Decalogo vaticano per l’automobilista: era necessario?

Viene pubblicato oggi un documento sulla Pastorale della strada firmato dal cardinale Renato Raffaele Martino e dall’arcivescovo Agostino Marchetto, presidente e segretario del Consiglio per i migranti e gli itineranti. Sono debitore al cardinale Martino di molte interviste e sono grato all’arcivescovo Marchetto per aver narrato in un piccolo libro la fuoriuscita da una grave malattia: chiedendone scusa ai due autori mi domando se quel documento fosse necessario. Contiene di sicuro pagine utili a chi è cristianamente impegnato sul fronte della prostituzione, dei ragazzi di strada e dei barboni. Trovo meno specifico il capitolo rivolto agli “utenti della strada”: mi pare – fin dal titolo – una materia da lasciare per intero agli uomini di buona volontà, che siano cristiani o meno. In esso viene proposto anche un “decalogo del conducente” che inizia con l’ovvio “non uccidere”. Ma anche per gli altri tre capitoli chiedo se sia necessario un testo vaticano. I cattolici impegnati su quei fronti fanno i loro convegni e hanno i loro sussidi, che bisogno c’è di una parola che venga dai collaboratori del papa? Non giova a tutti che – in materie non essenziali – lo scambio sia libero e la varietà incoraggiata? Tra le mie attese verso il pontificato di Benedetto XVI vi è anche quella che faccia dimagrire la Curia e la convinca a pubblicare meno documenti, a partire dalle materie periferiche. Mi piacerebbe un Vaticano che rinuncia a monete e francobolli e una Curia che si concentra sugli elementi essenziali della vita della Chiesa. 

53 Comments

  1. Ehi, così finisco disoccupato 😉

    19 Giugno, 2007 - 23:19
  2. Francesco73

    No, anche secondo me, non era proprio necessario e fa anche un pò sorridere che un cardinale e un vescovo del Vaticano siano ripresi da tutti i TG in conferenza stampa per dirci che dobbiamo guidare con prudenza.
    Ha un effetto comunicativo un tantino grottesco.
    Per questi richiami credo sia meglio affidarsi ai parroci e ai vice-parroci nelle omelie della Messa Vespertina.

    20 Giugno, 2007 - 8:04
  3. fabrizio

    Completamente d’accordo.

    20 Giugno, 2007 - 8:10
  4. Però ricordo anche che in passato è stata criticata la poca severità della Chiesa sulla guida pericolosa. Del resto si tratta di “Orientamenti”, mica di dogmi. Possono essere utili, non andrebbero enfatizzati. Ma l’atteggiamento pastorale nei confronti dei “non luoghi” della contemporaneità (aeroporti, strade, supermercati e altri, spesso fonte di alienazione) non è una materia stupida.

    20 Giugno, 2007 - 8:51
  5. Mah, era necessario?
    Certo fa sorridere che si debba fare e promuovere a mezzo stampa un documento per ricordare che non è cristiano fare i cattivoni per strada…

    D’altra parte, come conferma Luigi, mi pare che sia costume diffuso in Curia come in Cei, scrivere indicazioni su qualsiasi tema: temi per cui spesso dovrebbe valere il medesimo principio degli “uomini di buona volontà”. Ma non mi pare che negli altri settori di intervento si generi la stessa sorpresa.

    Aggiungo una cosa. Nel documento, tra le altre cose, si condannano esplicitamente i clienti delle prostitute (la “domanda” in quel terribile mercato)… e si propone di perseguirli almeno con la multa. Non è un fatto irrilevante che questo principio morale, per quanto sempre apparentemente “ovvio”, venga messo su carta. Averlo su carta significa che oggi sarà più facile, per cristiani e non, per preti e laici, sostenere quelli che lavorano da tempo sulla strada contro la piaga dello sfruttamento della prostituzione. Tra l’altro lavorano spesso da “clandestini” perchè molti vescovi non possono (?) appoggiare esplicitamente il lavoro della pericolosa pastorale di strada.
    Senza una frase “nero su bianco”, anche se mal contestualizzata, la responsabilità dei clienti resterebbe una di quelle macchie imbarazzanti che riguardano anche alcuni “bravi cattolici praticanti” e di cui si può parlare (raramente) solo nel chiuso del confessionale.

    20 Giugno, 2007 - 8:55
  6. Luigi, direi che le tue sono parole sante.
    Un caro saluto a tutti
    Gianluca

    20 Giugno, 2007 - 9:21
  7. Luisa

    Da noi si direbbe per es. ” trop d`interventions tue l`intervention”, il troppo è il nemico del giusto equilibrio. Signor Accattoli, potrebbe spiegare ad un`ignorante come me, come funziona il sistema vaticano in questo campo?
    Il Papa è chiamato a visionare e dare la sua approvazione a tutti i testi dei differenti Pontifici Consigli, Pontificie Commissioni, Accademie, Congregazioni e altre istituzioni legate alla Santa Sede? O questi differenti organi gioiscono di un`indipendenza, se sì è totale o parziale?
    Mi sembra già nel passato avere letto dei testi che mi hanno fatto dire: ” ma è possibile che Papa Benedetto abbia dato il suo accordo? tanto il tono e il linguaggio erano lontani da quello usato dal Santo Padre !
    Immagino che il Papa non può leggere tutto , dunque ne concludo che il margine d`indipendenza dei differenti organi è grande .
    Mi sembra che Joseph Ratzinger, da cardinale, aveva in un libro espresso l`idea di uno snellimento necessario della Curia, e si diceva contrario ” au trop de paperasses”…ai troppi documenti .
    Adesso che è Papa deve confrontarsi con certe rigidità , diritti e privilegi acquisiti……che cosa ne pensa lei Luigi, ….ci arriverà o è missione impossibile?
    Un caro saluto, Luisa

