A papa mosso statua sfuocata

Gli ultimi Vescovi di Roma hanno modificato l’immagine papale e gli artisti non sanno più come rappresentarli. I Papi sono scesi dal trono e hanno aperto e mosso i loro mantelli, Giovanni Paolo II lo faceva persino ruotare, con il tipico gesto di girare su se stesso per salutare le folle avvolgenti degli stadi. A Papa mosso, statua sfuocata“: è la conclusione minimalista di un mio mini-articolo sul monumento a papa Wojtyla inaugurato l’altro ieri a Roma, sul piazzale della stazione Termini, pubblicato oggi dal Corsera con il titolo a indovinello IL REBUS DEL MANTELLO CHE SI MUOVE.

50 Comments

  1. Leonardo

    Ieri e l’altro ieri, eccezionalmente, sono stato a Roma, e sono anche passato diì, ma per fortuna non mi sono accorto della statua.

    20 Maggio, 2011 - 20:40
  2. Marcello

    Questa statua è davvero orrenda.
    Quella che si trova nel piazzale del Gemelli (http://roma.repubblica.it/multimedia/home/6698518/1/1) è molto meglio.

    Va detto però che questo “incidente” ha dato la stura a tutta una serie di gustosissime pasquinate in stile tipicamente romano.
    Alcuni, invece, totalmente privi di ironia, l’hanno addirittura definita un “autentico oltraggio alla fede”!

    Non so chi mi ha fatto più ridere.

    20 Maggio, 2011 - 21:34
  3. antonella lignani

    Non sono più i tempi di Raffaello e nemmeno di Michelangelo, che facevano magari le bizze, ma poi il prodotto era tutta un’altra cosa.

    20 Maggio, 2011 - 23:57
  4. lycopodium

    Interessanti considerazioni qui
    http://fidesetforma.blogspot.com/
    (unite a punturi ad uno dei big fra gli ecclesiastici, cosa che mi fa prevedere che l’autore dei testi non farà molta carriera fra le commissioni pontificie).

    21 Maggio, 2011 - 5:11
  5. Grazie Luigi.

    Non ero riuscito a vedere quella statuta nella luce della tua riflessione.

    Per me era brutta,
    tutti ripetevano è brutta,
    quindi si rafforzava il mio soggettivismo sull’opera.

    Nel frangente dell’osservazione
    ricordavo quando osservavo per la prima volta la Piramide del Louvre, la giudicavo orrenda,
    per giorni vi giravo intorno e me la ricollocavo nello spazio artistico classico in cui e’.

    Ad un certo punto fui folgorato dalla bellezza della complessità dell’opera che si sposava con tutto il Palais Royal.

    Ora la tua riflessione del mantello in movimento di GP2,
    della mancanza della staticità tronale,
    la libertà di interpretare dell’artista questo movimento di questa figura di “nuovo papa” (conservatore),
    mi fa essere molto più mite nei confronti dell’artista della stazione Termini,
    e mi fa dire,
    che i miei occhi si debbono abituare
    a leggere con gli occhi dell’artista.

    Un’opera non deve raffigurare necessariamente la staticità, o le fattezze reali di un volto,
    quanto “l’oltre” di una comprensione.

    “L’oltre” non ha un volto preciso, è interpretazione di una storia che non può necessariamente racchiudersi in fattezze storiche temporali.

    Grazie per avermi fatto fare questo salto di comprensione.

    21 Maggio, 2011 - 7:30
  6. Marilisa

    Certo non si può proprio dire che la statua di papa P.G.II lo ricordi.Capisco lo sconcerto di chi guarda,ma non lo vede.È troppo dissimile e non commuove.Se ci fosse ancora papa Wojtyla,rimarrebbe perplesso e stenterebbe a riconoscersi.Che gli ultimi papi siano scesi dal trono e si siano messi in cammino incontro alle folle è da apprezzare e da ammirare.L’amore e la tenerezza di papa G.P.II per i bambini erano un tratto distintivo della sua personalità,e credo che nessuno potrà mai dimenticare quella stupenda immagine del papa che col suo rosso mantello avvolse il piccolo bimbo che all’improvviso gli si era parato davanti, sfuggito al controllo dei genitori.Immagine ormai storica.Forse l’artista Rainaldi voleva alludere anche a quel gesto.Resta il fatto che la statua,a mio parere, non ha anima.Mi piacerebbe,però,sentire il parere di un esperto.
    Ieri mi ha fatto sorridere una signora che,intervistata alla TV,ha detto che nel vuoto del mantello potrebbe trovare riparo una persona quando piove.
    Non credo che l’intento dell’artista fosse questo.

