Un abbraccio a Pietro e Gianna Beretta Molla

Sabato – che era Sabato Santo – è morto a 98 anni Pietro Molla, marito di Gianna Beretta Molla, la prima santa sposata dell’epoca moderna, canonizzata nel 2004. Pietro e Gianna sono autori di un bellissimo epistolario d’amore al quale ho dedicato un titolo nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO al capitolo 9 La voce dello sposo e la voce della sposa. Ecco alcune battute di Gianna, per rievocare la fortuna incredibile di quest’uomo, di essere amato da una santa e di aver avuto la ventura di assistere alla sua canonizzazione: “Ti bacio con tanto tanto affetto in attesa di riabbracciarti e stringerti forte forte“; “Pietro mio, sono tanto felice perché ti voglio bene e tu me ne vuoi altrettanto”; “Come ti penso, Pietro, e ora che sei lontano capisco sempre più che ti voglio tanto bene e che senza di te non potrei più vivere”; “Ti seguo e penso ogni momento nei tuoi viaggi, nel tuo lavoro, e ti sono vicinissima con tutto l’affetto e con tutto l’amore”.

24 Comments

  1. baggiodevis

    a questa deliziosa coppia, straordinaria e benedetta dall’Amore di Dio, una cara preghiera, ed una invocazione perchè possano essere ancorpiù, ora, vicini a tante famiglie in difficoltà.
    Cara Gianna, benedici le nostre case, aiutaci a tessere reti di amore, vicinanza e Santità.
    Tra le braccia di Dio, continui il vostro cammino di innamorati.

    5 Aprile, 2010 - 22:52
  2. Francesco73

    Giusto, speriamo che ora possano ritrovarsi completamente!

    5 Aprile, 2010 - 23:35
  3. marco_franchin

    è bello pensare che la mattina di Pasqua si siano ritrovati finalmente insieme nella luce e nell’unico abbraccio del Padre

    5 Aprile, 2010 - 23:45
  4. “Decima di tredici figli (di cui cinque moriranno in tenera età), Gianna nasce il 4 ottobre 1922 a Magenta (Italia), in una famiglia in cui i genitori, che fanno parte del Terz’Ordine di San Francesco ed assistono tutti i giorni alla Messa, mantengono un’atmosfera serena e cristiana. Nel pomeriggio della domenica i figli accompagnano il padre nella visita ai poveri, alle persone anziane, abbandonate o trascurate. La mamma si sforza di risparmiare a favore delle missioni. Il 4 aprile 1928, Gianna fa la Prima Comunione. L’Eucaristia diventa per lei, a partire da quel momento, l’alimento quotidiano indispensabile. A scuola, è un’alunna mediocre: bisognerà aspettare che finisca le elementari perché ottenga qualche buon voto. Riceve la Cresima il 9 giugno 1930. Alle medie, continua a non brillare. Tuttavia, la sua vita cristiana è intensa e radiosa: un momento di meditazione tutte le mattine le dà la forza e la gioia d’amare, per tutta la giornata. D’indole aperta, perdona facilmente e sopporta con pazienza i dispiaceri dovuti alle differenze di carattere. Apprezza le bellezze della natura e durante le vacanze prende lezioni di disegno e di piano”.

    C’è qualche giovane che oggi cresce così? In una casa densa di un’atmosfera serena e cristiana? Beato Pietro Molla! E santo anche lui che ha visto morire la sua amata per salvare la loro bambina … non c’è amore più grande! …

    6 Aprile, 2010 - 8:49
  5. I santi non sono ricordati spesso ultimamente. Ci sono santi “nuovi” che sono quasi già dimenticati. Oggi per esempio si ricorda Pierina Morosini:
    http://www.santiebeati.it/dettaglio/52000
    Forse perchè sono diventati santi per motivi “sbagliati”…
    Ad esempio, chi ricorda Kolbe o Brandsma?

    6 Aprile, 2010 - 10:17
  6. Una storia edificante.

    Solo che purtroppo tali storie di santità e di virtù vengono poco raccontate. Sono sostituite dal gossip-chiacchiericcio (anche e sopratutto”clericale”).
    Tv, giornali giornalisti e pseudo tali, avventurieri on-line coi loro pseudo-blog la cui finta facciata è a sfondo religioso ma lo scopo è il “consenso politico” sfruttando l’ “oggetto” (inteso come uso e consumo) Chiesa e religione (cosi come anche molti commentatori).

    Ps Ovviamente il Sig. Luigi e questo blog, non rientrano nei parametri da me sopra deprecati. Per i commentatori… chi è buono si salva da se.

