Il Vaticano e la diplomazia del weekend

Due importanti documenti di papa Benedetto – forse i più importanti come “governo”, tra quanti ne ha firmati fino a oggi – sono usciti di sabato e non sono stati presentati con la rituale conferenza stampa: sabato scorso la lettera ai cattolici cinesi e oggi il “motu proprio” sulla messa tridentina. Pur non volendo cavare grandi significati da piccoli indizi, da vecchio accreditato della Sala Stampa vaticana ricordo che sempre i suoi responsabili hanno avuto cura di non pubblicare documenti importanti il sabato per non incappare nel deserto mediatico del fine settimana, che in Italia avvertiamo poco ma che è totale in Germania, Gran Bretagna, America del Nord e vastamente nel mondo. Altra precauzione è stata sempre quella di incoraggiare l’attenzione dei media con una presentazione affidata ai maggiori responsabili del documento, che si offrivano alle domande dei giornalisti. E’ evidente per i due casi di oggi e di sabato scorso l’intenzione di alleggerire l’impatto mediatico. Devono aver temuto che una buona eco mondiale della lettera ai cinesi costringesse Pechino a una precipitosa risposta negativa. Per la liturgia avranno pensato che era bene non assecondare l’eccesso di attesa che la querelle in materia aveva già acceso in Francia e in America. Una strategia di abbassamento della soglia di percezione era stata adottata – con altra soluzione – nel 2003 per la pubblicazione di un documento della Congregazione per la dottrina intitolato “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali”: invece che di sabato, quel testo fu dato ai media il 31 luglio che è forse – in Europa – il giorno dell’anno con la minore vigilanza mediatica in assoluto. Naturalmente fu dato senza conferenza stampa.

73 Comments

  1. Interessante questa interpretazione sul giorno di pubblicazione e stampa… Anche se, in ogni caso, mi sembra che di questi 2 documenti se ne stia ampiamente parlando. Ad esempio i TG di questi giorni abbondano con il caso sui “perfidi giudei” del venerdì santo… Che poi “perfidi”, almeno in latino – correggetemi se sbaglio – significa “miscredente”.

    Spero in ogni caso che i giornali ei media sappiano riportare al meglio le posizioni del Vaticano e non, come spesso invece accade, dare voce solo ad una parte dei fatti, interpretandoli in modo fazioso. Non parlo ovviamente nè di Luigi Accattoli, nè di persone altrettanto brave come Andrea Tornielli o De Carli, ma, per fare il nome di una testata che conosco fin troppo bene: il Secolo XIX.
    Scusate se parlo in maniera così diretta, ma è pieno di gente – almeno a Genova – che leggendo le cose mal riportate di questa testata le assume come vere e imposta tutta una serie di discorsi di conseguenza. Sul sito stesso della Diocesi di Genova troverete diverse prese di distanza dal Secolo da parte della Curia genovese (ossia da parte di Angelo Bagnasco presidente della CEI). Ed è bene che si dica con chiarezza chi fa male il suo compito, perchè possa correggersi e migliorare (si spera).

    Un cordiale saluto a tutti
    Andrea Macco

    7 Luglio, 2007 - 17:13
  2. Leonardo

    Io spero che la lettera di accmpagnamento del Motu Proprio, così ‘ratzingeriana’ nel suo pacato e rasserenante argomentare, convinca molti cattolici che non c’è nulla da temere da questa decisione, ma anzi ci si possa aspettare solo del bene. Il carattere di ‘straordinarietà’ del ‘vecchio rito’ (passatemi l’espressione, per brevità) credo che possa essere proficuamente inteso nel senso che diventa un’opportunità per reimparare che cosa la liturgia dev’essere sempre, anche con il ‘nuovo rito’, destinato (non fosse che per ragioni linguistiche) a rimanere quello ordinario: opus Dei, non azione umana. Il papa lo dice chiaramente: basta con le messe ‘creative’ (e io, che posso parlare più liberamente chioserei: basta col narcissimo clericale di tanti celebranti). Basta con le prediche lunghissime e piene di luoghi comuni politicamente corretti. Basta con gli strimpellatori. Basta con l’assenza di silenzio nella liturgia. Basta davvero, perché non se ne può più!

    7 Luglio, 2007 - 18:24
  3. Luisa

    Condivido il messaggio di Leonardo. Sono stata molto toccata leggendo la lettera, dal tono pacato, di Papa Benedetto,la sua umanità, bontà, la sua preoccupazione di Pastore traspaiono(?) ad ogni linea.
    E mi sono commossa leggendo il passaggio sulle deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile che hanno ferito molte persone.
    Posso testimoniare della verità delle parole del Papa.
    Sono quelle deformazioni che mi hanno allontanata dalla pratica della fede.
    Sono stata ferita da quegli abusi, mi sono allontanata , e il mio allontanamento è stato come una legittima difesa contro l`agressione che subivo domenica dopo domenica.
    Luisa

    7 Luglio, 2007 - 20:03
  4. Leonardo

    A Luca: beh.

    7 Luglio, 2007 - 20:47
  5. Non ho parole: stasera i sacerdoti della mia parrocchia hanno pubblicamente affermato al termine della Messa che non celebreranno mai il rito tridentino e che quindi i fedeli sono pregati di astenersi dall’avanzare apposite domande; al massimo, hanno aggiunto, “rivolgetevi direttamente al Vescovo, noi abbiamo studiato il Messale di Paolo VI e la Messa in latino è ormai superata”. Ma non solo: i due sacerdoti sono arrivati al punto di dire “non capiamo perchè il Papa abbia voluto questo motu proprio”. Ma ci rendiamo conto? Io dico: il rito tridentino può piacere o no, ma come può un semplice parroco di campagna opporsi ad una precisa disposizione del Santo Padre? E’ il colmo…povera Chiesa…aveva ragione Joseph Ratzinger alle meditazioni della Via Crucis del 2005: la Chiesa è una barca che affonda perchè è piena di immondizia!

    7 Luglio, 2007 - 21:55
  6. Diego Ruggiero

    Se l’articolo 1 afferma che il rito secondo il messale di Giovanni XXIII è straordinario, perchè poi Benedetto XVI fa di tutto per renderlo “ordinario” permettendo di celebrarlo con tanta larghezza da farne un vero e proprio rito alternativo a quello di Paolo VI?
    Se nelle celebrazioni senza popolo non fa specie celebrare con l’uno o con l’altro messale non è che Benedetto cade in contraddizione?
    Tanto valeva dire che ambedue i messali sono espressioni “ordinarie” dell’unico rito…

    7 Luglio, 2007 - 23:07
  7. Devono aver messo i saldi anche per le Lauree in Liturgia e Teologia…
    Mah…

    7 Luglio, 2007 - 23:20
  8. Luigi Accattoli

    A Diego Ruggiero. Penso che la mente del papa vada cercata insieme nelle parole e negli atti. Egli afferma che il messale di Paolo VI è la forma ordinaria del rito romano e infatti quello usa quando celebra. Assume come elemento determinante della straordinarietà dell’altro la sua ricerca da parte di “non pochi”: dice “straordinario” come a dire “su richiesta”. Si fa see un gruppo stabile lo chiede, se lo vuole una comunità religiosa, se il singolo sacerdote lo preferisce. Non ci vedo contraddizione. La Chiesa di suo offre il rito romano nella forma rinnovata, a richiesta lascia la possiblità di quello antico. Io sono per il nuovo messale ma approvo l’arricchimento che viene dalla compresenza del vecchio. Sono per il nuovo per tanti motivi: perchè i miei figli non capirebbero nè accetterebbero il latino, perchè il nuovo ha una più vasta e sapiente offerta di letture bibliche, per la polifonia delle preghiere eucaristiche e la possibilità di scelta tra diverse formule di prefazi e collette, per l’aggiunta dei salmi responsoriali che nel vecchio erano ridotti alle antifone. Infine per la preghiera dei fedeli che dà voce all’assemblea. Ma batto le mani a un’innovazione che va nel senso della pluralità, della varietà, della libertà. La nuova liturgia ampliava le possibilità, il recupero dell’antica offre una possibilità aggiuntiva. Che ne dice – Diego – di provare a vederla così? Luigi

    8 Luglio, 2007 - 0:01
  9. Luisa

    Gianluca, il tuo post mi sconvolge, ma forse non dovrebbe nemmeno sorprendermi!
    È mai possibile che un prete che sia di campagna o di città, a qualsiasi livello si trovi, di preparazione, di formazione, di cultura, possa permettersi apertamente di dire che LUI disubbidirà al Papa, che a LUI il Motu Proprio del Papa non interessa un bel niente perchè LUi pensa che la Messa in latino è superata.
    E penso che la più grande resistenza verrà proprio da coloro che nemmeno conoscono il latino, e già per me questa è una grande scoperta perchè ho creduto sino ad oggi che il latino restasse la lingua ufficiale della Chiesa e che dunque i suoi ministri, tutti, la conoscessero, avendola imparata im seminario.
    È così o mi sbaglio?
    Temo che questa decisione del Papa, alla quale io sottoscrivo con gioia e riconoscenza, metterà in luce l`indigenza della formazione dei nostri preti, senza generalizzare.
    Mi viene in mente la discussione fra due ecclesiatici, che( con grande indiscrezione) ho sentito a Roma : i due si dicevano che la situazione nei seminari è molto grave perchè vedevano arrivare dei giovani che avevano delle idee su tutto e che rifiutavano, semplicemente, l`ubbidienza!
    Ciò mi preoccupa, ma voglio sperare che le buone volontà, l`intelligenza, e la vocazione finiranno per avere ragione di queste resistenze .
    Buona domenica, Luisa

