Wojtyla il sondino e la “dolce morte”

Sul sito di MicroMega e sulla Repubblica sono chiamato in causa per l’articolo sulle ultime settimane di papa Wojtyla che ho pubblicato sabato sul Corrriere della Sera con il titolo “Quel sondino che nutriva Wojtyla. Ma l’annuncio arrivò molto dopo”. Con quell’articolo rspondevo a una delle questioni sollevate dal medico anestesista Lina Pavanelli con un saggio pubblicato sull’ultimo numero di MicroMega intitolato “La dolce morte di papa Wojtyla”: come mai i medici curanti del papa gli abbiano impiantato il sondino nasogastrico solo il 30 marzo, come risulta dal bollettino medico di quel giorno e non l’abbiano fatto prima, stante l’insieme delle sue patologie che certamente gli impedivano un’alimentazione adeguata per bocca. La mia risposta era che del sondino fu dato annuncio quel giorno ma esso era impiegato già da tempo: veniva impiantato per far fronte al “deficit nutrizionale” e poi veniva tolto quando il papa doveva affacciarsi alla finestra. Lo portava stabilmente dal 21 marzo ma già a più riprese gli era stato impiantato e tolto durante l’ultimo ricovero al Gemelli che va dal 24 febbraio al 13 marzo. Lina Pavanelli in una “risposta” sul sito di MicroMega osserva che se anche le mie informazioni fossero vere, quell’uso con interruzioni del sondino sarebbe risultato di un’efficacia “molto ridotta”. Sia lei, sia Paolo Flores d’Arcais (direttore di MicroMega) oggi su Repubblica sotengono che dev’esserci stata una “decisione” di rifiuto del sondino da parte di Giovanni Paolo, della cui possibilità e necessità i medici dovrebbero certamente averlo informarlo. Il papa dunque avrebbe optato per un deperimento progressivo e una fine meno tragica di quella a cui sarebbe andato incontro con il protrarsi dell’alimentazione artificiale, che comunque l’avrebbe potuto tenere in vita anche a lungo. Avrebbe cioè scelto per sè quello che nei documenti del pontificato aveva escluso in linea di principio: che si possa cioè lecitamente rifiutare una terapia salvavita. Non sono medico e neanche cultore di bioetica. Mi limito a precisare un dato di fatto e un convincimento da cronista che ha seguito l’intero pontificato di Giovanni Paolo II. Il dato di fatto è che la mia ricostruzione dell’uso già in febbraio del sondino non è il frutto di una macchinazione vaticana dell’ultimo momento, tendente ad accreditare “una nuova versione ad hoc delle ultime settimane del papa” come scrive Flores d’Arcais: quella ricostruzione io l’avevo pubblicata su questo blog in data 14 aprile 2006 come ognuno può controllare. Aggiungo – come appendice a questo dato di fatto – che il sondino tolto solo quando il papa si doveva affacciare non può essere considerato poco efficace, in quanto gli affacci del papa sono stati pochi e la loro durata sempre breve. Il convincimento poi è questo: che la questione del deficit nutrizionale – affrontata con flebo e sondino impiantato e tolto – vada inquadrata nell’insieme delle circostanze in cui è maturata la morte del papa: 85 anni, un parkinson che andava avanti da oltre 15, un indebolimento generale e progressivo evidente da più mesi. Farne una questione a sè mi appare come un’operazione ideologica.

29 Comments

  1. Questa polemica sulle ultime ore di vita di papa Wojtyla mi sembra penosa. Se è per questo, una delle voci che girò nei giorni della sua morte fu che il Papa fosse morto alle 6.30 del 1° aprile e non fosse stato dato l’annuncio per dare tempo, al Governo italiano, di organizzarsi. Ma certo, dopo la morte di Welby e il caso Nuvoli, mentre il Vaticano ricorda a tutti che anche in stato vegetativo non si può fare la fine di Terry Schiavo, di fatto condannata a morte per fame su richiesta di un tribunale, meglio dire che il Papa ha voluto l’eutanasia. E cannoneggiare il Vaticano per l’ennesima volta.

