Cristianesimo moderno: dov’è l’errore?

Ci porteremo dietro a lungo la domanda su che cosa ci voglia proporre il papa con l’invito a sviluppare un’autocritica del cristianesimo moderno (vedi post del 2 dicembre): perchè nell’enciclica egli quell’autocritica non l’abbozza e non troviamo precedenti espliciti nelle pubblicazioni del cardinale Ratzinger. Cinque giorni di riflessione mi hanno portato a formulare questi cinque punti fermi: 1. dice “cristianesimo” e non Chiesa cattolica e neanche Chiese cristiane, o Santa Sede o altro soggetto storico preciso; credo dunque che si debba guardare il più ampiamente possibile all’intero mondo cristiano e all’insieme delle sue manifestazioni; 2. dice “cristianesimo moderno” e non “contemporaneo”, o “ecumenico”, o “degli ultimi due secoli”; ne deduco che anche storicamente egli opti per il campo lungo; 3. nell’accennare a personaggi e questioni parte da Francesco Bacone: forse ci vuol dire che dobbiamo guardare all’intera modernità intesa nel senso più ampio; come a dire che dovremmo tener presente l’ultimo mezzo millennio; 4. come temi dell’autocritica segnala la riduzione della speranza alla prospettiva individuale e ultraterrena, la concentrazione esclusiva dell’impegno cristiano nella formazione delle persone e sulle virtù: dovremmo dunque portare l’indagine su orientamenti a lungo perseguiti dall’intero mondo cristiano; 5. sarebbe in conclusione da escludere ogni possibilità di individuare un obiettivo ravvicinato e particolare dell’autocritica, come lo “spirito conciliare”, o la “scelta religiosa” dell’Azione cattolica, o la spiritualità del clero e dei religiosi quale si è venuta a determinare a seguito dei restringimenti disciplinari seguiti alla crisi modernista, o gli orientamenti dello stesso modernismo. Dobbiamo guardare dunque ampiamente e andare al largo per cogliere lo spirito della proposta del papa. Il mondo spingeva i cristiani a occuparsi dei destini individuali delle persone e i cristiani – quasi senza avvedersene – si sono mossi in quella direzione. Per esempio – come diceva il professore Arsenio Frugoni quando frequentavo le sue lezioni di Storia medievale alla Sapienza – se un ragazzo praticante di vent’anni avesse consultato un trattato di morale durante la seconda guerra mondiale per sapere che cosa gli diceva il “cristianesimo” per le sue scelte di vita, “avrebbe trovato un intero volume sulla morale sessuale e mezza pagina sulla guerra”. E’ solo un esempio, ma un esempio chiaro di ripiegamento dai destini collettivi a quelli individuali, di concentrazione sulla salvezza ultraterrena e di dimenticanza della dimensione sociale del dogma. La stessa opzione avevano compiuto tutte le Chiese e da gran tempo. Lo indico come un filo rosso per l’indagine.

77 Comments

  1. Leonardo

    Mi sembrano tutte osservazioni pertinenti e utili. Potrebbe forse essere utile, per contestualizzare il richiamo del papa, cercarne il retroterra in autori che ama: ad esempio andare a rileggere un saggio come «La fine dell’epoca moderna» di Guardini, ma anche certe pagine di Giussani («La coscienza religiosa dell’uomo moderno», se non ricordo male).

    5 Dicembre, 2007 - 18:41
  2. Mi piace questo fil rouge.
    Ma non scordiamoci che la morale sessuale ha fortissime implicazioni sociali che ora stanno emergendo nella loro pienezza. E che forse aiutano a vedere anche come la vita individuale, anche nei suoi aspetti più intimi, abbia ripercussioni enormi su quella sociale.
    Secondo me aiuta, per comprendere perchè il papa parli di “cristianesimo” e non cattolicesimo, anche vedere quanto fosse avvenuto – prima che nella chiesa cattolica – in quelle protestanti, più esposte per la loro natura agli influssi delle evoluzioni politiche e filosofiche. Vedere al propostito la lettera di Kasper sull’ecumenismo e le considerazioni sulla vicinanza con i movimenti “evangelicali” come li definisce, e le ragioni dell’allontanamento da altre confessioni protestanti.
    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/180181

    5 Dicembre, 2007 - 18:58
  3. Francesco73

    Bè, il Papa vola alto e insieme profondo, non individua obiettivi ravvicinati, ma credo che anche in tempi recenti siano molto identificabili le espressioni storiche concrete della tendenza che lui critica.
    Sul punto 5 di Luigi, quindi, non sarei così categorico nelle esclusioni…l’intera spiritualità ratzingeriana – che comunque non è molto classificabile con i nostri schemi italioti di “mediazione” /”presenza” – mi pare davvero poco consentanea con le intuizioni dell’Azione Cattolica del post-Concilio. Vicino a Monticone e Cananzi, con tutto il rispetto per le loro nobilissime figure, ce lo vedo poco, il teologo Ratzinger.
    Mi interrogo molto, invece, sul problema dell’ “accento” della predicazione del cristianesimo.
    E cioè: come facciamo a raccontare l’originalità e il fascino dell’incontro con Cristo e non a produrre (o a far percepire) una religione intesa anzitutto come ortoprassi?
    E se facciamo convintamente la prima scelta, che è poi la più bella, la più affascinante, che ne è del compito propriamente educativo del cristianesimo?
    E se il compito propriamente educativo cede il passo alla comunicazione di un’esperienza di amicizia, condivisione e gioia, che ne è di un certo tipo di funzione sociale del cristianesimo, che trova anche così il suo posto tra i poteri del mondo?
    Se la nostra fede, in fin dei conti, è un “cuore che parla al cuore”, e risiede in questo tripudio di emozione, di conversione e di grazia, cosa ne sarà delle nostre strutture, e della nostra vita organizzata?
    Sono domande che mi pongo soprattutto grazie al confronto con cari amici antiecclesiali più che anticattolici.
    E le ponevo anche in un precedente intervento in altro post.

    5 Dicembre, 2007 - 21:27
  4. Posso fare alcune domande – da crasso ignorante quale sono: non è una fortuna enorme avere avuto due papi di seguito estranei alle idiosincrasie nostrane?
    Giovanni XXIII e Paolo VI, “nostrani” e grandissimi, cosa direbbero a questo nostro mondo italiano ora?
    E gli schemi che usi, Francesco73, sono utili per vedere una realtà priva di DC e con un laicato non più organizzato solo sotto l’Azione Cattolica?
    Una realtà in cui il resto d’Italia non è più legato a schemi ideologici che pure portavano un’attenzione fortissima alla promozione sociale dei più poveri.