    8 Luglio, 2007 - 7:52
  10. Luisa, ribadisco: povera Chiesa…il Papa porta davvero una grande Croce.

    8 Luglio, 2007 - 10:17
  11. Guido Villa

    Premetto che sono una persona che partecipa e parteciperà più che volentieri alla S. Messa in lingua volgare. Ritengo però che si debba lasciare liberi di parteciparvi chi si sente più a suo agio con il vecchio rito.
    Non sorprende che molti sacerdoti esprimano, pubblicamente, il loro dissenso, e nella pratica, riaffermino che la loro unica obbedienza è nella disobbedienza alla Chiesa ed al Papa. La stessa cosa avviene con la Comunione sulla mano, che la Chiesa vieta sia imposta ai fedeli, e con l’abuso imperante dell’utilizzo dei cosiddetti “ministri straordinari dell’Eucaristia”.
    Questa cosa non sorprende dal momento che già la maggioranza dei vescovi nn aveva seguito l’invito esplicito di Giovanni Paolo II di concedere “generosamente” autorizzazioni alla celebrazione di S. Messe secondo il rito tridentino.
    Sono sempre così i “liberali”, liberali quando cioè fa loro comodo, e mai sulle cose che essi non riconoscono.
    A questo punto, penso che i fedeli che hanno la sfortuna di trovarsi a contatto con questi sacerdoti si possono sentire autorizzati a disobbedire loro, perché disobbedire ai disobbedienti è in realtà un atto di obbedienza verso la Chiesa.
    Nella mia parrocchia, qui a Zagabria, il nostro parroco ci ha invece già detto una settimana fa con entusiasmo che lui la S. Messa in latino la farà senz’altro.

    8 Luglio, 2007 - 10:55
  12. Leonardo

    I motivi del gesto plateale (e immotivato, direi, perché nessuno aveva chiesto niente) dei due sacerdoti di cui ha scritto Gianluca possono essere tanti. A dichiarare la propria disubbidienza al papa ci si sente moderni e coraggiosi (tanto non si rischia nulla!), e il fenomeno può inquadrarsi in quello che sopra chiamavo ‘narcisismo clericale’. In fondo, però, si tratta di una manifestazione di quel soggettivismo che avvelena la vita della chiesa oggi e in particolare il modo di praticare la liturgia. Il papa lo ha già detto molto chiaramente, quand’era cardinale: si ha troppo spesso l’impressione che i celebranti si comportino come se la liturgia fosse una performance da eseguire davanti a un pubblico, e non un’azione sacra da compiere davanti a Dio.
    Quando sento dire che c’è bisogno di ‘animare la liturgia’, misuro quanto siamo caduti in basso.

    8 Luglio, 2007 - 11:04
  13. Povera Chiesa davvero! Conosco alcuni sacerdoti che non hanno un buon rapporto nemmeno col loro vescovo. Qualche anno fa qui a Genova il Card. Tettamanzi lanciò l’iniziativa dei “testimoni del vangelo di Marco”, annunciato e portato in ogni famiglia da una serie di laici che avessero seguito un corso di formazione vicariale della durata di diversi mesi. Fu una iniziativa in grande stile, bella, sulla valorizzazione dell’avengelizzazione da parte non solo dei consacrati. Invece trovò opposizione sapete in chi? in diversi sacerdoti, che non mandarono fedeli delle loro parrocchie al corso, anzi, lo sconsigliarono!!!! E se uno ci fosse andato di testa propria, poi non appoggiarono questa consegna del Vangelo nelle famiglie, perchè “spetta ai preti, ma cosa si mette in testa il Vescovo!”
    Rimasi esterefatto, chissà il povero Cardinale! (ed io non sono nemmeno un fan di Tettamanzi. Preferisco Bertone e Bagnasco, ma questi son gusti personali).

    Per non parlare di situazioni ben peggiori. Preti che pongono out out: O mi cambi di parrocchia o lascio il presibiterato. SENTITI COI MIEI ORECCHI e poi accontenati per non avere una parrocchia in piu scoperta. Se questi son i discorsi da apostoli pronti a tutti per Dio e il Vangelo, che lascino!

    Guardate, io son il primo che difende i sacerdoti, perche tanti sono santi. Veramente santi. E difendo l’operato della Chiesa, sempre. Queste sono “critiche dall’interno”, un “rimboccarsi le maniche fattivo”. Un dire a chi la pensa come me: preghiamo per questi sacerdoti, facciamo qualcosa per loro!Perchè questi casi e queste situazioni rischiano davvero di fare male a tutta la Chiesa.

    Buona domenica a tutti i frequentatori di questo Blog!
    Andrea M.

    8 Luglio, 2007 - 11:05
  14. rosalba

    Oggi ho letto il Corriere,ho letto le due pagine sul motu proprio.Ma non credo sia corretto dire che ritornano le espressioni antisemite nella liturgia. Il Venerdì Santo infatti non sarà possibile celebrare la messa in latino. Mi è sembrata una cosa stranissima, quindi ho provato a documentarmi, ma era ovvio che il Papa avesse pensato a tutto.

    8 Luglio, 2007 - 11:12
  15. giorgioceccon

    Gesù Cristo parlava in aramaico,per secoli e secoli tanta chiesa ha scritto sacro e parlato greco;vogliamo dimenticare l’ebraico?
    La lingua importerebbe poco,se non fosse caricata di valenze extra evangeliche,extra razionali,extra buon senso.
    Se il papa tedesco avesse 40 anni di meno (vi fa rimpiangere il polacco!)non si sarebbe mai sognato di rimettere il latino.
    Ha fatto un’uscita in linea coi suoi gusti, e con quelli dei sopravvissuti della sua generazione.

    8 Luglio, 2007 - 11:18
  16. Luigi Accattoli

    Un benvenuto cordialissimo a Rosalba. E’ vero che il vecchio messale non può essere usato durante il “triduo santo” nelle celebrazioni “senza il popolo”, ma questo vuol dire che può essere usato anche in quei giorni nelle celebrazioni con il popolo. Del resto è già usato, compresa la preghiera per gli ebrei, dai gruppi che hanno ottenuto l’autorizzazione con l’indulto del 1988. Luigi

    8 Luglio, 2007 - 11:35
  17. Luisa

    Per Giorgio Ceccon, sempre così amabile nei confronti d Papa Benedetto :
    stamattina sono andata ad una Messa col rito tridentino.
    Il sacerdote ha spiegato con grande chiarezza il Motu Proprio e si è lungamente soffermato sulla lettera del Papa, e sa che cosa le dico ? I fedeli non avevano l`aria di sopravvissuti, fossili della generazione del nostro caro e amato Papa Benedetto, vi erano famiglie, molti giovani, coppie giovani , anche persone più anziane, e una grande partecipazione, nel raccoglimento.

    8 Luglio, 2007 - 11:48
  18. Maria Grazia

    Grazie,dottor Accattoli,per le sue spiegazioni.
    Sono veramente colpita dalla lettera del Papa,piena di umiltà e bontà.
    Tutto il tono della lettera rispecchia fedelmente l’animo limpido e onesto di Benedetto XVI.Quel breve richiamo alla sua sofferenza dopo l’abolizione dell’uso del Messale antico dovrebbe insegnare a molti preti come ci si comporta:si può dissentire,anche soffrire,ma l’obbedienza è la prima virtù.
    Gianluca ha dato l’idea di ciò che potrà succedere in tante parrocchie,l’ammutinamento dei preti.
    Quanta arroganza,quanta mancanza di umilità in certi ministri che sono la prima causa della fuga dei fedeli dalla Chiesa.
    Mi fa molto male ciò che ha scritto Gianluca.Il Santo Padre ha concesso una possibilità a tutti e iniziano già gli ammutinamenti,nonostante il motu proprio entri in vigore a settembre.
    Spero con tutto il cuore che i vescovi organizzino il tutto per bene perchè atteggiamenti come quelli descritti da Gianluca gettano i fedeli nelle braccia dei tradizionalisti ad oltranza.
    Ringrazio Luisa per la sua testimonianza che dimostra come siano falsi certi luoghi comuni.
    Caro Ceccon,se il Papa avesse 40 anni di meno,sarebbe un quarantenne.Di conseguenza non sarebbe stato eletto pontefice e noi non potremmo godere della sua alta guida spirituale.Come mai coloro che offendono i fedeli tradizionalisti nel nome della modernità e della democrazia,scadono in forme celate di “razzismo”?Tedesco,polacco.Pensavo che certe piccolezze fossero ormai superate ma evidentemente quando non si hanno argomenti solidi si prediligono le armi smussate.Mi piacerrebbe essere una sopravvissuta ottantenne.Sicuramente avrei più cultura.
    Saluti MG

    8 Luglio, 2007 - 16:24
  19. Syriacus

    …Da un pò sta circolando su vari blog cattolici questo filmato messo su YouTube da Padre Finnigan (sacerdote filo-tradizionalista che tiene il blog The Hermeneutic of Continuity) ; per quanto certi lo trovino di pessimo gusto e/o sacrilego, molti altri ci piangono sopra dal ridere (o dalla gioia, a seconda, o ridono per non piangere…) .Comunque a mio avviso dà un pò a suo modo ‘il polso della situazione’ : va visto in chiave catartica, per gente che da anni attendeva un pronuncimento liberatorio come quello di sabato (Roma locuta…)
    Comunque, checchè se ne pensi, è decisamente più spassoso di quello famigerato ‘della BBC’ che circolava underground mesi fa… -specialmente per il sinc di immagini di un Ratzi sorridente con un ben noto tv-theme americano… 🙂

    http://www.youtube.com/watch?v=mEdyIvvUJB0

    http://blogs.telegraph.co.uk/ukcorrespondents/holysmoke/july07/traditionallatinmass.htm

    http://the-hermeneutic-of-continuity.blogspot.com/2007/07/summorum-pontificum-celebration-video.html

    8 Luglio, 2007 - 17:12
  20. Leonardo

    Grazie della segnalazione: io l’ho trovato simpatico. Spesso i tradizionalisti sono un po’ acidi, invece qui c’è ironia e leggerezza, e nello stesso tempo non le manda a dire …

    8 Luglio, 2007 - 17:48
  21. Luisa

    Grazie Syriacus !
    Beh , su un tono che si vuole divertente questo video mostra immagini che illustrano la creatività di cui parla Papa Benedetto e che sinceramente non mi fanno ridere per niente , anche perchè è davanti a questi abusi che io ho preso la fuga anni fa!

