Francesco e la vergogna come “vera virtù”

La vergogna è una vera virtù cristiana e anche umana: la capacità di vergognarsi. Io non so se in italiano si dice così, ma nella nostra terra a quelli che non possono vergognarsi gli dicono ‘sin vergüenza’, senza vergogna: questo è ‘un senza vergogna’, perché non ha la capacità di vergognarsi e vergognarsi è una virtù dell’umile, di quell’uomo e di quella donna che è umile. E’ necessario mettersi di fronte al Signore con la nostra verità di peccatori, con fiducia, anche con gioia, senza truccarci… Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio! E la vergogna è una virtù: benedetta vergogna. Questa è la virtù che Gesù chiede a noi: l’umiltà e la mitezza: umiltà e mitezza sono come la cornice di una vita cristiana. Un cristiano va sempre così, nell’umiltà e nella mitezza. E Gesù ci aspetta per perdonarci“: così ha parlato Papa Francesco stamane nell’omelia del mattino al Santa Marta.

Aggiornamento al 30 aprile. “Affidare la Chiesa al Signore è una preghiera che fa crescere la Chiesa. E’ anche un atto di fede. Noi non possiamo nulla, noi siamo poveri servitori – tutti – della Chiesa: ma è Lui che può portarla avanti e custodirla e farla crescere, farla santa, difenderla, difenderla dal principe di questo mondo e da quello che vuole che la Chiesa diventi, ovvero più e più mondana. Questo è il pericolo più grande! Quando la Chiesa diventa mondana (…) è una Chiesa debole, una Chiesa che sarà vinta e incapace di portare proprio il Vangelo, il messaggio della Croce, lo scandalo della Croce… Non può portarlo avanti se è mondana”. Così il Papa all’omelia di questa mattina.

36 Comments

  1. Molto bello questo pensiero: la santa vergogna, che è poi timore di Dio. Papa Francesco è veramente misericordioso quando ci ricorda che anche la vergogna è una virtù. E’ la vergogna che Benedetto XVI espresse per le colpe dei preti pedofili quando volava verso Malta. E questa santa vergogna riacquistò dignità alla Chiesa più che tutte le dichiarazioni di semi – innocenza.

    29 Aprile, 2013 - 14:33
  2. […] originale qui http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=11529 Condividi:CondivisioneFacebookStumbleUponTwitterGoogle +1Mi piace:Mi piace Caricamento… […]

    29 Aprile, 2013 - 14:56
  3. Questo discorso sulla santa vergogna è veramente tanto duro da digerire. Per questo non ci sono interventi.

    30 Aprile, 2013 - 12:44
  4. Intanto ho letto che Benedetto XVI sta per tornare in Vaticano. Molto vicino al suo successore. Ma anche io ho le mie suore a duecento metri da casa, ma non le vedo più da anni, salvo la Madre per gli auguri canonici delle festività (Natale, Pasqua, Sant’Antonio). Chissà come funzionerà il monastero di clausura di BXVI.

    30 Aprile, 2013 - 12:48
  5. Marilisa

    “Quando la Chiesa diventa mondana”

    Che vuol dire? Tu l’hai capito, Luigi?

    30 Aprile, 2013 - 13:22
  6. discepolo

    In noi cattolici oltre a una mondanità spirituale c’è anche purtroppo una mondanità molto “esistenziale” materiale e concreta . Qualche esempio?
    Per piacere o confondersi o appartenere al MONDO i preti che si vestono in giacca e cravatta ( come Don Sciortino) oppure in jeans e felpa, insomma in tutti i modi tranne che nella veste talare, propria del loro ministero , della quale sembrano vergognarsi, troppo “identitaria” e troppo ecclesiastica. Perché il prete oggi deve essere soprattutto del mondo e nel mondo e per il mondo!
    Per piacere o per confondersi col MONDO oggi molti teologi alla moda fanno finta che i dogmi della religione cattolica non esistano o esistano solo per il “popolo bue”, loro raffinati intellettuali ovviamente non credono né nella verginità di Maria né nei miracoli, né nella storicità dei vangeli, né , ca va sans dire , nella resurrezione di Cristo, Lascino queste ingenue credenze alle donnette..
    Tali teologi , che si dicono cattolici, ovviamente tengono di più al MONDO e al suo plauso che all’ortodossia.
    Infine i cattolici in politica: in costoro la categoria MONDO ha la principale importanza : infatti è il Mondo che li elegge ed è al mondo che devono rendere conto. E alle loro coscienze? Molto , molto, molto dopo che al Mondo…
    Il problema è che le coscienze, Dio, sono entità astratte, il MONDO invece è un entità quanto mai concreta a cui ognuno di noi appartiene: pochi sono quelli che lasciano il concreto per l’astratto, o che sacrificano all’Ideale l concreta gratificazione in danaro che il MONDO suole dare ai suoi seguaci !!!
    Pochissimi sono quelli a cui viene ogni tanto il dubbio che il MONDO con tutta la sua concreta realtà sia NULLA e che il denaro, come dicevano i medioevali sia lo sterco del diavolo.

