Benedetto al Muro Occidentale: “Dio di tutti i tempi”

Dio di tutti i tempi,
nella mia visita a Gerusalemme, la “Città della Pace”,
dimora spirituale per ebrei, cristiani e musulmani,
porto davanti a Te le gioie, le speranze e le aspirazioni,
le angosce, le sofferenze e le pene di tutto il Tuo popolo sparso nel mondo.
Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe,
ascolta il grido degli afflitti, degli impauriti, dei disperati,
manda la Tua pace su questa Terra Santa, sul Medio Oriente,
sull’intera famiglia umana;
risveglia il cuore di tutti coloro che chiamano il Tuo nome
affinché vogliano camminare umilmente sul cammino della giustizia e della pietà.
“Buono è il Signore con chi spera in lui,
con l`anima che lo cerca”. (Lam 3, 25)

Questa è la preghiera scritta sul biglietto che Benedetto ha inserito stamane in una fenditura del Muro del Pianto. Ringrazio il papa, felice delle parole che ha scelto per la sua invocazione. Così come sono entusiasta del Salmo 122 (121) – “Sia pace su Gerusalemme” – che il papa e il rabbino hanno pregato, seguendo quanto avvenne nell’analoga cerimonia dell’anno 2000. Il richiamo a “tutti i tempi” – “all the ages” – tiene unito ciò che fu detto agli antichi padri e ciò che è stato aggiunto nella pienezza del tempo. “Tutto il Tuo popolo sparso nel mondo” raggiunge l’intera umanità, evocata poco più avanti. In essa il posto d’onore è “degli afflitti, degli impauriti, dei disperati”. A una tale ribalta dei tribolati non avevo fatto spazio nel foglietto che tenevo in tasca da quattro giorni in vista di questo appuntamento (vedi post del 7 maggio).

18 Comments

  1. marta09

    Mah! Sarà telepatia con tutti i cristiani, ma quello che ha scritto il Papa è esattamente quello che hanno nel cuore tutti.

    … Lo so che è per qualcuno sarà una preghiera “formale”, ma so anche che per Dio è la preghiera di un uomo e detta con il cuore, incarnata con i fatti (per chi li vuole vedere e non solo polemizzare).

    12 Maggio, 2009 - 20:48
  2. «In essa il posto d’onore è
    “degli afflitti, degli impauriti, dei disperati”.
    A una tale ribalta dei tribolati non avevo fatto spazio nel foglietto che tenevo in tasca»

    La speranza che io, tutti i miei fratelli, i miei amici, i miei padri…
    facciamo spazio veramente tutti verso i tribolati,
    che non rimanga l’enfasi di una bella espressione,
    una tentazione che si ripresenta terribile ogni giorno,
    in ogni terra,
    in ogni strada,
    in ogni casa,
    in ogni tempio a Dio dedicato…….

    ….
    Per i miei fratelli e i miei amici
    io dirò: «Su di te sia pace!». …

    12 Maggio, 2009 - 21:09
  3. fiorenza

    E’ dunque possibile, Luigi, estendersi fino a là -quanto sono grandi gli spazi del cuore?- e addirittura, a me pare, essere più presenti, là, di chi è fisicamente presente?
    E prepararsi così bene ad essere là, a quell’appuntamento, a quell’incontro reale, tanto da avere, già “da quattro giorni”, il foglietto pronto in tasca? Pronti anche ad essere felici del nuovo che si aggiungerà, che dilaterà ancora il nostro spazio interiore e, insieme, quello del mondo?
    Sì, è possibile.

    12 Maggio, 2009 - 22:29
  4. fiorenza

    Mi sono sembrati segni di straordinario valore per noi i saluti in latino che sia il principe di Giordania che il presidente israeliano hanno rivolto al papa:
    “Pax vobis” e “Ave Benedicte”.
    Sono loro, i lontani, a ricordare a noi immemori quale sia la lingua della Chiesa.

    12 Maggio, 2009 - 22:38
  5. Marilisa

    Gerusalemme,”la città della pace”,è il luogo ideale per la preghiera davvero molto bella che il papa ha affidato al foglietto che ha inserito,secondo la tradizione, nella fenditura del Muro del Pianto.
    È una preghiera che abbraccia tutta l’umanità e la innalza a Dio in una preziosa offerta;ed esprime l’intima unione che c’è tra Dio e gli uomini di tutte le fedi religiose,specialmente quando questi “gridano” le loro sofferenze.
    La visita del papa,giunto qui con tutta la sua umiltà, è un segno importante della pace che si può raggiugere,anche se faticosamente,in questi Paesi tormentati.
    Ce lo auguriamo tutti.

    13 Maggio, 2009 - 0:35
  6. discepolo

    Mi colpisce l’invocazione “Dio di tutti i tempi”,
    perchè si ricollega all’Eternità. riportando al loro giusto valore
    tutto ciò che per quanto tremendo, gli uomini agiscono e patiscono, qualcosa di limitato nel tempo, di transeunte, di effimero..Leopardi non poteva sopportare questo pensiero che anche la sofferenza fosse “nulla” cioè qualcosa di privo di significato , proprio perchè legato alla realtà contingente.
    penso che per l’uomo religioso, sia esso musulmano ebreo o cristiano, se ha fede nel” Dio di tutti i tempi”, questo dovrebbe
    essere una consolazione o almeno un balsamo alla sofferenza, se esiste
    un Essere eterno allora forse esiste un senso, un significato c’è , non è come dice Leopardi “tutto è nulla anche la mia disperazione”

    13 Maggio, 2009 - 7:47
  7. discepolo

    Mi ha fatto ricordare un altra bellissima preghiera di S. Gregorio
    Nazanzieno:
    “Tu- che sei- oltre ogni cosa
    potrei chiamarti con un altro nome ?
    nessuna parola ti esprime…
    Quale mente può comprenderti?
    Tutto quello che rimane in Te solo rimane
    Il moto dell’universo si frange in Te
    Di tutti gli esseri sei la fine, Unico a vivere…
    Abbi pietà, Tu- che- sei-oltre ogni cosa
    come potrei chiamarti con un altro nome?