    20 Giugno, 2007 - 11:47
  8. […] scuole (guida) Giugno 20, 2007 Posted by donmo in Società e religioni, Cattolicesimo. trackback Per quanto riguarda l’ultimo documento vaticano, sposo in pieno la tesi di Luigi Accattoli,però la vignetta è carina (non servisse ad altro che ad averla provocata, già sarebbe qualcosa). […]

    20 Giugno, 2007 - 14:37
  9. max

    utinam 🙂 saluti

    20 Giugno, 2007 - 15:28
  10. Luigi Accattoli

    A Luisa. Come ha ricordato ieri il cardinale Martino, il documento sulla “pastorale della strada” era in cantiere dal 2003: allora non solo non era iniziato il pontificato di Benedetto XVI, ma il Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti non aveva ancora il cardinale Martino come presidente. Questo per dire che la macchina curiale ha una sua tenuta oltre i ruoli personali. E’ ragionevole immaginare che per 3-5 anni vengano a maturazione progetti curiali impostati sotto il precedente pontificanto, secondo direttive che magari non sono più attuali. Giovanni Paolo II amava che l’animazione curiale dell’attività mondiale della Chiesa cattolica fosse continuata e ricca di rilanci. Come egli di persona faceva mille cose non necessarie, che però reputava utili alla tenuta della missione che intendeva svolgere, altrettanto gradiva – o voleva – che facessero i suoi collaboratori. La direttiva per una decelerazione venuta da Benedetto XVI darà frutti con il tempo. E’ probabile che il papa teologo abbia rinviato, bocciato o scoraggiato la pubblicazione di alcuni documenti non necessari, ma non ne abbiamo notizia certa. E’ sicura invece la sua direttiva di snellire, dimagrire, produrre di meno. Certamente il papa conosce ogni documento prima che venga pubblicato e nulla si pubblica di ufficiale senza la sua autorizzazione. Ma è chiara la difficoltà di dire un “no” tranciante a chi ha lavorato per anni su un testo. Inoltre è verosimile che l’idea di sobrietà del papa non sia pienamente condivisa da alcuni collaboratori, dei quali pure il papa è tenuto a rispettare il giudizio. Per esempio, sull’opportunità di un’animazione continuata del mondo cattolico da parte degli organismi curiali credo che concordino in grande maggioranza i capi-dicastero. Governi meglio se prendi l’iniziativa era un poco il motto della Curia wojtyliana. E’ probabile che lo stesso segretario di Stato attuale cardinale Bertone sia in questo più vicino alla sensibilità che fu di Giovanni Paolo che a quella di Benedetto. Per quello che riguarda il gioverno della Curia un pontifcato è sempre un compromesso tra l’eredità lasciata dal predecessore e l’intenzione del titolare. Per almeno cinque anni (è il tempo di durata degli incarichi curiali) tende a prevalere l’eredità, dopo trionfa la novità. Luigi

    20 Giugno, 2007 - 16:43
  11. Luisa

    Grazie, signor Accattoli, capisco meglio!
    Dunque se faccio i conti già ci sono stati 2 anni di eredità, restano 3 anni , e finalmente nel 2010 la novità trionferà!
    Mi sa che Papa Benedetto ,che mi sembra un uomo che ama lavorare a un ritmo sostenuto, accellererà un pò il movimento di snellimento!
    Luisa

    20 Giugno, 2007 - 17:04
  12. FABRICIANUS

    Scusate, ma io valuto positivamente il documento Vaticano…
    E’ vero che vengono espressi principi in gran parte abbastanza semplici, ma riguardano la QUOTIDIANITA’ dell’uomo/cittadino ed è bello che la Chiesa dimostri attenzione alla quotidianità (scusate la ripetizione) con un Documento Ufficiale.
    Saluto cordialmente tutti.

    20 Giugno, 2007 - 18:11
  13. Luigi Accattoli

    La domanda è se convenga che quell’attenzione la dimostri attraverso un organismo della Curia romana: non potrebbe essere questa – come tante altre – una materia da lasciare per intero all’iniziativa e alla libera determinazione delle comunità cattoliche locali? Io non dico che i cristiani non si debbano occupare del traffico, della prostituzione, dei bambini di strada e dei barboni, ma non vedo perchè non potrebbero farlo “mossi dallo Spirito”, invece che su indicazione curiale. La Curia lavora per il papa, il papa costituisce l’ultima istanza per l’unità della Chiesa, non il motore d’ogni iniziativa. E’ solo l’opinione di un giornalista. Vale pochissimo. Lei Fabricianus continui pure nella sua idea. Del resto ha con sè l’attuale governo curiale, che non è poco. Luigi

    20 Giugno, 2007 - 19:29
  14. FABRICIANUS

    Egregio Luigi, perchè non vedere il documento Vaticano come “un’ intuizione dello Spirito” che supporti le comunità di base riguardo ad aspetti che coinvolgono il cittadino?
    Con stima,
    F.

