Eccomi a tirare palle di neve a Trento

A Trento sono gran tiratori di palle di neve nei secoli dei secoli. L’attestano un affresco del ciclo dei mesi che è sulle pareti della Torre Aquila del Castello del Buon Consiglio che riporto qui e un mosaico di Cesarina Seppi che è nell’atrio della Stazione ferroviaria e che ho fotografato ieri mentre aspettavo il treno per il rientro a Roma: lo riporto nel primo commento. Il mosaico (1950) è una citazione dell’affresco (1400 circa).

25 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ogni volta che vado a Trento in treno mi incanto davanti alle tredici “isole” di mosaico di Cesarina Seppi che rallegrano con scene di vita familiare e campestre l’atrio della stazione costruita negli anni ‘30 da Angiolo Mazzoni che fu anche il primo architetto della Stazione Termini di Roma. Sempre mi sono chiesto come mai quelle gradevoli figurazioni non siano riprodotte né in cartoline né in opuscolo. E’ stato il socievole collega di Vita Trentina Diego Andreatta a suggerirmi il richiamo alla Torre Aquila e a prestarmi la macchina fotografica per scattare questa immagine. Chi ne sa di più su quei mosaici me ne parli.

    26 Novembre, 2012 - 11:18
  2. luca73

    Caro Luigi, purtroppo non ne so niente. Ma quelle immagini mi affascinano.
    Magari ce ne fossero di simili in tutte le stazioni d’Italia, sovente imbrattate di murales o scritte volgari e stupide!
    Buona giornata a Luigi e a tutti!

    27 Novembre, 2012 - 8:44
  3. Clodine

    Caro Luigi, vedi come va il mondo? A nessuno interessa parlare delle palle di neve, a nessuno interessa osservare la perfezione delle linee di questi personaggi usciti da un remoto passato. Personaggi estinti eppure, moderni, con le loro zazzerette alla charleston che sanno tanto di francia anni venti, o di un moderno stile catalano . A nessuno interessa osservare la raffinata movenza, così femmile, di una gonna rigonfia a guisa di conca, afferrata all’angolo da una mano robusta a protezione di quelle “uova” che sembrano in procinto di aprirsi da un momento all’altro per dare vita a qualcosa di misterioso, imprescrutabile. La neve, il candore, il passaggio delle stagioni, il divertimento in quel trascorre monotono , sempre uguale, di un quitidiano fatto di cose semplici : la casa, la pieve, e il cartello che segnala il discrimine, limite oltre il quale il gioco cessa di essere tale e diviene elemento di disturbo. Forse nel rigoroso Medio Evo vigeva maggior senso civico rispetto al frastuono e al chiasso convulso di oggi dove vige quel continuo rumore di fondo che inquina la mente oltre che l’udito….
    Grandissima donna, prima ancora che eccellente artista la Cesarina Seppi. Una donna forte, dai grandi ideali che seppe coniugare vita, arte, politica, all’insegna di una grande rettitudine morale .

    27 Novembre, 2012 - 8:56
  4. fiorenza

    Sì, è stata una buona visione, Clo. Ma qui trovo che ormai tutto è “buona visione”. Affascinante vedere che anche i pianerottoliti sono, come nei secoli dei secoli a Trento, “gran tiratori di palle di neve”. Quanto mi piacciono! Come giocano bene! E che incanto questo spazio in cui, dovunque ti volgi, ora vedi solo il bel bianco di una neve fresca che più nessuno viene a trasformare in lastroni di ghiaccio con l’ intento di farci scivolare e cadere in malo modo e farci smettere il gioco! Come mi fa tornare il desiderio di riprendere a tirare qualche pallata anch’io, tutto questo! Come rinfrancano lo sguardo, queste luminose immagini dell’affresco e del mosaico e quelle di tanti cavalieri e dame del pianerottolo, impegnatissimi sereni tiratori! Già 115 commenti al post su Renzi, e quanti bei tiri, quante palle di neve giunte a segno!
    Sì, affascinante.