    21 Maggio, 2011 - 7:36
  7. mattlar

    Nel vuoto del mantello, alla stazione termini, con un po’ di pioggia e la complicità del buio speriamo che qualcuno non lo scambi per una latrina!!! Spero che l’intento dell’artista non fosse questo.
    L’interpretazione di Luigi è suggestiva e come sempre benevola. Ma credo che anche il papa scorso assumesse delle fattezze umane. La statua di cui parliamo sembra un vespasiano!

    21 Maggio, 2011 - 8:00
  8. Luigi Accattoli

    A Matteo, a Mattlar e a chi sia interessato alla mia divagazione, segnalo che per ragioni di spazio essa è stata sforbiciata in redazione. Ecco qui il testo originale, da premettere alla conclusione riportata nel post:

    E’ difficile oggi fare il Papa – come ha narrato il film di Nanni Moretti “Habemus Papam” – ma pare che sia difficile anche fare la statua di un Papa: il monumento a Giovanni Paolo di Oliviero Rainaldi, appena inaugurato sul piazzale della Stazione Termini, è stato investito da una tormenta di critiche, sia popolari sia titolate. Fino alla stroncatura venuta ieri dall’Osservatore Romano: “Il risultato non sembra all’altezza dell’intento”, che era quello di rappresentare il Papa viaggiatore nel gesto del mantello aperto dall’apertura delle braccia.
    Un gesto dunque di accoglienza ma il vuoto che si spalanca sotto quel manto è troppo audace e persino inquietante per suggerire una serena immagine di protezione che non è – forse – neanche restituita dalla testa senza collo che sovrasta il manto. Agli artisti va riconosciuta la giusta libertà, ma forse non è casuale che sia divenuto tanto difficile rappresentare oggi un Papa a tutto tondo, in bronzo o in marmo che sia.
    Forse gli ultimi Papi in bronzo che hanno ottenuto il consenso popolare sono il Pio XII di Francesco Messina che è nella Basilica di San Pietro (1963) e il Giovanni XXIII di Giacomo Manzù raffigurato in uno dei pannelli inferiori della Porta della Morte sempre nella Basilica Vaticana (1964). Parve troppo pesante il Papa Roncalli che domina la piazza Giovanni XXIII di Loreto (1966) e troppo cerebrale il Paolo VI realizzato da Floriano Bodini per il Sacro Monte di Varese (1986).
    Le date possono aiutare a capire la difficoltà tutta moderna di realizzare questi monumenti dopo che per oltre un millennio il Papa in trono era stato un pezzo forte della statuaria di mezza Europa.

    21 Maggio, 2011 - 8:08
  9. Luigi Accattoli

    Tra i cambiamenti subiti dal mio corsivo il più buffo riguarda le parole “rappresentare oggi un Papa a tutto tondo”, che sono diventate “rappresentare oggi un Papa tondo”.

    21 Maggio, 2011 - 8:16
  10. Marilisa

    @ Mattlar

    Non ci avevo pensato,ma forse hai ragione.A vederla così,si potrebbe prestare a tale irriverente uso.
    Scherzi a parte,non si potrebbe rimuoverla e sostituirla con un’altra migliore?
    Mi fa sorridere il commento di Matteo che,dopo il commento di Luigi,si arrampica sugli specchi per trovare il lato positivo di una statua di tale bruttezza.

    21 Maggio, 2011 - 9:30
  11. Marcello

    Insomma, gentile nostro ospite, la tesi è che questo “scollamento” tra l’opera di piazza dei Cinquecento ed i romani (e di alcuni ritratti precedenti anche di altri papi) non sia colpa dell’artista o dei fruitori, ma del nuovo modo di porsi dei papi.