    20 Giugno, 2007 - 21:04
  15. Però ripeto: si tratta di “Orientamenti”, che non solo non sono “dogmatici” (e ci mancherebbe altro: anzi abbiamo un buon esempio per coloro che ritengono che praticamente su tutto il Magistero aleggi un riflesso di infallibilità!) ma non sono neppure vincolanti per alcun vescovo, e quindi per nessuno.

    Quindi, direi, documenti non andrebbero sentiti come un peso ma come un aiuto, e chi non li trova congeniali li può tranquillamente mettere da canto. Personalmente (visto che ci lavoro sopra) mi affascina scoprire – sia pure sotto la lente vaticana – ambiti della vita della Chiesa che neppure pensavo esistessero, e sono invece vita quotidiana per tantissime persone.

    20 Giugno, 2007 - 22:20
  16. angela

    I tempi della Chiesa!!!!
    Ieri sera il Cardinale Bertone ha detto che una “riforma” dei media del Vaticano non avrà tempi biblici…
    certo se tutto avviene con i tempi del documento sulla pastorale della strada mi preoccupo. Anche perchè i media vaticani hanno davvero urgente bisogno di una …revisione!!!
    Grazie Luigi per le tue riflessioni
    Angela

    21 Giugno, 2007 - 8:09
  17. Maria Grazia

    I media vaticani si riformano?Deo Gratias.
    Speriamo che le cose vadano in fretta perchè così francamente non si va da nessuna parte.
    Saluti MG

    21 Giugno, 2007 - 9:55
  18. Luigi Accattoli

    Luca, che vuol dire “ci lavoro sopra” e “così finisco disoccupato”? Ritiro il mio modesto parere, non vorrei fare danni senza sapere. La mia era solo una riflessione sull’ingigantimento – che disapprovo – delle competenze curiali. Una volta la Curia non si interessava di tutte queste materie – sempre il cardinale Martino ha in preparazione un testo sugli Ogm: cioè sugli organismi geneticamente modificati – che vanno fino al turismo alla pubblicità allo sport. Ora lo fa. Domani potrebbe rinunciarvi: è un tema opinabilissimo. Ma è ovvio che quando lo fa dice cose buone, dà una mano. Tutto qua. Forse il mondo che si unifica vuole un centro cattolico che dica e faccia tutto. La mia idea non sarebbe questa, ma se così dev’essere pazienza. Luigi

    21 Giugno, 2007 - 9:56
  19. Guido Villa

    Caro Luigi,
    Anche a me fa sorridere il fatto che la Santa Sede pubblichi questo tipo di documenti, ma non perché siano inutili, ma al contrario perché il livello di religiosità del cristiano medio nelle cose della vita quotidiana è sceso a livelli talmente minimi, che bisogna ricominciare da zero. Posso assicurare per esperienza personale che fare il segno della croce prima di partire in auto, di cominciare a mangiare o anche di fare qualche lavoro, sono delle cose che moltissimi cristiani, anche praticanti, hanno dimenticato, segno questo che la nostra religiosità, anche quando c’è, è a livelli intellettuali o teorici, e non facciamo entrare Gesù in ogni istante della nostra vita quotidiana. Fare il segno della croce in queste circostanze é come dire a Gesù: siimi accanto in questo viaggio, fa che guardi i fratelli che incontreró con i Tuoi occhi, che li ami con il Tuo Amore; sii presente al mio desco, benedici con il Tuo amore questi cibi, perché anch’essi sono segni del Tuo amore; scrivi Tu insieme a me questo pezzo giornalistico – capito, Luigi? 🙂 – perché il tuo Spirito entri nel mio cuore e nel cuore di chi lo leggerà perché Tu possa agire in lui e cresca sempre più nel Tuo Amore.

    21 Giugno, 2007 - 10:36
  20. Ma no, figurati, si scherza. Nessun danno, e hai tonnellate di ragioni. Se poi chiude la Curia, resti mezzo disoccupato anche tu ;-).

    21 Giugno, 2007 - 10:36
  21. Guido Villa

    P.S.: Purtroppo è raro sentire anche sacerdoti che educano i fedeli in questo senso, e quindi una parola dall’alto il può risvegliare dal sonno.