    5 Dicembre, 2007 - 22:04
  5. Francesco73

    Sono schemi che ho definito “italioti”, non mi pare proprio di condividerli.
    Li ho solo richiamati per esemplificare, non certo per usarli.
    Non li ho MAI condivisi, tutt’al più usati come strumento convenzionale di dibattito, anche perchè si riferiscono a una stagione lunga, che alcune conseguenze le ha prodotte eccome e si vedo – ahimè – anche oggi, nella Chiesa e nella società.

    5 Dicembre, 2007 - 22:10
  6. Chiedo scusa, le sfumature non si vedono immediatamente online.
    Le domande però per me rimangono.
    Anche perchè certi schemi si sono creati in un periodo in cui c’era una gestione più diretta del laicato italiano da parte di papi italiani. Il risultato è che a sfide nuove non si sono opposti schemi nuovi e la… “organizzazione” del laicato in Italia è tutta da rifare, a cominciare da come esso stesso si percepisce.

    5 Dicembre, 2007 - 22:20
  7. Io non ho mai pensato affatto che “moderno” volesse dire seconda metà del XX secolo, o necessariamente post-1789…

    D’altro canto, però, più si estende il lasso temporale preso in considerazione, più i ‘mea culpa’ vanno a battere sui petti degli altri… e non di nostri ascendenti prossimi, se non di noi stessi.

    Non mi si verrà ora a dire che “moderno” (che so bene non essere “contemporaneo”) possa essere espresso dall’equazione :

    Moderno= (Rinascimento+Riforma+Controriforma) – (Ultimi 40 anni) .

    Cioè, in pratica: dai Bacone nascono i Lutero che genarano mostri in casa romana come i Bellarmino fino al Cardinale Ottaviani passando per Papa Sarto. Poi arriva il II Concilio Vaticano II e teologie collegate, e lo Spirito Santo si rifà sentire, sottraendoci da un cul-de-sac “moderno”, da metà ‘500 a metà ‘900. Solo adesso, con i documenti e la teologia del secondo ‘900 , avremmo tutto l’arsenale per ridare linfa ad un cristanesimo sclerotizzato in una dimensione troppo attenta o alla salvezza personale, o alla costruzione di paradisi immanenti. Ergo: solo gli ultimi decenni si salvano, e la speranza deriva dalla “riscoperta” o “reale-applicazione-di-documenti-ancora-in-gran-parte-disattesi”” dell’ultimo concilio ecumenico.

    Ma una simile lettura non mi convince affatto.

    5 Dicembre, 2007 - 22:40
  8. (Nota: ho scritto: “dai Bacone nascono i Lutero”. Assoluto anacronismo: Bacone è nato un’ottantina d’anni dopo Lutero. Ma la sostanza del discorso non cambia: mettiamo pure: ‘dai Leonardo da Vinci nascono i Lutero’, etc…)

    5 Dicembre, 2007 - 22:45
  9. Francesco si chiede: “come facciamo a raccontare l’originalità e il fascino dell’incontro con Cristo e non a produrre (o a far percepire) una religione intesa anzitutto come ortoprassi?”

    Senza voler rispondere alla domanda da 6 milioni di euro, osservo solo come la Spe Salvi derivi dalla penna di un Ratzinger che in materia liturgica (e di recente, nel 2001) ha sottolineato come sia essenziale l’assoluta “Unbeliebigkeit” , ovvero “assenza di spontaneità/arbitrio” nella celebrazione della Liturgia. Questo per dire che, a mio avviso, “ortoprassi” non debba essere viisto solo come termine totalmente dispregiativo, o almeno credo che Joseph Ratzinger non rinnegherebbe il valore irrinunciabile di certe ortopratiche nella vita della Chiesa.

    “The great­ness of the liturgy depends—we shall have to repeat this frequently—on its unspontaneity (Unbeliebigkeit)…. Only respect for the liturgy’s fundamental unspontaneity and pre-existing identity can give us what we hope for: the feast in which the great reality comes to us that we ourselves do not manufacture but receive as a gift. This means that “creativity” cannot be an authentic category for matters liturgical. In any case, this is a word that developed within the Marxist world view. Creativity means that in a universe that in itself is meaningless and came into existence through blind evolution, man can creatively fashion a new and better world. Modern theo­ries of art think in terms of a nihilistic kind of creativity. Art is not meant to copy anything. Artistic creativity is under the free mastery of man, without being bound by norms or goals and subject to no questions of meaning. It may be that in such visions a cry for freedom is to be heard, a cry that in a world totally in the control of technology becomes a cry for help. Seen in this way, art appears as the final refuge of freedom. True, art has something to do with freedom, but freedom understood in the way we have been describing is empty. It is not redemptive, but makes despair sound like the last word of human existence. This kind of creativity has no place within the liturgy. The life of the liturgy does not come from what dawns upon the minds of individuals and plan­ning groups. On the contrary, it is God’s descent upon our world, the source of real liberation. He alone can open the door to freedom. The more priests and faithful humbly surrender themselves to this descent of God, the more “new” the liturgy will constantly be, and the more true and personal it becomes. Yes, the liturgy becomes personal, true, and new, not through tomfoolery and ba­nal experiments with the words, but through a coura­geous entry into the great reality that through the rite is always ahead of us and can never quite be overtaken.” [The Spirit of the Liturgy, (SF, CA: Ignatius, 2000), p. 170]

    (Ma forse a mesi Benedetto XVI darà le dimissioni e sarà spedito in qualche romitaggio, mentre Albert Ranjit -nelle cui grinfie sarebbe oramai da due anni..- verrà eletto papa Bonifacio X…)

    5 Dicembre, 2007 - 23:06
  10. Ah, e mentre qui si va di fioretto, su un blog italiano a caso, ecco che si leggono cose quali:

    ” A briglie sciolte contro la modernità, Ratzinger non concepisce alcuna crescita morale dell’umanità se non dentro l’ambito cattolico. Scienza e cultura gli avversari da contrastare e contestualmente l’affermazione della superiorità della fede cattolica su tutte le altre.

    Un uomo così è un uomo che divide perchè trasforma un messaggio di amore in un messaggio freddo e dogmatico e che, appunto, anziché unire tende piuttosto a dividere.

    Si riascolti il V° Canto dell’Inferno letto da Roberto Benigni e ascolti quello che ha detto Benigni sul concetto di “Pietas” e sulla figura della Madonna. Impari da un comico come si comunica e si trasmette l’amore. Impari da Benigni cosa è la modernità e a cosa servono la scienza e la cultura.

