Emilio Gandolfo e il “nostro pianto dirotto”

“Salga il nostro pianto dirotto, assieme a quello di Giovanni, l’autore dell’Apocalisse, per implorare la vittoria dell’Agnello sulle nostre divisioni”: così Emilio Gandolfo, prete di La Spezia, biblista, patrologo e martire della carità (1919-1999). Alla biblioteca Bibli di Trastevere il 28 giugno sono stato tra i presentatori della seconda edizione del suo volume capolavoro Lerra e Spirito. Lettura della Bibbia dalle origini cristiane ai nostri giorni (EDB). La citazione che ho riportato è nell’ultima pagina di quel volume. Gli dedico un bicchiare di Vino Nuovo. Altro mio testo su Emilio Gandolfo è nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, al capitolo 1 NUOVI MARTIRI, sezione b MARTIRI DELLA CARITA’: Emilio Gandolfo: “L’anima mia non sono io”.

39 Comments

  1. gino gandolfo

    Caro Luigi non conoscevo questo grande martire della carità, grazie di cuore per avermi dato la possibilità di conoscerlo e da adesso da approfondire. Un caro saluto dalla tua sempre amata Sicilia.

    3 Luglio, 2011 - 20:17
  2. Luigi Accattoli

    Da un Gandolfo all’altro… buona estate siciliana…

    3 Luglio, 2011 - 20:34
  3. Clodine

    Neppure io conoscevo la spiritualità di questo sacerdote martire. Ricordo che mi colpì tantissimo la sua morte, perché venne ucciso in una maniera violenta e singolare: colpito ripetutamente da un crocifisso,. Ebbene, avvertii da subito la presenza dello spirito del male in quell’evento: uno sfregio del maligno, un sacrilegio immane ed ebbi anche pietà del suo assassio, che è ancora ignoto. Credo che colui che si macchiò di questo misfatto si sia aperta la cararatta dell’inferno seduta stante, e vive ancora nell’inferno e l’inferno lo attende per l’eternità….
    Sicuramente leggerò il libro di don Emilio. Intanto, mi sento di dire, assieme a questo santo parroco, che è soltanto con la vigilanza, alimentata dall’attesa e dal desiderio di giustizia che gli occhi ,e tutta l’anima grondante lacrime si monda,si purifica per essere idonea all’incontro. Gli occhi restano chiusi, sigillati, fin quando non sono resi capaci di aprirsi alla contemplazione del mistero [così come sembra misteriosa la sua presenza animica in questo eone] perchè il credente è colui che non si accontenta di vedere soltanto ciò che si vede..ma va oltre la cortina fumogena del contingente. Ci sarà un’ora, per tutti -rammenta l’Apocalisse- in cui volgeremo lo sguardo verso “colui che hanno trafitto”, e solo alla luce di quell’ora sarà possibile Gesù, e cogliere il senso della sua -e nostra- vita…

    4 Luglio, 2011 - 5:51
  4. Leonardo

    La carne gloriosa e santa è qualcosa che solo un cristiano può capire. Il mondo crede di amare la carne, ma non è vero: al massimo si perde dietro una forma immaginaria (statuaria greca o riviste patinate non fa differenza, se non di gusto; ma che cos’è il gusto?).
    La carne dell’uomo gloriosa e santa la vedi quando vai in geriatria: sondini, cateteri, piaghe da decubito … la cura amorosa prestata alla carne sofferente dell’uomo (quando c’è …) è la cosa più vicina al paradiso che si possa avere su questa terra.

    Lo si dice troppo poco: la grande colpa dei cristiani, agli occhi del mondo, non è affatto quella di disprezzare la carne (ad esempio, che la chiesa sia sessuofobica può crederlo solo un cretino), ma al contrario di amarla troppo.

    4 Luglio, 2011 - 8:18
  5. fiorenza

    Che ” la cura amorosa prestata alla carne sofferente” sia ” la cosa più vicina al paradiso che si possa avere su questa terra” è una verità così vera che solo “il nostro pianto dirotto” potrebbe commentarla. Forse perché solo il nostro pianto dirotto la conosce.
    “Drop, drop, slow tears”:
    http://www.youtube.com/watch?v=ocMA-0J_ET8&feature=related