    C’è una scena, nel film La febbre del Sabato Sera, che penosamente ricorda queste polemiche: l’amico di Tony Manero, Joey, ferma il fratello di Tony, Frank, che da prete sta vivendo una forte crisi e medita di lasciare il sacerdozio. Così Joey, che ha messo incinta la ragazza, gli chiede: “Ma il Papa non potrebbe concedere una dispensa alla mia ragazza per abortire?”.
    Ecco, qua è la stessa cosa: il Papa si è concesso la dispensa per la dolce morte? Lasciamolo in pace, per cortesia: in un Paese serio nessuno farebbe illazioni di questo tipo per motivi spudoratamente elettorali.

    18 Settembre, 2007 - 18:37
  2. Luisa

    Grazie Tonizzo per il tuo commento che condivido.
    Trovo raccappricciante (?) non so trovare una parola abbastanza forte per esprimere il mio disgusto davanti alla bassa e vergognosa strumentalizzazione dell`agonia di Giovanni Paolo.Ma questa gente non conosce la pace dei morti? Niente li fermerà pur di portare pregiudizio alla Chiesa,questa volta con dei fini politici ?
    Ma questa gente ha una coscienza? Amerebbero che la morte di uno dei loro cari o la loro sia messa sotto i riflettori , dissecata con dei bisturi avvelenati?
    Sì non trovo parole abbastanza forti per esprimere il mio disgusto.

    18 Settembre, 2007 - 18:49
  3. Syriacus

    Anzichè occuparsi del povero Wojtyla, che i signori di Micromega (che predicano male e vogliono che gli altri siano liberi di razzolare altrettanto) si facciano un giro per Convitti ecclesiatici, case di riposo etc… e si informino vis a vis sulle migliaia di sacerdoti anziali e/o disabili che continuano a testimoniare, pur in condizioni talvolta molto gravi, ciò che già predicarono sul valore della vita.
    Si stupiranno in molti casi, sia per la capacità di accettazione, che la volontà di non “staccare la spina”, di questi sacerdoti.

    18 Settembre, 2007 - 19:08
  4. FABRICIANUS

    Solita e tristissima operazione ideologica dei “signori di Micromega”…
    Un caro saluto. F.

    18 Settembre, 2007 - 20:43
  5. Francesco73

    Si tratta di un’operazione ideologica, è giusto, nell’ambito della dura battaglia culturale che è in corso sui problemi e le scelte di fine-vita.
    Ma proprio per questo occorre rispondere in modo persuasivo, e fare in modo che le ricostruzioni dei fatti siano attendibili, verosimili e non si prestino a contraddire la verità di come si sono svolte le cose.
    Luigi ha offerto ai lettori – e in tempi non sospetti – il resoconto. La sostanza è: il sondino gli è stato applicato ben prima del 30 marzo.
    Mi pare che invece le voci ufficiali insistano in tale versione, per la difficoltà di contraddire quanto scritto e ufficializzato in altri momenti.
    In Vaticano capita spesso, mi pare: si scatenano sospetti e retroscena inesistenti per l’attitudine a edulcorare pietosamente i fatti, che in realtà sarebbero solo tristemente incolpevoli.
    Basterebbe starci un pò più attenti.

    18 Settembre, 2007 - 20:53
  6. fabrizio

    Francesco, d’accordo, hai pienamente ragione, ma lo squallore di fondo rimane.
    Spostando il campo sul piano politico, alla vigilia delle nascita del PD, qualcuno riesce a spiegarmi come può un cattolico trovare un punto d’incontro con chi fa operazioni di questo tipo?

    18 Settembre, 2007 - 22:22
  7. forzajoseph

    A volte – insegna un gigante del Novecento, San Josemaria Escrivà – dire qualche parolaccia a qualcuno, per correggerlo quando cade nell’indecenza, è cosa santa. E’ ora che qualcuno cominci a farlo con flores d’arcazzi.

    18 Settembre, 2007 - 22:57
  8. Grazie, Luisa per la condivisione.
    Se volete un altro esempio di dietrologia, il povero Giovanni Paolo I ne avrebbe da raccontare. Gira una voce secondo la quale tra il 1973 e l’inizio del 1974 qualcuno abbia sostituito il vero Paolo VI con un attore. Che poi è morto, da Papa, nel 1978.
    E quello vero? Rinchiuso nelle segrete vaticane perché colpevole di eccessiva innovazione. Un bel giorno, mentre il neoeletto Luciani sta facendo una passeggiata, viene richiamato da un lamento: scende nelle segrete e trova il predecessore. Per evitare di rivelare questa cosa sarebbe stato avvelenato.

