Malelingue vaticane – 3

– Ho visto un tale che comprava l’Osservatore romano all’edicola
– Sarà stato un curiale che ha avuto oggi una nomina
– No, era un laico
– Allora sarà stato un parente di uno che ha avuto una nomina

– Sento dire che il cardinale Bertone vuole rinnovare l’Osservatore romano
– Introdurrà la pagina dello Sport!

Esercizi di amore del prossimo:
“Amare il prossimo papa”

Sul trasferimento del vescovo Luciano Monari da Piacenza a Brescia:
“Il cardinale Ruini si è tolto un sassuolino dalla scarpa”
(Nonsense basato sul fatto che Ruini e Monari sono ambedue di Sassuolo, Modena – e alludente all’autorità di cui il vicario di Roma gode in fatto di nomine dei vescovi)

34 Comments

  1. Domanda a Luigi a proposito di Monari: passare da Piacenza a Brescia è una retrocessione? o si parlava di lui per altre cariche in Curia?

    30 Agosto, 2007 - 16:31
  2. Luigi Accattoli

    Non è affatto una retrocessione: Brescia supera il milione di abitanti e i mille sacerdoti (tra regolari e secolari), mentre Piacenza nno arriva ai 300 mila ed ha 348 sacerdoti. Pensi poi al peso che hanno le case editrici e le opere varie cattoliche di cui è stracolma Brescia, in assoluto una delle diocesi italiane di maggior peso e di più forte tenuta istituzionale e associativa. – Non conoscevo voci su un qualche sbocco curiale per Monari. Ma si era parlato di lui a suo tempo per la successione a Martini a Milano e ultimamente per la presidenza della Cei, della quale è vicepresidente per il Nord. Luigi

    30 Agosto, 2007 - 16:45
  3. Leonardo

    Ruini quindi avrebbe caldeggiato la nomina di Monari. Ma Monari è vicino alla linea Ruini? Non mi pareva.

    30 Agosto, 2007 - 16:55
  4. Luigi Accattoli

    Le sensibilità sono diverse ma compatibili. Ha mai sentito Monari criticare Ruini? Stante il ruolo e il peso di Ruini, nonchè il suo rapporto personale con il cardinale Re (prefetto della congregazione dei vescovi), è difficile immaginare che l’ascesa di un suo conterraneo gli sia estranea: intendo dire sia la nomina a Piacenza nel 1995, sia il trasferimento a Brescia. Persino l’elezione di Monari alla vice-presidenza della Cei non sarebbe comprensibile senza il placet di Ruini. Luigi

    30 Agosto, 2007 - 17:16
  5. Francesco73

    Monari è proprio un grande, l’avrei visto volentieri in una sede cardinalizia, e – con le sue sfumature rispetto alla linea di Don Camillo – è anche la dimostrazione che il ruinismo è una cosa vasta e articolata, non una casermetta.
    Viva Monari!

    30 Agosto, 2007 - 17:38
  6. FABRICIANUS

    Concordo con Luigi, il trasferimento a Brescia di Mons. Monari non è affatto una retrocessione…Tutt’altro.

    Sulle nomine Vescovili, ho da tempo una curiosità e chiedo gentilmente se Luigi o altri possono soddisfarla: Come mai la DIOCESI DI LIVORNO è Sede Vacante da così tanti mesi?? Da Gennaio 2007 se non erro…

    Un caro saluto, F.

    30 Agosto, 2007 - 19:51
  7. Luigi Accattoli

    Non conosco il caso, ma Livorno è una “sede” difficile (scarsità di clero, contesto fortemente laicista) e si può immaginare che i calcoli curiali di una rapida soluzione – avanzati al momento del trasferimento a Como di Diego Coletti – abbiano dovuto fare i conti con qualche intoppo, tipo il rifiuto del designato. Luigi

    30 Agosto, 2007 - 22:05
  8. FABRICIANUS

    Grazie Luigi per il contributo.
    Vediamo cosa accadrà. Tra l’altro ha compiuto i 75 anni anche l’Arcivescovo di Pisa Mons. Plotti, e Pisa ha un certo peso…attendiamo…
    Saluti, F.

