Una critica del cardinale Parolin sui morenti in pandemia

Ho sempre pensato che la maggiore ingiustizia con la clausura della pandemia l’abbiamo fatta ai morenti costretti ad affrontare la morte in solitudine e trovo ora un riscontro a questo mio pensiero in un’intervista del cardinale Pietro Parolin segretario di Stato Vaticano, che segnala tra i “limiti” del comportamento collettivo, civile ed ecclesiale, in questa stagione cattiva, l’aver ostacolato “la prossimità dei familiari e l’accompagnamento spirituale dei malati e dei moribondi”. Nel primo commento riporto questo passo dell’intervista e metto il link alla fonte.

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Pietro Parolin. Intervista del 27 agosto a Carlo di Cicco per il portale “Ripartelitalia”. “Vanno evidenziati alcuni pericoli apparsi nella lotta contro la pandemia, come il prevalere di approcci antropologici riduttivi che, concentrandosi sulla salute corporea, rischiano di considerare di fatto trascurabili le dimensioni spirituali. Nella situazione di drammatica emergenza che abbiamo vissuto, si è palesato il limite di un’interpretazione delle questioni sanitarie secondo paradigmi esclusivamente tecnici che ha praticamente negato alcuni bisogni fondamentali, ad esempio ostacolando la prossimità dei familiari e l’accompagnamento spirituale dei malati e dei moribondi. Questo richiede che si sviluppi una riflessione più approfondita circa i molteplici interrogativi che la pandemia ha posto dinanzi noi”.

    https://www.ripartelitalia.it/intervista-esclusiva-il-segretario-di-stato-vaticano-pietro-parolin-la-modernita-e-fragile-serve-un-nuovo-modello-di-economia-ecco-il-progetto-di-papa-francesco/

    31 Agosto, 2020 - 9:45
  2. Luigi Accattoli

    Dicevo il 27 marzo a EmmeTv. Una sollecitazione verso i morenti simile a quella affermata in questa intervista dal cardinale Parolin mi era capitato di proporta il 27 marzo scorso in una dichiarazione per EmmeTv che può essere ascoltata qui:

    https://www.youtube.com/watch?v=5Cw2ufjIupY

    31 Agosto, 2020 - 10:01
  3. Sono sicura che il Signore avrà rimediato alle nostre insufficienze. Comunque si è parlato tanto di assoluzioni impartite fuori dalle corsie, di confessioni affidate alle infermiere … ecc.

    31 Agosto, 2020 - 13:26
  4. Clodine-Claudia Leo

    Trovo sia stato esecrabile aver privato del sacramento estremo che conforta e riconcilia centinaia e centinaia di anime.Chi si assume la responsabilità per la sorte eterna cui sono andati incontro loro malgrado? E Di aver oltraggiato quei poveri corpi martoriati dal Covid, trapassati senza la carezza,la mano di chi li ha amati, deposti in una bara come sacchi di spazzatura, defraudati nella loro dignità,sporchi, con su un pigiama se non del tutto nudi. Possibile nessuno ebbe un refolo di misericordia, un alito di quell’umana pietas che ci rende diversi dalle bestie?!

    “E non temiamo d’aggiungere che potrà anche esser cosa, in mezzo ai più dolorosi sentimenti, consolante. Se, in un complesso di fatti atroci dell’uomo contro l’uomo, crediam di vedere un effetto de’ tempi e delle circostanze, proviamo, insieme con l’orrore e con la compassion medesima, uno scoraggimento, una specie di disperazione. Ci par di vedere la natura umana spinta invincibilmente al male da cagioni indipendenti dal suo arbitrio, e come legata in un sogno perverso e affannoso, da cui non ha mezzo di riscotersi, di cui non può nemmeno accorgersi. Ci pare irragionevole l’indegnazione che nasce in noi spontanea contro gli autori di que’ fatti, e che pur nello stesso tempo ci par nobile e santa: rimane l’orrore, e scompare la colpa; e, cercando un colpevole contro cui sdegnarsi a ragione, il pensiero si trova con raccapriccio condotto a esitare tra due bestemmie, che son due deliri: negar la Provvidenza, o accusarla. Ma quando, nel guardar più attentamente a que’ fatti, ci si scopre un’ingiustizia che poteva esser veduta da quelli stessi che la commettevano, un trasgredir le regole ammesse anche da loro, dell’azioni opposte ai lumi che non solo c’erano al loro tempo, ma che essi medesimi, in circostanze simili, mostraron d’avere, è un sollievo il pensare che, se non seppero quello che facevano, fu per non volerlo sapere, fu per quell’ignoranza che l’uomo assume e perde a suo piacere, e non è una scusa, ma una colpa; e che di tali fatti si può bensì esser forzatamente vittime, ma non autori.”

    Da Introduzione a Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni

    31 Agosto, 2020 - 17:53
  5. ada

    Ci sono ancora in atto “approcci antropologici riduttivi” che continuano a trascurare la dimensione spirituale: sono quelli di cui sono vittime indifese gli ospiti delle case di riposo. Per loro la quarantena non è finita. Visite dei parenti limitate, 20 minuti ogni due settimane, a distanza e con la mascherina. Vi lascio immaginare la qualità del dialogo dato che la sordità è uno dei mali più comuni in vecchiaia. Niente accompagnamento spirituale, sporadiche messe a distanza senza la comunione.
    Li preserviamo dal Covid i nostri poveri anziani ma li condanniamo alla tristezza e alla depressione.
    Anche questo merita una riflessione come afferma il cardinale.
    Ada Murkovic

    1 Settembre, 2020 - 15:24

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