Un saluto dalla Certosa di Serra San Bruno

Sono nella Foresteria interna di Serra San Bruno, nel cuore della Calabria, dove starò due giorni per intervistare il priore Jacques Dupont: la Rubettino mi ha incaricato di preparare un libro intervista sulla vita dei certosini che dovrebbe apparire in occasione della venuta del Papa il prossimo ottobre. Sono l’unico ospite e i monaci mi “servono” il pranzo e la cena come fanno tra loro: me lo portano con una cassetta di legno sulla quale è scritto OSPITE, con il primo il secondo e il contorno in gavette sovrapposte che tengono calde le vivande. Prendo tovaglia e tovagliolo dal cassetto e mangio in solitudine su un mobiletto davanti alla finestra. Spaghetti al tonno e cozze gratinate, fagioli e spinaci. Un’arancia, un bicchiere di barbera e un’intera ciotola di miele. Poi rimetto tutto nella cassetta che domani mattina qualcuno ritirerà. Le posate le lavo nel lavandino. Non ho capito il miele dei monaci apicultori: lo dovevo mangiare tutto o solo un cucchiaino e rimandare indietro il resto? L’ho appena assaggiato, buonissimo.

28 Comments

  1. tonizzo

    Mangia quello che vuoi, Luigi. E se ti capita, prova a fare la vita dei certosini con le loro preghiere in piena notte e una vita davvero spartana. Sono stato bambino tra quelle mura e ora sono più di 15 anni che non ci metto piede. Eppure ricordo le ore lassù come delle ore di pace e gioia.
    Non ti chiedo di andare a fare l’indagatore del mistero chiedendo se davvero lì ci sia stato Ettore Majorana, questa è una cosa che ha già fatto Sciascia nel 1975 e non ha avuto risposta. Del resto penso che chi vada lassù lo faccia per dimenticare se stesso e ricordarsi di Dio. I monaci, per quel che ricordo, ora dovrebbero essere molto pochi e molto anziani. Credo sia ancora il loro priore, la domenica, a leggere loro l’Osservatore Romano. Per il resto, niente Tv e niente di niente.

    Se ti capita una sveglia all’alba, guarda quelle montagne – le Serre – che sembrano la Germania e sono solo Calabria. Quelle montagne che affascinarono Brunone da Colonia, che ne scrisse entusiasta ad un confratello quasi 1000 anni fa. Pensa che tra quelle montagne c’è tanta gente che prega, geme, soffre in silenzio. Che il silenzio dei certosini possa squarciare il silenzio delle loro coscienze. E tanta nostalgia dei miei paesi mi assale. Un abbraccio.

    30 Marzo, 2011 - 6:58
  2. nico

    1Re 19,11-12
    Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.
    Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera (o “il soffio di un sottile silenzio…”)

    30 Marzo, 2011 - 7:29
  3. Clodine

    Credo dovessi mangiarlo tutto il miele Luigi! Ti hanno offerto un ottimo pranzo i certosini, che sono adorabili nella loro semplicità, e austerità…. Spesso mi faccio ospitare dai trappisti, c’è un convento antichissimo, non molto distante da me. Mi fermo il tempo necessario per ristabilire l’equilibrio interiore,assai precario per noi, che viviamo questo mondo giorno per giorno uno accanto all’altro subendo ogni sorta di ingerenza. Partendo dal prepotente di turno, al furbetto del quartierino che ti passa avanti allo sportello dell’ASL, alla lunga serie di rumori di fondo, incessanti, così come quei silenzi che sanno d’inganno, di cose taciute, non dette per falsità o vigliaccheria, o semplicemente per difesa..
    Periodicamente sento l’urgenza di un ritorno “ a casa”: una piccola cella, spartana, un pranzo assai frugale e un desinare appena sufficiente a garantire il sonno. Una manciata di euro per l’ospitalità: un contributo per una permanenza che non superi i sei giorni! Gli orari stringati scandiscono le ore all’interno del quale c’è solo posto per la preghiera e il silenzio …profumato e inebriante…

    30 Marzo, 2011 - 7:58
  4. Gioab

    Ristabilire l’equilibrio interiore ? ” – Assai precario” – ma questo si era già capito ! Non è colpa sua.

