Scola precisa sul “meticciato di civiltà”

“Accompagnamento critico del processo di meticciato di civiltà e di culture”: è questa l’ultima precisazione della propria idea offerta dal patriarca Angelo Scola, il 17 gennaio, presentando all’Onu la rivista “Oasis” (vedi sopra, post del 23 gennaio). In quell’occasione il patriarca ha insistito sul “tema della testimonianza”, intendendo questa categoria – ha detto – “in tutta la sua forza teoretica e pratica”. Questo il passaggio forse più suggestivo della sua riflessione, a riguardo di quanto ciascuno di noi potrebbe trovarsi a dover fare nell’incontro tra diversi che è la cifra dell’epoca: “La testimonianza chiama in causa ogni uomo ed ogni donna, invitandoli ad esporsi, a pagare di persona, a non decidere in anticipo fino a dove si può arrivare nell’incontro e nel dialogo con l’altro. Alla testimonianza nessun uomo può sottrarsi, in forza del rischio implicato dalla libertà che non è mai definibile a priori. L’umana libertà non si può mai ‘dedurre’, ma il suo pieno significato si dà solo nell’atto che la performa”. Il linguaggio di Scola è sempre arduo, ma vale la pena sbucciarlo per arrivare alla polpa, che non manca mai.

Commento

  1. Leonardo

    Sì, il cardinal Scola quando parla non dice mai banalità. Forse una certà difficoltà dipende dalla sua formazione culturale (in cui è entrato anche Lacan!), o forse è un tratto innato; comunque sia, sarebbe (o sarebbe stato?) un presidente della CEI in grado di intervenire nel dibattito pubblico con grande autorevolezza e alto profilo (troppo alto, per il dibattito italiano?)

    5 Febbraio, 2007 - 18:22

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