    6 Aprile, 2010 - 12:34
  7. Clodine

    Mi sono chiesta un mucchio di volte cosa sia la santità veramente. Perché in realtà, alla fine, ognuno di noi è portatore di un piano divino, ma un piano che solo a posteriori comprendiamo. Un piano che si srotola, come dire, si dispiega dinnanzi a noi alla nostra vita come una tenda momento per momento. Della nostra vita conosciamo e viviamo solo un settore minimo, appena una fascia minuscola che si esaurisce nella brevità del nostro tempo. Io credo che la santità non la capiremo mai fino in fondo, è un mistero la santità, significa cogliere attimo per attimo l’opportunità che il Signore ci presenta ma..la domanda che mi pongo è questa:” siamo di grado di percepirla questa opportunità?” E se non lo fossimo? Se ci lasciassimo sfuggire l’occasione alla santità che ne sarebbe di noi? Per questo penso che la santità sia pure essa un dono prima che una vocazione, una chiamata, un inizio, una proposta del Signore che ci chiede un atto di amore. Se e’ vero che a tutti è offerta l’occasione a diventare santi perché, mi chiedo, non tutti lo siamo o lo diventeremo? Io credo che ciascuno di noi, tutti indistintamenti, abbiamo intrinseca la Luce di Dio: siamo lo spettro di quella luce divina e non necessariamente è grande santo colui che possiede carismi straordinari.Invero di santi ce n’è una moltidudine i cui nomi sono noti soltanto a Dio: quelli che sulla terra hanno condotto un’esistenza apparentemente normalissima sono quelli abitualmente amati e voluti. Ho conosciuto persone buonissime che non erano vicine al Signore a livello di pratica religiosa, ma con i fatti hanno amato e aiutato e diffondevano dappertutto pace serenità ,amore. Per questo credo che la santità oltre che un cammino sia un dono.

    6 Aprile, 2010 - 12:40
  8. raffaele.savigni

    Credo che dobbiamo ricordare di più (e riproporre come modelli) figure come questa, in questi tempi difficili in cui virtù profonde come il rispetto assoluto della vita ed il valopre della famiglia rischiano di essere accantonate, o considerate privilegio di pochi eletti e quiondi improponibili ai comuni fedeli), o talora strumentalizzate.

    6 Aprile, 2010 - 16:55
  9. Gerry

    Clodine, i talenti ed i germi di santità sono stati dati a tutti, in modo misterioso e diverso, ma a tutti. La nostra risposta però è nel vento che soffia forte, disperdendo quei semi di santità.
    La domande, retoriche, di Gabriella (“C’è qualche giovane che oggi cresce così? In una casa densa di un’atmosfera serena e cristiana?”) mi interrogano come padre e mi rendo conto del poco che ho fatto, ed anche male, forse. Non serve gettare le colpe sul clima culturale, sulla società profondamente mutata: tutto vero, ma io cosa ho fatto? Temo che il Signore mi chiederà ragione dei talenti e dei semi che ho lasciato portare via dal vento impetuoso, ma anche dalla mia ignavia, cioè dall’incapacità di seminarli e difenderli.

    6 Aprile, 2010 - 16:57
  10. grazie Luigi,
    di questo profumo di Cristo.

    Sono certo che tutti noi in questo pianerottolo,
    vediamo tanti segni di questo profumo,
    in diverse vite matrimoniali e famiglie,
    anche quando portano le stimmate
    di ogni tipo di dolori.

    6 Aprile, 2010 - 18:13
  11. Clodine

    Mio caro Gerry,quello che dici è Vangelo! Per questo il primo compito che ci è dato obbligatoriamente imparare fin dal primo vaggito è capire chi siamo, quali sono i doni o talenti in potenza che ci sono stati regalati senza alcuno sforzo da parte nostra, e quelli che invece dobbiamo acquistare con quell’unico eventuale talento che ci è stato offerto in dono. Ecco, io sono sicura che la santità consista proprio nel riuscire a comprendere la nostra vera natura, seguire l’esortazione dell’oracolo di Delfi : “uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei” significa prendere consapevolezza dei propri limiti e non cercare cose grandi fuori delle nostre possibilità. Ci sono eventi che sfuggono al nostro controllo, imponderabili, dai quali ne usciamo a pezzi..è allora che emerge la santità, nel momento in cui ci riconosciamo basculanti, inconsistenti, mancanti, indifesi..e ci abbandoniamo fiduciosi in Dio.
    Quel Talento di cui spesso si parla non è cosa di poco,non è una miseria: un talento è un valore grosso…se rapportato all’epoca romana un talento valeva più di 60 sesterzi, pensiamo che un centurione ne guadagnava 30 in un anno, questo è indicativo per dare il vero valore al Talento…è un bel gruzzolo, un bel dono, difficile che vada completamente e miseramente perduto. Ma se la nostra vita fosse tanto sciagurata e quel talento si fosse smarrito nel travaglio della vita… il cuore del Padre Misericordioso si scioglie come burro dinnanzi all’abbandono filiale! E’ quella la santità: l’abbandono e la fiducia filiale!

