Armando Drago: “Con la speranza di rivederla”

Ho conosciuto e conosco l’amore di mia moglie per me, per i miei figli, per la mia famiglia, per gli altri, per i fiori, per la natura. Vivo con la speranza di rivederla un giorno e di restare per sempre con lei”: così scriveva Armando Drago – con riferiemto all’amatissima Angelina che se ne era andata lasciandolo solo – nel libretto CREDO IN DIO PERCHE’ E’ IL PIU’ BRAVO (EDB 2009), il più naif e il più bello dei libri sulla fede cristiana che io abbia letto negli ultimi dieci anni. L’avevo recensito con entusiasmo per IL REGNO. E Armando, che non ho mai visto,  si era entusiasmato per la mia recensione e mi aveva chiesto di andare a Bonistallo (Poggio a Caiano, Pistoia) a parlare del suo libretto. Bonistallo dev’essere un luogo bellissimo e io avevo detto subito di sì e aspettavo che Armando mi indicasse una data. Ma ecco che mi arriva la notizia della sua morte, avvenuta lunedì, a 61 anni. In questo momento si sta celebrando a Bonistallo la sua messa di addio. Era più giovane di me. piango e lo prego di tenermi d’occhio. – Ma anche segnalo ai visitatori distratti l’opportunità – se vogliono occuparsi di qualcosa di serio – di andare alla pagina di questo blog intitolata CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, di cliccare sul capitolo 20 PREGHIERA PUBBLICA e di leggere il testo riguardante il caro Armando, intitolato “Credo perché mi sento amata”. Inchiesta sulla fede di Armando Drago.

25 Comments

  1. Gioab

    Effettivamente è un po’ difficile e imbarazzante fare il controcanto su un argomento così delicato e sensibile; non posso che esprimere il mio pensiero che è sempre diverso da quello di tanti che condividono un credo che pur rispettando non riesco ad accettare e che mi disturba assai.

    Ho letto la parte “Credo perché mi sento amata” e pur non essendo titolato a giudicare i pensieri altrui, mi viene una riflessione che so essere crudele e fuori moda, ma penso che ci sono tanti altri che si sentono Napoleone o il Messia o si sentono in pericolo, odiati o perseguitati. Riconosco che essendo ciascuno il padrone dei propri pensieri e sentimenti, nessuno è titolato a far cambiare idea, anche se a volte qualcuno ci prova. L’argomento porterebbe a disquisire sul perché alcuni pensano in modo diverso da altri. Perché la nostra mente funziona così ? perché Balaam credeva che la sua asina gli rispondesse. ( Numeri 22.30) perché alcuni voglio educare i bambini secondo credenze locali e tradizionali e altri in modo diverso.

    E’ giusto che i bambini vengano educati nel modo tradizionale e/o comunemente accettato o si dovrebbero lasciarli crescere facendo scelte autonome in età di maggior e miglior possibilità di comprendere le implicazioni e formandosi un’idea propria autonoma ?
    Molti dichiarano di credere in Dio e nell’altra vita, ma la cosa più stravagante e che nessuno ha mai visto né l’uno n’è l’altra ? Ma si sostiene che esistano e come dice l’autore del blog, con le motivazioni più stravaganti. Mentre l’apostolo Paolo ragiona sull’argomento dicendo che ci sono alcuni che: “vogliono essere maestri ma non comprendendo né le cose che dicono né le cose circa le quali fanno forti asserzioni e hanno deviato essendo stati sviati in parlare ozioso, perché il mandato è l’amore da un cuore puro e da una buona coscienza e dalla fede senza ipocrisia” non da fanatismo o ignoranza, facendo un’inutile difesa di cose impossibili innaturali e sconosciute. (1Timoteo 1.5-7)

    Cos’è una fede senza ipocrisia ? Quella che non fa sostenere a tutti i costi cose che non si conoscono e che sono pure impossibili perché contrarie a qualunque legge fisica e qualunque ragionevolezza, ma solo perché sentite dire, magari da bambini, e vengono sostenute strenuamente spesso in modo fanatico perché si ha timore di dire che non si conosce.

    Non volendo nascondermi e dovendo spiegare a che cosa credo e perché, la risposta che mi sembra più ragionevole è dire che non potendo spiegare dove ha avuto origine “l’informazione” che regola i processi vitali sia della materia che degli esseri viventi tutti, devo necessariamente inchinarmi, dichiarando di non sapere e supporre che un’Intelligenza deve averla pensata e inserita nei processi vitali che hanno la capacità di riprodursi alle condizioni date oltre le quali il processo non può replicarsi né sopravvivere a dimostrazione che quell’Informazione non può essere casuale nè che poteva autoorganizzarsi autonomamente data la brevità del tempo a disposizone.