    30 Agosto, 2007 - 23:20
  9. Syriacus

    Oltre a Livorno, è anche -da poco- vacante un’altra diocesi tipicamente “difficile” (per simili motivi) : Savona (lasciata dal vescovo Calcagno -già tesoriere CEI- , partito per un importante incarico amministrativo a Roma) .

    31 Agosto, 2007 - 0:16
  10. fabrizio

    Anche La Spezia, forse altrettanto difficile, è in attesa di nuova nomina da ormai un anno.

    31 Agosto, 2007 - 7:06
  11. … conosco sedi difficili anche nei 5 (mi pare) settori episcopali in cui è divisa Roma… ma purtroppo non sono vacanti… 🙂

    31 Agosto, 2007 - 8:57
  12. Leonardo

    Ma forse ormai di sedi facili non ce ne sono più … solo per pigrizia curiale si considera che certe diocesi, dove c’è più clero e apparati istituzionali più forti siano tranquille.
    A parte questo, penso (ma forse l’ho già detto) che sarebbe meglio superare ormai la norma di Paolo VI sui 75 anni e, quando un vescovo sta bene e fa bene lasciarlo al suo posto finché può. Ormai il ceto dei vescovi emeriti ha raggiunto proporzioni impressionanti, il giro delle nomine è vorticoso e, come diceva il cardinal Siri, la quantità va a scapito della qualità … Forse un po’ lo si sta già facendo (vedi il caso Ruini), ma si potrebbe far diventare una prassi che, offerte le dimissioni al compimento dei 75 anni, i vescovi se le vedessero di regola respinte, salvo il caso di problemi di salute o di inopportunità a giudizio della santa sede.

    31 Agosto, 2007 - 10:34
  13. Guido Villa

    Per Leonardo:
    Ma chi dovrebbe giudicare lo stato di salute dell’Ordinario? Lui in persona (evento rarissimo) o qualcun altro? E allora´ci sarebbero le contestazioni, perché questo sì e quast’altro no, malattie “politiche” ecc. Meglio lasciare le cose come sono, ci sono già fin troppe polemiche, meglio non moltiplicarle.

    31 Agosto, 2007 - 10:42
  14. Leonardo

    No, credo che sarebbe semplicissimo: a 75 anni le dimissioni si danno, ma ‘di regola’ la santa sede non le accetta, salvo che – a suo giudizio – le condizioni di salute o altri motivi di opportunità non lo sconsiglino. Si trattarebbe semplicemente di invertire la prassi attuale, in cui c’è già l’eccezione (che mi pare stia diventando meno infrequente) di vescovi che vengono mantenuti al loro posto ben oltre i 75 anni. Aggiungo a quanto detto prima altre due considerazioni:
    meno nomine vorrebbe dire meno agitazione di aspiranti; inoltre si deve tener conto della tendenza attuale a nominare vescovi di età più avanzata.
    Fossi papa io, toglierei anche quello bizzarro limite degli 80 anni per i cardinali: se si può fare il papa a quell’età perché non si può eleggerlo?

    31 Agosto, 2007 - 11:29
  15. Francesco73

    Io allineerei comunque le dimissioni dagli uffici (diocesani e curiali) con l’età elettorale degli appartenenti al Collegio Cardinalizio. Mi pare incongruente che al Conclave partecipi l’emerito di una diocesi cardinalizia che sta tra i 75 e gli 80 e non l’Ordinario in carica. E’ quanto è successo nell’aprile 2005 con Biffi e Caffarra, pur essendo il primo un elettore di assoluto prestigio e qualità.
    Oppure farei così: dimissioni da TUTTI gli uffici a 80 anni, elettorato nel Conclave senza limiti di età, conseguente, ragionevole estensione della soglia dei 120 elettori, tenendo conto che la Chiesa è oggi molto estesa.
    Dopodichè, non bisogna aver troppa paura di decidere, e farsi imbrigliare dalle regole. Quel che conta sono le persone, che siano davvero di qualità, apostoli autentici, testimoni radicali del Vangelo, il resto viene molto dopo.