    Per chi non crede nel dio di Ratzinger e vive come me in Italia, gomito a gomito con il Vaticano, questi ultimi due giorni sono la conferma che la battaglia per la laicità dello Stato è più che mai attuale ed imprescindibile, e che l’azione di Ratzinger è un’azione pericolosa che mina alla base, turba e rende instabile l’equilibrio e l’armonia che faticosamente cerchiamo di costruire, giorno dopo giorno, nella nostra società.”

    http://culturemetropolitane.ilcannocchiale.it/post/1702173.html

    (Approposito di ‘italioti’: Il blogger è un esponente del Partito di Mussi…)

    5 Dicembre, 2007 - 23:56
  11. “Celebrare la Santa Messa significa dunque lasciarci abbracciare da questo dinamismo d’amore: allora tutto si trasfigura, prende colore, assume un valore nuovo: si crea ordine e armonia nel nostro mondo interiore, e fuori di noi diventiamo operatori di pace, di unità, di collaborazione serena e non antagonista. La Divina Eucaristia ci fa alzare lo sguardo verso la meta del cammino terreno, verso il Cielo, e ci aiuta a guardare le cose “sub specie aeternitatis”. Questo sguardo, lungi dal provocare disimpegno, accresce la responsabilità e la passione verso il presente.” (+Angelo)

    Amen.

    http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=2119

    (Omelia per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2007–2008 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma , 5 dicembre 2007)

    6 Dicembre, 2007 - 0:54
  12. Mi ricordo una riunione della consulta per la pastorale universitaria di Bologna in cui, con mio grande sconcerto, uno studente di AC (ottima persona umanamente ed … accademicamente, ora sacerdote diocesano) alla domanda che ci si poneva su come fare di più in ambito universitario, disse che si sarebbe dovuto fare più messe. Ma la cosa a me – impegnato politicamente ed in FUCI allora – sconvolse, perchè pensavo che avesse sbagliato totalmente lo strumento. Pensavo che in Università si sarebbe dovuta fare cultura cristianamente ispirata per rispondere alla nostra chiamata in quell’ambiente.
    Però quella reazione è sintomo del fatto che non si riesce a creare un ponte tra la propria intima vita spirituale e quella civile, e così facendo si tradisce la prima e si deprime la seconda.
    E se lo si fa lo si fa in spirito di abbandono del mondo, come tanti che ho incontrato facendo l’obiettore. Ma a posteriori, quelli che meglio hanno risposto sono quelli che da quelle intuizioni di solidarietà hanno costruito attività coordinate e dotate di un piano per … conquistare il mondo all’amore dei piccoli e alla condivisione.

    6 Dicembre, 2007 - 8:19
  13. A me sembra che il papa mostri come sia la riduzione della speranza al livello mondano e sociologico, sia la sua riduzione al livello individualistico e post mortem, rappresentino i frutti speculari di quella separazione della fede dal mondo operata (per intenderci) da Bacone in poi.
    Una visuale da altezze d’aquila, che con un po’ d’impegno potrebbe fare piazza pulita di molte nostre contraddizioni e polarizzazioni.

    6 Dicembre, 2007 - 8:29
  14. Francesco73

    Forse il termine di ortoprassi non è appropriato, ma io sono un tantino grossolano!
    La domanda che volevo porre è ispirata, suscitata, riproposta costantemente in me proprio da Joseph Ratzinger (ed è forse la cosa di cui lo ringrazio sempre e di più, pur insieme ad altre).
    E cioè: il cristianesimo è anzitutto una storia d’amore, un incontro con una Persona, che cambia tutta la vita e le conferisce un senso, un colore e una tonalità intrinseca del tutto nuova. Nuova e mai definitiva, beninteso, nuova e non per questo appagata.
    Se il cristianesimo è fondamentalmente e anzitutto questo, è anche vero che dentro di sè contiene poi degli elementi educativi, e quindi un’etica, una morale.
    Ma resta sempre il fatto che non è ANZITUTTO un’etica, e che il suo contenuto non si declina ANZITUTTO come regola di vita.
    Allora, mi e vi chiedo: come si fa a testimoniarlo come fatto di vita ancor prima che come sistema di precetti?
    Voi direte: con le vite dei santi e dei martiri, con l’esempio dei soli testimoni credibili.
    E io: giusto, ma allora cosa rispondiamo a chi dice che per avere dei testimoni che si spogliano di tutto e seguono Cristo non serve una Chiesa istituzionale?

    La domanda non è retorica, perchè io sono un sostenitore della Chiesa istituzionale. Ma dar conto della sua funzione nel momento in cui si parla del cristianesimo anzitutto come libero incontro di amore e non come sistema di precetti non è affatto facile.

    6 Dicembre, 2007 - 9:26
  15. fabrizio

    E’ una gran bella domanda.

    6 Dicembre, 2007 - 9:31
  16. La Chiesa è anzitutto comunità d’amore, sarei terrorizzato a pensarla anzitutto come “ente” fatto per dare precetti etici, anche se mi rendo conto che molti (spero non molti dentro la Chiesa) rischiano di vederla così. Io penso poi che il fatto di essere anche istituzionale derivi (e non è un difetto) anzitutto dall’essere comunità umana, perché non esiste comunità umana che non sia, almeno un po’, istituzionale. Il fatto che la Chiesa sia anche istituzione deriva, in qualche modo, dal fatto stesso dell’incarnazione: se la presenza di Cristo è storica, “carnale”, anche il suo Corpo sussiste in forme che sono quelle di un’istituzione che vive nella storia. E il Corpo è umano e divino al tempo stesso. Quindi l'”istituzionalità” della Chiesa è perfettamente giustificata (se poi lo siano, e siano addirittura necessarie, le singole concrete forme in cui si realizza l’istituzionalità, è tutt’altro discorso). Del resto la trasmissione del Vangelo avviene in forma storica, non in forma mistica. E i precetti vengono dopo, dopo, dopo.

    6 Dicembre, 2007 - 9:40
  17. … per rispondere a Francesco73, dovrei spiegare perchè il mio blog sia chiama “il moralista” e perchè mi firmo così… ma siccome la mia vanità ancora non supera la mia misericordia per voi, sorvoliamo.

    In ogni caso, esprimi in altre parole quello che penso anche io.
    Il Cristianesimo non nasce come un’etica. L’abbiamo fatta diventare (forse solo in Italia?) prevalentemente un’etica, una sorta di raffinato e, a volte, eroico manuale di “bon ton”…da qui tutta una serie di distorsioni… che spero siano l’oggetto di questa preccupazione del Papa sulla cristianità moderna in toto.

    Sulla questione dell’accento dato negli anni alla morale sessuale non mi dilungo. Mi limito a dire che forse invece di valorizzare tutto quel di bello e potente significa il sacramento del matrimonio, lo si è usato come clava e. poi, se ne è diminuito il ruolo nella Chiesa. Anche qui, per un piccolo spunto, mi permetto di rimandarvi ad un mio recente post… http://mafuiane.blogspot.com/2007/11/la-famiglia-non-un-oggetto.html

    6 Dicembre, 2007 - 10:03
  18. don78

    Ringrazio Luigi per la lucida messa a punto della questione e mi permetto qualche personale riflessione.