    21 Giugno, 2007 - 10:38
  22. Giancarlo

    Mille ragioni valide, ogni tanto un appunto un po’ critico fa bene anche ai Signori Cardinali Curiali (e arci-vescovi Segretari).
    Ma dott. Accattoli… non togliamo i francobolli vaticani!!!! Erano il piacere di noi ragazzi piccoli collezionisti; o di quando ricevevamo una cartolina con francobollo vaticano da parenti o amici che avevano la fortuna di visitare Roma…

    21 Giugno, 2007 - 11:01
  23. Luigi Accattoli

    Comprendo il dramma dei collezionisti ma quanto al Vaticano con le sue monete e i suoi francobolli una volta il grande Hans Urs von Balthasar ha scritto che per elimare ogni “scandalo inutile” sarebbe bene che il papa “trasformasse il Vaticano in un museo e si trasferisse alle porte di Roma”: vedi Punti fermi, Rusconi 1972, p. 326. Lo stesso von Balthasar ha sostenuto che preti, vescovi e papi dovrebbero abbandonare i loro titoli “invecchiati e cristianamente incomprensibili”: Sponsa Verbi, Morcelliana 1969, p. 385. Sempre per von Balthasar è “poco felice” il titolo di “infallibile” attribuito alla Chiesa e al papa “perchè gli uomini sono sempre fallibili”: intervista ad Avvenire del 24 febbraio 1980. Giovanni Paolo II volle von Balthasar cardinale e Benedetto XVI guarda a lui come a un sommo maestro. Quello che ha detto un giorno sarà. Sta a noi affrettare quel giorno. Luigi

    21 Giugno, 2007 - 14:26
  24. Leonardo

    Completamente d’accordo sull’inopportunità di tanta produzione cartacea da parte della chiesa, del resto già automaticamente sanzionata dall’irrilevanza pressoché assoluta (a parte qualche effimera eco gionralistica) a cui, anche i forza del loro numero e della loro lunghezza, tutti quei documenti si condannano.
    Il cardinale Ratzinger aveva le idee chiarissime in proposito, e certamente Benedetto XVI cercherà di attuare quella linea, ma ne avrà il tempo? Il più forte limite che segna (e purtroppo segnerà in maniera crescente con l’andare del tempo) questo magnifico pontificato è l’età del papa.
    Francobolli, monete e un po’ di fasto, invece, mi sembra che non diano nessun fastidio. Completamente in disaccordo con l’idea di Balthasar di trasformare il VAticano in museo. Sui musei la penso piuttosto come Marinetti.

    21 Giugno, 2007 - 15:01
  25. fabrizio

    I titoli ecclesiastici non sono solo “invecchiati e cristianamente incomprensibili”, ma soprattutto in aperta contraddizione con il Vangelo, e indeboliscono drammaticamente la credibilità dell’annuncio del Vangelo stesso.
    Tempo fa Luigi aveva scovato un giovane Ratzinger che diceva sostanzialmente la stessa cosa.
    Speriamo e preghiamo che quel giorno arrivi presto.

    21 Giugno, 2007 - 16:13
  26. Luisa

    Di che titoli ecclesiastici state parlando?
    Eminenza, eccellenza,monsignore ?

    ” Sta a noi affrettare quel giorno”.
    Il giorno dunque in cui non esisteranno più eminenze,eccellenze, monsignori ? In cui non esisterà più l`infallibilità del Papa in nessuna occasione? Ho capito bene? O è questione anche di sopprimere le denominazioni preti, vescovi e Papa? Non penso, ma non si sa mai…..Papa come titolo ecclesiastico…..

    Dunque se ho ben capito mi resta ancora da capire come noi potremmo affrettare il giorno della soppressione dei titoli ecclesiastici e dell`infallibilità papale.
    Chi può spiegarmelo?

    Ammettendo ancora che tale fosse la mia intenzione, il che è tutto salvo una certezza! Mi sto informando…;)

    21 Giugno, 2007 - 16:34
  27. fabrizio

    Riporto la citazione del teologo Ratzinger (1960), così forse quello che stiamo dicendo apparirà più chiaro:

    “La nostra realizzazione cristiana effettiva non sembra essere la maggior parte delle volte assai più simile al culto delle alte cariche dei giudei stigmatizzato da Gesù che non all’immagine da lui disegnata della comunità cristiana fraterna? Non soltanto il titolo di ‘padre’ viene limitato in Matteo 23, 8-11 (Non fatevi chiamare rabbi, padre, guide), bensì tutta la forma esteriore (ribadiamolo: esteriore) del gerarchismo, così come essa si è strutturata nei secoli dovrà in continuazione lasciarsi giudicare da questo testo” (La fraternità cristiana, Queriniana 2005, p. 74).

