Mese: <span>Febbraio 2009</span>

Non si può leggere il Vaticano II come un lavoro cattolico. Esso si basa sulla filosofia di Emmanuel Kant (…) Un giorno la Chiesa dovrà cancellare questo Concilio. Non parlarne più. Dovrà dimenticarlo (…) Sì dimenticarlo, tabula rasa”: è il vescovo lefebvriano Bernard Tissier De Mallerais che parla così in un’intervista alla rivista The Remnant del 30 aprile 2006. Nella stessa intervista si leggono varie affermazioni sulle “eresie” professate dal teologo Ratzinger e mai “ritrattate” da papa Benedetto (vedi post precedente): “Per quanto attiene alla libertà religiosa egli si trova sulla stessa lunghezza d’onda di Giovanni Paolo II. Come questi, è convinto che nessun governo può essere cattolico, né che alcun governo può riconoscere Gesù Cristo come vero Dio. Ciò è contrario all’insegnamento cattolico, e più precisamente all’insegnamento che Pio XI ha espresso nella Quas Primas (…) Questo papa nel passato ha professate delle eresie! E io non so se le professi ancora (…) Egli non ha mai ritrattato i suoi errori (…) Egli ha pubblicato un libro intitolato Introduzione al Cristianesimo, nel 1968. Questo libro era zeppo di eresie, in particolare sosteneva la negazione del dogma della Redenzione (…) Egli ha gettato dei dubbi sulla divinità di Cristo, sul dogma dell’Incarnazione (…) Egli fa una rilettura, una reinterpretazione di tutti i dogmi della Chiesa. Fa esattamente quello che lui stesso ha chiamato ‘ermeneutica’ nel suo discorso del 25 dicembre 2005”. Ci sono visitatori che mi chiedono di non fare del sarcasmo sulle posizioni dei lefebvriani che vado esponendo: hanno ragione, chiedo scusa dei sarcasmi, se ne ho fatti. Il mio intento è di chiarire le posizioni portando a conoscenza d’ognuno le loro affermazioni. Domani riporterò un testo del vescovo Williamson che chiede di “eliminare” il messale di Paolo VI. Nel primo commento un aggiornamento su Tissier De Mallerais.