Francesco benedice la piazza vuota metafora dell’orbe


Domenica 15 dopo l’Angelus pregato dalla Biblioteca Francesco si è affacciato dalla finestra dello Studio e ha benedetto la piazza vuota, metafora dell’orbe. La foto dell’Osservatore Romano dice la metafora. Nei commenti interpreto quel segno di croce senza confini, metto le intenzioni di preghiera che Francesco ha proposto ieri e oggi all’inizio delle messe di Santa Marta, segnalo la novità di stamane: cioè la benedizione eucaristica al termine della messa.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Papa ingabbiato. “Adesso mi affaccerò per vedervi un po’ in tempo reale” aveva detto Francesco l’8 marzo dopo il primo Angelus in streaming, quando si era presentato con le parole: “È un po’ strana questa preghiera dell’Angelus di oggi, con il Papa ingabbiato nella Biblioteca, ma io vi vedo, vi sono vicino”. E subito dopo l’avevamo visto affacciarsi alla finestra dello Studio e salutare con un paio di larghi segni di croce tracciati sulle poche persone che applaudivano senza audio. Anche dopo il secondo Angelus senza popolo, quello dell’altro ieri, 15 marzo, Francesco è salito dal primo piano del Palazzo Apostolico (dov’è la Biblioteca) al terzo (dov’è lo Studio) e si è affacciato e ha benedetto, ma stavolta la piazza era vuota e il Papa l’aveva detto quel vuoto, nel dopo Angelus: “In questi giorni Piazza San Pietro è chiusa, perciò il mio saluto si rivolge direttamente a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione”. L’assenza del popolo non aveva fermato la volontà benedicente e quel segno di croce senza destinatari diveniva una benedizione universa.

    17 Marzo, 2020 - 22:18
  2. Luigi Accattoli

    Per gli anziani impauriti. A inizio delle messa del mattino a Santa Marta oggi 17 marzo: Io vorrei che oggi pregassimo per gli anziani che soffrono questo momento in modo speciale, con una solitudine interna [interiore] molto grande e alle volte con tanta paura. Preghiamo il Signore perché sia vicino ai nostri nonni, alle nostre nonne, a tutti gli anziani e dia loro forza. Loro ci hanno dato la saggezza, la vita, la storia. Anche noi siamo vicini a loro con la preghiera.

    17 Marzo, 2020 - 22:26
  3. Luigi Accattoli

    Per le famiglie chiuse. A inizio delle messa del mattino a Santa Marta ieri 16 marzo: Continuiamo a pregare per gli ammalati. Penso alle famiglie, chiuse, i bambini non vanno a scuola, forse i genitori non possono uscire; alcuni saranno in quarantena. Che il Signore li aiuti a scoprire nuovi modi, nuove espressioni di amore, di convivenza in questa situazione nuova. È un’occasione bella per ritrovare i veri affetti con una creatività nella famiglia. Preghiamo per la famiglia, perché i rapporti nella famiglia in questo momento fioriscano sempre per il bene.

    17 Marzo, 2020 - 22:31
  4. Luigi Accattoli

    Benedizione eucaristica. Al termine della messa di stamane il Papa ha benedetto i presenti nella Cappella della Domus Sanctae Martae – che ogni giorno sono una decina – e idealmente l’intero orbe cattolico con l’ostensorio dopo una breve esposizione e adorazione eucaristica. Non ha accompagnato questo rito con parole. Una nuova supplica perchè l’umanità sia risparmiata dalla pandemia. Analoga al messaggio che aveva mandato al Divino Amore l’11 marzo in occasione della giornata di preghiera e di digiuno della comunità romana. E simile ai due pellegrinaggi nell’Urbe di domenica 15. Sono grato a Francesco per la sua ininterrotta preghiera universale per la salvezza dalla pandemia.

    17 Marzo, 2020 - 22:38
  5. Clodine-Claudia Leo

    Quella piazza vuota è un pugno nello stomaco!
    “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” Matteo 16.
    Per trovare forza in questo momento storico, così incerto, buio, come di una notte senza luna, abbiamo due armi straordinarie in cui trovare consolazione e rifugio: il Santissimo Sacramento e il ricorso alla Madonna per mezzo del Rosario. Per crucem ad lucem .

    18 Marzo, 2020 - 18:56
  6. Lorenzo Cuffini

    Una immagine certo insolita, ma oltremodo rassicurante e affettuosa.
    Il Papa c’è.
    Che vuol dire: la sua benedizione c’è, la sua preghiera c’è, la sua presenza c’è.
    E questo racconta, fa sentire, plasticamente manifesta che la Chiesa c’è, con la sua presenza e la sua preghiera.
    Particolarmente adesso, con le chiese vuote, le messe online e tutto l’ambaradan virtuale che dovremo imparare a utilizzare per chissà quanto tempo.
    Paradossalmente: molto più parlante, presente, significante di “prima”.
    Questo dovrebbe essere strada e orientamento per ciascuno di noi.
    Poi, liberi di optare, nuc et semper, per il frigno, per il lagno, per l’ o tempora! – sempre “mala”, si capisce…che poi, in questo caso, la definizione ci potrebbe anche stare, dato il dramma in corso. Peccato che le stesse, identiche parole funeree siano state usate dagli stessi identici soggetti ANCHE PRIMA di adesso e continuamente
    Son sempre loro, son sempre quelli. E’ la genìa nerovestita dei profeti di sventura, sgamati da Papa Giovanni, una volta e per sempre.

    18 Marzo, 2020 - 20:32
  7. Clodine-Claudia Leo

    “A proclamare di solito l’imminenza di ore tranquille e rasserenate, nella Bibbia sono piuttosto i falsi profeti”

    20 Marzo, 2020 - 16:00
  8. Lorenzo Cuffini

    Spiace due volte per il povero Biffi, che incappò in uno scivolone allora, quando fece quella affermazione, dal momento che nessuno, men che meno papa Roncalli, s’era mai sognato di parlare di “imminenza di ore tranquille e rasserenate”, semmai di sfide e di cammini tutt’altro che facili . E che viene citato in incognito – e a sproposito – adesso, dove le ore tranquille e rasserenate non solo non ci sono proprio, ma c’è chi ne indica senza infingimenti tutta la durezza, e quotidianamente, da San Pietro.

    21 Marzo, 2020 - 2:09

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