    Io penso che il papa critichi come “cristianesimo moderno” la tendenza all’individualizzazione della fede, della speranza e della salvezza. Questa tendenza è tipica della modernità nel senso che più o meno nasce con l’umanesimo e, in campo cristiano, con la riforma protestante.
    L’accento sulla salvezza collettiva, come “noi”, come “chiesa”, deporrebbe in tal senso.
    Di pari passo con l’individualizzazione, secondo me, il papa vede il processo di “irrilevanza sociale” del cristianesimo. Voglio dire: il papa conosce molto bene la situazione dell’Europa Centro-Settentrionale dove veramente il cristianesimo (e ancora più il cattolicesimo) è una voce dell’agorà pubblico insieme e al pari delle altre (l’Italia è un’altra cosa). E’ a questo cristianesimo “irrilevante” che a mio parere il papa fa la critica, nei suoi auspici credo che ci sia una chiesa che sappia essere punto fermo, voce autorevole, autorità morale riconosciuta a livello pubblico per la salvaguardia di alcuni valori. Il papa sa benissimo che viviamo in una società pluralistica e democratica ma, secondo me, a suo parere, ci sono delle questioni non soggette alla democrazia e all’opinione, dei valori che stanno alla base e sono la garanzia della democrazia e della stessa sopravvivenza della società. Questa interpetazione spiegherebbe anche le reazioni furiose al suo magistero (come a questa enciclica) da parte dei settori laici(sti) della cultura e della società, oltre che essere corroborata dall’accento posto negli interventi di Benedetto XVI (e dell’ultimo GPII) sulle radici cristiane e sui valori non negoziabili.
    Il cristianesimo moderno è, secondo me, essenzialmente il cristianesimo che parte dalla Riforma ma che ha esercitato (ed esercita) il suo influsso anche nella Chiesa Cattolica. Le numerose citazioni dei Padri, il dialogo fruttuoso con gli Ortodossi e pessimo coi mondi protestanti “liberal”, (perchè no anche qualche riscoperta “bizantina” di paramenti liturgici) secondo me fanno della Chiesa pre-moderna, nel senso del primo millennio, il modello a cui il papa tende… naturalmente tutto aggiornato in salsa democratica ma auspicando una rilevanza sociale che il cristianesimo in Europa è andata smarrendo dalla Riforma in poi.

    Ripeto, sono pensieri personali che mi vengono di getto non una trattazione documentata, posso anche sbagliarmi alla grande sia sull’analisi che sull’interpretazione del pensiero del papa, magari il papa ha in testa tutt’altro. Cmq, sommessamente, mi permetto di dire che in Italia ci occupiamo un po’ troppo di “papologia” e meno di teologia. Detto questo è sicuramente essenziale capire dove il capitano della barca vuole dirigere la rotta… ma oso immaginare che questo non dica proprio tutto nè della barca nè della rotta.

    6 Dicembre, 2007 - 11:44
  19. x don78… concordo sull’eccesso di “papologia”.

    E credo che tu/lei abbia fatto un’analisi corretta, che in parte “delude” alcune mie aspettative. Ma la delusione è amica se annienta qualche pessima illusione.

    Sulla “rilevanza sociale” del cristianesimo… spero non si continui ad intenderla con in testa il mito della “Societas Christiana”… o, esagero per paradosso, della conversione globale dell’umanità-chiesa come unico biglietto d’ingresso alla Gerusalemme Celeste. Sarebbe ancora un cristianesimo talmente modernista da essere superomista, più e oltre ogni laicismo di quart’ordine.

    La rilevanza sociale è frutto della rilevanza personale (che si traduce in tutte le scelte concrete e non solo intime di ciascuno) che un Cristo, sperimentato sulla propria pelle, acquisisce nel cuore di ognuno. Questo non me lo leva nessuno di testa. Se no, ricadiamo in una propensione all’ideologia che con la Fede non ci azzecca proprio.

    Augh!

    6 Dicembre, 2007 - 12:22
  20. fabrizio

    Intermezzo di Chiesa istituzionale.
    a La Spezia/Sarzana/Brugnato finalmente Habemus Novum Episcopum: Francesco Moraglia, da Genova.
    La soffiata che mi aveva fatto il mio amico Syriacus era giusta.

    6 Dicembre, 2007 - 12:27
  21. Secondo me l’interpretazione di don78 non è sbagliata, ma – in riferimento alla Spe salvi – un po’ troppo sbilanciata. La critica del cristianesimo “individualista” mi sembre rivolta con molta chiarezza anche al cristianesimo disincarnato e spiritualeggiante della “devotio moderna”. Solo che il papa la sa mettere insieme – non come due “poli” in cui la virtù stia nel mezzo, ma come due errori in fin dei conti derivanti da un’unico punto di deviazione – alla critica al cristianesimo sociologicheggiante (per intenderci) alla sessantottina, che però mi sembra decisamente più contenuta (anche perché già espressa altrove) in quest’enciclica, che anzi contiene un forte apprezzamento per un autentico cristianesimo “sociale” – anche se probabilmente lo intende con tonalità di un certo tipo (vicine a quelle che spiacciono al moralista), ma questo all’interno del discorso lo trovo tutto sommato secondario.

    6 Dicembre, 2007 - 12:46
  22. Sottoscrivo la gran parte degli ultimi “pensieri personali” di Don78.

    [Pur non essendo nè “papologo” nè tantomeno “papolatra”, ravviso però un pò di ‘venenum in cauda’ nelle parole: “Detto questo è sicuramente essenziale capire dove il capitano della barca vuole dirigere la rotta… ma oso immaginare che questo non dica proprio tutto nè della barca nè della rotta.” (Anche se magari, a molti altri potrà suonare un soavissimo ‘dulcis in fundo’…) ]

    6 Dicembre, 2007 - 12:57
  23. don78

    🙂 caro syriacus.. non sarò io a toglierle la “dolcezza” della prima parte del mio intervento.. ma lasci la libertà di pensare, a chi lo vuole, che sia dolce anche il “fundo” .. senza tirare veleni in ballo.

    6 Dicembre, 2007 - 13:28
  24. Ok, lascio la libertà di pensare a tutti, ficuriamoci…

    Vedremo intanto che ci diranno a giorni…

    > CONFERENZA STAMPA DEL 14 DICEMBRE 2007
    >
    > Si informano i giornalisti accreditati che venerdì 14 dicembre 2007, alle ore 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la Conferenza Stampa di presentazione della “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione” a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede.
    >
    > Interverranno:
    >
    > * Em.mo Card. William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede;
    > * Em.mo Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli;
    > * Em.mo Card. Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti;
    > * S.E. Mons. Angelo Amato, S.D.B., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
    >
    > (Il Documento è da considerarsi sotto embargo fino alle ore 12 di venerdì 14 dicembre 2007.

