Avevo freddo e mi avete dato una coperta

Arrivai a Lampedusa e riaprii gli occhi. Li avevo chiusi all’inizio della traversata due giorni prima. Vidi una donna che mi porgeva una coperta. Avevo una profonda ferita alla gamba che mi ero procurata in carcere, mi medicavano, mi disinfettavano, mi davano da bere, mi parlavano dolcemente e anche se non capivo nulla di ciò che mi dicevano, pensai: questo è il paradiso“: parole di una ragazza etiope rifugiata in Italia, ospite del Centro Astalli. E’ una delle dieci storie di rifugiati provenienti dal Corno d’Africa, ciascuna introdotta da un nostro intellettuale (Gad Lerner, Andrea Camilleri, Enzo Bianchi, Erri De Luca, Antonia Arslan, Giovanni Maria Bellu, Giulio Albanese, Amara Lakhous, Melania Mazzucco, Ascanio Celestini), contenute nel volume del Centro Astalli “Terre senza promesse” (Avagliano Editore) presentato il 19 ottobre in Campidoglio. Onoro quelle parole con un bicchiere di Vino Nuovo. [Continua nei primi tre commenti]

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Altra storia dal volume del Centro Astalli: “Stavo facendo il militare ad Asmara e una coincidenza ha segnato la mia vita. Ho trovato una Bibbia. Qualcuno l’aveva lasciata da qualche parte. L’ho presa e ho iniziato a leggere qualche pagina di sera, un piccolo conforto. Non sono mai stato particolarmente religioso, anche se ho avuto dalla mia famiglia un’educazione cristiana. Comunque leggere la Bibbia sotto le armi è proibito. Mi hanno trascinato in una baracca, agli arresti. Siamo scappati a casaccio, io e il mio compagno di prigionia”.

    23 Ottobre, 2011 - 19:37
  2. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Terza storia dal volume del Centro Astalli: “All’inizio fu un vero incubo, dormimmo per otto notti con le bambine nei giardini antistanti la basilica di San Giovanni in Laterano. Nessuno si avvicinò per chiederci se avevamo bisogno di aiuto. Era tutto così spaventosamente caotico”. Parole di una donna eritrea che sposa un etiope durante la fuga – “era l’unico modo per sopravvivere in Sudan – e partorisce appena sbarcata a Lampedusa.

    23 Ottobre, 2011 - 19:37
  3. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Quarta storia dal volume del Centro Astalli: “Non cambiate il mio nome con l’intento di proteggermi. Voglio che scriviate che sono Aweis, che sono stato costretto a nascondermi e a scappare da Mogadiscio perché volevano uccidermi, ma ora, qui in Italia, non ho più paura”.

    23 Ottobre, 2011 - 19:38
  4. antonella lignani

    In quanti modi verrà declinato il giorno del giudizio la famosa frase evangelica “Avevo fame e mi avete dato da mangiare?”. Secondo me innumerevoli. Per esempio: “Ero nervoso, e mi hai sopportato”. “Volevo andare a fare una cosa inutile, ma per importante, e mi hai accompagnato perché non avevo l’auto”. “Avevo fretta, e mi hai fatto passare prima al semaforo … “. Così immagino che il Signore dirà a chi mi ha sollevato da qualche problema.

    23 Ottobre, 2011 - 22:10
  5. antonella lignani

    A qualcuno/qualcuna il Signore dirà: “Non sapevo dove andare a dormire, e mi hai offerto un letto”. O anche “Ero sola e depressa, e mi hai telefonato per chiedermi di pregare per qualcuno che stava morendo”. E’ proprio vero, la carità è piena di fantasia.

    26 Ottobre, 2011 - 12:02
  6. antonella lignani

    Dall’Ufficio delle letture” di oggi:
    “Bisogna dunque che ci mettiamo di buon animo a fare il bene, poiché tutto ci è dato dal Signore. Egli ci avverte in precedenza: Ecco il Signore, e la sua ricompensa è con lui, per rendere a ciascuno secondo le sue opere (cfr. Ap 22, 12). Perciò ci esorta a credere in lui con tutto il cuore e a non essere pigri, ma dediti ad ogni opera buona.”

    26 Ottobre, 2011 - 12:14
  7. lycopodium

    “La carità è piena di fantasia”.
    Grazie! Me la appunto.

    27 Ottobre, 2011 - 6:57

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