Abukar infermiere somalo volontario in Val Camonica

Abukar Aweis Mohamed è un infermiere somalo di 48 anni, cittadino italiano da vent’anni, iscritto all’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Firenze-Pistoia: è uno dei volontari che hanno risposto all’appello della Protezione civile. Ha lasciato a Signa, dove vive, la moglie e le due bambine ed è andato in soccorso dei colleghi delle terapie intensive della Val Camonica. Nei commenti parte del suo racconto affidato il 24 aprile al portale NurseTimes.

4 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Infermieri e medici non abbiamo confini. Racconto di Abukar 1. Noi infermieri e medici, tralasciando l’etica professionale, non abbiamo confini. Inoltre, io venti anni fa ho giurato fedeltà alla vostra Costituzione quando sono diventato cittadino italiano. Vedere pazienti e colleghi soffrire in quel modo, specie nelle zone più colpite, mi ha fatto male e vedendo che la Regione Toscana era in una situazione più tranquilla mi ha spinto a dire: ‘Abukar, muoviti perché lì hanno bisogno’. È una scelta che ho fatto anche se ho una famiglia, due figlie e una moglie che, come me, fa l’infermiera d’emergenza. Parlando con lei, infatti, mi ha detto: ‘Anche io partirei, come facciamo?’. Uno doveva restare e quindi ho deciso di partire io.
    Senza sapere il luogo di destinazione, sono andato a Roma per i controlli di routine e poi siamo partiti dall’aeroporto di Pratica di Mare con direzione Bergamo il venerdì prima di Pasqua. A Roma, a coordinarci c’era Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, e questi si è dimostrato una persona umana ed eccezionale. Tutti i suoi collaboratori stanno facendo un grande lavoro, io l’ho visto coi miei occhi fin dall’accoglienza. Sull’aereo, inoltre, si trovava anche il Ministro Francesco Boccia che, durante il viaggio, ha voluto parlare con noi.

    23 Settembre, 2020 - 18:36
  2. Luigi Accattoli

    Tutti i giorni ci ringraziano. Racconto di Abukar 2. Arrivati a Bergamo, poi, siamo stati accolti dallo staff della Protezione Civile Regionale e da tutte le autorità locali. Là, a sera, ci hanno comunicato le rispettive destinazioni dividendoci. Io sono in un gruppo di cinque persone formato da altri due toscani, una di Roma e una di Latina.
    Mi mancano le mie bambine e mia moglie. Mi mancano gli amici toscani e il loro modo di fare. Quando siamo arrivati qua, la direzione dell’Ospedale era a attenderci nonostante fosse sera. Ci hanno spiegato il modus operandi e ci hanno dato il badge. Ci hanno fornito due macchine aziendali per spostarci con già il pieno dentro, nessuno ci avrebbe mai pensato. In casa, inoltre, ci hanno lasciato la spesa pensando al fatto che ci sarebbe stata la Pasqua due giorni dopo. Tutto questo è bellissimo e, ogni giorno che passa, ci ringraziano.

    https://www.nursetimes.org/abbandona-la-famiglia-per-aiutare-lospedale-di-esine-cosi-linfermiere-abukar-ringrazia-litalia-per-laccoglienza/86375

    23 Settembre, 2020 - 18:36

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