Tra Ruini e Tettamanzi: chi è Achille e chi Aiace?

A una conferenza mi chiedono se ci sia stato scontro – al convegno di Verona, l’ottobre scorso – tra i cardinali Ruini e Tettamanzi. Dico di no: sono stati diversi, come nei cinque anni in cui furono presidente e segretario della Cei (1991-1995), ma compatibili. Ruini è sopra e il Tetta è sotto? No, sono le due ali e delimitano il campo delle compatibilità. La prolusione di Tettamanzi e la conclusione di Ruini stavano davanti e dietro l’assemblea di Verona come le navi di Aiace Telamonio e quelle di Achille erano poste ai lati estremi dello schieramento degli Achei, sul mare davanti a Troia. Tra loro ci si poteva disporre liberamente, ma nessuno era autorizzato a tirare in secco le proprie navi più a destra di Achille o più a sinistra di Aiace, gli eroi di maggior valore, eletti a protezione di tutti.

2 Comments

  1. Francesco73

    Che immagine suggestiva!
    (Anche se la polarizzazione Ruini-Tettamanzi è proprio un segno dei tempi difficili che viviamo! Uno dovrebbe rappresentare il centrismo personificato, l’altro la sapientia cordis del pastore, il suo sguardo inclusivo su uomini e situazioni, la vocazione a ricomprendere, piuttosto che a disegnare perimetri…invece sono diventati i campioni dei teo-con da una parte e dei progressisti insoddisfatti dall’altra…mah…)

    15 Dicembre, 2006 - 11:52
  2. Christian Albini

    Sono d’accordo che il dualismo tra i due prelati sia un’interpretazione più costruita a tavolino che corrispondente alla realtà dei fatti, tanto più che se si leggono integralmente i testi dei loro interventi a Verona ci si può accorgere che non c’è una profonda e radicale divergenza. Semmai, hanno proposto accentuazioni diverse che rispecchiano le rispettive sensibilità, ma sui temi di fondo la concordanza era profonda: evangelizzazione, questione antropologica, comunione-collaborazione-corresponsabilità (che comprende anche l’aspetto dell’autonomia di scelta politica del laicato)…
    La mia tesi è che a Verona si sia cercato di definire un vocabolario e di circoscrivere i confini di un terreno che potessero accomunare le diverse appartenenze e i diversi orientamenti del cattolicesimo italiano per potersi incontrare e cooperare (mentre di fatto prevale spesso la frammentazione). Mi permetto di segnalare un mio articolo pubblicato su “Aggiornamenti Sociali” in cui presento meglio questa idea: http://www.aggiornamentisociali.it/0612albini.html
    Comunque credo che non vada sottovalutato il ruolo di Franco Giulio Brambilla la cui relazione ha avuto un forte peso nell’economia del Convegno. Mi sembra che sia Tettamanzi sia Ruini abbiano tenuto conto in misura alquanto rilevante del suo contributo.

    15 Dicembre, 2006 - 16:23

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