Da Napoli il mio abbraccio al monaco birmano U Uttara

Il giornalista a volte soffre per non poter narrare il più importante: mi capita oggi per quanto ha detto il monaco buddista birmano U Uttara al Teatro San Carlo di Napoli ad apertura del meeting interreligioso “Per un mondo senza violenza” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Riporto qui alcune delle sue giuste parole, che a motivo della fitta giornata rischiano di non entrare nelle cronache: “I monaci buddisti del mio paese, tormentato da povertà, repressione e corruzione, sono usciti per via allo scopo di chiedere al regime di mettere fine a questi mali. Hanno fatto la loro richiesta pacificamente, esprimendo gentilezza e amore per ogni creatura. La repressione armata li ha colpiti in maniera terribile insieme agli studenti e ai cittadini che protestavano con loro. Tanti di noi sono stati imprigionati e non sappiamo dove siano stati portati. Abbiamo avuto dei morti, sappiamo che tanti di noi sono stati torturati. Aiutateci pregando con noi per la fine della repressione e il ritorno al rispetto dei diritti umani nel nostro paese. Grazie. Anche noi preghiamo per la pace di ogni creatura”. Al monaco saggio e mite che ha parlato così, avvolto nel suo vestito rosso, il mio più forte abbraccio.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Da Valentino Losito ricevo questo messaggio:
    Caro Accattoli,sono Valentino Losito, giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno”. Le ho inviato qualche mese fa il mio racconto “Il viottolo di Dio” che Lei ha avuto modo di apprezzare. Da qualche giorno sono sul web con un piccolo sito http://www.lavocedelgrillo.it in cui pubblico racconti, poesie, frasi oltre agli “spilli”, rubrica che cura spesso sulla prima pagina del mio giornale e ad una neswletter che invio agli amici. Mi farebbe piacere inserire l’indirizzo del suo blog tra gli amici del mio sito. Aspetto, fiducioso, il suo assenso. Saluti cordiali, Valentino Losito

    22 Ottobre, 2007 - 0:16
  2. Luigi Accattoli

    Benvenuto nel blog a Valentino Losito! Le rispondo da Napoli dove sono per il papa e per Sant’Egidio. Ho visto il nido del grillo e i pungenti spilli dei quali mi complimento. Inserisca pure l’indirizzo e io ricambio mettendo questo suo messaggio tra i commenti al post del giorno. Luigi

    22 Ottobre, 2007 - 0:18
  3. Luisa

    Beh, se io non avessi che la stampa cartacea a disposizione per avere informazioni sulla visita del Papa a Napoli, saprei dunque che faceva un freddo siberiano, che la piazza era mezza vuota ( perchè non mezza piena?), che l`omelia del Papa è stata interrotta solo due volte da applausi( se adesso bisogna contabilizzare anche gli appalusi e non solo i presenti…), che un barista ha detto che era un tempo tedesco (chi ha scritto questo?…ve lo lascio dedurre…non è difficile..).
    Molto si è scritto, ed è normale, sulle parole forti del Papa sulla camorra e la situazione di violenza che regna a Napoli, si è messo l`accento ed è probabile che sia giusto, sulla portata sociale e politica del messaggio del Santo Padre.

    Sono senza dubbio io ad essere un pò speciale ed esigente ma sapendo che le letture del giorno erano particolarmente forti , aspettavo con impazienza l`omelia di Papa Benedetto. Non sono stata delusa, perchè l`ho ascoltata alla televisione.
    Se avessi dovuto solo leggere la stampa non avrei letto queste parole:

    …”La vedova del Vangelo (cfr Lc 18,1-8) fa pensare ai “piccoli”, agli ultimi, ma anche a tante persone semplici e rette, che soffrono per le sopraffazioni, si sentono impotenti di fronte al perdurare del malessere sociale e sono tentate di scoraggiarsi. A costoro Gesù ripete: osservate questa povera vedova con quale tenacia insiste e alla fine ottiene ascolto da un giudice disonesto! Come potreste pensare che il vostro Padre celeste, buono e fedele, il quale desidera solo il bene dei suoi figli, non vi faccia a suo tempo giustizia?