    4 Luglio, 2011 - 9:15
  6. Clodine

    Che tema quello della carne! Mamma mia! La carne: impasto di sangue, nervi, muscoli, cartilagini, centinaia di migliaia di cellule e sinapsi in un perpetuo movimento . Ma anche dolore, fratture, malattia, tormenti, morte e al contempo:spirito, anima, libertà, sentimenti, cuore, mente autodeterminazione, coscienza e , per chi crede, l’eternità, l’immortalità! Il tema della coscienza poi, è un’assoluto mistero:un concetto nuovo importato da S.Paolo dal mondo greco non è ebraico, né biblico. Un fiume carsico che scorre nella carne.Un libro aperto sul quale occhi invisibili discernono il bene dal male: veggenza primigenia dono mai sottrato e infallibile.Con la coscienza non si bara, non si bleffa, è sempre li implacabile accusatrice di noi stessi.
    Noi, e il nostro corpo, che non ha lo stesso significato della crane [boblicamente] per quanto le due cose si assommino e si relazionino. Il corpo [soma] ingloba la persona concreta in relazioni con gli altri con il trascendente orientata a seconda delle circostanze, fauste o infauste, in balia degli eventi. Il corpo è l’oggetto del contendere, involucro dentro il quale si cela l’essere vivente. Il guscio esterno, la scrocca! Tipica nomenclautra :” corpo del reato= corpo del peccato” ..quando volutamente ci si rende schiavi di una potenza ostile a Dio, ribelle, incapace di amare, asservita al peccato. E in quel frangente il corpo si trasforma in un veicolo di morte. Simile alla nave di demon Caronte che trasporta l’anima all’estinzione inesorabilmente e non c’è forza di Dio in grado di salvarla: che paura!!

    4 Luglio, 2011 - 10:37
  7. Clodine

    scusate i refusi : carne] et [biblicamente

    4 Luglio, 2011 - 10:44
  8. Ieri mi aggiravo nella sagrestia di una chiesa in cui spesso partecipo alla messa ed ho notato con piacevole sorpresa che tra i vari lezionari c’era anche il tuo libro sui fatti del vangelo 😉

    4 Luglio, 2011 - 10:53
  9. fiorenza

    Non son più riuscita a tornare alle Cinque Terre, anche se erano uno dei miei “luoghi dell’anima”, dopo quel dicembre 1999 quando “il nostro pianto dirotto” fu per lui: io non lo conoscevo, don Emilio Gandolfo, ma “nel cuore nessuna croce manca” e quel suo martirio me lo rende indimenticabile.
    “Ora -così, in occasione della sua prima messa, gli aveva scritto don Primo Mazzolari- è bene che tu canti con tutta l’anima poiché credere è anche poesia, offrirsi è la più alta poesia, quella che nessuno potrà strapparci”. E, poi, così lo aveva benedetto, don Primo: “Ti benedico per quelli che non ti benediranno mai neanche quando ti sarai tutto offerto per loro”.

    4 Luglio, 2011 - 11:20
  10. nico

    “Lo si dice troppo poco: la grande colpa dei cristiani, agli occhi del mondo, non è affatto quella di disprezzare la carne … ma al contrario di amarla troppo”

    Voi tutti, con la poesia o con la musica che io conosco troppo poco, mi aiutate a sottolineare con qualcosa di bello questa verità così bella?

    4 Luglio, 2011 - 11:41
  11. Gioab

    @ nico

    Non lo so fare con la musica nè con la poesia, ma in tema di “amare troppo la carne” mi ha fatto venire in mente un aspetto della vita che la chiesa non ha ancora condannato sebbene sia pronta a rifiutare e condannare il profilattico, il “testamento biologico” e altre piacevolezze come le cellule staminale la fertilizzazione in vitro e tutto ciò che ne segue.

    La questione è questa:
    Il decimo comandamento che la chiesa nel suo catechismo ha diviso in due parti, in realtà è questo:
    “Non devi desiderare la casa del tuo prossimo. Non devi desiderare la moglie del tuo prossimo né il suo schiavo né la sua schiava né il suo toro né il suo asino né alcuna cosa che appartiene al tuo prossimo”. (Esodo 20.17)

    Si può sintetizzare dicendo che viene condannato il desiderio e l’avidità collegata ad esso.

    Com’è che la chiesa non si impegna combattendo anche ferocemente la pillola blu che non è altro che un medicinale atto ad aumentare il desiderio anche quando il corpo non è più biologicamente funzionale al sesso ? E’ il mezzo per incrementare il desiderio.

    Si è molto discusso di profilattico sì e non solo ai gay. Non si è ancora sentita una voce contro la famosa blu che non è altro che un mezzo in evidente contrasto con il 10° comandamento – “ Non desiderare” ?
    Pensa anche lei che “desiderando troppo la carne” ne hanno necessità e per questo sono disposti a tollerarla ?