    8 Luglio, 2007 - 17:55
  22. Mattia

    Scusate la mia finezza, però ora mi sono davvero rotto…
    di certi cardinali…certi vescovi…certi preti…laici…e quant’altro..
    se questo documento (come tutto il resto, d’altronde) l’avesse redatto il “caro” e “tanto amato” Wojtyla, tutto questo casino non sarebbe successo…che squallore…
    sarò uno dei pochi con queste idee, ma ne vado fiero..
    ABBASSO KAROL WOJTYLA
    W JOSEPH RATZINGER!

    8 Luglio, 2007 - 19:07
  23. FABRICIANUS

    Io vedo bene il Motu Proprio “SUMMORUM PONTIFICUM”.
    E’ un riconoscimento della ricchezza del rito Tridentino. L’importante è che non si crei un dualismo tra i due Messali.Ma riguardo a ciò, penso ci venga in aiuto la Lettera del Santo Padre allegata al Motu Proprio: Il rito Ordinario rimane il Messale di Paolo VI.
    Curioso ma efficace, ciò che Benedetto XVI scrive nella lettera: (riporto parafrasando) “Difficile che l’antico Rito possa avere un forte sviluppo: non sono molti i Sacerdoti con una “intensissima formazione liturgica”, e soprattutto, sono ormai pochi a conoscere il latino”…

    Tornando al MOTU PROPRIU l’importante è, secondo me, che ci riporti a un clima di unità e riconciliazione. Il Messale non va usato come una clava: Noi siamo Tridentini e siamo più bravi…oppure: Noi siamo Paolini e più in gamba di voi rimasti al 1962. No, così non sia, ma ci sia reciproco rispetto e riconoscimento armonioso.

    Riguardo ai seguaci di Lefebvre, temo che difficilmente si riavvicineranno: è sul DIALOGO INTERRELIGIOSO(oggi irrinunciabile) E SULL’ECUMENISMO che la Fraternità di San Pio X non ci sente per nulla.
    Un caro saluto a tutti nella DOMENICA DEL SIGNORE.

    8 Luglio, 2007 - 20:28
  24. Guido Villa

    Per Luisa: comprendo la Sua sofferenza, vorrei però raccontarle in breve la mia esperienza sperando che possa aiutarla. Nella mia ex parrocchia di Gazzaniga (Diocesi di Bergamo) ne ho viste di tutti i colori, soprattutto nelle S. Messe celebrate dal giovane curato per i bambini del catechismo ed i loro genitori (era la S. Messa in assoluto più frequentata). Una volta, nella domenica in cui si leggeva il brano di Vangelo delle nozze di Cana, al momento dell’omelia il curato si è presentato con uno zainetto a mo’ di montanaro (sopra gli abiti liturgici da celebrante), dicendo: E’ finita la Coca-Cola! A questo punto qualcuno ha diffuso attraverso gli altoparlanti musica da discoteca e i bambini si sono tutti diretti nello spazio centrale della chiesa tra le due file di banchi per ballare (come si fa in discoteca). Un’altra volta il curato ha iniziato la sua omelia (sic!) facendo diffondere una canzone di Domenico Modugno, passando poi per i banchi chiedendo ai fedeli chi fosse il cantante del quale veniva diffusa la canzone. Altre volte al posto dell’omelia ha portato lavagne o schermi facendo vedere film. Nel corso di queste S. Messe animavo il canto (con la chitarra), e solo la grazia del Signore mi ha trattenuto dal prendere ed andarmene (sarebbe poi stato uno scandalo perfino maggiore). Per amore del Signore e della S. Messa (dopotutto era sempre una S. Messa) ho continuato a svolgere questa funzione per diversi anni. Avrei potuto anch’io perdere la fede, ma non è successo, e devo solamente ringraziare la Madonna che mi ha aiutato in questo senso. Ho infatti avuto la grandissima grazia di potere andare spesso e a lungo a Medjugorje, dove la Madonna ci prende con le sue mani purissime di Mamma del Cielo, ci solleva, e ci fa superare il muro che abbiamo costruito, o che altri hanno costruito attorno a noi, e ci riporta nella Chiesa, perché nonostante tutti i difetti, di noi laici e dei ministri, solo nella Chiesa c’è la sorgente viva di salvezza (i sacramenti!), al di fuori di essa non c’è vita. Spero che anche Lei possa fare questa esperienza, e pregherò perché Lei possa tornare a gustare appieno all’interno della Chiesa la ricchezza di grazie che essa, nonostante la nostra povertà di uomini, trasmette e che viene da Nostro Signore che è Capo della Chiesa stessa.

    8 Luglio, 2007 - 21:26
  25. fabrizio

    Ho letto anche io le due pagine del Corriere e devo fare un’osservazione a Luigi. Nel suo articolo la descrizione dell’onorevole Borghezio raggiante per il Motu Propriu mi è sembrata un vero colpo basso.
    Saluti
    Fabrizio

    8 Luglio, 2007 - 21:35
  26. Leonardo

    A Guido Villa mi permetterei di dire, con tutta la comprensione possibile, che però a certi abusi bisogna anche opporsi. Forse prender su e andarsene non sarebbe stata una cattiva idea. Far conoscere la situazione al vescovo, pure. Poi magari il vescovo non faceva niente, ma almeno …

    8 Luglio, 2007 - 22:18
  27. Diego Ruggiero

    Per Luigi: la tua interpretazione può essere condivisibile perchè il carattere della straordinarietà del vecchio messale rimarrà. Infatti “su richiesta” il popolo potrà usarlo, “su richiesta” potranno farlo anche gli istituti…tuttavia resto dell’avviso che il singolo sacerdote che celebrerà la messa senza popolo SEMPRE con il messale di Giovanni XXIII, renderà ordinario ciò che deve restare straordinario. Mi sembra di aver letto nella Sacrosanctum Concilium che le azioni liturgiche non sono azioni private ma celebrazioni della Chiesa, che è «sacramento dell’unità », cioè popolo santo radunato e ordinato sotto la guida dei vescovi.
    Il sacerdote che nella messa senza popolo sceglierà perchè lo “preferisce” (come tu dici) il messale di Giovanni XXII non farà alcuna richiesta a chicchessia, rendendo ordinario quel che dovrebbe essere straordinario. Non si rischia il soggettivismo?
    Scusami per le imprecisioni teologiche…

    9 Luglio, 2007 - 0:50
  28. Scusate il “boh” di ieri, ma ci stavo pensando su. Continuo a pensarci su. Con alcune precisazioni:

    – Scusate il realismo, è del tutto ovvio che il sacerdote nelle messe senza popolo fa quel che gli pare. Quantomeno perché nessun altro sa cosa fa. E se è un prete attaccato al vecchio rito è probabile che già vi celebri. Per me, casomai, è una contraddizione e un retaggio del passato la messa senza popolo (dove c’è un popolo, non parlo del card. Von Thuan – sia venerato il suo nome – che celebra nella cella del campo di detenzione!), ma capisco che, visto che c’è ognuno se la faccia per conto suo.

    – Così, a occhi, quei due sacerdoti di Genova avrebbero potuto parlare diversamente. Avrebbero potuto rassicurare i propri fedeli dicendo che il “motu proprio” non avrebbe toccato in nulla la loro messa, e che non ci sarebbe stata nessuna messa tridentina, dal momento che in quella parrocchia non c’era nessun gruppo “stabilmente legato al vecchio rito”. E aggiungere, casomai, che se qualcuno avesse avuto richieste in quel senso le inoltrasse al vescovo. Molto meno spettacolare, molto più sereno per tutti.

    – Il mio parroco non ha detto neanche una parola (neanche un “boh”) sul motu proprio e la messa è filata via composta e diritta come sempre.

    – Ammetto di aver sottovalutato gli “abusi”. Pensavo che gli “abusi” fossero il più delle volte messe un po’ sciatte, tirate via. O qualche canto discutibile; o qualche trovata “creativa”, sì, ma non al livello di quelle descritte. Che possono avere anche un valore pastorale (sono certo delle buone intenzioni di quel parroco!) ma che hanno anche pesanti, pesanti controindicazioni. Se anche la fede di una sola persona, come Luisa, è stata messa in difficoltà, bisognava o bisogna porsi il problema.

    – Detto questo, il problema di Luisa e di tanti altri non si risolve con la messa tridentina. Si risolve con una messa “riformata” bella, curata, sobria e magari pure solenne. La riforma liturgica ha avuto pregi immensi, NON riduciamola ai suoi abusi. Sarebbe triste, peggio ancora sarebbe falso.

    – Casomai ritocchiamo certi testi, certi inni, certi oremus che hanno perso moltissimo rispetto al latino, vuoi per sciatteria della traduzione, per un cattivo concetto di “semplificazione”, vuoi anche per paura di certi concetti teologici che sono stati banalizzati o a volte perfino espunti, non si capisce perché. Ci siamo privati di alcune importanti ricchezze (gli inni italiani della Liturgia delle Ore non saranno brutti e infinitamente più poveri di alcuni inni della tradizione? Non potevamo tradurre un po’ meglio?).