    “Subendo ogni sorta di ingerenza” – la debolezza si manifesta per un errato concetto di peccato. Perché dichiarare peccato ciò che Dio ha creato ” per essere presi con rendimento di grazie da quelli che hanno fede e conoscono accuratamente la verità.” ( 1Timoteo 4.3)

    “I silenzi che sanno d’inganno ? ” – Che fantasia ! Anche il silenzio inganna ? NO ! è la mente che inganna !

    Cose non dette” – e perchè non dirle ? “per difesa ? ” No è ipocrisia ! o vigliaccheri a ?

    “Gli orari stringati scandiscono le ore all’interno del quale c’è solo posto per la preghiera e il silenzio …profumato e inebriante…” – Chi si isola cercherà [la sua propria] brama egoistica; irromperà contro ogni saggezza.” ( Proverbi 18.1)

    Mangiare troppo miele non è bene; e che la gente scruti la sua propria gloria, è questo gloria?( Proverbi 25.27)

    “Le posate le lavo nel lavandino.” – E dove altro se no ? nella valigia ?
    p.s. anche il cucchiaino ?

    30 Marzo, 2011 - 8:24
  5. Gioab

    @ nico
    complimenti per la bella scrittura che ha voluto citare, 1 Re 19.11 – mi chiedevo se ne comprende veramente tutta la sua grandezza e la motivazione per cui fu scritta.

    Posso chiederle perchè la riporta e cosa vuole comunicare ?

    Posso chiederle perchè in quella occasione non ha citato la motivazione della fuga di Elia ?

    “Sono stato assolutamente geloso per Geova l’Iddio degli eserciti; poiché i figli d’Israele hanno lasciato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso i tuoi profeti con la spada “ ( 1Re 19.10; 19.14)

    30 Marzo, 2011 - 8:38
  6. Se ti capita di incontrare o sentire Antonio (il “commerciale” della Rubettino), è troppo chiederti di portargli i miei saluti? 🙂

    30 Marzo, 2011 - 9:58
  7. Clodine

    Buongiorno Luca, è sempre un piacere sentirti. Complimenti per il tuo sito…ricco di argomenti profondi e interessanti!
    Un caro saluto!

    30 Marzo, 2011 - 10:04
  8. Marcello

    “Questo passa il convento.”
    “Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile d’aceto.”

    Cito i proverbi… quelli con la “p” minuscola.

    30 Marzo, 2011 - 10:48
  9. Leopoldo

    A volte tirerei il collo (si fa per dire) a Clodine, a volte a Fiorenza, anche a Matteo oppure a Leonardo eccetera. A volte, le più, li vorrei ringraziare, perché le loro parole mi aiutano a tirarmi fuori, con fatica, dalla gabbia del mio punto di vista e a guardare la realtà con occhi diversi. Le loro parole non sono mai, quasi mai, come del resto le mie, punteruoli che vogliono ferire per il semplice gusto, sadicamente malato, di farlo. Quando proprio ci va male, ci lasciamo trascinare della voglia di imporre la nostra opinione, che comunque non esprimiamo per secondi fini e sicuramente non allo scopo di avvelenare il sangue di chi la legge. C’è rispetto, insomma, a volte di più e a volte di meno, ma c’è. Il pianerottolo è un gruppo di persone che s’incontrano, virtualmente, nello scambio di opinioni. Ed è il rispetto che ci consente di continuare a parlare fra noi, ad aprire la pagina di Luigi senza la preoccupazione che qualcuno si prenda il fastidio di sferrarci “un calcio al basso ventre alle quattro di mattina”, mentre magari dormiamo. Se questa condizione, il rispetto, viene a mancare anche in uno solo di noi il blog rischia di andarsene a puttane; ed è un fatto che tutti gli interventi, negli ultimi tempi, nascondono, neppure tanto velatamente, lo sforzo di non dire tutto quello che si vorrebbe. E io, per la verità, faccio già tanta fatica nella vita reale che non vorrei sobbarcarmene un’altra in quella virtuale.