    30 Aprile, 2013 - 15:31
  7. Cara discepolo, ricordo il bellissimo primo discorso di papa Francesco:
    “Non possiamo camminare senza la Croce, non possiamo edificare senza la Croce, non possiamo confessare (testimoniare) senza la Croce”.
    E quindi tutti i vari teologi all’avanguardia non contano niente se non testimoniano la Croce.

    30 Aprile, 2013 - 16:50
  8. Marilisa

    Ti ringrazio Luigi, perché hai fatto riferimento a delle pagine straordinarie.
    Le ho lette con attenzione e le ho apprezzate moltissimo.
    È chiaro che papa Francesco ha parole nuove, le aveva da quando non era ancora papa.
    Quando leggo “La mondanità spirituale è mettere al centro sé stessi”, mi vien fatto di ricordare l’ autoreferenzialità della Chiesa di cui il card. Bergoglio parlava in uno dei suoi ultimi discorsi prima di essere eletto papa, e che si augurava venisse superata per camminare in avanti.
    Mi piacerebbe che molti cattolici che esibiscono “certezze che possono diventare un muro, un carcere che imprigiona lo Spirito Santo”, assimilassero queste parole e ne capissero il profondo significato. Comprendessero che il popolo di Dio è in cammino e che “paradossalmente proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele. È la dottrina cattolica. ”
    Sono invece ancora tanti i cattolici rimasti fermi presumendo di essere fedeli, e ignorando o addirittura respingendo la crescita, che è un fiorire nel cambiamento. Si rifiutano di vedere “l’amore senza misura di Dio per gli uomini”, per tutti gli uomini; e recintano “l’ anima col filo spinato di quelle certezze che invece di dare libertà con Dio e aprire orizzonti di maggior servizio agli altri” finiscono “per assordare il cuore”.
    Parlano di Amore di Dio, ma questo resta un concetto astratto, una sorta di slogan ammuffito.
    È ciò che io definisco, più banalmente, incapacità a diventare cattolici adulti, anche se questa espressione implica per di più altri aspetti che non sto qui ad elencare.

    30 Aprile, 2013 - 19:17
  9. Marilisa

    “Per piacere o confondersi o appartenere al MONDO i preti che si vestono in giacca e cravatta ( come Don Sciortino) oppure in jeans e felpa, insomma in tutti i modi tranne che nella veste talare, propria del loro ministero , della quale sembrano vergognarsi, troppo “identitaria” e troppo ecclesiastica. Perché il prete oggi deve essere soprattutto del mondo e nel mondo e per il mondo!”

    Mi dispiace, cara discepolo, lei sta esulando dal vivo dell’argomento.
    Quei preti che non vestono la talare, ma indossano il clergyman o i jeans e la felpa, non si vergognano affatto, come lei superficialmente ritiene. Troppo superficialmente.
    Ha chiesto a qualcuno di loro spegazioni in proposito? Le hanno forse detto che si vergognano?
    Don Sciortino io l’ho visto in clergyman, non in giacca e cravatta. Il card. Bergoglio indossava il clergyman. E quasi tutti lo indossano, dopo il CVII che lo ha apertamente indicato come legittimo e conveniente.
    Per cui la inviterei a non dire bugie, che la qualificano per quello che è: pretestuosamente conservatrice.
    A parte questo dettaglio, ne ho visto e conosciuto troppi, di preti non in talare, per non sapere che sono tutti, o quasi, persone degnissime e presbiteri con tutti i crismi. E non hanno da prendere lezioni da nessuno in fatto di abbigliamento.
    In questo caso è proprio giusto dire: “l’abito non fa il monaco”.
    Non mi è mai parso che i preti in talare fossero migliori degli altri.
    Mia cara discepolo, nessuno le ha mai detto che non è l’esteriorità l’elemento essenziale per giudicare una persona? Qualsiasi persona?
    Inoltre, che il prete debba essere del mondo e nel mondo è sacrosanto, se questo va inteso come conoscenza piena del mondo, uscendo dalle sacrestie per essere vicini ai problemi veri della gente del mondo, per capirli davvero, per respirare la stessa aria non mistificata né spiritualizzata.
    La vita normale e comune ha poco di spirituale, e con essa si devono cimentare anche i ministri del culto, che non sono angeli e , se vogliono apparire credibili e in grado di portare aiuto concreto alle persone, devono conoscerla appieno senza appellarsi a frasi fatte che, in realtà, non sono di nessun conforto e a volte suonano perfino false.
    O lei pensa che la Chiesa sia stata istituita per stare sospesa al di sopra del mondo reale ?
    Legga bene gli articoli postati dal nostro ospite, e poi ne tragga le conseguenze senza giudizi affrettati.

