbraccio a Fabricianus che non si legge spesso ma che è sempre presente nella mente e nel cuore.

    2 Febbraio, 2010 - 0:43
  26. principessa

    Nino, per favore, facciamo a capirci!
    Una cosa è il parlare e un’altra è tutto il possibile per prevenire tragedie del genere. Se poi lasciassimo le incazzature fuori dalle discussioni, forse, tutto andrebbe meglio.
    Non sono certo le catene di solidarietà a cui alludevo, ma un programma vero e proprio – e non una tantum – che solleva tante famiglie da spese altrimenti impossibili.
    E non capisco un’altra cosa: che cosa significa che intere famiglie trasmigrano per dignità, per non volersi far riconoscere? ma che c’è di non dignitoso nel perdere il lavoro?nell’aver bisogno di una mano d’aiuto?
    E guarda che non parlo tanto per aerare la bocca.Mio marito guadagnava circa $70.000 all’anno ed ha perso il lavoro con la crisi a tutti ben nota del settore finanziario. Per quasi un anno non è stato facile trovare qualcos’altro e, quando è successo, abbiamo accettato un lavoro che paga un terzo di quello a cui eravamo abituati. Ma abbiamo anche saputo accettare l’aiuto che ci veniva dato generosamente e al quale oggi contribuiamo visto che siamo stati fortunati nel trovare un’altra occupazione.
    Ma forse il non volersi fare riconoscere è dovuto al fatto che con il lavoro si aveva tutto (auto,vacanze,cellulari, e il superfluo) ed ora è difficile sapersi destreggiare senza tutto questo. In questo caso, il discorso diventa molto più ampio (cultura dell’apparire ) e non ha quasi nulla a che fare con le soluzioni che in paesi anglosassoni il Welfare riesce a far funzionare.
    Le soluzioni – specie quelle del settore privato (come i supermercati statunitensi a cui mi riferivo) – temporanee sono solo un di più di quanto il governo e le istituzioni devono saper mettere in campo. Ma più che il governo e le istituzioni sono le persone, siamo io e te, gli amici di questo pianerottolo e la gente che incontriamo per strada che devi sapersi muovere ed aiutarsi. Così come sta accadendo qui. E sta funzionando.
    Lamentarsi, parlare dei suicidi,fare chiacchiere abbassa solo di più il morale e non fa cercare e trovare soluzioni adeguate. Incazzarsi, ancora meno. E’ nei momenti di crisi profonda che bisogna mantenere la testa sulle spalle. E i caratteri deboli andrebbero aiutati.A cominciare dalla propria famiglia, dal vicino di casa al negoziante. La disperazione e la depressione non accadono da un giorno all’altro.Ci si può aiutare tutti con un poco di attenzione in più ai propri simili e meno al denaro e al proprio tornaconto. La speranza che Nino auspica per le persone in difficoltà, non arriverà mai dal governo o dalle istituzioni, ma solamente da una persona o persone che si tendono le mani.
    Noi lo abbiamo sperimentato…

    Fresco fresco nella posta: uno dei supermercati della zona chiede di donare $5 alla prossima spesa, così da stampare coupons per latte,uova e pane da distribuire ai disoccupati.

    2 Febbraio, 2010 - 2:07
  27. roberto 55

    Mi unisco agli amici e rivolgo anch’io il mio pensiero e la mia preghiera al fratello in Cristo Gerry ed a sua madre.

    Roberto 55

    2 Febbraio, 2010 - 8:54
  28. fiorenza

    Ciao Gerry. Vicina nella preghiera.

    2 Febbraio, 2010 - 9:57
  29. Luigi Accattoli

    Gerry siamo tutti in quella sala di attesa e aspettiamo che tu ci dica.