    6 Dicembre, 2007 - 13:53
  25. Francesco73

    Sì, don78 è proprio in gamba, e lo si vede dal modo in cui esprime anche le sfumature, ovvero i pensieri evocativi e dinamici.
    Dopo averlo nominato mio teologo personale, ora credo anche di proporgli di farmi da confessore.
    Ovviamente qui, in publicis…

    🙂

    6 Dicembre, 2007 - 14:18
  26. don78

    a francè .. mi fai arrossire 😉

    6 Dicembre, 2007 - 14:44
  27. Francesco73

    Sono anche molto felice che i preti raccomandati da Syriacus facciano carriera, come dimostrano le nomine odierne.
    Secondo me è lui che porta le terne al Papa, e poi gli mette la penna in mano e gli dice, con tono metà suadente e metà minaccioso: “ecco, è il primo…sigli, sigli!!”

    🙂

    6 Dicembre, 2007 - 15:20
  28. … a Syriacus! Mi metti in qualche terna giusta anche a me??? 🙂

    6 Dicembre, 2007 - 18:49
  29. No, sarebbe..immoralista! 😉

    6 Dicembre, 2007 - 18:56
  30. Più seriamente, segnalo :

    ” 05/12/2007

    Il passo indietro del Cardinale Martini

    Nel suo ultimo libro ripropone la ‘teoria della sostituzione’, affermando la fine storica dell’ebraismo storica dell’ebraismo ”

    http://www.lideale.info/ReadArticolo.aspx?id=1160&par=c

    Giorgio Israel (sul mensile ‘Shaolm’)

    6 Dicembre, 2007 - 18:59
  31. matteo

    mentre mi leggo la Spe salvi…. che mi sono stampato su 23 pagine di word,
    visto che con il vostro blog sono rimasto indietro,
    con i post che Luigi ci ha dato come compiti per casa…. il 2 e 5 dicembre
    me lo sono portato anche su word e stampato….32 pagine……
    e devo dire che è molto interesante l’approccio che mi sto divertendo a fare con lo stampato,
    mi da la possibilità di vedere nella globalità
    l’atteggiamento con cui ciascuno di noi si pone con le proprie riflessioni,
    dandomi così l’occasione di conoscervi in un modo meno superficiale,
    di quanto si possa fare “scorrendo” la videata dei commenti.
    Veramente interessante.

    …. finalmente riesco anche a cogliere quale posizione occupa …..Syriacus…!!!!

    6 Dicembre, 2007 - 19:04
  32. matteo

    Buon Syriacus,
    sto leggendo a modo di lectio continua le tenebre e la luce di martini da alcune settimane, lo sto facendo molto lentamente e soffermandomi molto come si usa in una Lectio,

    ho dato una occhiata al link che ci hai dato,

    ho trovato che non corrisponde a quello che sto leggendo.

    A chi è interessato degli scritti di martini consiglio di approfittarne (€ 12,50)
    ma so che non sempre i consigli miei sono dei migliori…..

    6 Dicembre, 2007 - 19:10
  33. Ok, forse era meglio se non avesso incollato il link al commentino del perfido giudeo Giorgio Israel…

    6 Dicembre, 2007 - 19:14
  34. (Ma Martini, anagraficamente, ha avuto il tempo di essere Figlio della Lupa e Balilla? E se lo fosse stato, cambierebbe qualcosa??)

    6 Dicembre, 2007 - 19:29
  35. matteo

    ero al telefono da un’ora, ho fatto F5 e mi sono apparsi gli ultimi commenti di …..Syriacus…
    Mio buon Syriacus,
    in quella epoca storica,
    soprattutto per chi ci viveva dentro, non era assolutamente facile discernere,
    vedi per esempio cosa raccontano Montanelli o anche il fantastico Mario Rigoni Stern, quest’ultimo soprattutto che ha scritto libri di memorie che sono dei capolavori per capire cosa succedeva nell’animo dei giovani in quel momento storico terribile,
    Ognuno si assume e si deve assumere le sue responsabilità, relativamente al momento storico e come lo ha vissuto nella/con la propria coscienza

    6 Dicembre, 2007 - 20:19
  36. Luisa

    Perdonatemi di andare assolutamente fuori tema, ma ho letto oggi un articolo che mi ha fatto drizzare i capelli e che desidero segnalarvi, è in francese purtroppo, e mostra a quali derive si può arrivare se si imboccano certe strade….

    06 décembre 2007
    Le congé paternité des lesbiennes…
    L’affaire de la femme homosexuelle qui exige le droit à un « congé paternité » pour le fils de sa « compagne » est arrivée hier devant la cour d’appel de Rennes.
    L’assurance maladie, puis le tribunal des affaires de sécurité sociale, le lui avaient refusé, au motif très simple que le congé paternité est, comme son nom l’indique, réservé au père.
    A l’audience, le délégué juridique de la CPAM de Nantes a ajouté que la caisse doit appliquer « strictement » la législation, car le père biologique, même s’il s’agit le plus souvent de cas d’insémination artificielle, pourrait lui aussi réclamer la prestation.
    Naturellement, l’avocat de la lesbienne invoque la Convention européenne des droits de l’homme et le traité de l’Union européenne (en attendant la Charte des droits fondamentaux…), qui condamnent les discriminations liées à “l’orientation sexuelle”.
    On notera que la Halde a apporté son soutien à la plaignante, et a recommandé au gouvernement de « substituer à la notion de congé paternité fondée sur le lien de filiation, un congé d’accueil du jeune enfant ».
    On voit l’enjeu de ce procès très clairement idéologique : il s’agit d’imposer la notion de « genre », effaçant la distinction entre les sexes. Et la Halde va encore plus loin, demandant de supprimer carrément la notion de filiation, et donc de famille : l’enfant n’a plus de père, il y a seulement une personne indéterminée qui l’« accueille ».
    La cour d’appel doit rendre son arrêt le 30 janvier.

    La Halde è l`alta autorità di lotta contro le discriminazioni……

    È terribile constatare come la teoria del “genere”,(inventata e promossa dal lobby omosessuale, dalle lesbiche americane al suo inizio) che sostituisce all`identità sessuale biologica, la scelta identitaria, è già adottata da diversi paesi ,come la Spagna dove su un estratto di nascita non figurano più : padre e madre ma persona no1 e persona no2, in un contratto di matrimonio idem…

    E si arriva ad altre derive come quella di cui si parla nell`articolo qui sopra.

    In Italia siete lontani da derive simili, ma vegliate perche certi lobby lavorano attivamente per imporre la teoria del genere con tutte le conseguenze.

    Spero scuserete la mia intromissione nella vostra discussione !

    6 Dicembre, 2007 - 20:19
  37. matteo

    mi è partito l’invio e ho chiuso senza volerlo il commento,
    comunque Martini nasce nel 1927, entrerà nella compagnia SJ nel 1944,
    quindi i conti sono presto fatti,

    6 Dicembre, 2007 - 20:22
  38. matteo

    Le pruderie sessuali provano sempre a riaffacciarsi soprattutto fuori topic,
    la sessualità, questo bisogno sconvolgente di dirne sempre e assolutamente qualcosa e possibilmente di sconvolgente…….. almeno per provare a sconvolgere…….