    6 Aprile, 2010 - 18:15
  12. giorgio

    I santi agiscono spesso in silenzio e lontano dal frastuono mediatico specie in questi tempi ; ma lasciano molti frutti………

    6 Aprile, 2010 - 18:26
  13. Giorgio, hai detto una cosa “santa”.
    Si… di questi tempi impazzano due categorie:

    le cicale che “friniscono” a più non posso…

    e le “formichine” che lavorano in silenzio e accumulano il “pane” per “l’inverno”….

    6 Aprile, 2010 - 21:41
  14. roberto 55

    Questa storia è dolcissima e struggente: varrebbe quasi la pena di crearne un soggetto da film !
    Off Topic: complimenti, Luigi, per essere, innanzitutto, tornato, e con tutti i crismi e gli onori, sulla prima pagina del “Corrierone”, e complimenti per il tuo “editoriale”, condivisibile (per me) al 100%.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    6 Aprile, 2010 - 22:14
  15. Mabuhay

    Grazie per quest’altra perla, LUIGI.

    Molte volte nella mia vita mi sono chiesto perche’ cosi’ pochi genitori, spose, mariti sono stati beatificati, canonizzati… Nella mia malizia non posso non riferirlo ANCHE alla fobia tutta ecclesiastica della “vita sessuale” e contraccettivi e palle varie.

    Essere sposo, sposa, madre, padre. Non c’e vocazione piu’ bella e piu’ alta, piu’ vicina alla natura di Dio, creatore! Penso ai miei genitori, 8 figli; a mio padre, che per me e’ e rimarra’ un santo…che si rattristava quando i figli saltavano il precetto domenicale; che faceva alzare tutti in piedi anche se si stava gia’ pranzando per le benedizioni Natalizie e Pasquali del Papa in TV, che sfidava la giovane e imprudente baldanza dei figli e tutte le superficialita’ di questo mondo con il Rosario ogni sera, a volte insieme, a volte da solo; che doveva incominciare la giornata con la Messa; che quando Berlusconi e’ saltato fuori…dopo poco tempo lui -mio padre, democristiano da tutta la vita- dice: :”Ma cosel chel laur le’?” (Ma cosa e’ quella roba li’?…); e che godeva fino a piangerne di gioia quando tutti i figli erano riuniti con spose, nipoti e compagnie varia…; e che era diventato “l’angelo custode” del figlio missionario…

    Ci sono coppie che si indebitano con la banca per fare una settimana al mare in Egitto. Ma ci sono anche coppie e famiglie che si autotassano 50, 100, 200 euro al mese per sostenere una casa per malati di AIDS, o orfani, o iniziative di missionari… E molta altra bonta’ nelle famiglie che anche voi conoscete. Tieni duro Gerry; e’ vero che il mondo cambia ed e’ sempre piu’ complicato…ma cio’ che e’ vero, buono e bello, rimane sempre. Anche se noi non lo vediamo.

    Pietro e Gianna, intercedete per noi!
    Per la Chiesa tutta, per gli sposi e per le famiglie.

    7 Aprile, 2010 - 2:27
  16. Clodine

    Bella testimonianza Mabu…
    nella mia famiglia non c’era questa propensione alla religiosità, ovvero, la si viveva più con i fatti: inculcando quei valori assoluti, educando le coscienze di noi figlie (io sono la quinta, ma siamo 6) alla misericordia, all’accoglienza dello straniero, in una parola a quella bontà scevra da ipocrisie. Un “‘essere buoni” per “volontà” più che per “dovere”. I consigli che sentivamo spesso impartirci erano più diretti ad arginare le inclinazioni e difetti recalcitranti che ciascuno di noi possiede del suo, quelli che ci predispongono a compiere ciò che non vorremmo per intenderci, più che invitarci alla preghiera orante…quella è venuta dopo…frutto di ricerca interiore…una fede conquistata, cercata, desiderata e voluta più che impartita per educazione. Mio padre era un mangiapreti, e di mamma le uniche figure che ricordo venerasse erano: il bambino dell’Ara Coeli al quale affidava ogni bambino della terra, la “Salus Popoli Romanae” di Santa Maria Maggiore – se ne restava per ore dinnanzi a quell’icona senza dire una parola e alla fine sempre, sempre, la sentivo sbiancicare la solita frase: “Madonna benedetta, proteggi la mia famiglia e la principessa Barberini” -che era stata la nostra benefatrice e ci aveva cambiata l’esistenza alla quale lei, mi amdre, sarebbe stata eternamente grata- e papa Giovanni XXIII del quale stravedeva, tanto che quando morì cadde di nuovo in depressione come dopo la morte di mio fratello…
    Per me, anche i miei genitori a modo loro sono stati santi…Tutti i genitori che fanno il loro dovere perdendo la propria vita per la famiglia sono benedetti dal Padre Nostro: sono santi…senza distinzioni.