    4 Luglio, 2011 - 13:46
  12. Gioab

    @ Clodine
    “quando volutamente ci si rende schiavi di una potenza ostile a Dio, ribelle, incapace di amare, asservita al peccato. E in quel frangente il corpo si trasforma in un veicolo di morte.”

    Per quanto interessante e poetico il suo pensiero non è conforme alle scritture.
    “Peccato” traduce di solito l’ebraico chattà?th e il greco hamartìa. In entrambe le lingue le forme verbali significano “mancare”, nel senso di fallire un bersaglio o non raggiungere un obiettivo o un punto esatto, sbagliare strada; quindi significa mancare il bersaglio nei confronti del Creatore del quale l’uomo dovrebbe rispecchiare le qualità ma spesso il peccato altera nell’uomo questo riflesso della somiglianza e della gloria di Dio rendendolo impuro, macchiato in senso morale e spirituale. — Cfr. Isa 6:5-7; Sl 51:1, 2; Ez 37:23; è un fallimento morale.

    La scrittura identifica diversi tipi di errore ebr awaon, – trasgressioni (gr, parabasis), falli, ( gr. Paraptoma) sbagli,(ebr. sheghaghah ) stoltezze,(gr. adikia) – diversi gradi di colpa legati ad ignoranza e/o debolezza umana e menziona un peccato imperdonabile.
    C’è poi da considerare al pratica di peccato che va divisa dal singolo fallo come la partecipazione ai peccati altrui,
    La totalità di questi aspetti va considerata dal punto di vista: del peccato contro Dio, contro Cristo, contro l’uomo e contro il proprio corpo. E va considerato che anche gli angeli possono peccare.
    La questione riveste un esame approfondito per determinare anche il tipo di pena che è diverso per ciascun caso.
    Quando vorrà approfondire potrà indicarmi il singolo caso e procederemo con dettagli più accurati. Ma non faccia di tutta l’erba un fascio, perché così non è. L’anima non va in barca, neanche con Caronte. E “nell’amore non c’è timore” dice la Scrittura.
    L’unico peccato che Gesù ha condannato vigorosamente è uno solo : “l’ipocrisia” ricorre 19 volte nella traduzione del NM e Paolo ha condannato insieme a Pietro l’ignoranza. ( Efesini 4.18-1Pietro 1.14)

    4 Luglio, 2011 - 14:23
  13. FrancescoB

    x Gioab
    non afferro proprio i suoi ragionamenti, sulla pillola blu…
    le sfugge che desiderare di avere un rapporto con la propria moglie, specie se si è ancora giovani è lecito e sacrosanto, sia per se, che per la propria moglie.
    se poi c’è un abuso si condanna l’abuso, non certo la medicina in se.

    4 Luglio, 2011 - 15:31
  14. Gioab

    @ FrancescoB

    Devo essermi certamente espresso in modo confuso. Non ho condannato il desiderio “naturale” di rapporti con la propria moglie, anche se è la chiesa a raccomandare il rapporto “casto”; né stavo ragionando sull’abuso perché entrerei in un campo minato non potendo dimostrare cos’è l’abuso.

    Mi riferivo semplicemente al “desiderio risvegliato” quando questi non è più biologicamente “naturale”.

    E’ una forma di avido egoismo basato sul desiderio.
    La mancata accettazione di un percorso naturale di ciò che Dio ha stabilito volendo tornare ad essere un vigoroso “macaco” desideroso con le rughe.

    4 Luglio, 2011 - 16:23
  15. Gioab

    Poiché ho scritto di te caro Luigi, sul sito di Rodari alla pagina “il commento più intelligente” per lealtà mi sento in dovere di informarti. Spero lo pubblichi per ora è in attesa di approvazione.
    Ha classificato il tuo commento “il migliore” così mi ha dato lo spunto per farti un po’ di pubblicità.