    6 Dicembre, 2007 - 20:26
  39. Luisa

    Le pruderie sessuali non hanno niente da vedere con il tema da me rapidamente esposto, si tratta di uno sconvolgimento sociale reale e non immaginario..anche se effettivamente fuori tema e me ne sono scusata…

    6 Dicembre, 2007 - 20:44
  40. Luigi Accattoli

    Un viaggio e impegni di lavoro mi hanno costretto a leggere a tarda sera questo ampio dibattito. Rispondo solo a un commento di Syriacus. Se il papa se la prende con chiarezza – come a me pare – con la riduzione individualistica e ultraterrena della speranza cristiana, non sarà logico – immagino – attribuirgli l’intenzione prioritaria di prendere le distanze dall’Azione cattolica, dalle democrazie cristiane, dal principio dell’incarnazione storica della fede che è nei documenti conciliari – semmai si potrà immaginare che ritenga insufficienti quei correttivi alla deriva individuale e celestiale – ma che correttivi sono sullo scenario complessivo dovrà pur essere chiaro – e trovo un riscontro nel rimando esplicito a Cattolicisimo di De Lubac, che è un testo programmatico di quel correttivo, citato da Benedetto in positivo e non criticamente – voglio dire che tra Cattolicismo e Gaudium et Spes c’è continuità – dunque se il papa critica GS vuol dire che critica anche il De Lubac che la preparò, mentre invece lo loda – non ti pare?

    6 Dicembre, 2007 - 23:09
  41. Luigi, ho capito: I cattolici -poniamo- alla Manzoni sarebbero più bersagliati dalla Spe Salvi, che quelli -poniamo- alla Dossetti…

    Non ci sarebbe speranza allora per il cattolicesimo ‘liberale’ , ma solo per quello democratico?

    D’altronde, la Baviera è la patria della CSU. Ma Strauss non era Moro…

    Comunque preferisco la figlia del pastore luterano laicamente cristiana e divorziata Merkel, alla vestale del cattolicesimo-in-politica nostrano, Bindi.

    7 Dicembre, 2007 - 0:45
  42. Se Martini , coetaneo di Ratzinger, fosse vissuto in Germania, ammesso anche che il suo noviziato nella Compagnia fosse cominciato nel ’44, avrebbe avuto tutto il tempo di entrare nel ’43, seedicenne, nella Contraerea.

    7 Dicembre, 2007 - 0:48
  43. Ma Luigi, allora tutti quei commenti di molti appena uscita l’enciclica, nei queli abbondava la parola “Novissimi” o “riscoperta dei Novissimi”, praticamente è tutto ciarpame di gente che non l’ha letta o non ne ha capito un’acca..
    Io , lehhendola, ci ho visto proprio -fra l’altro- i Novissimi… Ora però commenti autorevoli mi dicono che , se da un lato il Regno di Dio kantiano era una bufala, molti altri Regni utopici sono fattibili a livello sociale…

    Della serie: ritentaci, Uomo Illuminato, sarai più fortunato di Zio Immanuel!! Sapere aude! (E, si sa, fortuna audentes juvat!)

    Io non ho detto che il Papa cestini il Concilio. Mai detto.

    Ma leggere l’enciclica come un banale “Ehi, ragazzi, meno Pater Ave Gloria e più testimonianza, organizzazione e democrazia cristiana” mi sembra a dir poco rduttiivo. Io, ‘sine glossa’ , non l’ho vista così. Ma poi ognuno ci vede quel che vuole, a un certo punto… Quot capita, tot ermeneuticae, dopotutto..

    7 Dicembre, 2007 - 1:02
  44. Alla fine quindi, il corollario di tutto sarebbe:

    1) Se sei ortodosso e preghi, e pensi alla salvezza dellla tua anima, ma ‘ti fai i fatti tuoi’ socio-politicamenente parlando: sei uno sporco individualista;

    2) Se sei ortodosso e preghi e tenti di tradurre la tua ‘ortodossia’ nel sociale, sei uno sporco integrista.

    Rimane come unica opzione il …cattolicesimo democratico.

    (Se ci sarà ima sorta di apocatastasi, spero che il Signore mi perdoni alllora di aver lasciato l’Agesci a 18 anni e di aver stracciato la tessera del PPI…)

    Non mi resta che ..disperare.

    Buonanotte.

    7 Dicembre, 2007 - 1:21
  45. matteo

    Syriacus,
    …se Martini…
    per me come se… Ratginzer
    a me non pone problemi di coscienza sulla mia fede in Cristo risorto,
    se lo pone ad altri,
    ….cavoli loro…!!!

    7 Dicembre, 2007 - 5:52
  46. Cavoli di quelli che giudicano uno per i suoi 16anni o, cavoli di quelli che a 16 anni hanno indossato una certa divisa (che dovrebbero ancora temere il Giudice Terribile) ??

    Perchè allora, se dovessimo -che so- andare a vedere quanti prelati dell’Est Europa hanno indossato (volenti o nolenti) da bambini-ragazzi una divisa rossa da “pioniere”, allora…Domine, qui sustinebit?

    Ratzinger nella Hiltler-Jugend? Non me ne può fregà dé neno!!

    ..Non sarò certo io a volere un “caso Waldheim” per il povero Joseph!

    (Peraltro, Waldheim ha sempre avuto la mia umana solidarietà, da quando da ragazzino ne sentivo parlare… Sentivo molto più moralismo nelle parole di chi lo linciava, fra gli adulti, che nella mia coscienza ancora relativamente priva di pre-giudizi…Omnia munda mundis.)

    7 Dicembre, 2007 - 8:19
  47. Luisa

    “…Oggi la fiducia è passata solo perchè la norma sulla parità di genere verrà modificata attraverso modalità parlamentari. Su questi temi è chiaro che non c’è una maggioranza….
    …nei confronti di chi compie atti di discriminazione anche in relazione all’identità di genere. Il testo, presentato dalla sinistra…..

    Grazie Alessandro per l`informazione.. non sapevo che il tema fosse d`attualità in Italia, spero che sarà l`occasione per chi ancora non fosse informato di sapere o interessarsi alla realtà, al progetto di società che si nasconde (!) dietro il termine “identità di genere o parità di genere”.
    Perchè è una vera battaglia ideologica con conseguenze dirette sulla nostra società.
    Interessante la lettura del libro di Dale O`Leary : “Maschi o femmine? la guerra del genere” Rubbettino.

