Martini e la paura della morte: questo è il segreto

Per la paura della morte non vi sono rimedi facili, non basta per esempio imporre a se stessi di non pensarvi. Io non conosco metodo migliore che quello di concentrarsi nel presente. Si può così attualizzare anche il modo con cui Cristo ha sconfitto la morte, offrendosi tutto a Dio Padre. Pur morendo di una morte ingiusta e crudele, disse: «Nelle tue mani, Padre, affido il mio Spirito». Questo è il segreto! Se non ci affidiamo a Dio come bambini, lasciando a Lui di provvedere al nostro avvenire, non arriveremo mai a fare quel gesto di totale abbandono di sé, che costituisce la sostanza della fede“: così domenica 30 ottobre il cardinale Martini ai lettori del Corriere della Sera che lo interrogavano sulla morte. Dedico le sue parole ai visitatori in questo due novembre che il calendario della Chiesa Cattolica segna come Commemorazione di tutti i defunti. Nel primo commento un’altra risposta del cardinale.

17 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Non lasciatevi trascinare dal dolore. Esiste un futuro anche oltre la vita è il titolo della pagina del Corsera con le risposte di Martini. In essa il cardinale – 84 anni, da un quindicennio colpito dal Parkinsom – risponde anche a un lettore di nome Daniele Perna che dice «mi piacerebbe avere la sua stessa certezza dell’ esistenza di Dio; ma purtroppo non è così» e questa è la risposta: “Debbo dire che sento molto la fragilità di questa mia fede e il pericolo di perderla. Per questo, prego molto il Signore e gli affido la mia vita, la mia morte e tutti quelli che vanno alla morte con poca fiducia nella potenza di Dio“.

    2 Novembre, 2011 - 8:14
  2. Federico B.

    Una volta il ricordo dei moribondi era associato ai conforti religiosi: la Confessione, l’Estrema Unzione, il Viatico. I più pii pregavano per evitare morti improvvise e per avere il tempo di incontrare il prete.
    Oggi le cose sono cambiate. Non è che ci siano più peccatori di un tempo, ma non si coglie più il senso del peccato. Non si avverte l’importanza del sacramento della confessione per la salvezza della propria anima.
    Oggi si muore nell’impenitenza, senza rivolgere un pensiero a Dio, ai Novissimi… Sappiamo chi può gioire di questo.
    Qualcuno, più “moderno” di me, dirà che è meglio così, che le confessioni in punto di morte fatte solo per paura dell’inferno erano troppo comode, troppo facili… Eppure sono convinto che tanti peccatori si sono salvati proprio all’ultimo, facendo un esame di coscienza sincero, pentendosi, implorando perdono o magari anche solo cercando con gli occhi un Crocifisso.
    Ogni mattina ricordo amici e parenti defunti, oggi le mie preghiere sono per coloro che sono morti senza avere il tempo di riconciliarsi con Dio, magari anche per colpa della scarsa “sensibilità” dei parenti.

    2 Novembre, 2011 - 14:23
  3. Luigi Accattoli

    Grazie Discepolo ho appena ascoltato e ora riascolto.

    2 Novembre, 2011 - 15:38
  4. Luigi Accattoli

    Vitam largíre grátiæ,
    ut, sponsus cum redíeris,
    ornáta nos cum lámpade
    iam promptos cælo invénias.

    O Cristo redentore,
    guida da morte a vita
    chi spera nel tuo nome.
    Quando verrai per le nozze,
    fa’ che ognuno ti attenda
    con la lampada accesa.

    Testo preso da: Immensae Rex potentiae: inno vespertino per l’ufficio dei Defunti http://www.cantualeantonianum.com/2011/10/immensae-rex-potentiae-inno-vespertino.html#ixzz1cYtSzbG2
    http://www.cantualeantonianum.com

    2 Novembre, 2011 - 16:23
  5. @Federico B.
    Splendido commento il tuo, che mi permetto di condividere e sottoscrivere in todos… 😉

    3 Novembre, 2011 - 12:53
  6. Federico B.

    Grazie

    3 Novembre, 2011 - 14:15
  7. Gerry

    “le confessioni in punto di morte fatte solo per paura dell’inferno erano troppo comode, troppo facili…” (Federico B – 2 novembre 2011 h.14:23)
    Ahimè, è una vecchia questione: il rigore nella purezza non è cattolico, ma la polemica sull’attrizione contrapposta alla contrizione è … una vecchia polemica giansenista! Chi può davvero giudicare se un cuore è più attrito che contrito? Ed è importante, salva qualcuno? Il mondo sarà forse migliore? Di “perfetto” ce n’è uno solo: il punto è tutto nel capire la differenza tra uomo e Dio (e il suo “arcano disegno di sapienza e di bontà”). Un saluto.

    3 Novembre, 2011 - 16:40
  8. Prima della morte,
    voglio avere il tempo di prepararmi,

    non voglio sentirmi riconciliato con Dio,

    voglio che Dio mi doni di sentirmi riconciliato
    tanto Lui che io
    con
    me stesso,
    nella pienezza.