    Io credo, invece, che si tratti più semplicemente dell’incapacità oramai annosa (quasi secolare) della pittura e della scultura (ed in parte anche dell’architettura) di trovare il consenso del grande pubblico.

    Lo scultore in questione ha detto che non intendeva fare un ritratto dal “sapore ottocentesco”… ecco appunto: credo che quel tipo di ritratto avrebbe trovato consenso.

    Il dramma dell’arte contemporanea è questo. Fra un secolo e mezzo (questi sono i tempi di una seria critica d’arte) capiremo il perché.

    21 Maggio, 2011 - 9:30
  12. Mabuhay

    L’articolo di Luigi e’ benevolo e divertente!
    Ma quella statua vista da (molto) lontano con i primi piani delle fotografie, e’ proprio brutta, decisamente brutta. E poi oltre tutte le immaginarie simbologie pseudomoderne, un minimo di somiglianza, almeno! Chissa’ che non sia una maniera della provvidenza per dirci di piantarla con la moltiplicazione di statue e affini…

    21 Maggio, 2011 - 9:50
  13. Nino

    A me pare una garritta con su una testa.

    Matteo, scusami ma Il confronto artistico-architettonico tra una istallazione d’ambiente come la piramide del nuovo Louvre e una statua-monumento non è proponibile.

    Un monumento-statua è la rappresentazione plastica di un corpo con una sua propria storia che vive in chi guarda nel ricordo personale che quella figura evoca.

    Decisamente bella e intelligente l’idea di scegliere quell’immagine di GPII , commovente e indimenticabile e fortemente carattedrizzante del Beato.

    Peccato che l’artista pur bravo l’abbia vista e realizzata senza un’anima.

    21 Maggio, 2011 - 10:56
  14. discepolo

    la cosa più sconcertante di questa statua non è tanto il tentativo di
    rappresentare il gesto simbolico del mantello che si apre ( oggettivamente difficile da rendere col bronzo) ma la testa:
    una capocciona calva simile a quella del Duce più che a quella di GPII con una fronte spropositata da idrocefalo e un espressione idiota. questa testona
    poi è posata sulla campana o garitta senza un ben che minimo collo.
    le soluzioni sono due. o spostare tutta la statua o togliergli almeno la
    mostruosa testa, così da farla sembrare appunto non la rappresentazione poco riuscita di un uomo , ma quella perfettamente riuscita di un ..vespasiano..
    MC

    non di un uomo ma di

    21 Maggio, 2011 - 12:29
  15. FABRICIANUS

    Riguardo all’off-topic delle 12.52 di discepolo.

    Bene, molto bene e pienamente condivisibile la decisione del papa.

    Buona Domenica a Luigi e a tutti.

    F.

    21 Maggio, 2011 - 14:24
  16. giorgio

    Se mi è CONSENTITO,è molto più semplice scrivere sull’estetica di una statua, anzichè affrontare problemi scabrosi : oggi sul secolo di Genova : http://www.ilsecoloxix.it/

    21 Maggio, 2011 - 14:42
  17. Clodine

    Purtroppo l’attuale crisi dell’arte sacra rispecchia la crisi che attraversa l’intero ambito liturgico, a partire dalla sciatteria delle celebrazioni: presbiteri sporchi, impolverati talvolta , fiori finti, pareti tappezzate di mosaici improbabili, per non parlare di quelle pseudo “pale d’altare” di pessimo gusto che troneggiano a guisa di mostrosi polittici di difficile comprensione. Insomma, ce n’è di ogni : lumi e candele elettriche,estenuanti processioni offertoriali con tanto di pagnottelle rigonfie di mortadella , melone con prosciutto, palloni e bambolotti. Una crisi che rispecchia in toto il vuoto esistenziale che attraversa le coscienze, la società, ma soprattutto la scarsa informazione circa l’importanza dei segni, della bellezza intesa come dono, omaggio da offrire a Creatore della bellezza. Si è voluto accantonare nella soffitta della vecchia zia lo studio dell’arte sacra e la sua imponente funzione teologica…mancano le basi, manca tutto, i risultati, ahinoi, sono il capoccione immondo di GPII. E pensare che è stato uno dei papi più attraenti…bello GPII, e anche vanitoso!! Povero: si starà girando nella tomba..si si…avevo visto un movimento strano ieri l’altro, quando sono salita in Basilica per una visita.
    Ha ragione da vendere…

    21 Maggio, 2011 - 15:09
  18. Clodine

    ..zitto, zitto giorgio…non me ne parlare….è un caso deplorevole, penoso…non ho parole..non ce l’ho!