    Come vedete, di voci folli se ne possono inventare o trovare quante ne volete. Manca solo che Elvis è chiuso insieme a Che Guevara e Kennedy nel garage della villa Ratzinger di Pentling, e poi ci siamo tutti. Sic transit gloria mundi…

    18 Settembre, 2007 - 23:17
  9. Giovy

    Gentile Accattoli, interessandomi di bioetica, seguo il dibattito sull’eutanasia e sulla morte del Papa di questi giorni. Mi chiedo, in primo luogo su quale base di competenza Lei dice che il sondino, se “tolto solo quando il Papa si affacciava, non possa essere definito poco efficace”. Avendo avuto una persona, in famiglia, che versava in condizioni simili, so che il fatto di rimettere il sondino dopo averlo tolto non è qualcosa che si può fare in un’ora. Spesso deve trascorrere un giorno, purtroppo. In una persona cha ha problemi neurologici di movimento è una operazione complessa, il paziente deve essere o addormentato, o almeno drogato in anestesia locale, bisogna fare una radiografia e una endoscopia. Non credo che un medico normalmente possa decidere di sua iniziativa di impostare una terapia dove si ripete questa procedura. In un paziente anziano e debole. C’è qualcosa di strano.
    Inoltre, leggendo il suo articolo vedo che riferisce che questa terapia è stata utilizzata da lunedì della Settimana Santa, cioè solo negli ultimi sei giorni di vita del Pontefice, oltre che in un periodo coincidente con l’ultimo ricovero. Insomma tantissimi giorni restano scoperti. Ma se l’intenzione delle terapie era salvare la vita del paziente queste dovevano essere continue. Ho letto la risposta della Pavanelli e ora leggo la sua, e mi sembra giusto segnalarle che per avere una ricostruzione dei fatti che esclude l’accusa di “eutanasia”, non basta sostenere che la persona ha fatto uso di un sondino. Bisognerebbe poter dire che il nutrimento è stato sufficiente, appropriato. Che quella era la terapia da fare. Ma invece, onestamente proprio da questi “buchi” i miei dubbi aumentano.
    E riguardo agli “85 anni”, mi convince abbastanza la Pavanelli quando spiega perché la morte del Papa non era né “imminente” né “inevitabile”.
    Una cosa che invece mi chiedo è questa. A quanto pare, Lei dice, le sue ricostruzioni sono differenti su questo punto dagli “Acta”, cioè dalle fonti ufficiali. Mi chiedo perciò: dato che le fonti ufficiali e i vari portavoce erano invece sempre trasparenti sulla malattia del Papa, come mai a un certo punto hanno scelto di mentire? Cioè il fatto che le Sue ricostruzioni contraddicano le fonti ufficiali, non Le dà da pensare? Perché hanno censurato proprio solo questo punto, dei tempi e modi della nutrizione? Se tutto era “trasparente” e normale, perché nascondere i fatti? Siccome non è possibile che i medici facciano errori ed “evitino” la terapia giusta, continuativa, che sarebbe indicata, io tendo a pensare che a volerla “schivare” sia stato proprio lui.

    Giò

    18 Settembre, 2007 - 23:37
  10. Syriacus

    Tonizzo, una parentesi: è vero invece che Paolo VI, non essendo particolarmente intonato , ingaggiasse tavolta un “sacro doppiatore” per la recita salmodiata di alcuni testi liturgici (o forse anche per canti veri e propri, non so) . La fonte è certa. E insospettabile. (Ma non mi parrebbe opportuno rivelarla in pubblico.)