    7 Dicembre, 2007 - 8:47
  48. matteo

    purtroppo mi lascio distrarre anche io ad uscire fuori dal topic

    mentre i punti di riflessione dati da Luigi mi sembrano molto più pregnanti

    ergo
    io ritorno in argomento

    Finalmente!
    Finita la lettura veloce dell’Enciclica,
    ho iniziato la lettura accademica,
    ho preso la mia penna per evidenziare passo passo cosa il professore vuole dirmi.
    Come al solito, il professor Ratzingher, non delude, come al solito affascina,
    ha davanti la sua platea di studenti,
    e ponendo domande, con calma da’ uno svolgimento alle domande stesse,
    in modo molto concreto, attinente al quotidiano.
    Devo dire che i commenti del post mi hanno di molto dato grinta,
    ad affrontare questa lectio attuale dell’enciclica,
    e non ho ancora trovato tutti questi voli alti come alcuni di voi affermate,
    non sono arrivato ancora a trovare quelle questioni di ortoprassi,
    l’impressione che ne sto deducendo,
    è di un professore che con calma sta svolgendo un tema forte, “La speranza”
    e sta cercando di coinvolgere i suoi studenti,
    nel mio caso ci sta riuscendo, soprattutto perché sta volando ad altezza di uomo.

    7 Dicembre, 2007 - 8:49
  49. Luisa

    Aggiungo ancora, e sì è un tema che mi sta particolarmente a cuore, che questa “lotta dei generi” si infiltra in maniera sotterranea, anche nell`istruzione pubblica, nei testi scolastici, nel linguaggio di certi insegnanti o intellettuali .
    Se un giorno vostro figlio o figlia viene a casa dicendovi, “tanto maschio o femmina non fa differenza, non si nasce maschi o femmine ….lo si deventa, lo si decide…drizzate le orecchie e informatevi .
    Ieri ascoltavo alla radio un professore di Università, specialista del Medioevo che analizzava lo statuto della donna nel Medioevo, attraverso la teoria dei generi, si guardva bene di pronunciare la parola sesso…solo il termine “genere” usciva dalla sua bocca….il Medioevo rivisitato…. incrdibile ma vero!

    7 Dicembre, 2007 - 8:57
  50. Anch’io cerco di non scivolare off-topic, e dico solo che sostanzialmente sono d’accordo con Luisa & C. su tutta la questione “gender”.

    Francamente la lettura di Syriacus mi sembra che vada un po’ per la tangente. Non capisco dove Luigi, o altri, argomentino che l’enciclica propugni un “cattolicesimo democratico” e non un “cattolicesimo liberale”. O viceversa. Mi sembra che questo genere di distinzioni non abbia nulla a che fare con l’enciclica. Il papa qui avversa un ripiegamento individualista del cristianesimo, in favore di una visione integrale in cui il cristianesimo “ha da dire” anche sul piano comunitario e sociale. Al tempo stesso vede come frutto dello stesso errore, e parimenti da condannare, la riduzione della speranza – specialmente della speranza cristiana! – a un fatto esclusivamente terreno e pratico, e riafferma con grande forza il suo carattere pienamente escatologico, riprendendo in forma convincente il grande insegnamento dei Novissimi. Se devo essere sincero mi sembra un approccio di grandissimo equilibrio e pienamente conciliare (nel senso vero del termine; del resto il Concilio non è solo la GS). Casserei quindi – affettuosamente ma recisamente – il Corollarium Syriaci e quanto a sua volta ne conseguirebbe.

    7 Dicembre, 2007 - 9:23
  51. Grazie Luca. A me la SS (…) fa venire in mente la parabola dei talenti: se io non li traffico, questi talenti di speranza e fede, non solo sono mancante alla mia chiamata, ma privo gli altri della ricchezza della speranza che devo portare.
    Il che vale sia sul piano privato che sul piano civile.

    7 Dicembre, 2007 - 9:58
  52. X Syriacus:

    “Alla fine quindi, il corollario di tutto sarebbe:
    … unica opzione il …cattolicesimo democratico.”

    … Syriacus, un po’ troppa “brutta” sporcizia nella tua visione delle cose, non trovi? Perchè non ribaltare le cose:

    1) Se sei ortodosso e preghi, e pensi alla salvezza della tua anima, ma ‘ti fai i fatti tuoi’ socio-politicamenente parlando… (quindi non hai ascoltato sempre e bene cosa il Signore ha da dire alla tua vita), ti fai un’esistenza bella tranquilla e pulita, senza antipatiche scocciature dal resto del pianeta… o almeno così speri.

    2) Se sei ortodosso e preghi e tenti di tradurre la tua ‘ortodossia’ nel sociale… bastonando credenti e non con le tue certezze teologiche ed ecclesiologiche e ponendoti come estensore di una verità ideologica e disincarnata del cattolicesimo… ti fai una bella vita pulita pulita con la coscienza pulita, con tanti amici pulitissimi, anzi immacolati… ma un po’ strabica e noiosa.

    3) Se sei cristiano, preghi e tenti di scoprire ogni giorno le occasioni che il Signore di dà per “spogliare te stesso” e scoprirti Figlio di un Padre che ti ama… beh, la vita diventa davvero sporca, può portarti a sporcarti le mani anche in perosne e cose immonde (cose che tu non devi assumere ma, a volte, solo con-dividere)… davvero uno “sporco cristiano”.

    Il cattolicesimo democratico unica opzione… boh… Se c’è davvero Cristo mi va bene democratico o liberale o che ne so …

    (non c’è polemica, seguo il tuo gioco)

    7 Dicembre, 2007 - 10:25
  53. Francesco73

    Luigi, non credo che il Papa critichi l’Azione Cattolica o le democrazie cristiane.
    Però penso che – nel quadro di un suo non grande interesse per le cose politiche – il suo modello di incarnazione politico-sociale del cristianesimo sia quello straussiano-bavarese, non certo la Democrazia Cristiana italiana, soprattutto nella versione dossettiana.
    Tantomeno ritengo che possa simpatizzare con le esperienze rodaniane, e con altre forme della ricchezza e della creatività del cattolicesimo italiano.
    Penso anche che la sua opinione sulla ecclesiologia dell’Azione Cattolica post-conciliare sia sostanzialmente negativa.

    7 Dicembre, 2007 - 10:30
  54. Leonardo

    Luisa ha ragione: l’ideologia della scelta di genere è uno degli elementi più pericolosi della battaglia culturale in corso (in una lettura teologica delle cose: uno degli strumenti più acuminati di Satana). La menzogna che non esista una differenza sessuale oggettiva e una ‘normalità naturale’ viene diffusa incessantemente e a tutti i livelli.
    È per questo che il ridicolo articolo “anti-discriminazione” inserito nel maxiemendamento governativo andava comunque respinto. Bene hanno fatto Andreotti e la Binetti a non votare la fiducia, male hanno fatto gli altri senatori cattolici a soprassedere, malissimo fa Cossiga che segue solo ed unicamente il suo immenso narcisismo senile.