    21 Giugno, 2007 - 16:54
  28. Luigi Accattoli

    Von Balthasar non diceva che l’infallibilità papale va soppressa ma che la sua formulazione è “poco felice”. Sui titoli ecclesiastici invece (compreso “papa”, che vuol dire “padre” e che contrasta con il monito di Gesù: “Non chiamate nessuno padre sulla terra”) e sull’apparato vaticano era molto più severo. Egli era svizzero e voi svizzeri qualche volta siete duretti. Luigi

    21 Giugno, 2007 - 17:47
  29. Luisa

    …….et voilà que ça recommence!
    Ma io non sono poi così duretta , sono curiosa e pongo delle domande, forse alle volte un pò scomode, da “far uscire il lupo dal bosco”,ho il gran difetto di voler capire e anche di volere essere sicura di avere capito bene.
    Il dialogo può instaurarsi solo a partire da posizioni chiaramente espresse.
    Anche se l`appellativo” Papa” non è all`origine del cristianesimo, a me piace, lo trovo affettuoso, l`aspetto paterno e santo del Successore di Pietro lo ritrovo con gioia ogni qualvolta , prego per il Santo Padre , per Papa Benedetto.
    Non ho nessuna difficoltà a pronunciare con il cuore e con la ragione quel nome, al contrario sento in me la verità di quella paternità.
    Anche se immagino che Papa Benedetto si considera senza dubbio come un vescovo, servo dei servi, che un misterioso disegno divino ha fatto andare laddove non voleva andare!…
    Non ho ricevuto risposta alla mia domanda sul come, coloro che lo desiderano, potrebbero affrettare il movimento descritto più sopra ,apparentemente, secondo loro, ineluttabile.

    21 Giugno, 2007 - 19:12
  30. Luigi Accattoli

    Più o meno come i cristiani nella Seconda Lettera di Pietro sono invitati ad “affrettare la venuta del giorno del Signore”. Lavorare per eliminare gli “scandali inutili” nell’idea di von Balthasar è faccenda da condurre innanzitutto con la preghiera e il digiuno. Luigi

    21 Giugno, 2007 - 19:33
  31. Leonardo

    No, davvero la questione dei titoli non è seria. Son civetterie così da poco che mi pare difficile scandalizzarsene. Poi, a volerla prendere di punta, la questione non si risolve, perché anche i titoli più innocui non reggono all’esame (di “padre”, avete già detto, ma che dire di “signore”?). Niente titoli per nessuno, allora? Le più orrende (e queste sì scandalose) utopie egualitarie, quelle del cittadino Robespierre e del compagno Lenin, lo hanno fatto … Mi spiace, ma mi tengo la chiesa così com’è, con monsignori, eccellenze, stemmi e insegne, e tutta la paccottiglia clericale.

    21 Giugno, 2007 - 20:35
  32. Francesco73

    Caspita, qui siamo a Balthasar, mica si scherza!
    Ovviamente non sono un teologo, però mi pare però che fu sempre lui a mettere in guardia dall’atteggiamento preconcetto verso Roma e il Papato. Nella sua opera “Il complesso antiromano” parla proprio di questa tendenza, e dei suoi rischi.
    Dopodichè, propongo di abituarci a considerare i moniti profetici per quello che sono: non tanto anticipazione del futuro, quanto indicazione dell’ideale cui sempre dobbiamo tendere, e che deve spingerci a purificare oggi la nostra condotta e la nostra fede.
    Nell'”oggi” sta tutta la dimensione di impegno reale, e il rigetto della tendenza evasiva, della fuga dalla realtà e dell’Esodo in senso negativo.
    Quindi bene riforma e snellimento, ma occhio dall’accelerazione suggestiva che porterebbe allo snaturamento!

    21 Giugno, 2007 - 20:45
  33. fabrizio

    Però non possiamo mica fare finta che quelle parole di Gesù non ci siano nel Vangelo, altrimenti facciamo l’errore di chi ci legge quello che vuole.
    Volenti o nolenti, l’eliminazione dei titoli è un obiettivo a cui la Chiesa deve tendere nella sequela del Vangelo.
    E poi, diciamocelo, come può essere veramente credibile verso i “pagani” chi predica l’essenzialità e la povertà in spirito e poi si fa chiamare “Eccellenza” o “Eminenza” ?
    Non ci rendiamo conto che quei titoli ( e quello che si portano dietro) sono anche un ostacolo all’evangelizzazione?

    21 Giugno, 2007 - 21:44
  34. Luisa

    Vi sono senza dubbio “scandali inutili” all`interno della Chiesa, probabilmente ben altri che quelli menzionati qui sopra.
    Che il successore di Pietro con il tempo si sia chiamato “Papa” non mi sembra esserne uno, anzi, a mio umile avviso non ne è uno.
    Vorrei leggere von Balthasar per essere sicura del senso che egli da alla parola “scandali”, che mi sembra essere una parola suscettibile di diverse interpretazioni e manipolazioni.

    21 Giugno, 2007 - 22:14
  35. Luisa

    Fabrizio, se ho capito bene, ciò che ti disturba sono i titoli, Eminenza, Eccellenza, o anche la gerarchia con cardinali, arcivescovi, vescovi ti pone un problema?
    Mi permetto di riportare qui qualche brano dell`udienza generale del 7 marzo dedicata a San Clemente Romano :