    31 Agosto, 2007 - 12:19
  16. Syriacus

    La norma del limite dei 75 anni inclusa nel Codice di Diritto Canonico del 1983, è implementazione di quanto suggerisce caldamente Christus Dominus , il “Decreto sulla missione pastorale dei Vescovi nella Chiesa” del Concilio Vaticano II : http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19651028_christus-dominus_it.html

    « Rinuncia al ministero episcopale

    21. Poiché il ministero pastorale dei vescovi riveste tanta importanza e comporta gravi responsabilità, si rivolge una calda preghiera ai vescovi diocesani e a coloro che sono ad essi giuridicamente equiparati, perché, qualora per la loro troppa avanzata età o per altra grave ragione, diventassero meno capaci di adempiere il loro compito, spontaneamente o dietro invito della competente autorità rassegnino le dimissioni dal loro ufficio. Da parte sua, la competente autorità, se accetta le dimissioni, provvederà sia ad un conveniente sostentamento dei rinunziatari, sia a riconoscere loro particolari diritti. »

    31 Agosto, 2007 - 19:38
  17. Syriacus

    « Can. 401 – §1. Il Vescovo diocesano che abbia compiuto i settantacinque anni di età è invitato a presentare la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice, il quale provvederà, dopo aver valutato tutte le circostanze.

    §2. Il Vescovo diocesano che per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all’adempimento del suo ufficio, è vivamente invitato a presentare la rinuncia all’ufficio.

    Can. 402 – §1. Il Vescovo, la cui rinuncia all’ufficio sia stata accettata, mantiene il titolo di vescovo emerito della sua diocesi e, se lo desidera, può conservare l’abitazione nella stessa diocesi, a meno che in casi determinati, per speciali circostanze, la Sede Apostolica non provveda diversamente.

    §2. La Conferenza Episcopale deve curare che si provveda ad un adeguato e degno sostentamento del Vescovo che rinuncia, avuto presente tuttavia l’obbligo primario a cui è tenuta la diocesi per la quale ha prestato servizio.

    […]

    Can. 411 – Al Vescovo coadiutore e all’ausiliare, per quanto attiene alla rinuncia dall’ufficio, si applicano le disposizioni dei cann. ? 401 e ? 402, §2. »

    http://www.vatican.va/archive/ITA0276/_INDEX.HTM

    31 Agosto, 2007 - 19:40
  18. Francesco73

    Paolo VI era un grandissimo uomo di governo, uno che sapeva prendere decisioni “di sistema” e portarle avanti, con una logica politica di qualità finissima.
    Ma le norme sull’età gli furono dettate non solo dall’esigenza generale di svecchiare: si trattava di liberare la Curia dall’ipoteca di alcuni potenti prelati ultraottuagenari che cumulavano cariche e facevano il bello e il cattivo tempo da decenni.
    Beninteso, non erano mostri, come la pubblicistica li dipinge. Probabilmente, erano anch’essi dei santi, ma erano troppo antichi per il post-Concilio e per la nuova logica che occorreva mettere in cantiere.
    Da qui le richieste di dimissioni e le regole sull’Ingravescentem aetatem.

    1 Settembre, 2007 - 9:19
  19. Leonardo

    A dire il vero, se la ricostruzione di Francesco fosse esatta, questo non deporrebbe granché a favore delle qualità di governo di Paolo VI, che avrebbe usato uno strumento indiretto e sproporzionato (perché permanente e di portata universale) per risolvere un problema contingente.

    1 Settembre, 2007 - 9:47
  20. Syriacus

    Il Prossimo 23 novembre, il Cardinale Decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano, compirà 80 anni. Il suo Vice, ovvero il Subdecano del Sacro Collegio, il Cardinale Roger Etchegaray, ne compirà ben 85 il prossimo 25 settembre.

    Leggendo l’Ingravescentem Aetatem, mi è balzato all’occhio questo passaggio, dalle ricadute molto interessanti, se letto alla luce dei dati anagrafici sopra riportati:

    « VII. Qualora il Decano del Sacro Collegio non prendesse parte al conclave per avere compiuto l’ottantesimo anno di età, le sue funzioni in Conclave saranno esercitate dal Sottodecano, o, se anch’egli è assente, da un altro Cardinale secondo l’ordine generale delle precedenze. »

    Domanda “tecnica” : se il Papa venisse improvvisamente a mancare (Dio non voglia!) e.g. il prossimo 25 Novembre (dopo, beninteso, aver creato 15 nuovi Cardinali, e Sodano neo-ottuagenario ma ancora Decano, con vice Etchegaray…) , quale sarebbe il “facente funzioni di Decano in Conclave secondo l’ordine generale delle precedenze” ?