    – La nostra visuale “italiana” è probabilmente un po’ strabica. Da noi i tradizionalisti sono pochissimi, anche se spesso ben organizzati. E credo che le richieste saranno molto poche: i gruppi già esistenti, e ben poco altro. Lo dico “sine ira et studio”.
    Bisognerebbe avere qualche informazione in più su come vanno le cose in Francia o altrove, perché se no mi sa che non capiamo parecchie cose del motu proprio, delle sue motivazioni e delle reazioni (o non reazioni: avrete notato che la Francia tace).

    – Se Borghezio esulta è una notizia, e bene ha fatto Accattoli a riportarla. Dai cartelli in padano contro Roma ladrona, alla messa in latino, il salto è notevole, e ci rende felici tutti quanti.

    9 Luglio, 2007 - 7:44
  29. …come al solito un po’ polemico, ma nel rispetto di tutti:

    – se l’intento del “motu proprio” è quello del perseguire l’unità della Chiesa (bene) mi aspetto che siffatta sensibilità sia applicata anche ad altre situazioni che non sono ancora scismastiche (alcune comunità di base, alcune realtà legate alla teologia della liberazione, il cammino neocatecumenale etc etc) con cui si sta usano invece molto bastone. Meglio prevenire che curare…

    – a me risulta (da fonte attendibile) che il Papa abbia fatto abbastanza di testa sua (come ha pienamente diritto di fare peraltro): il collegio cardinalizio era in maggioranza contrario. In specie Lehmann che invece mi pare essere passato tra quelli che lo hanno sostenuto.

    – la liturgia. è vero che probabilmente non si tratterà di una rivoluzione coperinicana. Però anche solo tornare ad una liturgia, che sebben riformata da Giovanni XXIII, era comunque più povera di quella del I millennio e soprattutto pensata quasi solo a beneficio del celebrante, ma fa riflettere… Certo di liturgie se ne vedono di ogni. Ma preferisco quelle anche sguaitamente partecipate a quelle dove sembra di stare in un ufficio del catasto.

    9 Luglio, 2007 - 8:22
  30. Ho consegnata la richiesta con 92 firme ai parroci di cui ai miei precedenti post per la celebrazione con rito tridentino il giorno 21 settembre…voglio vedere che fanno. E’ ovvio che la mia è una provocazione, perchè mi va benissimo il Messale di Paolo VI, ma sono proprio curioso di assistere all’evolversi della situazione.

    9 Luglio, 2007 - 9:05
  31. bonzieu

    Per Guido Villa: forse le “esagerazioni” del suo curato le hanno dato fastidio, ma teniamo presente che si trattava di una messa per i ragazzi e le loro famiglie.
    Da me succede esattamente il contrario: il coadiutore tiene delle omelie forse ottime dal punto di vista teologico, ma con la grande capacità di far annoiare i ragazzi che vedono la messa della domenica come un “obbligo noioso” e non si ricordano nulla di quello che hanno sentito in chiesa.
    Mi è capitato invece di frequentare per caso alcune messe in una parrocchia vicina, dove il parroco si presentava sull’altare con degli arnesi da muratore, con una lavagna per fare degli schizzi e coinvolgeva molto i ragazzi (alcuni ragazzi hanno addirittura misurato l’altare con una bindella!). Il messaggio che voleva far passare di volta in volta era semplice e realizzato con il coinvolgimento dei ragazzi che se lo ricordavano anche a distanza di settimane.
    Quindi, che dire… secondo me un prete deve saper rendere il rito della messa e l’omelia interessanti per il popolo che ha di fronte. Poi è normale che non potrà accontentare tutti.
    Ma se non si cerca di parlare ai ragazzi con un linguaggio a loro comprensibile, fra qualche anno avremo le chiese e gli oratori vuoti…

    Per quel che riguarda la messa tridentina: boh! sono perplesso…

    Eugenio

    9 Luglio, 2007 - 9:32
  32. Leonardo

    Io credo che non si debba sottovalutare la portata del giudizio che il cardinale Ratzinger, ora Benedetto XVI, ha più volte espresso sulla deriva liturgica postconciliare. (Sia chiaro: non è in questione ciò che il concilio ha detto, ma ciò che è stato fatto dopo).
    Il problema non è di forma, cioè di esecuzione più o meno dignitosa ed elegante delle rubriche piuttosto che di eccessive libertà nell’interpretarle, di qualità dei testi e delle traduzioni eccetera: tutte cose importanti ma secondarie. Il giudizio con il quale misurarsi è che la crisi della liturgia sia una crisi della fede (e viceversa, che l’attuale crisi della fede dipenda dalla crisi della liturgia). Se non è adorazione del Mistero divino fisicamente presente, avvenimento reale dell’unico sacrificio salvifico, la messa diventa un «gioco vuoto» (parole di Ratzinger) in cui la comunità celebra se stessa, paragonabile alla danza attorno al vitello d’oro.
    Voi pensate davvero che si possa dare per scontato che la maggioranza dei cattolici, preti compresi, creda alla presenza reale?
    Il rigore, le infinite cautele con cui la vecchia liturgia circondava il proprio nucleo divino (passatemi l’espressione) potevano apparire fredde, burocratiche, incomprensibili e tutto quello che volete, ma la sciattezza e l’approsimazione che sono seguite esprimono (e al tempo stesso aggravano) una situazione in cui la fede nella presenza del Mistero vivente è molto, molto ‘virtuale’.

    9 Luglio, 2007 - 9:38
  33. Luisa

    Ringrazio Guido Villa per le sue parole.Io non ce l`ho fatta, mi sono sentita aggredita nel più profondo del mio essere. Ho dovuto scappare via.
    Ho già spiegato come per grazia ricevuta, alla morte di Giovanni Paolo, e con la venuta di Benedetto XVI,io sia ritornata alla pratica della fede, e vi assicuro che sono stata io la prima sorpresa davanti all `irruzione(?) e alla forza di quella che per me è stata una ri-conversione se non una conversione. perchè non ho mai perso la fede in Gesù Cristo che ho senpre considerato il mio solo e unico Maestro, anche durante le mie peregrinazioni, in altri paesaggi religiosi.
    Ho trovato finalmente una parrocchia tenuta da religiosi, molto rispettuosi della liturgia e fedeli al Santo Padre.
    Ma anche qui, devo prendere su di me di alzarmi presto la domenica ,per potere assistere ad una Messa , senza neonati che piangono, bimbi che corrono fra i banchi, o che giocano nei confessionali trasformati in mini-sale da gioco, mamme che allattano i loro neonati, genitori incuranti del disturbo che provocano, che non possono seguire la Santa Messa troppo preoccupati a correre dietro i loro figli , quando lo fanno…, e che impediscono gli altri fedeli di poter raccogliersi con il dovuto silenzio.Quante volte la voce del sacedote è coperta da pianti e grida . Ne ho parlato al religioso, che mi ha detto soffrire di questa situazione, ma che purtroppo è impotente davanti ai genitori che si offendono se si fa loro un`osservazione.
    Ho riflettuto molto su questo, rimproverandomi anche di essere intollerante. Forse è vero, ma ho una troppa viva coscienza dell`importanza, del significato della Liturgia, del suo carattere sacro, del mio bisogno di viverla nel raccoglimento.
    Penso anche che c`è un tempo per ogni cosa e che la chiesa durante la Messa non è il luogo nè il momento per dei bimbi che non hanno la maturità , e la capacità fisica di stare tranquilli!
    Lo so che dicendo questo mi sto attirando le ire degli Italiani…..Italia ….che amo così forte…. e dove il bambino è re!
    Dunque, “de guerre lasse” vado alla Messa del mattino presto…sperando che i neonati stiano dormendo comodamente nei loro lettini!
    …È una mamma di 3 figli che ha scritto questo post! 😉
    Saluti, Luisa

    9 Luglio, 2007 - 9:57
  34. Cara Luisa,
    è bene che i bambini vadano a Messa fin da piccoli…ed è bene che i genitori gestiscano le loro naturali intemperanze, permettendo a tutti di seguire la celebrazione che, del resto, è arricchita dalla presenza delle famiglie. Credo che occorra molto rispetto reciproco, da parte di tutti, e rispetto per i Misteri che vengono celebrati: e che il parroco debba vigilare su questo rispetto. Credo che di per sé sia un male cercarsi celebrazioni “a nostra immagine e somiglianza”. La comunità è un dono che ci viene fatto, anche quando non ci piace.

    Infine una domanda: ma i bambini che piangono in latino disturbano di meno?

    9 Luglio, 2007 - 10:09
  35. fabrizio

    Anche a me non piacciono le celebrazioni settarie. Non sono convinto delle messe solo per bambini e mi sembra che alle messe senza bambini manchi qualcosa.
    Certo sta poi alla sensibilità di noi genitori e al nostro rispetto verso il resto dell’assemblea e dell’eucarestia evitare che i figli intemperanti non diventino il centro dell’attenzione (e disattenzione).
    Credo che si possano educare i bambini al senso del sacro e a partecipare anche senza fare il girotondo intorno all’altare, perchè bisogna far capire loro che quello che sta avvenendo è qualcosa di diverso sia da un festa di oratorio che da un’ora di catechismo.

    Sogno un’unica messa domenicale che riunisca tutta la comunità, che tenga conto delle diverse sensibilità ma che metta al centro il mistero eucaristico.
    Credo che solo così si possa formare una comunità in cammino ed educarci al dono dell’altro.