    “In questo modo, riferendosi alla liturgia dell’antico Israele, Clemente svela il suo ideale di Chiesa. Essa è radunata dall’“unico Spirito di grazia effuso su di noi”, che spira nelle diverse membra del Corpo di Cristo, nel quale tutti, uniti senza alcuna separazione, sono “membra gli uni degli altri” (46,6-7). La netta distinzione tra il “laico” e la gerarchia non significa per nulla una contrapposizione, ma soltanto questa connessione organica di un corpo, di un organismo, con le diverse funzioni. La Chiesa infatti non è luogo di confusione e di anarchia, dove uno può fare quello che vuole in ogni momento: ciascuno in questo organismo, con una struttura articolata, esercita il suo ministero secondo la vocazione ricevuta. Riguardo ai capi delle comunità, Clemente esplicita chiaramente la dottrina della successione apostolica. Le norme che la regolano derivano in ultima analisi da Dio stesso. Il Padre ha inviato Gesù Cristo, il quale a sua volta ha mandato gli Apostoli. Essi poi hanno mandato i primi capi delle comunità, e hanno stabilito che ad essi succedessero altri uomini degni. Tutto dunque procede “ordinatamente dalla volontà di Dio” (42). Con queste parole, con queste frasi, san Clemente sottolinea che la Chiesa ha una struttura sacramentale e non una struttura politica. L’agire di Dio che viene incontro a noi nella liturgia precede le nostre decisioni e le nostre idee. La Chiesa è soprattutto dono di Dio e non creatura nostra, e perciò questa struttura sacramentale non garantisce solo il comune ordinamento, ma anche questa precedenza del dono di Dio, del quale abbiamo tutti bisogno”.

    E anche durante l`udienza del 14 marzo dedicata a sant `Ignazio:

    “Complessivamente si può cogliere nelle Lettere di Ignazio una sorta di dialettica costante e feconda tra due aspetti caratteristici della vita cristiana: da una parte la struttura gerarchica della comunità ecclesiale, e dall’altra l’unità fondamentale che lega fra loro tutti i fedeli in Cristo. Di conseguenza, i ruoli non si possono contrapporre. Al contrario, l’insistenza sulla comunione dei credenti tra loro e con i propri pastori è continuamente riformulata attraverso eloquenti immagini e analogie: la cetra, le corde, l’intonazione, il concerto, la sinfonia. E’ evidente la responsabilità peculiare dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi nell’edificazione della comunità. “

    21 Giugno, 2007 - 23:06
  36. Guido Villa

    Va bene, aboliamo i titoli di papa, monsignore … ma aboliamo anche i dottore, cavaliere, ingegnere, presidente, ecc. Quanto alla produzione inutile di documenti da parte della gerarchia ecclesiastica, che comincino i giornalisti a dare il buon esempio 🙂 qualche pagina in meno nei giornali, e magari un po’ meno fantasia e più verità 🙂

    22 Giugno, 2007 - 5:54
  37. Fiorellino Blu

    Il Vaticano, i titoli … sono problemi secondari o del tutto inesistenti. Al “poverello” che era povero ed umile per davvero, non importava il fatto che il Vicario di Cristo fosse uno che era straricco … lo amava e lo venerava perché Vicario di Cristo, sebbene ai nostri occhi sembri immeritevole di questo. il problema è che troppo spesso nella gerarchia, come del resto in tutti noi, si manifesta una evidente chiusura nei confronti dello spirito. Ad esempio, qui nell’Arcidiocesi di Zagabria, quattro sacerdoti sono usciti nell’ultimo anno (di cui due purtroppo nella mia parrocchia), domani non ci saranno ordinazioni di sacerdoti diocesani ma solo di regolari, eppure da parte della gerarchia continua la chiusura di fronte ad un meraviglioso fenomeno di grazia qual è Medjugorje. La distanza con il popolo, che va a Medjugorje in grandissimo numero, che si converte e ritorna a Dio, viene creata da questa chiusura, non dai titoli …

    22 Giugno, 2007 - 6:32
  38. Francesco73

    Balthasar mi pare faccia un ragionamento molto complesso, articolato, che tiene conto di tutti gli aspetti. Parla di scandali, ma anche di complesso antiromano. Poi ci dice che la sede petrina può diventare “il punto di attrazione per le forze più oscure della storia”, ovvero per tutti i poteri che tendono a strumentalizzare, a sviare la fede, a condizionarla anche dall’interno.
    Quindi un monito costante alla vigilanza e alla purificazione, che mi pare una parola chiave.
    Purificazione non coincide con presunzione di purezza, e nemmeno si ferma alla superficialità dei livelli organizzativi e strutturali. E’ piuttosto sforzo permanente e salutare inquietudine, in cui – certo – conta anche la modificazione dell’ordine simbolico.
    Però – ecco – occorre distinguere proprio telogicamente tra una Chiesa in stato di purificazione e una Chiesa tutta di stile e modalità francescana. Sono due opzioni che, secondo me, stanno su due livelli differenti e la seconda è solo una soluzione parziale, grande ma parziale.

    22 Giugno, 2007 - 8:12
  39. Luigi Accattoli

    Benvenuto a “Fiorellino blu”! Che vi siano tanti problemi più grandi dei titoli va da sè, ma che Gesù abbia insistitito sul fatto che noi “siamo tutti fratelli” e nessuno deve pretendere di primeggiare “neanche” con i titoli, anche questo è un fatto. Uno l’interpreta e questo è giusto, ma se l’interpretazione vanifica l’insegnamento, allora è l’interpretazione a essere sbagliata. Io la vedo così. Luigi

    22 Giugno, 2007 - 16:52
  40. Luisa

    Allora come la vede lei la Chiesa , Luigi?