    4 Luglio, 2011 - 16:23
  16. Marilisa

    Eppure, a proposito di “carne”, si deve rilevare che se oggi la chiesa si è relativamente ricreduta, in passato l’atteggiamento era diverso, se è vero, come lo è, che monaci e suore e religiosi in generale praticavano l’autoflagellazione. Qual era il significato? Mortificare la carne, mi sembra, cioè la si considerava una parte peccaminosa dell’essere umano, dando il primato assoluto allo spirito che è proprio degli angeli. Oggi giustamente il corpo è stato rivalutato: un passo in avanti della chiesa. Finalmente si è arrivati a capire che nell’uomo la parte corporea e quella spirituale sono strettamente intrecciate e bisogna avere cura di entrambe. E ritengo, comunque, che la chiesa non si sia del tutto affrancata dalla sessuofobia. Non mi interessa essere ascritta alla cerchia dei “cretini”, mi importa dire sinceramente ciò che penso. Il fatto che si presti cura con amore alla carne sofferente di chi tribola fra tanti tormenti è altamente meritorio, e tuttavia non la ritengo una prerogativa esclusiva dei cristiani. In moltissimi uomini( e, a farci caso, anche in certi animali verso i loro simili e verso gli uomini ) c’è una grande sensibilità che induce naturalmente ad alleviare le altrui sofferenze, indipendentemente dalla religione cui aderiscono; e tale sensibilità c’è anche, molto spesso, in chi non crede. Al contrario, talvolta manca in quelli che si dicono cristiani. Come spiegare tutto ciò?

    4 Luglio, 2011 - 17:43
  17. Alexandros

    Confesso che pure io mi sento parte della schiera dei cretini. Non dispero tuttavia un giorno di poter acquistare anch’io il bene dell’intelletto, magari grazie all’aiuto di qualche sapiente.

    4 Luglio, 2011 - 18:03
  18. Gioab

    @ Marilisa
    “dando il primato assoluto allo spirito che è proprio degli angeli”

    Già, come gli angeli fossero esentati dal desiderare il sesso. Per essere una buona cattolica, l’intelletto fa difetto,
    “Ora avvenne che quando gli uomini cominciarono a crescere di numero sulla superficie del suolo e nacquero loro delle figlie, allora i figli del [vero] Dio notavano che le figlie degli uomini erano di bell’aspetto; e si prendevano delle mogli, cioè tutte quelle che scelsero” (Genesi 6.1-2)

    “I nefilim (=abbattitori o quelli che fanno cadere) mostrarono d’essere sulla terra in quei giorni, e anche dopo, quando i figli del [vero] Dio continuarono ad avere relazione con le figlie degli uomini ed esse partorirono loro dei figli: essi furono i potenti dell’antichità, gli uomini famosi.” ( Genesi 6.4)

    “indipendentemente dalla religione cui aderiscono; e tale sensibilità c’è anche, molto spesso, in chi non crede. Al contrario, talvolta manca in quelli che si dicono cristiani. Come spiegare tutto ciò?”

    Manca la corrente o è rotta la spina !

    4 Luglio, 2011 - 18:59
  19. discepolo

    a Nico che chiede di sottolineare con qualcosa di bello questa verità così bella enunciata mirabilmente da Leonardo ( che la carne ha un valore inestimabile per il cristiano)
    mi viene in mente un poeta inglese John Donne della fine del 1500, tradotto da Cristina Campo per Einaudi “poesie amorose e poesie teologiche”

    “Ai corpi dunque ci volgiamo, che i deboli
    possano contemplare rivelato l’Amore:
    i misteri d’amore crescono nelle anime
    ma il nostro corpo è il libro dell’amore”

    da “l’estasi”

    4 Luglio, 2011 - 19:11
  20. discepolo

    Per Marilisa
    Chi non da’ importanza alla “carne ” non si flagella, ne’ fa penitenza
    Una religione del tutto spiritualista per cui il corpo , la carne, non conta nulla ed è meno che nulla, perchè dovrebbe avere delle penitenze corporali?
    Proprio perchè la carne ha una importanza enorme nella religione cattolica, si possono spiegare le penitenze corporali, le flagellazionì ecc.
    se Cristo non fosse stato veramente un uomo ( come alcuni eretici credevano) ma un puro spirito, la flagellazione, l’incoronazione di spine non gli avrebbero arrecato nessun dolore. Se il corpo non ha nessuna importanza anche il dolore fisico non ha alcuna importanza. Se al contrario la “carne” ha importanza e valore ( IL Verbo si è fatto Carne!) allora anche le sofferenze fisiche hanno importanza.. il Sacro Cuore di Gesù è circondato da una corona di spine.. è un simbolo, un archetipo, ma i simboli esprimono (senza parole) molto più delle parole….
    MC