    19 Settembre, 2007 - 6:52
  11. Mi unisco al sacrosanto coro: l’operazione è penosa e strumentale, come fu strumentale e penoso il “caso Welby” – con la differenza che il soggetto/oggetto del caso mediatico era consapevole e consenziente.
    Terminato in qualche modo quest’ultimo caso con le parole – evidentemente, pur nel rimanente dissenso, troppo rispettose e umane per qualcuno – del cardinal Ruini e della vedova Welby, si punta sul “pesce grosso” Wojtyla affermando che la Chiesa predica bene e razzola male. Sai lo scoop. Ma quando la Chiesa dà testimonianze di santità fulgente e senza macchia, la reazione è questa – ed è sempre la solita reazione del mondo che rifiuta la luce, come da prologo di Giovanni. Basti vedere i mille veleni sparsi su Madre Teresa, che per un breve tratto fecero in tempo a scandalizzarmi.
    Su questo blog non parlo di politica, ma giustamente provocato da fabrizio rispondo: da cattolico impegnato – tra timori e speranze – nella nascita del PD ritengo che un punto d’incontro con persone che lanciano queste spudorate campagne NON possa, e non debba, essere trovato.

    19 Settembre, 2007 - 7:43
  12. fabrizio

    Caro Luca, sapere che uno come te è impegnato in questa faticosa operazione mi fa sperare che possa avere un senso.
    Mi auguro, e ti auguro, che i tuoi sforzi e il tuo entusiasmo non siano vanificati dai muri di avversione ideologica e pregiudizio che oggi a me sembrano insuperabili.
    Con questo chiudo la mia digressione politica: mi ero ripromesso anche io di non parlarne più, ma ieri sera mi è scappata.

    19 Settembre, 2007 - 9:03
  13. Grazie.
    Mala tempora currunt, celerius curramus.

    19 Settembre, 2007 - 9:07
  14. Luigi Accattoli

    A Giovy, che saluto con simpatia come faccio con ogni nuovo visitatore che lascia commenti. Non ho basi di competenza, nè medica nè bioetica, come già detto e dunque non entro nel merito delle sue obiezioni: immagino che possa farlo chi quelle basi le ha e – poniamo – legga quanto andiamo dibattendo. Ma posso – da giornalista applicato alla materia, oltre che da veterano dell’informazione dal Vaticano – azzardare un’ipotesi a spiegazione della parziale discordanza tra i fatti e la loro narrazione: parziale perchè l’informazione del giorno 30 marzo parla dell’impianto “permanente” del sondino e ciò non contraddice il fatto che esso venisse già posizionato saltuariamente in precedenza. Forse non fu data notizia del sondino “saltuario” per la stessa ragione per la quale esso veniva tolto quando il papa si doveva affacciare, cioè per una ragione di immagine. Dell’impianto permanente si decide invece di dare notizia probabilmente anche perchè essa prepari l’opinione pubblica al fatto che il papa non lo vedremo più o lo rivedremo con il sondino. Sono mie elaborazioni, ma mi paiono coerenti con i fatti come da me appurati. Saluti. Luigi

    19 Settembre, 2007 - 9:16
  15. Luigi Accattoli

    A Francesco73: “per l’attitudine a edulcorare pietosamente i fatti”: cioè per ragione di immagine. Sembrò improprio sottoporre ad autopsia Papa Luciani, sembrò inopportuno dire che a trovarlo morto era stata una suora, dev’essere parso sgarbato dire che al papa veniva impiantato il sondino. Luigi

    19 Settembre, 2007 - 9:24
  16. Leonardo

    Flores d’Arcais è quello che è, ma la questione che pone è seria: se il papa avesse detto ai maedici “lasciatemi morire, non fatemi niente” il suo sarebbe un atteggiamento umanamente comprensibilissimo, forse istintivamente condiviso da ciascuno di noi, ma probabilmente non collimante con l’insegnamento della chiesa. E questo pone un problema. Dobbiamo perciò riflettere anche su particolari come il sondino messo e tolto che – dicono la dott. Pavanelli e Giovy – è notevolmente meno efficace di quello tenuto in permanenza. Attenzione però: è probabile che sia stato il papa stesso a volere questa (dolorosa e complicata) opzione, ma non perché voleva affrettare la morte bensì perché voleva continuare a fare il papa sino alla fine, cioè a potersi incontrare, in qualche modo, con i fedeli. È una differenza capitale. La vita, per un cristiano, non è un valore assoluto nel senso che esistono altri beni per cui può essere giusto sacrificarla. La scela del papa sarebbe dunque un altro capitolo della storia di eroismo degli ultimi anni del suo pontificato.