    9 Luglio, 2007 - 10:36
  36. Luisa

    E come potete spiegare ad un neonato il Mistero Eucaristico?
    Come potete dirgli che il momento scelto per piangere non è il più adatto perchè il sacerdote sta sollevano l`Ostia consacrata?
    Mi dispiace, ma continuo a pensare , a sentire più che a pensare, che a parte le Messe da noi chiamate Messe per le famiglie, i genitori dovrebbero oganizzarsi per creare una “garderie”, un nido(?) per i bambini più piccoli.
    Arriverà il momento in cui i bambini saranno in modo di capire che la Messa è un momento speciale, in cui devono stare tranquilli , e sarà per loro l`inizio di quel cammino di preparazione che li porterà a ricevere la Comunione.
    Mi dispiace Luca, ma io non cerco messe a mia immagine e somiglianza,e questa tua osservazione mi stupisce, cerco solo di partecipare alla Santa Messa, al Mistero , cerco di prepararmi all`incontro con Gesù, a riceverLo.
    Non sono certo le liturgie che devono somigliare a me semmai le liturgie e i celebranti non dovrebbero dimenticare Chi e che cosa si stia celebrando.
    Le liturgie dovrebbero essere il riflesso, l`immagine della bellezza assoluta che si celebra.
    La tua osservazione sui pianti in latino…. che si voleva forse essere una battuta divertente mi sembra in realtà rivelare da parte tua un giudizio sul rito tridentino che non lascia dubbi…. non penso che ti aspetti una risposta da parte mia.
    Mi permetto di ricordarti che anche la messa di Paolo VI, può essere detta in
    latino!
    Cari saluti, Luisa

    9 Luglio, 2007 - 11:06
  37. Francesco73

    L’unica cosa che mi lascia perplesso, in questa scelta del Santo Padre, è un eccesso di preoccupazione benevola verso i lefebvriani.
    Nel senso che loro hanno rotto la comunione della Chiesa e se ne sono andati sbattendo la porta, e questo mi pare un gesto che – a prescindere dal merito delle ragioni – merita sempre un processo di conversione e di penitenza, che non so se sia stato sollecitato abbastanza.
    Come si capisce dalle cose che scrivo, io non sono affatto un “progressista”, amo il latino, trovo bella la Messa in latino di Paolo VI, amo la proprietà litugica, ecc.ecc.
    Ma ho sempre ritenuto un pò troppo sbilanciata la sollecitudine e la cura che è stata riservata anche da autorità vaticane verso i seguaci della Fraternità di San Pio X.
    Ristabilimento dell’unità sì. Superamento della rottura, anche.
    Ma non a piccolo prezzo, non al ribasso, non con disinvoltura, non con troppo zelo da parte di chi la frattura l’ha subita e non provocata.
    Per il resto, spero che ora tutti si adeguino alle decisioni del Papa, con disponibilità e anche quando non sono esattamente nelle proprie corde.

    9 Luglio, 2007 - 11:40
  38. …”lasciate che i bambini vengano a me”… e pure i genitori… che se no, alla fine, alla Messa non ci vanno più neanche loro… forza, Luisa, un po’ di pazienza! Non c’entra niente l’italico mammismo. Ci sono coppie giovani che vorrebbero almeno vivere insieme l’Eucarestia ma per questo motivo si sentono escluse per anni dalla vita comunitaria e poi non tornano più.

    Per quanto mi riguarda, io appena vedo i miei figli “sgarrare” mi imbarazzo terribilmente, intervengo e poi spesso… sono costretto ad uscire… male. Però non sopporto chi lancia occhiatacce.

    Quando c’è invece una comunità accogliente (e una litugia sobria e gestita in modo intelligente da tutti) è un bellissimo segno di comunità che ci siano le giovani famiglie con i bambini (anche per i bimbi stessi, ovvio)… che poi per ribeccarle tocca fare i “Familiy day”!

    I bambini non dovrebbero stare alla Messa? Mah…

    9 Luglio, 2007 - 12:55
  39. A Luisa: Scusami se hai pensato che mi riferissi a te parlando di messe “a propria immagine e somiglianza”. Rispetto e partecipo al tuo profondo disagio se hai partecipato a messe in cui non ti sei potuta sentire a tuo agio, e sono felice che celebrazioni più consone ti abbiano aiutato a riavvicinarti a una fede più piena. Non intendevo in alcun modo pronunciarmi sul tuo percorso di fede e sono molto spiacente di avertene anche solo dato il dubbio. Quindi ti prego di accettare le mie scuse se ho dato modo di essere frainteso.

    Sempre a Luisa: La mia battuta (sicuramente non irriverente contro nulla e nessuno!) non era e non voleva essere “tranchant” sul Rito di S. Pio V. Semplicemente, non penso che la messa tridentina sia la soluzione ai problemi della Chiesa, né della liturgia. C’è chi si spinge a dire e a scrivere che dalla nuova liberalizzazione del rito verrà un nuova primavera della Chiesa… questo mi fa sorridere, sì. Ma non ho nulla contro il rito tridentino in sé. Personalmente amo molto i riti orientali, che col rito tridentino hanno qualcosa in comune. Mi spingo a dire che sarebbe bello anche restaurare maggiormente gli antichi riti occidentali, come il gallicano e il mozarabico (quest’ultimo lo conservano, come una preziosa reliquia, in alcune parrocchie spagnole!). Quindi vedi che non ho nulla contro il tridentino in sé, se accolto in spirito di comunione con tutta la Chiesa e con quella Tradizione di cui anche la riforma liturgica fa parte.

    Credo sia giusto che i bambini vengano a messa da subito. Il Mistero lo si impara anche prima della catechesi, anche semplicemente vedendo, “assorbendo” cosa significa la messa per i propri genitori, cosa significa quel luogo di parole, canto e silenzio così diverso dalla casa, dall’asilo e dagli altri luoghi del vivere comune di un bambino. Sempre che la messa significhi qualcosa per i genitori, perché il problema è questo! Se poi un neonato piange irrefrenabilmente, la mamma o il papà lo accompagnano fuori. Il problema sono bimbi di 4 o 5 anni che usano la messa come un parco giochi, senza che nessuno li aiuti un po’. Lì si che il problema è la comprensione del Mistero: ma non da parte dei bimbi, da parte dei genitori.

    9 Luglio, 2007 - 12:56
  40. Luisa

    Sono d`accordo con te Luca, l`agitazione dei bambini mi disturba ma non giudico i bambini, anzi, in cuor mio li capisco.
    Sono i genitori che vedo agitarsi, lanciarsi delle occhiate stile : “adesso tocca a te occupartene, io l`ho fatto prima”, che non capisco e che mi pongono problema. Con ogni evidenza non possono seguire la Messa , occupati come sono a correre dietro i loro bambini, o a distrarli. Mi domando effettivamente quale è la loro coscienza, comprensione come dici tu del Mistero.
    Non sarebbe meglio, in attesa che l bimbo cresca un pò, che i genitori si diano il cambio, affinchè il genitore presente possa veramente vivere la Sacra Liturgia?
    O ripeto organizzare un nido?
    Mi sembra che la libertà dei genitori di assistere alla Santa Messa con i loro bambini in bassa età conosce un limite ,quello della libertà degli altri fedeli di poter vivere la Messa nel raccoglimento e in coscienza. Sono consapevole che dicendo questo posso sembrare dura e intollerante, ma so anche che dico quello che tanti pensano ma non osano dire!
    Come ho detto io ho risolto il “problema” alzandomi presto il mattino !
    Quanto alla “liturgia gestita in modo intelligente da tutti”…non sapevo che la liturgia fosse un momento da gestire al meglio , credevo che la Santa Liturgia si vivesse come un dono.
    E su questo, come direbbe Luigi, basta :)e=)
    Un carissimo saluto, Luisa

    9 Luglio, 2007 - 16:38
  41. Luigi Accattoli

    Do il benvenuto a Mattia come a tutti i visitatori che lasciano commenti ma gli dico che non capisco il suo linguaggio: che vorranno dire locuzioni inconsuete come “mi sono rotto”, “abbasso Karol Wojtyla”? Questa lingua non mi pare né latina né volgare.
    A Fabrizio. Come avrà già notato non commento qui quello che scrivo sul Corsera. Una distinzione che fa parte dell’arte della sopravvivenza. Quello che penso della decisione di Benedetto XVI l’ho detto più sopra. Luigi

    9 Luglio, 2007 - 17:04
  42. Mattia

    Caro Luigi,
    innanzittutto rileggendo ciò che avevo intenzione di inviare come commento, mi sono accorto di aver esagerato e per questo mi scuso con lei per primo, e con tutti quelli che conservano caro il ricordo di Giovanni Paolo II.
    Ciò che mi ha portato a quelle dure parole, è stato uno dei commenti che ho letto qua sopra, sul fatto di rimpiangere”il polacco” (cito); Ratzinger è stato eletto più di 2 anni, e sono più di 2 anni che non si fa altro che attaccarlo cercandolo di sminuire la sua figura attraverso il paragone con Wojtyla il grande (per fotuna non tutti, anzi qui ho letto dei bellissimi commenti sul Papa, e sono davvero contento che altri come me abbiano capito la grande persona che è Benedetto XVI).
    E’ questo non solo nei giornali capita, ma anche quando parlo con persone che conosco: questo mi fa male e rabbia nello stesso tempo, e commento dopo commento, insulto dopo insulto, sono diventato come loro, però contro Giovanni Paolo II.
    La verità è che Joseph Ratzinger mi ha conquistato ancor prima di diventare Papa, tanto che la sua elezione l’ho data per scontata ed è stata per me una svolta, non solo come persona ma anche come cristiano. Lei, sign. Accattoli, ha detto che è un espressione forte il fatto che io consideri Benedetto l'”unico” Papa; da una parte ha ragione, anche perchè l’operato dei Pontefici precedenti è stato grande e necessario. Ma io sono giovane, e “Ratzy” (l’ho ribattezzato così affettuosamente) è per me il primo vero Papa, il Papa della mia vita.
    Forse sono uno dei pochi, uno che va controcorrente in questo senso, però sono felice che il Signore mi abbia aperto gli occhi da subito.
    Chiedendo nuovamente scusa per la mai “leggerezza”, saluto tutti!
    A presto..