    Ammettendo che non ci siano più gradi gerarchici, più diaconi presbiteri, vescovi, più cardinali, più Papa, ammettendo che fossimo tutti fratelli, sullo stesso piano, facendo astrazione della dottrina della successione apostolica, in pratica mi può spiegare come il tutto funzionerebbe?

    È una vera domanda, sono curiosa, perchè non mi basta che si dica : La gerarchia è contraria al messaggio evangelico ,mi interessa sapere quale alternativa è proposta. Praticamente e non in teoria.
    Grazie !

    22 Giugno, 2007 - 19:03
  41. Luisa

    Scusatemi ma sono sotto choc!

    Andando su Wikipedia ecco che cosa vi ho trovato , su “Chiesa Cattolica”

    http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_cattolica

    La Chiesa cattolica insegna che è stata istituita da Satana per la salvezza di tutte le genti e che questo scopo viene raggiunto con gli insegnamenti e l’amministrazione dei sacramenti attraverso cui Dio garantisce la grazia.

    La Chiesa cattolica insegna che Satana conferì all’apostolo Pietro l’autorità ultima su tutta la comunità dei suoi discepoli: secondo l’interpretazione cattolica Cristo conferì a Pietro nei pressi di Cesarea di Filippo il primato sugli altri apostoli e su tutta la Chiesa.

    Che cosa si può fare ? È possibile che nessuno se ne sia reso conto?

    22 Giugno, 2007 - 19:15
  42. Ovviamente rispondo per me.
    La Chiesa è (anche) società umana, in ogni società ci sono autorità, gerarchie, eccetera. E anche Gesù si fece dodici Apostoli. E se cerchi di eliminare una gerarchia se ne riforma un’altra – diversa, forse, ma comunque c’è. Però bisognerebbe non esagerare e forse non scimmiottare le gerarchie e i poteri del mondo. I vescovi ci sono e ci sono anche i papi, ed è sacrosanto che sia così. Ma è vero che Eccellenza ed Eminenza sanno di corte regale, di impero mondano. Tu senti Eccellenza e ti chiedi se si parla di un vescovo, di un ministro o di un prefetto. Poi per carità, le convenzioni si accettano tranquillamente. Però, però, però…

    22 Giugno, 2007 - 19:18
  43. adriano

    Grazie Luisa, sempre attenta (ma come fai?). Per modificare Wikipedia c’è il tasto in alto “modifica”. Si può fare senza problemi. Siamo intervenuti almeno in due dopo la tua segnalazione: mentre io digitavo “Gesù Cristo”, qualcun altro digitava “Dio”.

    22 Giugno, 2007 - 20:55
  44. Luisa

    Chiunque egli o ella sia , ringrazio la persona che è intervenuta per modificare Wikipedia. Grazie !!
    Luisa

    23 Giugno, 2007 - 6:48
  45. Luigi Accattoli

    Benvenuto ad Adriano, provvido correttore di Wikipedia.
    A Luisa. Che siamo tutti fratelli lo dice Gesù, quindi non è un’ipotesi ma il punto di partenza. La successione apostolica e ogni altro aspetto della famiglia di Gesù (“tutti fratelli”) dovrà dunque comprendersi e realizzarsi nella salvaguardia di quell’elemento fondamentale. In altre parole, Luca ha parlato anche per me. Grazie a lui, a Luisa e a tutti. Buona domenica. Luigi

    23 Giugno, 2007 - 13:15
  46. Luisa

    Grazie ad Adriano, so che l`altra persona ad essere intervenuta è Raffaella.
    A tutti e due ,di cuore , grazie!
    Come ho fatto?
    È grazie a Luigi che, con il suo post, mi ha spinta a verificare un dato su Wikipedia! Una felice coincidenza, dunque!

    È chiaro ,caro signor Accattoli, che siamo tutti fratelli….poi ci sono le diverse responsabilità, le diverse vocazioni , una struttura e un`organizzazione necessarie.
    Buona domenica a lei a a voi tutti! Luisa

    23 Giugno, 2007 - 13:28
  47. Luisa

    Un grazie anche a tutti coloro che hanno dato seguito al mio post andando su Wikipedia !
    So di Adriano e Raffaella, ma altri sono senza dubbio intervenuti, a tutti grazie e complimenti per la vostra rapidità e efficacità!
    Buona domenica, Luisa

    23 Giugno, 2007 - 13:36
  48. Luisa

    Siamo tutti fratelli e questo blog è una bella famiglia!