    13 Maggio, 2009 - 8:01
  8. e poi dicono… la teologia apofatica… Grazie, Discepolo, per questa bella preghiera!

    13 Maggio, 2009 - 9:31
  9. fiorenza

    Sì, bella, molto bella, e anch’io ti ringrazio, Discepolo.
    Dal Dio che è “oltre ogni cosa”, e dal “Dio di tutti i tempi”, però, vorrei ora risalire alla Donna di tutti i tempi, a colei che non cessa di cantare il Magnificat “degli afflitti, degli impauriti, dei disperati”.
    Oggi, tua festa, giorno in cui ti onoriamo come “Nostra Signora di Fatima”, voglio cantare Te. E con le parole di Francesco ti saluto: “Ave Domina, sancta Regina, sancta Dei genitrix Maria”.
    Perché sei Tu, Madre, Regina, Domina, la vera Terra Santa.

    13 Maggio, 2009 - 9:47
  10. Francesco73

    Vero, oggi è la Madonna di Fatima.
    Mi è cara questa solennità mariana dei semplici e dei marginali.
    In Portogallo visitai a lungo i luoghi natali dei pastorelli, più che il santuario.
    Mi piace con il titolo di Madonna “degli afflitti, degli impauriti, dei disperati”.

    13 Maggio, 2009 - 9:58
  11. ecco… ci chiedevamo qualche giorno fa cosa voglia dire “cattolico” e se Dio sia “cattolico”…
    Questa preghiera mi sembra proprio “cattolica”, nella sua ampiezza di abbraccio universale, che attraversa, i tempi, tutte le Scritture, l’umanità, oltre le barriere ideologiche… o no?

    p.s. sono un inguaribile rompi… mentre leggevo mi dicevo che forse non avrei voluto sapere cosa avesse scritto il Papa sul biglietto… boh…

    13 Maggio, 2009 - 10:00
  12. @il moralista

    Anche a men non sarebbe dispiaciuto non sapere del contenuto del biglietto, mi piace immaginare che oltre al protocollo Benedetto abbia fatto sue altre parole con il Signore in quel luogo.

    So che non è possibile fare diversamente ma sempre di più il protocollo mi va stretto. Smontiamo la liturgia e montiamo protocolli.. mah.. comunque sono andato OT

    13 Maggio, 2009 - 12:30
  13. plpl8

    OT da http://www.mariedenazareth.com/3562.0.html?&L=4

    Il 13 maggio, il Santo Padre dopo aver pranzato con il professor Lejeune, la moglie di questi ed un altro invitato, si diresse verso piazza San Pietro, dove avrebbe avuto luogo la consueta udienza generale, tutto nella maggior tranquillità. Mentre faceva il giro della piazza e si avvicinava alla porta di bronzo, il turco Mehmet Ali Agça gli sparò, ferendolo al ventre, nel gomito destro e all’indice della mano sinistra

    Il Santo Padre stava seduto, riverso su di me e raggiungemmo, così, l’ambulanza. Lui non ci guardava, rimaneva con gli occhi chiusi, soffriva molto e recitava brevi orazioni. Se ricordo bene, ciò che più ripeteva era: “Maria, Madre mia! Maria, Madre mia!”

    Dalla testimonianza di Monsignor Stanislas Dziwisz

    13 Maggio, 2009 - 16:03
  14. Francesco73

    Già. C’è anche il 13 maggio 1981.

    “Se la Parola non ha convertito, sarà il Sangue a convertire”. Karol Wojtyla, Stanislao, 1978

    13 Maggio, 2009 - 17:33
  15. Luigi Accattoli

    Moralista e don Luca sul biglietto del papa che resta sconosciuto. E i poveri giornalisti?

    14 Maggio, 2009 - 8:42
  16. Luigi Accattoli

    “Dio di tutti i tempi” è forse da intendere a eco del Salmo 145 (144), 13: “Il tuo Regno è Regno di tutti i secoli?” Qualcuno può controllare la parola greca e quella ebraica che qui è tradotta con “secoli”? O qualcuno sa dire un’altra fonte per l’espressione – che mi suona n uova – usata dal papa?

    14 Maggio, 2009 - 9:14
  17. i giornalisti… già… mi sa che sono un po’ schizofrenico! 😀

    14 Maggio, 2009 - 9:44
  18. discepolo

    Luigi
    “il tuo regno è regno di tutti i secoli” (Salmo 145)
    In greco regno : Basileia di tutti i secoli : eis ton aiona (per tutti gli eoni)
    In ebraico regno : malkut (che è la decima sefirah per la Cabala)

    traduzione di Guido ceronetti
    “il Regno tuo è il Regno dell’eterno
    il tuo dominio è la somma dei tempi”

    14 Maggio, 2009 - 16:50

Lascia un commento