    E’ quindi necessario proseguire in un percorso di conoscenza e di scoperta che allargando l’orizzonte permette di acquistare una maggiore consapevolezza che fa accresce la coscienza individuale e collettiva aiutando le menti nobili (Atti 17.11) ad abbandonare superstizioni e tradizioni che rallentano il progresso di quanti sono desiderosi di conoscere il Formatore dell’informazione pur sapendo che sarà una percorso verso l’infinito che potrà realizzarsi solo in una eterna realtà materiale dato che la vita è stata organizzata e sviluppata in questa realtà dalla quale l’uomo non può evadere. Forse solo la sua Spiritualità ( ma questa è un altra storia).

    “Riguardo ai cieli, i cieli appartengono a Geova,Ma la terra l’ha data ai figli degli uomini.” ( Salmi 115.16-17)

    12 Gennaio, 2011 - 18:07
  2. plpl8

    CREDO IN DIO perché la fame e la sete che mi porto dentro non sono di questo mondo e non me le sono date da me

    12 Gennaio, 2011 - 21:21
  3. “segnalo ai visitatori distratti l’opportunità –
    se vogliono occuparsi di qualcosa di serio […]”

    Mi sento colpito e affondato………
    e te ne sono grato, Luigi.

    Domani con calma mi leggo quello che indichi.

    12 Gennaio, 2011 - 22:55
  4. Leopoldo

    Darsi ragione della propria fede, o se volete del proprio ateismo, è un esercizio che può valere solo per se stessi, non serve agli altri. La fede è come la politica, come il tifo per una squadra di calcio e, se permettete, come tutto il resto. Non lo sai veramente perché sei di destra o di sinistra, perché tifi per l’Inter o per il Milan, perché aiuti gli altri o degli altri non t’importa nulla. Perciò penso che la domanda che entusasma tanto Luigi non abbia molto senso. Ciò che io vedo e sperimento ogni giorno è che viene prima la vita che ci è toccata in sorte: i ragionamenti, le convinzioni, le fedi varie, l’agnosticismo, l’ateismo, eccetera, ci servono a giustificarla, la vita, ai nostri occhi impotenti. E parlo della vita di ciascuno e per ciascuno, non di quella in generale.

    13 Gennaio, 2011 - 9:08
  5. fiorenza

    Anche per me è così. Leopoldo: “viene prima la vita che ci è toccata in sorte”.
    “Viene prima la vita”.
    Anche per santa Caterina di Genova, di cui ha parlato il Papa ieri, era così: gli stessi “ragionamenti, le convinzioni, le fedi varie, l’agnosticismo, l’ateismo, eccetera” di fronte, ad esempio, a un tema come quello del purgatorio, erano nulla rispetto alla percezione della verità su di sé, sulla propria vita.

    13 Gennaio, 2011 - 10:10
  6. fiorenza

    Chiare e belle, come sempre, per me, le parole con cui Marina Corradi , su “Avvenire”, riflette su ciò che ha detto ieri il Papa e su questo nostro presente che ha smarrito il senso del male:
    “Abbiamo da secoli nel sangue l’eredità positivista che ha sostituito la fede nel Giudizio, inteso come giorno di giustizia e di salvezza, con quello nel progresso. E, a livello individuale, siamo da almeno una generazione figli magari inconsapevoli di un’altra rivoluzione, quella freudiana, che ha sostituito il concetto di peccato con il “senso di colpa”, che è soggettivo, labile ed eliminabile -ci promettono- con adeguata terapia”.
    http://www.avvenire.it/Commenti/PapaPurgatorio_201101130853087800000.htm

    13 Gennaio, 2011 - 10:25
  7. Mi ha fatto bene rileggere l’articolo che tu proponi nel capitolo 20.

    Aiuta a ricordarmi del quotidiano concreto e profondo
    di tutti coloro che mi passano vicino.

    Aiuta a ricordarmi la pluralità con cui Dio si rivela in ogni persona
    al di là di ogni principio.

    Aiuta a ricordarmi che quel pensiero di Dio o non Dio
    che ciascuno porta in sè,
    relativista o meno
    è degno in egual misura della stessa dignità di Dio,
    perchè ogni persona (santa-peccatrice),
    porta in se l’orma del Creatore,
    e non è nemmeno necessario crederci.

    «Ecco, sto alla porta e busso….»