    30 Marzo, 2011 - 11:25
  10. fiorenza

    Per Leopoldo
    Naturalmente, non ho capito tutto del tuo messaggio: è impossibile, dato che è così pieno delle tue emozioni e della tua vita. Mi limito a dire qualcosa su ciò che mi è un po’ più chiaro, cioè questo: “è il rispetto che ci consente di continuare a parlare tra di noi”. Questa è una frase che mi è piaciuta tantissimo e su cui sono più che d’accordo. Quando, però, tu aggiungi: “se questa condizione, il rispetto, viene a mancare anche in uno solo di noi il blog rischia di andarsene a puttane”, ecco, allora io, invece, dissento.
    Sì, lo so bene che la mancanza di rispetto ha già allontanato – ma non per sempre – tanti di noi…Eppure il rischio che tu dici non c’é: oh, no. Proprio no. Contro il nostro pianerottolo, carissimo Leopoldo, “non praevalebunt”.

    30 Marzo, 2011 - 12:07
  11. Clodine

    Grazie Leopoldo, mi piace tanto leggerti, lo faccio sempre con grande gusto. In primis per la forma, così corretta ed elegante con la quale esprimi i tuoi pensieri, i tuoi dubbi, le tue perplessità. In secundis perché, nei tuoi raginamenti, sempre così densi e intensi emerge, a tratti, la profonda nostalgia di un “di più” che ci sovrasta e ci sfugge. Tutti noi, credenti, non credenti, purché uomini, donne di pace, cerchiamo di trovare il passo giusto per affrontare il cammino della Verita’:un cammino per nulla facile che spesso si ferma a metà strada. A volte in questo comune percorso accade che si è afferrati, nostro malgrado, da un meccanismi eccentrico, anche in una dimensione virtuale, come quella di un blog. Accade, non raramente, che si travalichi quella linea che intercorre tra le nostre vite reali -con i nostri problemi risolti o non risolti- e il voler condividere, con lo scopo ingenuo di portare testimonianza, le nostre convinzioni e punti di vista che sono sempre frutto di un vissuto personale, con la presunzione che le si vorrebbero accolte e condivise. Si perde di vista il fatto che tutto ciò che scriviamo e leggiamo è filtrato da quel micro-caos che è il cuore di ciascuno, con il suo proprio spaccato, fatto di turbamenti, di dubbi, e/o semplicemente perché ciascuno ha una visione diversa della vita e degli eventi. Ecco, io credo che nessuno [eccetto uno] su questo blog ami “sparare” con cattiva intenzione, in malafede; credo che di tutto si possa parlare, liberamente, senza timore delle parole ,purché filtrate dalla coscienza personale. Mentre, e su questo non transigo, ritengo miserabile, vile colpire in ciò che si ha di più caro: l’onore, il nostro credo profondo, la nostra fede, le nostre tradizioni, le nostre radici: questa è l’unica cosa che ferisce ed è meschina ed abbietta…

    30 Marzo, 2011 - 13:09
  12. (Per i cercatori di tesori e di perle…)

    http://www.certosini.info/

    OT: Sua Santità Papa Benedetto XVI, insiste, giustamente, un giorno si e l’altro pure, nei discorsi e, ovunque e comunque ne abbia occasione,
    sul Sacramento della Confessione (altrimenti detto della Penitenza)…

    Sarà mica “voce di uno che grida nel deserto” ?

    30 Marzo, 2011 - 14:53
  13. Molto bello Clodine scrive, 30 marzo 2011 @ 13:09
    (e io ho un filtro a maglie mooooolto strette; senza di esso “sparerei” cadendo vittima della parte finale delle sue considerazioni)… (già l’ho fatto una volta ?!?!).

    30 Marzo, 2011 - 15:02
  14. discepolo

    però smettiamola scusate questo tono di superiorità, questo sentirci tanto buoni, tanti umili..
    quell’uno, cattivone, di cui tutti parlate senza nominarlo, ha preso ormai le sembianze dell’unico cattivo , come Giuda, in un consesso di buoni e pii.
    non è proprio esattamente così. e se cominciassimo a guardare a noi stessi come portatori di TRAVI nel nostro occhio, piuttosto che come scrutatori di bruscolini nell’occhio altrui? credo che Luigi ci chiedesse proprio questo, basta scrutare l”occhio degli altri, pensiamo a noi …
    MC

    30 Marzo, 2011 - 17:37
  15. Leopoldo

    @ Discepolo
    Parli del nostro tono di superiorità e non ti accorgi che, facendolo, lo usi proprio tu. La mia trave ce l’ho, come tutti, ma non approfitto di ogni occasione per darla in testa agli altri.