    21 Maggio, 2011 - 15:15
  19. Marilisa

    Bello e convincente anche il commento di Alemanno secondo cui la statua è “bella e suggestiva…stimola la fantasia…e ognuno troverà la sua visione giusta dell’opera”.In questo blog ne abbiamo avuto la dimostrazione.Ma quale sarà stata la visione “giusta” di Alemanno mentre pronunciava l’elogio di prammatica?Sarebbe interessante saperlo.

    21 Maggio, 2011 - 15:39
  20. Racconta Enzo Biagi nel suo “Italia” (Rizzoli, 1975 e 1980, ho la seconda edizione) che Giacomo Manzù, bergamasco come Papa Roncalli, fu chiamato a fargli il ritratto. I due si chiusero nello studio del Papa e Manzù cominciò a fargli il ritratto, ma ad un certo punto si fermò imbarazzato: “Beh, che succede?”, chiese papa Giovanni. “Ma sa, Santità, io per una vita ho disegnato donne, e allora…” “Ma guarda come sono vestito”, fu la risposta. Alla moglie di Manzù, tra l’altro – è sempre Biagi che lo ricorda – fu chiesto perché le piacessero le opere d’arte del marito: “Perché le fa lui”, fu la risposta.

    E siccome i Manzù sono una famiglia d’artisti, faccio una piccola citazione a margine ricordandovi che Pio Manzù, figlio di Giacomo e morto prematuramente, disegnò la Fiat 127. E’ morto poco prima della presentazione della 127, nel 1971. Una piccola cosa per ricordare – a noi stessi prima di tutto – che non siamo un popolo da buttare, sappiamo fare arte anche con le utilitarie.

    Detto questo, chiudo con gli aneddoti. La statua/garitta dedicata a Giovanni Paolo II? Secondo me il Papa polacco, personaggio che aveva un notevole sense of humour, da lassù si sarà fatto una grassa risata. Dio mi perdoni, sembra una bottiglia di shampoo aperta sul davanti, pare il bottiglione dell’olio Opel che mio padre tagliava a metà per farci scolare l’olio esausto della nostra Omega, una ventina d’anni fa. Per cortesia, fondetela e fateci altro, ve ne prego.

    21 Maggio, 2011 - 20:08
  21. Nino

    “( oggettivamente difficile da rendere col bronzo”

    —-

    Guarda un po cosa erano capaci di fare col marmo, altrochè bronzo,
    3000 e passa anni fa’.

    http://www.google.it/search?q=GIOVANE+DI+MOZIA&hl=it&client=firefox-a&hs=abY&rls=org.mozilla:it:official&prmd=ivns&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=MhrYTeWpEsT1sgaMxPj3Ag&ved=0CDoQsAQ&biw=1451&bih=581

    Quando me la sono trovata davanti solo qualche settimana fa a Mozia
    ne sono rimasto ipnotizzato da quella specie di velo così verosimile che copre quel corpo.

    21 Maggio, 2011 - 20:09
  22. Clodine

    AhAhAhAhAh….oddio quanto mi viene da ridere…bravo Tonizzo…ahahaha….AhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAh

    Beh, Nino … e che dire dei bronzi di Riace, della statua equeste di Marcaurelio…eh..ce n’è di capolavori in bronzo…altro che…AhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAhAh

    21 Maggio, 2011 - 20:56
  23. Francesco73

    Mi sa che gli artisti contemporanei scritturati dal Vaticano di Paolo VI erano meglio.
    C’è una vasta gamma di statue di Montini che non hanno nulla di devozionale, sono moderne e creative e insieme molto belle.
    E il popolo le capisce, perchè è questo quello che conta.
    Se invece l’arte si eleva fino al punto di rendersi incomprensibile, nella prospettiva cristiana non ha più troppo senso.
    L’ars gratia artis è un principio che per le cose di santi e diavoli chiede un suo temperamento.