    4 Luglio, 2011 - 19:19
  21. Clodine

    Ma la carne è, per antonomasia, il ventre molle del vizio [i 7 capitali sono tutte incentrati sull’elemento carnale] e del conseguente peccato.«il corpo si appaga e si diletta a tal punto da trascinare l’anima a consentire ai suoi appetiti». Sono peccati che non possono essere consumati senza il supporto della carne : gola (gastrimargia) e lussuria (fornicatio) sono peccati carnali, ma anche «naturali», nella misura in cui rispondono entrambi a bisogni radicati nell’uomo. Peccati in qualche modo innati, inscritti in quella natura segnata, ferita dalla fragilità, si traducono immediatamente in atti esteriori e si realizzano attraverso l’azione del corpo. Ma attenzione, ci sono pure i vizi spirituali che mirano a schiacciare il corpo e le sue esigenze sottopondolo a prove estenuanti (gravissimis languoribus) pur di alimentare l’anima con gioie miserande. Nascono da un impulso che proviene esclusivamente dall’anima vizi accomunati dalla ricerca di un piacere che effimero: superbia, vanagloria ad esempio si realizzano senza nessun intervento del corpo. Anche l’ra è un vizio naturale, come gola e lussuria, e come tale si distingue dall’avarizia, che è invece extra naturam; ma per un altro verso ira e avarizia sono accomunate dal fatto di trovare all’esterno le cause che le fanno nascere. I restanti due vizi invece, accidia e tristezza, derivano da moti interni all’uomo, simili a quelli che danno origine a gola e lussuria, ma, a differenza dai vizi più carnali, rimangono chiuse entro il perimetro dell’anima …Perciò i vizi sono estremamente trasversali, colpiscono tutti indistintamente e sono prerogativa sia della carne che dello spirito…senza distinzioni…

    4 Luglio, 2011 - 20:35
  22. nico

    @discepolo
    Grazie

    Mi sorprende sempre questa nostra platonica divisione dell’uomo in due parti separate, corpo e anima.
    Certo, non abbiamo parole migliori per descrivere la nostra natura ma dobbiamo sempre ricordare che l’uno e l’altra sono reciprocamente intrecciati. Se è vero che la carne è il ventre molle del vizio, è anche il luogo del bene: come elevare lo spirito a Dio senza il pensiero? Ossia come pregare senza i nostri neuroni? come aiutare il prossimo senza tendere la mano?
    Dio lo sa così bene che ci si dona sotto forma di cibo, che nutre l’anima nutrendo il corpo.
    La dialettica di carne e spirito di san Paolo è molto più complessa della lettura platonica e dualista che ne abbiamo fatto lungo i secoli e che ancora ci trasciniamo.
    E con questo so di non aver detto nulla: l’argomento è meraviglioso e complesso, spero solo che a qualcuno venga il desiderio di approfondirlo al di là delle apparenti ovvietà con cui (non per nostra colpa) lo troviamo ammantato.

    4 Luglio, 2011 - 21:02
  23. Marilisa

    Scusa, discepolo, stai giustificando per caso le autoflagellazioni e le penitenze corporali? Ho capito bene? Perché non approvare allora quelle che gli aguzzini infliggono ai poveretti su cui si accaniscono? Ma scherziamo? Mi sembra di vivere nel medioevo!
    La carne conta, eccome! ma sotto altri punti di vista. Il corpo non ci è dato per essere tormentato né da altri né da noi stessi; bastano e avanzano le pene che si subiscono nostro malgrado. Mi meraviglia molto che un medico, quale tu sei, dica ciò che tu hai detto. Tanto vale, allora, per un cristiano non rivolgersi ad un medico per le cure del caso, e sopportare, per amore di Gesù Cristo, i malanni che ci vengono. E invece- guarda caso- la Chiesa ci dice che è un “dovere” curarsi. E gli alti prelati, e il papa stesso, hanno un medico sempre a loro disposizione. “Il Verbo si è fatto carne!”. Hai capito bene quel che significa questa espressione? A me, francamente, sembra di no, e non avertene a male. L’infliggersi da sé penitenze e flagellazioni si chiama semplicemente masochismo (e lo sottolineo), ed è una deviazione forse patologica. Quando sentiamo dire che il Cristo è venuto fra noi anche per dare un senso al dolore, non significa che il dolore- sia quello fisico sia quello morale- dobbiamo andare a cercarlo. Le spine di cui parli, e che appunto sono simboliche, sono quelle ( comprese le sofferenze fisiche) di cui è intessuta l’intera vita umana e che un cristiano cerca di sopportare- ammesso che ci riesca- abbracciando la croce (altro simbolismo) e unendosi, per quanto possibile, al sacrificio di Gesù. Pensi forse che quando gli uomini di chiesa soffrono fisicamente non si lamentino e non cerchino, il più presto possibile, un sollievo al loro dolore? Ti posso assicurare che non è proprio così.
    Ti consiglierei di informarti bene presso un sacerdote.
    E comunque sono letteralmente indignata per ciò che ho letto.