    30 Marzo, 2011 - 17:48
  16. mattlar

    Speriamo che madre natura intervenga presto a visitare i nostri governanti!

    30 Marzo, 2011 - 18:14
  17. Clodine

    Ecco, brava discepola: più che la trave tu hai una sequoia, ti consiglio di riomuoverla perché vedi, oltre che a vederci meglio, e a comprendere il senso di ciò che si dice, ti alleggeriresti della tua spocchia, che è pesante assai per chi ti deve sopportare… te l’assicuro!

    30 Marzo, 2011 - 18:18
  18. Leopoldo

    Ahahahah, clo mi raccomando, io e te sempre amici…

    30 Marzo, 2011 - 18:35
  19. Clodine

    Ci puoi giurare…for ever!!

    30 Marzo, 2011 - 18:37
  20. fiorenza

    “Il primo atto di carità verso i nostri fratelli consiste nel rispettare la loro solitudine”.
    Questo leggo negli Statuti dell’Ordine Certosino.
    Che bello!

    30 Marzo, 2011 - 22:27
  21. marta09

    Nel tuo post, Luigi, si respira un grande silenzio, molta pace e magari un pochino di ” e mo’ che faccio?”….
    Invece … invece sul pianerottolo …

    C’è una cosa bella nei conventi/eremi vari: qualsiasi cosa si stia facendo o si debba fare ci sono ben definiti i tempi per la preghiera.
    I tempi per fermarsi e – magari – fermare anche la testa.
    E’ un grosso dono per chi ci vive, una grossa possibilità per chi ci va, giustamente, come dice Clodine a riprendere l’equilibrio e – garantito – ci si riesce sempre.

    Ma saremmo ingenui a pensare che in questi luoghi tutto filo liscio perchè anche i frati hanno problemi di carattere, di comportamento … e qualcuno ci viene mandato ogni tanto. Hanno, però, il coraggio di ripensare a tutto, a riconsiderare tutto e tutto si sistema, non di certo per “quieto vivere” e neppure per “perbenismo terminale”

    La quotidianità non sono 6 giorni o qualche giorno e la quotidianità, spesso, tira fuori il peggio di noi stessi.

    30 Marzo, 2011 - 22:44
  22. marta09

    😀 … ma una volta fuori il peggio di noi stessi, lo si vede e si corregge.

    30 Marzo, 2011 - 22:45
  23. Ciao a tutti,
    mi fa piacere sapere che i certosini di Serra San Bruno, continuano nella opera di diffusione della loro esperienza, anche se questo e’ anche uno sforzo rispetto alla scelta che hanno compiuto. San Bruno ha pero’ fondato un ordine in cui la saggezza e necessita’ prevale sul simbolismo e quindi non meraviglia che percependo la richiesta di conoscere, come una esigenza e non come curiosita’, abbiamo voluto fare la loro parte, come sempre.

    Da un po seguo’ la storia e l’esperienza certosina. In questi giorni, mi stavo chiedendo la ragione per cui il contatto con i certosini, attraverso video e documenti, abbia nei miei confronti, una forte capacita’ di rasserenare e, forse, una risposta parziale potrei averla trovata.
    Noi tendiamo a pensare che la vita dei certosini sia ‘ferma’, abituati ai rumori e all’idea che correre di qua e di la’ equivalga ad contribure a qualcosa.
    La vita dei certosini, al contrario, e’ di una intensita’ impressionante. Se (parlo per me, ma potrebbe valere anche per altri) vivessi la mia vita, con la stessa intensita’ e costanza con cui i certosini vivono la loro, forse avrei 10 lauree e qualche grattacelo mio, dove passare le vacanze.

    Qualunque cosa (onesta) si faccia, i certosini ci ricordano di quanto sia importante farla con impegno, con allegria e con constanza.

    Grazie
    Fabio D’Alfonso

    3 Luglio, 2011 - 12:09

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