    1 Settembre, 2007 - 10:00
  21. Syriacus

    Paolo VI, nella lettera apostolica motu proprio data Ecclesiae Sanctae del 6 agosto 1966, in cui “vengono promulgate norme per l’applicazione di alcuni Decreti del Concilio Vaticano II” , dispone, fra l’altro:

    « RINUNCIA DEI VESCOVI AL LORO UFFICIO
    (Decr. Christus Dominus, n. 21)

    11. Per rendere possibile l’esecuzione della prescrizione del n. 21 del Decreto Christus Dominus, tutti i Vescovi diocesani e gli altri ad essi equiparati per diritto sono vivamente pregati di presentare spontaneamente, non più tardi dei 75 anni compiuti, la rinuncia all’ufficio all’Autorità competente, la quale, esaminati tutti gli aspetti di ogni singolo caso, provvederà.
    Il Vescovo la cui rinuncia all’ufficio sia stata accettata, potrà conservare, se lo desidera, la residenza nella stessa diocesi. Questa poi deve provvedere al conveniente e degno sostentamento del Vescovo che rinuncia. È compito della Conferenza Episcopale territoriale determinare, con una norma generale, i criteri secondo i quali le diocesi devono soddisfare questo obbligo.

    […]

    RIMOZIONE, TRASFERIMENTO E RINUNCIA DEI PARROCI
    (Decr. Christus Dominus, n. 31)

    20. § 1. Il Vescovo può, restando salvo il diritto vigente per i Religiosi, legittimamente rimuovere qualsiasi parroco dalla sua parrocchia, ogni qual volta il suo ministero, anche se egli non ha commesso colpa grave, è reso pregiudizievole o almeno inefficace per una delle ragioni indicate dal diritto o altra simile a giudizio del Vescovo: fino alla riforma del Codice si segua la procedura stabilita per i parroci amovibili (cann. 2157-2161 CIC), e resti salvo il diritto delle Chiese Orientali.
    § 2. Se il bene delle anime, o i bisogni ovvero l’utilità della Chiesa lo richiedono, il Vescovo può trasferire un parroco dalla parrocchia che egli regge in modo utile ad un’altra parrocchia o a qualsiasi altro ufficio ecclesiastico. E, se il parroco si rifiuta, il Vescovo deve, perché il trasferimento sia validamente decretato, seguire in tutto la procedura di cui sopra.
    § 3. Affinché la disposizione del Decreto Christus Dominus, n.31, possa essere portata ad effetto, tutti i parroci sono pregati di presentare spontaneamente la rinuncia all’ufficio al loro Vescovo non oltre i 75 anni compiuti. Questi, tenuto conto di tutte le circostanze personali e locali, deciderà se accettarla o differirla. Il Vescovo provveda al conveniente mantenimento e alloggio dei dimissionari.»

    1 Settembre, 2007 - 10:20
  22. Francesco73

    Anche quella sul Decano è una incongruenza, visto che non potrebbe presiedere i lavori del Conclave dopo gli 80 anni.
    Secondo l’ordine delle precedenze, dopo Sodano ed Echegaray credo verrebbe Lopez Trujillo, Cardinale-Vescovo del Titolo Suburbicario di Frascati. Come si vede, sono cose un pò complicate, ma anche di grande forza simbolica!
    Peraltro, Lopez è davvero “giovane”, essendo diventato cardinale a 48 anni ed appartenendo all’Ordine dei Vescovi già da qualche tempo.
    Ha “solo” 72 anni e una esperienza di Chiesa ai massimi livelli già da decenni.

    Quanto a quello che diceva Leonardo, credo che Paolo VI avesse in mente entrambe le cose: una riforma di sistema e un ringiovanimento della dirigenza ecclesiastica del suo periodo. Quindi l’esigenza particolare si inserisce dentro la decisione – per dir così – universale.