    Ecco,
    anche io sto alla porta…….

    13 Gennaio, 2011 - 10:54
  8. Francesco73

    Ho letto il libro intervista a Feltri, che dialoga con l’ottimo Stefano Lorenzetto (“Il Vittorioso”, Ed. Marsilio).
    Chiude così:
    Le mancano i Suoi genitori?
    Sì.
    E’ per il desiderio di incontrare le persone amate scomparse che gli uomini hanno la fede.

    13 Gennaio, 2011 - 11:24
  9. Mabuhay

    Ricordo d’averlo letto qualche mese fa sul Regno…ed essermi emozionato. C’e’ poco da fare, la Fede e’ un dono che si riceve e si vive… come si puo’!

    A volte mi capita di ammirare (e un po’ di invidiare) la semplicita’ e la trasparenza di tante persone che credono con una naturalita’, quasi spontaneita’ che davvero mi fa andare in crisi. Io sono piu’ incasinato/complicato. Le ammiro, non cerco di imitarle perche’ e’ impossibile; il carattere, la personalita’, la propria storia…tutti gli ingredienti che fanno parte di una esperienza credente sono troppo diversi. Per cui alla fine ciascuno fa il suo viaggio, con le sue lotte, le sue oscurita’,le sue domande e le sue gioie e speranze…etc. E’ cio’ che alla fine fa la differenza tra Fede e Religione.

    Qui da noi dicono “Marunong ang Diyos” (che vuol dire che Dio sa, Dio e’ saggio, Dio capisce anche se io non capisco il perche’ di cio’ che succede, di cio’ che mi succede, Dio conosce il cuore di ciascuno e il significato degli avvenimenti…) e cio’ per molti e’ piu’ che sufficiente x avere una esperienza di un Dio che e’ “li'”, che ama, che cammina insieme…nonostante tutto.

    13 Gennaio, 2011 - 12:30
  10. fiorenza

    Ciao Mabu. Mi chiedevi -ieri- “come va? Spero tutto bene”, e volevo subito risponderti: “Sì, tutto bene”. E sarebbe stato vero. Davvero va bene, mi sento bene, sto bene. Eppure mi sembrava presunzione scriverlo. Ora ho trovato la risposta giusta: “Marunong ang Diyos”. Grazie.

    13 Gennaio, 2011 - 13:08
  11. Mabuhay

    🙂 😉

    13 Gennaio, 2011 - 13:58
  12. elsa.F

    @matteo

    Presuntuoso 😉

    E’ solo Lui che sta alla porta e bussa. Noi dobbiamo solo preoccuparci dell’olio per le nostre lanterne. E pur essendo una cosa tanto semplice non è un problema da poco. Ma se davvero fosse questa la nostra sola priorità tante parole, discussioni, polemiche sarbeero davvero sterili.
    Basterebbe solo e nient’altro che amare!

    13 Gennaio, 2011 - 14:00
  13. Gioab

    @ fiorenza
    Perdoni l’ignoranza ma non capisco bene, lei ha scritto: “questo nostro presente che ha smarrito il senso del male” – dovrebbe essere il senso del bene quello che è smarrito a meno che volesse dire altro.

    Poi dice: ““Abbiamo da secoli nel sangue l’eredità positivista che ha sostituito la fede nel Giudizio, inteso come giorno di giustizia e di salvezza, con quello nel progresso.”
    Perché il Giudizio dovrebbe essere inteso come giorno di giustizia e di salvezza ? ( Forse per alcuni, ma non per tutti. Non capisco bene, Potrebbe chiarire ?

    13 Gennaio, 2011 - 14:07
  14. Luigi Accattoli

    Mabuhay: Qui da noi dicono “Marunong ang Diyos” che vuol dire che Dio sa. A Parabiago, 16 chilometri da Milano, in direzione Torino, c’è una bella Chiesa intitolata a “Dio il sa” – nome che la gente del posto interpreta come “Dio lo sa”.

    13 Gennaio, 2011 - 15:14
  15. Leonardo

    Ma Mabuhay che cosa ci fa nelle Filippine? È missionario laggiù?

    (sempre per la serie: farmi i cazzi miei, mai)

    13 Gennaio, 2011 - 15:53
  16. @ elsa.F scrive, 13 gennaio 2011 @ 14:00

    Già!
    ma io sono alla porta forse dall’altro lato del battente…

    Non ho nemmeno l’olio,
    se lo avessi sarei fuoco divorante che illumina la notte!
    Ma
    è meglio che io non prenda
    lucciole
    per lanterne!