    27 Novembre, 2012 - 14:17
  5. Clodine

    Concordo , straordinaria amica fiorenza! Ci sono palle che arrivano a segno ed altre, che trapassano il limite andando fuori bersaglio ! Ma che bella la neve, quel candore immacolato che si fa azzurrino alle prime luci dell’alba. Quel manto perfetto, di velluto,deturpato dalla pesantezza dei corpi, reso immondo dallo scalpiccio dei piedi, dei pneumatici, delle fognature che ribollono acqua stagnante. E’ il destino delle cose belle, quello di durare il tempo di un battito di ciglia. Eppure, questi affreschi che ritornato da un lontanissimo passato, riprongono temi e drammi comuni ad ogni stagione sotto il cielo: la povertà e la ricchezza. Il frugale desinare del contadino, il travaglio senza posa di chi ogni mattina, con il gelo o il sole cocente mette mano all’aratro per guadagnarsi di che vivere, e il dolce trascorrere dei giovani rampanti, il gioco spensierato di chi si trova il grosso tacchino sulla tavola pronto ad esser divorato. Abiti di lusso e galosce di pezza, sorrisi spensierati, e volti mesti, induriti dai rigori di una vita di sacrificio! Temi antichi e sempre nuovi. L’eterno ritorno dell’uguale.

    27 Novembre, 2012 - 14:59
  6. Luigi Accattoli

    Clodine grazie del link. Veramente festoso quel ciclo dei mesi. La Iseppi lo echeggia in molte delle sue tredici “isole”. Mi diverto a immaginare che abbia voluto farne uno in più – rispetto ai “dodici mesi” – per rimediare a quello mancante nel ciclo della torre.

    27 Novembre, 2012 - 15:08
  7. Luigi Accattoli

    Ma certo mia Fiorenza torna a tirare palle di neve e prendi essempio dalle tue sorelle della Torre e dei Treni che ne tengono una riserva in grembo per non mancarne alla bisogna.

    27 Novembre, 2012 - 15:12
  8. Anch’io ho avuto la stessa impressione di Fiorenza, che quei tiratori siano un po’ la nostra immagine. E che non sia necessario prendersela tanto se un po’ di effimera neve ci si infila dentro il colletto.

    C’è anche un’altra cosa che mi ha colpito: le espressioni, non arcigne ma sorridenti, insieme all’età dei ‘belligeranti’ che non sono certo bambini.
    Allora nel 1400 un adulto aveva ancora la leggerezza necessaria a giocare a palle di neve…

    27 Novembre, 2012 - 18:28
  9. Mi viene in mente un sonetto di Folgore da San Gimignano, il XV :

    Di gennaio

    I’ doto voi del mese di gennaio

    corte con fuochi di salette accese,

    camere e letta d’ogni bello arnese,

    lenzuol di seta e copertoi di vaio,

    treggea, confetti e mescere a razzaio,

    vestiti di doagio e di racese;

    e ‘n questo modo stare alle difese,

    muova scirocco, garbino e rovaio;

    uscir di fuor alcuna volta il giorno,

    gittando della neve bella e bianca

    alle donzelle che saran d’attorno;

    e, quando la compagna fosse stanca,

    a questa corte facciasi ritorno,

    e sí riposi la brigata franca.

    Perché si dice che il Medioevo è un periodo buio in cui non ci si sapeva divertire?

    27 Novembre, 2012 - 18:57
  10. elsa.F

    Che facce da pesce lesso questi tiratori di palle!
    Mi ricordano i nobili scemi di Goya!

    27 Novembre, 2012 - 20:19
  11. Clodine

    ah ah ah ah ah…è vero!?