    2 Febbraio, 2010 - 10:13
  30. Clodine

    Sottoscrivo in toto quanto esposto da principessa. Sabato scorso ho visto con i miei occhi e contribuito alla iniziativa di solidarietà che gli operai e le loro famiglie, assiepati all’ interno della “coop”, hanno organizzato per la raccolta di generi alimentari. Devo dire che c’è stata una partecipazione veramente compatta: tutti, o quasi, abbiamo riconsegnato le buste colme di ogni bene! Ho notato, per contro, che erano scomparsi dal raggio di almeno un miglio tutte le etnie che popolano le uscite dai supermarket. Che fine han fatto, mi son detta, quei ragazzini mezzi nudi con quei nasi atroci, donne e uomini abbrutiti dalla miseria che ti scippano il carrello carico – se lo trascinano a costo di finire sotto le ruote delle vetture pur di prendersi quella euro- ed altro ancora… Insomma, questa “fuana” locale [che pure ha diritto di vivere, come tutti in questo mondo, ci mancherebbe] cui ormai chi più chi meno ci si è abituati, era magicamente scomparsa, sostituita da dignitose signore, pallidi bambini timidamente sorridenti, dallo sguardo triste, come sentissero fortemente il peso che incombe sulle loro famiglie; e poi, giovani e anziani padri di famiglia con sù stampato sulle giacche a vento, date in dotazione ai dipendenti, il ” logo” dell’azienda funestata dalla crisi. Mi si è stretto il cuore, ho provato una grande pena! Mi sono sentita parte di loro, quasi ci unisse quell’amore fraterno che “nella carne né il sangue te lo ha rivelato”. In fondo, siamo tutti sulla stessa zattera….figli di mondo che sta andando alla deriva.

    Un abbraccio a Principessa, Roberto a tutti..
    Gerry: facci sapere come sta la tua mamma

    2 Febbraio, 2010 - 13:00
  31. principessa

    Non mi succede spesso di intervenire nelle discussioni ma, se e quando lo faccio, cerco di portare la mia esperienza insieme al mio pensiero.
    Intervengo di nuovo su questo tema per un ulteriore esempio di cui ho saputo stamattina.
    Qui negli USA, al momento di pagare in un qualsiasi supermercato,ci sono delle persone alla cassa ( di solito, pensionati,donne che lavorano 3o 4 ore,ragazzi universitari,teen-agers, ecc.) che aiutano la cassiera a mettere le vettovaglie nelle buste, poi le sistemano nei carrelli e vi accompagnano all’auto in cambio di una piccola mancia. E’ ormai un sistema ben collaudato in quasi tutto il paese e devo dire che è molto conveniente.
    Ebbene, nel mio solito supermercato, la metà dei “baggers” (imbustatori) ha deciso di cedere il proprio “lavoretto” ad alcuni capofamiglia che non hanno più lavoro da tempo. E per dare aiuto con una certa eguaglianza, il supermercato ha poi deciso che tutti i disoccupati del quartiere, a rotazione,avranno la possibilità di lavorare come imbustatori, oltre a ricevere i pacchetti del programma ” dai una mano” di cui dicevo ieri.
    Questo solo per confermare quanto dicevo in precedenza circa il tendersi le meni gli uni con gli altri. Nel frattempo che facciamo pressioni,scioperi (?!?), e quanto altro che di concreto non porta nulla, ma inasprisce gli animi. Non credo che sia più il tempo di aspettare che tutto ci giunga come la famosa manna dal cielo. Pur non essendo democratica, spesso, di questi tempi, mi ritornano in mente le parole di Kennedy, “non chiedere che cosa il tuo Paese può fare per te, ma chiediti che cosa puoi fare per il tuo Paese”. Sebbene pronunciate in un altro contesto, esse stanno sortendo grandi risultati pratici in questi giorni (settimane,mesi…), da queste parti.
    E’ difficilissimo dappertutto, ma la solidarietà e la riscoperta dei valori cristiani ( ma guarda un po’ ??) sono forse l’unica strada percorribile per aiutare questo mondo a farcela.
    Almeno, secondo la mia esperienza quotidiana.