    13 Gennaio, 2011 - 16:22
  17. fiorenza

    “Potrebbe chiarire?”, mi chiede Gioab.
    Da chiarire, riguardo al mio commento, c’è solo il fatto che esso contiene un refuso: ho scritto “quello” invece che “quella” (“l’ eredità positivistica che ha sostituito la fede nel Giudizio… con ‘quella’ nel progresso”). Per il resto, io stavo citando parole d’altri, le parole di Marina Corradi. E’ un po’ difficile che chi ha così tanta avversione per il cattolicesimo da volergli sostituire il suo messaggio quelle parole le comprenda, nonostante siano “chiare e belle”. Che c’ è, poi, da dover chiarire, in quella affermazione che abbiamo sostituito con il “senso di colpa” quello che era, un tempo, il senso vivo del peccato, del male? Che cosa c’è di ancora più chiaro da aggiungere a quanto, nel testo a cui rinviavo, è detto sulla importanza delle parole di un Papa che, contro lo “spirito del tempo”, cerca di riproporre la considerazione dei Novissimi? Nulla, non è vero? E allora?
    Infine, su che cosa intenda la Chiesa cattolica per “Giudizio” come “giustizia e salvezza”, inutile chiedere a me che di queste alte cose non mi azzarderei certo a parlare così, a ruota libera, su un blog. Consiglio, dato con tutto il cuore: leggere le vite dei santi.

    13 Gennaio, 2011 - 22:44
  18. Raeliano?

    13 Gennaio, 2011 - 22:53
  19. Gioab

    @ Fiorenza
    La ringrazio per la risposta e concentrandomi sui “Novissimi”, mi permetto chiedere a lei, e la prego di perdonare la mia incapacità e profonda ignoranza : “ Se con la morte tutti veniamo Giudicati e saremo destinati al Paradiso via Purgatorio o all’inferno, che senso ha conoscere i Novissimi (le cose ultime o destino finale dell’uomo) se in fondo per accedere al rispettivo luogo di premio o punizione, tutti dovremo morire subendo in quel momento il Giudizio ?

    Glielo chiedo perché dalle parole di Marina Corradi sull’Avanti si evince che per santa Caterina da Genova, il purgatorio non è un luogo fisico di tormenti, quanto un mistico fuoco interiore, una sofferenza dell’anima che percepisce la sua lontananza da Dio, che tra l’altro contraddice pure la Scrittura ( Salmi 34.18-19): – “Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; E salva quelli che sono di spirito affranto.” Oppure (Salmi 145.18): – “Geova è vicino a tutti quelli che lo invocano, A tutti quelli che lo invocano in verità.”

    Isaia dichiarava : “Colui che mi dichiara giusto è vicino” ( Isaia 50.8); Paolo pure scrive: “ Il Signore è vicino” ( Filippesi 4.5). Non si capisce quindi perché ella si sentisse così lontana da Dio, ma viene anche rivoluzionato il concetto di Purgatorio non essendo più un luogo di transito per i beati.

    Capisco quindi le sue motivazioni nel ritenermi non in grado di comprendere parole così chiare; è vero che sono profondamente ignorante e me ne dolgo e ma faccio sforzi per migliorare e mi chiedevo perché mai se la Sacra Scrittura sostiene che Dio è vicino si debbano patire le pene del purgatorio ritenendolo lontano e perché mai si debbano patire tutte quelle pene se il purgatorio non è più un luogo fisico attraverso il quale passare per gli aspiranti al paradiso.

    In effetti devo imparare a meditare meglio. Lei ha ragione devo studiare di più la vita dei santi. La ringrazio per avermelo ricordato. “ciascuno mieterà ciò che ha seminato” ( Galati 6.5-8)

    14 Gennaio, 2011 - 11:11
  20. fiorenza

    Considero il letteralismo una malattia molto grave: probabilmente incurabile.

    14 Gennaio, 2011 - 11:46
  21. Leonardo

    Dia retta a me che la consiglio bene: smetta di leggere la Bibbia, butti via (o almeno mandi in cantina, se ha obiezioni di principio a buttare via i libri) quella dove c’è scritto “Geova”, cerchi un sacerdote di paterna disponibilità e sicura dottrina (e questo sarà un po’ un problema) e si metta a studiare, sotto la sua guida, il Catechismo della Chiesa Cattolica. Legga tutte le volte che può i discorsi del papa. Faccia delle belle passeggiate, si nutra in modo vario ed equilibrato, beva anche un po’ di vino e, se fuma, smetta di fumare.