    1 Settembre, 2007 - 11:37
  23. Syriacus

    Sì, a parità di ordine, credo che non venga valutata l’anzianità nell’ordine, ma nel Collegio tutto. Quindi, il Cardinale Re (Cardinale -Vescovo- dall’ottobre 2001, mentre Lopez -Cardinale dal 1983- è passato ai Vescovi ‘solo’ nel novembre 2001) è secondo a Lopez nella precedenza (di cui si parla anche nella Universi Dominici:

    « 9. Le Congregazioni generali dei Cardinali si terranno nel Palazzo Apostolico Vaticano o, se le circostanze lo richiedano, in altro luogo più opportuno a giudizio degli stessi Cardinali. Ad esse presiede il Decano del Collegio o, nel caso sia egli assente o legittimamente impedito, il Sottodecano. Che se uno dei due od ambedue non godessero più, a norma del n. 33 di questa Costituzione, del diritto di eleggere il Pontefice, all’assemblea dei Cardinali elettori presiederà il Cardinale elettore più anziano, secondo l’ordine consueto di precedenza.”

    […]

    52. Giunti i Cardinali elettori nella Cappella Sistina, secondo quanto disposto al n. 50, ancora alla presenza di coloro che hanno fatto parte del solenne corteo, emetteranno il giuramento, pronunciando la formula indicata nel numero seguente. Leggerà ad alta voce la formula il Cardinale Decano o il Cardinale primo per Ordine ed anzianità, secondo quanto stabilito al n. 9 della presente Costituzione…[…] »

    Noto anche en passant, che Ratzinger, quando venne eletto Papa, era titolare di due diocesi suburbicarie (Ostia e Velletri-Segni, poi rispettivamente cedute a Sodano e ad Arinze) . Oggi Sodano ne ha due anch’egli. Va notato però che , nel 2002, poco dopo il compimento dei suoi 80 anni, il Cardinal Gantin venne privato di una delle sue due diocesi suburbicarie. (Quindi, immagino che Sodano presto cederà una delle sue due a un più giovane cardinale) .

    A conferma comunque della “consueta precedenza”, si veda semplicemente l’ordine d’ingresso in conclave, nel 2005, come da Bollettino vaticano:

    «BOLLETTINO N. 0225 – 18.04.2005 2

    ORDINE DEI VESCOVI

    RATZINGER Card. Joseph
    SODANO Card. Angelo
    LÓPEZ TRUJILLO Card. Alfonso
    RE Card. Giovanni Battista

    Cardinali Patriarchi di Rito Orientale
    DAOUD Card. Ignace Moussa I

    ORDINE DEI PRESBITERI

    BAUM Card. William Wakefield
    CÉ Card. Marco
    MACHARSKI Card. Franciszek
    KITBUNCHU Card. Michael Michai
    DANNEELS Card. Godfried

    […] »

    Credo sia quindi pacifico che, se la Santa Sede dovesse rendersi vacante -che so- a dicembre, Lopez Trujillo sarebbe il Decano de facto (e non è poco).

    1 Settembre, 2007 - 12:15
  24. Syriacus

    INPORTANTI CORREZIONI: il cardinale Lopez Trujillo è sempre il primo, ma il motivo è diverso da quello da me scritto in precedenza. Nell’ordine dei Vescovi, conta eccome la data di ingresso in esso. Semplicemente, Lopez vi entrò un anno prima di Re. Infatti (cosa di cui non mi ero accorto) Re dapprima nel 2001 divenne, alla creazione, cardinal prete (dei Santi Dodici Apostoli) ; fu poi un anno dopo, nel 2002, che egli venne promosso al rango di cardinal vescovo (di Sabina-Poggio Mirteto) . (Lopez dovette aspettare invece la bellezza di 18 anni, per passare da presbitero di S.Prisca, al titolo vescovile di Frascati!) .

    INOLTRE: La sede di Ostia è conferita al decano del collegio cardinalizio in aggiunta all’altra sede che gli corrisponde, secondo le disposizioni di papa Pio X (motu proprio “Edita a Nobis” dell’ aprile 1914).