    4 Luglio, 2011 - 21:56
  24. fiorenza

    Non indignarti, Marilisa: potresti avere frainteso.

    4 Luglio, 2011 - 22:55
  25. fiorenza

    Nico, con la poesia ti ha già risposto Discepolo e tu hai già commentato ,da par tuo, che “l’argomento è meraviglioso e complesso”. Per quanto riguarda, poi, il “sottolineare” anche “con la musica” quella verità “così bella”, questo io l’avevo già fatto, prima ancora che tu lo chiedessi, con quel “Drop, drop, slow tears” del grande, grandissimo, Orlando Gibbons. “Scorrete, scorrete, lente lacrime. Bagnate quei piedi belli che hanno portato dal Cielo il lieto annuncio e il Principe della Pace… Che i Suoi occhi vedano il mio peccato soltanto attraverso le mie lacrime. ”
    Dovevo, forse, aggiugere il testo, stamani. Rimedio ora con quest’altro video in cui compaiono anche le parole: http://www.youtube.com/watch?v=Nb96LpmwrtU&feature=related
    E questa meraviglia che è per me questa musica non è che il pallido riflesso
    di Luca 7: 36-50, là dove davvero perfettamente si canta il corpo amoroso della peccatrice e quello del Salvatore con i suoi piedi sporchi, stanchi, forse piagati dalla strada, sui quali lei si china piangendo, accarezzandoli, lavandoli, asciugandoli con i suoi capelli in una cerimonia di straordinaria intensità, con una tenerezza e un ardore per quel corpo che al fariseo appare certo eccessivo.
    E, per di più, “se costui fosse un profeta saprebbe chi è e che specie di donna è colei che lo tocca”.
    (Un’altra trovata farisaica sarebbe quella di dire: “Ma di questa sensibilità, di questo lavare i piedi a un povero, sono capaci tutti, anche senza essere cristiani! Che c’è di straordinario?” ) (O quest’altra: “A voi tradizionalisti interessano solo le cerimonie, quando ci sarebbe, invece, soltanto da lavare i piedi ai poveri e pochi incensamenti e poche storie!”)
    (Difficile, sempre, mettere insieme la visione della carne sofferente e quella della carne gloriosa e santa)

    4 Luglio, 2011 - 23:09
  26. Clodine

    Aggiungerei che non solo i preti non si flagellano,hanno paura della malattia, si procurano i migliori medici, curano l’aspetto e l’alimentazione, che è tra le più succulente, ci mancherebbe, sono abbastanza goderecci, non si fanno mancare proprio nulla e…ne sanno una più del diavoilo. Poi, con questa benedetta etere, internet a portata di mano, dove c’è veramente di tutto…ma sai le tentazioni, i desideri …le morbosità! Ma figurati. Per questo certa visione puritana della carne, del corpo , della sessualità va rivista e corretta decisamente! E poi, diciamocelo che il messaggio di Gesù è liberatore, non si ferma al ginocchio scoperto, all’epidermide, ma strappa il velo che nasconde il fondo cattivo che “sporca” veramente,perché i vizi, le cattive azioni. Sono quelle che inquinano non l’amore, il piacere fisico che è nato con l’uomo voluto da Dio! Noi abbiamo un cuore, che è di carne, non di pietra, e in quel piccolo pezzetto palpitante, brulicante. c’è tutto: intelligenza, amore, memoria, conoscenza , libertà , ‘intera interiorità! E solo quello si trasforma in altare di Dio….

    5 Luglio, 2011 - 4:31
  27. Clodine

    E poi questa immagine della Maddalena prostituta deve finire. Maddela non era affatto una prostituta, per la mentalità gretta dell’epoca una donna di quella cultura, indipendente, libertà, ricchezza…[per possedere un profumo tanto prezioso come quello che inondò i piedi al cristo sicuramente lo era] veniva certamente gurdata con sospetto e difinita tale. Ma non perché lo fosse. In realtà…era una donna bella,vedova di un uomo ricco al quale era stata promessa ancora bambina… peccatrice come lo siamo tutti..ma non prostituta nel senso che vendeva se stessa. No! E’ ora di smetterla di vedere Maddalena in questo modo falsato! E’ stata tra tutti gli apostoli la più amata…