    O ancora:

    ” …In effetti davanti a certi fatti di cronaca, o a tanti quotidiani disagi della vita di cui i giornali non parlano neppure, sale spontaneamente al cuore la supplica dell’antico profeta: “Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non soccorri?” (Ab 1,2).

    La risposta a questa invocazione accorata è una sola: Dio non può cambiare le cose senza la nostra conversione, e la nostra vera conversione inizia con il “grido” dell’anima, che implora perdono e salvezza. La preghiera cristiana non è pertanto espressione di fatalismo e di inerzia, anzi è l’opposto dell’evasione dalla realtà, dell’intimismo consolatorio: è forza di speranza, massima espressione della fede nella potenza di Dio che è Amore e non ci abbandona.”

    O ancora:

    ..” Mi rivolgo particolarmente a voi, cari Pastori della Chiesa che è in Napoli, facendo mie le parole che san Paolo rivolge a Timoteo e che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura: rimanete saldi in ciò che avete imparato e di cui siete convinti. Annunciate la parola, insistete in ogni occasione, opportuna e non opportuna, ammonite, rimproverate, esortate con ogni magnanimità e dottrina (cfr 2 Tm 3,14.16; 4,2). E come Mosè sulla montagna, perseverate nella preghiera per e con i fedeli affidati alle vostre cure pastorali, perché insieme possiate affrontare ogni giorno la buona battaglia del Vangelo.”

    Insomma un`omelia alta ,intensa ,profonda che ricorda a noi tutti la forza della preghiera ….è da lì che il Santo Padre è partito per sviluppare la sua meditazione-omelia.
    Avrei voluto trovare un eco piu importante a queste parole , ma sono senza dubbio complicata e osservo comunque che tutti i giornali hanno dedicato grande spazio a quasta visita.
    Buona settimana a tutti !

    22 Ottobre, 2007 - 10:20
  4. Domenico

    A volte non è facile essere concretamente gentili, soprattutto se si è maggioranza.

    http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=10556&theme=8&size=A
    “In un villaggio monaci e fondamentalisti buddisti minacciano i cattolici che se andranno avanti nella costruzione di una chiesa “perderanno 10 – 15 vite” al giorno.” (15/10/2007 12:14)

    Un conto è essere gentili al San Carlo, un conto è esserlo a Colombo.

    22 Ottobre, 2007 - 19:00
  5. Luigi Accattoli

    Domenico hai perfettamente ragione. Ho scritto che abbracciavo il monaco birmano che parlando a Napoli rischiava la libertà e la vita – non certo quelli che a Colombo mettono a rischio la libertà e la vita altrui. Mai fidarsi dei nomi e delle appartenenze, sempre discernere chi merita l’abbraccio. Luigi

    22 Ottobre, 2007 - 19:14
  6. Luigi Accattoli

    Il monaco U Uttara ha detto ai giornalisti – qui a Napoli, dove ancora mi trovo – che “sono più di duemila i monaci birmani dispersi dalla repressione e dei quali non si conosce la sorte”. Ha detto anche che “le vittime civili della repressione sarebbero cinquemila”. Luigi

    23 Ottobre, 2007 - 13:09
  7. LEONE

    Un grazie a Luisa per la profondità delle sue riflessioni.

    Sul dialogo tra le religioni, apprezzo moltissimo lo Spirito di Assisi, anche se molti lo hanno criticato.
    Sulla costruzione dei luoghi di culto, penso che rispettando la cultura del luogo, così come si chiede qui in Italia, (e quindi non mi entusiasmano le grandi cattedrali musulmane, ma privilegierei piccole e medie moschee e luoghi di preghiera logicamente vigilando che non vi siano fondamentalisti), non vedo problemi alla loro costruzione, qui in Italia, In Sri Lanka, o dappertutto.
    I fondamentalisti sono da condannare sempre e ce ne sono purtroppo in tutte le religioni, anche se in alcune ultimamente un po’ di più.
    Per fortuna ci sono anche le comunità di Sant’ egidio ecc.

    23 Ottobre, 2007 - 18:04
  8. Domenico

    Mi viene in mente una cosetta dei tempi del Liceo:
    Venter plenus bene de ieiunio disputat.
    Nel tempo del politicamente corretto può capitare di fare il bene scaricandone il costo su altri.

    24 Ottobre, 2007 - 13:38

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