    Un saluto a tutti,un abbraccio sincero a Gerry

    2 Febbraio, 2010 - 14:42
  32. Nino

    @Principessa

    Ancora una volta constato che lo scambio su di un blog ha chiari limiti.
    E come nel caso aperto sul mondo del disagio addirittura ingenera malintesi e polemiche conseguenti.

    Per questo, cara Principessa evito di ribattere al tuo-i thread.

    Mi limito a dire che mentre per te, cittadina americana le istituzioni e la loro efficienza sono un dato scontato, qui sono un optional e siccome qui c’è il più imponente esercito al mondo di volontariato ( circa 14 milioni di persone) lo Stato si lascia bellamente surrogare, quasi come se gli ammortizzatori sociali e l’assistenza ai disagiati spettasse solo ed esclusivamente alla famiglia e alle Caritas o alle dame di san Vincenzo.

    Se i 14 milioni smettessero di colpo, sarebbe la catastrofe, esattamente come succederà a metà marzo quando le 700 mila badanti che accudiscono gli anziani e gli ammalati italiani metteranno in atto lo sciopero che hanno preannunciato per difendersi dalle nuove leggi in materia di immigrazione.

    Sul senso della solidarietà non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, purtroppo siamo super esperti nella gestione delle tragedie.
    Nella nostra storia solidarietà e carità hanno scritto pagine gloriose condividendo dolore, sangue, sudore e lacrime insieme a terremotati, a sfollati del Vajont, agli alluvionati di Firenze e alle altre decine di tragedie annunciate che hanno segnato, il nostro paese nell’indifferenza e nella latitanza di politici e istituzioni. Auspicherei un deciso cambio di passo da queste che hanno invertito la rotta passando dalle politiche di solidarietà alla politica della sicurezza su cui si stanno facendo investimenti da paese in guerra con il mondo in cui si stanno costituendo perfino due SPA che non rispondendo a nessuno, se non al proprio ministro gestiranno autonomanente
    le risorse della Difesa, in capo a La Russa e della Protezione Civile, in capo al prossimo nuovo ministro Bertolaso. Migliaia di miliardi.

    Forse diciamo le stesse cose in modo diverso. Oppure no, pazienza.

    2 Febbraio, 2010 - 15:51
  33. Buon giorno.
    Bellissimo quello che dice Principessa.
    Il kennediano “non chiedere che cosa il tuo Paese può fare per te, ma chiediti che cosa puoi fare per il tuo Paese”.
    E’ davvero bello fare quello che gli altri si aspettano dal “paese”.
    Ma a volte il problema è “il paese” stesso il problema.
    Il paese che si “pappa” quelllo che tu cittadino di buono fai.
    Pessimismo leopardiano, o squallido realismo?
    Ai posteri l’ardua sentenza…..
    Io nel frattem po lo fò (e mi auguro che a chi “pappa” vada di traverso)…

    2 Febbraio, 2010 - 15:54
  34. principessa

    E chi ha mai detto che gli italiani – sono italiana!! non americana – devono prendere lezioni di solidarietà?
    I miei erano solo esempi di come ci si aiuta da queste parti, IN CONCRETO, mentre i legislatori,il governo e le istituzioni prendono il loro tempo per risolvere problemi più grandi come l’occupazione,gli ammortizzatori sociali , ecc.
    Solo su due cose mi sento di concordare con te: sul fatto che qui le cose funzionano in maniera più decente e tempestiva e sulle pagine gloriose che il nostro volontariato ha scritto.
    Per il resto, caro amico, più che una discussione sui problemi che abbiamo tutti ormai e sulle soluzioni possibili, mi pare di leggere una ulteriore,sterile critica al governo di centro destra e ai suoi rappresentanti che di tangibile, per chi perde il lavoro e si suicida per questo, non porta nulla. Come nulla ha fatto il governo di centro sinistra, dal quale molti lavoratori si aspettavano risposte concrete. Anche le forze di sinistra, per tradizione vicinissime alla forza lavoratrice trainante il Paese, hanno toppato e sono state ( e continuano ad essere) incapaci di affrontare i problemi. Così come la depressione e la disperazione non giungono dall’oggi al domani, neppure questa crisi mondiale è da imputare a cose accadute l’altro ieri e di cui si può dare responsabilità solo alla destra o solo alla sinistra.
    Continuiamo pure a fare chiacchiere su chi deve fare cosa e quando. Nel frattempo, i supermercati mandano nella spazzaura quintali di pane e cibi che potrebbero essere consumati. E, invece di inventarci lavori ed occupazioni che potrebbero tamponare la situazione, mentre si cercano soluzioni appropriate in alto loco, continuiamo pure a sfilare per le vie e ad aspettare che ci piova dal cielo la soluzione giusta.