    7 Aprile, 2010 - 11:06
  17. Mabuhay

    Grazie anche a te Clodine della bella testimonianza!
    …Tutti i genitori che fanno il loro dovere perdendo la propria vita per la famiglia sono benedetti dal Padre Nostro: sono santi…senza distinzioni…. 🙂

    7 Aprile, 2010 - 12:23
  18. discepolo

    Scusate lo chiedo senza polemica, esiste ancora la “grazia” nel linguaggio cristiano?
    J. S.Bach firmava ogni sua musica “per grazia divina”, ossia non per merito mio ma per grazia di dio ho potuto scrivere queste musiche sublimi.La grazia, ossia quel misterioso dono divino che ci fa essere oltre noi stessi.. nessuno, mi pare ne parla più o la cita più.. sembra che esistano solo i nostri sforzi, le nostre buone azioni, la nostra buona volontà, la nostra buona educazione cristina? Ma la “Grazia” che fine ha fatto ? I teologi non ne parlano più, i preti neppure, in nessuna predica domenicale mi è capitato di sentire citare la “grazia”da trent’anni a questa parte
    eppure forse, se qualcuno diventa Santo, e altri no, non sarà anche per l’azione misteriosa della “Grazia”‘ cioè di quel dono divino,che ci fa essere al di là delle nostre facoltà umane? quante ragazze dell’epoca di Gianna Beretta Molla sono state educate come lei, hanno avuto buoni genitori, buoni insegnanti cristiani ecc. Quante sono diventate sante?’ non è la Grazia che fa la differenza? Non voglio parlare di predestinazione, per non essere accusata di gainsenismo, ma perchè alcuni uomini sono illuminati e altri no? solo merito loro? non c’è qui un mistero, un grande mistero che oggi abbiamo dimenticato?
    mc

    7 Aprile, 2010 - 14:41
  19. Discepolo si chiede: “ma perchè alcuni uomini sono illuminati e altri no?”
    Rispondo che non lo so. Rispondo anche che se preghiamo con fede e carità per loro, saranno certamente “illuminati”.

    Discepolo sai di suor M. Faustina Kowalska?
    Sai che le fu detto da Gesù: “La preghiera per la conversione dei peccatorimi è la più gradita. La esaudisco sempre”.

    Lo sai che Gesù chiede di pregare peri nemici ed i peccatori?

    Lo sai che Domenica è la Festa della Divina Misericordia?

    Ovviamente ti chiederai tra tante domande, il perchè di queste mie e della virulenza di esse.

    E’ quel tuo (come di altri\e) scrivere continuamente “da trent’anni a questa parte” vuole trarre in inganno molti.
    Quel “da trent’anni a questa parte” ti serve solo pro domo tua.

    Lo sai che giusto tranta anni fa Giovanni Paolo II ci ha scritto una enciclica?

    Lo sai che giusto 10 (DIECI) anni fa Giovanni Paolo II ha santificato suor M. Faustina Kowalska e istituita la Festa della Divina Misericordia?

    C’è chi lo sa, lo dice, e lo fa sapere agli altri.
    Affinche non abbocchino alle reti cripto-filo……….
    La Chiesa è sempre la stessa, non muta!

    7 Aprile, 2010 - 15:21
  20. Dimenticavo…
    chiediti “quanta grazia”…
    c’è nel tuo “da trent’anni a questa parte”…

    7 Aprile, 2010 - 15:24
  21. Clodine

    La Grazia è un grande dono. La riceviamo con il Battesimo quella Grazia che santifica simboleggiata dall’acqua portatrice di vita. Un’acqua deposta, purtroppo in fragili vasi, più o meno pregiati ma tutti ugualmente destinati e soggetti alla punuria del tempo e degli eventi. Come le naiadi, custodi delle acque, anche noi dobbiamo prodigarci affinché l’acqua della Grazia sia sempre presente nelle nostre giare attingendola alla fonte: i sacramenti, la preghiera, la ricerca di Cristo e di Dio.

    7 Aprile, 2010 - 15:50
  22. Gerry

    Caro Ubi, non partire in quarta, perché o Discepolo sbaglia a contare o sbagli tu a “catechizzarlo”!

    7 Aprile, 2010 - 21:56
  23. Hai ragione Gerry.
    Mi scuso.

    8 Aprile, 2010 - 0:27

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