    7 Dicembre, 2007 - 10:33
  55. matteo

    ma che ci azzacca la “lotta dei generi” con la SPE SALVI,
    non arrivo ancora a capirlo…..!

    certo si è perfettamente liberi di avere idee continue sulla sessualità,
    quando sono eccessivamente continue,
    Freud mi suggerisce che qualcuno ha un approccio problematico
    con la realtà della persona, e si rifiuta di analizzare la motivazione profonda di questa cortocicuitazione su uno stesso pensiero in modalità compulsiva.

    Ma veramente nella SPE SALVI ci state vedendo codeste lotte?

    ovviamente io mi rendo conto che non riescuo a seguirvi più, in questa tipologia di discorsi,
    preferisco attenermi alla Lectio continua e calma dell’enciclica
    che mi appare meno complicata di taluni pensieri che vedo qui espressi.

    7 Dicembre, 2007 - 10:33
  56. Leonardo: “Però penso che – nel quadro di un suo non grande interesse per le cose politiche – il suo modello di incarnazione politico-sociale del cristianesimo sia quello straussiano-bavarese, non certo la Democrazia Cristiana italiana, soprattutto nella versione dossettiana.
    Tantomeno ritengo che possa simpatizzare con le esperienze rodaniane, e con altre forme della ricchezza e della creatività del cattolicesimo italiano.
    Penso anche che la sua opinione sulla ecclesiologia dell’Azione Cattolica post-conciliare sia sostanzialmente negativa.”

    Possibile, magari probabile: l’importante è che non lo si “veda” scritto nell’enciclica, perché non c’è. Alcuni di questi elementi ci sono altrove, ma qui no!

    7 Dicembre, 2007 - 10:37
  57. Leonardo

    La lettura “continua e calma dell’enciclica” mi sembra una buona idea.

    7 Dicembre, 2007 - 10:40
  58. Leonardo

    Per Luca: non ricordo di aver scritto quelle cose.

    7 Dicembre, 2007 - 10:43
  59. Scusa, Leonardo, stavo citando frasi di Francesco 73 e te le ho erroneamente attribuite; come si fa in questi casi, mi scuso con entrambi!

    7 Dicembre, 2007 - 10:58
  60. fabrizio

    Ringrazio Syriacus per la presentazione di Moraglia. Ieri sera in un’intevista TV mi ha fatto un’ottima impressione. Non voglio comunque cadere nel tranello di mettere il mio vescovo sotto esame, e lo accolgo a braccia aperte comunque sia, come un dono dello Spirito Santo.

    7 Dicembre, 2007 - 13:58
  61. Luigi Accattoli

    Più volte ho avvertito in Fabrizio un atteggiamento di disponibilità filiale che ammiro.

    7 Dicembre, 2007 - 23:18
  62. raffaele.savigni

    “Penso anche che la sua opinione sulla ecclesiologia dell’Azione Cattolica post-conciliare sia sostanzialmente negativa.”
    A me non sembra: la “scelta religiosa” dell’AC non voleva essere una fuga nel privato (Bachelet è stato ucciso mentre esercitava funzioni civili; e Monticone si è impegnato in politica), ma una più precisa distinzione tra l’ambito proprio della Chiesa e quello della politica (distinzione che il papa ha riproposto nel discorso tenuto a Verona e in altre occasioni: “la Chiesa non è un agente politico”). certo, quella scelta religiosa può aver dato a qualcuno l’impressione di una spiritualismo disincarnato: ma non lo era.
    Infine: le dinamiche del mondo cattolico e di quello tedesco non sono le stess, per cui ogni estrapolazione appare rischiosa.

    8 Dicembre, 2007 - 21:31
  63. raffaele.savigni

    Mi sembra che l’elezione di mons. Moraglia confermi la tendenza di Benedetto XVI a preferire, per le nomine vescovili, candidati dotati di un certo spessore teologico e culturale (al di là dei diversio orientamenti pastorali e politici), e ciò costituisce una novità (a mio avviso positiva) rispetto alle scelte prevalenti dell’epoca di Ruini.

    8 Dicembre, 2007 - 21:38
  64. fabrizio

    Troppo buono Luigi: un conto sono i miei propositi, un altro è come li metto in pratica.

    10 Dicembre, 2007 - 9:56
  65. matteo

    negli ultimi due decenni la politica delle nomine vescovili, (quindi già sotto Woitila-Ratzinger)
    si è mossa nella preferenza assoluta di avere dei vescovi diocesani
    presi dalla “casta” dei teologi
    vedasi
    Forte a Chieti,
    Ghedini a Lanciano
    e se ne possono citare altri…..
    perchè non accada mai più che i Vescovi siano dipendenti dai “Teologi”.
    Posso che non è una impressione personale….
    ma un dato di fatto confermatomi nell’ambiente………

    11 Dicembre, 2007 - 15:29
  66. fabrizio

    E’ proprio vero che a La Spezia arriviamo sempre per ultimi, perchè dei 3 vescovi che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni, solo il neo eletto è un teologo/professore.

    11 Dicembre, 2007 - 16:58
  67. matteo

    dare tempo al tempo,
    è tutto nel disegno della Provvidenza…

    11 Dicembre, 2007 - 18:25
  68. […] Socci 3 – Accattoli 0 Dicembre 13, 2007 Accattoli (qui e qui) dice che Socci (qui e qui) non ha capito niente dell’enciclica. Ma a me sembra che Accattoli non abbia capito niente di quello che Socci dice dell’enciclica. O non abbia capito niente dell’enciclica. O non abbia capito niente di tutte e due le faccende e pure della terza, cioè di cosa volesse dire la Gaudium et Spes. […]

    13 Dicembre, 2007 - 11:05
  69. Luigi Accattoli

    Caro Carlo Melina benvenuto nel blog! Ognuno fa il suo sforzo di capire e c’è chi capisce di più e chi di meno, deve avere pazienza.

    13 Dicembre, 2007 - 12:00
  70. don78

    Andiamoci piano prima di dire che gli altri non hanno capito niente. Please.

    13 Dicembre, 2007 - 13:29
  71. matteo

    A qualcuno sono saltati i fusibili.
    Qualcuno ha messo in discussione Socci?
    Ma Socci non si mette in discussione, è autoreferenziale.
    ergo,
    dove è il problema?
    Chi dice che Socci non ha capito nulla?
    chi lo dice vuol dire che non ha capito l’autoreferenzialità di Socci.
    Socci ha capito dutto della Spe Salvi?
    Bravo (standing ovation)
    Lo proppongo per una statua in bronzo (come il suo volto)
    in una delle piazze più prestigiose della migliore città di Italia.
    Possibile che non ci si renda conto a tutt’oggi che solo Socci è capace di capire e comprendere in profondità il cristianesimo attuale?

    15 Dicembre, 2007 - 11:55
  72. Luigi Accattoli

    Grazie a El Pescador anche per questa ripresa!

    23 Dicembre, 2007 - 15:53

Lascia un commento