    9 Luglio, 2007 - 18:07
  43. Mattia

    Un ultima cosa…
    approffito per salutare Gianluca e per fargli i complimenti per “Petrus”…
    è davvero straordinario!
    Ciao…

    9 Luglio, 2007 - 18:13
  44. Per gli amanti della polemica intervenuti. Domandiamoci: a) una cosa è a fin di bene? b) Quali frutti positivi porta?

    Mie risposte:
    a) Si lo è.
    b) Porta unità con quei cristiani che amavano per mille e una ragione il rito in latino. Gli altri non sono disturbati, essendo una cosa facoltativa, NON una imposizione.
    c) concluione. Lode a Dio!

    Saluti a tutti! AM

    9 Luglio, 2007 - 18:14
  45. Mattia, grazie davvero di cuore per i complimenti, che accetto e volentieri estendo agli altri giornalisti di Petrus.
    Quanto alle tue considerazioni sul Papa, non entro direttamente nel merito ma ti ricordo che per noi cattolici non è importante amare un Papa ma il Papa. A tal proposito cito una bella risposta che diede Paolo VI ad un bambino che gli chiedeva come si chiamasse. Dunque, Paolo VI disse: “Mi chiamano Paolo, ma il mio nome è Pietro”,
    Ciao Mattia, continua a leggere Petrus, mi raccomando
    Un saluto a tutti
    Gianluca

    9 Luglio, 2007 - 18:26
  46. Luisa

    Caro Mattia, io non sono giovane eppure posso fare mia la tua espressione : Benedetto XVI è “il Papa della mia vita”. Come se con lui fosse cominciata una nuova e essenziale tappa della mia vita .
    Credimi non siamo i soli a sentire questa vicinanza a Papa Benedetto, a considerarlo come guida sicura.
    Parlando recentemente con un prelato , ho saputo che è cosa conosciuta che il mese di aprile 2005 ha segnato per moltissimi un ritorno alla fede , in questo io non posso dissociare Giovanni Paolo da Benedetto, li vedo mano nalla mano, avanzare insieme .
    I continui paragoni mi hanno sovente innervosita, adesso, li trovo scontati, previsibili, quando non sono offensivi , ma quest`ultimi sappiamo da dove e da chi vengono, dunque prendiamo la dovuta distanza.
    Un caro saluto, Luisa

    9 Luglio, 2007 - 18:31
  47. Evidentemente tutti abbiamo il “nostro” papa. Ratzinger è il papa della giovinezza di Mattia, ed è il papa della nuova giovinezza della fede di Luisa. Per quanto mi riguarda, mi capirete: Wojtyla è stato eletto quando io avevo 3 anni ed è morto che ne avevo 30. Per me – e per tanti altri – l’aprile 2005 è segnato indelebilmente dalla morte di Giovanni Paolo II: questo non significa non stimare Ratzinger, sarebbe stato così chiunque fosse stato eletto.
    Questo è l’inevitabile spazio dei sentimenti, ed è cosa buona e giusta. Poi naturalmente subentrano altre valutazioni, altre considerazioni, è normale confrontare due papi, coglierne discontinuità e continuità, priorità e parole chiave. Ovviamente i paragoni sommari tendono a essere quantomeno banali e non aiutano nella comprensione. Ma è normale (e questo Accattoli l’ha detto decine di volte) che per capire un papa la prima cosa che si faccia sia confrontarlo col suo predecessore. Specie se si chiamava Wojtyla.

    Per i bimbi in chiesa, per carità: anche nella nostra parrocchia suscitano le sensibilità più diverse, e io non sono affatto tra i “buonisti”: credo che i genitori si debbano assumere seriamente la responsabilità del/dei pargolo/i che si portano a spalla – o in carrozzina, o per mano – a messa, e che li debbano educare piano piano. Ma ritengo che la famiglia riunita a messa, per chi può, sia un grande valore sotto ogni aspetto. La mesa non è atto individuale, è atto di Chiesa: della Chiesa universale, della comunità locale e anche della piccola Chiesa che è ogni famiglia cristiana .

    9 Luglio, 2007 - 19:38
  48. Luisa

    Caro Luca….malgrado la mia risoluzione …..continuo. 😉

    È chiaro che l`orizzontalità della Croce , rappresentata dalla comunità orante è essenziale, ma non trovo giusto che essa prenda il passo sulla verticalità .
    Idealmente vorrei sentirmi al centro di questa croce all`incontro dell`orizzontalità e della verticalità .
    Per questo, se sento il bisogno di vivere la preghiera in comunione , sento un bisogno altrettanto forte di silenzio, di spazio per raccogliermi, prepararmi a ricevere Gesù Cristo.
    Detto questo , sono convinta che tu fai parte dei genitori attenti e responsabili e stimo il tuo impegno e desiderio di vivere in famiglia la Santa Messa.

    9 Luglio, 2007 - 20:07
  49. Mattia

    Grazie, Luisa, per il tuo saluto e la tua testimonianza…mi fa un immenso piacere sapere che Ratzy significa tanto anche per te!! 🙂
    Saluto di nuovo anche te Gianluca, e ti ringrazio per aver portato i miei complimenti ai tuoi fidati collaboratori, sperando che anche queste miei parole vi siano di sostegno e incoraggiamento nel vostro diffondere il magistero del Papa…
    Un saluto a tutti..a risenterci presto…ciaooo!

    9 Luglio, 2007 - 20:26
  50. fabrizio

    Il problema che tocca Luisa è reale, cioè quale sia la comprensione della Messa da parte di noi genitori, spesso più occupati a seguire i bimbi piccoli che altro. Spesso uscendo dalla Chiesa mi sono domandato se la mia partecipazione alla Messa avesse avuto senso, e spesso con mia moglie ci siamo chiesti se non fosse il caso di cambiare formula, ma alla fine ha prevalso il desiderio di mantenere la famiglia unita di fronte all’altare.
    Mi ero ripromesso di partecipare a qualche Messa feriale in solitario per recuperare un po’ di intimità con l’Eucarestia, ma in realtà non l’ho quasi mai fatto: il nostro dialogo di questi giorni ha rafforzato questo mio proposito.

    9 Luglio, 2007 - 20:50
  51. Cara Luisa, prendo il tuo come un buon augurio: sono ancora fidanzato! Ma sono sempre andato a messa con i miei, fin da piccolo, e questo ha avuto un grandissimo valore per me, mi ha fatto capire da subito che la messa era una cosa importante per tutta la famiglia.

    Ma riconosco volentieri che il problema è reale e che, probabilmente, la soluzione ideale non ce l’ha nessuno.

    Sono perfettamente d’accordo con te sul rapporto tra orizzontalità e verticalità: perché scegliere? Perché necessariamente un braccio della croce deve prevalere sull’altro? Orizzontale e verticale non si ostacolano: si rafforzano l’un l’altro. E questo valga anche per certe altre simili false alternative, come quella tra la messa come “sacrificio” e come “banchetto”, di cui si è fatto un feticcio: mettere in opposizione le due cose mi sembra veramente un delirio fatto per inseguire i nostri ghiribizzi teologici. Una sana fede e una sana teologia non hanno mai obbligato a scegliere; del resto, quale banchetto senza sacrificio? E quale sacrificio senza banchetto?

    9 Luglio, 2007 - 22:22
  52. Luigi Accattoli

    Con cinque figli mi è capitato di fare di tutto durante le messe e per tanti anni, compresa la risorsa finale di uno dei due genitori che esce per salvare la situazione. Ma li abbiamo sempre portati. Del resto una soluzione empirica efficace è appunto la messa dei ragazzi, o bambini, che crea il giusto spazio per loro e libera le altre celebrazioni da un eccesso di movimento. Chi sente di più l’esigenza del silenzio non ha difficoltà – almeno a Roma – a scegliere il luogo e l’ora. Mi pare che di messe silenziosissime, nella mia città, ce ne siano anche troppe. Luigi

    9 Luglio, 2007 - 23:00
  53. Luisa

    Volevo ancora dire a Mattia, che non è il solo giovane ad amare e seguire Papa Benedetto.
    Mi viene in mente una meravigliosa giovane incontrata a Roma durante l`attesa per entrare al concerto in onore del Papa per il suo compleanno.Tenendo in mano il ritratto di Benedetto che aveva dipinto e che desiderava offrirgli, mi ha raccontato quanto Papa Benedetto avava cambiato la sua vita, il suo amore per il Santo Padre illuminava il suo sguardo, del resto, se per caso legge questo blog, vorrei dirle che non l`ho dimenticata, e che quando il coro della diocesi di Roma accompagna le Liturgie celebrate dal Santo Padre scruto le immagini nella speranza di vederla.
    Penso anche a quei giovani studenti universitari americani che hanno passato il tempo dell`attesa dell`udienza generale cantando e pregando,lasciando esplodere la loro gioia al passaggio di Papa Benedetto.
    E penso a due giovani che stimo e rispetto particolarmente : Raffaella e Gianluca.
    Raffaella con i suoi blogs, Gianluca con Petrus, non contano il tempo e l`energia nel loro impegno al servizio del Santo Padre. La serietà del loro lavoro, mi impressiona ogni giorno di più !
    Sì Mattia non sei il solo giovane ad amare Papa Benedetto !
    Vorrei ancor aggiungere che tutti possiamo manifestare il nostro affetto per Benedetto XVI attraverso la preghiera.
    Il suo Magistero non è solo di una chiarezza cristallina, è anche forte e coraggioso, gli ostacoli e gli oppositori sono e saranno numerosi, allora preghiamo per lui, accompagniamolo nella sua missione !
    Un caro saluto, Luisa

    10 Luglio, 2007 - 7:33
  54. Giacomo Zaccherini

    Prima di tutto, saluto tutti i frequentatori di questo blog e Luigi, a cui forse il mio cognome dirà qualcosa…

    Chiedo scusa, ma mi trovo in una situazione un po’ controcorrente rispetto alla generalizzata e buona (o buonissima) accoglienza fatta da quasi tutti voi al motu proprio di BenedettoXVI sulla messa secondo il rito di PioV.
    Purtroppo mi sembra che faccia parte di una lunga serie di piccoli o meno piccoli segnali di svalutazione o non comprensione/valorizzazione di quello che è stato l’evento più importante del XX secolo: il Concilio Vaticano II. Mi sembra in generale che tanto ci si sforzi, alle alte sfere, di non rendere piena giustizia a quella ventata di azione dello Spirito… e in questo potrebbe prendere parola il carissimo Giuseppe Alberigo: quante difficoltà nel suo instancabile lavoro negli ultimi anni, quanti attacchi più o meno velati, quante svalutazioni dell’importanza di quell’evento!