    30 Aprile, 2013 - 20:11
  10. “Brague: XXI secolo, fine dell’uomo? ”

    http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/Brague-XXI-secolo-fine-uomo.aspx

    Analisi non urlata, semplice ma efficacissima, impietosa…

    “Il bambino diventa in tal modo un oggetto che si fabbrica e compra, un bene di comodo al quale si “ha diritto”. Ciò conduce a cancellare la differenza non fra l’umano e l’animale, ma fra le persone e le cose. I nostri socialisti (che di fatto occorrerebbe chiamare “societalisti” come ormai in uso in Francia, si distingue qui fra chi auspica riforme sociali, per la società, e chi promuove “riforme della società”, ndr) MARCIANO così verso il TRIONFO ESTREMO DEL CAPITALISMO: L’UOMO DIVENUTO MERCE”

    30 Aprile, 2013 - 20:22
  11. “E non hanno da prendere lezioni da nessuno in fatto di abbigliamento”

    Se mette mocassini “sabbia”, pantalone marrone e maglione colorato (e sei pure di colore)…
    conviene che qualche lezione la pigli…

    30 Aprile, 2013 - 20:29
  12. Marilisa

    Allora provi a dargliela lei, se si ritiene all’altezza.

    30 Aprile, 2013 - 20:49
  13. Sara1

    Ma questo continuo monito contro la mondanità non è un po’ anticonciliare? mi pare che la gaudium et spes volesse appunto colmare il fossato tra la Chiesa e il mondo.
    C’è sempre questo riferimento al “principe di questo mondo” come se ci fosse una contrapposizione insanabile tra Vangelo e mondo.

    1 Maggio, 2013 - 12:01
  14. Così leggiamo nella Lettera a Diogneto:
    “L’anima del mondo
    VI. 1. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. 2. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. 3. L’anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile.”

    1 Maggio, 2013 - 12:42
  15. Clodine

    Nel riquadro sistino michelangiolesco – il sesto, partendo dalla separazione tenebre/luce- possiamo ammirare, all’interno di uno spazio in cui, alle fronde lussureggianti di un fico sotto un cielo azzurro cobalto da un lato, e un paesaggio spettrale come contaminato da radiazioni atomiche, (tanto è brullo e inospitale) dall’altro, l’Albero della Vita, posto al centro, sotto il quale si consumò il “peccato originale”. Il demonio convince Eva a prendere un frutto proibito che porge all’uomo ,il quale , non solo NON lo rifiuta ma sembra allungarsi per prenderne addirittura un altro. Ma l’angelo di Dio, il capo delle milizie celesti con la spada caccia dall’Eden i due. Ecco che i loro corpi improvvisamente si piegano rattrappiti e invecchiano di colpo; smorfie drammatiche, di dolore sui volti , se ne vanno nudi. Han fatto una scelta, libera, non più Dio ma la natura, i loro desideri e appetiti, in una parola il mondo e i beni del mondo. Vedi sara1, sarebbe impossibile dire che tra l’agire nel mondo e l’agire in Dio,per Lui, non vi sia una frattura o che il libero arbitrio non consista in una opzione fondamentale. Non possiamo ignorare, se non in malafede, quanto costi in termini di scelta conformarci a Dio, e come cozza la ragione, che va una parte, contro i desideri e i sentimenti, che vanno dall’altra. Siamo strabici, “fratturati”, dicotomici, malati di “bipolarismo”, incapaci di fare sintesi. Le nostre Storie, così come di coloro che ci precedettero e ci seguiranno, non sono che piccoli frammenti di una più ampia storia, quella della Salvezza cui tutti siamo chiamati. Il significato di quell’albero, quel “lignum vitae messo non a caso al centro dell’eden fu lo stesso, secondo la tradizione, con cui venne fatta la Vera Croce.Siamo nel mondo, è vero. Ma da quella croce in avanti tutto cambia: sappiamo tutto, e non c’è scusa alcuna cui aggrapparsi per giustificare noi stessi.