    19 Settembre, 2007 - 11:25
  17. Domenico

    Parce sepulto.
    Non si può fare a meno di notare che queste storie escono come fuoco di controbatteria nei giorni in cui sono pubblicate dichiarazioni vaticane specifiche.
    Nel post di L Accattoli del 14 Aprile 2006 “Wojtyla con il sondino” si discuteva la cosa nell’ambito di un ricordo del Papa a un anno dalla morte e in questione c’erano solo le perenni contorsioni della corte pontificia: un tempo erano come non parlare della malattia del Papa, ora erano come non far vedere il Papa sofferente. Del resto lo stesso Giovy quando ha manifestato i suoi dubbi prima d’ora?
    E’ guerra e probabilmente bisogna semplicemente attrezzarsi.
    A me sembra di ricordare, che si dicesse che il Papa era morto per una setticemia indotta dalla sua immobilità. Probabilmente quello nasale non era l’unico sondino che il Papa doveva sopportare.
    Confesso la mia incompetenza medica ma anche quella sull’insegnamento specifico della Chiesa. Tuttavia nel caso Schiavo un tribunale ha deciso di far morire un ammalata su richiesta del marito: chissà quanto entrava in questa richiesta la pietà e quanto il costo, non solo economico, della malattia.
    Inviterei anch’io a visitare reparti di neurologia o lungo degenza. Ma di ospedali comuni e con malati ‘della mutua’. A me è capitato di passarci qualche notte per assistere parenti. Si vedrebbero casi di ‘eutanasia’ da (micro-)incuria e da abbandono. Io ho dei precisi ricordi. Ma la ‘eu’ dove sta? Per rimanere nel personale, mio padre è morto il giorno che l’ho portato in ospedale dopo una crisi cardiaca, perchè rimase tutto il giorno senza medicine, Lasix in particolare, in attesa che il medico decidesse il piano di cura, mi fu detto. Sarebbe morto il giorno dopo forse. Morì soffocato la sera di ‘quel’ giorno, anche per colpa mia che l’ho portato là.
    Si vedrebbero anche casi di eroismo feriale, tipicamente di donne che si fanno
    carico della vita dei loro mariti così come sono. Ricordo in particolare Elsa, che viveva in simbiosi (letteralmente) al simpatico marito Teresio, infermo nel letto accanto al nostro. Un giorno il medico (ma non quello di prima) gli disse: “Suo marito vive solo perchè c’è lei.”
    Questa è la vita e la morte della gente comune.
    Cordiali saluti.

    19 Settembre, 2007 - 13:45
  18. E tu, Signore, abbi pietà di noi.

    19 Settembre, 2007 - 14:46
  19. Giovanni Paolo II morì di choc settico, non di fame e sete. Considero grave, gravissimo, che si strumentalizzi l’agonia di Wojtyla, che si è sempre battuto contro l’eutanasia e le storture della bioetica, per incolpare la Chiesa, e quel grande Pontefice, di predicare bene e razzolare male.
    Non c’è che dire, andrebbe proprio “staccata la spina” ai computer di Micromega quando scrive certe cretinerie…
    Saluti a tutti
    Gianluca

    19 Settembre, 2007 - 17:21
  20. Luisa

    “la Tribune de Genève” il giornale più letto di Ginevra, consacra un`intera pagina, a Papa Giovanni Paolo che non sarebbe morto di Parkinson ma perchè avrebbe rifiutato di alimentarsi !
    Il titolo: ” Le pape Jean-Paul II a-t-il été “débranché” ?” si deduce dunque che il Papa è stato staccato, e argomento massiccio a prova …ha perso 15 chili!
    Il tutto per arrivare a concludere che gli avversari dell`accanimento terapeutico rimproverano alla Chiesa di essere intransigente quando invece l`esempio del Papa mostra la necessità di rispettare la volontà del paziente.
    Ancora una volta, questo giornale che ha un partito preso anti-cattolico detestabile, parla della Chiesa unicamente quando l`occasione gli è offerta per attaccarla e farle perdere credibilità.
    Il mio disgusto di cui ho parlato più sopra si è fatto ancora più forte…scusatemi cerco nella misura del possibile di essere moderata, ma mi viene solo da dire: che schifo!