    In generale mi sembra che noi cristiani dovremmo conoscere e amare di più ciò che lo Spirito ha ispirato agli uomini di quegli anni. Pochi o quasi nessuno ormai riesce a comprendere l’emozione o le lacrime di coloro che hanno vissuto il Concilio e ora sentono dimenticato e spesso calpestato ciò che è stato visto come una autentica grazia di Dio.

    Credo che sia un nostro peccato molto grande…

    10 Luglio, 2007 - 8:25
  55. Francesco73

    Ho letto e sentito in giro un pò di commenti sulla Messa tridentina.
    Venivano, in qualche caso, da preti e animatori che rivendicano invece la “semplicità” liturgica, che il più delle volte – duole dirlo – coincide semplicemente con lo squallore, la frettolosità e la sciatteria.
    Se c’è una cosa che mi aspetto da Benedetto, ora, è questa.
    Che – risolto il problema della Messa di San Pio V – si metta mano seriamente al tema della proprietà e della cura della liturgia.
    Di quella di Paolo VI, intendo, in lingua volgare, celebrata ovunque.
    E’ questo, secondo me, uno dei grandi problemi della Chiesa, e so che lo pensa anche il Papa. Una liturgia trattata malamente, arruffata, rimediata, mette in questioni le ragioni stesse del nostro credere, del senso di quello che professiamo come Chiesa.
    La risposta a questo stato di cose (che parte dall’architettura parrocchiale, spesso) è in molti casi l’irrigidimento, la voglia di antico, il rimpianto e la ricerca appunto di soluzioni tridentine.
    Ma basterebbe in realtà vivere con un pò di dignità e di decoro quello che abbiamo ricevuto dalla riforma paolina.
    Sono certo che ne guadagneremmo tutti, senza cercare troppe fughe all’indietro.

    10 Luglio, 2007 - 8:33
  56. fabrizio

    Sono completamente d’accordo con Francesco e provo a dare un’altra chiave di lettura del Motu Propriu.
    Secondo me la cura pastorale verso i Lefevbriani e i tradizionalisti non è la motivazione principale. Ratzinger è stato mosso soprattutto dal suo essere “Collaboratore della Verità”. Ha sempre ritenuta ingiusta la messa al bando del vecchio messale perché “Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso”, quindi mosso dall’inquietudine ha DOVUTO ristabilire la coesistenza tra i due messali.
    La sua profonda convinzione è che non bisogna aver paura della Verità, che è più forte anche di tutte le ragioni di opportunità pastorale e i rischi di incomprensione. Se infatti avesse messo sulla bilancia i rischi di incomprensione da un parte e la mano tesa verso i tradizionalisti dall’altra forse avrebbe lasciato le cose come stanno, ma il peso della Verità lo ha spinto verso il Motu Propriu.
    Da questo punto di vista la sua decisione è piena di fede, e i nostri timori dovrebbero svanire.
    Ora, sanato questo debito con la verità, auspico che si proceda nella direzione riassunta benissimo da Francesco.

    10 Luglio, 2007 - 10:40
  57. Luisa, grazie per i complimenti e anche per l’aggettivo “giovane”…ma credimi, mi sento tanto vecchio e mi cresce la barba lunga, ancor più di quella folta e ben curata di Luigi, quando leggo certi commenti (non i tuoi). Ma come mi hai insegnato a fare tu da buona analista quale sei, sopprimo la mia impulsività.
    Salutoni a tutti

    10 Luglio, 2007 - 12:46
  58. Luisa, per la precisione (oddio, già mi odio io a scrivere così!):

    (dal Catechismo della Chiesa Cattolica):

    1140 È tutta la comunità, il corpo di Cristo unito al suo Capo, che celebra. «Le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è “sacramento di unità”…» (AAS 56 104)

    1141 « La Madre Chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato” (1 Pt 2,9),78 ha diritto e dovere in forza del Battesimo ». (AAS 56 104).

    Tutto ciò per dire che siamo tutti attivi protagonisti della “Santa liturgia”. “Gestirla” quindi vuole intendere che non siamo al teatro spettatori silenziosi e paganti di una tragedia di Eschilo. Non tutte le regole della liturgia sono immodificabili e/o causa per questo della dannazione eterna. L’importante è che si preservi il fulcro. Se no, il ritorno a San Pio V (liturgia nient’affatto “delle origini”) sarebbe altrettanto opinabile delle liturgie fantasiose che avete ampiamente e credibilmente testimoniato.

    10 Luglio, 2007 - 12:58
  59. Luigi Accattoli

    Il mio benvenuto a Giacomo Zaccherini! Mi scuserà, ma io la conosco solo per aver letto sul Regno una recensione al suo volume sulla lettera di Giacomo. Mi aveva colpito che un Giacomo scrivesse di un altro Giacomo. Se ci siamo incontrati da qualche parte, venga in aiuto alla mia memoria. Per i mei sentimenti su Alberigo rimando al post del giorno della sua morte, che fu il 15 giugno. Luigi

    10 Luglio, 2007 - 13:49
  60. Luisa

    Vorrei dire a Giacomo Zuccherini, che posso capire coloro che versano lacrime poichè il Concilio Vaticano II non sembra essere percepito come loro lo hanno percepito. È comprensibile.
    Ma mi sembra che nelle alte sfere , colui che sta più in alto è Benedetto XVI.
    Il nostro Papa, autore del Motu Proprio che lei sembra considerare un rinnegamento del CV II, ha partecipato attivamente al Concilio Vaticano II, oserei dire che ne è una delle memorie fidate.
    Voler fa intendere che il Santo Padre si iscriverebbe in una tendenza alla svalutazione, non comprensione e non valorizzazione del Concilio , mi sembra far prova di una visione di parte alla quale non posso sottoscrivere.
    E ancora lei è molto corretto nelle sue parole, ho letto e ascoltato i propositi di Melloni, che mi sembra abbiano sconfinato nell`offesa personale al Santo Padre.
    Vorre ancora dire a Giacomo Zuccherini, che anch`io ho versato delle lacrime , ma è stato dopo il Concilio, assistendo agli abusi di coloro che se ne sono appropriati e l`hanno manipolato a loro uso e beneficio personali.
    Penso che i maggiori responsabili , coloro che dovrebbero versare lacrime di pentimento sono coloro che, con il loro comportamento, hanno commesso per es. l`errore di interpretare a loro piacimento la riforma liturgica di Vaticano II.
    Non sono certo un`esperta, anzi, ma mi sembra che il maggior male al Vaticano II è stato fatto da coloro che si dicevano suoi ardenti “ammiratori”,da coloro che dicevano averne talmente ben capito lo spirito che hanno finito per dimenticarne la lettera .
    Benedetto XVI con il Motu Proprio agisce nel senso della riconciliazione e dell`unificazione .
    Ho piena fiducia in lui .
    Un caro saluto , Luisa

    10 Luglio, 2007 - 14:36
  61. Giacomo Zaccherini

    Permettetemi alcune correzioni…
    A Luisa chiederei di disattivare il correttore automatico quando scrive il mio cognome, perchè sono 22 anni (la mia età) che il mio cognome viene cambiato in zUccherini su ogni tipo di elenco.
    A Luigi… io sono il figlio dell’autore del libro recensito o pubblicizzato sul Regno. E lei, un anno e mezzo fa circa, ha partecipato come relatore ad un convegno in provincia di Bologna, il quale aveva per argomento la Scuola Biblica parrocchiale ed era organizzato da alcuni cari amici di mio padre Gianni, morto quasi 6 anni fa.

    Per quanto riguarda le mie idee, Luisa, sono purtroppo figlio di un dossettiano “spinto”, che era a Roma con Dossetti quando questi era segretario di Lercaro durante il CV II. Di certo non credo che gli “abusi” alle idee del concilio possano essere corretti guardando più indietro, comunque… mi auguro e prego che il Signore continui a guidare la sua Chiesa e la conduca dove a lui (e non a noi!) piace…

    10 Luglio, 2007 - 16:16
  62. Luigi Accattoli

    Un abbraccio a Giacomo, chiedendogli di scusare la mia corta memoria! E una battuta sugli abusi liturgici. Attribuire al rito ordinario – o nuovo – le sciatterie nella celebrazione è corretto quanto mettere nel conto del rito antico o straordinario il carattere asfittico e incomunicante di certe celebrazioni velocissime di preti bofonchianti da soli sul messale per poco più di venti minuti, mentre il popolo recita il rosario. Sono due abusi di due meraviglie. Luigi

    10 Luglio, 2007 - 16:34
  63. Francesco73

    A Luigi:

    avendo parlato io di sciatteria liturgica contemporanea, volevo precisare che non la “attribuisco” affatto al rito paolino (che io amo molto, soprattutto nella versione cantata e latina), ma solo alla cattiva coscienza di consacrati e laici.
    Comunque, sul tema di come viene celebrata la Messa (ordinaria, nuova), di come vengono tenute le Chiese, di come si costruiscono gli edifici, avevo già scritto qui più volte e ho notato un silenzio eloquente da parte dei più, e anche di Luigi.
    Segno – legittimissimo – che la preoccupazione e la disapprovazione (che confermo tutte) sono solo mie. 🙂

    10 Luglio, 2007 - 16:57
  64. fabrizio

    Continuo a dare il mio totale sostegno a Francesco sul tema, e sottoscrivo anche il suo ultimo messaggio. Segno che siamo almeno in due.