    2 Maggio, 2013 - 13:11
  16. Clodine

    Il mondo putroppo – e lo si evince anche da taluni interventi ,che definisco a dir poco scellerati, su questo blog- è caduto di nuovo in quel “nestorianesimo” eretico duro a morire per cui tutto si riduce ad un dualismo orizzontale, all’insegna della corporeità e umanità di Cristo in detrimento della sua divinità. Si vuole far credere che, in quanto umani non ci resta che assecondare le nostre inclinazioni tanto, ci penserà la misericordia di Dio, poi, a giustificarci. Noi siamo impossibilitati per via della nostra “debolezza” ,fragilità, e a valle di ciò tutto si giustifica: il matrimonio tra due donne e due uomini -fatto passare per segno di emancipazione, libertà e civiltà- è cosa buona: basta l’amore!… L’aborto in vista di una selezione della specie? Ma la panacea per allontanare le malatie genetiche!! Tutto è concesso in quanto fragili creature in balia delle nostre inclinazioni ,aspiranti alla felicità per diritto. Basterà un “confiteor”, dunque, ad emendarci: Dio è buono e tutto comprende. Perdonati ad oltranza in virtù di una Bontà sine glossa, salvi eternamente anche senza merito.

    Sappiamo che Cristo, ma la stessa Parola di Dio, ci dice l’esatto contrario.

    L’incarnazione del Logos – e i Vangeli ce lo dicono chiaramente- non fu una “passeggiata di salute” per il Figlio, Gesù di Nazareth, il quale se avesse potuto…ma quanto volentieri avrebbe fatto a meno di essere scorticato vivo e pure messo in croce! Anche noi : quanto faremmo volentieri a meno di sorbirci il marito ,o la moglie, logorrroico, rimbambito, petulante e scorbutico! E alla madre di famiglia: quanto poter vivere serena e pimpante come la pubblicità del “mulino bianco”. O al sacerdote: spassarsela al mare anziché starsene in canonica a preparare omelie e ritiri spirituali il più delle volte frustranti. Poi, chiusa la porta delle loro stanzette non avere nessuno con cui condividere.
    A Cristo non venne chiesto di scegliere ma di Obbedire, a Lui, e a noi. Obbedire alle leggi e alla Sua Parola che dista dalla nostra anni luce come il cielo dalla terra. Se non si capisce questo, hai voglia a sentirsi “adulti”, adulti di che, di cosa…

    2 Maggio, 2013 - 14:30
  17. :love:

    2 Maggio, 2013 - 15:25
  18. Sara1

    Di Papa Francesco segnalo questo Testo con una prefazione di Monsignor Toso.

    (preso all’ipermercato e non mi era mai capitato di vedere un libro della Jaca Book all’ipercoop, incredibile).

    “Il 16 ottobre 2010 a Buenos Aires, nella XIII Giornata di Pastorale Sociale, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, futuro papa Francesco, ha tenuto il discorso da cui è nato il libro “Noi come cittadini noi come popolo”. Si tratta di un discorso diretto a tutti, ma Bergoglio si rivolge esplicitamente ai governanti. L’Argentina è un grande Paese che in quell’occasione iniziava a festeggiare i 200 anni della sua indipendenza. L’Argentina veniva dalla catastrofe della dittatura e dalla crisi economica dell’inizio del XX secolo. Questo testo, rivolto anzitutto al suo Paese e ai suoi governanti, è premonitore della responsabilità che papa Francesco ha assunto di fronte a tutto il mondo. Non c’è piena cittadinanza senza giustizia e ricerca del bene comune, non c’è giustizia se non c’è cosciente solidarietà col popolo, non c’è un popolo se un Paese non riscatta i poveri: “Non possiamo ammettere che si consolidi una società duale”.

    http://www.ibs.it/code/9788816305328/francesco-jorge-mario-bergoglio/papa-francesco-noi.html

    4 Maggio, 2013 - 8:18
  19. Sara1

    http://www.lastampa.it/Page/Id/1.0.2022449353

    “Ma attenzione con il demonio “non si può dialogare, questo sia chiaro””

    Non è un po’ troppo insistente questo richiamo continuo al demonio? Non è un po’ troppo secco questo dualismo Chiesa mondo?

