Dalle Cinque Terre a Carrara, in visita alle cave di marmo: un percorso delle meraviglie che batte quelli delle grotte di Frasassi e di Castellana sommati insieme. Da Carrara a Colonnata: lì ti fai un panino al lardo e miele e – pieno di meraviglia per lo spettacolo dei camion che s’inerpicano sulle cime a caricare i blocchi – ti disponi a scendere a valle per una qualsiasi via quando t’avvedi di esserti infilato in una serie di tunnel della vecchia ferrovia “marmifera”, oggi strada provinciale, che ti portano ai Ponti di Vara e da qui al bacino Miseglia dove puoi visitare in un tour guidato, con il casco in testa, la Galleria Ravaccione, percorrendo prima con un pulmino e poi a piedi un tunnel di milleduecento metri ed entrando in ambienti smisurati dove ti viene mostrato come si tagliano le “bancate” di marmo che possono pesare fino a 120 tonnellate l’una, come vengono adagiate a terra e portate fuori. Mi sentivo un clandestino nel regno sotterraneo dei Nani, sul tipo di quello descritto da Tolkien nel capitolo “Un viaggio nell’oscurità” che è nel libro secondo della parte prima del Signore degli anelli: “Per un secondo essi scorsero un ampio soffitto sulle loro teste, sostenuto da molte possenti colonne di pietra. Avanti a loro e da ambedue le parti, si estendeva un ampio salone vuoto; le pareti, lucide e lisce come vetro, scintillarono e lampeggiarono”. In un angolo della cava che ho visitato a Carrara il distacco di un masso dalla parete ha lasciato un’orma come di una “Vergine con bambino”: i “cavatori” le hanno tracciato intorno una cornice con la scritta “Buon Natale 2007” e vi portano fiori.
In una cava di Carrara come in una leggenda
9 Comments
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Ho visitato, Luigi, le cave di marmo di Carrara l’estate scorsa (accompagnato e, meglio ancora, guidato da un mio fraterno amico di quelle parti).
I miei ricordi di quel tour si sono ritrovati nella tua descrizione di quei luoghi incredibili, dai contorni lunari e dai paesaggi vagamente irreali, dove la quotidiana fatica dell’uomo, che ancora non conosce tecnologia o “modenità” per essere alleviata (si fa per dire ……), appare l’unico aggancio con il presente che viviamo.
Credo, Luigi, tu sia giunto – o sbaglio ? – quasi al termine (purtroppo ……..) delle tue vacanze: beh, sono state belle anche per noi del “pianerottolo”, che le abbiamo seguite attraverso (e grazie a) i tuoi deliziosi “reportages”.
Principessa: come va ?
Buona serata a tutti !
Roberto 55
Sì Roberto 55, le vacanze sono finite e sono arrivato a Roma oggi pomeriggio ma dedicherò al mio viaggio vacanziero ancora un post domani sull’ultima tappa nella zona di Montepulciano. Grazie a tutti per la simpatia con cui avete letto i miei racconti da nulla per due settimane!
“Esta é como Santa Maria fez parecer nas pedras omages a ssa semellança”
Una delle 420 “Cantigas de Santa Maria” raccolte nella Spagna del secolo XIII da re Alfonso X (detto el Sabio), nota col titolo “Nas mentes senper tner” (n. 29) celebra un “miracolo” molto simile a quello di cui ci parla Luigi nelle ultime righe del suo “magico” resoconto. La traduzione (parziale) che trascrivo viene da un laboratorio pluridisciplinare sulla musica e il canto medievale della “mia” classe terza due anni fa.
“… Furon trovate immagini
della Madre di Dio, che
non erano dipinte
e nemmeno intagliate,
che Dio mi perdoni,
e c’era la figura
della Signora delle bellezze
con suo Figlio,
ben eseguite e proporzionate.
Dio volle raffigurarla
sulla pietra per mostrarci
che la Madre onorare
devono tutte le creature,
poiché si è fatto carne
in lei scendendo dal cielo.”
(A noi piaceva molto l’esecuzione, con strumenti d’epoca, dei Micrologus (cd “Madre de Deus”).
Un bentornato a Luigi e alle sue “ragazze”. Ciao Roberto, sono anch’io preoccupato per Principessa. (E anche per Clodine e altri desaparecidos…).
Buona sera a tutti!
Aggiornamenti per voi cosi’ come li ascoltiamo in diretta dalla TV. GUSTAV e’ ormai oltre le categorie (che sono 5 ) degli uragani. In questo momento si trova nel Golfo del Messico in parallelo con noi ( e si sente!!) e viaggia verso la Lousiana e New Orleans a ritmo di 15 miglia all’ora (1 miglio sono 1600mt).
Venti a 200 km orari al centro del sistema, noi ne stiamo sperimentando intorno agli 80 km prendendo solo le bande circolari esterne. Pioggia poca qui da noi ma tende a peggiorare. Nel frattempo HANNA si intnsifica sulla costa est della Florida e dietro di lei ci sono altri due sistemi in formazione.
Visto che per tre anni avevamo avuto una stagione tranquilla il tempo ha decisamente pensato che e’ ora di rifarsi. Siamo intimoriti ma preghiamo anche tanto. Se mai dovessimo avere un ordine di evacuazione non potremmo onorarlo sia con la mamma che con gli animali, per cui la nostra assicurazione migliore e’ sempre la piu’ forte e la piu’ indicata: Gesu’.Finora ,nonostante tutti gli uragani che abbiamo visto, non ci ha mai delusi!…
Bentornato a Roma a Luigi! e famiglia. E un grazie di cuore delle bellissime cronache giornaliere stilate con sensibilita’ e spirito d’osservazione preziosi.
Un abbraccio speciale a Sump, Roberto (grazie delle vostre premure, siete veramente cari!!) e alla desaparecida Clo….
Per favore pregate con noi domani
Un saluto affettuoso e a piu’ tardi
Bentornato Luigi, alla fine al tuo rifugio, sempre sotto la protezione della Madonna di san Luca…..
Per Gustav, tutte le reti televisive italiane, ci aggiornano continuamente attraverso i telegiornali, con non poche apprensioni, pensando a tutte le persone coinvolte, e mi auguro che il Signore non voglia troppo provarvi negli USA. Dai Principessa, ti siamo tutti vicini.
http://www.ssd.noaa.gov/goes/flt/t1/avn-l.jpg
date un po’ un’occhiata che ” mostro” e’.
Noi siamo sulla destra, in parallelo con l’occhio centrale e coperti dalla banda piu’ esterna…
Grazie dell’affetto Matteo e, sono certa, delle preghiere.
Buona notte , a domani
Principessa tutta la mia solidarietà! Ho seguito le vostre notizie durante la vacanza e ho appena visto un aggiornamento al Tg2. Un abbraccio!
Così ha parlato poco fa ai giornalisti Ingrid Betancourt che in mattinata aveva incontrato il papa: «Mentre ero prigioniera nella selva un giorno facemmo una marcia molto dura e lunga dalla mattina alla sera e arrivammo molto stanchi al luogo dove si stabilì l’accampamento. Mi misi a riposare sull’amaca con una immensa disperazione e tristezza, poi la radio ha trasmesso la voce del Papa che pronunciava il mio nome. Io credo che è difficile spiegare l’effetto psicologico su un prigioniero. Fu come una luce di speranza, e per questo tornata alla libertá ho voluto vederlo e abbracciarlo il prima possibile».