    14 Gennaio, 2011 - 11:56
  22. Gioab

    @ Leonardo

    Le sono grato per i buoni consigli. Avrei un dilemma da risolvere, per il quale chiedo il suo illuminato parere che potrebbe chiarire questo mio deficit.
    Ho provato a dare un’occhiata al catechismo h**p://www.vatican.va/archive/ITA0014/_INDEX.HTM e ho notato che molte delle dichiarazioni ivi riportate fanno riferimento ai versetti della Bibbia. Ovvero ,ciascun articolo del catechismo poggia e/o trae la sua legittimazione dal versetto che lo sostiene.
    Si pone dunque il problema di capire, perché e/o quale potrebbe essere la motivazione di dover leggere un libro diverso che interpreta quando si ha a disposizione il testo originale.

    Con molto dispiacere devo anche dirle che molto spesso ho ascoltato i discorsi del papa, molti dei quali sono anche su Youtube e confesso che li trovo perfino contrari a ciò che è scritto nella Bibbia per cui mi trovo nell’infelice posizione di dover decidere a chi dare sostegno e approvazione.

    Ricordo un discorso sul brano di Isaia 61.1-2 dove la profezia indicando il compito che Gesù avrebbe dovuto svolgere dice che Gesù avrebbe dovuto :” a proclamare l’anno di buona volontà e il giorno di vendetta del nostro Dio”.
    L’omelia riferiva che si tratta di una stessa cosa, ma lei capisce bene che essendo estensioni temporali diverse devono necessariamente verificarsi in tempi diversi, anche perché nel giorno 24hr. di vendetta non può essere esercitata la pazienza di ( 360 gg.) necessaria per esercitare la buona volontà.

    Per quanto poi attiene a Geova, se ha difficoltà potrei optare per Jahveh, Jehovah, YHWH, ma resta il fatto che la spiegazione è che si tratta della forma causativa all’imperfetto del verbo del verbo “hawah” (Egli fa divenire) da cui il significato “io farò ciò che farò” in modo da far comprendere che Egli è il Padrone del futuro e che può adempiere tutto ciò che è suo diletto ( Isaia 46.10-11) : – “ Colui che annuncia dal principio il termine, e da molto tempo fa le cose che non sono state fatte; Colui che dice: ‘Il mio proprio consiglio avrà effetto, e farò tutto ciò che è il mio diletto’; Colui che chiama dal levante l’uccello da preda, da un paese lontano l’uomo per eseguire il mio consiglio. Sì, [l’]ho proferito; lo farò anche avvenire. [L’]ho formato, anche lo farò.”

    Sono certo che è consapevole che “il Tetragramma” compare nella scrittura circa7000 volte e che per una superstizione giudaica è stato sostituito con la parola ebraica Adonai (Signore) o Elohim ( Dio) o quella greca Kyrios (Signore) che possono far insorgere confusione con Baal (Signore).

    Alcune traduzioni moderne hanno ripristinato il Nome come compariva nella “Settanta” da cui sono state tradotte le moderne copie e dal’altro canto non potrebbe “santificare il Nome” come spesso viene detto nella preghiera, se non sapesse qual è: Padre nostro che sei nei cieli, SIA SANTIFICATO IL TUO NOME. Che fa per santificarlo lo nasconde ?

    La ringrazio per i buoni consigli,e si, bevo un po’ di vino, faccio anche belle passeggiate e a volte rifletto quando passeggio e mi chiedo spesso, perché mai le religioni che insegnano ai loro fedeli l’amore per il prossimo sono le prime a confrontarsi e guerreggiarsi. Dovrebbero fare ponti ma sono le prime che innalzano steccati protettivi. Prova ne sia che combattono fortemente il sincretismo e il relativismo e ciascuna pretende di essere quella vera. Ma come si può dipanare la matassa ?

    La saluto con una frase del Mahatma Gandhi : – “ Un riformatore non può permettersi di aspettare fino a quando gli altri non siano convertiti, ma deve marciare in testa e avventurarsi innanzi da solo anche a dispetto dell’universale opposizione.”
    Servo suo

    14 Gennaio, 2011 - 15:02
  23. Gioab

    @ fiorenza

    Se la gentile fiorenza volesse suggerire un’alternativa alla grave malattia detta “letteraismo” oltre che una critica avrebbe fatto un opera meritevole. Anche se incurabile. Mai dire mai.

    14 Gennaio, 2011 - 15:06
  24. Leonardo

    Beh, io il mio dovere l’ho fatto.

    14 Gennaio, 2011 - 21:53

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