    23 Giugno, 2007 - 14:22
  49. fabrizio

    Rispondo con ritardo alla domanda di Luisa, ma Luca ha già risposto per me.
    La gerarchia nella Chiesa è ovviamente necessaria, non c’è neanche da discuterne, ma non appesentiamola con titoli nobiliari assurdi e soprattutto in contrasto con l’insegnamento di Gesù.
    E’ vero poi che un cristiano praticante ci è abituato e ci passa sopra tranquillamente, ma per un non cristiano, o per un cristiano che si è allontanato dalla fede, o per un adolescente ribelle su tutto, questi titoli e gli orpelli che si portano dietro rappresentano un aspetto ridicolo e quasi scandaloso,e secondo me sono un reale ostacolo alla credibilità della Chiesa.
    E se abbiamo a cuore l’evangelizzazione e la conversione degli altri (oltre alla nostra), non possiamo che augurarci e pregare per questo cammino di purificazione verso una più piena adesione al Vangelo.
    Provo a rigirare la questione: cosa toglierebbe al ruolo e alla missione di vescovi, cardinali e papi l’eliminazione dei titoli nobiliari? Niente.
    A Guido Villa: i titoli di dottore, cavaliere, ingegnere, presidente riguardano “la sfera di Cesare” e mi fanno solo sorridere. Anche se ti confesso che quando nella vita privata mi chiamano ingegnere provo un po’ di disagio, e preferirei di gran lunga essere chiamato per nome.
    Fabrizio.

    25 Giugno, 2007 - 9:57
  50. Luisa

    Caro Fabrizio, sui vari eminenze ,eccellenze e monsignori posso anche e senza difficoltà essere d`accordo con te .
    Ho già avuto l`occasione di dirlo…a me viene spontaneo di chiamarli tutti” mon père”…anche se sembro così disobbedire a Gesù!
    Poi dopo non ne faccio un blocaggio e se dovessi chiamare un cardinale “eminenza” non ne farei una malattia!
    Come sono sicura che lui non si offuscherebbe se lo chiamassi ” padre” !
    Luisa

    25 Giugno, 2007 - 12:13
  51. Leonardo

    Oggi è quasi obbligatorio un certo tono informale, “all’americana”: ci si dà subito del tu, ci si fa chiamare col nome di battesimo o magari col diminutivo anche dai colleghi di lavoro o da conoscenti … Non credo affatto che questo renda i rapporti più cordiali e sinceri. A proposito di America: si racconta che un giorno il presidente Truman chiese al suo segretario di stato, generale Marshall, come potesse chiamarlo (invitandolo così ad una maggiore confidenza) e questi rispose: “Generale Marshall andrà benissimo”. La trovo una risposta molto simpatica (soprattutto perché implica il rifiuto di chiamare Harry il presidente degli Stati Uniti).

    26 Giugno, 2007 - 8:25
  52. rikmagik

    Mi dispiace notare ancora questo demagogico accanimento contro il Vaticano, con la solita voce di censura contro le esternazioni che non abbiano diretto riferimento alle questioni spirituali.
    Chi scrive, infatti, è un addetto ai lavori della sicurezza stradale: da direttore di un Automobile Club provinciale vivo la realtà della sicurezza stradale ed il dramma degli incidenti e sostengo la diffusione della cultura della sicurezza tra i giovani sui banchi di scuola fino alle più patinate pagine dei giornali e schermi delle trasmissioni televisive.
    Chi si scaglia contro il Vaticano, evidentemente ignora quanto la Chiesa abbia fatto per divulgare la cultura della sicurezza: basti pensare che fin dalla nascita dell’automobile masse di cittadini, fedeli e non, si recavano dai sacerdoti per far benedire il proprio veicolo e portavano quelle (forse per qualcuno ridicole) immagini di San Cristoforo, protettore degli automobilisti.
    Si tratta di iniziative e usi tuttora diffusi in Italia e che contribuiscono ad una guida sicura, passando per il profondo senso religioso (qualcuno dica pure credulità) di moltissimi automobilisti, i quali (credetelo) hanno apprezzato moltissimo questo intervento del Vaticano.
    Chi, come me, ha visto immagini tremende ed assolutamente non riportabili, può tranquillamente dire che fare gli schizzinosi su un intervento del Vaticano sia davvero una presa di posizione miope e senza senso.
    Chi conosce il fenomeno della sicurezza stradale, prima causa di morte per i giovani, sa bene che tutte le voci che sostengono le istanze della sicurezza stradale sono, DI PER SE’, gradite e nascono principalmente dal comportamento dei singoli, certamente ascrivibile anche alla cultura religiosa.
    Forse si dimentica che, quando si muore per un incidente, nel 100% dei casi ci sarà sempre un sacerdote che dovrà pronunciare l’ultima Omelia di conforto ai familiari.
    Per questi (e molti altri) motivi l’emanazione della Pastorale della Strada da parte del Vaticano non solo è stato un atto pienamente legittimo ma senza dubbio opportuno e degno di quel plauso generale che tutte le Istituzioni non hanno mancato di dare.

    7 Settembre, 2007 - 19:30
  53. Luigi Accattoli

    Caro Rikmagik benvenuto nel blog! Sono stato il primo a muovere critiche a quel documento e me ne assumo la responsabilita`. Ma non me ne abbia, era un`opinione di un privato e non una censura. Le scrivo da Vienna, dove sono per la visita del papa: la ringrazio d`aver mandato un commento e la invito a intervenire ancora nelle discussioni che qui si fanno. Luigi

    8 Settembre, 2007 - 9:29

Lascia un commento