    Non ho paura della morte,
    ho paura del dolore,
    ho solo terribilmente paura del dolore fisico.

    3 Novembre, 2011 - 18:50
  9. fabi

    Caro Matteo,
    come ti capisco!

    3 Novembre, 2011 - 20:45
  10. discepolo

    interessante credo il punto di vista di Steve Jobs, morto di recente, che qualcuno, un suo amico credo, diceva che pensava talvolta che fosse solo questione di un “clic”…un clic come on-off.. in una struttura binaria basta pigiare un tasto, on- off, vita-morte, on-off, essere- non essere..
    interessante perchè ripudia tutti i terrori e le angosce e le gotiche immaginazioni dell’aldilà di vecchia e forse medioevale memoria: se non c’è aldilà , di cosa aver paura ? la danza macabra non avrà luogo…
    eppure proprio questa netta, cristallina, razionale concezione: la morte è solo un “game over” , un clic sull’off, a me personalmente agghiaccia più che tutti i racconti di Edgar Allan Poe e tutti i terrori medioevali.
    se la nostra vita e la nostra morte è solo un “clic” , tutto ciò è assurdo!!!

    3 Novembre, 2011 - 20:52
  11. Gioab

    @ discepolo
    Però Gesù ha detto anche che lui fare il reset. Ci si può credere ? Ma non è un vero reset, era la batteria che si era scaricata. E lui collega l’alimentatore al posto della batteria.

    3 Novembre, 2011 - 21:19
  12. Marilisa

    In questi giorni siamo tutti chiamati a confrontarci con la morte. Il card. Martini ha detto parole di grande saggezza, come suo solito, e ha parlato di “fragilità” della fede.
    Meravigliarsi di questo, detto da un uomo come lui? Tutt’altro.
    A me piace proprio questo suo allinearsi all’ uomo comune, questo suo comprendere tutti gli affanni e i problemi degli uomini del suo e del nostro tempo.
    A proposito della morte– il grande mistero di sempre– aveva già espresso la sua reticenza di fronte ad essa, il suo “prendersela” con Dio per la presenza della morte.
    “Perché Dio lo vuole? Con la morte di suo Figlio avrebbe potuto risparmiare la morte agli altri uomini” aveva detto; ma poi una giustificazione non banale: ” senza la morte non saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio…nella morte, invece, siamo costretti a riporre la nostra speranza in Dio e a credere in Lui”.
    Si potrebbe essere d’ accordo, eppure qualche obiezione sarebbe ancora possibile.
    Lo scrittore Franco Fochi aveva efficacemente parlato della vita come di una “festa turbata” (dalla morte).
    Il fatto è che questa tremenda pietra dello scandalo ci sorprende, ci turba, anzi ci sconvolge sempre quando ci tocca da vicino.
    Nel momento in cui una persona cara ci lascia, ci sembra che si apra una voragine fra lei e noi. Il distacco ha in sé una crudeltà irreparabile. La preghiera ci può aiutare, certo; la vicinanza di altre persone anche, ma di più ci aiuta la speranza di poter rivedere, un giorno, chi ci ha lasciato.
    Ma, intanto, ci si chiede mai perché in questa vita non c’è alcun contatto fra i vivi e i morti? Questo è davvero un mistero insondabile.
    Ecco, questi sono i giorni in cui rinnoviamo la speranza, ma nello stesso tempo la mancanza dei nostri cari si fa più acuta.

    3 Novembre, 2011 - 21:57
  13. discepolo

    marilisa
    ha conosciuto tante persone che hanno cercato “un contatto” coi loro morti.
    alcuni mi hanno testimoniato commossi di esserci riusciti, alcuni erano così visibilmnte felici che era difficile pensare a un’ impostura ( eppure io ho SEMPRE pensato a un’ impostura ed a un autosuggestione).
    Io sono sempre rimasta perplessa. Mia suocera, a Torino, dopo la morte del secondo marito è andata dal famoso mago, negromante, esoterista, noto a tutta la Torino bene, lui l’ha messa in contatto col marito defunto.
    Io non so . Non credo. lo scetticismo forse è una malattia equivalente alla credulità. Il mistero insondabile del contatto fra vivi e morti secondo me risiede nella nostra (dei vivi) ottusità ed insensibilità. A volte ibambini , i semlici , hanno delle visioni che gli adulti non hanno. Io sono sempre stata convinta di aver sentito da bambina ( cinque anni) la voce oltre una porta chiusa .. la voce di una persona morta da anni che mi ha parlato. invano gli adulti hanno sempre ridicolizzato la mia esperienza e mi hanno preso in giro .Quella voce la posso rievocare ancora adesso che ho cinquantadue anni.. la voce la sento ancora adesso..
    nessuno mi ha mai creduto . ma io SO che è stato VERO.

    3 Novembre, 2011 - 22:16

Lascia un commento