    Il Cardinal Gantin ha cumulato Ostia con Palestrina dal ’96 sino al 2002, perchè sino ad allora Decano, appunto. Poi Ostia è passata al Cardinal Ratzinger, e dal 2005 il titolo è di Sodano (dal 1994 Cardinal-Vescovo di Albano).

    [Comunque, per ogni info possibile e immaginabile vedi:

    http://www.gcatholic.com/hierarchy/cardinals-alive-precedence.htm ]

    1 Settembre, 2007 - 12:39
  25. Uffa. E io che mi aspettavo i commenti alle barzellette.

    1 Settembre, 2007 - 13:30
  26. Syriacus

    Dai, Luca , non te la prendere… 🙂

    Come parziale ‘risarcimento’, commenterò allora (creativamente) le quattro barzellette…:

    1) – Ho visto un tale che comprava l’Osservatore romano all’edicola.
    – Sarà stato Mario Agnes, che cercava di incrementarne le vendite…
    – No, non era Agnes.
    – Sarà stato un curiale che ha avuto oggi una nomina.
    – No, era un laico.
    – Allora sarà stato Vian che controllava, per l’ennesima volta invano, se l’avevano fatto direttore…

    2) – Sento dire che il cardinale Bertone vuole potenziare i servizi di ristorazione per i pellegrini al Vaticano
    – Introdurrà il Bar Sport!

    3) Qui citerò una battuta fra il politico e il nonsense che Giobbe Covatta fece anni or sono a Mai dire Gol : (più o meno) «

    -Con Silvio, verrà fondata una nuova religione: il Berlusconesimo. Il cui unico comandamento è “ama il prossimo tuo”.
    -Bello, ma non era già del Cristianesimo?
    -No, qui “ama il prossimo tuo” significa ama quello che viene dopo di te nella fila, che ti sta appresso…

    4) Qui menzionerò una battuta che qualche anticlericale fece agli esordi di +Angelo come Presidente CEI : “La Chiesa di Bagnasco, come dice il suo nome, è una Chiesa che fa acqua da tutte le parti…” (Beh, cfr. il testo della Via Crucis 2005. 😉

    Inoltre, sul piano delle nomine, è da menzionare uno scherzetto doc da “malalingua vaticana” che di recente mi ha fatto un amico:

    -“Lo sai che Marini viene a Genova?”
    -“Come? …Marini?!? …Ma se è solo un anno che c’è Bagnasco…”
    -“Bagnasco andrà a Roma, a sostituire Ruini…”
    -“Oh, mon Dieu…!!”
    -“Scheeerzoo..!!!”
    -“Mi avevi già fatto venire un infarto…”
    -“Ma che credulone che sei…”

    Ovviamente Bagnasco starà a Zena forever and ever, ma quel poco d’infarto, anche di fronte a cose così assurde, c’è sempre… Vedi solo a cosa hanno abituato i poveri Genovesi in pochi anni; una realtà che ha superato la più fervida immaginazione: prima un vescovo già maturo, Canestri, per la transizione post-Siri; poi, un vescovo in carriera di transizione, che piglia la porpora e se la porta a Milano, Tettamanzi; poi un vescovo di transizione in carriera, che diviene Segretario di Stato dopo neanche 4 anni… Ora pure un vescovo piuttosto part-time (absit iniuria) perchè Presidente della Conferenza Episcopale nazionale…

    [Inutile dire che, al netto della battutina-scherzo di cui sopra, l’ipotesi Marini fosse realmente ventilata a Genova, nel 2006, come anche quella Monari -data realmente per favorita- .]

    1 Settembre, 2007 - 17:13
  27. Syriacus

    Approposito di Bertone e la pagina dello Sport: guardate un pò questa pagina (di ieri) di un giornale online austriaco:

    http://www.nachrichten.at/weltspiegel/586816?PHPSESSID=b950dd73e92d0e3154659ce7a6497ca5

    (Dice in sostanza che Bertone, sì, vuole davvero la squadra di calcio -all stars?- vaticana…
    Staremo a vedere: certe news, pescate di fresco o rifritte, attirano sempre anche i lettori più distratti. )

    2 Settembre, 2007 - 8:23

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