A Isa da Verona

Piazza delle Erbe, spuntino al ristorante bar Alla Torre. Un passero svola sul mio tavolo a beccare le briciole. Il cameriere dice che viene sempre a questo ombrellone: “Si fida degli uomini”. Se tu fossi qui.

6 Comments

  1. Si fida degli uomini. E noi, degli altri uomini, ci fidiamo?
    Carissimi, sono quasi le tre di notte di un sabato che comincia. Un’altra notte, altro tempo che se ne va. Quante ne ho viste di notti come queste? Quante ne vedrò ancora? Quante ne vedremo assieme?
    E’ notte, e la notte è libera, solo di notte sei te stesso in tutto e per tutto, puoi fare quello che vuoi componendo e scomponendo un gioco che conosci solo tu.
    Alle volte, la notte, capita di restare svegli. Perché non si dorme, perché si ha un pensiero, perché hai nostalgia di qualcuno che vorresti con te e che invece è perduto, nel tempo, altrove nel mondo o in un Altrove che sembra lontano e forse è così vicino che nemmeno te ne accorgi.
    E le ore passano. Lente, appiccicate addosso come sudore, ma passano. E pensi, chiedi a te stesso, Dio e il mondo, se tutto quello che hai fatto sinora sia stato giusto, se vai nella direzione che pensi sia giusta o piuttosto stai sbagliando tutto e devi ricominciare daccapo. Ti puoi fidare degli uomini?
    Tutto sommato sì. Siamo noi a creare i problemi, per cui sappiamo di poterli risolvere. Siamo noi, con i nostri amori, dolori, sospiri, speranze, illusioni, a riempire di senso questo mondo. Ti fidi degli uomini, anche se sono in errore, ti fidi di loro anche se sono lontani e non ci puoi parlare, anche se stanotte vorresti solo una cartolina di fine estate, una di quelle che sa di mare e sole e vorresti tenerla con te d’inverno, la notte, perché ti scaldi e prometta che caldo e sole torneranno.
    Sì, fidati degli uomini. Anche se sbagliano o ce l’hanno con te. Fidatene, perché con loro condividi un’avventura splendida chiamata vita. Fidatene, perché sono tutti tuoi fratelli e siamo tutti sulla stessa Barca, vecchia di millenni eppure sempre nuova, sempre piena di sorprese.
    Fidati di questa barca. Guardala con affetto e pensa a quante tempeste ha sfidato quasi beffardamente, con coraggio, senza fermarsi mai. Fidatene ora, mentre procede lungo la sua rotta e tutti dormono, incluso il suo capitano che a quest’ora riposa. Fidatene per Chi l’ha messa in mare spedendola in giro per tutti i mondi, miliardi di miliardi di mondi che siamo noi. Ognuno di noi. Con piccole grandi storie da raccontare. E ringraziali, gli uomini. Perché ognuno di loro, ogni giorno, ti regala comunque un rigo da scrivere in ogni pagina del libro della tua esistenza.
    E’ notte, dunque. Dovrei aver paura perché è buio, ma non ne ho. Perché mi fido degli uomini. Buonanotte ragazzi, buonanotte Luigi, buonanotte Acca-girls, buonanotte a chi legge questo blog anche stanotte. Con l’augurio che sia luce, presto. All’alba, nelle vite di tutti noi.

    21 Ottobre, 2006 - 1:52
  2. Luigi Accattoli

    Grazie Tonizzo di questo tuo soliloquio così affollato! Buon sabato e buona domenica. Luigi

    21 Ottobre, 2006 - 10:59
  3. Grazie a te, Luigi. Sentivo di doverla dire tutta per intero.
    Quando la notte mi capita di tornare a casa tardi, in macchina, e l’Italia mi passa di sotto, veloce ma non troppo (di notte non si corre), beh ti assicuro che nelle luci che incrocio, l’autostrada che si snoda e restringe, spesso penso a tante persone. E in quelle luci stranamente le ritrovo, in viaggio ancora con me. Simbolicamente e no. Anche per questo mi fido degli uomini.
    Buon fine settimana a tutti.

    21 Ottobre, 2006 - 15:36
  4. Luisa

    Oso appena intromettermi in questo messaggio ad Isa così personale… lo faccio dolcemente sulla punta dei piedi !
    Dapprima leggendolo, ho immaginato uno di quei momenti leggeri, gioiosi,che si vorrebbe poter condividere ,ma la solitudine non lo permette. Mi fa pensare che una gioia, la felicità non hanno senso se non condivise.
    Poi mi dico che forse ,quell`uccellino, quell`ombrellone, quel cameriere , quel momento nella mia vita , quella frase ed io che mi trovo lì ad ascoltarla ,questa sincronicità che fa senso, fanno di me un mediatore messo lì dal destino per trasmettere più lontano a chi questa frase era destinata, come un messaggio per chi aveva bisogno di queste parole nella sua vita.
    Qualcuno ha detto che le “hasard”, la coincidenza, è Dio che viaggia incognito!
    Un abbraccio, Luisa

    21 Ottobre, 2006 - 16:14
  5. bonzieu

    Leggo solamente ora, visto che anche oggi sono in ufficio, e mi viene da pensare che se Isa fosse stata lì… Mah, forse avrebbe avuto da ridire!
    Un saluto affettuoso al “veronese” Luigi e un saluto anche a Isa.
    Eugenio

    22 Ottobre, 2006 - 13:46
  6. Luigi Accattoli

    A Luisa: l’indimenticabile Massimo Troisi nel film Il postino dice al poeta Neruda che “la poesia non è di chi la scrive ma di chi ne ha bisogno”.
    A Eugenio: l’ho immaginata così entusiasta che il passero sarebbe volato!
    Luigi

    22 Ottobre, 2006 - 15:46

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