    10 Luglio, 2007 - 17:05
  65. Luisa

    Scusi Giacomo Zaccherini,, anche se Zuccherini è un cognome carino e dolce le rendo ben volontieri il suo vero cognome!
    Sa Luigi sono d`accordo con lei ( sì, sì….). Le sciatterie esistono senza dubbio nei due riti . Anche se non ricordo, io che ho vissuto la mia infanzia e l`adolescenza con il rito tridentino, preti bofonchianti da soli sul messale !
    E quando parlo con rabbia e tristezza degli abusi liturgici post-conciliari (che mi hanno allontanata dalla pratica) e mi creda ne ho vissuti degli estremi, sento ancor più forte in me queste emozioni da quando seguo le liturgie celebrate da Papa Benedetto così belle nella loro essenzialità e sobrietà .
    Perchè da noi i sacerdoti hanno creduto opportuno trasformare le messe in spettacoli ad ogni domenica differenti?
    Del resto le prime testimonianze di preti qui a Ginevra sono chiare: niente cambierà si continuerà come prima…rifiuto, incomprensione, disubbidienza.
    Perchè bisogna sempre dividere? Il bello e buono da una parte, il brutto e cattivo dall `altra? Perchè dover criticare, disprezzare l`altro per difendere la propria opinione ? Anche questo è seme di divisione e di discordia.
    Il rito tridentino e il rito nuovo sono due tesori della Chiesa , entrambi belli, doni da rispettare e amare.
    E rispettare e amare anche coloro che sentono una maggior affinità con un rito piuttosto che con un altro. È in questo senso, mi sembra, che voglia andare il santo Padre, unirci, riunire il suo gregge!
    Vorrei dire infine che ho l`impressione che un beneficio collaterale di questo Motu Proprio è la messa in evidenza, finalmente, degli abusi liturgici post-conciliari e dei danni che hanno purtroppo causato.
    Luisa

    10 Luglio, 2007 - 18:36
  66. Mattia

    Stasera stavo navigando sul sito del Corriere della Sera e 2 articoli mi hanno incuriosito; riporto i titoli e un breve estratto.

    – Protestanti e copti furenti con il Papa

    I copti d’Egitto reagiscono duramente al documento vaticano. Sulla prima pagina del quotidiano egiziano in lingua inglese «Egyptian Mail» compare una foto di Benedetto XVI accompagnata dal titolo “L’obiettivo di quest’anno: i non cattolici”. «Il Vaticano offende regolarmente milioni di persone nel mondo. Invito Papa Benedetto XVI a svegliarsi dal coma», ha detto il vescovo copto Abdel Massih Bassit al quotidiano indipendente egiziano Al Masri el-Yom. «Parole senza valore, non voglio riaprire vecchie ferite e parlare dei peccati della Chiesa cattolica», ha aggiunto il vescovo Morcos Aziz. «Non contento di avere offeso milioni di musulmani in tutto il mondo, il Vaticano colpisce ora anche la sensibilità dei seguaci delle Chiese ortodosse e protestanti».

    – «Via l’opera sul Papa»: Sgarbi apre ai minori la mostra omosex

    La precauzione per i minorenni è stata tolta dopo la decisione di Sgarbi di eliminare dall’esposizione due delle tre opere considerate più provocatorie. La prima è quella di Paolo Schmidlin, intitolata ‘Miss Kitty’, un vecchio seminudo con parrucca biondo platino e calze autoreggenti, le cui fattezze del volto ricordano Papa Benedetto XVI. Un’altra è una manipolazione della famosa fotografia rubata di Sircana fermo con la macchina vicino a un transessuale, che nell’opera è trasformato in Gesù.

    Ecco a cosa mi riferivo ieri nel mio primo e lungo commento. Non ho nientr’altro da aggiungere…
    A presto…

    10 Luglio, 2007 - 20:40
  67. fabrizio

    Saluto e faccio una domanda a Giacomo Zaccherini: quali sarebbero, in concreto, i segnali di svalutazione del Concilio Vaticano II ? E’ un’argomentazione che sento e leggo spesso ma, stringi stringi, questi segnali non li trovo.
    A meno che non si dia per acquisita la distinzione tra “lo spirito del Concilio” e i documenti del Concilio, ma a a quel punto sarebbero i documenti stessi ad averlo svalutato. Perchè se ci atteniamo ai documenti a me sembra, per quanto poco approfondita possa essere la mia conoscenza, che gli ultimi due pontificati siano ben radicati nel Concilio stesso.

    10 Luglio, 2007 - 21:26
  68. Syriacus

    Luigi Accattoli ha scritto:

    “… io la conosco solo per aver letto sul Regno una recensione al suo volume sulla lettera di Giacomo. Mi aveva colpito che un Giacomo scrivesse di un altro Giacomo. ”

    Questa osservazione sul “Giacomo che scrive di un altro Giacomo”, mi ha fatto di colpo ricordare di possedere una copia (comprata per caso alle bancarelle qui a Genova una decina d’anni fa) de “La lettera cattolica di San Giacomo” dell’allora (1931) Sac.Giacomo Lercaro , con dedica autografa dell’autore a un suo caro amico. Lercaro di nascita era un genovese, di Quinto al Mare .
    [Nota curiosa: nel diciottesimo secolo qui avemmo un Arcivescovo quasi omonimo : Giovanni Battista Lercari (1767-1802) ]

    (Addendum: sempre per caso trovai anche, un’altra volta, nella ‘pesca miracolosa’ delle periodiche o stanziali bancarelle in centro, un libro di Padre Semeria, con dedica alla sorella.)

    10 Luglio, 2007 - 22:09
  69. Luisa scrive:
    “Il rito tridentino e il rito nuovo sono due tesori della Chiesa , entrambi belli, doni da rispettare e amare.
    E rispettare e amare anche coloro che sentono una maggior affinità con un rito piuttosto che con un altro.”

    Apprezzo molto che si sia arrivati a questa bella conclusione.

    10 Luglio, 2007 - 22:44
  70. bianca

    A Mattia: non volertene se non ti senti vicino a Giovanni Paolo II come dovresti Se ti può consolare, succede anche a me. La vicinanza alle persone di questo mondo è umana e oltre che Papa, Benedetto è un uomo. Si ama il Papa ma ci si può sentire umanamente più vicini all’uno piuttosto che all’altro, anche in relazione a ciò che ha rappresentato nella nostra vita. Ciascuno è come è, unico e irripetibile e se tutti fossero come Wojtyla dove sarebbe la sua grandezza? E poi, a volte mi dico: Giovanni Paolo II è stato ed è molto amato, ha forse meno bisogno della mia attenzione. Non sempre sono in accordo con Papa Benedetto e con alcune delle posizioni dottrinali della Chiesa che, nonostante certe amnesie anticlericali, sono le stesse di Giovanni Paolo II, ma non credo che le differenze d’opinione debbano mai scadere in offese personali. Quelli che tu hai descritto sono solo alcuni dei tanti casi. Purtroppo, non seguivo il pontificato di Papa Wojtyla e non so fino a che punto ci si sia spinti contro di lui. Mi colpisce però sempre il fatto che di molte decisioni del suo pontificato la colpa fosse spesso attribuita al cardinale Ratzinger, quasi come se Giovanni Paolo II fosse manipolabile e incapace da solo di assumere certe posizioni, cosa sicuramentre impossibile, data la sua forte personalità. Ora invece, qualunque documento di qualunque congregazione è tutto sulle spalle del Papa e non di chi lo ha promulgato in suo nome. Si sfiora quasi l’odio ad personam, anche per ciò che ha rappresentato durante il precedente pontificato, che però non era il suo.
    Tornando a quel che riporti, mi chiedo se sia giusto che un vescovo cristiano, in un paese dove i cristiani sono considerati meno di niente, vada a rivangare presunte offese al mondo musulmano sulla cui interpretazione non è detto che nel futuro in tanti non dovranno ricredersi. Mi chiedo se al vicino imam predicatore d’odio anticristiano si permetterebbe mai di dire che si trova in stato comatoso. Nei confronti del Papa lo fa, dando una sua interpretazione sommaria, per nulla cristiana e oltremodo pericolosa.
    A Luisa: è veramente bella la tua conclusione. Sarebbe bastato che vi fossero arrivati i vaticanisti, coi loro titoli, o alcuni vescovi in lutto preventivo per evitare almeno la metà delle polemiche.
    Auguro al Papa buone vacanze e spero che almeno quest’anno a qualcuno non venga in mente di rinfacciargli da una parte quei dieci minuti scarsi in cui suona il pianoforte e dall’altra le escursioni che non fa per la delizia di turisti e abitanti del luogo.

    11 Luglio, 2007 - 15:54
  71. Mattia

    Ha pienamente ragione, Bianca, su tutto…
    le offese personali, il scagliarsi violentemente per OGNI cosa (discorso, documento, riflessione), i paragoni stupidi, il cristiano perseguitato che però difende il suo persecutore per andare contro il Papa…boh…spero solo che Ratzinger venga ripagato anche per questo un giorno…
    Noi, più che difenderlo e pregare per lui, non possiamo fare…
    A presto…

    11 Luglio, 2007 - 19:56
  72. Maria Grazia

    Ciao Mattia,sono sicura che il nostro Papa verrà ampiamente ripagato per tutto ciò che sta facendo in questa vita e per tutto ciò che sta subendo.Intanto preghiamo per lui e per la Chiesa.Complimenti a Bianca per il suo intervento.
    Saluti MG

    14 Luglio, 2007 - 9:19

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