Ab initio erat birra: la birra c’era dall’inizio

Ab initio erat birra: la birra c’era dall’inizio. E’ scritto sul muro della birreria dove sto cenando. La traduzione è mia. Sono a Trieste per un’altra conferenza e c’è la bora e mi delizio a scoprire questa città sempre letta e mai vista. Sulla parete di fronte c’è un murale con certi monaci che arano, falciano, trasportano, fanno bollire e imbottano la favolosa birra di malto che sto bevendo. Sono salito al Castello nel vento. “Volate di San Giusto sui ruderi romani”, intimava il Carducci da una lapide. Ho visto un ragazzo accucciato a un angolo di Via della Bora che s’accaniva ad accendere una sigaretta. Di che non è capace l’umanità.

8 Comments

  1. Federico

    Trieste è una citta bella e triste.
    Città di confine, di convivenze più o meno riuscite, sempre molto complicate.
    Come non ricordare la tragedia delle foibe, le persecuzioni e le discriminazioni che hanno portato all’esodo di istriani e giuliano-dalmati?

    28 Marzo, 2014 - 9:36
  2. Marcello

    Le birre prodotte dei monaci sono una gran cosa.

    28 Marzo, 2014 - 11:10
  3. mario_zangrando

    Che città Trieste. Ho abitato lì tra il 2002 e il 2005 per frequentare l’Università.
    Mi sono rivisto nel poveretto che cercava di accendere la sigaretta.
    Io avevo qualche problema ad aprire gli ombrelli.
    Sforzo vano: la pioggia cadeva orizzontale quando c’era la Bora
    (parola che a Trieste, mi dissero, mai si deve pronunciare ad alta voce, per evitarne le furie).

    28 Marzo, 2014 - 14:16
  4. Luigi Accattoli

    Ragazze nella bora come alberelli scarmigliati.

    28 Marzo, 2014 - 15:15
  5. Luigi Accattoli

    Le ragazze sono di ieri. Oggi il vento è calato e sono tornato a San Giusto nel sole. Mi sono goduto la bella cattedrale sghemba, piena di scolaresche in visita. “Confrontate gli archi di qua con quelli di là e ditemi che cosa notate” diceva una prof imperativa e paratattica. Un professore uomo assisteva una studentessa pallidula: “Come stai Fede?” “Ho mal di pancia prof”.

    28 Marzo, 2014 - 15:26
  6. Marilisa

    Trieste: la città mitteleuropea di I.Svevo e di U.Saba; città di adozione di James Joyce (irlandese) che vi scrisse l'”Ulisse”, il suo capolavoro.
    C’è molto da vedere a Trieste.
    Luigi, non perderti il castello di Miramare. Solo il giardino, grandissimo e panoramico, è una meraviglia.

    28 Marzo, 2014 - 16:50
  7. Luigi Accattoli

    In via Dante Alighieri ho trovato una statua di Umberto Saba passeggiante con bastone e una targa davanti ai piedi con due versi del 1944:

    Avevo una città bella tra i monti
    rocciosi e il mare luminoso.

    28 Marzo, 2014 - 17:42
  8. roberto 55

    Trieste è città di straordinaria (nel senso etimologico del termine) bellezza e fascino: s’è detto che è la più italiana delle città straniere e la più straniera delle città italiane, e penso sia vero.
    Visto che, Luigi, hai già visto la Cattedrale di San Giusto, mi sentirei di consigliarti – poi, farai giustamente quel che vorrai – una bella passeggiata per la splendida Piazza dell’Unità, una visita alla Risiera di San Sabba (a memoria dello sterminio di partigiani ed ebrei compiuto dai nazifascisti tra il 1943 ed il 1945), una salita a Basovizza a rendere omaggio alle vittime delle foibe (il monumento che le commemora è molto toccante) ed ai quattro irredentisti sloveni (Marusic, Bidovec, Milos e Valencic) fucilati dal regime fascista nel 1930, ed infine, anche un pò per rilassarsi, una piacevole gita sul tram che da Piazza Oberdan porta alla frazione di Opicina (il famoso “tram de Opcina”), ricca di ottime “usmizze”.
    Buona permanenza, Luigi, e buona notte a tutti !

    Roberto 55

    28 Marzo, 2014 - 23:51

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