    In alcuni casi Papa Francesco sembra aperto e progressista, a volte invece così conservatore..

    4 Maggio, 2013 - 18:38
  20. Sara1

    Poi cosa si intende di specifico per demonio con cui non si può dialogare, o il mondo che dobbiamo fuggire?

    4 Maggio, 2013 - 18:43
  21. Sara1

    Grazie Luigi, chiedo non per criticare ma per capire meglio.

    “Queste sono le armi che il principe del mondo e lo spirito del mondo non tollera, perché le sue proposte sono proposte di potere mondano, proposte di vanità, proposte di ricchezze male acquisite, sono proposte così”

    La mondanità cui fa riferimento è quella del potere, della ricchezza, del prestigio?

    A volte mi ricorda tanto certe omelie del sacerdote di quando ero bambina.
    🙂

    4 Maggio, 2013 - 20:56
  22. Luigi Accattoli

    Sara ora sono in giro e non mi è comodo interloquire, dunque sarò breve ma non per polemica. Come avrai capito l’argomento Satana mi coinvolge.

    “Principe di questo mondo” è parola evangelica. Che tra le sue proposte vi siano il potere mondano, la vanità e le ricchezze lo dicono le tentazioni di Gesù. Vorrà dire che il tuo parroco faceva omelie ispirate ai Vangeli…

    Che il Papa debba in ogni occasione svolgere allocuzioni enciclopediche che ricapitolino l’intera dottrina, magari scritte dagli uffici, e da lui mai lette prima del momento in cui le pronuncia, è un portato della tradizione; ma perché non dovremmo apprezzare un Papa che svolge un’esortazione sua, meno dottrinale e più immediata, magari scorciata e occasionale?

    4 Maggio, 2013 - 23:16
  23. Sara1

    Da parte mia non è questione di dottrinale o meno ma di quale aspetto si tocchi.
    Diciamo che una sottolineatura molto marcata alla mondanità può dare una spinta a ritirarsi dal mondo e dalla concretezza della vita.
    E’ un argomento affrontato anche da Giovanni Paolo II in Vacare le soglie della speranza quando ad esempio confronta cristianesimo e buddismo (http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/16/buddisti_contro_Papa_suo_libro_co_0_94121616213.shtml).

    Riguardo al mio parroco non era un ricordo negativo.

    4 Maggio, 2013 - 23:33
  24. Sara1

    Adesso non riesco a ritrovare il passaggio ben preciso, ma Giovanni Paolo II in quel punto del libro ricorda come proprio il Vaticano II abbia ribadito la fondamentale bontà del mondo come creazione di Dio.

    4 Maggio, 2013 - 23:38
  25. C’è un passaggio, che ho trovato durante i miei studi sul concilio, che trovo molto interessante per approfondire il rapporto tra Chiesa e mondo.

    Si trova nella relazione che Mons. Guano espose ai padri del concilio per
    tracciare le coordinate necessarie a comprendere la Gaudium et spes.
    Guano chiarisce innanzitutto il senso in cui viene inteso il termine ‘mondo’, precisando che esso può essere considerato da diverse prospettive:
    1. in quanto creato secondo la volontà di Dio,
    2. in quanto posto nel peccato (come spesso lo troviamo nel vangelo di Giovanni),
    3. in quanto salvato e santificato da Cristo e vivente nella tensione escatologica.
    Queste dimensioni, certamente distinte per molti aspetti, sono di fatto tra loro intrecciate.

    Guano ricorda che, per sua natura, la Chiesa è presente e vive nel mondo e, come Cristo, lo porta in se stessa.
    D’altra parte «in qualche modo essa se ne distingue e se ne separa, ma solo nella misura in cui, in spirito di povertà, abnegazione e umiltà, compie in esso la propria missione» (sono le precise parole di Guano).

    Credo che sia questo il genere di distinzione a cui papa Francesco fa appello: per me è bellissimo.

    5 Maggio, 2013 - 11:11
  26. Sara1

    Il senso è quello di essere nel mondo senza essere del mondo, però è indubbio che in concilio abbia “allargato” il senso di essere nel mondo.
    Sottolineando il valore del laicato e quello della vita “comune” lavoro, famiglia, cultura.