    21 Maggio, 2011 - 20:56
  24. antonella lignani

    Ma non potevano pensarci prima? Tutto serve per discutere, ma insomma …

    21 Maggio, 2011 - 21:36
  25. Clodine, ridi per il bottiglione dell’olio Opel? Guarda che è una storia vera!

    21 Maggio, 2011 - 21:49
  26. Gioab

    “Or mentre Paolo li aspettava ad Atene, il suo spirito si irritava in lui, vedendo che la città era piena di idoli. “ Atti 17.16

    21 Maggio, 2011 - 22:21
  27. Clodine

    Questo post è tutto un ridere..dall’inizio alla fine..Già quel “Rebus del mantello che si muove” è tutto un programma che non poteva non dare seguito allo scatenarsi di commenti di una comicità esilarante…m’avete fatto morire dal ridere…Soprattutto Tonizzo, Mattlar…mamma mia…AHAHAHAhhhh…ma pure discepola MC …Ubi..tutti..troppo forti…!!!

    22 Maggio, 2011 - 12:35
  28. Marilisa

    Però in fondo mi dispiace un po’ per l’artista,che deve essere rimasto molto male per l’accoglienza così negativa della sua opera.
    Ho letto che la statua molto probabilmente verrà rimossa.

    22 Maggio, 2011 - 14:02
  29. Gioab

    Tanto i soldi li ha già presi….. pensa se glieli chiedessero indietro.

    22 Maggio, 2011 - 14:25
  30. Luigi Accattoli

    Sono stato ieri pomeriggio sul posto. C’era flusso di visitatori. Facevano foto, guardavano increduli. I commenti in romanesco erano i più salaci: Aoh, non gl’ha lasciato niente, proprio vuoto l’ha fatto. Ma dov’è er Papa dico io, non je somija pe’niente. Sai che je direbbe io a ‘sti artisti: ma annate a quer paese, annate.
    Debbo dire però che la foto frontale fa torto alla statua. Se vista da destra o da sinistra il gesto del mantello diviene comprensibile. Di fronte è un enigma. O rebus. O che.

    22 Maggio, 2011 - 14:28
  31. Gioab

    Che sopresa !…. Clodine 15.09… che maturazione complimenti ! se continui così ti prenderanno per TdG oppure per un’appartenente alla religione spiritualista ! Mi piace.
    Cos’ì si domostra che tutta questa faccenda dell’arte sacra che serviva solo ad appannare ciò che è troppo rispelendente per messere nascosto da qualche patina d’oro dietro un’pò di puzza d’incenso non è servito e non serve.

    Basta alzare gli occhi in alto e guardare dentro se stessi…..Complimenti a Clodine !

    22 Maggio, 2011 - 14:33
  32. Luigi Accattoli

    Oliviero Rainaldi – lo scultore – ha spiegato così l’assenza del corpo del papa: “Un corpo metafisico prende il posto di un corpo fisico, a sottolineare la capacità che ha avuto quest’uomo di offrire se stesso annullandosi, favorendo così l’azione dello Spirito, mentre la forma del manto è realizzata leggermente rigonfia, come dilatata da una folata di vento”. Prendo questa citazione da un articolo di Mariaelena Finessi, pubblicato oggi da ROMA SETTE, inserto settimanale di “Avvenire”.

    22 Maggio, 2011 - 15:04
  33. Luigi Accattoli

    Ho visto ieri sul posto e leggo ora su ROMA SETTE – vedi commento precedente – che l’opera ha il titolo CONVERSAZIONI.

    22 Maggio, 2011 - 15:06
  34. lycopodium

    @ Luigi
    Come diceva lo pseudo-Lacan: “l’arte come organizzazione del vuoto a perdere”…

    22 Maggio, 2011 - 18:32
  35. Luigi e se leggessimo…

    “Un foglio di quaderno con su scritto “compenso” rinchiuso in una busta e consegnato all’artista, prende il posto del denaro reale dovuto come compenso per l’opera, a sottolineare la capacità critica che ha avuto il committente, favorendo così l’azione della giusta retribuzione, mentre la forma della busta contenente il foglio di quaderno è chiusa in modo da farla apparire rigonfia, come dilatata da un malloppo di danaro, seppur “virtuale”.