    5 Luglio, 2011 - 5:36
  28. Clodine

    ..e anzi, è proprio grazie alle sue risorse finanziare se il primo nucleo che si costituì attorno a Gesù potè sopravvivere…un manipolo di pescatori poveri in canna, analfabeti, senza risorse finanziare…costretti a fuggire, a nascondersi…perciò le dobbiamo tutti moltissimo.
    Ci sono dei manoscritti copti, risalenti ai primissimi secoli e molto attendibili che ne narrano la storia. Il quadro assume contorni assai diversi risopetto alla narrazione usuale. Anzi, io non sono capace di inserire nel post le foto, come fate voi, ma andatevi a cercare il capolavoro di Leonardo Da Vinci sulla “maddalena dai capelli rossi”…una donna raffinata ..non una prostituta.

    5 Luglio, 2011 - 6:23
  29. @Clodine
    Non ti preoccupare, ti crediamo. Cmq se era una prostituta non cambia nulla, anzi… l’importante è quel che ha dimostrato a tutti dopo l’incontro con il Signore.. come ha fatto Gesù stesso, guarda più al cuore degli uomini che alla condizione iniziale

    5 Luglio, 2011 - 6:48
  30. nico

    @Fiorenza
    davvero, non avevo capito il legame del canto con l’episodio della peccatrice: di quella splendida musica connessa con la cura amorosa per la carne sofferente mi sfuggiva l’aspetto adorante, il profumo… di cui ti sono grata

    5 Luglio, 2011 - 7:43
  31. fiorenza

    Hai visto, Luigi, come siamo in sintonia con ciò che di vitale si affaccia all’orizzonte anche culurale della Chiesa? Mi riferisco all’articolo che compare oggi a p. 23 di “Avvenire” dal titolo “Anche la carne può essere mistica”. L’autore, Lorenzo Fazzini, sostiene che “l’antico adagio dei Padri della Chiesa -‘ la carne è il cardine della salvezza’- sembra riprendere quota nel pensiero cattolico”. E cita Fabrice Hadjadj che nel suo “Mistica della carne. La profondità dei sessi” denuncia, “con scrivere immaginifico”: “La carne dell’uomo non è più un canto, ma una materia prima. L’alcova diventa una succursale del laboatorio, il suo sfogatoio e il suo sbocco”.
    Prosegue, poi, Fazzini dicendo :”L’editoria testimonia una ripresa di interresse per l’argomento-corpo in chiiave cristiana. Parla di un Dio “incorporato” il biblista Jon L. Berquist nel suo recente ‘ Una teologia del corpo’ (Claudiana): “La nostra fede coinvolge i nostri corpi, non solamente le nostre menti. Le persone hanno visto e toccato Dio. Nella persona di Gesù Dio è stato tra noi in carne”.

    5 Luglio, 2011 - 11:57
  32. fiorenza

    Orizzonte culturale che per me è stato aperto dalle meditazioni sull’arte che da anni viene facendo don Timothy Verdon. E anche di lui parla, oggi, l’articolo di L. Fazzini su “Avvenire” e ricorda il suo “Il catechismo della carne. Corporeità e arte cristiana” ed. Cantagalli, del 2009. Qui T. Verdon scriveva: “Nessuna grande fede attribuisce importanza al corpo umano come il cristianesimo”. Ma una delle frasi di questo grande catechista attraverso l’arte che mi hanno aiutato di più e che vorrei fosse ricordata e sottolineata e compresa – e che anche Fazzini riporta- è questa: ” ‘Carnali’ e ‘corporei’ sono anche l’immaginario , il linguaggio e la ritualità dei cristiani”.

    5 Luglio, 2011 - 12:11
  33. Leopoldo

    Che cosa posso dirvi, su questo tema le nostre strade si dividono, perché io non credo nell’esistenza di uno spirito distinto dalla carne. Concordo però sul fatto che la religione cristiana dia importanza al corpo, tanto è vero che ci si può salvare o dannare, e modificare lo stato di salvezza o di dannazione, soltanto finché lo spirito è unito al corpo, cioè finché siamo vivi. Una volta morti, la condizione dell’ultimo momento resta. Così mi spiego anche la parabola dei lavoratori della vigna (vado a memoria…). Né il Dio dei cristiani modificherà la condizione dell’umo cristallizzata dalla separazione fra corpo e spirito: salvi o dannati in eterno, poiché non ci si può salvare o dannare sotto la specie di solo spirito. Ma voi siete più addentro e potreste correggermi se mi sbaglio.