    Ad esempio:

    “Gli uomini e le donne, infatti, che per procurarsi il sostentamento per sé e per la famiglia esercitano il proprio lavoro in modo tale da prestare anche conveniente servizio alla società, possono a buon diritto ritenere che con il loro lavoro essi prolungano l’opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli e donano un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia (59). I cristiani, dunque, non si sognano nemmeno di contrapporre i prodotti dell’ingegno e del coraggio dell’uomo alla potenza di Dio, quasi che la creatura razionale sia rivale del Creatore; al contrario, sono persuasi piuttosto che le vittorie dell’umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno. Ma quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità, sia individuale che collettiva.

    Da ciò si vede come il messaggio cristiano, lungi dal distogliere gli uomini dal compito di edificare il mondo o dall’incitarli a disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più pressante (60).”

    “Non si crei perciò un’opposizione artificiale tra le attività professionali e sociali da una parte, e la vita religiosa dall’altra. Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna.

    Gioiscano piuttosto i cristiani, seguendo l’esempio di Cristo che fu un artigiano, di poter esplicare tutte le loro attività terrene unificando gli sforzi umani, domestici, professionali, scientifici e tecnici in una sola sintesi vitale insieme con i beni religiosi, sotto la cui altissima direzione tutto viene coordinato a gloria di Dio. Ai laici spettano propriamente, anche se non esclusivamente, gli impegni e le attività temporali. Quando essi, dunque, agiscono quali cittadini del mondo, sia individualmente sia associati, non solo rispetteranno le leggi proprie di ciascuna disciplina, ma si sforzeranno di acquistare una vera perizia in quei campi. Daranno volentieri la loro cooperazione a quanti mirano a identiche finalità. Nel rispetto delle esigenze della fede e ripieni della sua forza, escogitino senza tregua nuove iniziative, ove occorra, e ne assicurino la realizzazione.

    Spetta alla loro coscienza, già convenientemente formata, di inscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale.”

    La contrapposizione Vangelo Diavolo-mondo mi sembra riduca questo spazio. O per lo meno lo connota con un’accezione negativa.
    O almeno così pare a me.

    5 Maggio, 2013 - 23:53
  27. Clodine

    Cara Sara, che lo spazio in cui l’umanità si muove in questo mondo sia un campo minato, non lo dico io, o nico, o Luigi. Non occorrono occhi e orecchie bioniche per comprendere: basterà leggere con attenzione DENTRO la storia -personale di ciascuno in primis- ma dell’intera umanità dalle origini ad oggi perché quelle famose “tentazioni” che cambiarono il corso della storia da Adamo a Cristo -e che riguardino anche noi, ciascuno di noi- non si esaurirono sic et simpliciter. Quelle tre tentazioni famose in cui i nostri progenitori caddero con tutt’e due i piedi e vennero ri-proposte con maggior virulenza al Cristo, non si estinsero dopo il rifiuto messianico come per magia ma – dice l’Evangelista- seguirono. Tant’è che il diavolo, “dopo aver esaurito ogni tentazione”, promise di tornare al momento fissato ! Tu capisci il senso di questo passo della scrittura!?
    Non ti sembra acclarato che queste tre tentazioni sono solo le principali di una serie molto più ampia e che queste non sono che la punta dell’iciberg nel complesso delle tentazioni umane che albergano, ontologicamente, dentro ciascun individuo il quale, se non percorre a ritroso il deserto e non si apre alla Grazia santificante, NON riuscirà mai a sconfiggere? Origene commentando questo brano dice: “Le tentazioni che durante i quaranta giorni il Signore subì da parte del diavolo, il mondo non avrebbe avuto la forza di sopportare se la Scritturanon ce le avesse tramandate”.
    Purtroppo….

    6 Maggio, 2013 - 6:51
  28. Clodine

    corrige: riguardano

    6 Maggio, 2013 - 6:55
  29. Clodine

    “…Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono”…

    Capitolo 11- Vangelo di Matteo vers. 12
    Espressione di Cristo forte per quanto, per certi aspetti, incomprensibile…forte come tutto il discorso di questo passo di Matteo….

    6 Maggio, 2013 - 7:06
  30. Sara1

    Cara Clodine in alcuni periodi anche la sessualità era considerata una tentazione e anche il matrimonio era considerato essere del mondo.
    L’unica salvezza era la fuga totale.
    Però, ripeto, per la gaudium et spes non era così, notavo solo quello.

    6 Maggio, 2013 - 8:24

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