Benedetto: “Anche tra i santi ci sono contrasti”

«Anche tra santi ci sono contrasti, discordie, controverse. E questo a me appare molto consolante, perchè vediamo che i santi non sono “caduti dal cielo”. Sono uomini come noi, con problemi anche complicati. La santità non consiste nel non aver mai sbagliato, peccato. La santità cresce nella capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità a ricominciare e soprattutto nella capacità di riconciliazione e di perdono»: l’ha detto Benedetto XVI all’udienza generale di questa mattina, parlando dei collaboratori dell’apostolo Paolo, Barnaba, Sila e Apollo. Ha improvvisato quella riflessione sulle discordie dei santi dopo aver accennato ai contrasti tra Paolo e Barnaba a riguardo di Marco, che Barnaba – in una certa occasione – voleva prendere con sè in un viaggio, incontrando l’opposizione di Paolo che non aveva sopportato una precedente presa di distanza di Marco dal lavoro comune. – Una riflessione che ricorda quanto affermato da Giovanni Paolo il 3 settembre 2000, beatificando insieme i papi Mastai e Roncalli: “La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute“.

8 Comments

  1. Leonardo

    È il bello della Catholica: ci sono molte dimore, come nella casa del Padre. Sarebbe istruttivo un libretto che sviluppasse questa idea, perché i casi simili sono davvero tanti: senza andare nella storia della chiesa antica (dove la distanza temporale rischia di farci percepire meno l’asprezza dei contrasti: ma con quanti non ha litigato san Girolamo!), anche limitandoci all’altroieri mi vengono in mente i nomi di san Pio X e del beato cardinal Ferrari, e poi quelli del beato Giovanni XXIII e di san Pio da Pietralcina.

    31 Gennaio, 2007 - 12:14
  2. Leonardo

    Ho dimenticato la cosa più importante: incomprensioni e dissensi a volontà, però quando si tratta di santi si vede che alla fine chi doveva obbedire ha obbedito.

    31 Gennaio, 2007 - 12:16
  3. Padre Pio, cordiale e scorbutico. Capace di incazzarsi (posso dirlo, Luigi?) e alzare la voce col peccatore poco pentito o penitente, capace di seccarsi e dire: “E basta, è la quinta volta che me lo chiedi, vai a casa che andrà bene” ad una donna che mentalmente gli chiedeva una grazia in confessione. Padre Gemelli disse, dopo averlo visitato, che le stimmate erano frutto di una persuasione mentale: secondo lui, cioè, padre Pio si era così immedesimato nella Passione da somatizzare tutto. Quando il Santo di Pietrelcina lo seppe commentò: “Dite a padre Gemelli che se comincia a pensare intensamente ad un bue gli spunteranno le corna”. Anche questa è la forza del cristianesimo.

    31 Gennaio, 2007 - 13:33
  4. Maria Grazia

    Mi colpisce sempre la capacità di Papa Benedetto di mettere il dito nella piaga,soprattutto quando parla “a braccio”,cosa che si verifica praticamente in ogni occasione pubblica.
    I Santi non sono supereroi o modelli irraggiungibili,ma persone comuni che hanno accettato un cammino di conversione.Ciò è davvero consolante anche per noi e non solo per il Papa.Non abbiamo scuse:tutti siamo chiamati alla santità.
    Nelle parole di Benedetto ho colto(ma forse è solo una mia sensazione)un riferimento alla Chiesa di oggi.Chissà quante volte il Pontefice di trova a fronteggiare e superare contrasti anche aspri,ma evidentemente l’abbandono disinteressato alla volontà di Dio gli dà la forza di essere il Pastore fermo e mite della Chiesa di Cristo(non del Papa).
    Saluti MG

    31 Gennaio, 2007 - 14:13
  5. Luigi Accattoli

    Nel libretto sui contrasti dei santi, suggerito da Leonardo, potrebbero trovare posto alcune lettere che si scambiavano circa il 1950 don Calabria (santo) e il cardinale Schuster (beato) con severissimi giudizi su Pio XII (servo di Dio). Vedile nell’Epistolario Schuster-Calabria (1945-1954) pubblicato da A. Majo e L. Piovan a Milano nel 1989.