    19 Settembre, 2007 - 19:11
  21. Syriacus

    In Svizzera c’è “Dignitas” che si occupa di eutanasia. Se questa è la dignitas morale dei loro amici giornalisti…

    19 Settembre, 2007 - 21:17
  22. Syriacus

    Micro-mega : minimi ragionamenti su enormi questioni.

    19 Settembre, 2007 - 21:21
  23. Luisa

    A dire il vero, caro Syriacus ,in Svizzera possiamo “onorarci” di avere ben due associazioni che si occupano di eutanasia, associazioni rivali che si fanno concorrenza su questo macabro mercato della morte.
    Exit ( nome evocatore di una delle due…) pretendendo essere la sola seria e accusando l`altra ( dignitas) di mancanza di professionalità e serietà.

    19 Settembre, 2007 - 21:27
  24. fabrizio

    Luigi, una curiosità: nell’ariticolo su Repubblica Flores D’Arcais la invita alla prossima conferenza stampa della dott.ssa Pavanelli. Ci andrà?

    20 Settembre, 2007 - 11:23
  25. forzajoseph

    Ci vada Luigi nella tana del lupo, ma astuto come un serpente. Già il card. Ratzinger accettò di confrontarsi con flores d’arcazzi, e ne uscì, direi, stra-vincente. Sulla scia di quest’illustre precdente, si armi di santa indignazione e vada!

    20 Settembre, 2007 - 13:03
  26. Luigi Accattoli

    Andrò e riferirò, almeno qui, quello che ne verrà. Ho solo un problema: alla stessa ora di martedì 25 è convocata una conferenza stampa del vescovo Giuseppe Betori segretario della Cei. Farò quello che deciderà la direzione del mio giornale, dopo aver esposto la posta in gioco. Personalmente preferirei andare a sentire quelli di Micromega. Luigi

    20 Settembre, 2007 - 19:49
  27. Servetus

    Egregio Sig. Accattoli,

    fino a non moltissimo tempo fa, non esistevano né sondini gastrici, né ausili artificiali alla respirazione, né tutta una serie di infiniti altri ritrovati che solo la tecnologia al “servizio” della medicina ha messo a disposizione.

    Ovviamente non ci si può (non ci si poteva) servire, per “sostenere la vita”, di quanto non esiste.

    Da queste premesse consegue, direi banalmente, che il concetto di “eutanasia”, nel senso restrittivo di non ricorso ad ausili “tecnologici alla sopravvivenza” è una nozione che cambia con il tempo e con le tecnologie disponibili.

    Tutto ciò premesso, non le sembra che imporre l’obbligo “morale” di ricorrere, sempre comunque, alle tecnologie ultime “salva-vita” disponibili, costituisca una “sacralizzazione” della tecnologia assolutamente abnorme ed abusiva, in particolare da parte della Chiesa?

    E, se la tecnologia è così “sacra”, perché mai la pillola contraccettiva, o qualunque mezzo di controllo delle nascite (escluso l’aborto, ovviamente) dovrebbero essere invece condannati in quanto “contro natura”, quando l’uomo non è, per definizione, pura natura, ma utilizza la natura (anche la propria) all’interno di scelte culturali?

    Non sono né medico, né “esperto di bioetica” (ammesso che un simile oggetto esista).

    Ma so ragionare con la mia testa, e non vedo alcuna grinza nei miei ragionamenti.

    Cordiali saluti.

    24 Settembre, 2007 - 1:20
  28. Luigi Accattoli

    Servetus sia il benvenuto in questo blog! Anche io penso che ci dovrebbe essere maggiore prudenza nei pronunciamenti etici in merito alle novità della biotecnologia: sia da parte di chi li favorisce, sia da parte di chi a essi resiste. Non mi pare invece appropriato il paragone con la pillola: la Chiesa semmai sacralizza la vita, non la tecnologia; e ritiene che la pillola sia contro la vita. Saluti, Luigi

    24 Settembre, 2007 - 8:15

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