    28 Novembre, 2012 - 9:37
  12. fiorenza

    Non è mica tanto vero, invece, secondo me. E bene ha fatto Clodine ad aggiungere un punto interrogativo.
    Riconosco che una buona battuta è un ristoro ma, “a onor del vero”, direi che in questo caso non si sia fatto un buon uso della fisiognomica.
    Il Maestro degli affreschi della Torre Aquila, che sia un ignoto o che sia il Maestro Venceslao venuto dalla Boemia, ignora il sarcasmo, il grottesco e la caricatura. Di là da venire il ben fondato e amarissimo sdegno di Goya. Siamo, invece, in un momento di sospeso equilibrio in cui queste scene di vita profana, di vita di corte e vita popolare, di civiltà e natura, sono abbracciate dallo stesso sguardo di affettuoso distacco: equilibrio che, si capisce, non durerà ma che, in quel momento, è come un incantato prodigio. Cadenza quasi di fiaba, di “c’era una volta”: anche le facce – più che “da pesce lesso”, colte in una fissità inespressiva- lo dicono.

    28 Novembre, 2012 - 16:47
  13. fiorenza

    E a me era piaciuto proprio, pensa un po’ fantastica Elsa, il fatto che quei volti fossero “inespressivi”. Quasi “orientali”: lontani dalle nostre così tanto espressive maschere.

    28 Novembre, 2012 - 16:52
  14. fiorenza

    Chissà, ora mi dicevo, forse proprio quell’equilibrio sul punto di dissolversi, di venir meno, era piaciuto a Cesarina Seppi che così bene aveva saputo riprodurre uno stile nella scena che qui vediamo. Ma sto tirando a indovinare, perché dei suoi mosaici davvero non so “di più”, mi dispiace, anzi , non ne so proprio nulla.

    28 Novembre, 2012 - 17:02
  15. elsa.F

    Beh, cara Fiorenza
    c’è da dire che la damigella chinata un certo sguardo un po’ … sadico ce l’ha.
    Forse per quel collo proteso in avanti quasi a puntare la vittima dell’infame attacco…

    28 Novembre, 2012 - 18:31
  16. Clodine

    elsa.. : ))) …ah ah ah..oddio..mi fai troppo ridere!!
    Però fiorenza ha ragione e sai perché? All’interno di questo piccolo frammento, dove si vedono questi nobili un po’ snob e oziosi che si intrattengono al tiro delle palle di neve, si nasconde, in realtà un gioco di sguardi ammiccanti e molto friccicarelli. Osservando per intero l’affresco, ma soprattutto il punto di fuga degli occhi delle dame e dei cavallieri, gli uni guardano con occhio da pesce lesso le donzelle e viceversa. Lo guardo della furbetta tra serio e il faceto di cui parli, elsa,è tuttaltro che stupido, anzi : è un invito esplicito, teso al baldo giovanotto al quale è destinata la palla, e la posizione piuttosto anomala del busto fa si che gli occhi mirino un punto preciso….non so se mi spiego…(un gioco di equilibri, ha ragione fiorenza) e così anche per gli altri personaggi che usano la stessa tecnica per attirare il moroso
    E’ il linguaggio tipicamente criptato che troveremo in molte opere dal primo rinascimento fino a tutto il 500 e oltre. Una sorta di codice interno come, ad esempio, il modo di atteggiare le mani che nella primavera del Botticelli , dove la mano di una delle tre grazie “spinge” verso l’esterno mentre quella della primavera tocca il basso ventre a significare la fertilità della stagione, è un chiaro indizio di ragazze frivole, di facili costumi, essendo la primavera anche la stagione degli accoppiamenti…
    Insomma, nelle opere d’arte si nascondono insospettati ermetici messaggi .

    28 Novembre, 2012 - 20:11
  17. elsa.F

    Clodine e Fiorenza,
    Sagge, colte, intelligenti e simpatiche amiche di pianerottolo!
    Smack!

    28 Novembre, 2012 - 20:52
  18. Clodine

    Uno smack anche a te esla e uno a fiorenza…

    28 Novembre, 2012 - 21:05
  19. Clodine

    E avete ragione a dire che si tratta di un “infame attacco”, di sadico attacco..eh….immaginate una palla di ghiaccio che arriva dritta dritta sul “walter”…

    28 Novembre, 2012 - 21:08
  20. Luigi Accattoli

    Clodine Littizzetto.

    29 Novembre, 2012 - 0:56
  21. Clodine

    Uno Smakk anche a te Luigi…

    29 Novembre, 2012 - 9:45

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