    5 Luglio, 2011 - 17:05
  34. Gioab

    “l’articolo di L. Fazzini su “Avvenire” e ricorda il suo “Il catechismo della carne. Corporeità e arte cristiana” ed. Cantagalli, del 2009. Qui T. Verdon scriveva: “Nessuna grande fede attribuisce importanza al corpo umano come il cristianesimo””

    Si effettivamente deve aver letto il testo di Pier Damiani divenuto poi santo http://islab.dico.unimi.it/phmae/IZ/traduzioneLG_a.htm

    5 Luglio, 2011 - 17:31
  35. Marilisa

    Per chi può essere interessato riporto qualche passo di un illuminante libretto scritto dal monaco Luciano Manicardi e intitolato “Il corpo” (Via di Dio verso l’uomo, via dell’uomo verso Dio), 2005.

    “…è nei nostri vissuti personali che emergono i segni della difficoltà a vivere il corpo, delle patologie e delle deviazioni nel rapporto con il corpo nostro e degli altri, delle difficoltà a entrare in consonanza con il corpo, difficoltà che si riverberano anche sui piani della relazione con gli altri, dell’assunzione della realtà, del rapporto con Dio….Si pensi alle persone dominate dalla paura del corpo o a chi rimuove la dimensione sessuale o a quanti non “abitano” il proprio corpo…Il corpo è il nostro modo di essere nel mondo, di prendervi parte, di rispondere ai suoi molteplici richiami e alle sue sollecitazioni di gioia o di dolore, cose tutte che plasmano il nostro corpo, fino a renderlo immagine fedele del nostro carattere, di chi noi siamo….”Il corpo è compreso come Dio è compreso” e, più in profondità, il modo di relazionarsi con il proprio corpo esprime e riflette il modo in cui ci si relaziona a Dio….Dalla concezione biblica discende una visione unitaria dell’uomo, in cui il corpo non è il rivestimento esteriore di un principio spirituale, né tanto meno uno strumento o, peggio, una prigione, ma è in in se stesso buono, tanto che, se ci si attiene a Paolo, non esiste un peccato del corpo, ma piuttosto contro il corpo(cf.ICor 6,18), cioè contro il valore e la dignità della persona visibile e chiamata ad agire nel mondo… Temo si sia dimenticato che esiste una santità della carne, non meno di una santità dello spirito: la Bibbia ci obbliga a ripensare tutto questo.”

    5 Luglio, 2011 - 18:00
  36. Gioab

    @ Marilisa
    Sono d’accordo con la citazione scritta nel libretto del sig. Manicardi e con la conclusione che lei ne trae : “Temo si sia dimenticato che esiste una santità della carne, non meno di una santità dello spirito: la Bibbia ci obbliga a ripensare tutto questo.”

    La sua conclusione però dà l’impressione che qualcosa sia stato trascurato. Ha per caso elaborato qualche teoria sulle motivazioni ? O pensa che qualcosa debba essere cambiato ?

    Per amore di discussione, perché pensa che l’Apostolo Paolo abbia scritto : “ Trovo dunque nel mio caso questa legge: che quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me. Realmente mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo che sono interiormente, ma vedo nelle mie membra un’altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato che è nelle mie membra. Misero uomo che sono! Chi mi libererà dal corpo che subisce questa morte” ( Romani 7.21-24)

    Perché secondo lei Paolo voleva abbandonare il corpo mentre lei sostiene che vada ripensata la santità della carne che lui dice essere soggetta alla legge del peccato ?

    5 Luglio, 2011 - 19:39
  37. Marilisa

    Tengo a precisare che le parole “Temo si sia dimenticato che esiste una santità della carne, non meno di una santità dello spirito: la Bibbia ci obbliga a ripensare tutto questo” non sono mie, sono sempre dello stesso L. Manicardi, per quanto io sia del tutto d’accordo.

    5 Luglio, 2011 - 21:32
  38. Gioab

    @ Marilisa
    “non sono mie, sono sempre dello stesso L. Manicardi, per quanto io sia del tutto d’accordo.”

    Grazie per la precisazione. Ma la domanda era un’altra : “Perché Paolo voleva abbandonare il corpo e lei o Manicardi vorrebbe ripensare alla santità della carne ? Le allargo il concetto:

    “ Nella risurrezione, con quale sorta di corpo torneranno i morti ?” Ne ha qualche idea ?

    6 Luglio, 2011 - 19:50

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