    22 Maggio, 2011 - 19:30
  36. Da bambino mi raccontavano sempre la storia dell’oste che tirò in giudizio un uomo, che a dire dell’oste, si “saziava” dei profumi provenienti dalla cucina dell’osteria.
    Il giudice intimo all’uomo di pagare i “profumi” che aveva odorato.
    L’uomo rispose di non avere soldi e il giudice si offri di pagare lui.
    L’oste si fregava le mani guardando il giudice che metteva dieci sonanti monete in un fazzoletto.
    Ma…
    il giudice fatto accostare l’oste agitando il fazzoletto fece tintinnare le monete,
    poi aggiunse: siete stato ben pagato, dovevate sentire il “suono” di nove monete e io ve ne ho fatte “sentire” dieci, sono un generoso, vi ho dato anche la mancia…

    22 Maggio, 2011 - 19:37
  37. Luigi Accattoli

    Ubi senti come è bella – quella novella – nella lingua del Novellino:

    Un giorno di lunedì, un cuoco Saracino lo quale avea nome Fabrac, stando alla cucina sua, un povero Saracino venne alla cucina con un pane in mano. Danaio non avea da comperare da costui, tenne il pane sopra il vasello, e ricevea lo fumo che n’uscia; e inebriato il pane del fumo che n’uscia del mangiare, e quelli lo mordea, e così il consumò di mangiare. Questo Fabrac non vendèo bene questa mattina. Recòlsi a mala agura e a noja, e prese questo povero Saracino e disseli: pagami di ciò che tu hai preso del mio. Il povero rispose: io non ho preso della tua cucina altro che fumo. Di ciò hai preso del mio mi paga, dicea Fabrac. Tanto fu la contesa, che per la nova quistione e rozza e non mai più avvenuta, n’andaro le novelle al Soldano. Il Soldano per molta novissima cosa raunò savi, e mandò per costoro. Formò la quistione. I Savi Saracini cominciarono a sottigliare, e chi riputava il fumo non del cuoco, dicendo molte ragioni: il fumo non si può ricevere, e torna ad elemento, e non ha sostanzia né proprietade che sia utile; non dee pagare. Altri dicevano: lo fumo era ancora congiunto col mangiare, era in costui signoria e generavasi della sua proprietade, e l’uomo sta per vendere di suo mestiere, e chi ne prende è usanza che paghi. Molte sentenzie v’ebbe. Finalmente fu il consiglio: poi ch’egli sta per vendere le sue derrate, tu et altri per comperare, dissero, tu, giusto Signore, fa che ’l facci giustamente pagare la sua derrata secondo la sua valuta. Se la sua cucina che vende dando l’utile proprietà, di quella suole prendere utile moneta, e ora ch’ha venduto fumo, che è la parte sottile della cucina, fae, Signore, sonare una moneta, e giudica che ’l pagamento s’intenda fatto del suono ch’esce di quella. E così giudicò il Soldano che fosse osservato.

    22 Maggio, 2011 - 19:46
  38. nico

    Com’è bella l’arte quando è arte…
    spontaneamente la riconosciamo, come se portassimo in noi l’impronta della bellezza, nel dna, come un retaggio della nostra Genesi…

    22 Maggio, 2011 - 19:53
  39. Toh!
    E venuto fuori l’origine della storiella.
    Devo chiedere a mia mamma, è lei l’esperta in letteratura…

    22 Maggio, 2011 - 20:24
  40. Mariaelena

    @Luigi.
    Taluni commenti non li ho potuti riportare in quell’articolo ma ti assicuro che l’ironia dei romani e di certi napoletani era davvero feroce (ed io, lo ammetto, ho riso tantissimo).
    In questi giorni il mio pensiero è andato però all’artista: chissà come avrà reagito dinanzi a tali critiche diffuse? Presumo male e un po’ me ne dispiaccio. E così, anche se la sua opera non mi entusiasma granché (sono gli occhi la parte più dubbia), io sto dalla sua parte.

    23 Maggio, 2011 - 10:54
  41. gran titolo del post!

    24 Maggio, 2011 - 16:22

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