    31 Gennaio, 2007 - 18:18
  6. Maria Grazia

    Papa Benedetto ha fatto anche un’altra affermazione(sempre a braccio)che io ritengo fondamentale:
    NELLA CHIESA DEVE CRESCERE LA COLLABORAZIONE
    (ASCA) – Citta’ del Vaticano, 31 gen – Benedetto XVI nel corso dell’udienza generale di oggi ha sottolineato, tra l’altro, l’obiettivo pastorale che pare gli stia molto a cuore: crescere nella collaborazione ecclesiale per la riuscita dell’annuncio evangelico. E lo ha fatto, mettendo in luce che nella Chiesa e nell’azione missionaria l’efficacia dipende da Dio e non dalle capacita’ dei singoli. Ognuno nella chiesa deve portare un suo specifico contributo, ma chi dona efficacia all’azione pastorale e’ sempre Dio. Il ragionamento del pontefice ha preso spunto dalla riflessione su alcuni collaboratori dell’apostolo Paolo: Barnaba, Sila,Apollo. ”Dobbiamo riconoscere – rileva Benedetto XVI – che l’Apostolo e’ un esempio eloquente di uomo aperto alla collaborazione: nella Chiesa egli non vuole fare tutto da solo, ma si avvale di numerosi e diversificati colleghi” Fu Barnaba ”a farsi garante della conversione di Saulo presso la comunita’ cristiana di Gerusalemme, la quale ancora diffidava dell’antico persecutore. Inviato ad Antiochia di Siria, ando’ a riprendere Paolo a Tarso, dove questi si era ritirato, e con lui trascorse un anno intero, dedicandosi all’evangelizzazione di quella importante citta’, nella cui Chiesa Barnaba era conosciuto come profeta e dottore. Cosi’ Barnaba, al momento delle prime conversioni dei pagani, ha capito che quella era l’ora di Saulo, il quale si era ritirato a Tarso, sua citta’. La’ e’ andato a cercarlo. Cosi’, in quel momento importante, ha quasi restituito Paolo alla Chiesa; le ha donato, in questo senso, ancora una volta l’Apostolo delle Genti”.

    Ecco la parola chiave:collaborazione!Cardinali,sacerdoti e laici dovrebbero collaborare con il Papa per la crescita della Chiesa e,possibilmente,non farsi lo sgambetto a vicenda per far splendere la propria luce e non quella di Cristo.
    Saluti MG

    1 Febbraio, 2007 - 8:52
  7. Luisa

    Ammiro la capacità di Benedetto XVI , con il suo linguaggio semplice e chiaro, di farci scendere dalle cime altezzose delle controverse intellettuali dove l`aria si fa rara e irrespirabile, per accompagnarci su cammini, talvolta anche in salita, ma dove l`aria è pura, fresca e leggera.
    Non ha bisogno di dire: ” qui sto parlando di Piegiorgio Welby o di eutanasia, qui mi riferisco alle opinioni del Cardinal Martini o più in generale alle controversie all`interno della Chiesa”…. no con frasi semplici, Papa Benedetto ci rimette tutti nella luce del Vangelo !
    Sempre egli parte dal Vangelo e sempre lì ci riconduce.
    Vorrei permettermi di dire che la sua forza viene tutta da lì, dal messaggio evangelico.
    Durante l`udienza Benedetto XVI, rivolgendosi ai pellegrini italiani, ha anche parlato della fiaccola della fede che va tenuta ben accesa con la preghiera e la pratica dei sacramenti, che deve risplendere nelle nostre parole e nel nostro esempio per permettere a tutti di attingervi luce e spirituale calore.
    Una volta ancora ci ha domandato di rispondere alle odierne sfide con una rinnovata audacia apostolica e profonda spiritualità, riproponendo il messaggio di Cristo nella sua interezza.
    Che grande responsabilità ma che magnifico programma, ve ne è forse uno migliore per un cristiano ?
    Cari saluti, Luisa

    1 Febbraio, 2007 - 9:15
  8. angela

    in particolare vorrei sottolineare una frase di papa Benedetto…
    “trovo molto consolante” …. l’ha pronunciata anche a Colonia ai giovani … era consolante sapere che c’è posto anche per l’erba cattiva nellla Chiesa….insomma per tutti noi …..
    perchè usando le parole di Dante “la misericordia di Dio ha si gran braccia..”

    E’ davvero consolante…. basta che non diventi una scusa per non assumersi la reponsabilità di operare per il bene…

    un saluto a tutti
    Angela

    5 Febbraio, 2007 - 19:18

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