Ancora un grazie alla Sicilia e ai suoi abitatori

Dopo quindici giorni di felice vacanza in Sicilia – diciottesima visita in 35 anni – sono tornato a Roma pieno di vedute e di visioni. Ho gettato l’occhio per la prima volta sui mosaici di Piazza Armerina e sugli scavi di Morgantina, per la prima volta ho camminato nella gola dell’Alcàntara. Finalmente ho fatto il giro intero dell’Etna, da Linguaglossa a Randazzo, a Bronte, ad Adrano. Credo di non aver mai trovato, da nessuna parte, una simile geografia delle meraviglie. Ma sopra a tutto metto la conversazione con i siciliani, guizzante come gli occhi di chi ti parla, seducente nella precisione come nell’ingenuità. Ho chiesto a un pizzarolo di Linguaglossa perchè la sua città si chiamasse così e mi ha risposto raccontandomi con ritmo incantevole – mentre infornava le pizze – la leggenda del “mastro” chiacchierone che abitava all’ingresso del paese e che “parlava così tanto con tutti quelli che arrivavano” che si meritò il soprannome di “linguagrossa” che poi “restò a tutti noi”.  

2 Comments

  1. Mi piace questo “abitatori” che hai usato, Luigi. ci sono “abitanti” che stanno in un posto, vivono e forze muoiono, ma che non lasciano nulla alla comunità. Poi ci sono gli abitatori, che vivono insieme agli altri e ogni giorno donano un tassello a quel mosaico comune che è il proprio paese. Penso sia un discorso identitario tipico delle isole, o comunque di macroregioni (penso ad esempio al Cilento); e del resto, Sciascia parlava dell’isola-persona nell’isola-famiglia inclusa nell’isola-città fino all’Isola più isola di tutte. Quella da cui torni. Un abbraccio a tutti.

    29 Agosto, 2007 - 13:40
  2. Leonardo

    Chiedo scusa dell’intrusione, ma sento il bisogno di proporre, come controcanto amarissimo agli stupendi scorci urbani che più volte Luigi ci regala, questo articolo di Geminello Alvi, che ho appena letto con le lacrime agli occhi perché mi ci ritrovo completamente:

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=202631

    31 Agosto, 2007 - 10:25

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