    ( e non mi addentro neppure in esempi come quelli visti con i miei occhi in Toscana dove, un operaio ,dopo il suo turno di lavoro regolare, usciva dallo stabilimento, cambiava casacca e andava a fare manutenzione ai giardini privati insieme a sua moglie, senza dichiarare alcunchè a nessuno,rimpinguando il conto in banca, e, naturalmente, dichiarandosi di sinistra e a favore della salvaguardia del posto di lavoro………Che dici,Nino? quella solidarietà di cui siamo fieri, non avrebbe potuto aiutare ben 3 famiglie in questo caso? )

    Hai ragione, forse siamo adirati entrambi per le stesse cose ma lo esprimiamo in maniera diversa. Un saluto affettuoso

    2 Febbraio, 2010 - 16:18
  35. principessa

    E un’altra cosa mi sento di dire!
    Le migliaia di avvocati, psicologi, medici ecc.ecc., che in tutta la nazione hanno formato gruppi di aiuto per i disoccupati e per le persone in difficoltà economica (anche appartenenti alle loro categorie) non dipendono certo dallo Stato e sono una mescolanza di razze,religioni e credo politici, i quali hanno deciso di tendere la mano a chi è meno fortunato senza ricevere in cambio nulla. Ad onore di quella strana sensazione che accade quando tutto un Paese si trova in difficoltà.Qui nessuno pretende di dare lezioni ad altri, solo di mostrare esempi che funzionano.
    Altra cosa.
    Le chiese di ogni denominazione hanno messo a disposizione le loro sale dove, ogni sera, i supermercati della zona scaricano quintali di merce invenduta e le famiglie che ne hanno necessità vanno a prendere ciò che gli serve come se fossero ad un piccolo supermercato.Quella cattolica è la sala più frequentata, in serenità e senza alcuna vergogna.
    Presenti, e sempre a disposizione,un prete,più uno psicologo e un avvocato che regalano il proprio tempo alla parrocchia.

    Meno SUV, meno cellulari,un po più di sobrietà, una mano tesa, nel frattempo che i governi – funzionanti o sgangherati – facciano qualcosa per trovare soluzioni.

    2 Febbraio, 2010 - 16:38
  36. Gerry

    Ringrazio tutti per le preghiere! Mia madre sta meglio: l’edema polmonare e lo scompenso cardiaco sono regrediti, i medici sono fiduciosi perché ha reagito bene. L’ambiente ospedaliero è quello che è, soprattutto per una persona anziana, abituata ad una grande riservatezza personale, ma pazienza, l’importante è altro. La mia preghiera era ed è che, quale che sia il suo domani prossimo, si senta sempre accompagnata e tenuta per mano dal Signore e dalla Vergine Maria. Un affettuoso ringraziamento a tutti coloro, da Luigi a tutti gli altri, che hanno espresso la loro partecipazione o, comunque, sono stati vicini a mia madre (ed a me) con la preghiera, particolarmente a quelli con i quali – talvolta – dibatto, sempre in spirito di reciproca carità.

    2 Febbraio, 2010 - 19:50

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